Littérature scientifique sur le sujet « Formazione infermieristica »

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Articles de revues sur le sujet "Formazione infermieristica"

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Martini, Carlo Maria. « La dimensione cristiana della professionalità infermieristica ». Medicina e Morale 39, no 3 (30 juin 1990) : 541–49. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1179.

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Résumé :
Il mondo infermieristico si trova al crocevia di tanti problemi e di molteplici discorsi. L'autore, partendo dalle situazioni concrete del nostro tempo, affronta il tema della professionalità infermieristica sul piano etico e su quello della fede cristiana. Egli individua alcuni punti di riflessione perché vengano valorizzate di più le profonde idealità che sono insite da sempre e per sempre nel servizio infermieristico. lnnanzitutto è necessario che il mondo infermieristico prenda maggiore coscienza dell'importantissimo ruolo svolto; diventa di conseguenza sempre più impellente la necessità di una formazione permanente. Inoltre, una reale collaborazione tra volontariato e mondo infermieristico diventa per un infermiere uno stimolo a vivere la propria professionalità in maniera più attenta a valori quali la gratuità e l'altruità.
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Spagnolo, A. G., M. L. Di Pietro et G. « La formazione dei docenti di etica professionale nelle scuole infermieristiche ». Medicina e Morale 40, no 1 (30 avril 1991) : 91–100. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1151.

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Résumé :
La professione infermieristica sta cercando di trovare oggi un ruolo specifico nel campo delle professioni sanitarie, un ruolo che comporti una spedfica identità seppure strettamente collegato alla professione medica. Un recente progetto di legge italiano sul riordino della professione infermieristica ha sollevato numerose perplessità fra gli infermieri stessi e in generale fra gli altri operatori sanitari. Gli autori considerano il punto del progetto di legge che riguarda l'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche. Esso prevede che possano essere qualificati a questo insegnamento gli infermieri che abbiano il titolo di AFD o di DAl. Gli autori ritengono, invece, che tale livello di formazione non sia adeguato per una materia così delicata come l'etica professionale ed essi propongono pertanto l'istituzione di uno specifico corso universitario in cui vengano approfonditi i diversi problemi etici, inquadrati nel campo più vasto della bioetica, conseeguendo alla fine uno specifico grado accademico finalizzato all'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche.
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Pistellini, Nadia. « Anna Fraentzel Celli ed il suo ideale di Infermiera attraverso l'analisi di fonti archivistiche ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 86–109. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19399.

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Résumé :
INTRODUZIONENell’ultimo decennio dell’Ottocento emerse l’esigenza di formare una figura infermieristica che assistesse i malati efficacemente. In Italia vennero istituiti i primi Corsi per Infermiere laiche con l’obiettivo di introdurre un’istruzione adeguata per lo svolgimento della professione. Questo fu possibile grazie alla collaborazione di due figure di rilievo dell’epoca, Anna Frantzel Celli (1878-1958) ed Ersilia Majno (1859-1933), attiviste dell’Unione Nazionale Femminile che riuscirono a porre le prime basi della formazione professionale Infermieristica. SCOPORipercorrere ed indagare il ruolo che ebbe Anna Fraentzel Celli nello sviluppo della professione infermieristica. MATERIALI E METODIPer la realizzazione dell’elaborato sono state consultate le banche dati PubMed, JSTOR e Historical Abstracts, testi storici e fonti archivistiche fra cui “Uomini che non scompaiono”, biografia scritta dalla stessa Celli sotto lo pseudonimo di “Heid L.M.” esistente in poche copie nel mondo. RISULTATISono state approfondite tematiche legate alla formazione infermieristica attraverso l’istituzione dei primi corsi per Infermieri laici sul territorio nazionale antecedente al Regio Decreto 1832 del 1925, che contribuì ad assicurare la graduale evoluzione del personale assistenziale, la fondazione del Comitato per le Scuole e la successiva costruzione di scuole nell’Agro Romano. E’ stato reperito materiale concernente un’estesa campagna di ricerca, prevenzione e cura contro la malaria nelle Campagne Romane e l’apertura di uno fra i primi ambulatori a gestione infermieristica denominato “La Scarpetta”. DISCUSSIONI E CONCLUSIONISono state evidenziate tappe inattese che hanno caratterizzato la vita e il percorso di Anna Fraentzel Celli, identificando in esse la chiave di volta nel raggiungimento dell’assistenza moderna.
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Galeotti, P. « Il ruolo dell'infermiere in ambulatorio di nefrologia ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 4 (26 janvier 2018) : 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1174.

