Littérature scientifique sur le sujet « Gestione impresa »

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Articles de revues sur le sujet "Gestione impresa"

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Sainaghi, Ruggero. « Strategia di destinazione e d'impresa nel comparto alberghiero : quali confini ? » ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (janvier 2012) : 243–63. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002003.

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Résumé :
Il presente articolo intende analizzare il legame esistente tra i segmenti di clientela attratti da una destinazione e le stagionalitŕ caratterizzanti le imprese alberghiere in essa operanti. La riflessione č inserita all'interno di un ampio corpus di studi rappresentato dalle ricerche sulle determinanti di impresa, condotti all'interno dello strategic e dell'hospitality management. Da un punto di vista metodologico, l'analisi presenta un elemento di originalitŕ: si basa su dati giornalieri anziché mensili, come generalmente avviene valorizzando le statistiche ufficiali. I risultati mostrano, da un lato, una relativa difficoltŕ da parte delle imprese alberghiere di una destinazione a modificare i segmenti attratti, le stagionalitŕ e l'occupazione. La strategia a livello di impresa č invece piů incisiva nella gestione della politica di pricing. Queste conclusioni sono piuttosto evidenti nei periodi di alta stagione. Per contro, durante i periodi di minore affluenza della clientela si rileva una maggiore capacitŕ delle scelte di posizionamento nell'incidere sui livelli di occupazione.
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2

Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Comite, Ubaldo. « Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana ». E-Theologos. Theological revue of Greek Catholic Theological Faculty 1, no 1 (1 avril 2010) : 21–36. http://dx.doi.org/10.2478/v10154-010-0003-9.

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Résumé :
Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana Negli ultimi anni si è andato affermando in maniera crescente il concetto di responsabilità in ambito pubblico e privato. In tal senso, sia le imprese che le amministrazioni pubbliche hanno avviato in diversi contesti programmi di responsabilità sociale. Il punto di riferimento di imprenditori e manager non sono più, semplicemente, gli azionisti e gli investitori ma, accanto a questi stanno progressivamente subentrando altre categorie di soggetti ai quali, nel terzo millennio, l'impresa deve rendere conto, ovvero: lavoratori, fornitori, risparmiatori, cittadini, istituzioni sociali. L'attenzione sta dunque passando dagli shareholder agli stakeholder e da qui la necessità di munirsi di adeguati strumenti. La definizione di responsabilità sociale più diffusa è stata esplicitata dall'Unione Europea che l'ha definita come "Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate", integrazione da intendersi come risposta alle esigenze di innovazione delle pratiche di governo dell'impresa e del territorio. Attraverso la Responsabilità Sociale di Impresa si intende fare riferimento ad un modello di governance allargata, in base al quale chi governa l'impresa ha responsabilità che si estendono dall'osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi, in generale, di tutti gli stakeholder. Si tratta, dunque, di un concetto che si sta diffondendo rapidamente come approccio innovativo alla gestione aziendale, la cui valutazione globale non si limita più ad analizzare aspetti di carattere economico, ma tiene conto di valori quali la tutela ambientale, la salvaguardia della salute, il rispetto dei diritti umani, in altri termini dell'apporto sociale dell'attività posta in essere. Ancora, nella gestione d'impresa occorre coniugare due valori fondamentali: la creazione del profitto e il primato della persona umana, con particolare attenzione al suo sviluppo. Nell'impresa che viene gestita "eticamente" il perseguimento del profitto tende a collocarsi in un quadro più ampio di "creazione di valore" per tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, sono associati all'azienda. Guidare l'impresa con responsabilità significa farla crescere e conseguentemente far progredire la società nel suo insieme. In tal senso, il contributo intende proporre una riflessione sul concetto di Responsabilità Sociale di Impresa complessivamente inteso, in rapporto all'etica degli affari.
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Mondolo, Silvia. « Il Lanificio di Manerbio e la riorganizzazione marzottiana degli anni trenta ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2010) : 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001002.

