Littérature scientifique sur le sujet « Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC) »

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Thèses sur le sujet "Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC)"

1

Beltrano, Anna Maria. « Monitoraggio delle risorse alieutiche con l'ausilio di sistemi informativi geografici in una riserva naturale marina e sito natura 2000 ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2555.

Texte intégral
Résumé :
2006/2007
L’obiettivo di tale studio è stato quello di implementare un Sistema di Informazione Geografica (GIS) per il monitoraggio dell’attività di pesca e delle risorse alieutiche, considerando le marinerie delle Isole Egadi, a rappresentanza di alcune tipologie di base dell’attività di pesca artigianale e per i diversi vincoli ambientali che in quest’area insistono quali la Riserva Naturale Marina e i Siti Natura 2000, al fine di suggerire opportune strategie di protezione sia per le risorse pescabili che per l’ambiente. Quindi un sistema esperto a supporto delle decisioni, che consenta di visualizzare i complessi scenari nell’ambito della valutazione delle risorse alieutiche nella dimensione spazio-temporale (Spatial Decision Support System), orientato alla pianificazione territoriale per un uso sostenibile delle risorse naturali, sinergica e coordinata tra i vari enti territoriali preposti. Nel corso di tale studio è stato messo a punto un data-warehouse, orientato alla pianificazione territoriale contenente differenti tipologie di dati ambientali, un database relazionale (RDBMS) contenente i dati riguardanti la pesca e la flotta, e un GIS in grado di gestire, analizzare, integrare dati eterogenei, riferendoli alle rispettive posizioni geografiche, finalizzato nello specifico ai seguenti obiettivi: - Studio delle caratteristiche ambientali dell’area di interesse; - Caratterizzazione della struttura della flotta per ciascun porto; - Variabilità degli attrezzi utilizzati nel tempo e nello spazio in ciascun porto; - Indagine delle specie catturate, qualitativamente e quantitativamente; - Indagine dello sforzo di pesca e cattura per unità di sforzo (CPUE), nello spazio e nel tempo; - Analisi dei principali parametri chimico-fisici ambientali (temperatura, salinità, ossigeno, etc); - Rilevazione delle condizioni climatiche e meteo-marine; - Individuazione di specie e habitat di elevato valore ecologico; - Valutazioni ambientali e indicazioni gestionali. In particolare, è stata indagata l’area di studio, gli aspetti geologici, biologici, con particolare rilievo ad habitat e specie di interesse scientifico e/o ecologico, mediante ricerche bibliografiche e campagne sperimentali in mare. Sono state realizzate le indagini inerenti la pesca e la flotta mediante i seguenti metodi: metodo indiretto e metodo diretto. Il metodo indiretto ha compreso la raccolta dei dati settimanalmente mediante rilevazione allo sbarco, per un intero anno. Il metodo diretto ha compreso la realizzazione di campagne sperimentali opportunamente pianificate, utilizzando come campionatore diverse tipologie di imbarcazioni e attrezzi delle marinerie dell’area, per la raccolta diretta di dati, sempre nell’arco di un anno. Durante le pescate sperimentali si è fatto uso di strumentazione GPS (Global Positioning System) per registrare le coordinate geografiche del punto iniziale, medio e finale dell’attrezzo in pesca. La profondità, a cui sono state effettuate le pescate, è stata registrata mediante ecoscandaglio. I dati oceanografici sono stati prelevati in situ, mediante sonde multiparametriche. Sono state rilevate informazioni riguardo le condizioni climatiche e meteo-marine. E’ stato realizzato un GIS facendo uso del software ArcGIS 9.1 della ESRI. Per la definizione dei temi e per uniformare le informazioni raccolte e catalogate nel datawarehouse, questo è stato strutturato in accordo ad un Thesaurus di Riferimento per Applicazioni ambientali (Environmental Applications Reference Thesaurus, EARTh). I dati riguardanti la pesca e la flotta sono stati elaborati e organizzati in un Database relazionale (RDBMS), che ha permesso la gestione dell’informazione geografica assicurando caratteristiche quali efficienza nelle prestazioni, controllo degli accessi, controllo delle ridondanze, conferendo una formidabile elasticità alla struttura e quindi di analisi spaziale, permettendo così di analizzare i diversi aspetti dei fenomeni. Questo è stato arricchito con collegamenti (hyperlink) a documenti utili (leggi, direttive, vincoli territoriali), immagini (foto di barche, coste, specie, attrezzi), pagine web. Infine, il sistema è stato organizzato in modo che, effettuando differenti interrogazioni ed operazioni quali analisi di dati spaziali (interpolazioni, operazioni di overlay, raster calculator), analisi degli attributi (query o funzioni di ricerca, SQL, summarize, statistics) e analisi integrata (spaziali e attributi), ha permesso di ottenere differenti informazioni nella dimensione spazio-temporale. In conclusione, il sistema è stato predisposto per analizzare e visualizzare i complessi scenari esistenti nell’ambito della valutazione delle risorse alieutiche nella dimensione