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Zucchi, Riccardo. « Medicina di genere e formazione alla professione medica ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (mars 2014) : 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/ses2014-001004.

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Cainelli, Manuela. « Sull'alternanza dei suffissi -iatra e -logo nella terminologia medica : pediatra e cardiologo ». XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), no 1 (19 décembre 2008) : 114–15. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.6492.

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Résumé :
Milena Bramardi si rivolge al nostro servizio di consulenza per avere chiarimenti sulla formazione delle parole nella terminologia medica; in particolare chiede perché il suffisso di alcuni specialisti è -iatra (pediatra ecc.) e quello di altri -logo (cardiologo ecc.).
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3

Fagiolo, Enzo. « La facoltà di medicina nella formazione integrale del medico ». Medicina e Morale 45, no 1 (28 février 1996) : 71–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.919.

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Résumé :
La facoltà di Medicina si trova al centro di un dibattito i cui postulati, spesso antitetici ed esterni alla scienza medica, si riflettono sui progetti formativi. La speculazione epistemologica sembra aver introdotto fratture concettuali all’interno della scienza medico-biologica, postulando una distinzione tra vari tipi di medicina, ognuna delle quali richiederebbe schemi differenti. In tal modo, termini relativi alla naturale complessità della medicina ed alle diverse fasi e condizioni dell’agire medico, vengono presentati come contrapposizioni strutturali della scienza medico biologica. per una formazione integrale, tecnica ed insieme etica, sembra necessario recuperare l’unità del sapere e della medicina, sia come scienza che come prassi, sulla base di una concezione integrale della persona umana. Il docente, componente di una vera “comunitas professorum” dovrà essere portatore di una visione unitaria della medicina e quindi di un progetto formativo globale. La facoltà di Medicina deve tornare ad essere la sede naturale di una riflessione autenticamente “universitaria” sulla persona umana e sulle acquisizioni della ricerca scientifica.
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Kuthy Porter, José, et Gabriel De la Escosura. « El panorama etico y humano de la medicina en Mexico ». Medicina e Morale 39, no 4 (31 août 1990) : 799–809. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1171.

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Analizzare la situazione dell'etica medica in Messico aiuta a comprendere la problematica dei paesi in via di sviluppo. Si sente anche in essi il pericolo dell' "utilitarismo economico" in medicina, e la "disumanizzazione" della pratica medica. Non mancano in Messico leggi e disposizioni che mirano a regolare la pratica medica nelle diverse aree. Ma si riscontrano problemi che meritano attenta riflessione: inadeguata distribuzione delle risorse per l'investigazione, sterilizzazione di massa senza il consenso informato, come metodo di controllo delle nascite, incertezze in molti medici nel modo di trattare il paziente terminale dovute a numerosi tabù sulla morte, insufficiente distribuzione delle risorse necessarie per i trapianti di organi, programmi di prevenzione contro l'AIDS puntati esclusivamente sulla promozione dell'uso del condom, ecc. Occorre dunque una seria formazione etica e umanistica dei medici. D'altra parte però sono pochissime le facoltà mediche del paese che includono l'etica nei loro programmi di insegnamento. E' urgente riempire questa lacuna.
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Giardina, Simona, Pietro Refolo et Antonio G. Spagnolo. « Il sogno anatomico tra divieti e ostacoli ». Medicina e Morale 70, no 3 (8 novembre 2021) : 303–15. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.943.

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Résumé :
Ampia letteratura internazionale è concorde nel ritenere che la dissezione anatomica sia insostituibile ai fini della formazione degli studenti di medicina e chirurgia. Tuttavia, così come accaduto in varie epoche della storia, persiste il problema della disponibilità di cadaveri. Recentemente anche l’Italia, colmando un vuoto normativo, si è dotata di una legge (Legge del 10 febbraio 2020, n. 10) materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio. L’obiettivo del presente contributo è quello di fornire brevi cenni storici sulla pratica della dissezione anatomica nel suo graduale sviluppo attorno ad un tema che è strettamente connesso, ossia il modo di concepire il corpo umano. Il fine ultimo è quello di sottolineare l’importanza che essa ha da sempre rivestito nella formazione medica presso le università italiane.
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Pasquarella, Maria L.T. « Telemedicine between definitions and communicative implications ». Journal of AMD 25, no 1 (mai 2022) : 23. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.1.4.

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La telemedicina nasce dall’incontro tra la medicina e le telecomunicazioni ed è parte della eHealth. Consiste nella “pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente”. Nel 1997, l’OMS la definisce come “L’erogazione di servizi sanitari quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni”. Il Covid-19 ha velocizzato l’uso del virtuale sia in contesti privati che professionali. Ciò si è rivelato molto utile nella pratica medica, in particolare nel supporto psichico, dietologico, cronico, nonostante sia ancora discriminante per le categorie poco digitalizzate. Ne è derivato un fermento legislativo a partire dall’Unione Europea che ha emanato una Comunicazione n. 689/2008, per promuovere la telemedicina e in Italia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha istituito un Tavolo tecnico per redigere Linee di indirizzo nazionali. (Ministero della Salute 2010). Anche in telemedicina la qualità della relazione gioca un ruolo fondamentale. La relazione con il paziente online, pur mantenendo aspetti in comune con la relazione in presenza, mostra tratti peculiari che richiedono una formazione ad hoc. Presso l’Azienda Sanitaria Melegnano-Martesana abbiamo realizzato un corso di formazione nel 2020 articolato in 8 incontri di 2 ore ciascuno con successive supervisioni. Le proposte utilizzano il corpo come dimensione di apprendimento. Verbale, non verbale, paraverbale e cura del setting vengono rivisitati al servizio del paziente e del professionista nella presa in carico del paziente e nel rispetto di se stessi. PAROLE CHIAVE telemedicina; telesalute; relazione; formazione; virtuale.
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Spagnolo, A. G., M. L. Di Pietro et G. « La formazione dei docenti di etica professionale nelle scuole infermieristiche ». Medicina e Morale 40, no 1 (30 avril 1991) : 91–100. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1151.

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La professione infermieristica sta cercando di trovare oggi un ruolo specifico nel campo delle professioni sanitarie, un ruolo che comporti una spedfica identità seppure strettamente collegato alla professione medica. Un recente progetto di legge italiano sul riordino della professione infermieristica ha sollevato numerose perplessità fra gli infermieri stessi e in generale fra gli altri operatori sanitari. Gli autori considerano il punto del progetto di legge che riguarda l'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche. Esso prevede che possano essere qualificati a questo insegnamento gli infermieri che abbiano il titolo di AFD o di DAl. Gli autori ritengono, invece, che tale livello di formazione non sia adeguato per una materia così delicata come l'etica professionale ed essi propongono pertanto l'istituzione di uno specifico corso universitario in cui vengano approfonditi i diversi problemi etici, inquadrati nel campo più vasto della bioetica, conseeguendo alla fine uno specifico grado accademico finalizzato all'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche.
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Zannini, Lucia. « La valutazione delle pratiche riflessive nella formazione medica : esperienze, metodi e ruolo delle tecnologie ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (décembre 2013) : 77–96. http://dx.doi.org/10.3280/erp2013-001006.

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Antonelli, Mauro, Alessandro Porro et Carlo Cristini. « Marcello Cesa-Bianchi e gli sviluppi della psicologia italiana dagli anni '50 al 2000 ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2021) : 17–34. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11585.

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Résumé :
Vasta è stata la produzione scientifica del Professor Marcello Cesa-Bianchi. Nella sua esperienza accademica, durata quasi settant'anni, ha trattato i più svariati temi della psicologia.Nei primi anni di attività si è occupato soprattutto dell'invecchiamento, di metodologia sperimentale, di psicometria, di percezione. Successivamente numerosi altri argomenti sono stati oggetto di approfondimento. Dell'invecchiamento in particolare si è sempre interessato fino al termine della sua lunga vita accademica e scientifica.In questo contributo di prospettiva storica vengono sinteticamente esaminate – oltre ai lavori relativi alla metodologia, alla psicometria e alla percezione – le principali pubblicazioni del Professore riguardo agli studi e alle ricerche sulla psicologia dell'età evolutiva, sulla psicologia del lavoro, sulla psicologia medica, con un particolare riferimento alla formazione complessiva del medico, quali temi fra i più rappresentativi della sua imponente attività scientifica.
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De Caprio, Lorenzo, et Annalisa Di Palma. « La medicina e la morte ». Medicina e Morale 46, no 6 (31 décembre 1997) : 1139–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.862.