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Résumé :
Il saggio ripercorre le trasformazioni che coinvolsero lo stabilimento bresciano negli anni trenta. A partire dall'acquisizione da parte di Gaetano Marzotto Jr nel corso del 1927, si tracciano i passaggi fondamentali della riorganizzazione aziendale che portarono il lanificio bresciano, attraverso un progressivo processo di co- ordinazione e accentramento, ad essere parte importante della piů grande impresa laniera italiana quale divenne l'industria Marzotto nel corso degli anni trenta. L'imposizione di una razionalizzazione gestionale prende avvio da un piano di riduzione dei costi e da una rigida organizzazione del personale e del lavoro accompagnata da progressivi ammodernamenti e potenziamenti tecnico-impiantistici, e da una articolata politica di welfare aziendale. Note biografiche: Silvia Mondolo laureata in Storia presso l'Universitŕ degli studi di Milano con una tesi dal titolo Il Lanificio di Manerbio dalla nascita alla seconda guerra mondiale (1907-1940), attualmente frequenta il Master in "Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale" presso l'Universitŕ degli studi di Padova. Email: silvia.mondolo@virgilio.it
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Errani, Giulio. « Il trust cosiddetto «di garanzia» : in bilico tra il patto marciano e la <i>par condicio creditorum</i> ; (Trib. Milano, sez. spec. impresa, 7 marzo 2022) ». Trusts, no 6 (1 décembre 2022) : 1038–41. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.211.

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Résumé :
Massima Il trust nel quale il disponente, successivamente fallito, conferisce il 60% del capitale di una S.r.l. al fine di metterlo a garanzia della posizione creditoria di una terza società – titolare del 20% del capitale della predetta S.r.l. e la quale aveva concesso finanziamenti al disponente –, prevedendo che il trustee possa soddisfare la posizione di detta società attraverso la gestione del fondo in trust e attribuirle il fondo stesso in tutto o in parte qualora il disponente sia inadempiente, non viola il divieto di patto commissorio, in quanto il trustee non può attribuire alla società beneficiaria beni in trust di valore superiore all’importo dovutole. Siffatto trust è nullo per violazione dell’art. 15 lett. e) della Convenzione de L’Aja in quanto è stato istituito quando il disponente versava in stato di insolvenza, prefigura pagamenti preferenziali in danno dei creditori e sottrae i beni in trust alla gestione degli organi della procedura fallimentare.
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Penco, Laura, et Giovanni Satta. « Connotati strategici della media impresa operante nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services). Il caso CAP ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juillet 2012) : 475–98. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003004.

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Résumé :
Numerosa letteratura č stata prodotta sulle imprese di media dimensione mediante lo studio di casi aziendali, che sono tuttavia riconducibili prevalentemente ai diversi settori industriali. Il presente contributo č finalizzato a cogliere quali siano i principali fattori di successo e gli elementi di criticitŕ delle medie imprese (MI) operanti nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services), attraverso l'analisi del comportamento strategico di un'impresa di successo nel comparto dell'Information Technology. Dopo aver investigato i contenuti delle strategie adottate dall'impresa oggetto di studio, e averne valutato l'appropriatezza rispetto ai mutamenti dell'ambiente competitivo, le indagini sono state dirette a valutare le modalitŕ di formulazione della strategia, verificando anche il livello di adozione di strumenti di formulazione e gestione strategica piů o meno formalizzati, rispetto al sussistere di processi decisionali di tipo implicito. Mediante l'analisi di questo caso rappresentativo ed emblematico di MI di servizi si tenta pertanto di comprendere quali siano le principali leve competitive attraverso cui le MI italiane possano competere in business altamente dinamici quali i KIBS. I risultati consentono di comprendere le analogie e le differenze del comportamento strategico delle MI operanti nei servizi rispetto alle MI industriali.
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Natale, Andrea. « Dopo la Thyssen ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2012) : 147–66. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002004.

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La sentenza sul caso Thyssen costituisce una svolta? O una presa di posizione ideologica della magistratura? O piuttosto una difficile sentenza su una altrettanto difficile questione di fatto? Il giudizio sulla responsabilitŕ penale degli imputati (e a che titolo) potrŕ eventualmente essere rivisto nei successivi gradi di giudizio. Ciň non toglie che la lettura della sentenza consente giŕ ora di prendere in considerazione dei fatti e trarre da essi dei giudizi. La tragedia della Thyssen di Torino rappresenta infatti un esempio paradigmatico delle mille questioni che si intrecciano nel mondo del lavoro: la crisi; le logiche di impresa che privilegiano il risparmio mettendo tragicamente a rischio la salute dei lavoratori; l'inefficacia dei controlli della pubblica amministrazione; la debolezza dei sindacati. E, sul versante della giurisdizione: la gestione di un processo difficile, con un'imputazione terribile; le reazioni dell'opinione pubblica; i modelli organizzativi delle procure; la specializzazione del magistrato
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Fiocca, Renato. « Le contraddizioni non solo terminologiche delle relazioni e delle reti. Diverse tipologie di rete e il loro utilizzo nella gestione di impresa ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 1 (mars 2011) : 5–10. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-001001.

