Littérature scientifique sur le sujet « Genomic biomarker »
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Articles de revues sur le sujet "Genomic biomarker"
Fox, Natalie S., Emilie Lalonde, Julie Livingstone, Julia Hopkins, Yu-Jia Shiah, Vincent Huang, Takafumi Yamaguchi et al. « Integrated somatic subtypes of localized intermediate-risk prostate cancer. » Journal of Clinical Oncology 35, no 6_suppl (20 février 2017) : e560-e560. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2017.35.6_suppl.e560.
Texte intégralMatsui, Shigeyuki. « Genomic Biomarkers for Personalized Medicine : Development and Validation in Clinical Studies ». Computational and Mathematical Methods in Medicine 2013 (2013) : 1–9. http://dx.doi.org/10.1155/2013/865980.
Texte intégralFertig, Elana J., Robbert Slebos et Christine H. Chung. « Application of Genomic and Proteomic Technologies in Biomarker Discovery ». American Society of Clinical Oncology Educational Book, no 32 (juin 2012) : 377–82. http://dx.doi.org/10.14694/edbook_am.2012.32.156.
Texte intégralLim-Fat, Mary-Jane, Lakshmi Nayak et David M. Meredith. « Genomic Biomarker Assessment in Gliomas ». Surgical Pathology Clinics 13, no 2 (juin 2020) : 209–15. http://dx.doi.org/10.1016/j.path.2020.02.003.
Texte intégralGlaser, Vicki. « Genomic Analysis Drives Biomarker Discovery ». Genetic Engineering & ; Biotechnology News 33, no 1 (janvier 2013) : 26–27. http://dx.doi.org/10.1089/gen.33.01.15.
Texte intégralHeiden, Lisa. « Biomarker Validation for Genomic Assays ». Genetic Engineering & ; Biotechnology News 37, no 10 (15 mai 2017) : 1, 8–11. http://dx.doi.org/10.1089/gen.37.10.02.
Texte intégralBrastianos, Harry, Jure Murgic, Adriana Salcedo, Melvin Lee Kiang Chua, Alice Meng, Michael Fraser, Michael Donald Brundage et al. « The impact of intratumoral heterogeneity on prognostic biomarkers in localized prostate cancer. » Journal of Clinical Oncology 37, no 7_suppl (1 mars 2019) : 46. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2019.37.7_suppl.46.
Texte intégralMoore, Rowan E., Jennifer Kirwan, Mary K. Doherty et Phillip D. Whitfield. « Biomarker Discovery in Animal Health and Disease : The Application of Post-Genomic Technologies ». Biomarker Insights 2 (janvier 2007) : 117727190700200. http://dx.doi.org/10.1177/117727190700200040.
Texte intégralPuliyel, Mammen M. « Genomic biomarker in sickle cell disease ». Blood 129, no 22 (1 juin 2017) : 2956–57. http://dx.doi.org/10.1182/blood-2017-04-778951.
Texte intégralSabharwal, Robin, Parul Verma, MohammedAsif Syed, Tamanna Sharma, SantoshKumar Subudhi, Saumyakanta Mohanty et Shivangi Gupta. « Emergence of micronuclei as a genomic biomarker ». Indian Journal of Medical and Paediatric Oncology 36, no 4 (2015) : 212. http://dx.doi.org/10.4103/0971-5851.171541.
Texte intégralThèses sur le sujet "Genomic biomarker"
Liu, Yiding. « Technologies for Proteomic and Genomic Biomarker Analysis ». Cleveland State University / OhioLINK, 2008. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=csu1229461302.
Texte intégralZANDA, VALERIA MARIA. « Development of new tools for genomic biomarker investigations ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19712.
Texte intégralStagni, Camilla. « Genomic analysis in cutaneous melanoma : a tool for predictive biomarker identification and molecular classification ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426683.
