Littérature scientifique sur le sujet « Giurisprudenza dell'OMC »

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Articles de revues sur le sujet "Giurisprudenza dell'OMC"

1

Calzolaio, Ermanno. « Europa dei diritti e giudice europeo ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

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Résumé :
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
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2

Lo Faro, Antonio. « Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo : cambia qualcosa in Italia dopo Laval ? » GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Résumé :
Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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3

Baroni, Elena. « Principio di bi genitorialità e giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (octobre 2018) : 229–37. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-002022.

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4

Catanzariti, Mariavittoria. « I diritti su misura : la Corte Europea di Strasburgo e i minori ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 97–121. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001005.

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Résumé :
Questo saggio esamina l'approccio della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo alla tutela dei diritti dei minori. Piů specificamente, esso pone la questione dello statuto di tali diritti come diritti fondamentali alla luce della compatibilitŕ normativa tra diritto internazionale e diritto interno. La giurisprudenza della Corte Europea č dunque analizzata al fine di mettere in rilievo alcuni principi dalla stessa elaborati, con particolare riguardo al rispetto della vita familiare. Il saggio si concentra infine sui principi della child-friendly justice adottati dal Consiglio d'Europa nel novembre 2010 al fine di evidenziare il rapporto tra modelli culturali e prassi giurisprudenziale.
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5

Ruo, Maria Giovanna. « ‘The best interest of the child' nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2011) : 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/mg2011-003004.

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6

Adamo, Ugo. « Il fine vita nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2019) : 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2018-002008.

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7

Margaria, Alice, et Vladimiro Zagrebelsky. « Procreazione medicalmente assistita e genitorialità : le direttrici della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2017) : 140–45. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-001017.

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8

Maggiotto, Antonio. « Giurisprudenza : Commenti : I familiari extracomunitari di cittadini comunitari : prime applicazioni giurisprudenziali sui requisiti per il riconoscimento dello status previsto dalla Dir. 2004/38/CE ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (septembre 2009) : 120–22. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003007.

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Résumé :
Diritto comunitario ed europeo1. Corte europea dei diritti dell'uomo 11.6.2009, caso S. D. c. Grecia - divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti - detenzione - domanda d'asilo2. Corte di giustizia delle Comunitŕ europee 2.4.2009, caso Rafet Kqiku causa C-139/08 - cittadino di uno Stato terzo in possesso di un documento di soggiorno svizzero - ingresso e soggiorno nel territorio di uno Stato membro a fini diversi dal transito - assenza di visto
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9

Lanfranco, Lorena. « Abusi sessuali su minori istituzionalizzati. Strasburgo condanna la Bulgaria innovando la giurisprudenza sull'art. 3 Conv. eur. dir. Umani ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 232–39. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002021.

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Résumé :
Con sentenza del 2 febbraio 2021, nel caso X e altri c. Bulgaria, la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato convenuto per violazione dell'art. 3 Conv. eur. dir. umani (norma che vieta la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti) a fronte delle denunce dei tre ricorrenti che lamentavano di aver subito, durante la loro infanzia in orfanotrofio, abusi sessuali e altri maltrattamenti. Il presente contributo ripercorre l'iter argomentativo seguito dalla Corte di Strasburgo nel sancire il principio per cui, nei casi di violenza perpetrata su minori istituzionalizzati, gli Stati Parti hanno l'onere di svolgere indagini efficaci (qualificabili come tali alla luce della giurisprudenza convenzionale integrata dalle norme della Convenzione di Lanzarote), e le ragioni per cui l'operato delle autorità bulgare non sia stato rispettoso degli obblighi convenzionali. La sentenza in commento è quindi l'occasione per riflettere sui caratteri del sistema di tutela convenzionale dei minori che si trovino in situazioni di vulnerabilità e sulla ratio che muove la Corte nel delineare gli obblighi di tutela, prevenzione e repressione degli stati aderenti al Consiglio d'Europa.
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Gentile-Brown, Irene. « Note in materia di collocamento di minori in famiglie o strutture di accoglienza nella giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (octobre 2015) : 88–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-003006.

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Thèses sur le sujet "Giurisprudenza dell'OMC"

1

TURRINI, PAOLO. « L'interpretazione evolutiva nella giurisprudenza internazionale ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/826147.

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Résumé :
La tesi analizza la nozione di interpretazione evolutiva dapprima da un punto di vista teorico, e in un secondo momento calandola all'interno di due contesti giurisdizionali tra loro differenti (quello della Corte europea dei diritti dell'uomo e quello dell'Organizzazione mondiale del commercio) The dissertation analyses the concept of evolutive interpretation, at first from a theoretical point of view, and then situating it in two different jurisdictional contexts (those of the European Court of human rights and the World Trade Organization)
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PALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

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Résumé :
Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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3

MATTEUCCI, AURORA. « La tutela dei diritti umani nel procedimento cautelare. Riflessioni su custodia cautelare e libertà personale nel dialogo tra Corte europea dei diritti dell'uomo e giurisprudenza italiana ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/564695.