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Résumé :
Lo scopo di questo articolo è quello di definire la figura dell'infermiere dell'Ambulatorio di Nefrologia in relazione a tutte le attività infermieristiche svolte dalla prima visita del paziente al follow-up. Una figura infermieristica complessa che, oltre alla formazione di base deve aver acquisito una cultura nefrologica specifica sia attraverso l'esperienza che attraverso la formazione continua. Vengono definite le aree di competenza nefrologica: educazione alla salute, prevenzione delle complicanze nei diversi stadi della MRC, assistenza alla ricerca clinica, idoneità al trapianto e follow-up. Particolare importanza viene data alla multidisciplinarietà, al lavoro in team per garantire al paziente e alla famiglia la presa in carico globale per tutto il percorso di cura e di uscita dalla malattia. Viene inoltre sottolineato che maggiore attenzione e sorveglianza nella prevenzione e nel processo di donazione da vivente portano nel tempo risparmio per il sistema sanitario nazionale e qualità di vita migliore per l'intero nucleo familiare dal paziente. (sian) (nursing)
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Cipressa, Salvatore. « La professione infermieristica : considerazioni etico-deontologiche ». Medicina e Morale 52, no 2 (30 avril 2003) : 283–97. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.671.

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Résumé :
Per qualificare il servizio sanitario e per mantenere un buon livello di professionalità degli operatori sanitari sono necessari sia strumenti tecnicoscientifici, sia una adeguata formazione etico-culturale, che faccia riferimento ad una antropologia cristianamente fondata, che possiamo definire personalista. Si richiede che si abbia una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione che “non è solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna”. Nell’articolo – facendo riferimento a questo modello antropologico – l’Autore delinea alcuni atteggiamenti e comportamenti morali che caratterizzano la professione infermieristica e tracciano l’identità e la figura professionale dell’infermiere. Ne segue che l’infermiere vive con umiltà e correttezza la sua professione, contribuisce a umanizzare l’assistenza sanitaria, considera l’ammalato una persona da amare, ama la vita e si pone a servizio di essa, si impegna in una formazione permanente e collabora con l’équipe medica. Egli è il buon samaritano dei nostri giorni, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità (cf. Lc 10, 29-37). Nel suo rapporto professionale, l’infermiere è chiamato ad instaurare con la persona ammalata una relazione di aiuto vera, competente e terapeutica. Tale relazione costituisce l’essenza della professione infermieristica ed è una relazione particolare di natura etica, che possiamo definire “un incontro tra una fiducia e una coscienza. La ‘fiducia’ di un uomo segnato dalla sofferenza e dalla malattia e perciò bisognevole, il quale si affida alla ‘coscienza’ di un altro uomo che può farsi carico del suo bisogno e che gli va incontro per assisterlo, curarlo, guarirlo”. Per l’infermiere a cui sta a cuore il perfetto esercizio della professione infermieristica, Gesù Cristo è il modello etico-deontologico di riferimento per testimoniare la carità, che ha nella cura e nell’assistenza dei malati la sua peculiare espressione. Esercitando la sua professione con scienza e coscienza, l’infermiere esprime e testimonia la carità di Cristo.
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Gobbi, Paola. « L’utilizzo dei casi in ambito etico-deontologico nella formazione infermieristica ». Pratica Medica & ; Aspetti Legali 10, no 1 (29 février 2016) : 15–20. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v10i1.1233.

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Parozzi, Mauro, et Sonia Lomuscio. « La Gamification virtuale nella formazione infermieristica rivolta all’ambito della Salute Mentale : protocollo per una Scoping Review ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 110–16. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18637.