Texte intégralProgetto 1: identificazione di signatures molecolari associate alla risposta al trattamento con inibitori del MAPK pathway. I melanomi portatori di una mutazione nel codone V600 del gene BRAF rispondono agli inibitori del MAPK pathway, ma l’efficacia a lungo termine di questa terapia è limitata dallo sviluppo di resistenza, talvolta immediata. In questo studio, abbiamo esaminato le alterazioni molecolari caratterizzanti la progressione del melanoma al fine di identificare fattori predittivi di risposta/resistenza ai MAPK-inibitori. Nello specifico, su una serie di campioni pretrattamento di pazienti affetti da melanoma, trattati con MAPK-inibitori, abbiamo valutato numero di copie del gene BRAF e percentuale di allele V600-mutato, delezione e mutazioni di PTEN, alterazioni del promotore di TERT, e ne abbiamo analizzato l’associazione con la risposta dei pazienti alla terapia. Inoltre, abbiamo determinato il copy number variation dell’intero genoma dei nostri campioni per individuare ulteriori aberrazioni non note potenzialmente associate con la risposta alla terapia. Abbiamo identificato un numero aumentato di copie (gain) del gene BRAF, spesso dovuto a polisomia del cromosoma 7, nel 65% dei pazienti; l’allele mutato è stato trovato in una percentuale compresa tra il 35% e il 65% nel 64% dei pazienti, inferiore al 35% nel 14% dei pazienti e superiore al 65% nel 23% dei pazienti. Dall’analisi di sopravvivenza, è risultato che i pazienti con BRAF diploide o una percentuale di allele mutato inferiore al 35% presentano un più alto rischio di progressione rispetto a coloro che presentano gain di BRAF (HR=2.86; 95% CI 1.29-6.35; p=0.01) o tra il 35% e il 65% di allele mutato (HR=4.54,CI 1.33-15.53; p=0.016), rispettivamente. L’analisi di PTEN ha rivelato la presenza di mutazioni nel 27% dei pazienti, localizzate a livello dei domini catalitico e C2 della proteina codificata; inoltre, il 42% dei casi valutati mostrava una delezione completa del gene, il 35% una delezione parziale, mentre nel 23% dei pazienti non è stata individuata alcuna aberrazione di PTEN. Da notare, delezioni di PTEN sono emerse sia nei casi di melanoma resistente alla terapia, che in quelli che avevano risposto a lungo. Il sequenziamento del promotore del gene TERT ha permesso l’identificazione di mutazioni nel 78% dei pazienti. Le mutazioni -124C>T e -146C>T mostravano la stessa frequenza (36%) nella nostra coorte, mentre la -138-139CC>TT è stata individuata solo nel 5% dei casi. Il 51% dei pazienti presentava inoltre lo SNP rs2853669, noto per contrastare l’effetto attivante delle mutazioni sull’espressione di TERT. Stratificando la coorte di pazienti mutati in base alla presenza/assenza del polimorfismo, i pazienti TERT mutati/SNP carriers mostravano un trend verso una migliore PFS (PFS mediana 11.5 mesi, 95% CI 3.12-19.88) rispetto ai TERT mutati/SNP non-carriers (PFS mediana 7 mesi, 95% CI 4.27-9.72). La mutazione -146C>T, inoltre, correlava con PFS più breve (PFS mediana 5.45 mesi, 95% CI 2.80-9.20) rispetto alla -124C>T (PFS mediana 15.2 mesi, 95% CI 5.57-). Dall’analisi del copy number variation (CNV) sull’intero genoma, le regioni chr3p24, chr3p21.2 e chr17p13.1 hanno mostrato pattern di alterazioni diverse in pazienti responsivi vs. non-responsivi alle terapie; risultano pertanto regioni di potenziale interesse per l’individuazione di nuovi geni coinvolti nella resistenza alla terapia. I nostri dati suggeriscono dunque che l’analisi quantitativa del gene BRAF e il sequenziamento del promotore di TERT costituiscono un utile strumento di selezione dei pazienti con maggiore probabilità di rispondere alla terapia con MAPK-inibitori, contrariamente alla valutazione dello status di PTEN. L’analisi genome-wide, invece, indica di approfondire lo studio dei cromosomi 3 e 17. Progetto 2: ricerca di marcatori biomolecolari per la classificazione del melanoma acrale. Il melanoma acrale lentigginoso è un raro sottotipo di melanoma cutaneo con