Articles de revues sur le sujet « Gestione del progetto »

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Costarelli, Igor. « Edilizia sociale e nuovi modelli di gestione inclusiva : selettività e responsabilizzazione ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 125 (août 2021) : 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125008.

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Résumé :
Il saggio prende in esame un nuovo modello di inclusione abitativa sperimentato in un progetto di edilizia sociale nei Paesi Bassi. Il progetto prevede un mix sociale fra giovani olandesi e giovani titolari di protezione internazionale e l'autogestione di tutti i servizi abitativi da parte degli stessi inquilini. Il saggio presenta e discute gli aspetti più innovativi di questo modello dal punto di vista dell'organizzazione che lo ha promosso e degli inquilini che fanno parte del progetto.
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2

Menesini, Ersilia, Giada Fiorentini et Annalaura Nocentini. « Le azioni indicate per la gestione dei casi di bullismo e vittimizzazione nella scuola. I risultati della sperimentazione del progetto PEBUC (Protocollo di Emergenza per i casi di bullismo e cyberbullismo) ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (mars 2021) : 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001005.

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Résumé :
Il bullismo costituisce un problema rilevante nel contesto scolastico, tuttavia mancano a li-vello nazionale ed internazionale protocolli strutturati per la gestione del fenomeno. Lo stu-dio propone la valutazione del progetto PEBUC, protocollo standardizzato per le azioni in-dicate in caso di bullismo. Hanno partecipato al progetto 11 insegnanti di 2 scuole toscane. Il protocollo prevede strumenti di prima segnalazione, di valutazione approfondita, di moni-toraggio dell'intervento da parte degli insegnati. I risultati mostrano come gli insegnanti sia-no stati in grado di prendere in carico le segnalazioni attivando percorsi funzionali in rela-zione alla gravità del caso. Lo studio evidenzia l'importanza di dotare le scuole di sistemi di segnalazione e protocolli standardizzati per gestire episodi di bullismo e cyberbullismo.
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3

Manoni, Paola. « L’adozione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 96–105. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00017.

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Résumé :
L’implementazione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana si avvia nel 2015 con la sperimentazione di un progetto pilota, a cui segue l’allestimento della biblioteca digitale (DVL), basata sull’adozione di standard per la gestione dei metadati e dei protocolli che consentono alle collezioni digitali di essere interoperabili. L’ecosistema successivamente si incrementa con software open source per la gestione di gallerie virtuali (Thematic Pathways on the Web) in cui selezioni di manoscritti, annotati secondo tecnica IIIF, offrono agli studiosi percorsi di ricerca tematici.
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4

Bianchizza, Chiara, et Simone Frigerio. « Il coinvolgimento dei cittadini nella gestione del territorio. Il laboratorio del progetto MAppERS ». Rendiconti online della Società Geologica Italiana 34 (mars 2015) : 110–13. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2015.48.

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Nadin, Giancarlo. « La segmentazione della distribuzione tradizionale nel settore fashion : esperienze nel comparto del capospalla ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 1 (mars 2011) : 115–38. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-001007.

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Résumé :
Il presente contributo intende approfondire il tema della utilitÀ di impiego delle logiche di segmentazione nei contesti di gestione dei canali distributivi tradizionali, ove si verifica una considerevole frammentazione del numero di operatori, e non sempre si assiste ad una continuitÀ relazionale nel tempo. Delineati i tratti fondamentali teorici come emergenti dalla letteratura in tema di segmentazione e gestione dei canali distributivi, viene proposto un modello applicativo finalizzato a facilitare l'adozione delle logiche di segmentazione nell'ampio contesto delle relazioni distributive. La disamina di un progetto realizzato in un'azienda che produce capo-spalla (giacche e giubbotti) aiuta ad analizzare e confermare alcune ipotesi sottese al modello.
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Njagi, Kaburu Francesco. « Nairobi. Il caro prezzo di un progetto metropolitano ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 37–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126003.

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Résumé :
Nell'agosto 2009 i cittadini kenyoti sono stati sottoposti al quinto censimento nazionale dall'anno dell'indipendenza (1964). Il rilevamento del 1999 aveva confermato come il Rift Valley e Nairobi (a cui dal punto di vista geo-demografico possiamo accorpare la provincia centrale) siano il principale polo d'attrazione nelle migrazioni interne al paese. In attesa dei risultati dell'ultimo censimento rimangono in sospeso alcune questioni cruciali: qual č stato l'impatto sul paesaggio urbano della capitale dell'immigrazione di piu' di un milione e mezzo di persone dal 1969 ad oggi? Come sono cambiate, nel tempo, le politiche locali e nazionali di gestione del fenomeno? Per rispondere a queste domande č stato necessario ripercorrere la storia della cittŕ a partire dalla sua fondazione come stazione ferroviaria nel 1899 e la successiva designazione del centro come capitale del Protettorato dell'Africa orientale prima e della Colonia Britannica poi. Le sperimentazioni urbanistiche che hanno contraddistinto Nairobi sin dai suoi esordi ne fanno oggi una cittŕ di grande interesse per delineare le possibili direzioni dello sviluppo urbano in Africa sub-sahariana.
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7

Di Fazio, Stella, et Costantino Landino. « Rappresentare i contesti nella descrizione delle risorse culturali : il Portal Entity Builder di MetaFAD ». DigItalia 17, no 1 (juin 2022) : 168–83. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00046.

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Résumé :
Il Portal Entity Builder (PEB) è uno specifico modulo che consente un editing facilitato di ontologie in formato OWL, realizzato dall’Istituto centrale per gli archivi (ICAR) nell’ambito del progetto di reingegnerizzazione del Portale Rete degli Archivi per non dimenticare. Il PEB è stato sviluppato come un componente aggiuntivo del software open source MetaFAD, piattaforma destinata alla descrizione e alla catalogazione di materiale archivistico, bibliografico e storico-artistico in un unico ambiente integrato, dotata di Digital Asset Manager per la gestione e la fruizione di oggetti digitali. L’articolo richiama brevemente lo scenario che ha orientato l’Istituto in questa scelta operativa e descrive più analiticamente il progetto di realizzazione dello strumento e le sue caratteristiche applicate ad un caso reale.
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Careri, Francesco, Fabrizio Finucci et Danilo Marinelli. « Porto Fluviale RecHouse. » Revista Estado da Arte 3, no 1 (30 juin 2022) : 1–9. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63795.