spazio-temporale (monitoraggio), considerando le caratteristiche ambientali e le diverse problematiche dell’area, in modo da prevedere i possibili scenari futuri (forecasting) creando una modellizzazione della realtà, al fine di: fornire indicazioni nel pianificare una gestione ottimale delle risorse, razionale, integrata e sostenibile, quindi fornire spazialmente una scelta di soluzioni al decisore (Spatial Decision Support System) per la conservazione degli stock ma anche per preservare gli ecosistemi marini; avviare in caso di un’area sottoposta a più vincoli (Riserva Marina, Sito Natura 2000, IBA) una pianificazione concertata e sinergica tra i diversi livelli istituzionali preposti (governance multilivello e interscalare) ed evitare quindi una pianificazione conflittuale o ridondante. Il sistema realizzato potrebbe vedere applicazione nell’ambito delle seguenti pianificazioni: per la realizzazione dei piani di gestione pesca regionali, inerenti il Programma Operativo Pesca - FEP nazionale (Fondo Europeo per la Pesca); per l’elaborazione dei piani di gestione dei Siti Natura 2000; per la predisposizione delle varie fasi della Valutazione Ambientale Strategica (VAS); per la predisposizione di piani territoriali di Gestione Integrata della Fascia Costiera GIZC; nell’istituzione di Aree Marine Protette o Riserve Naturali Marine, Parchi, ed in particolare risulterebbe utile nella pianificazione della zonazione, soprattutto quando in tali aree è presente come forte componente l’attività di pesca, ricoprendo un elevato valore in termini di occupazione, commercio, attività ricreative e quindi di benessere economico.
The objective of this study was to implement a Geographic Information System (GIS) for the monitoring of fishing activities and alieutic resources in the Egadi Islands, as being representative of a few fundamental kinds of small-scale fishing and for various existing environmental restrictions such as the Marine Reserve and Natura 2000 sites. The purpose was to suggest appropriate conservation strategies for both alieutic resources and the environment. In other words, an expert system to decision support, making it possible to visualize complex scenarios in the assessment of alieutic resources in a space-time dimension (Spatial Decision Support System), geared towards spatial planning -for a sustainable use of natural resources- in synergy and coordination among the various authorities in charge. In the study a data-warehouse was set up, geared towards spatial planning and containing various categories of environmental data, a relational database (RDBMS) containing data on fishing and fleets, and a GIS capable of processing, analyzing and integrating heterogeneous data in reference to their respective geographical locations, with the following specific objectives: - Study of the environmental characteristics of the area of focus; - Characterization of the structure of the fleet for each port; - Investigating fishing gear changes in time and space in each port; - Quantitative and qualitative investigation of the species caught; - Analysis of fishing effort and catch per unit effort (CPUE), in time and space; - Analysis of the main environmental -physical and chemical- parameters (temperature, salinity, oxygen, etc.); - Survey of climatic and sea weather conditions; - Identification of species and habitats of high ecological value; - Environmental assessment and management guidelines. In particular, the investigation was carried out on the area of focus, its geological and biological aspects, with special attention to habitats and species of scientific/ecological interest, through bibliographic research and experimental sampling at sea. The investigation on fishing and fleets has been carried out with the following methods: indirect method and direct method. The indirect method has involved weekly collection of data from interviews at landing, over a whole year. The direct method has involved carefully planned sampling trips, using various types of boats and gear of the local fisheries for direct collection of data, also over a whole year. In the sampling process, a GPS (Global Positioning System) was used to record the initial, middle and final geographical coordinates of the fishing gear. Depths of experimental fishing were recorded with an echo sounder. Oceanographical data were obtained on site, with the use of multiparametric probes. Information has been recorded on climatic and sea weather conditions. The GIS was set up using ArcGIS 9.1 software by ESRI. For definitions of topics and to standardize the information collected and filed in the data-warehouse, this has been structured in accordance to the Environmental Applications Reference Thesaurus (EARTh). Data regarding fishing and fleets have been processed and organized in a relational database (RDBMS), which has made it possible to manage geographical information as well as assuring characteristics such as efficiency of performance, access control, redundancy control, thus giving the structure remarkable flexibility also in terms of spatial analysis and the possibility of looking at the various aspects of events. The database has also been