specifiche caratteristiche morfologiche, epidemiologiche e genetiche. Poiché il genoma del melanoma acrale non è ancora stato pienamente caratterizzato, ne abbiamo analizzato il CNV per individuare quei caratteri genomici peculiari che lo differenziano dal melanoma non acrale. La nostra analisi genome-wide ha evidenziato una maggiore frequenza di delezioni della regione 16q24.2-16q24.3, gains meno frequenti nella regione 7q21.2-7q33, una più accentuata frammentazione genomica e numerosi isocromosomi come caratteri che distinguono il melanoma acrale dal non acrale. Abbiamo inoltre identificato amplificazioni focali nei geni TERT, CCND1, MDM2 e MITF, più rare nei non acrali, laddove interessavano altri geni, come BRAF e MITF. Delezioni focali sono state individuate soprattutto nei geni CDKN2A e PTEN in entrambi i sottotipi di melanoma, anche se più frequenti nei non acrali. I nostri dati, in accordo con il classificare il melanoma acrale come tipo distinto di melanoma, hanno consentito di delinearne alcune delle peculiarità genomiche, chiave per elucidarne anche la patogenesi.
ZILIOTTO, Nicole. « Genomic, vessel wall transcriptomic, and plasma proteomic approaches to investigate multiple sclerosis ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2019. http://hdl.handle.net/11392/2487975.
Texte intégralQuesto studio è stato progettato per indagare attraverso diversi approcci sperimentali i geni e le proteine associate alla sclerosi multipla (SM), una malattia infiammatoria e demielinizzante del sistema nervoso centrale (SNC). L’obiettivo era individuare mediante indagini su pazienti, potenziali bersagli e biomarcatori per futuri studi meccanicistici. Mediante l'approccio genomico(cap.10), le famiglie selezionate sono state studiate attraverso WES per geni candidati da GWAS. Gli SNPs identificati a bassa frequenza sono stati ulteriormente studiati in pazienti indipendenti con SM. L’indagine ha rilevato varianti rare e nuove, tra cui le nulle della regione 3' di C6orf10 in combinazione con SNPs a bassa frequenza a livello intra ed extra locus, fornendo le basi per studi di espressione. L'approccio trascrittomico(cap.6) focalizzato sulla parete interna della vena giugulare, era supportato dall'interazione tra i meccanismi vascolari e quelli neurodegenerativi nella SM. Questa indagine ha prodotto una grande quantità di informazioni su diversi percorsi biologici e ha permesso l'analisi combinata trascrittoma-proteine. L'analisi a livello proteico è stata condotta nel plasma mediante saggi multiplex in relazione ai fenotipi clinici di SM e alle misure cerebrali MRI considerate come fenotipi quantitativi e "intermedi" della progressione della malattia. I livelli plasmatici più alti di CCL18 erano associati a caratteristiche neurodegenerative più gravi(cap.7). Il contributo delle molecole di adesione, suggerito dall'analisi trascrittomica, è stato esplorato in modo analogo(cap.8 e 9). La correlazione tra i livelli plasmatici di specifiche molecole di adesione nei pazienti ha evidenziato il processo di adesione dei leucociti nella malattia. L'aumento della permeabilità della barriera emato-encefalica, evento chiave nella fisiopatologia della SM, porta all’irruzione di fattori emostatici nel SNC, causando una risposta infiammatoria e l’attivazione immunitaria. I componenti dell'emostasi con le principali domande aperte in relazione alla SM sono stati investigati. Il FXII, la proteasi attivatrice della coagulazione da contatto trovata depositata nel cervello dei pazienti, potrebbe partecipare all'immunità adattativa durante la neuroinfiammazione. Nel plasma di pazienti(cap.4) i livelli di proteina del FXII erano superiori all'attività, causando un ridotto rapporto attività/antigene. I risultati corroborati dai saggi di generazione intrinseca di trombina, supporterebbero il contributo del FXII nella SM non attraverso la sua attività pro-coagulante. Lo studio di alcuni inibitori dell'emostasi (TFPI, ADAMTS13, HCII, TM) con