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Résumé :
Questa è la descrizione della proposta del progetto Porto Fluvial RecHouse, per la rigenerazione di un edificio in via Porto Fluviale, nell'ex area industriale di Roma. Enti comunali, universitari, governativi e di base (ex residenti della zona) hanno collaborato al progetto, tra cui: ridurre il problema abitativo attraverso un processo di integrazione e occupazione sociale; dotare il quartiere di un nuovo spazio pubblico; utilizzare metodi di gestione innovativi; attivare un processo di partecipazione; aumentare il mix sociale come antidoto ai processi di gentrificazione in atto nella zona; migliorare la vicinanza sociale tra gruppi eterogenei.
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Poggi, Stefano. « Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica ». SOCIETÀ E STORIA, no 172 (juin 2021) : 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Résumé :
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Costa, Ottaviano. « La gestione del ciclo di vita di progetto : l'esperienza AM Teknostampi ». PROJECT MANAGER (IL), no 7 (août 2011) : 10–13. http://dx.doi.org/10.3280/pm2011-007004.

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Korolija, Aleksa, et Cristina Pallini. « Skopje 1963. Il progetto di ricostruzione tra i "giganti" e le reti ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 60–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1005.

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Résumé :
Il saggio esplora la ricostruzione di Skopje dopo il terremoto del 1963 che innesco la mobilitazione di aiuti e competenze internazionali. Non si trattava solo di affrontare il tema del centro in relazione alla citta storica; entrarono in gioco fenomeni insediativi gia in atto, la gestione dell'emergenza, le politiche di pianificazione regionale, quindi il ruolo geografico della citta. Skopje costitui un banco di prova per la cultura architettonica e urbanistica del dopoguerra.
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Dezio, Catherine, et Antonio Longo. « Bioregione come spazio di ricerca e progetto ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 13–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093002.

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Résumé :
Il servizio propone una riflessione sulla natura esplorativa e progettuale del termine ‘bioregione'. Il campo d'indagine è la metropoli milanese, centro di un sistema di luoghi e paesaggi, relazioni tra produzioni e consumi, gestione di scarti ed energia. La prospettiva bioregionale, spesso legata a nuove ideologie e scuole, affinché non risulti una semplice modalità di identificazione accademica, richiede approcci pragmatici basati su azioni concrete; qui si parla di azioni rivolte al miglioramento della qualità agronomica e ambientale e della relazione tra produzioni, consumi e scarti. La lettura territoriale e paesaggistica del sistema bioregionale si offre come una prospettiva di lavoro e di ricerca imperfetta, ma utile alla comprensione di relazioni complesse, che permette di affrontare sfide ambientali e paesaggistiche riguardanti i territori contemporanei, nella valorizzazione delle risorse locali.
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Muraro, Gilberto. « Sui fondamenti della finanza di progetto ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2011) : 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002009.

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Résumé :
L'articolo, dopo una concisa classificazione delle vecchie e nuove applicazioni della finanza di progetto, esamina le basi di questa peculiare relazione tra pubblico e privato. Descrive pertanto i motivi del ricorso alle tariffe anziché alle imposte nel finanziamento di un progetto pubblico e poi le ragioni per l'operatore pubblico dello scambio tra "tariffe e rischio" con gli investitori privati. Tali ragioni sono note e si compendiano nel vincolo di bilancio per l'ente pubblico e/o in una visione piů ottimistica da parte degli investitori privati, la quale puň discendere da una maggiore efficienza attesa nella costruzione e gestione dell'opera e/o da piů elevate entrate tariffarie attese e/o da una maggiore propensione al rischio. L'autoritÀ pubblica deve tuttavia sapere che il ricorso alla finanza di progetto non la libera interamente dal rischio perché in varie circostanze essa rimane comunque l'investitore di ultima istanza. In vari casi, inoltre, essa deve consapevolmente accettare di configurare il progetto in modo da renderne il valore atteso accettabile per privati, e perciň deve valutare e scegliere il trade- off tra benessere sociale e fattibilitÀ dell'opera.
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Baviello, Davide. « Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Résumé :
Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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Niccolucci, Franco. « 4CH : un progetto per sviluppare le applicazioni e le competenze digitali per la gestione del patrimonio culturale ». DigItalia 17, no 1 (juin 2022) : 161–67. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00045.

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Résumé :
L’articolo descrive il progetto europeo 4CH – Centro di Competenza per la conservazione del patrimonio culturale. Il progetto, coordinato da INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare attraverso la sua rete di laboratori CHNet, realizzerà un Centro che metterà a disposizione di operatori e istituzioni tecnologie scientifiche e digitali avanzate per la conservazione e il restauro, in particolare l’uso di modelli 3D. Le metodologie e tecnologie saranno documentate e rese disponibili, insieme a standard e buone pratiche, su una base digitale della conoscenza. Saranno inoltre creati strumenti di formazione e di aggiornamento. Il Centro di Competenza europeo si articolerà attraverso una rete di Centri nazionali, e insieme contribuiranno a realizzare la trasformazione digitale del settore dei beni culturali.
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Pignalberi, Claudio. « La valutazione delle competenze strategiche nella didattica universitaria : un'esperienza di ricerca per autoregolare e autodirigere se stessi nello studio e nella vita ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 42–57. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13018.