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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Varaldo, Riccardo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti et Annalisa Tunisini. « Marketing e intangibles per la competitivitŕ delle medie imprese italiane ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2010) : 207–25. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002001.

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Il paper analizza il ruolo del marketing soprattutto nelle sue componenti piů intangibili nelle strategie competitive delle medie imprese industriali italiane di successo. In particolare, si individuano le scelte di posizionamento di queste imprese e si esamina attraverso quali politiche di branding, pricing e comunicazione e quali relazioni di canale esse sono realizzate. Finalitŕ ultima del paper č l'identificazione dei modelli di successo nella gestione del marketing e l'analisi dei casi mira ad evidenziare come a) l'eccellenza di marketing segue a un generale recupero di competitivitŕ che si basa sul distacco dai modelli imprenditoriali tradizionali e sull'adesione a un modello d'impresa manageriale che gestisce direttamente il rapporto con i mercati, b) l'eccellenza di marketing esprime di rado una via italiana al marketing in senso stretto, quanto piuttosto una corretta applicazione dei principi del marketing tout court in grado di valorizzare il patrimonio di risorse cui sono applicati. Sul piano metodologico il paper si avvale dell'analisi dei risultati di 29 casi di studio di medie imprese con performance superiori alle medie dei rispettivi settori (alimentari, prodotti per la persona, prodotti per la casa, meccanica leggera, cantieristica). La ricerca č stata promossa dalla Societŕ Italiana di Marketing e ad essa hanno partecipato 29 gruppi di ricerca di 21 atenei diversi.
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Thèses sur le sujet "Gestione impresa"

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De, Re Linda <1994&gt. « Imprese culturali e creative : le Fondazioni di Impresa ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21516.

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Résumé :
L'elaborato propone un’analisi introduttiva al codice del Terzo Settore dal punto di vista economico e giuridico; proseguirà con un excursus esemplificativo delle imprese culturali e creative, indagando l’esigenza che ha portato alla loro diffusione nel panorama europeo e nello specifico in quello italiano. In seguito, dall’indagine generale ci si andrà a focalizzare in modo specifico su una particolare tipologia di enti: le Fondazioni di Impresa e di Famiglia. Dopo una ricerca teorica sulla materia, dopo aver esposto la struttura portante delle Fondazioni italiane ed aver risposto a quesiti relativi alle motivazioni che hanno portato alla loro nascita, al modo in cui si sono sviluppate ed evolute nel tempo, ci sarà un’ulteriore approfondimento dell’argomento. L'intento è scegliere alcune Fondazioni italiane che hanno dato la loro disponibilità e tramite un questionario d'indagine analizzarne l'impostazione, la struttura, il rapporto con l'impresa fondatrice, il tipo di benefici fiscali correlati e l'influenza di questi enti in termini di Corporate Social Responsibility.
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Vardanega, Eder <1986&gt. « Balanced Scorecard nella piccola e media impresa ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2114.

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Résumé :
Lo scopo di questa tesi è illustrare le potenzialità e i limiti dello strumento di controllo strategico denominato Balanced Scorecard nella piccola e media impresa. Propedeuticamente a tale proposito, si esaminano i concetti di controllo di gestione ed i suoi principali strumenti "tradizionali" ed evoluti, seguiti dalla presentazione del modello di Balanced Scorecard proposto da Kaplan e Norton. Proseguendo, si individuano le definizioni, le caratteristiche e le necessità della piccola e media impresa. Per concludere, vengono delineati i vantaggi e gli svantaggi nell'implementazione in una p.m.i. della Balanced Scorecard.
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Vecchiato, Erika <1989&gt. « Il Lean Management nella piccola-media impresa ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5198.