proprietà antinfiammatorie, ha rivelato specifici schemi di correlazione(cap.5 e 11). L'associazione positiva di TFPI con TM, osservata nei pazienti e non in soggetti sani, implicherebbe che la perturbazione dell'endotelio agisca su più meccanismi di rilascio. Nei pazienti il PAI-1, l'inibitore chiave della fibrinolisi, era associato positivamente al FXII e negativamente all'HCII, suggerendo meccanismi patologici che influenzano la loro espressione in diversi tessuti con implicazioni nella generazione di fibrina e nella compromissione della fibrinolisi. Le correlazioni osservate tra i livelli plasmatici dei componenti dell'emostasi con le misure di MRI, non hanno superato la correzione per confronti multipli. La perdita extravascolare di sangue misurata come micro sanguinamenti cerebrali (MSC) attraverso MRI è stata studiata nei pazienti in relazione ai livelli plasmatici di componenti dell'emostasi. Livelli più bassi di ADAMTS13 sono stati rilevati nella coorte di SM ed in particolare nei pazienti con MSC(cap.5) che mostravano anche livelli più alti di VAP-1(cap.9). Queste nuove scoperte supportano l'analisi della proteasi ADAMTS13 e l’aminossidasi/proteina di adesione VAP-1 in relazione ai MSC. Questo studio fornisce nuovi biomarcatori della SM e potenziali bersagli farmacologici
Sanavia, Tiziana. « Biomarker lists stability in genomic studies : analysis and improvement by prior biological knowledge integration into the learning process ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422197.
Texte intégralL’analisi di dati high-throughput basata sull’utilizzo di tecnologie di sequencing, microarray e spettrometria di massa si è dimostrata estremamente utile per l’identificazione di quei geni e proteine, chiamati biomarcatori, utili per rispondere a quesiti sia di tipo diagnostico/prognostico che funzionale. In tale contesto, la stabilità dei risultati è cruciale sia per capire i meccanismi biologici che caratterizzano le malattie sia per ottenere una sufficiente affidabilità per applicazioni in campo clinico/farmaceutico. Recentemente, diversi studi hanno dimostrato che le liste di biomarcatori identificati sono scarsamente riproducibili, rendendo la validazione di tali biomarcatori come indicatori stabili di una malattia un problema ancora aperto. Le ragioni di queste differenze sono imputabili sia alla dimensione dei dataset (pochi soggetti rispetto al numero di variabili) sia all’eterogeneità di malattie complesse, caratterizzate da alterazioni di più pathway di regolazione e delle interazioni tra diversi geni e l’ambiente. Tipicamente in un disegno sperimentale, i dati da analizzare provengono da diversi soggetti e diversi fenotipi (e.g. normali e patologici). Le metodologie maggiormente utilizzate per l’identificazione di geni legati ad una malattia si basano sull’analisi differenziale dell’espressione genica tra i diversi fenotipi usando test statistici univariati. Tale approccio fornisce le informazioni sull’effetto di specifici geni considerati come variabili indipendenti tra loro, mentre è ormai noto che l’interazione tra geni debolmente up/down regolati, sebbene non differenzialmente espressi, potrebbe rivelarsi estremamente importante per caratterizzare lo stato di una malattia. Gli algoritmi di machine learning sono, in linea di principio, capaci di identificare combinazioni non lineari delle variabili e hanno quindi la possibilità di selezionare un insieme più dettagliato di geni che sono sperimentalmente rilevanti. In tale contesto, i metodi di classificazione supervisionata vengono spesso utilizzati per selezionare i biomarcatori, e diversi approcci, quali discriminant analysis, random forests e support vector machines tra altri, sono stati utilizzati, soprattutto in studi oncologici. Sebbene con tali approcci di classificazione si ottenga un alto livello di accuratezza di predizione, la riproducibilità delle liste di biomarcatori rimane ancora una questione aperta, dato che esistono molteplici set