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BACKGROUND:L’innesco globale di misure cautelative per la tutela della salute pubblica ha indubbiamente rafforzato l’interesse dei formatori per metodologie di simulazione virtuale. In quest’accezione formativa, i Serious Games sembrano consentire una miglior accessibilità, comprendendo la possibilità di essere fruiti o ripetuti un numero ipoteticamente infinito di volte senza rimanere necessariamente ancorati alla presenza dei docenti, alla disponibilità dei laboratori, al materiale presente ed agli eventuali impegni dei discenti stessi contribuendo all'esperienza di apprendimento migliorando la motivazione, l’impegno nel contesto della formazione cognitiva e la fiducia in sé stessi degli studenti infermieri. Gli ambiti di applicazione della gamification (intesa come l’integrazione di caratteristiche proprie dei giochi in contesti non di gioco sembrano essere piuttosto differenti, tuttavia, alcuni ambiti in particolare sembrano aver iniziato a riscontrare un certo interesse, fra cui, quello della Salute Mentale dove si riscontrano outcomes promettenti in studi con strutturazioni e obiettivi ancora eterogenei, mostrando la necessità di ampliare le evidenze a disposizione. METODI E ANALISI:Verrà effettuata una scoping review secondo la metodologia del Joanna Briggs Institute. Le banche dati biomediche consultate saranno MEDLINE (PubMed), Scopus, WebOfScience, Cochrane Library, Cinhal ed Embase; l’estensione della ricerca sulla letteratura grigia verrà effettuata consultando Google Scholar, ClincialTrials.gov, TRIP (Turn Research Into Practice), medRxiv, OSF Preprints, Networked Digital Library of Theses and Dissertations, Open Access Theses and Dissertations. Saranno inclusi articoli in lingua Italiana o Inglese disponibili in formato full text. La presentazione delle informazioni degli studi sarà effettuata sia attraverso tabelle specifiche che in forma narrativa.
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Bugada, Davide, Paolo Ferrara, Laura Di Prisco, Stefano Terzoni, Roberta Lodini, Giancarlo Celeri Bellotti, Elena Sala, Mauro Parozzi et Lara Carelli. « Conoscenze ed interesse degli studenti del corso di laurea in infermieristica sul tema della comunicazione aumentativa ed alternativa (C.A.A) studio pre – post ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 79–85. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18976.

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Résumé :
INTRODUZIONE:L’infermiere, già professionista o in fase di formazione, in ogni contesto clinico viene sempre più spesso a contatto con assistiti che presentano deficit di comunicazione, sia temporanei che permanenti. Le persone che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (B.C.C.) spesso necessitano dell’adozione di strategie di compensazione, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Conoscere la C.A.A. ed i sistemi che essa mette a disposizione già in fase di formazione rappresenta un’importante risorsa per consentire di stabilire e mantenere un’efficace relazione terapeutica. SCOPO:Indagare la conoscenza e la percezione riguardo la Comunicazione Aumentativa ed Alternativa in un campione di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) valutando l’efficacia di un intervento formativo. METODI:Studio pre-post monocentrico con arruolamento di un campione di studenti di secondo e terzo anno del CLI dell’Università degli Studi di Milano: costruzione e validazione preliminare di un questionario per rilevare le conoscenze e percezioni prima e dopo la partecipazione ad un intervento formativo. RISULTATI:Hanno partecipato 140 studenti; al T0 il 40.0% del campione conosceva la C.A.A., al T1 il 92.14%; successivamente all’intervento formativo le conoscenze del campione sono aumentate in modo statisticamente significativo (p <0.001 per tutte le domande proposte). Il questionario creato ha mostrato buone doti di validità (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONI:Pare auspicabile indagare le modalità di utilizzo della C.A.A. anche in diversi contesti clinico-assistenziali, quantificare i professionisti effettivamente formati al suo utilizzo, indagare le conoscenze di studenti di altre professioni sanitarie e non.
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Binetti, Paola. « La dimensione etica nella formazione infermieristica : un problema di stile di vita, di contenuti specifici e di integrazione culturale ». Medicina e Morale 46, no 5 (31 octobre 1997) : 939–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.869.