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La morte ha occupato in ogni epoca una posizione centrale nella medicina, e la sua stessa storia dimostra come l’impegno del medico a difendere ad oltranza la vita sia una peculiarità della moderna medicina scientifica. D’altra parte, nel passaggio da una società retta da valori tradizionali a quella moderna, gli storici registrano profondi mutamenti nel rapporto tra l’uomo e la morte. Mentre la cultura dominata dalla tradizione religiosa, pur difendendo la vita, accettava la morte come limite dell’uomo e parte integrante della condizione umana; la cultura della Modernità, nella sua ansia di dominare il mondo, ha rimosso e combattuto la morte. Quindi, solo interventi tesi ad introdurre valori umani e morali nella formazione del medico potrebbero riportare “senso” in una pratica medica che rispecchia fedelmente l’ideologia ed i valori di una società dominata dalla ragione tecnico-scientifica. I1 progresso tecnologico ha messo a disposizione dei medici mezzi capaci di salvare vite umane, ma, per l’oblio di misure umane e morali, con gli stessi mezzi, i medici si accaniscono prolungando inutilmente l’agonia del morente. I1 progresso tecnologico sembra così ritorcersi contro l’uomo. I1 dibattito bioetico aspira a ridare dignità al morente, ma s’è arrestato sul lacerante problema dell’eutanasia. Gli autori giudicano grave e pericolosa questa situazione di stallo; infatti, in un’epoca di limiti nelle risorse, la decisione sulla vita e sulla morte s’avvia ad essere condizionata unicamente da valutazioni d’ordine economico.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. « La comunicazione interpersonale : espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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Porro, Alessandro, Antonia Francesca Franchini, Paolo Maria Galimberti, Bruno Falconi et Lorenzo Lorusso. « Salomone Enrico Emilio Franco (1881-1950) di fronte alle leggi razziali Italiane del 1938 ». Acta medico-historica Adriatica 19, no 2 (2021) : 305–21. http://dx.doi.org/10.31952/amha.19.2.8.

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Più di ottant’anni fa le cosiddette Leggi Razziali espulsero gli Ebrei Italiani dalle loro proprietà e da ogni luogo. Gli autori analizzano l’ergobiografia di salomone Enrico Emilio Franco, un anatomopatologo cosmopolita. Nato a Trieste, ma educato a Venezia, egli condusse la sua formazione medica a Padova, fu anatomopatologo all’Ospedale Civile di Venezia, per poi raggiungere il Portogallo. Franco fondò l’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Lisbona. Studiò la leishmaniosi e si dedicò a ricerche di ematologia. Durante la Prima Guerra Mondiale combatté come volontario nel R. Esercito italiano. Fu poi professore di Anatomia patologia nelle Università di Sassari, Bari e Pisa, ma le cosiddette Leggi Razziali lo costrinsero a trovare rifugio in Palestina. Combatté come volontario per la creazione di Eretz Yisrael, ed indi diresse l’Istituto di Patologia della Hadassah a Gerusalemme.
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Costantino, Maria, Amelia Filippelli, Grazia Cioffi, Giuseppina Moccia et Francesco De Caro. « Stewardship per l’utilizzo degli antibiotici. » La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2 (25 juillet 2021) : 11–48. http://dx.doi.org/10.48268/antibioticoresistenza/2021/0001.1.

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Résumé :
Ridurre l’uso eccessivo, incontrollato o inappropriato degli antibiotici, è essenziale per garantire la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’Assistenza Medica. Per prevenire e controllare le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza si possono utilizzare varie strategie: • adozione di programmi di sorveglianza e controllo condivisi a livello nazionale, comprendenti lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici comuni, • implementazione della stewardship antimicrobica e dei programmi di formazione rivolti al personale sanitario, finalizzati alla promozione di una maggiore osservanza delle Linee Guida, • incremento della sorveglianza, effettuando studi di prevalenza ripetuti nel tempo, per poter identificare precocemente eventuali criticità e valutare l’efficacia dei presidi messi in atto, • potenziamento delle strutture ospedaliere, aumento delle camere singole destinate all’isolamento di pazienti particolarmente a rischio, • miglioramento delle procedure di pulizia e sanificazione e dei percorsi dedicati all’igiene delle mani, • promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte non solo al personale sanitario, ma anche ai cittadini, allo scopo di rendere i pazienti parte attiva del processo di lotta alle infezioni.
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Morocutti, Paolo. « Correlazioni positive tra spiritualità e salute : i risultati di alcune indagini / Positive correlations between spirituality and health : results from some surveys ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 41–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.566.

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La dimensione religiosa dell’uomo contribuisce in modo sostanziale al mantenimento della condizione medica generale, migliorando e preservando la qualità della vita. Quanto fa bene la fede? La preghiera fa ammalare meno e guarire prima? La partecipazione ai servizi religiosi porta realmente un effetto positivo sulla salute? Gli studi esaminati in questo articolo sembrano rispondere affermativamente a queste domande, evidenziando la stretta correlazione tra religiosità/spiritualità, salute e benessere fisico e psicologico. L’impatto antropologico e sociologico di tale realtà conduce ad evidenti riflessioni storiche e filosofiche, ma anche mediche e bioetiche, generando l’esigenza di una profonda trasformazione nella formazione del personale sanitario, dove l’aspetto religioso o spirituale non è ritenuto importante, né rilevante nell’approccio medico per la cura e l’assistenza del paziente. Nonostante ciò, numerosi studi approfondiscono ed attestano l’importanza di questo aspetto sia dei singoli, sia dell’intera popolazione. ---------- Religious dimension of man contributes substantially to maintain general medical condition, improving and preserving quality of life. How good is faith? Does prayer make you sick less and get better sooner? Does participation in religious services actually have a positive effect on health? The studies examined within this article seem to answer positively to these questions, highlighting the close correlation between religiosity / spirituality, health and physical and psychological well-being. The anthropological and sociological impact of this reality leads to evident historical and philosophical as well as medical and bioethical reflections, generating the need for a deep transformation of health personnel training, where the religious or spiritual aspect are not considered as important, nor relevant for medical approach to patient’s care. Nevertheless, several studies address and highlight the importance of this aspect for both individuals and whole population.
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Cipressa, Salvatore. « La professione infermieristica : considerazioni etico-deontologiche ». Medicina e Morale 52, no 2 (30 avril 2003) : 283–97. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.671.

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Per qualificare il servizio sanitario e per mantenere un buon livello di professionalità degli operatori sanitari sono necessari sia strumenti tecnicoscientifici, sia una adeguata formazione etico-culturale, che faccia riferimento ad una antropologia cristianamente fondata, che possiamo definire personalista. Si richiede che si abbia una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione che “non è solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna”. Nell’articolo – facendo riferimento a questo modello antropologico – l’Autore delinea alcuni atteggiamenti e comportamenti morali che caratterizzano la professione infermieristica e tracciano l’identità e la figura professionale dell’infermiere. Ne segue che l’infermiere vive con umiltà e correttezza la sua professione, contribuisce a umanizzare l’assistenza sanitaria, considera l’ammalato una persona da amare, ama la vita e si pone a servizio di essa, si impegna in una formazione permanente e collabora con l’équipe medica. Egli è il buon samaritano dei nostri giorni, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità (cf. Lc 10, 29-37). Nel suo rapporto professionale, l’infermiere è chiamato ad instaurare con la persona ammalata una relazione di aiuto vera, competente e terapeutica. Tale relazione costituisce l’essenza della professione infermieristica ed è una relazione particolare di natura etica, che possiamo definire “un incontro tra una fiducia e una coscienza. La ‘fiducia’ di un uomo segnato dalla sofferenza e dalla malattia e perciò bisognevole, il quale si affida alla ‘coscienza’ di un altro uomo che può farsi carico del suo bisogno e che gli va incontro per assisterlo, curarlo, guarirlo”. Per l’infermiere a cui sta a cuore il perfetto esercizio della professione infermieristica, Gesù Cristo è il modello etico-deontologico di riferimento per testimoniare la carità, che ha nella cura e nell’assistenza dei malati la sua peculiare espressione. Esercitando la sua professione con scienza e coscienza, l’infermiere esprime e testimonia la carità di Cristo.
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ODONE, A., S. VISCIARELLI, T. LALIC, F. PEZZETTI, F. SPAGNOLI, C. PASQUARELLA, G. FERRARI et C. SIGNORELLI. « Carcinomi associati al papillomavirus umano : conoscenze, ruolo e attitudini dei medici otorinolaringoiatri in tema di prevenzione ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no 6 (décembre 2015) : 379–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-621.