di variabili biologiche (i.e. geni o proteine) che possono essere considerati ugualmente rilevanti in termini di predizione. Quindi in teoria è possibile avere un’insufficiente stabilità anche raggiungendo il massimo livello di accuratezza. Questa tesi rappresenta uno studio su diversi aspetti computazionali legati all’identificazione di biomarcatori in genomica: dalle strategie di classificazione e di feature selection adottate alla tipologia e affidabilità dell’informazione biologica utilizzata, proponendo nuovi approcci in grado di affrontare il problema della riproducibilità delle liste di biomarcatori. Tale studio ha evidenziato che sebbene un’accettabile e comparabile accuratezza nella predizione può essere ottenuta attraverso diversi metodi, ulteriori sviluppi sono necessari per raggiungere una robusta stabilità nelle liste di biomarcatori, a causa dell’alto numero di variabili e dell’alto livello di correlazione tra loro. In particolare, questa tesi propone due diversi approcci per migliorare la stabilità delle liste di biomarcatori usando l’informazione a priori legata alle interazioni biologiche e alla correlazione funzionale tra le features analizzate. Entrambi gli approcci sono stati in grado di migliorare la selezione di biomarcatori. Il primo approccio, usando l’informazione a priori per dividere l’applicazione del metodo in diversi sottoproblemi, migliora l’interpretabilità dei risultati e offre un modo alternativo per verificare la riproducibilità delle liste. Il secondo, integrando l’informazione a priori in una funzione kernel dell’algoritmo di learning, migliora la stabilità delle liste. Infine, l’interpretabilità dei risultati è fortemente influenzata dalla qualità dell’informazione biologica disponibile e l’analisi delle eterogeneità delle annotazioni effettuata sul database Gene Ontology rivela l’importanza di fornire nuovi metodi in grado di verificare l’attendibilità delle proprietà biologiche che vengono assegnate ad una specifica variabile, distinguendo la mancanza o la minore specificità di informazione da possibili inconsistenze tra le annotazioni. Questi aspetti verranno sempre più approfonditi in futuro, dato che le nuove tecnologie di sequencing monitoreranno un maggior numero di variabili e il numero di annotazioni funzionali derivanti dai database genomici crescer`a considerevolmente nei prossimi anni.
Zanjirband, Maryam. « The genomic and functional status of TP53 in ovarian cancer : biomarker for chemotherapy outcome and determinant of response to MDM2 inhibitors ». Thesis, University of Newcastle upon Tyne, 2017. http://hdl.handle.net/10443/3831.
Texte intégralPereira, Carolina Ruivo 1986. « Genomic profile of tumorgrafts identifies B2M as a novel tumor suppressor gene in lung cancer ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2016. http://hdl.handle.net/10803/482055.
Texte intégralLung cancer is the deadliest form of cancer worldwide. Recently, the large-scale genomic profiling of human tumors has fueled the development of efficient anticancer agents that target the activity of mutated genes. Given that directed therapies are still very scarce, the discovery of novel lung cancer-related genes with potential relevance within the clinical context is imperative. Thus, this project consisted on coupling high-throughput sequencing strategies (exomes and transcriptomes) with the use of lung tumorgrafts. The high tumor purity achieved through the engraftment was crucial, particularly to identify homozygous deletions and gene amplifications. The B2M gene (β2-microglobulin), found to be mutated in 5% of lung tumors, was characterized. Its genetic loss was correlated to lower cytotoxic T-cell intratumoral infiltration, probably impairing the immune-mediated tumor eradication. Moreover, β2-microglobulin was associated with survival in patients treated with anti-PD-1/PD-L1 agents, highlighting a potential role in predicting response to immunologically-based therapies in lung cancer.