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Résumé :
La recente entrata in vigore della nuova Tabella XVIII ter, che contiene l’ordinamento didattico di tutti i diplomi universitari afferenti alla Facoltà di medicina offre, rispetto alla precedente, maggiori spazi per lo studio della Bioetica, sia come disciplina a sè stante sia come disciplina trasversale, punto di riferimento essenziale anche per gli altri corsi. La Bioetica, collocata al termine del corso di studi nel cuore del corso di Diritto sanitario, deontologia e Bioetica applicata, può trovare i suoi fondamenti culturali nello studio della Antropologia, - parte integrante delle Scienze umane previste nel II anno di Corso, e della Storia e Filosofia della Medicina, corso previsto nel III anno. La proposta formativa del LIU è quella di anticipare una serie di crediti del corso di Filosofia della Medicina al I anno, in modo da aumentare l’esposizione dello studente alle problematiche di tipo etico, inserendole fn dal primo momento nel suo progetto educativo. Obiettivo di fondo è quello di fare della Bioetica e delle sue implicazioni culturali la rete concettuale di riferimento, vera struttura portante, di tutto l’edificio formativo dello studente del DUI, dal momento che una vera innovazione oggi è possibile solo nel quadro di valori etici con cui l’infermiere si relaziona con il malato e la sua famiglia, elabora risposte coerenti per le nuove esigenze emergenti sul territorio e si dispone ad affrontare una linea di ricerca di alto profilo scientifico.
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Bortolato, Roberta, et Chiara Farisatto. « Il ruolo dell'infermiere tra tecnica e affetti : saper fare e saper essere ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 120 (juin 2012) : 33–39. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-120004.

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Résumé :
Le autrici presentano la propria esperienza di formatrici vissuta nell'ambito di un corso di formazione per personale infermieristico operante in ambito geriatrico. Dopo una descrizione della metodologia, del quadro teorico di riferimento e dei principi guida di tale lavoro di formazione completano la propria esposizione attraverso il racconto e il resoconto di alcune sessioni pratiche di lavoro.
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Thèses sur le sujet "Formazione infermieristica"

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SALVARANI, VALERIO. « Proteggere l'infermiere dal burnout : dati preliminari sull'importanza di introdurre la mindfulness all'interno della formazione infermieristica ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199149.