enriched with hyperlinks to useful documents (laws, directives, planning restrictions), images (photos of boats, coastlines, species, gear), and web pages. Finally, the system has been organized so as to be able to obtain various kinds of information in a space-time dimension through operations and procedures such as spatial data analysis (interpolation, overlay, raster calculator), analysis of attributes (query or search functions, SQL, summarize, statistics) and integrated analysis (spatial data and attributes). In conclusion, the system has been set to analyze and visualize complex scenarios in the assessment of fishable resources in a space-time dimension (monitoring), taking into consideration the environmental characteristics and various critical factors of the area, so as to forecast possible scenarios and create models of reality with the purpose of: providing indications for optimal, rational, integrated and sustainable resource management, as well as a range of spatial options for decision-makers (Spatial Decision Support System) for the conservation of stock and marine ecosystems; in the case of areas subjected to multiple restrictions [Marine Reserve, Natura 2000 site, IBA (Important Bird Areas)], giving way to a concerted, synergic planning activity among the various authorities in charge (multi-level and inter-scalar governance) and thus avoiding any conflictual, redundant planning. Such system could be applied in the following planning situations: implementation of regional fishing management plans within the national Operational Programme – EFF (European Fisheries Fund); preparing of management plans for Natura 2000 sites; preparation of the various phases of Strategic Environmental Assessment (SEA); preparing of plans for the Integrated Coastal Zone Management (ICZM); institution of Marine Protected Areas or Marine Reserves, Parks, in particular, it would be useful to plan the zoning of this areas protected, especially when fishing activity is strong and of high value for occupation, trade, recreational activities and hence economic welfare.
XX Ciclo
1971
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2

Mannino, Ilda <1974&gt. « La gestione integrata delle zone costiere (ICZM) : politiche e strumenti a confronto ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2004. http://hdl.handle.net/10579/809.

Texte intégral
Résumé :
Partendo dal riconoscimento dell'importanza delle zone costiere e delle forti pressioni a cui esse sono sottoposte oggi, questa tesi di dottorato si è proposta di studiare lo strumento che viene oggi promosso per lo sviluppo sostenibile di queste zone: la gestione integrata delle zone costiere (ICZM). Nella prima parte vengono considerati gli strumenti più utilizzati per la promozione di questo processo, le linee guida e le norme, cercando di valutarne l'efficacia, sulla base di indicatori quantitativi e semiquantitativi. La ricerca ha evidenziato un accordo generale sulle caratteristiche della ICZM; non è più necessario, quindi, produrre altre linee guida, almeno che non siano fecalizzate su questioni specifiche. Sembra invece più utile intervenire con strumenti che pongano dei vincoli oppure introducano altri fattori che possono stimolare la volontà politica ad avviare tale processo, quali l'offerta di finanziamenti per quei programmi o piani che sembrano rispondere alle indicazioni delle linee guida. Rimane comunque da valutare qual è l'impatto delle iniziative di ICZM sul progresso dello sviluppo sostenibile. La seconda parte della ricerca cerca invece di evidenziare la complessità di questo processo, affrontando due problematiche settoriali specifiche rilevanti e indagando quali strategie e quali strumenti possono aiutare nella loro gestione. La prima è il riutilizzo dei siti dismessi, lasciati in eredità dopo la fase di deindustrializzazione dei paesi ad economia avanzata iniziata negli anni '70. L'analisi delle attuali politiche dei Paesi dell'UE ha evidenziato come tra i principali ostacoli al riutilizzo vi siano la concorrenza con aree verdi disponibili e la mancanza di forme adeguate per incentivare gli investitori al riutilizzo. Si è visto, inoltre, come in generale manchi una strategia mirata che integri la gestione della contaminazione con la pianificazione del riutilizzo dopo la bonifica. A tale scopo è stato costruito un sistema esperto per la scelta della destinazione d'uso post- bonifica, all'interno di un sistema di supporto alle decisioni, che prende in considerazione anche l'analisi del rischio e la scelta delle tecnologie di trattamento. Esso è stato applicato al caso di Porto Marghera, dimostrando di rappresentare bene il giudizio degli esperti. Tenuto conto che, come modello, non può rappresentare completamente la complessità della questione, tale strumento è comunque utile per offrire ai decisori una visione di insieme e una possibilità di confronto con gli esperti. Infine si è presa in considerazione la problematica dei fanghi di dragaggio portuali. I porti, per garantire la propria accessibilità nautica, si trovano oggi a dover gestire grandi volumi di sedimenti, in parte contaminati da tutte le attività che interessano il bacino scolante. Nel