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Résumé :
L'articolo è incentrato sull'istruzione superiore e lo sviluppo dell'autoregolazione negli studenti universitari che sono stati protagonisti di un laboratorio per l'autovalutazione delle competenze strategiche. Dalla ricerca emerge che nel momento in cui allo studente viene offerta la possibilità di valutare, riflettere e potenziare le strategie di apprendimento sarà in grado di trarre la forza e la motivazione essenziali per avere successo nello studio e nella gestione del proprio progetto di vita personale.
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, Giuseppe Ferrucci, Andrea Lombardi, Armando Genovese, Antonietta Pacifico, Giuseppina Moccia, Francesco De Caro et Vincenzo De Paola. « Misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019. » La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no 2 (25 juillet 2021) : 83–88. http://dx.doi.org/10.48268/covid/2021/0001.1.

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Résumé :
Per ottimizzare la gestione delle risorse e dei posti letto disponibili all'interno dei reparti dedicati alla gestione dei pazienti affetti da SARS Cov 2, per aumentare il turn-over dei posti letto, è stato necessario uniformare i criteri di identificazione dei setting assistenziali in relazione alla gravità del quadro clinico. In tal senso, non può non evidenziarsi che il numero di casi sintomatici che necessitavano di ricovero era in continuo aumento su tutto il territorio e, di conseguenza, tutti i pazienti asintomatici, di norma, dovevano essere gestiti a domicilio o in strutture dedicate a bassa intensità di cura, in regime di isolamento. In tal senso le dimissioni ospedaliere “protette” rappresentano il passaggio programmato e concordato di un paziente dal ricovero in ospedale ad un altro setting assistenziale; generalmente riguarda un paziente che ha problemi sanitari o sociosanitari per i quali è necessario definire una serie di interventi terapeutico-assistenziali (progetto assistenziale personalizzato) al fine di garantire la continuità assistenziale. Si applica in accordo con il paziente e prevede un coordinamento tra il medico curante e i servizi sanitari del territorio di appartenenza.
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Jijón, Rosa. « Prefazione ». Quaderni Culturali IILA 2, no 2 (15 décembre 2020) : 5–6. http://dx.doi.org/10.36253/qciila-1449.

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Résumé :
Nell’agosto del 2018 abbiamo inaugurato la linea editoriale Quaderni Culturali IILA (Cuadernos Culturales IILA) della Segreteria Culturale IILA. Il volume che ha aperto questo progetto, un numero zero che ha raccolto gli atti del seminario internazionale “Cultura e sviluppo: una prospettiva italo-latinoamericana”, organizzato dall’IILA nel novembre del 2017 nel quadro delle celebrazioni per i 50 anni dell’Organizzazione, è stato il preludio di una serie di pubblicazioni monografiche con cadenza periodica. Questo impegno apre una nuova epoca per la gestione culturale dell’IILA, che dal 2016 si propone di essere non solo un’istituzione di promozione della cultura latinoamericana in Italia, ma anche una sede di riflessione teorica e produzione di pensiero critico sulle necessità e le classificazioni dell’arte dell’America Latina e della sua relazione con l’Italia.
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Canale Cama, Francesca. « Tra oblio e rimozione ideologica. La biografia di Francesco Saverio Nitti e l’identità italiana nel primo dopoguerra ». Sémata : Ciencias Sociais e Humanidades, no 32 (13 novembre 2020) : 131–49. http://dx.doi.org/10.15304/s.32.6552.

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Nel movimentato quadriennio che in Italia seguì la fine della prima guerra mondiale, l’uscita dalla guerra e la gestione dei problemi ad essa connessi, la crisi sociale divampante quasi contemporaneamente al ritorno della pace sono generalmente messi in relazione con il “ritorno al liberalismo” incarnato dalla figura e dal governo di Francesco Saverio Nitti tra il 1919 ed il 1920. Instancabile artefice di un progetto di pace europea di ampio respiro egli raggiunse il suo massimo ascendente politico internazionale proprio mentre l’umore delle piazze e delle pance del Paese virava senza freno verso quel “sacro egoismo” sempre più incarnato dall’ esperienza dell’occupazione di Fiume e dal mito della “vittoria mutilata”. Il fallimento del suo governo nel giugno del 1920 è spesso indicato come autentica incarnazione della fine del liberalismo italiano e esempio di quella debolezza istituzionale che favorì non poco l’ascesa del fascismo.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino et Cristina Zarbo. « Ricerca in salute mentale : un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (septembre 2020) : 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Ying, Ma. « Analisi delle pratiche di gestione del progetto nel ponte di Hong Kong-Zhuhai-Macao ». PROJECT MANAGER (IL), no 40 (novembre 2019) : 5–8. http://dx.doi.org/10.3280/pm2019-040002.

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Ferrari, Veronica. « Il ruolo del progetto nel rapporto con la città stratificata. Paniconi e Pediconi a Mantova ». TERRITORIO, no 99 (août 2022) : 122–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099017.

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Il saggio illustra il contributo degli architetti romani Mario Paniconi (1904-1973) e Giulio Pediconi (1906- 1999) al programma di ricostruzione post-bellica del Piano Fanfani - gestione ina-Casa - mediante il progetto del complesso per abitazioni e negozi di piazza San Giovanni a Mantova, un intervento che sviluppa in maniera attenta e innovativa l'organizzazione planimetrica degli alloggi e sperimenta elementi compositivi diversi sui fronti che dialogano con la città. Il complesso di edilizia popolare si inserisce con la corretta misura all'interno del tessuto densamente costruito e stratificato mettendosi a sistema con la morfologia dell'edificato. I progettisti lavorano su schemi abitativi semplici e la dotazione di spazi collettivi come la grande corte-giardino e i servizi collettivi.
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Morone, Antonio M. « Un colonialismo non pi&ugrave ; razzista ? L'insostenibile aspirazione dei sudditi africani nel secondo dop ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (mars 2022) : 55–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-003.