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L’infezione da papillomavirus umano (HPV), in particolare HPV 16, è un riconosciuto fattore causale delle neoplasie orofaringee. L’incidenza delle neoplasie orofaringee è in aumento in diversi paesi europei, inclusa l’Italia, e negli Stai Uniti dove accurati modelli matematici hanno stimato che supererà quella del cancro alla cervice nella prossima decade. Recenti evidenze scientifiche supportano la potenziale efficacia del vaccino anti-HPV nel controllare quella che è stata definita “l’epidemia di neoplasie HPV-correlate”. In questo contesto, i medici otorinolaringoiatri assumono un ruolo cruciale, non solo nella diagnosi e trattamento di questa patologia, ma anche – come è stato sottolineato dall’American Head and Neck Society – nella prevenzione. Abbiamo condotto un’indagine sulle conoscenze e le attitudini dei medici otorinolaringoiatri italiani in tema di infezione HPV, patologie correlate e prevenzione vaccinale. Si tratta della prima indagine conoscitiva in Italia e in Europa sull’argomento. 262 medici otorinolaringoiatri italiani sono stati reclutati durante il 101° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, tenutosi in maggio 2014. È stato utilizzato un questionario semi-strutturato sviluppato sulla base delle evidenze disponibili in letteratura e del parere di esperti. Le conoscenze e le attitudini sono state descritte e valutate con tecniche di analisi univariata. È stato inoltre costruito uno score composito di conoscenza. I dati dimostrano come i medici otorinolaringoiatri italiani abbiano, in media, un grado di conoscenza buono dell’infezione HPV e un’attitudine positiva nei confronti della prevenzione, in particolare della vaccinazione. I nostri risultati possono essere una utile base per pianificare, implementare e valutare programmi di educazione continua specifici sul tema della prevenzione dell’infezione da HPV. Come dimostriamo nel nostro studio, programmi di educazione continua specifici sono efficaci nell’aumentare il grado di conoscenza dei medici e l’attitudine positiva nei confronti dei programmi di prevenzione; il che contribuisce a promuovere l’adesione alla vaccinazione nei pazienti e nella popolazione generale. Con l’obiettivo generale di controllare l’epidemia di neoplasie HPV-correlate, maggiori risorse ed energie devono essere dedicate alla formazione e alla diffusione della cultura della prevenzione tra i medici otorinolaringoiatri e la comunità medica in generale. In questo contesto, identifichiamo grande potenziale nella collaborazione tra le comunità e le società scientifiche dell’otorinolaringoiatria e la sanità pubblica.
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Cozzoli, Mauro. « Il trapianto di organi nella prospettiva valoriale del dono ». Medicina e Morale 46, no 3 (30 juin 1997) : 461–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.877.

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La chirurgia dei trapianti e la legge di una regolazione giuridica devono rispondere a una logica del dono. Questa pratica medica, infatti, si compie nel contesto di una relazione umana tra il soggetto dell'espianto e il soggetto dell'impianto. L'indole interpersonale dell'evento richiede che il rapporto sia da donatore a beneficiario, che sia cioè riconosciuta e tutelata la natura del dono dei tessuti e organi da trapianto. Si configura così un'etica del dono. Come esigenza etica la gratuità è sotto l'istanza del dovere e della responsabilità. Ovviamente nessuno può costringere a donare. Il dono non è coercibile: si annullerebbe come dono. Ma anche il dono esprime un dovere: non il dovere della legge ma dell'amore/carità, che ci lega al prossimo come nostro “fratello” nell'“economia” della paternità universale divina. Da qui l'invito che l'autore muove a tutti gli operatori sanitari ad annunciare e testimoniare questa etica del dono che ha nella medicina dei trapianti un campo inedito e singolare di promozione oggi di “qualità della vita”, della vita tout court. L'etica del dono non solo non contrasta ma appella essa stessa un ordine legale che la supporti e la favorisca. Una legalità che offra la possibilità effettiva a tutti, attraverso un'organica azione di informazione e formazione, di fare la propria scelta e di esprimerla, e che si faccia giuridicamente garante delle esigenze e della vita del donatore anche in merito al “consenso presunto”.
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Ancona, Leonardo. « Book Review : La formazione del medico alla relazione psicologica. Large, Median and Small Groups 1991–2000 : Glossario Ipertestuale dei Concetti Operativi per la Didattica Formativa alla Facolta Medica dell'Universita di Bari, Adriatica Universitaria Editrice ». Group Analysis 38, no 3 (septembre 2005) : 470–71. http://dx.doi.org/10.1177/053331640503800312.

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ARAÚJO, Eline Gomes de, Carolina Albuquerque da PAZ et Lorena Albuquerque de MELO. « Pistas para um estudo do sensível ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 393. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244917.

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RESUMOEste artigo tem por inspiração escrever sobre os caminhos trilhados pelo laboratório de sensibilidades do curso de medicina, do Núcleo de Ciências da Vida (NCV) da Universidade Federal de Pernambuco (UFPE) – campus agreste em Caruaru-PE, e sugerir algumas pistas para a formação sensível no campo da saúde, a partir da experiência vivida pelos docentes do laboratório e do curso. Também apresenta de forma breve as discussões que ocorreram durante o primeiro ENSENSI – Encontro Nacional Sobre o Sensível nas Graduações em Saúde, com o tema “a (Re)Existência do Sensível”, organizado por este curso, em 2018. Tem por objetivo problematizar os caminhos, as estratégias políticopedagógicas do laboratório e o desenho pedagógico que ganhou forma. Discute a possível transformação do paradigma da formação em saúde e especialmente a formação médica. Educação médica. Sensibilidades. Laboratório de sensibilidades. Arte e medicina. Trails to a study of the sensitive ABSTRACT This article is inspired by writing about the paths taken by the laboratory of sensitivities of the medical course of the Life Sciences Nucleus (NCV) of the Federal University of Pernambuco (UFPE) - in Caruaru-PE, and to suggest some clues for sensitive education in the health field in higher education, based on the experience lived by the laboratory and course teachers. It also briefly presents the discussions that took place during the first ENSENSI - National Meeting on the Sensitive in Health Graduations, with the theme “the (Re) Existence of the Sensitive”, organized by this course in 2018. It aims to problematize the paths, the political-pedagogical strategies of the laboratory and the pedagogical design that took shape. It discusses the possible transformation of the health education paradigm and especially medical education.Medical education. Sensitivities. Sensitivity laboratory. Art and Medicine. Huellas Para un Estudio de lo Sensible RESUMEN Este artículo está inspirado para escribir sobre los caminos tomados por el laboratorio de sensibilidad del curso de medicina, en el Centro de Ciencias de la Vida (NCV) de la Universidad Federal de Pernambuco (UFPE), campus en agreste en Caruaru-PE, y para sugerir algunas huellas para la formación sensible en el campo de la salud, basada en la experiencia vivida por los maestros del laboratorio y del curso. También presenta brevemente las discusiones que tuvieron lugar durante la primera ENSENSI - Encuentro Nacional sobre el Sensible en las Graduaciones en Salud, con el tema "la (Re) existencia de lo sensible", organizado por este curso, en 2018. Su objetivo es problematizar los caminos, las estrategias político-pedagógicas del laboratorio y el diseño pedagógico que tomó forma. Discute la posible transformación del paradigma de formación en salud y especialmente la capacitación médica. Educación Médica. Sensibilidades Laboratorio de sensibilidad. Arte y medicina. Indizi su uno Studio di Sensibilità SINTESE Questo articolo si ispira scrivendo sui percorsi intrapresi dal laboratorio di sensibilità del corso medico del Life Sciences Nucleus (NCV) dell'Università Federale del Pernambuco (UFPE) – nel campus di Caruaru-PE, e suggerendo alcuni indizi per formazione sensibile in campo sanitario, basata sull'esperienza vissuta dal laboratorio e dagli insegnanti del corso. Presenta inoltre brevemente le discussioni svoltesi durante il primo ENSENSI - Incontro nazionale sulle graduatorie sensibili in salute, con il tema "La (ri) esistenza del sensibile", organizzato da questo corso nel 2018. Ha lo scopo di problematizzare il percorsi, le strategie politico-pedagogiche del laboratorio e il design pedagogico che ha preso forma. Discute la possibile trasformazione del paradigma dell'educazione sanitaria e in particolare dell'educazione medica. Educazione medica. Sensibilità. Laboratorio di sensibilità. Arte e medicina.
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BUSONI, M., A. DEGANELLO et O. GALLO. « Fistola faringocutanea dopo laringectomia totale : analisi dei fattori di rischio, della prognosi e delle modalità di trattamento ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no 6 (décembre 2015) : 400–405. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-626.