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Résumé :
In uno scenario caratterizzato da una concorrenza internazionale sempre più aggressiva, le piccole e medie imprese si sono trovate a dover cercare delle soluzioni per mantenere un buon livello di competitività. Se da un lato molte PMI hanno deciso di delocalizzare la produzione in Paesi a più basso costo dei fattori, altre imprese, al contrario, hanno cercato una risposta all’interno, mettendo in discussione la propria logica organizzativa in un’ottica di Lean Thinking. Obiettivo della tesi è quello di dimostrare la validità del modello Lean per le PMI, in una prima fase presentando la letteratura internazionale in merito e in un secondo momento procedendo all’analisi del caso aziendale di Galdi srl. Si andranno a presentare gli strumenti Lean utilizzati dall’azienda e i fattori che hanno favorito il successo del processo di riorganizzazione, che punta ad eliminare gli sprechi e, al contempo, a migliorare le performance.
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Toffon, Gregorio <1995&gt. « Impresa 4.0 : opportunità e sfide del futuro ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17511.

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La tesi si propone di analizzare quali siano le innovazioni che stanno coinvolgendo la vita delle imprese, considerando tutti i fattori come ad esempio produttività e relazione con agenti esterni. Nel primo capitolo vengono analizzate le precedenti rivoluzioni industriali e vengono comparate con quella attuale. Nel secondo capitolo si analizzano in profondità le innovazioni fondamentali della rivoluzione 4.0. Nel terzo capitolo si valuta quale sia stato l'impatto su alcune imprese italiane. Il quarto capitolo tratta la parte legislativa con tutti gli interventi effettuati nel corso degli anni precedenti per quanto riguarda le agevolazioni fiscali per gli investimenti nella transazione 4.0. L'ultimo capitolo riporta uno studio effettuato su aziende per vedere come gli interventi normativi hanno influenzato gli indici di bilancio.
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Bortoletto, Nicolo' <1987&gt. « Media impresa, strategia e innovazione : il caso Cuboxal ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2559.

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Résumé :
Questa tesi si propone di analizzare alcune caratteristiche delle medie imprese italiane di successo attraverso lo studio di Cuboxal, azienda leader europea nella produzione di cartoni per pizza. La prima parte della tesi si sviluppa attraverso un'analisi dei principali elementi riscontrati in molte medie imprese italiane: l'imprenditorialità, la competitività, l'organizzazione e l'internazionalizzazione. Nella seconda parte invece vengono esplicati i concetti di business model e strategia, attraverso un excursus della letteratura più recente a riguardo. Si cercherà di rappresentare l'azienda nell'ottica del Canvas proposto da A. Osterwalder e Y. Pigneur in "Business Model Generation", per comprendere come sia strutturato il modello di business attraverso i nove "building blocks" descritti dagli autori. Nell'ultima parte invece viene presa l'azienda come un sistema di intelligenze, in cui si analizza come vi siano delle complementarietà strategiche che portino alla creazione di circoli virtuosi nel modello di business analizzato.
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Meneguzzo, Irene <1986&gt. « Cultura e Impresa. Il caso Operaestate festival Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2763.