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La storia della transizione all'indipendenza delle colonie italiane fu anche la storia dell'antirazzismo che non a caso è stato spesso associato all'anticolonialismo e alla storia dei movimenti nazionalisti in Africa. Il caso della decolonizzazione delle colonie italiane rappresenta un caso speciale non solo per la traiettoria fortemente internazionale della sistemazione postcoloniale decisa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma anche per la forte competizione, tutta sul versante africano, tra movimenti nazionalisti ed élites africane inclini ad appoggiare un progetto di continuità del sistema coloniale. È proprio da questa competizioneche emerse un'istanza antirazzista che è al centro del presente articolo e non necessariamente o semplicemente fu riconducibile ai soli movimenti nazionalisti. Quei sudditi coloniali che si erano dichiarati disponibili all'ipotesi di un ritorno dell'Italia in Africa rivendicarono la necessità di una riforma del sistema coloniale nell'intento di ottenere una loro più ampia partecipazione alla gestione del potere e di superare il regime segregazionista di epoca fascista.Il presente articolo non si propone dunque di indagare l'antirazzismo e l'anticolonialismo dei nazionalisti, bensì il progetto di un colonialismo non più razzista, o comunque maggiormente inclusivo, coltivato da alcuni sudditi africani che intermediarono con la politica e la propaganda colonialista dell'Italia repubblicana. Di fatto, si trattò di un progetto destinato al fallimento, nella misura in cui colonialismo e antirazzismo erano termini in ultima analisi inconciliabili.Furono poi le diverse indipendenze delle colonie a mettere in discussione il razzismo attraverso la fine stessa del colonialismo.
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Granata, Mattia. « Roberto Tremelloni. La politica dei ‘tecnici' per la ricostruzione dell'Italia liberata ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 191–215. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259001.

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Le vicende che segnarono l'avvio della fase di ricostruzione nel Settentrione del paese, all'indomani della liberazione, ebbero in Roberto Tremelloni un protagonista al vertice della piů importante istituzione pubblica operante in ambito economico, il Consiglio industriale dell'Alta Italia (Ciai). L'ex ministero fascista della Produzione industriale, con i dipendenti comitati industriali, infatti, oltreché strumento di gestione della difficile fase di trapasso tra il periodo di guerra e il dopoguerra, divenne il fulcro di un nuovo progetto di lungo periodo. Nella visione dei loro sostenitori, i comitati industriali, articolandosi nei diversi settori produttivi, dovevano fungere da luogo di coordinamento nella distribuzione delle scarsissime materie prime in funzione di una ricostruzione coerente con indirizzi politici condivisi e, soprattutto, potevano assumere un ruolo di regolazione dell'economia produttiva in funzione di un progetto di pianificazione coerente con gli indirizzi moderni di politica economica seguiti nei paesi piů avanzati. L'epifania di una collaborazione fra l'opera dei ‘tecnici' e la politica, tuttavia, era destinata a svanire, stretta nella soffocante morsa degli interessi contrastanti.
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Martinoli, C., et E. Tomaselli. « Equitŕ ed eccellenza nella riabilitazione visiva : l'esperienza dell'Istituto "D. Chiossone" ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (octobre 2009) : 74–97. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001007.

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Résumé :
- In relazione agli obiettivi del programma Vision 2020, che comprendono l'eliminazione della cecitŕ da cause evitabili, la IAPB (International Agency for Prevention of Blindness) raccomanda alle strutture interessate l'applicazione di due principi: equitŕ ed eccellenza. Il Centro di Riabilitazione Visiva dell'Istituto "D. Chiossone" ha stabilito di attuare nella propria attivitŕ i suddetti principi adottando il Sistema di Gestione per la Qualitŕ come previsto dalla norma UNI EN ISO 9001:2000. Sono state quindi implementate procedure standardizzate per la presa in carico degli utenti sia nella fase di ammissione al Centro sia in quelle della valutazione funzionale e dell'elaborazione del progetto riabilitativo individuale. Tali procedure consentono di garantire al tempo stesso l'uniformitŕ (= equitŕ) e la personalizzazione (= eccellenza) dei trattamenti, che vengono programmati e sottoposti a verifica attraverso l'applicazione di 25 protocolli elaborati presso il Centro, 16 dei quali destinati all'etŕ evolutiva. Nel presente lavoro vengono elencati e commentati i protocolli; alcuni di essi, a titolo esemplificativo, sono riportati in allegato.Parole chiave: riabilitazione visiva, protocolli di valutazione, Sistema di Gestione per la Qualitŕ
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Cardinali, Silvio. « Problematiche di gestione ed opportunità di crescita delle piccole imprese agroalimentari : un'analisi sui viniviticultori minori e le alleanze ». ARGOMENTI, no 34 (juin 2012) : 103–23. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034005.

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Résumé :
Il presente articolo esamina le principali caratteristiche dei piccoli produttori vitivinicoli italiani e le loro politiche di marketing con particolare riferimento alle strategie di aggregazione. L' autore successivamente ad una revisione della letteratura sul tema delle imprese minori del settore vitivinicolo e delle alleanze, presenta i risultati di una ricerca empirica esplorativa condotta presso un campione di piccole imprese di vini di qualità elevata. Dai risultati del progetto emergono interessanti spunti di riflessione sulle opportunità di politiche aggregative, ma anche i limiti strategici e cognitivi nella costruzione di un modello di business a rete.
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Gardon, Michela. « La valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2022) : 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-001006.

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Résumé :
Il presente articolo offre una riflessione sulla presa in carico delle famiglie, nei servizi di tutela minori, all'interno del processo di intervento. Più specificatamente, intende approfondire la fase della valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali, con l'intento di offrire indicazioni e stimolare un confronto circa l'intervento psicologico più appropriato. L'intervento di natura valutativa costituisce, infatti, una fase che segue la protezione del mi-nore e anticipa il progetto per il minore. L'articolo, attraverso la descrizione di esperienze cliniche concrete, offre indicazioni circa la gestione dei possibili percorsi valutativi e evidenzia l'importanza di: considerare il contesto in cui si opera; focalizzare l'attenzione sulla specifica richiesta inerente la fase valutativa dell'intervento che ha la funzione di orientare il lavoro; individuare gli strumenti appropriati per il lavoro psicologico.
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Mauri, Diletta, et Giulia Moretto. « Lo sguardo degli operatori e delle operatrici sulla genitorialità in situazioni di alta conflittualità, in una prospettiva di genere ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 104–14. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003011.