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In questo studio sono state valutate l’incidenza, i fattori di rischio e le modalità di trattamento in pazienti con fistola faringocutanea dopo laringectomia totale primaria e di salvataggio. Nel periodo compreso tra gennaio 1999 e ottobre 2014, 352 pazienti affetti da carcinoma squamocellulare della laringe sono stati sottoposti a laringectomia totale. Il decosro postoperatorio di 86 pazienti è stato complicato dall’insorgenza di fistola fainrogcutanea. Questi sono stati comparati in uno studio caso-controllo con 86 pazienti selezionati tramite software, fra quelli che non avevano sviluppato la fistola salivare. L’incidenza globale di fistola dopo laringectomia totale è stata del 24,4%, rispettivamente abbiamo registrato incidenze del 19,0%, del 28,6% e del 30,3% dopo laringectomia totale primaria, dopo radioterapia e dopo radiochemioterapia. L’analisi multivariata ha rivelato che per ipoalbuminemia ≤3,5 g/dL, per pregressa radioterapia e radiochemioterapia il rischio relativo di sviluppo di fistola è stato rispettivamente 2,47, 3,09 e 7,69. In caso di laringectomia totale di salvataggio abbiamo registrato una comparsa precoce della fistola entro i primi 10 giorni postoperatori. Le modalità di trattamento della fistola faringocutanea sono risultate essere significativamente differenti in caso di laringectomia totale primaria, dopo radioterapia e dopo radiochemioterapia. Infatti, mentre nel primo caso è stato sufficiente un trattamento di tipo conservativo (93,55%), dopo chemioradioterapia ha prevalso il ricorso a tecniche chirurgiche ricostruttive con lembi regionali (58,82%). Nel caso dei pazienti radiotrattati, le opzioni terapeutiche della fistola sono risultate essere equamente distribuite tra quella medica, eventualmente con l’aggiunta dell’ossigenoterapia iperbarica, e quella chirurgica ricostruttiva. La conoscenza dei fattori di rischio soggettivi e il loro valore prognostico, permettono al chirurgo di pianificare le strategie preventive al fine di ridurre il rischio di formazione della complicanza e, conseguentemente, dei tempi di degenza e dei relativi costi.
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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella et R. Nardi. « Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia : il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale ». Italian Journal of Medicine 3, no 1 (31 décembre 2015) : 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Lanzo, Alessandra, Giuseppe Quintaliani et Anna Colaci. « Medici e pazienti sul web ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 2 (25 juin 2014) : 192–95. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.887.

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Il web 2.0 e i nuovi media stanno progressivamente facendo la loro comparsa in campo medico. Da più parti i feed RSS, i podcast, i blog, i wiki, i social network, le on-line community e i social media, grazie alla loro semplicità d'uso e alla rapidità con la quale si stanno diffondendo, vengono indicati come strumenti innovativi per la formazione di medici, operatori sanitari, infermieri e studenti di medicina e per il loro continuo aggiornamento. L'articolo illustra le applicazioni dei principali strumenti del web 2.0 e dei social media in nefrologia e come tali strumenti stiano trasformando il modo di aggiornarsi in rete dei medici, in particolare nefrologi, e dei sanitari tutti, oltre a sottolineare come la comunicazione stia diventando sempre più un sistema di management integrato. (Clinical_Management)
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Manzoli, Francesco Antonio. « La formazione del medico specialista nella prospettiva europea ». Medicina e Morale 39, no 2 (30 avril 1990) : 253–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1181.

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L'autore affronta il problema della formazione del medico specialista in Italia. In relazione all'apertura delle frontiere europee del 1993 che comporterà una libera circolazione sia dei pazienti che dei medici, e un libero mercato delle compagnie di assicurazione, dei farmaci e delle biotecnologie. ln particolare, riferendosi al DPR 162/82, si sofferma sul riordino delle Scuole di specializzazione, avanzando utili proposte per un adeguamento alle tipologie europee, soprattutto del livello di aggiornamento tecnico-culturale.
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Parietti, Piero, Elisa Faretta, Antonio Minervino et Fausto Agresta. « La relazione interpersonale : un problema di formazione. I gruppi Balint ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juillet 2011) : 81–94. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002006.

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La formazione degli operatori inseriti nei diversi ambiti istituzionali, specialmente in quello sanitario, si č andato sempre piů imponendo con il progressivo incremento delle conoscenze e della evoluzione tecnica. La impostazione della medicina psicosomatica, sorta dalla psicoanalisi, si č posta da tempo il problema della formazione del medico alla relazione interpersonale con il paziente, soprattutto a partire dall'opera di Michael Balint. Nel presente lavoro tratteremo il problema della formazione del medico nella relazione con il suo paziente, in riferimento alla particolare modalitŕ formativa: quella proposta da Balint e seguendo il percorso compiuto dalla Societŕ Italiana di Medicina Psicosomatica (SIMP).
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Giardina, Simona, Pietro Refolo et Antonio G. Spagnolo. « Il rito della lettura nella formazione del futuro medico : alcune riflessioni a partire dalla bedside library di Sir William Osler ». Medicina e Morale 70, no 2 (26 juillet 2021) : 195–203. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.937.

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Facendo proprie le riflessioni della scrittrice iraniana Azar Nafisi (“La Repubblica dell’immaginazione”, 2015), secondo la quale la conoscenza immaginativa pragmatica e ispirandosi al grande medico William Osler (1849- 1919), bibliofilo appassionato, che stil una lista di testi classici che ogni futuro medico avrebbe dovuto leggere – la c.d. bedside library –, gli Autori sottolineano l’importanza dei libri classici per la crescita personale dei medici e per la loro competenza clinica. Anche Italo Calvino affermava che ci sono cose che solo la letteratura pu dare con i suoi mezzi specifici (Lezioni americane, 1988). La grande letteratura un ponte che consente il dialogo a prescindere dai reciproci mondi di appartenenza (universalit ); luogo dell’immedesimazione (empatia); porta alla luce gli archetipi del comportamento umano (risonanza etica). Su questi presupposti si basa l’idea di stimolare la lettura dei classici sin dal primo anno della formazione degli studenti di medicina nell’ambito delle Medical Humanities.
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Lorenzi, F. « Breve Storia del Metodo Gemellare ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 46, no 4 (octobre 1997) : 231–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000000465.