Jiao, Yunlong. « Pronostic moléculaire basé sur l'ordre des gènes et découverte de biomarqueurs guidé par des réseaux pour le cancer du sein ». Thesis, Paris Sciences et Lettres (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017PSLEM027/document.
Texte intégralBreast cancer is the second most common cancer worldwide and the leading cause of women's death from cancer. Improving cancer prognosis has been one of the problems of primary interest towards better clinical management and treatment decision making for cancer patients. With the rapid advancement of genomic profiling technologies in the past decades, easy availability of a substantial amount of genomic data for medical research has been motivating the currently popular trend of using computational tools, especially machine learning in the era of data science, to discover molecular biomarkers regarding prognosis improvement. This thesis is conceived following two lines of approaches intended to address two major challenges arising in genomic data analysis for breast cancer prognosis from a methodological standpoint of machine learning: rank-based approaches for improved molecular prognosis and network-guided approaches for enhanced biomarker discovery. Furthermore, the methodologies developed and investigated in this thesis, pertaining respectively to learning with rank data and learning on graphs, have a significant contribution to several branches of machine learning, concerning applications across but not limited to cancer biology and social choice theory
Moreira, Elisa Rennó Donnard. « Estudo de variações genômicas para a identificação de biomarcadores personalizados e novos alvos terapêuticos em tumores colorretais ». Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/46/46131/tde-20012015-101640/.
Texte intégralColorectal cancer is one of the more frequent tumor types in the world. To select the appropriate treatment course, it is necessary to develop more precise diagnostic approaches. The current availability of high throughput genome sequencing methods allows for a comprehensive characterization of the structural and sequence alterations present in each tumor. The use of tumor genome sequencing in a personalized setting can result in tumor specific biomarkers that help evaluate response to treatment and the presence of residual disease, improving the clinical management of these patients, and also reveal sequence alterations in genes capable of serving as new therapeutic targets. In this study we developed an efficient bioinformatics pipeline to identify biomarkers based on the existing structural alterations in rectal tumor genomes, eliminating the need to sequence the matched normal genome and therefore reducing the cost for this approach. The biomarkers found for each of the six patients were used to evaluate the presence of residual disease after treatment through the detection of circulating tumor DNA in plasma samples collected at different points during the treatment. Sequencing tumor genomes with low coverage is therefore a viable and promising alternative to follow up rectal cancer patient\'s response to treatment. In the second part of this study, the analysis of colorectal cancer cell lines revealed a large quantity of point mutations (SNVs and InDels) in genes coding for proteins located in the cell surface (surfaceome). These alterations in the surfaceome indicate potential new drug targets and altered pathways in this type of tumor. Furthermore, these point mutations are also responsible for the generation of new epitopes with immunogenic potential and these new epitopes can be applied as personalized tumor vaccines and had previously been proposed as a therapeutic alternative. The presence of new epitopes, especially in the cell lines with elevated mutation rates (resulting from MSI and mutations in DNA mismatch-repair genes or POLE), suggests a potential use of immune checkpoint target drugs in patients with tumors that share these genetic characteristics. With a large-scale bioinformatics approach, we detected new tumor epitopes resulting from point mutations, present in most of the cell lines used. The analysis of gene expression data puts into perspective both the somatic mutations found and which targets are promising as well as the development of therapies based on vaccines derived from tumor epitopes. In conclusion, the study of genomic alterations in primary tumors and colorectal cancer cell lines allowed the detection of structural variations that were used as personalized biomarkers in patients with rectal tumors as well as the identification of genes containing point mutations in colorectal cancer cell lines, that reveal potential new therapeutic targets to be explored in the clinical setting.
Brown, Margaret M. « Application of genomic techniques to development of biomarkers for the aquatic environment ». Thesis, Glasgow Caledonian University, 2004. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.443169.