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Résumé :
L'instabilità coniugale è un fenomeno molto diffuso nella società italiana, che coinvolge numerose famiglie e di frequente operatori e operatrici che lavorano a supporto della fase separativa. Con il presente articolo intendiamo occuparci delle separazioni che si confrontano con una conflittualità molto elevata e in presenza di figli/e. A partire da uno studio preliminare del progetto di ricerca "Construction of Parenting on Insecure Ground" (Coping), cercheremo di esplorare come le dimensioni di genere possano influire sulle rappresentazioni dei/delle professionisti/e che lavorano con genitori coinvolti in situazioni di "alta conflittualità" nel ruolo di supporto alla gestione condivisa della genitorialità. Parole chiave: alta conflittualità, genere, affido condiviso, rappresentazioni dei professionisti.
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Della Volpe, A., A. De Lucia, V. Pastore, L. Bracci Laudiero, I. Buonissimo et G. Ricci. « Il follow up del bambino con ipoacusia permanente ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 1 (février 2016) : 60–63. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1078.

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Résumé :
I programmi di identificazione precoce delle ipoacusie infantili permette di intraprendere rapidamente l’iter riabilitativo e protesico appropriato; nonostante ciò appare ancora elevato il numero di pazienti che non aderiscono al programma terapeutico. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del processo di follow up audiologico/protesico/linguistico di bambini affetti da ipoacusia bilaterale permanente. Il follow up in questione, coinvolgendo bambini piccoli, implica il coinvolgimento di professionisti specializzati e inseriti in un team multidisciplinare e una gestione plurisettoriale complessa e prolungata. Nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero della Salute Italiano CCM 2013 denominato “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” lo scopo di quest’analisi è stata quella di offrire delle raccomandazioni per armonizzare i criteri di valutazione dei risultati terapeutici e trarre spunto da questi per successivamente fornire delle linee guida riguardanti le metodiche più adeguate nella valutazione del bambino con ipoacusia permanente.
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Nuttini, Gabriele. « Progetto Qloud Scuola : No profit, digitale e innovazione metodologica per una nuova pedagogia della lettura nella scuola ». DigItalia 17, no 1 (juin 2022) : 213–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00049.

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Résumé :
Progetto Qloud Scuola è un’iniziativa no profit di innovazione digitale e metodologica al servizio della lettura nella scuola. Nato per volontà di quattro soci fondatori con lunga esperienza nel mondo della biblioteconomia, della progettazione software, della data science e dell'intelligenza artificiale, Progetto Qloud Scuola persegue le proprie finalità in modo originale, potendo contare su capacità proprie di progettazione e di sviluppo nell'ambito delle piattaforme digitali open source orientate alla user experience. Rilevando la materiale assenza nel nostro paese di piattaforme espressamente dedicate alla gestione della biblioteca scolastica, l'Ente no profit ha avviato la progettazione e lo sviluppo in proprio di "Qloud Scuola", arrivando al suo primo rilascio gratuito nel 2019. Da allora, la piattaforma si è diffusa dapprima in tutte le regioni e poi capillarmente in tutte le province, andando ben oltre le previsioni dei suoi progettisti e determinando di conseguenza un'imponente esigenza di formazione per migliaia di docenti e insegnanti. Così, perseguendo l’obiettivo della piena sostenibilità per la scuola e operando nella totale gratuità, Progetto Qloud Scuola ha articolato un completo percorso formativo in cui, oltre alle procedure di catalogazione derivata e di automazione del prestito, docenti e insegnanti trovano un pieno supporto metodologico per la realizzazione ex novo della biblioteca scolastica o per la sua riprogettazione, in armonia con i più evoluti standard biblioteconomici e di pedagogia della lettura, seguendo le linee guida internazionali per le school libraries.
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Gaboardi, Marta, Silvia Demita, Roberta Cosentino, Natale Canale, Michela Lenzi, Claudia Marino, Alessio Vieno et Massimo Santinello. « La comunità di Padova si attiva : il volontariato nella prima fase dell'emergenza COVID-19 ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2021) : 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001004.

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Résumé :
A Padova, per l'emergenza COVID-19, è stato attivato il progetto di gestione del volonta-riato "Per Padova noi ci siamo". La presente ricerca ha l'obiettivo di conoscere le caratteristi-che dei volontari e capire quali fattori sono legati alla disponibilità a continuare il volontariato post-emergenza. In aprile-maggio 2020, 299 volontari hanno completato un questionario onli-ne che indagava l'esperienza di volontariato e alcune dimensioni psicosociali. Dalle analisi emerge la relazione tra l'intenzione a continuare il volontariato e la crescita post-traumatica, il senso di appartenenza e la partecipazione a riunioni di quartiere. Alla luce dei risultati, sono elaborate delle proposte per aiutare le organizzazioni a stimolare e fidelizzare le persone che hanno intenzione di continuare a svolgere volontariato.
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Griffo, Giampiero, et Lavinia D’Errico. « I rifugiati e i richiedenti asilo con disabilità in Italia. La difficile emersione di un tema largamente invisibile ». MONDI MIGRANTI, no 3 (novembre 2022) : 27–46. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003002.