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I gemelli sono i rappresentanti di un'eccezione biologica della specie umana, di un avvenimento fuori dal consueto, per cui il parto della donna non dà origine ad un nuovo essere, ma a due o più rappresentanti della specie. Questa eccezione è così evidente e caratteristica che non ha mancato, come non manca, di impressionare l'intelligenza e la fantasia dell'uomo presso ogni popolo e in ogni epoca della storia.Anche il sapere medico, prima ancora che si organizzasse in scienza, ha fermato la sua attenzione sul fenomeno della gemellanza cercandone la causa e le applicazioni.Secondo la scienza Talmudica la nascita dei gemelli è dovuta al fatto che una goccia di sperma si è divisa in due parti. Del pari Ippocrate ritiene che il concepimento gemellare avvenga per la bipartizione dello sperma e ciascuna parte penetri in una delle due corna dell'utero. Nell'antichità classica il fenomeno della gemellarità fu riportato al caso delle formazioni doppie dovuto, secondo Empedocle, ad un eccesso dello sperma emesso in una sola volta, dovuto invece, secondo Democrito, allo sperma emesso in più volte, ad ognuna delle quali corrisponderebbe un embrione.Secondo Aristotele invece, le mostruosità doppie «sarebbero originate da un fenomeno di concrescenza per il quale due embrioni, dapprima separati, vengono a fondersi parzialmente, in modo da costituire una sola formazione, nella quale però sono riconoscibili le due componenti».Galeno sembra accettare l'ipotesi di Empedocle, aggiungendo tuttavia che il calore eccessivo dell'utero possa dividere il seme in più parti, donde originerebbe formazioni doppie, triple, ecc… Plinio non aggiunge nulla di nuovo alle idee dominanti e si limita a fornire descrizioni più o meno esaurienti di gravidanze multiple.
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Viafora, Corrado. « Formazione bioetica : presupposti teorici ed esperienze pratiche ». Medicina e Morale 51, no 3 (30 juin 2002) : 453–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.694.

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Résumé :
Il saggio tratta della formazione bioetica, campo di attività in continua espansione. Acquisita ormai la convinzione che una gestione del progresso biomedico all’altezza dei valori in gioco non possa essere contenuta entro la sola normatività medico-sanitaria, si tende a sensibilizzare alla bioetica una cerchia sempre più vasta. Sullo sfondo di questo fenomeno si indicano i presupposti di carattere epistemologico alla base della formazione bioetica. La presentazione di una serie di diversificate esperienze pratiche nel campo della formazione bioetica, sia in ambito medico che in ambito filosofico, sia per quanto riguarda la formazione di base che la formazione permanente permette di focalizzare i parametri della progettualità educativa: differenziare le finalità, specificare gli obiettivi, articolare contenuti e metodi, aggiustare tempi e modalità di verifica. Le esperienze riportate fanno insieme emergere le questioni da affrontare per portare la bioetica verso la sua maturità pedagogica. Il saggio si conclude con un riferimento ad alcune dinamiche che, per quanto rispondenti anche ai bisogni di formazione bioetica, appartengono prima ancora a ogni maturazione etica: a. la dinamica di reciprocità tra dimensione personale e dimensione culturale; b. la dinamica di circolarità tra problemi-casi particolari e principi generali; c. la dinamica della tolleranza e del dialogo; d. la dinamica della responsabilità, con particolare riferimento alle “sfide” (Z. Bauman) poste dalle attuali strategie della sua “neutralizzazione”.
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W. Saba, George. « La formazione sistemica dei medici di famiglia ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 45 (mai 2017) : 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/pr2017-045001.

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Saltini, Anna, Davide Cappellari, Paola Cellerino, Lidia Del Piccolo et Christa Zimmermann. « An instrument for evaluating medical interview in general practice : the VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification System/Doctor) ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 210–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007405.

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RIASSUNTOScopo - Valutare l'attendibilita del VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification Systeml/Doctor) e identificare gli interventi adottati dai medici di medicina generale durante la conduzione dell'intervista con pazienti con disturbi organici e disagio emotivo. Setting - Lo studio e stato condotto nel territorio di Verona-Sud, presso due ambulatori di Medicina Generale. Campione - 100 pazienti che hanno consultato i medici per un problema di salute nuovo e che hanno riportato al GHQ-12 un punteggio > 3. I cinque medici coinvolti nello studio hanno contribuito ciascuno con 20 interviste audioregistrate (10 condotte con pazienti giudicati con disagio emotivo e 10 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Principali misure utilizzate — Il VR-MICS/D consente di classificare il comportamento verbale adottato dal medico durante la conduzione dell'intervista e consente di valutarne lo stile. Lo strumento à costituito da 16 categorie definite in base a formulazione (domanda, affermazdone) e contenuto. Procedura - Due rater hanno classificato 30 interviste (15 condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo e 15 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Dopo aver verificato l'attendibilita del VR-MICS/D, e stata valutata la performance dei medici (classificazione delle 100 interviste) e sono stati confrontati i comportamenti verbali adottati con pazienti giudicati con disagio emotivo e senza disagio, secondo il giudizio dei medici. Risultati - Il VR-MICS/D ha dimostrato una buona attendibilita (Kappa di Cohen 0.93). La percentuale di accordo delle categorie è compresa tra 78.2% e 96.4%. I comportamenti verbali piu frequenti sono «domande chiuse» e «dare informazioni» (55.0% sul totale dei comportamenti verbali classificati n = 5522). Ciò che contraddistingue le interviste condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo sono gli specifici contenuti affrontati (psicologico e psicosociale) e i commenti di chiarificazione e di facilitazione. Queste differenze non sono comunque marcate, nonostante siano statisticamente significative. Conclusioni - Il VR-MICS/D è uno strumento attendibile che permette di classificare il comportamento verbale adottato dai medici durante la conduzione delle interviste con pazienti con disagio emotivo. Lo stile di intervista dei medici che hanno partecipato allo studio e simile a quello descritto in letteratura per i medici che non hanno ricevuto una formazione alle tecniche comunicative ed è caratterizzato da un approccio essenzialmente centrato sul medico e sulle sue conoscenze. Questo tipo di approccio, in particolare con pazienti con disagio emotivo, comporta notevoli limitazioni ed evidenzia la necessita di introdurre interventi di formazione alle tecniche di intervista.
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Milani, Paola, et Gian Luigi Marseglia. « Integrazione dei servizi e formazione degli operatori per l’infanzia ». Medico e Bambino 40, no 4 (23 avril 2021) : 245–46. http://dx.doi.org/10.53126/meb40245.

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L’articolo pubblicato su Medico e bambino (2021;40(4):237-244. doi: 10.53126/MEB40237) sollecita una riflessione che riguarda sia la formazione del pediatra e degli altri operatori dell’infanzia sia le modalità per un lavoro maggiormente integrato a supporto del bambino e della famiglia, in un’ottica sia preventiva che di sostegno in condizioni di vulnerabilità, esigenze oggi più che mai attuali. Medico e Bambino ha quindi chiesto un commento a due persone che, provenienti da settori disciplinari diversi, sono impegnate sia sul versante della formazione che su quello dell’intervento
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Scanziani, Renzo, Sara Auricchio, Marco Pozzi et Beatrice Dozio. « Dialisi peritoneale : dialisi marginale ? Opinioni a confronto ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (19 février 2014) : S69—S70. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.980.

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Résumé :
La dialisi peritoneale offre diversi vantaggi rispetto all'emodialisi, inclusa una migliore qualità di vita. Nonostante la sua evoluzione scientifica e tecnologica, resta una metodica marginale. A nostro avviso, aIcuni dei principali fattori responsabili della bassa penetranza della dialisi peritoneale sono da ricercare nella debole motivazione dei nefrologi, appesantita da un aggiornamento spesso inadeguato di medici e infermieri, dalla scarsa formazione dei medici specializzandi e dalla mancanza di un ambulatorio correttamente organizzato con personale motivato e dedicato. Ulteriori investimenti ad ampio spettro sono, quindi, necessari per risollevare le sorti della dialisi peritoneale; tra essi, l'investimento sulla ricerca, sulla formazione e sull'integrazione tra ospedale e territorio.
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Mari, Massimo, Luca Di Maio, Paola Gremigni, Marinella Sommaruga et Walter Grassi. « Comunicare con i pazienti : un Gruppo Operativo in Reumatologia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mai 2011) : 135–47. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001010.