lungo termine si tratta quindi di un problema che va affrontato a scala di bacino. L'analisi delle attuali politiche internazionali ha evidenziato come si punti l'attenzione su riutilizzo e prevenzione; a livello nazionale mancano, però, norme specifiche e su scala locale i fattori che determinano la scelta tra il riutilizzo o lo smaltimento in discarica sono economici. Si rende quindi necessario, da un lato prevenire, coinvolgendo tutti i diversi attori a scala di bacino, dall'altro far diventare più competitivo il trattamento e quindi orientare la ricerca in tale senso. Uno strumento utile a tale scopo è rappresentato dai network; lo studio ha evidenziato come essi possano favorire lo scambio di informazioni e conoscenze tra i vari attori, ma perché siano davvero efficaci devono coinvolgere il maggior numero possibile di questi. La complessità delle politiche settoriali e la difficoltà nell'attuare la ICZM ha fatto emergere una domanda che apre la strada a diversi sviluppi della ricerca: è più utile la ICZM o intraprendere politiche settoriali che integrino tutti gli aspetti e considerino le implicazioni delle proprie scelte sugli altri settori? Today there is a common awareness of the great importance of the coastal zone, but there is also concern about the pressures threatening it. The tool broadly presented as the most suitable to promote the sustainable development of this area is Integrated Coastal Zone Management (ICZM). Starting from this point the study tries to evaluate and compare the effectiveness of guidelines and laws in promoting ICZM. The general agreement of the main guidelines produced till now demonstrates that new ones are not necessary. Now that obstacles and key aspects of ICZM are known it is necessary to find the way to overcome the former and to introduce the latter. Laws have demonstrated to be effective to promote ICZM, both those that bind to implement it and those that have other stimulating elements, such as, fund provision for programs that meet specific requirements. Anyway, it remains to evaluate if realised ICZM initiatives are really effective for the sustainable development of the coastal zone. Two sectorial issues, important for Venice, are considered in the second part of the research, as examples of the complexity of ICZM. The problem of brownfield management affects many coastal zones, as heritage of the industrial evolution of this areas. The common idea is that to manage this problem in a sustainable way it is necessary to pass through the redevelopment of brownfields. The analysis of policies currently adopted around the EU countries highlights that one of the main obstacle is the concurrence between these sites and greenfields; it is necessary to introduce ways to hinder the use of the latter, otherwise economically favoured, and incentive the redevelopment of brownfields. Fiscal and legal tools can be effective. It is also been noted the lack of integration of environmental policies and planning ones, while it is necessary in order to manage the issue. The decision-makers have to be supported to consider all the aspects, without being experts. An expert system, fuzzy-logic based, was developed to help in the choice of the most suitable use after the reclamation. This tool was applied to Porto Marghera, the industrial area of Venice. It demonstrated to represent well the experts' logic, giving reasonable answers; even if it cannot replace experts or decision-makers, it can be considered a good tool to give a synthesised vision to the decision-makers and to enable all actors to have a debate. The second issue considered was the management of port dredged material. Nowadays ports have to handle big quantity of dredged material to guarantee the access to ships that are becoming bigger and bigger. Added to the problem of big volume, there is the contamination of part of this material. This contamination comes not only from port activities, but also from all the activities along the basin. So the long term management of this problem has to work at this scale, involving all the stakeholders. In the past this material could be dumped without any restriction into the sea, today this is permitted only for clean material. The research highlighted that international policies promote beneficial uses and prevention as means to manage this issue. The choice of beneficial uses of contaminated material has to pass through treatment, that is in many cases very expensive. In order to make it more attractive, research to develop better technologies is needed and it is necessary to limit the use of landfills as well. The tools proposed to promote a demand driven research and to facilitate the exchange of information and knowledge are the networks. Their analysis demonstrated that they can be very useful, but their effectiveness depends on their capacity to involve a big number of different stakeholders. The complexity of these two sectorial issues puts a final question: sectorial policies, considering all the aspects, included their effects on other sectors could give more results than ICZM? It has no answer till now and offers many opportunities to go on with this research.