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Résumé :
A partire dagli elementi emersi nell'ambito del progetto AMiD-Access to Services for Migrants with Disabilities, primo studio sul tema dei migranti con disabilità in Europa - promosso dalla Commissione Europea a valere sull'Asylum, Migration and Integration Fund -, gli autori si soffermano su alcune dimensioni critiche del sistema di gestione dell'accoglienza e dell'inclusione delle persone migranti con disabilità in Italia, quali la mancata rilevazione dei dati di flusso, la discrasia fra garanzie formali e difficoltà nell'accesso effettivo alle cure, i fenomeni di discriminazione multipla che colpiscono le donne e la problematicità dello statuto dei minori. Gli autori ripercorrono poi alcune esperienze italiane che, al contrario, si caratterizzano per la capacità di favorire forme di inclusione sociale in linea con le norme e i princìpi propri della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia nel 2009. Infine, vengono ipotizzati alcuni elementi di organizzazione e innovazione nell'accoglienza.
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Bruno, Antonella, et Eugenio Vite. « Il lavoro nei servizi alla clientela. Gestione delle Risorse Umane e modelli organizzativi nell'esperienza dei Call Center in Calabria ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 126 (mai 2012) : 132–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126009.

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Résumé :
Le riflessioni proposte in questo articolo costituiscono parte di un piů ampio progetto di ricerca, in cui ci si confronta con il tema del lavoro cercando di affrontare alcune tematiche particolarmente rilevanti: le problematiche inerenti la disoccupazione e le difficoltŕ nella ricerca del primo impiego lavorativo, l'instabilitŕ del lavoro e le nuove forme di lavoro non standard e gli esiti che essi producono sul ciclo di vita e sulle carriere lavorative; le trasformazioni del lavoro e quella riorganizzazione postfordista che ha interessato alcuni nuovi settori lavorativi; il rapporto tra istruzione e competenze possedute e possibilitŕ che esse siano riconosciute e valorizzate nell'ambito lavorativo. La ricerca si pone l'obiettivo di ricostruire in forma sistematica i principali fattori individuali e relativi al contesto, che incidono sul benessere degli operatori impegnati all'interno di diversi Call Center. L'interesse e la domanda di ricerca che hanno guidato questo contributo si fondano sul tentativo di affiancare la descrizione degli elementi elencati e le riflessioni che l'analisi dei dati ha sollecitato, con l'intento di determinare se il Call Center, in quanto ambito lavorativo d'inserimento, che in Calabria pur essendo emerso solo negli ultimi decenni ha avuto un forte sviluppo, rifletta o si discosti dalle tendenze che si riscontrano, piů in generale, nel mercato del lavoro italiano e nello specifico nel Mezzogiorno.
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Paradiso, Michele, José Fernando Muñoz Robledo, Bianca Galmarini et Valentina D’Ippolito. « LA GUADUA E L’INFORMALE. LA CONOSCENZA STRUTTURALE E LA QUALIFICAZIONE DEI MATERIALI NATURALI NEL BARRIO DE INVASIÓN NUEVA ESPERANZA, KM41, MANIZALES, COLOMBIA ». Revista M 15 (16 août 2019) : 48–69. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2178.

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Résumé :
Nueva Esperanza è un insediamento di tipo informale situato nella regione andina colombiana, nel Dipartimento di Caldas, a cavallo del Río Cauca e sulla via che collega Manizales a Medellín. Come occupazione autogestita con ambizione di legalizzazione, è un modello non estraneo alla gestione colombiana, la cui emergenza abitativa è il risultato dell’instabilità politica e della lunga condizione di guerriglia, concentrata soprattutto in scenario rurale. Il lavoro che presentiamo investiga le forme dell’abitare sviluppatesi in questa comunità, alla luce delle differenti origini sociali e geografiche, formazione e competenze dei residenti. L’oggetto della ricerca è lo studio delle modalità di autocostruzione delle abitazioni in materiali locali (guadua angustifolia) e dell’efficacia delle soluzioni tecniche e costruttive adottate in tale contesto. Conseguente ai risultati dell’attività di rilievo e restituzione dei manufatti architettonici è l’individuazione di tre casi studio rappresentativi per diversi livelli di qualità d’esecuzione, qualità di conservazione, complessità della composizione. Si intravede, allora, un progetto ex novo che assolverà alla duplice intenzione di realizzare un luogo di socializzazione (ad oggi assente) e di sperimentare un cantiere autogestito a scopo didattico, per la valorizzazione del materiale e della tecnologia opportuna al fine di una ricostruzione consapevole delle abitazioni.
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Braga, Caterina. « Participation and co-creative planning for urban sustainability. The Clic-Plan project educational case ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 2 (31 juillet 2021) : 151–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-11326.

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Résumé :
The environmental degradation and climate change are the contemporary contexts in which educational processes take place. New forms of knowledge are therefore necessary, which place individuals, groups, as well as those responsible for social life at all levels (economic-political, institutional, administrative, productive, cultural), in the condition of not ignoring the consequences of human actions, also on the environment. Educating to participation, in contrast to delegation, promotes a sense of belonging and makes citizens responsible actors within the decision-making processes for managing their own territory. This, in the epistemological relevance of the pedagogical discourse, takes shape in the dimension of engagement for the benefit of the person and the community and is realized in active participation to the so-called smart city. This discussion can occur within an on-going project, CLIC-PLAN: Changing Climate: Local Adaptation Plan for sub-alpine lake districts with a strong commitment to tourism led by the Catholic University, with activities on climate change. Partecipazione e progettazione condivisa per la sostenibilità urbana. Il caso formativo del progetto Clic-plan Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city. Può contribuire ad alimentare la riflessione il progetto CLIC-PLAN: CLIma in Cambiamento. Piano Locale di AdattameNto per comuni lacustri in territorio subalpino con forte vocazione turistica dell’Università Cattolica, inerente al cambiamento climatico.
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Ciciriello, E., P. Bolzonello, R. Marchi, C. Falzone, E. Muzzi et E. Orzan. « Rendere competente la famiglia nei primi mesi successivi all’identificazione di una ipoacusia del figlio ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 1 (février 2016) : 64–71. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1071.