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Résumé :
Un'efficace comunicazione č un importante indicatore della qualitŕ dei servizi ospedalieri. Questo contributo presenta i risultati di una ricerca-intervento sulle abilitŕ comunicative dei membri di un'équipe reumatologica ospedaliera dopo un corso di formazione sulla comunicazione. L'esperienza ha coinvolto ventitré operatori sanitari (78.3% femmine, etŕ media 38.3 ± 9.7 anni) della Clinica Reumatologica dell'Universitŕ Politecnica delle Marche (52.2% infermieri, 30.4% medici, 13% OSS, 4% biologi) in un corso di aggiornamento basato sulla tecnica del Gruppo Operativo di E. Pichon Rivičre. Gli operatori hanno valutato le proprie capacitŕ comunicative, prima e dopo il corso, con il Health Care Communication Questionnaire (HCCQ). Il HCCQ č stato inoltre compilato da trentatré pazienti della Clinica all'inizio del corso e da trentaquattro alla fine, per riportare l'esperienza comunicativa con gli operatori. I risultati mostrano una tendenza al miglioramento nella maggior parte delle dimensioni del HCCQ-P auto-valutate dagli operatori e un miglioramento significativo (p &lt; 0.05) nella valutazione dei pazienti con il HCCQ. Tale risultato incoraggia la formazione degli operatori delle équipe ospedaliere nell'ambito della comunicazione con il paziente.
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Sgreccia, Elio. « Il ruolo della bioetica nella formazione del medico europeo ». Medicina e Morale 39, no 6 (31 décembre 1990) : 1115–28. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1152.

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Vezzani, Gabriele. « Tracce : Medicina di base e gruppi Balint dagli anni 1970 a oggi / Alcune note sul rapporto medicina generale/psicoterapia (1991) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 2 (mai 2012) : 241–48. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002005.

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Résumé :
Vengono fatte alcune considerazioni sul rapporto tra medicina generale e psicoterapia, sottolineando anche la importanza della formazione dei medici di base tramite il metodo dei gruppi Balint. Questo scritto č una sintesi dell'intervento tenuto al convegno "Psichiatria e medicina di base" (Reggio Emilia, 25 gennaio 1991) Qui č preceduto da una dettagliata nota introduttiva dell'Autore in cui viene ripercorsa la storia del rinnovamento nell'assistenza sociosanitaria, e dell'attenzione allora prestata dalle amministrazioni pubbliche verso la formazione dei medici di base, a Reggio Emilia negli anni 1970-80. Questo rinnovamento, che investiva anche altri settori (welfare, igiene ambientale, psichiatria, medicina del lavoro, ospedali, scuola, ecc.), piů tardi subě un arresto, le cui cause vengono qui brevemente discusse.
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Giardina, Simona, et Antonio G. Spagnolo. « Perché i medici dovrebbero (ri)leggere i classici / Why doctors should (ri)read classics ». Medicina e Morale 66, no 5 (20 décembre 2017) : 581–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.507.

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Résumé :
Prendendo spunto dal saggio dello scrittore Italo Calvino, Perché leggere i classici, e delle riflessioni della scrittrice iraniana Azar Nafisi nel saggio La repubblica dell’immaginazione, gli Autori conducono una riflessione sull’importanza dei libri classici in particolare per la formazione di un medico, sottolineando come questi contribuiscano alla sua formazione personale e arricchiscano anche il training clinico. ---------- Inspired by Italo Calvino’s essay, Why Read the Classics, and by the reflections of the Iranian writer Azar Nafisi in her essay The Republic of the Imagination, the Authors present their thoughts on the importance of the classics, in particular for the formation of a physician. They underline how the classics contribute to the physician’s personal formation and his or her clinical training.
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Spagnolo, Spagnolo, N. Magnavita, A. R. Morgani, F. Tortoreto et E. Sgreccia. « Responsabilità etico-deontologiche del medico del lavoro di fronte all’infezione da HIV ». Medicina e Morale 46, no 4 (31 août 1997) : 665–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.870.

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Fra i problemi etico-sociali che l’infezione da HIV ha sollevato, quello delle ripercussioni in ambito lavorativo è certamente rilevante, sia per l’aumento della sieropositività fra la popolazione lavorativa sia per il possibile verificarsi di condotte discriminanti come l’ingiustificato rifiuto di un posto di lavoro o l’allontanamento da esso. Fra le molte responsabilità coinvolte e correlate fra loro, la riflessione e lo studio degli autori si incentrano su quella del medico del lavoro che, infatti, è chiamato a valutare situazioni delicate come la reale entità del rischio di infezione connesso con lo specifico lavorativo e con la presenza di lavoratori infetti, l’influenza negativa dell’ambiente lavorativo su tali lavoratori, la loro idoneità ai compiti lavorativi specifici. La funzione valutativa del medico del lavoro, dunque, esige competenza scientifico-professionale ma implica anche una dimensione di responsabilità etico-deontologica, strettamente connessa a particolari aspetti della infezione da HIV come quello della riservatezza, della discriminazione, della imposizione di procedure non scientificamente fondate, dell’attività di prevenzione e di formazione. Dopo un’analisi della normativa italiana ed auropea a riguardo, gli autori descrivono un’indagine conoscitiva svolta fra i medici del lavoro della regione Lazio, invitati a fornire le proprie opinioni circa alcuni aspetti cruciali dell’infezione da HIV, tramite un questionario di quindici domande. Dalla calutazione e dalla discussione dei dati emersi da tale indagine scaturiscono necessarie considerazioni che in conclusione portano gli autori a delineare gli obiettivi prioritari da perseguire in materia di infezione da HIVnell’ambiente di lavoro: 1) tutela dei diritti dei soggetti colpiti dall’infezione; 2) informazione e formazione dei lavoratori; 3) salubrità dell’ambiente di lavoro.
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Fava, Francesca, et Giovanna Failla. « Il Laboratorio Teatrale dell'Università Campus Bio-Medico di Roma : dieci anni tra scienza, medicina e teatro ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 157–64. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002012.

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Il contributo evidenzia il ruolo didattico del Laboratorio Teatrale all'interno del piano formativo dell'Università Campus Bio-Medico di Roma attraverso la narrazione dei suoi primi dieci anni di vita (2011-2021). È analizzata la specificità didattica del Laboratorio Teatrale come formazione attiva, emotiva ed espressiva rivolta agli allievi, capace di promuovere la salute, il benessere e incentivare virtuosi processi di umanizzazione delle cure. Attraverso testimonianze di studenti, alumni e docenti che hanno partecipato ad alcune produzioni particolarmente significative, si evince come le pratiche teatrali abbiano saputo influenzare efficacemente la formazione umanistica degli allievi e come questa esperienza abbia creato coesione sociale e identità di gruppo, sulla vita universitaria e sulla comunità del Policlinico Universitario. In particolare, il laboratorio teatrale è stato in grado di: influenzare positivamente i determinanti sociali della salute, incoraggiare comportamenti di promozione della salute, sviluppare l'empatia e fornire una visione più ampia della salute e dell'assistenza clinica.
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Pecoraro Scanio, Francesca. « Tra psicologia e giustizia : il mobbing genitoriale e la Parental Alienation Syndrome ». GROUNDING, no 2 (janvier 2013) : 65–76. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002005.