Texte intégralLivres sur le sujet "Genomic biomarker"
Eric, Blomme, dir. Genomics in drug discovery and development. Hoboken, N.J : John Wiley, 2008.
Trouver le texte intégralSemizarov, Dimitri. Genomics in drug discovery and development. Hoboken, N.J : Wiley, 2009.
Trouver le texte intégralZhang, Xuewu. Omics technologies in cancer biomarker discovery. Austin, Tex : Landes Bioscience, 2011.
Trouver le texte intégralAzuaje, Francisco. Bioinformatics and biomarker discovery : "omic" data analysis for personalised medicine. Hoboken, NJ : John Wiley & Sons, 2010.
Trouver le texte intégralAzuaje, Francisco. Bioinformatics and biomarker discovery : "omic" data analysis for personalised medicine. Hoboken, NJ : John Wiley & Sons, 2010.
Trouver le texte intégralAzuaje, Francisco. Bioinformatics and biomarker discovery : "omic" data analysis for personalised medicine. Hoboken, NJ : John Wiley & Sons, 2010.
Trouver le texte intégralBioinformatics and biomarker discovery : "omic" data analysis for personalised medicine. Hoboken, NJ : John Wiley & Sons, 2010.
Trouver le texte intégralInternational Conference on Toxic Exposure Related Biomarker, Genomes, and Health Effects (2008 National Environmental Engineering Research Institute). International Conference on Toxic Exposure Related Biomarker, Genomes, and Health Effects : Under the aegis of NEERI's golden jubilee celebrations, 2007-2008, 10-11 January 2008. Nagpur : National Environmental Engineering Research Institute, 2008.
Trouver le texte intégralGenomic Biomarkers for Pharmaceutical Development. Elsevier, 2014. http://dx.doi.org/10.1016/c2011-0-08165-6.
Texte intégralHaghighi, Afshin Borhani, et Bernadette Kalman. Other Proven and Putative Autoimmune Disorders of the CNS. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199937837.003.0094.
Texte intégralChapitres de livres sur le sujet "Genomic biomarker"
Simon, Richard. « Genomic Biomarker Clinical Trial Designs ». Dans Textbook of Clinical Trials in Oncology, 289–95. Boca Raton, Florida : CRC Press, [2019] : Chapman and Hall/CRC, 2019. http://dx.doi.org/10.1201/9781315112084-14.
Texte intégralChoi, Yoonha, et Jing Huang. « Validation of Genomic-Based Assay ». Dans Statistical Methods in Biomarker and Early Clinical Development, 117–36. Cham : Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-31503-0_7.
Texte intégralChang, Ken C. N., et Matthew J. Marton. « Clinical Genomic Biomarker Assay Development : Technologies and Issues ». Dans Translating Molecular Biomarkers into Clinical Assays, 163–76. Cham : Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-40793-7_15.
Texte intégralZhou, Xiaofeng, Nagesh P. Rao, Steven W. Cole et David T. Wong. « Comprehensive Genomic Profiling for Biomarker Discovery for Cancer Detection, Diagnostics and Prognostics ». Dans Bioinformatics in Cancer and Cancer Therapy, 1–17. Totowa, NJ : Humana Press, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-59745-576-3_7.
Texte intégralTong, Pan, et Hua Li. « Mining Massive Genomic Data for Therapeutic Biomarker Discovery in Cancer : Resources, Tools, and Algorithms ». Dans Big Data Analytics in Genomics, 337–55. Cham : Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-41279-5_10.
Texte intégralBraman, Nathaniel, Jacob W. H. Gordon, Emery T. Goossens, Caleb Willis, Martin C. Stumpe et Jagadish Venkataraman. « Deep Orthogonal Fusion : Multimodal Prognostic Biomarker Discovery Integrating Radiology, Pathology, Genomic, and Clinical Data ». Dans Medical Image Computing and Computer Assisted Intervention – MICCAI 2021, 667–77. Cham : Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-87240-3_64.