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Résumé :
L’elaborato intende approfondire le dinamiche di relazione tra il settore culturale e il mondo imprenditoriale. L’idea parte dalla consapevolezza della attualità e della portata del dibattito che tende a promuovere una necessaria e inevitabile compenetrazione tra queste due sfere per la sussistenza del settore culturale, data la crisi in cui versa lo Stato, originario mecenate. Oltre alla motivazione della mera sussistenza e di fundraising si aprono, tuttavia, nuove ed interessanti prospettive di partecipazione del mondo imprenditoriale a sostegno della Cultura. Sono state promosse politiche di incentivi fiscali, peraltro poco conosciute tra le imprese e dallo scarso risultato. L’obiettivo a cui puntare è una svolta di mentalità che presuppone che le imprese facciano propria la concezione di sostegno al settore culturale non come costo, ma come investimento strategico, con i conseguenti vantaggi bilaterali, pur in un contesto competitivo e complesso, superando quindi il clima di diffidenza reciproca per approdare ad una gestione della cultura con “fare imprenditoriale” e al contempo innestare dinamismo, creatività e innovazione nelle imprese. La considerazione della Cultura e della Creatività come fattori di sviluppo economico e di competitività territoriale è da tempo oggetto di studio, parimenti ai concetti di “città creativa” e di “distretto culturale” come modalità attuative di sviluppo. Circoscrivendo l’analisi al territorio veneto, la letteratura ha ugualmente sostenuto e promosso il concetto di distretto culturale, inteso come modalità strategica di sviluppo locale . Questa considerazione è stata tuttavia avvalorata da una analisi limitata a livello macroeconomico, tralasciandone lo studio dei processi, delle dinamiche e delle modalità concrete dei comportamenti degli attori coinvolti nel processo di sviluppo basato sulla creatività e sulla cultura. Sullo spunto di recenti studi in merito calati a livello microeconomico nella scena veneta, si sono individuate differenti realtà e iniziative che tuttavia non sono inglobate in una consapevole logica distrettuale, anche se compresenti all’interno di una “atmosfera” con caratteristiche affini all’originaria definizione di “distretto” di formulazione marshalliana. L’elaborato introduce al concetto di distretto culturale in letteratura e ne discute la fattibilità di applicazione al territorio omogeneo della pedemontana veneta, che rientra nel progetto di candidatura di “Venezia e il Nordest capitale Europea della Cultura 2019”. La seconda parte sviluppa l’approfondimento delle caratteristiche peculiari di Operaestate festival Veneto, evento culturale che richiama l’originaria idea di distretto, evidente nel contesto relazionale e nella specifica definizione di “festival diffuso”, nella predisposizione alla ricerca e all’innovazione, nella multidisciplinarietà dell’offerta culturale e parimenti nella valorizzazione della domanda e nella formazione del pubblico. Nel capitolo conclusivo viene approfondita la dinamica relazionale tra il mondo delle imprese e Operaestate festival Veneto. Mediante l’analisi qualitativa di alcuni case studies di imprese che sostengono il festival, si è cercato di fornire un quadro concreto della relazione cultura-impresa, esplicitando le motivazioni, i vantaggi riscontrati, le dinamiche e i processi attuati. L’analisi comparata ha permesso di individuare tra le aziende patterns comuni ed altri distintivi nella valorizzazione della cultura come driver di valore per l’impresa.
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Gasparini, Cristina <1992&gt. « Incrementare il valore di impresa tramite risorse intangibili ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15617.

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Résumé :
Il presente lavoro delinea un percorso che ha come punto di partenza il concetto di valore di impresa, il quale verrà ampiamente sviluppato per tutto il primo capitolo, ma anche in parte del secondo. L'ampiezza e la complessità che circondano la nozione di valore che viene attribuita al sistema aziendale richiede infatti di fare chiarezza prima di tutto su che cosa si intenda per valore d'impresa, ma anche su quale tra le svariate e differenti interpretazioni del termine è da reputare rilevante e preferire nelle diverse fattispecie di interesse che si va ad analizzare. Nello sviluppo di questo primo tema viene inserita nella trattazione anche la considerazione del capitale intangibile di impresa, ovvero tutta quella serie di beni, attività e capacità immateriali che caratterizzano ogni singola impresa e la rendono unica. Trattandosi di un patrimonio non fisico e tangibile, si sollevano le prime problematiche relative alla sua valutazione e contabilizzazione, nel tentativo più ampio di valutazione dell'impresa e del suo valore complessivo. A partire da queste considerazioni e per approfondire tale tematica, il capitolo tre sarà focalizzato sulla value relevance dell'informativa di bilancio, anche relativamente al solo capitale immateriale. Quest'ultimo diventa poi il protagonista di tutto il quarto capitolo, il quale prevede una disamina ancora più approfondita circa il contenuto della nozione di intangibile a la relativa incidenza nella creazione ed affermazione del vantaggio competitivo. All'interno del concetto di intangibile si apre poi un ventaglio di considerazioni piuttosto ampio e, per questo motivo, lo scopo del capitolo è quello di definire confini e contenuto del capitale immateriale. Una volta delineata e chiarita questa tematica, l'attenzione sarà poi rivolta nello specifico ad alcune tra le manifestazioni principali in ambito di intangibili. Vengono quindi analizzate quelle risorse di natura non fisica che, negli attuali scenari competitivi, maggiormente contribuiscono nelle strategie aziendali volte al raggiungimento del vantaggio competitivo ed all'affermazione sul mercato dell'impresa. Nel chiudere il cerchio e per tornare al primo argomento con cui si è aperto l'elaborato, viene data enfasi alle risorse relative al marchio ed alla customer satisfaction. L'affermazione di tali risorse, in qualità di driver della competitività d'impresa, implica infatti la loro considerazione e rilevanza nell'elaborazione delle strategie aziendali, nonché il loro sviluppo ed utilizzo ai fini della massimizzazione del valore di impresa. La modalità con la quale ho voluto procedere alla stesura di questa tesi segue una logica che ha come scopo quello di creare un discorso fluido e ben articolato. Ogni paragrafo quindi è intitolato in maniera semplice ed essenziale e ciascun argomento viene trattato collegandolo a quello del paragrafo precedente ed a quello del paragrafo successivo al fine di rendere la lettura più scorrevole.
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Bianco, Denise <1992&gt. « Sulla relazione tra Arte e Impresa : modelli ed esperienze. Approfondimento : il progetto Art and Business e l'artificazione delle imprese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10524.