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Dalla, Via Marco <1976&gt. « GESTIONE INTEGRATA DELLE ZONE COSTIERE. UNA VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IN ALTO ADRIATICO ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1597.

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Fioravanti, Ilaria <1988&gt. « Strumenti e prospettive della gestione integrata delle zone costiere : la Cina e il caso di Shanghai ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2743.

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Résumé :
Le coste sono aree caratterizzate da molteplici conflitti, derivanti dalle forti pressioni demografiche ed economiche a cui sono sottoposte. Gli enormi interessi connessi alle risorse costiere hanno reso queste zone il centro dello sviluppo in diversi paesi, e la Cina, in particolare, ha dimostrato di saper sfruttare al massimo i vantaggi connessi alla posizione privilegiata delle coste. Tuttavia, questa crescita a tratti incontrollata necessita di essere regolata al fine di raggiungere l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile. Questo è il fine ultimo della Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC), ad oggi la strategia di coordinazione tra i differenti settori coinvolti nelle attività costiere che ha ricevuto maggiore consenso. Negli ultimi decenni la GIZC ha iniziato ad essere regolata a livello normativo, diventando inoltre oggetto di diversi accordi internazionali. Il governo cinese ha aderito a questa strategia adattandola alla propria peculiare situazione interna, riscontrando tuttavia molteplici ostacoli lungo il suo processo di implementazione. Shanghai, in particolare, rappresenta un caso di forte interesse a causa della sua particolare posizione, della sua enorme popolazione e della sua crescente importanza in quanto scalo portuale internazionale.
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MURRU, Maria Grazia. « GESTIONE INTEGRATA DELLE ZONE COSTIERE Strategie e metodi per la definizione di nuovi “equilibri territoriali” nelle aree di costa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388887.

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Résumé :
The progressive urbanization development of coastal areas is included into the wide phenomenon of sprawl, which, in last decades has radically changed the overall urbanization European structure. Reasons of this “coastal attack” are ascribables to many historical, cultural, social and economic features, determining the increasing occupation of coastal areas in accordance with unsustainable development models. In some cases in fact, mass tourism became as something that destroyed more then it built up, and today it is considered like a real heavy industry. Many economic interests (tourism, industry, agriculture, fishery, energy production) about coastal areas put politics and technicians to establish a great number of laws and specific tools able both to use these areas, both to preserve them. However, frequently, several initiatives were characterized by the absence of a real logic, appearing simply as a partial and restricted laws sequence. For these reasons United Nations first, and then European Union, since ’70 years, highlighted the importance of an Integrated Coastal Area Management (ICAM). The present work, within this institutional framework, suggests the definition of an integrated area management system, based on the cooperation and coordination of all the institutions and administrations, in order to set-up governance systems guaranteeing integration between politics, territorial activities and all features bonded more or less directly to coastal areas.
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6

BRIANI, MASSIMO. « Dalle valutazioni di sostenibilità alla gestione integrata delle zone turistiche costiere del mediterraneo ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/608445.

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7

Motta, Zanin Giulia. « Investigating experiential knowledge for Integrated Coastal Zone Management in the Mediterranean ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11589/188942.