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Résumé :
Nelle più recenti linee guida internazionali sull’intervento precoce in audiologia pediatrica emerge l’importanza del coinvolgimento della famiglia nel percorso diagnostico- riabilitativo del bambino con deficit uditivo permanente. Questa modalità di approccio costituisce una ricchezza per lo sviluppo dei bambini con deficit uditivo. Vi sono ad oggi poche evidenze del panorama italiano rispetto a questo ambito e rimangono aperte perplessità e difficoltà di gestione pratica. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi di una presa in carico precoce che renda competente la famiglia. Le iniziali fasi della presa in carico devono fornire alle famiglie di bambini con recente diagnosi di ipoacusia permanente le informazioni e/o il sostegno necessario al fine di indurle a compiere la scelta del dispositivo protesico uditivo più idoneo, entro tre mesi dalla diagnosi audiologica. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di esperti ha identificato tre principali raccomandazioni utili per migliorare lo sviluppo comunicativo del bambino attraverso il coinvolgimento della famiglia e il rafforzamento dell’alleanza terapeutica. Queste considerazioni costituiranno il punto di partenza per riflessioni e analisi più dettagliate che potranno dare luce a linee guida e indicazioni specifiche su come buone prassi di presa in carico di bambino con deficit uditivo e famiglia possano inserirsi e concretizzarsi nel reale panorama italiano.
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Palazzotto, E., M. P. Angellotti, L. Bozzoli et C. D’Alessandro. « Standard di professione del dietista in nefrologia : realtà a confronto ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1135.

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Résumé :
La terapia dietetica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento della malattia renale cronica (CKD): previene e corregge le complicanze metaboliche, garantisce il mantenimento o il raggiungimento di uno stato nutrizionale soddisfacente e, nella fase conservativa, ritarda l'inizio della terapia sostitutiva. Molte sono le evidenze che attestano che il trattamento nutrizionale effettuato da un dietista esperto migliora la qualità di vita del paziente con insufficienza renale cronica, aumenta l'eff -cacia della terapia dietetica e riduce i costi assistenziali. Negli Stati Uniti sono stati definiti i parametri che identificano il dietista esperto nella gestione della terapia nutrizionale nel paziente nefropatico e sono state individuate tre categorie in base al grado di formazione e competenza acquisita. Nei Paesi dell'Unione Europea la formazione dei dietisti è molto eterogenea tanto da rendere difficile una comparazione con la realtà americana. L'European Federation of the Association of Dietitians negli ultimi anni ha comunque definito gli standard accademici e professionali dei dietisti individuando quattro ruoli di competenza ed i relativi indicatori di performance. In Italia l'Associazione Nazionale Dietisti ha definito le posizioni dell'associazione in merito alla pratica professionale del dietista nel trattamento delle malattie renali e la Società Italiana di Nefrologia, nell'ambito del progetto di certificazione della qualità del percorso di cura della CKD, ha delineato il profilo del dietista che lavora in nefrologia ma non sono stati definiti standard accademici e professionali specifici. È auspicabile che dietisti esperti in nefrologia e nefrologi collaborino nel definire protocolli relativi a standard che il dietista operante in ambito nefrologico dovrebbe raggiungere in modo da garantire maggiore competenza professionale e una omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
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Petrucci, B., B. Capitoni, R. Borelli et F. Popolizio. « The “Forest Fire Project”, National cartographic portal of the Italian Environmental Department : an example of management of cartographic data to support forest fires fighting plans in national parks ». Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 7, no 1 (11 février 2010) : 13–21. http://dx.doi.org/10.3832/efor0609-007.

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Rebora, Gianfranco. « Ripensare il sistema pubblico : spunti per una strategia di trasformazione ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 112–29. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001005.

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Résumé :
L'articolo sintetizza le ragioni alla base del fallimento delle riforme delle pubbliche amministrazioni intraprese da diversi governi in Italia negli ultimi 20 anni. Successivamente, l'autore sviluppa una proposta, di prima approssimazione, delle linee portanti per una strategia e un progetto di trasformazione delle PA. Al centro della proposta c'č una visione d'insieme, un'idea di fondo, che integra in un disegno coerente le idee guida fondamentali e le linee di azione operativa; alla luce della visione generale, i diversi aspetti di taglio piů operativo non sono posti in sequenza come passaggi di un percorso, ma sono connessi da relazioni di tipo circolare, complementaritŕ e reciproca rispondenza. Alla realizzazione di questa visione sono funzionali interventi coordinati che si possono raggruppare sotto una serie di profili come: gestione della transizione, perimetro e rete istituzionale, strutture e risorse, regole, innovazione. Si prospetta quindi un sistema di amministrazioni piů snello, capace di economizzare il diretto impiego di risorse rispetto all'attuale, ma anche aperto, attento al governo delle reti che vedono una fitta connessione di attori nei processi da cui dipendono gli esiti delle fondamentali politiche pubbliche (welfare, beni culturali, educazione e formazione, sicurezza, ecc.).
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Scalcione, Vincenzo. « Educational and training conditions of learning environments : quality control standards in the school ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 188–202. http://dx.doi.org/10.36253/form-12607.

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Résumé :
The development of forms of monitoring of educational systems has meant to account for the functioning of educational organizations. In the evaluation, the methods of measuring quality have become the structural articulation of each organized system. The need was felt to use interactive management methods, capable of promoting continuous quality control, also through a systematic verification of results and feedback produced by users. The text analyzes similar organizational methods in educational contexts, where actions are affirmed to improve the quality of the service, through the use of indicators, with the aim of defining training standards for quality learning environments. The concept of effectiveness and improvement intersect in the ESI project, where schools from European countries were able to share the identifying elements for educational change. Condizioni educative e formative degli ambienti di apprendimento: gli standard di controllo della qualità nella scuola. Lo sviluppo di forme di monitoraggio dei sistemi educativi ha inteso dar conto del funzionamento delle organizzazioni educative. Nella valutazione le modalità di misurazione della qualità sono divenute l’articolazione strutturale di ogni sistema organizzato. Si è avvertita la necessità di utilizzare metodi di gestione interattivi, in grado di promuovere il controllo continuo della qualità, anche attraverso una sistematica verifica dei risultati e del feedback prodotto dagli utenti. Nel testo si analizzano simili modalità organizzative nei contesti educativi, dove si affermano azioni per il miglioramento della qualità del servizio, attraverso l’utilizzo di indicatori, con l’obiettivo di definire standard formativi per ambienti di apprendimento di qualità. Il concetto di efficacia e di miglioramento si incrociano nel progetto Esi, dove scuole dei paesi europei hanno potuto condividere gli elementi indentificativi per il cambiamento educativo.
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Mancini, Elena. « I malati invisibili della povertà : troppi alberi per accorgersi della foresta ? Le politiche sanitarie internazionali per il contrasto delle malattie neglette e della povertà (Neglected Tropical Diseases)* ». Medicina e Morale 71, no 1 (14 avril 2022) : 39–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1198.