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4

MANGANARO, MARTA. « L'applicabilità diretta della Cedu nell'ordinamento interno e l'eventuale crisi del modello accentrato di costituzionalità ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3115887.

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Résumé :
Negli ultimi anni si è ampiamente riflettuto sull’importanza della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), tra le fonti internazionali, in quanto “Carta cardine” in quest’ambito. Essa ha costituito il frutto dell’iniziativa del Consiglio d’Europa in un processo storico che richiedeva una forte attenzione politica sulle forme di tutela internazionale dei diritti umani. Lo studio che qui ci si accinge a svolgere ha lo scopo di offrire un quadro complessivo dell’evoluzione che il ruolo della CEDU ha subito negli ultimi anni nell’ordinamento interno, in modo da basare su questo percorso le riflessioni sull’applicabilità diretta della Convenzione europea. A tal fine, si è scelto di suddividere l’indagine in tre capitoli per analizzare l’oggetto di studio da una prospettiva diversa, ma collegata. In primo luogo, si ripercorrerà la giurisprudenza della Corte costituzionale, vista la funzione centrale che la stessa svolge nel nostro ordinamento e le posizioni determinanti che ha assunto in materia di rapporti tra norme CEDU e diritto interno. Le sentenze del Giudice delle leggi, infatti, rappresenteranno il punto di partenza di questo studio investigativo non solo perché hanno tracciato le linee guida generali del “percorso convenzionale” nel nostro ordinamento, ma anche perché le sentenze “gemelle” del 2007 hanno costituito la svolta giurisprudenziale nel modo di rapportarsi alla CEDU, di cui tutt’oggi gli operatori del diritto, nella quasi totalità dei casi, tengono conto per la definizione del rapporto tra norme convenzionali e norme interne. In secondo luogo, ci si sposterà sul piano astratto delle norme di diritto positivo, nazionali ed europee, a cui è possibile ricollegare un nesso con la CEDU: da una parte, infatti, le norme interne verranno esaminate alla lettera per consentire un ragionamento di ispirazione formale che non escluda soluzioni favorevoli (laddove possibile) al riconoscimento costituzionale delle disposizioni convenzionali; dall’altra, le norme introdotte dal Trattato di Lisbona costituiranno la novità da cui partire per illustrare il futuro intreccio dei due ordinamenti, dallo stesso previsto, con tutte le problematicità che tale “progetto” comporta. In terzo luogo, ci si dedicherà al contributo offerto dalla magistratura di legittimità e di merito, la quale si è dimostrata, proprio in materia di attuazione dei diritti umani, la più audace poiché è l’unica ad essere firmataria di alcune pronunce, sebbene prive delle ripercussioni proprie di una decisione costituzionale, in cui si è riconosciuta alla CEDU una posizione pari a quella del diritto comunitario, diversamente da quanto affermato dalla Corte costituzionale. Infine, lo studio del tema dell’interpretazione della CEDU inevitabilmente condurrà a delle riflessioni sul ruolo fin qui svolto dai giudici nazionali nell’attuazione dei diritti umani, chiamati sempre più spesso ad operare in una prospettiva non solo strettamente nazionale. In particolar modo, tale circostanza e la possibilità futura, prevista dal Protocollo n. 16 annesso alla CEDU, per i giudici (di ultima istanza) di richiedere il parere non vincolante alla Corte europea ai fini di un’interpretazione autentica del diritto convenzionale costituiranno degli input per ragionare sull’attuale modello di giustizia costituzionale italiano: per una serie di elementi che si avrà modo di sottolineare, sembrano, infatti, emergere alcuni sintomi di una crisi del giudizio di costituzionalità, che da accentrato nelle mani della Corte costituzionale pare avviarsi verso uno – almeno in parte – “diffuso” tra quelle dei giudici comuni.
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Livres sur le sujet "Giurisprudenza dell'OMC"

1

Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e influenza sul diritto interno. Napoli [etc.] : Edizioni scientifiche italiane, 2009.

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2

Michele, De Salvia, Zagrebelsky Vladimiro et Fumagalli Meraviglia Marinella, dir. Diritti dell'uomo e liberta fondamentali : La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte di giustizia della Comunita europee. Milano : Giuffre Editore, 2006.

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3

Roberto, Facchin, et Istituto internazionale di studi sui diritti dell'uomo., dir. L' Interpretazione giudiziaria della Convenzione europea dei diritti dell'uomo : Guida alla giurisprudenza della Corte, 1960-1987. Padova : CEDAM, 1988.

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