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Résumé :
I sistemi costieri sono soggetti alla complessità dei problemi socio-economici e ambientali compresi nel concetto generale di “rischi costieri”, esacerbati dai molti impatti negativi dei cambiamenti climatici, spesso gestiti attraverso opere di ingegneria non corrette e modalità di gestione inadeguate. Nel corso del ventesimo secolo, sia la popolazione che le attività umane sono aumentate notevolmente in queste aree, provocando un’ampia conversione dei paesaggi naturali costieri, uno sfruttamento eccessivo delle risorse e il peggioramento della resilienza dei sistemi costieri. Le aree costiere sono sistemi vulnerabili e il cambiamento climatico, che sta già avendo un impatto negativo sulle coste, aggrava la loro vulnerabilità causando diverse conseguenze. Gli impatti generali del cambiamento climatico sulle comunità costiere saranno enormi, aumentando l’esposizione a rischi specifici come le inondazioni e l’erosione costiera con eventi climatici estremi. Inoltre, spesso le aree costiere si trovano ad affrontare situazioni critiche a causa di opere ingegneristiche non corrette costruite per proteggere le aree costiere da rischi come le inondazioni e l’erosione costiera, nonché della mancanza di adeguate forme di pianificazione degli sui del suolo e di gestione dell’ambiente. Un altro aspetto che aumenta la complessità di questi sistemi è il fatto che essi sono soggetti a tensioni e conflitti tra diversi attori spesso con interessi contrastanti. Per questo motivo, c’è la necessità di dare risposte articolate (tecniche, normative, economiche, sociali, culturali, gestionali) per affrontare la complessità dei sistemi costieri. È ampiamente riconosciuto che le tradizionali politiche di gestione costiera, basate su approcci ’hard’ focalizzati principalmente sulle opere di ingegneria per la protezione delle coste e utilizzati per molti decenni come l’unico modo per gestire i rischi costieri, sono inefficaci. Analogamente, approcci unicamente regolativi alla pianificazione delle aree costiere, essenzialmente basati su vincoli e divieti, si sono dimostrati comunque insufficienti. Il fallimento di tali metodi, dispositivi e misure nell’affrontare i rischi costieri richiede non solo una profonda conoscenza dei principali fenomeni fisici, ma anche il riconoscimento delle conoscenze, del ruolo, degli obiettivi, delle interdipendenze e della rete di interazioni degli stakeholder e delle comunità locali. Quindi, per analizzare e gestire i rischi costieri in modo efficace, c’è la necessità di creare una base di conoscenze diverse, scientifiche e tecniche di tipo interdisciplinare, che includano esperti con diversi background. Ciò dovrebbe essere accompagnato da un miglioramento delle interfacce tra la creazione di conoscenza e il processo decisionale, in cui gli stakeholder e la società locale possano interagire e partecipare ai processi di gestione. In questo senso, la produzione di conoscenze condivise su fenomeni, processi e rischi correlati contribuirebbe a definire forme appropriate di gestione. In linea con questo, anche alla luce delle conseguenze del cambiamento climatico, si è sviluppato il dibattito scientifico internazionale e politico sulla progettazione, e ancor più sull’implementazione di un approccio all’uso e alla gestione delle aree costiere, che sia adeguato ad affrontare la complessità dei problemi in queste aree, noto come Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC). Questo approccio è il primo e ad oggi l’unico strumento giuridico internazionale che si occupa specificamente della gestione delle zone costiere e che richiede un “adeguato coinvolgimento” dei soggetti interessati, compreso il pubblico in generale. Negli ultimi quarant’anni si sono verificati diversi eventi e accordi internazionali, europei e nazionali con l’obiettivo di diffusione della GIZC. In tal senso, i paesi del Mediterraneo hanno iniziato a collaborare e ad adottare misure per la gestione delle zone costiere del bacino del Mediterraneo. Tuttavia, il fragile mosaico di regimi giuridici e normativi, diritti fondiari, strutture istituzionali e culture amministrative ha creato un vuoto giuridico-istituzionale nella gestione delle coste del Mediterraneo, che riflette i ritardi nella ratifica del Protocollo sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere nel Mediterraneo. La tesi ha quindi cercato di comprendere alcune ragioni alla base delle difficoltà di attuazione della gestione integrata delle zone costiere con riferimento a due casi studio selezionati nel Mediterraneo, in Italia e in Grecia. I due casi di studio sono stati analizzati utilizzando approcci diversi, con l’obiettivo comune di capire fino a che punto e come sono stati percepiti i rischi che interessano le zone costiere dai diversi stakeholder e dal pubblico in generale. In entrambi i casi tale indagine diretta è stata correlata alle caratteristiche specifiche dei contesti, come è emerso dall’analisi delle statistiche e dei documenti ufficiali (legislazione, piani...). Margherita di Savoia, in Puglia, è tra i comuni italiani più colpiti da erosione costiera e inondazione per la sua particolare conformazione urbana e per lo stretto rapporto con l’economia legata al mare. Una panoramica delle principali pressioni costiere, dei pericoli e degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia, così come la complessa e frammentata governance multilivello delle aree costiere, è la conoscenza di base per l’analisi attraverso l’indagine diretta della conoscenza esperienziale a Margherita di Savoia che è stata realizzata attraverso due metodi diversi e in qualche misura complementari: il questionario e lo Scenario workshop. Il caso di studio greco si concentra sul Golfo del Pagasitikos, un golfo semi-chiuso caratterizzato dalla presenza di diversi usi lungo la costa e nel mare in aggiunta all’urbanizzazione, che ha portato a pressioni antropiche peggiorandone soprattutto la qualità dell’acqua del mare. Dopo una panoramica delle principali pressioni costiere, dei pericoli e degli impatti del cambiamento climatico in Grecia, così come del quadro giuridico-istituzionale, i rischi costieri del Golfo di Pagasitikos sono stati analizzati attraverso un’analisi sul campo della conoscenza esperienziale basata su un processo iterativo che combina interviste semi-strutturate e mappe cognitive “fuzzy”. Dall’analisi emerge una generale mancanza di consapevolezza della complessità dei problemi e dei rischi correlati, nonostante le loro evidenze. Questo limite può essere superato attraverso il coinvolgimento di diversi attori e attraverso una continua interazione fra essi per costruire e accrescere la conoscenza condivisa. Tuttavia, si dovrebbe essere consapevoli dei limiti intrinseci dei cosiddetti “approcci partecipativi” per un’analisi efficace della conoscenza esperienziale e ancor più per l’utilizzo della conoscenza esperienziale nella gestione integrata delle aree costiere. La conoscenza che emerge dal coinvolgimento non può essere data per scontata perché gli stakeholder possono non essere naïve e neutrali. Inoltre, il coinvolgimento dei soggetti interessati e della società locale nei processi di pianificazione richiede tempi più lunghi e quindi questo lavoro ha potuto offrire soltanto degli elementi di riflessione.
Coastal systems are subject to the complexity of socio-economic and environmental problems included in the general concept of “coastal risks”, intensified by the many negative impacts of climate change, and often also by incorrect engineering works and management practices. During the twentieth century, both population and activities in coastal areas have increased dramatically, producing widespread conversion of natural coastal landscapes, overexploitation of resources, and the worsening of coastal systems resilience. As a matter of fact, coastal areas are vulnerable systems and climate change, which is already negatively impacting coasts, exacerbates their vulnerability causing several consequences. The general impacts of climate change on coastal communities will be enormous, increasing the exposition to specific hazards such as flooding and coastal erosion with extreme climate events. Moreover, often coastal areas are facing critical situations due to inappropriate engineering works built to protect coastal areas from hazards such as flooding and coastal erosion, as well as lack of adequate forms of land use planning and environmental management. Another aspect increasing the complexity of these systems is the fact that they are prone to tensions and conflicts between different actors with contrasting interests in such territories. For this reason, there is the necessity to give articulated answers (technical, normative, economic, social, cultural, management) to deal with the complexity of coastal systems. It is widely recognized that the traditional coastal management policies, based on hard approaches, mainly focused on engineering works for coastal protection and used for many decades as the only way to manage coastal risks, are unsuccessful. Likewise, purely regulatory approaches to coastal planning, essentially based on constraints and prohibitions, have proved insufficient. The failure of these methods, devices and measures in dealing with coastal risks requires not only a deep understanding of the main physical phenomena to be addressed, but also acknowledgment about stakeholders’ and local communities’ knowledge, role, objectives, interdependencies and network of interactions. Therefore, to analyze and manage coastal risks in an effective way, there is the necessity to create a diverse, scientific and technical interdisciplinary knowledge base, including different experts with different backgrounds. This should be paralleled by an improvement of interfaces between knowledge creation and decision-making in which stakeholders and local society can interact and participate into the management processes. In this sense, the production of shared knowledge on phenomena, processes and related