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Résumé :
Il seguente lavoro di ricerca si pone come obiettivo quello di dimostrare che il rapporto tra Impresa e mondo delle Arti non si esaurisce nella semplice sponsorizzazione di grandi eventi, ma si compone di un'ampia gamma di relazioni che rendono il loro rapporto ben più complesso ed interessante. Nella sua prima parte, dunque, lo studio offre una panoramica sulle diverse modalità di interazione che possono verificarsi tra arte e impresa – in Italia – analizzando anche l'evolversi della loro relazione al modificarsi dei diversi contesti socio-economici. L'analisi si sofferma poi, più nello specifico, nell'individualizzazione delle strategie che l'impresa persegue quando decide di investire in Arte, servendosi anche di esempi concreti. Nella seconda parte, la ricerca si focalizza sull'analisi di un case study particolare: il progetto Art&Business, nato dalla collaborazione tra Università Ca' Foscari e IUAV. Il progetto prevede l'attivazione di residenze d'artista all'interno di Piccole Medie Imprese del Veneto, al fine di incentivare la creatività aziendale attraverso una forma non-tradizionale di incentivazione e motivazione che definiremo artificazione dell'impresa.
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Balaso, Elisa <1987&gt. « SOCIAL MEDIA E MERCATO ASSICURATIVO : IL RAPPORTO IMPRESA-CLIENTE ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5320.

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Résumé :
I social media sono divenuti un fenomeno globale e negli ultimi anni lo sviluppo ed il tempo dedicato su tali piattaforme è aumentato in modo esponenziale alterando l'ambiente comunicativo personale e professionale. Tali strumenti consentono alle persone di pubblicare le proprie opinioni, fornire recensioni, modificare e condividere contenuti multimediali, creando una dinamica completamente nuova nel rapporto impresa-cliente. I social media stanno permeando in maniera dirompente anche nel settore assicurativo per ascoltare, comunicare ed interagire con i propri clienti. La finalità della ricerca è comprendere il ruolo dei social media nel rapporto tra le imprese assicurative ed i propri clienti retail ed analizzare le opportunità per migliorare la relazione derivanti dall'adozione delle tecnologie sociali. A tal fine viene esaminato il comportamento d'acquisto dei prodotti assicurativi da parte degli utenti dei social media, attraverso la somministrazione di un apposito questionario veicolato attraverso il social network Facebook. A completamento della ricerca vengono approfondite le comunicazioni attuate dalle principali imprese assicurative del mercato italiano nelle più importanti piattaforme di social media. L'analisi si focalizza sul grado di presidio dei social media, sulle iniziative proposte ed i servizi offerti e sull'individuazione degli spazi e delle modalità di comunicazione ed interazione con i propri clienti.
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Callegaro, Giorgia <1989&gt. « L'internazionalizzazione della piccola e media impresa. Evidenze dal settore orafo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4164.

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Résumé :
La tesi mira a comprendere i percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. A tal fine, la definizione dei parametri per l'identificazione delle PMI e il significato di internazionalizzazione, vengono seguiti dalla presentazione dei modelli di espansione oltre confine indagati in letteratura. Ciò permette di valutare il grado di internazionalizzazione delle PMI italiane con particolare riferimento a quelle appartenenti al settore orafo. Rispetto a questo è stata condotta un'analisi di tipo qualitativo attraverso la descrizione di tre casi di piccole imprese localizzate nel distretto orafo di Vicenza, protagoniste di un percorso internazionale di successo.
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Livres sur le sujet "Gestione impresa"

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Coraini, G. La Gestione ordini clienti e fornitori : Come organizzarla in una piccola e media impresa con il supporto di un minicomputer. Milano, Italy : Franco Angeli, 1985.

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Frascari, Stefano. La gestione globale della piccola e media impresa nell'era dell'e-business : Progettazione, pianificazione ordini (MRP-I), schedulazione lavori (MRP-II), produzione ... Milano, Italy : FrancoAngeli, 2001.