Texte intégralKumar, Rakesh, et Rafael G. Amado. « Predictive Genomic Biomarkers ». Dans Therapeutic Kinase Inhibitors, 173–88. Berlin, Heidelberg : Springer Berlin Heidelberg, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/82_2011_164.
Texte intégralSantos, Deborah Conte. « Genomic Ancestry as Biomarkers ». Dans Biomarkers in Diabetes, 669–80. Cham : Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-08014-2_35.
Texte intégralSantos, Deborah Conte. « Genomic Ancestry as Biomarkers ». Dans Biomarkers in Diabetes, 1–12. Cham : Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-81303-1_35-1.
Texte intégralDíez, Paula, Rosa Ma Dégano, Nieves Ibarrola, Juan Casado-Vela et Manuel Fuentes. « Genomics and Proteomics for Biomarker Validation ». Dans Biomarker Validation, 231–42. Weinheim, Germany : Wiley-VCH Verlag GmbH & Co. KGaA, 2015. http://dx.doi.org/10.1002/9783527680658.ch12.
Texte intégralActes de conférences sur le sujet "Genomic biomarker"
Liu, Ziyu, Wei Shao, Jie Zhang, Min Zhang et Kun Huang. « Transfer Learning via Optimal Transportation for Integrative Cancer Patient Stratification ». Dans Thirtieth International Joint Conference on Artificial Intelligence {IJCAI-21}. California : International Joint Conferences on Artificial Intelligence Organization, 2021. http://dx.doi.org/10.24963/ijcai.2021/380.
Texte intégralLi, Xingnan, Stefano Guerra, Huashi Li, Stephanie Christenson, R. Graham Barr, Christopher Cooper, David Couper et al. « Genomic analysis of CC16 as a biomarker for COPD ». Dans ERS International Congress 2018 abstracts. European Respiratory Society, 2018. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2018.pa1273.
Texte intégralBild, A., Y. Sun, R. Soldi, T. Conner, D. Walker, T. Werner, A. Spira, I. Andrulis, S. Buys et E. Johnson. « A Genomic Biomarker for Breast Cancer Development in High-Risk Women. » Dans Abstracts : Thirty-Second Annual CTRC‐AACR San Antonio Breast Cancer Symposium‐‐ Dec 10‐13, 2009 ; San Antonio, TX. American Association for Cancer Research, 2009. http://dx.doi.org/10.1158/0008-5472.sabcs-09-4059.
Texte intégralSanga, Sandeep, Praveen Nair, Cyrus Mirsaidi et Thomas Broudy. « Abstract 4279 : Rapid biomarker discovery using large-scale, patient-derived cancer genomic cohorts ». Dans Proceedings : AACR Annual Meeting 2014 ; April 5-9, 2014 ; San Diego, CA. American Association for Cancer Research, 2014. http://dx.doi.org/10.1158/1538-7445.am2014-4279.
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Texte intégralZajchowski, D. A., M. Whitlow, K. M. Zajchowski et L. K. Shawver. « Abstract POSTER-TECH-1127 : Genomic profiles inform treatment decisions and enable future drug/biomarker discovery ». Dans Abstracts : 10th Biennial Ovarian Cancer Research Symposium ; September 8-9, 2014 ; Seattle, WA. American Association for Cancer Research, 2015. http://dx.doi.org/10.1158/1557-3265.ovcasymp14-poster-tech-1127.
Texte intégralRapports d'organisations sur le sujet "Genomic biomarker"
Brosh, Arieh, Gordon Carstens, Kristen Johnson, Ariel Shabtay, Joshuah Miron, Yoav Aharoni, Luis Tedeschi et Ilan Halachmi. Enhancing Sustainability of Cattle Production Systems through Discovery of Biomarkers for Feed Efficiency. United States Department of Agriculture, juillet 2011. http://dx.doi.org/10.32747/2011.7592644.bard.
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