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L'autrice illustra come attraverso l'analisi del contesto della formazione dei legami familiari e l'osservazione delle dinamiche che possono determinarne la rottura e la nascita di una separazione conflittuale si č arrivati a delineare il quadro del Mobbing Genitoriale e la Sindrome di Alienazione Genitoriale o PAS (Parental Alienation Syndrome). Si tratta di un problema che ha una certa incidenza e che vede i figli manipolati nella lotta tra i genitori.
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Sebastiani, Giuseppe, et Annalisa Falcone. « Cultura e pratica psichiatrica nella medicina di base. Una indagine sui medici di Bari ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no 3 (décembre 1993) : 205–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000703x.

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RiassuntoScopo - Fornire informazioni sui rapporti tra medicina generale e psichiatria nelFItalia meridionale, facendo luce su attitudini, opinioni e comportamenti dei medici di base inerenti a problemi e situazioni di carattere psichiatrico o, in generale, emotivo. Disegno - Invio di un questionario contenente domande sulla gestione dei pazienti portatori di problemi psicologico/psichiatrici in relazione alle variabili demografiche e di formazione professionale dei medici stessi. Setting - Medicina di base di Bari. Principali misure utilizzate - Confronto fra le caratteristiche dei medici che hanno risposto al questionario e quelle della popolazione totale mediante il test del chi-quadrato nonché percentuali di risposte alle varie domande. Risultati - Ha restituito il questionario circa il 20% dei medici, fra i quali il numero di soggetti in possesso di specializzazione(-i) è significativamente maggiore che nella popolazione totale. Le attività formative in campo psichiatrico, ritenute necessarie dal 94% dei partecipanti, sono peraltro piu regolarmente praticate da non oltre il 13% degli stessi. Il 56% dei medici stima la morbilità psichiatrica nel 10-30% delle visite. Soltanto il 19% dei partecipanti è d'accordo nel considerare la legge 180 «un salto di qualita nell'assistenza del paziente psichiatrico». Il 53% dei medici inviano i pazienti allo psichiatra in meno del 10% dei casi (il 60% delle volte per problemi di tipo ansioso-depressivo). Nel 25% circa dei disturbi psicosomatici vengono prescritti antispastici, mentre «cerebroattivi» e «ricostituenti» sono utilizzati rispettivamente nel 75 e 23% delle condizioni di astenia psichica e scadimento della performance intellettuale. Conclusioni - La bassa percentuale di medici che hanno risposto al questionario limita la generalizzabilità dei dati ottenuti. In base al campione raccolto sembrano comunque doversi sottolineare la percezione della difficoltà di gestire il disagio emotivo (peraltro di comune riscontro nella pratica quotidiana), l'esigenza di disporre di piu ampie opportunita di formazione specifica e di coUaborazione con gli psichiatri (a fronte della scarsa integrazione attuale) e la necessità di una maggiore razionalizzazione dei trattamenti farmacologici.
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Cipolli, Carlo, et Marco Poli. « L'insegnamento delle discipline psicologiche nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia : il contributo di Marcello Cesa-Bianchi ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2021) : 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11604.

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Marcello Cesa-Bianchi (1926-2018) &egrave; stato professore ordinario di Psicologia generale per 40 anni nella Facolt&agrave; di Medicina e Chirurgia dell'Universit&agrave; Statale di Milano. Una parte rilevante della sua attivit&agrave; istituzionale &egrave; stata indirizzata alla valorizzazione delle funzioni didattiche delle discipline psicologiche nellaformazione degli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Questo obiettivo &egrave; stato perseguito fin dagli anni '70, in parallelo con a) l'evoluzione delle competenze richieste ai nuovi medici dal nuovo approccio centrato sul paziente in medicina, b) l'incremento di complessit&agrave; delle attivit&agrave; cliniche all'interno degli ospedali generali, c) l'armonizzazione dei corsi di studio per la formazione dei medici come presupposto per la loro libera circolazione negli stati aderenti alla Comunit&agrave; (poi Unione) Europea.L'avvio di questo processo di armonizzazione, all'inizio degli anni '80, forn&igrave; l'opportunit&agrave; di coordinare le indicazioni derivate da esperienze didattiche innovative realizzate in alcune facolt&agrave; mediche (in particolare, nelle Universit&agrave; di Milano Statale, Bologna, Napoli Federico II) e di presentarle alle commissioni ministeriali impegnate prima nella revisione dell'ordinamento didattico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1986 (la cosiddetta Nuova Tabella XVIII) e nel suo adeguamento nel 1996, e poi al definitivo ordinamento, nell'ambito della generale riorganizzazione degli studi universitari disposta dal Decreto Legislativo n. 509 del 1999.Per stimolare le innovazioni nella didattica delle discipline psicologiche e la presentazione di proposte ufficiali per le modifiche degli ordinamenti didattici prima del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e poi di tutti i corsi di laurea e laurea specialistica dell'area sanitaria Cesa-Bianchi promosse numerosi convegnia partire dal 1986 e la costituzione del Collegio dei docenti e ricercatori di discipline psicologiche nelle Facolt&agrave; di Medicina e Chirurgia nel 1993. Attraverso questo organismo vennero elaborate e presentate ufficialmente le proposte che hanno portato ad inserire definitivamente la psicologia generale tra le discipline per la formazione di base del medico e dei laureati delle professioni sanitarie, e la psicologia clinica tra le discipline caratterizzanti per gli stessi corsi di studio. Un risultato altrettanto importante e duraturo &egrave; stato l'inserimento di specifiche competenze professionali (comunicative relazionali) da acquisire attraverso le discipline psicologiche.
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Mezzetti Pantanelli, Renata. « Movimento espressivo e bioenergetica : un percorso di vita ». GROUNDING, no 2 (janvier 2013) : 85–93. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002007.

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L'autrice č stata insegnante di Ginnastica Ritmica all'ISEF-IUSM (Istituto Superiore di Educazione Fisica, poi Istituto Universitario di Scienze Motorie) di Roma. Ha frequentato il 2° Training di formazione in analisi bioenergetica della Siab con lo scopo di integrare i fondamenti dell'analisi bioenergetica con la ginnastica ritmica. Il contributo illustra il frutto dell'integrazione nei suoi elementi principali, fornendo anche una revisione del concetto stesso di sport. L'autrice ha, inoltre, sviluppato l'insegnamento della ginnastica ritmica per gli allievi maschi in gruppi misti.
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Gnani, Luca. « Proporzionale quasi per caso : il singolo voto trasferibile ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 62, no 2 (30 décembre 2009) : 75–118. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10154.

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Una lontana genesi e una scarsa adozione Come funziona I difetti logico-formali Il voto strategico Il coordianmento strategico dei partiti Strategia e processo di formazione del Governo La proporzionalistà del STV Inplicazioni politiche del STV in EIRE: numero di partiti, stabilità del governo e sottorappresentazione dei partiti radicali Come classificarlo?
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Alessandra Anichini, Cosimo Di Bari, Monica Dalbon et Fabrizia Lunel. « Digital storytelling per l’infanzia ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 280–93. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.171.

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Proponiamo il racconto di un’esperienza condotta da alcune classi di scuola dell’infanzia della provincia di Trento, durante l’anno scolastico 2019/2020, il primo della pandemia. L’attività di formazione e la relativa sperimentazione nelle classi si è incentrata sull’utilizzo di un particolare strumento digitale, l’i-Theatre, che consente l'effettuazione di percorsi di Media Education nella scuola dei piccoli. Il percorso ci ha permesso di avviare con i docenti una riflessione su questo tema, partendo dalla domanda di fondo se l’introduzione della tecnologia in questo ordine di scuola sia auspicabile.
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Tarantino, Francesco. « Il voto degli italiani all'estero : le difficoltà incontrate in Argentina nell'attuazione delle norme ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no 1 (30 juin 2007) : 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10223.

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La complessa riforma del voto all'estero Il passaggio delle norme alla prassi in Argentina, alla vigilia delle elezioni politiche 2006 La formazione degli elenchi elettorali: uno spunto di riflessione sulla certezza del voto L'invio e il recapito dei plichi elettorali: uno spunto di riflessione sulla sicurezza del voto Le elezioni politiche del 2006 in Argentina: partecipazione e risultati elettorali
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Baronciani, Dante, Luciana Nicoli, Massimo Masi et Isa Ruffilli. « La formazione dei medici alla diagnosi di abuso come importante contributo al miglioramento della rilevazione ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (juin 2009) : 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mal2009-002006.