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3

Società italiana di economia agraria. Convegno di studi. L' impresa agraria : attuali problemi di organizzazione e di gestione : Atti del XXX Convegno di studi della SIDEA : Venezia, 23-24 settembre 1993. [Roma] : Società italiana di economia agraria, 1994.

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4

Aiello, G. Imprese alberghiere e turistiche : Organizzazione, gestione, marketing. Milano : U. Hoepli, 1988.

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5

Fondamenti di economia e gestione delle imprese. Firenze : Firenze university press, 2004.

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6

Lugli, Giampiero. Manuale di gestione delle imprese commerciali al dettaglio. Milano, Italia : Franco Angeli, 1986.

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7

Archibald, Russell D. Project management : La gestione di progetti e programmi complessi. Milano : Franco Angeli, 2004.

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8

Economia e management delle imprese di assicurazione. [Milano] : Etas libri(IS), 1991.

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9

Jon, Spector, et Bellini Leonardo, dir. Noi è meglio : Guida wiki al business 2.0. Milano : Etas, 2008.

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10

Aldo, Pavan. Le imprese di trasporto degli enti locali : Economia, bilancio, controllo di gestione. Padova : CEDAM, 1992.

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Actes de conférences sur le sujet "Gestione impresa"

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Cárdenas, Luis Alejandro, et Alexei Ochoa Duarte. « Corriente Alterna : periódico estudiantil, medio de conexión y expresión en la facultad de ingeniería ». Dans Nuevas realidades para la educación en ingeniería : currículo, tecnología, medio ambiente y desarrollo. Asociación Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2022. http://dx.doi.org/10.26507/paper.2419.

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Résumé :
El periódico estudiantil Corriente Alterna es un medio de expresión de las ideas, pensamientos, reflexiones y sentires de la comunidad de estudiantes de la Facultad de Ingeniería de la Universidad Nacional de Colombia. Este periódico resurge en el año 2015, retomando los esfuerzos realizados por otro grupo estudiantil en la década de los 80 y 90, y desde entonces ha presentado una edición cada semestre. Actualmente, se han producido 15 ediciones del periódico. El proceso editorial es apoyado por el Programa de Gestión de Proyectos (PGP) del Área de Acompañamiento Integral de Bienestar Universitario. En él participan estudiantes de pregrado y posgrado de la Facultad, quienes conforman el comité editorial, y algunos profesionales de apoyo, coordinados por PGP, quienes se encargan de la corrección de estilo y la diagramación. En este periódico estudiantil caben una gran diversidad de expresiones, tanto escritas (artículos, reflexiones, testimonios, cuentos, poemas, horóscopo de la ingeniería), como gráficas (dibujos, fotos), recreativas (sudoku hexadecimal) y de construcción de tejido social (clasificados de otros grupos estudiantiles). Adicionalmente, la labor del grupo se ha visto fortalecida con la interacción y realización de algunos talleres de redacción junto con otros procesos editoriales. De esta manera, Corriente Alterna busca aportar en el desarrollo de las habilidades comunicativas de las y los estudiantes de la Facultad de Ingeniería. Adicionalmente, permite explorar otros géneros de escritura (diferentes a los tradicionales informes), que brindan nuevas perspectivas y horizontes a la comunidad estudiantil. Por otro lado, en el marco de la virtualidad el periódico vivió una transformación de material impreso a digital, lo cual, generó un cambio en los métodos provistos por Corriente Alterna para la conexión entre los estudiantes de la Facultad. Por ejemplo, se presentaron otros tipos de publicaciones que permitieron a la comunidad expresar sus ideas en medio de la pandemia y el posterior paro nacional. De esta manera, Corriente Alterna no sólo facilitó la expresión y la comunicación, sino que también comenzó a transformar poco a poco las realidades de quienes han sido autores o lectores del periódico. Este documento busca presentar las experiencias recogidas por Corriente Alterna como periódico estudiantil de Ingeniería, dentro de las cuales se destacan el papel de este medio de divulgación en el desarrollo profesional y personal de las y los estudiantes. Adicionalmente, muestra el proceso de transformación que tuvo el periódico durante la virtualidad ocasionada por la pandemia, buscando generar un vínculo, a través de las letras y las imágenes, entre la comunidad estudiantil para fortalecer los lazos sociales de esta población. Finalmente, se exhiben algunas estadísticas de la percepción de la comunidad sobre el periódico estudiantil.
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