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Résumé :
Le malattie, soprattutto se infettive, hanno da sempre accompagnato la storia dell’umanità, modificando profondamente gli assetti economici e condizionando le strutture sociali e l’evoluzione culturale di intere popolazioni. Tutto questo è ancora vero per un miliardo e mezzo di persone colpite da malattie che l’occidente ha oramai dimenticato e che sono endemiche nelle aree tropicali del pianeta (Neglected Tropical Diseases – NTDs). Enormemente favorite dalla povertà, esse sono a loro volta una delle principali cause di povertà e uno dei più insidiosi ostacoli allo sviluppo di estese aree geografiche dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Occorre combattere la povertà per ridurre le malattie, ma occorre anche eliminare le malattie per sollevare dalla povertà e favorire lo sviluppo. Contrastare le NTDs significa tuttavia affrontare contesti caratterizzati oltre che dalla povertà, da equilibri sociali precari, da drammatiche condizioni igienico-sanitarie, dall’assenza o inadeguatezza delle infrastrutture e dei sistemi sanitari, da varie forme di discriminazione ed esclusione sociale dei malati: fattori questi che ostacolano qualsiasi azione a partire dalla stessa raccolta e verifica dei dati epidemiologici. Sono qui esaminate alcune strategie di intervento ispirate all’approccio community-driven, diretto al coinvolgimento delle comunità locali nell’integrazione e gestione delle misure di contrasto. È analizzato inoltre il ruolo degli operatori sanitari informali (Community Health Workers) nella diffusione di comportamenti, informazioni e strumenti di profilassi e nella valorizzazione di pratiche locali marginali che tuttavia si siano dimostrate efficaci nel contrasto o prevenzione di una o più NTDs (devianza positiva). Una riflessione conclusiva è dedicata alla formazione dei CHWs ai fini dell’educazione sanitaria di comunità. * Questa pubblicazione si inserisce nell’ambito delle attività del progetto “Centro per la ricerca sulle malattie rare neglette e della povertà”, finanziato dal Consorzio CNCCS.
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Mazzanti, Bernardo, Isabella Bonamini, Gaia Checcucci, Lucia Fiumi, Francesco Consimi, Stefano Bartalesi et Giovanni Montini. « Il sistema di water accounting delle Nazioni Unite (SEEA-W) e la gestione delle acque sotterranee : l’esperienza dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno nel progetto europeo PAWA ». Acque Sotterranee-Italian Journal of Groundwater, no 3/137 (septembre 2014) : 073–77. http://dx.doi.org/10.7343/as-083-14-0113.

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Chirichiello, Antonella. « Gestione del portafoglio dei progetti di innovazione ». PROJECT MANAGER (IL), no 43 (juillet 2020) : 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/pm2020-043003.

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Guida, Pier Luigi. « La gestione del Portafoglio Progetti ». PROJECT MANAGER (IL), no 1 (mars 2010) : 45–47. http://dx.doi.org/10.3280/pm2010-001015.

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Archibald, Russel D. « Gestione strategica e gestione del portafoglio progetti all'interno dell'organizzazione ». PROJECT MANAGER (IL), no 4 (décembre 2010) : 25–29. http://dx.doi.org/10.3280/pm2010-004007.

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Monassi, Maurizio. « La gestione dei gruppi di progetto ». PROJECT MANAGER (IL), no 43 (juillet 2020) : 35–41. http://dx.doi.org/10.3280/pm2020-043009.

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Evangelisti, Francesco. « Prossima Bologna : processo, piani, progetti ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057007.

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Résumé :
Piů di un anno č trascorso tra la definitiva approvazione dei nuovi strumenti urbanistici di Bologna e il quadro d'aggiornamento sui processi trasformativi della cittŕ, qui restituito. In mezzo la brevissima stagione amministrativa del sindaco Delbono e la prolungata gestione del Commissario straordinario Cancellieri. Sullo sfondo, la crisi economica e il rallentamento che essa ha prodotto anche nei settori dell'edilizia e delle infrastrutture. L'articolo opera una ricognizione delle trasformazioni in corso osservandole secondo il principio d'ordine che il Piano strutturale comunale ha individuato a loro interpretazione e guida con le figure territoriali delle ‘sette cittŕ'. Tra gli interventi di questo periodo anche quelli prioritari d'urgenza promossi dal Commissario per la riqualificazione del nucleo antico della cittŕ ed in particolare dei suoi spazi pubblici.
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Prandin, Roberto. « La comunicazione nella gestione dei progetti ». PROJECT MANAGER (IL), no 13 (mars 2013) : 42–48. http://dx.doi.org/10.3280/pm2013-013010.

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Argano, Lucio. « La gestione dei progetti di spettacolo ». PROJECT MANAGER (IL), no 9 (mars 2012) : 47. http://dx.doi.org/10.3280/pm2012-009012.

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Marciante, Giuseppe. « Software per la gestione dei costi di progetto ». PROJECT MANAGER (IL), no 8 (novembre 2011) : 42–45. http://dx.doi.org/10.3280/pm2011-008011.

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