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Résumé :
l'infermiere è continuamente esposto a una forte quantità di stress nell’ambiente lavorativo, dove la mole di lavoro è molto alta e le richieste in termini fisici, cognitivi ed emotivi per gli operatori è gravosa. Il burnout all’interno delle professioni sanitarie può essere causa di una minore qualità della cura fornita, oltre che avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei lavoratori in termini di maggior stress, possibili complicanze psicopatologiche come depressione o ansia. Data l’importanza di prevenire il fenomeno del burnout negli operatori sanitari, è cruciale identificare quali fattori possano avere una funzione protettiva contro lo stress e fornire agli operatori le abilità per migliorare la propria qualità di vita. La mindfulness è un costrutto che negli ultimi trenta anni di letteratura sta acquisendo una importanza sempre maggiore all’interno del contesto sanitario. Molti studi dimostrano come esso sia associato a minori livelli di sintomatologia ansiosa, depressiva e di burnout, sia nelle popolazioni cliniche che negli operatori sanitari. inoltre la capacità degli infermieri di riconoscere e regolare con successo le proprie emozioni può incrementare la propria salute psicologica e migliorare le proprie performance cliniche. La proposta di questo studio è che la Dispositional Mindfulness, la capacità di regolazione emotiva e la capacità empatica possano essere dei fattori protettivi sul burnout. Protocolli come il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) possono essere usati non solo come strategie di intervento sul burnout ma essere inseriti all’interno della formazione, universitaria e professionale, degli infermieri per fornire delle abilità che possono portare ad un miglioramento della qualità della vita e minori livelli di stress. Gli obiettivi di questa ricerca sono quindi quelli di valutare i livelli percepiti di stress e burnout, regolazione emotiva, mindfulness e empatia all’interno di un gruppo di infermieri di Pronto Soccorso di diversi ospedali lombardi e all’interno di un gruppo di studenti del Corso di Laurea di Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Si vuole inoltre valutare se (a) esista una relazione statistica tra i livelli di stress e burnout con le capacità di regolazione emotiva, di mindfulness e empatia degli infermieri e degli studenti. (b) valutare se ci sono differenze statistiche di questi costrutti in base a caratteristiche socio-demografiche come l’età, l’esperienza lavorativa, il genere o il reparto in cui si presta servizio per gli infermieri o l’anno di corso per gli studenti. (c) confrontare i gruppi di studenti e infermieri presenti in questo studio per le caratteristiche psico-attitudinali di questo studio. I risultati mostrano come ci sia una relazione statistica significativa tra le capacità di regolazione emotiva e i tratti di dispositional mindfulness con i livelli di stress e burnout sia per il gruppo di studenti che per il gruppo di infermieri, mentre non emergono relazioni significative per quanto riguarda età, anno di studio degli studenti o esperienza lavorativa degli infermieri. Emergono inoltre differenze significative all’interno dei due gruppi di ricerca in quanto gli studenti mostrano avere un maggior capacità di assumere un atteggiamento empatico rispetto agli infermieri di pronto soccorso, mentre gli infermieri mostrano avere una maggiore capacità di assumere un atteggiamento mindfulness e di regolare meglio le emozioni. Questi dati preliminari sopportano l’ipotesi che le capacità di regolazione emotiva e di avere un assetto mindfulness abbiano un ruolo importante nell’insorgenza del burnout. Questi dati possono contribuire all’ipotesi dell’importanza dell’inserimento, all’interno della formazione universitaria o professionale, di programmi o moduli centrati sulla mindfulness in modo da aumentare queste abilità dei futuri infermieri.
Health care personnel are continuously exposed to severe occupation stress, such as dealing with patient death or incidents. Burnout in turn negatively impacts quality of care, which may ultimately lead to worse health outcomes for patients. Burnout can also lead to a significant economic loss through increased absenteeism, higher turnover rates and a rise in health care costs. Given the importance of preventing burnout in healthcare staff, it is important to identify factors in healthcare staff that may protect against stress as well as be amenable to change. Mindfulness has been associated with lower symptoms of anxiety, depression, and burnout. It is thought that the ability of nurses to successfully regulate their emotions could enhance their psychological health and impact their clinical performance. The proposal for this study is that mindfulness, empathy and emotion regulation could be a protective factor against burnout for health-care operators. Protocols like Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) could be used not only as an intervention on stressed operators but as a prevention tool that can grant a better quality of life in the health-care operators. Furthermore, it is proposed that an early introduction of this topic during the academic career could lead to a new generation of nurses with a better ability to regulate their emotion and more expertise in managing mindfulness which can lead to lower level of stress and a better quality of life. The aim of this research is to assess the actual level of emotion regulation, mindfulness attitude and level of empathy and actual level of burnout and stress on a sample of nurses operating in Emergency Room of three Hospital in Lombardia and on a sample of nursing student of the University degli Studi Milano-Bicocca. Furthermore we want to assess (a) the statistical relationship between the actual level of burnout and stress with the actual level of emotion regulation. Mindfulness attitude and level of empathy (b) assess if there is a statistical relationship between this abilities and socio-demographic factor such as, age, gender, year of experience as nurses or year of university (c) compare the sample of students and the sample of nurses for the variable of this study The results shows a significative statistical relationship between the ability to regulate emotion and a mindful attitude with the actual level of burnout and stress for the sample of students and nurses. Furthermore there isn’t any significative statistical relationship related to age, year of university and years of experience as nurses. The sample of students shows a higher mean level in the level of empathy while the sample of nurses shows higher mean level of ability to regulate emotions and adopt a mindful attitude. These results support the hypothesis that emotion regulation and a mindfuln assets are protective factor against burnout, so an early introduction of this topic during the academic or professional career could lead to a new generation of nurses with a better ability to regulate their emotion and more expertise in managing mindfulness which can lead to lower level of stress and a better quality of life.
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BELLINI, GIAMPAOLO. « Il tirocinio nel CDL in Infermieristica : bisogni percepiti dallo studente e ruolo del tutor clinico ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1026685.

Texte intégral
Résumé :
La tesi è incentrata sugli aspetti peculiari dell'apprendimento clinico degli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica . Partendo dal quesito di ricerca: il percorso di tirocinio degli studenti del Corso di laurea in Infermieristica, così come delineato dall'attuale quadro normativo di riferimento, garantisce il soddisfacimento delle esigenze di apprendimento dei tirocinanti. Sulla base del quesito formulato, il lavoro di ricerca ha visto la realizzazione, prima di uno studio qualitativo, basato sul metodo del focus group e indirizzato a ricercare gli elementi di interesse del tirocinio, da parte degli studenti infermieri partecipanti. Successivamente, tramite un approccio quantitativo, con la conduzione di un'indagine di tipo osservazionale, si è proceduto alla rilevazione del grado di soddisfazione dei soggetti partecipanti, in merito all'esperienza di apprendimento clinico svolta. I risultati evidenziano Alcune aree di criticità ed alcuni punti di forza del tirocinio del Corso di Laurea in Infermieristica.
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