risks would help to define appropriate forms of management. In line with this, also in the light of climate change consequences, the international scientific as well as policy debate has developed on the design, and even more so, on the implementation of an approach to the use and management of coastal areas, which is appropriate to address the complexity of the problems in these areas. It is known as Integrated Coastal Zone Management (ICZM). It is the first, and as of today the only international legal instrument specifically addressing coastal zones management, which requires “appropriate involvement” of stakeholders, including the general public. In the last forty years, several are the events occurred and the international, European and national agreements signed for the spreading of ICZM. In this sense, the Mediterranean Countries have begun to collaborate and take measures to better manage the coastal areas of the Mediterranean Basin. However, the fragmented mosaic of legal and regulatory regimes, land rights, institutional structures and administrative cultures has created a legal institutional gap in Mediterranean coastline management, reflect delays in the ratification of the Protocol on Integrated Coastal Zone Management in the Mediterranean. Thus, this thesis tried to understand, with reference to two selected Mediterranean case studies, in Italy and in Greece, some reasons behind the difficulties of implementing Integrated Coastal Zone Management. Each case study was investigated using different approaches according to the different contexts, with the common aim of understanding to what extent and how the risks affecting coastal areas were perceived by the different stakeholders and the public at large. In both case studies such direct investigation was related to the specific features of the contexts, as it emerged from the analysis of statistics and official documents (legislation, plans...). The case study of Margherita di Savoia (Puglia Region, Italy) is characterized by risk of erosion and flooding among the most impacted in Italy due for its particular urban conformation and the close relationship with the sea-related economy. An overview of the main coastal pressures, hazards and climate change impacts in Italy, as well as the complex and fragmented multi-level governance for coastal areas, is the background knowledge for the analysis through direct inquiry of experiential knowledge in Margherita di Savoia. This was carried out using two different, and to some extent complementary methods: the questionnaires and the Scenario workshop. The Greek case study focuses on Pagasitikos Gulf, a semi-enclosed gulf characterized by the presence of several uses along the coast and in the sea in addition to urbanization, which led to anthropogenic pressures worsening especially the sea water quality. After an overview of the main coastal pressures, hazards and climate change impacts in Greece, as well as the legal-Institutional framework, the coastal risks in the Pagasitikos Gulf has been investigated through a field analysis of the experiential knowledge based on an iterative process which combines semi-structured interviews and “fuzzy” cognitive maps. The analysis highlights a general lack of awareness of the complexity of the problems and related risks despite their evidence. This limit can be overcome through the involvement of different actors and through a continuous interaction between them to build and increase shared knowledge. However, it should be aware of the intrinsic limits of the so-called ‘participatory approaches’ for an effective analysis of experiential knowledge and even more for the use of experiential knowledge in the integrated management of coastal areas. The knowledge that emerges from this involvement cannot be taken for granted because stakeholders may not be naïve and neutral. Moreover, the involvement of stakeholders and local society in planning processes takes longer and therefore this work could only offer some insights.
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8

CAIANIELLO, LUCA. « Il diritto delle coste ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1196764.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca mira a fornire spunti utili ai fini di un ripensamento sistemico delle politiche, degli strumenti, nonché dei connessi dispositivi giuridici settoriali, che incidono sulle coste nazionali, nella prospettiva della “Gestione integrata delle zone costiere” (Gizc). Più in particolare, il lavoro è volto a declinare il modello di origine sovranazionale su scala nazionale, offrendo soluzioni de iure condito e de iure condendo, concepite entro i due distinti schemi gestionali – più o meno consolidati – del “governo del territorio” e della “protezione integrale della natura”, idonei a rappresentare i principali paradigmi teorico-giuridici rinvenibili sul piano interno in ordine alla tutela delle coste, nonché, più in generale, alla tutela dell’ambiente.
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