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- The limited contribution of doctors to the notification of suspected abuse cases stems, for the most part, out of the limited knowledge of physical signs of abuse. In this paper the authors illustrate a specific project of education of doctors about physical signs of abuse, based on the use of an information tool available both on paper and on the web. An example is discussed in the paper, about fractures: details are given about a diagnostic algorithm, which requests the presence (or the consultation with) specifically trained doctors, intended to increase diagnostic accuracy (reducing both false positive and false negative cases).Key words: child abuse, fractures, Rx imaging, diagnosis.Parole chiave: abuso, fratture, immagini radiologiche, diagnosi.
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Miceli, Andrea, Battista Guidi, Silvia Perrini et Pierluca Ceccarelli. « Una formazione esofitica della parete toracica anteriore : quando la diagnosi è solo istologica ». Medico e Bambino Pagine elettroniche 25, no 4 (30 avril 2022) : 86–88. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxva086.

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The paper describes the case of a newborn child presenting with an exophytic thoracic lesion since birth, with no common features described before in infants. All exams made at the initial process of diagnosis were negative. The long follow-up confirmed the non-progressive growing of the lesion and the hist logic investigation, following the surgical removing, allowed the real nature of the lesion to be eventually discovered. The paper shows that a common lesion in newborn children may appear with unusual characteristics, so clinicians must assess all possible diagnosis with a proper workup that includes the medical examination as well as the radiologic and surgery intervention if needed.
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Masotti, Stefano. « Il corpo emotivo e poetico ». GROUNDING, no 2 (janvier 2013) : 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002004.

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L'insegnamento della bioenergetica presso due Accademie d'Arte Drammatica, diviene occasione per riflettere sulla possibile implementazione di conoscenze e pratiche delle psicoterapie a mediazione corporea nei contesti di formazione degli attori, per contribuire ad aumentare quella credibilitŕ del teatro contemporaneo che si ritiene oggigiorno indebolita. Il teatro della rappresentazione dell'altro, del personaggio come soggetto altro da sé, per ottenere l'approvazione del pubblico, č ipotizzato come una reiterazione del meccanismo che ha prodotto il falso Sé nelle persone, per ricercare nell'infanzia l'approvazione familiare. Č ritenuto una forma di resistenza al cambiamento, per la difficoltŕ di incontrare se stessi.
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Guillerme, Jean-Marc, et Guy Tonella. « Il sogno e il lavoro sui sogni in analisi bioenergetica ». GROUNDING, no 2 (août 2010) : 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/gro2009-002002.

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Le prospettive teoriche aperte da Freud, Reich e Lowen ci hanno portato a precisare la nostra concezione della formazione del sogno e a elaborare una metodologia clinica atta a utilizzarlo pienamente come materiale dell'analisi bioenergetica. Il sogno č concepito nella sua dimensione di produzione somato-psichica: egli manifesta, con un registro simbolico, un movimento particolare della vita interiore e della dinamica energetica. Questo movimento č la riproduzione, interiorizzata e trasformata dal processo immaginario, di interazioni con l'ambiente appartenente alla storia del sognatore. Il sogno viene dunque elaborato secondo questa triplice caratteristica: di espressione simbolica, di dinamica energetica, di movimento interattivo transferale.
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Gater, Richard. « WHO study of psychological problems in general health care. Baseline findings and implications for primary care ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 3 (décembre 1996) : 172–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004152.

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RIASSUNTOScopo - Indagare la forma, la frequenza, la gestione e l'esito dei disturbi psichici comuni in pazienti della medicina generale. Disegno - Campionamento a due-stadi di coloro che si rivolgono ai servizi di medicina generale seguito da una valutazione longitudinale a 3 e 12 mesi dello stato mentale, della disabilità e del trattamento, eseguiti utilizzando gli stessi metodi in 15 Centri nel mondo, sotto il coordinamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanita. Principali misure utilizzate - General Health Questionnaire, la versione per la medicina generale della Composite International Diagnostic Interview utilizzata per ricavare diagnosi secondo i criteri dell'ICD-10, la Groningen Social Disability Schedule, ed una valutazione da parte del medico di medicina generale dell'attuale stato fisico e mentale insieme ad un riassunto della loro gestione del caso. Risultati - Sono stati sottoposti a screening 25.916 pazienti e sono stati sottoposti a dettagliate interviste 5.438 pazienti. I disturbi psichici tra i pazienti degli ambulatori di medicina generale sono risultati frequenti (in media il 24% di pazienti visti consecutivamente, range 7.3%-52.5%). La disabilità è risultata più elevata nei pazienti con disturbi psichici: quanto più gravi erano i disturbi psichici, tanto pià grave era la disabilità. Il problema principale lamentato dai pazienti era spesso un sintomo somatico, mentre solo una minoranza di essi lamentava un chiaro sintomo psichico. Il riconoscimento dei disturbi da parte dei medici è risultato essere molto diverso tra i diversi Centri e in tutti i Centri metà dei casi ICD-10 non è stata identificata dai medici. I medici operand nell'area di Verona hanno messo in evidenza una particolare distorsione nei riguardi dei disturbi psichici. Un trattamento e stato prescritto a quasi tutti i pazienti che secondo i medici presentavano disturbi psichici, per cui i trattamenti sono risultati simili, indipendentemente dalla diagnosi. Conclusioni - La frequenza dei disturbi psichici nel setting della medicina generale e la disabilità ad essi associata sottolineano la loro importanza per la salute pubblica. Questi sono pazienti che si rivolgono agli ambulatori di medicina generale; la maggior parte di essi continua ad essere trattata in tale setting senza ricorrere ai servizi psichiatrici specialistici. È pertanto importante potenziare il training per il riconoscimento, la diagnosi ed il trattamento dei disturbi psichici comuni sia nelle Facolta di medicina che nei corsi di formazione dei medici di medicina generale.
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Olivetti, Elena, Camilla Bongiovanni, Laura Staccini, Daniele Cavadini, Laura Mandelli et Stefano Porcelli. « Passaggio alla psicoterapia online durante la pandemia da Coronavirus (Covid-19) : precedente esperienza, familiarità con la tecnologia e conoscenze teoriche sulla psicoterapia online da parte del terapeuta. Il caso del Centro Medico Santagostino ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 49 (janvier 2022) : 21–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc49-2021oa13211.

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Durante la pandemia da Coronavirus (Covid-19), l'uso della psicoterapia online (PO) è stato ampiamente rivalutato. In situazioni in cui il passaggio alla PO siano caratterizzati da necessità e urgenza, la preparazione tecnica e teorica del terapeuta può essere cruciale. Nel presente studio abbiamo pertanto indagato il ruolo di tale preparazione sul passaggio alla PO durante l'emergenza Covid-19, nel contesto di un servizio privato di psicoterapia (Santagostino). Un questionario costruito ad hoc è stato utilizzato per rilevare l'esperienza pregressa di PO di 86 terapeuti, il grado riferito di familiarità con i sistemi di videocomunicazione, di conoscenza teorica e scientifica della PO, e la percentuale di pazienti in cura passati in PO. Sono state inoltre raccolte informazioni riguardo all'orientamento terapeutico e al grado personale di scetticismo nei confronti della PO prima della pandemia. Su 158 terapeuti contattati, 86 hanno completato il questionario. L'esperienza pregressa del terapeuta in PO si è dimostrata la variabile più predittiva per il passaggio dei pazienti alla PO. Accanto a essa la familiarità tecnica dei terapeuti, associata a un basso scetticismo. I risultati dello studio suggeriscono che una precedente esperienza, e dunque formazione, all'uso della PO, potrebbe favorire sia il suo utilizzo da parte del terapeuta, che l'adesione dei pazienti alla PO stessa. Una adeguata formazione tecnica e teorica potrebbe incrementare il senso di padronanza e fiducia (vs. scetticismo) nella PO.
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