Thèses sur le sujet « Filologia e traduzione »
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Ceolin, Martina <1984>. « Saga di Án l’Arciere. Proposta di traduzione con commento filologico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2454.
Texte intégralGerbi, Giulia <1993>. « I Progimnasmi di Niceforo Basilace. Edizione critica, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20590.
Texte intégralSandri, Maria Giovanna <1993>. « Trattati greci su barbarismo e solecismo : introduzione, edizione critica e traduzione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10749.
Texte intégralVianelli, Stefano <1994>. « I Giambi contro Acindino di Davide Disipato : edizione critica, traduzione e commento ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16993.
Texte intégralBolzan, Jacopo. « Socratis et Socraticorum Epistolae : studi preliminari, traduzione, commento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425663.
Texte intégralSegnato da uno sfortunato destino editoriale e scientifico, l'epistolario noto come Socratis et Socraticorum Epistolae è rimasto, a differenza di altri simili epistolari greci (per esempio Aeschinis Epistulae, Euripidis Epistulae, Hippocratis Epistulae, etc.), fino ad oggi privo sia di un esame sistematico e aggiornato della tradizione manoscritta (manca un'edizione integrale che prenda in considerazione non solo tutti i testimoni, ma soprattutto quello più antico), sia di un'analisi approfondita della sua natura, sia di una traduzione e di un commento in lingua italiana. A questa mancanza si è cercato di porre rimedio con la presente ricerca. La tradizione manoscritta è stata sottoposta ad uno spoglio integrale (per la maggior parte dei testimoni autoptico) e si è giunti ad apportare importanti modifiche all'unico stemma codicum esistente per la raccolta, risalente al 1928. Per quanto riguarda l'indagine sulle peculiarità del corpus, si è cercato di provarne la natura composita, mettendo in luce le differenze fra i diversi gruppi di epistole nel commento fatto precedere alla traduzione delle singole sezioni.
DE, FRANCO MATTEO. « "Guta lag" e "Statuto della gilda di Santa Caterina" : edizione e traduzione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1438352.
Texte intégralOrgante, Laura. « Poesia e traduzione a Firenze (1930-1950) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424221.
Texte intégralIl presente lavoro propone uno studio storico-linguistico e metrico-stilistico delle traduzioni di poesia uscite in Italia dagli anni Trenta agli anni Cinquanta del Novecento. In particolare si concentra sull’attività traduttoria di critici e professori a diverso titolo inquadrabili nell’area dell’ermetismo fiorentino, tra i quali Carlo Bo, Sergio Baldi, Renato Poggioli, Leone Traverso, Oreste Macrì. Il corpus di riferimento comprende sia volumi antologici, sia raccolte monografiche pubblicate nell’arco temporale indicato. Considerata l’importanza culturale della vasta operazione di mediazione letteraria condotta dal gruppo di professori/critici-traduttori, si cercato in primis di coglierne le istanze sottese e i vettori portanti, in modo da delineare un contesto teorico-critico in cui contestualizzare i risultati dell’analisi metrico-lingustica. Ne è emerso un atteggiamento ambivalente di inclusione e reductio ad unum delle variegate voci poetiche straniere e al contempo di minuzioso filtraggio ed esclusione dei contenuti più difficilmente assimilabili dal contesto letterario italiano. L’analisi formale si articola in una prima parte dedicata alla metrica, in cui, a partire da una verifica della tenuta di una consuetudine plurisecolare, ossia l’impiego dell’endecasillabo come verso da traduzione, si sono valutate prima le risposte dei traduttori alle misure versali delle culture di partenza, e poi alle forme metriche. I traduttori dimostrano di maneggiare una tradizione metrico-ritmica complessa e stratificata, in cui le sperimentazioni otto-novecentesche si intersecano con le suggestioni provenienti dalle strutture di partenza generando compagini che rompono il monolinguismo endecasillabico della tradizione. All’interno del compatto gruppo dei fiorentini si stagliano comunque atteggiamenti diversi: se Traverso e Macrì non prescindono mai da una nitida caratterizzazione metrico-ritmica, Parronchi e Bo si avviano sulla la strada del verso informale. Sul piano linguistico, l’ideale di una lingua poetica universale elaborato sulla scorta di Mallarmé si attua tramite l’adozione di una lingua casta ed elegante, che risente sia della plurisecolare tradizione letteraria italiana, sia delle principali koinai novecentesche, quella dannunziano-pascoliana e quella ermetica. L’apporto di quest’ultima, però, è notevolmente inferiore rispetto a quanto ci si potesse aspettare, e molti degli stilemi che vi pertengono sono dovuti al testo originale.
BACIGALUPO, VALERIA. « I frammenti del grammatico Pio. Edizione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1048183.
Texte intégralVeronesi, Vanni <1986>. « Fonti greche, traduzione latina e apparato grafico in Marziano Capella (VI 706-723, VII 731-742) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14981.
Texte intégralZago, Filippo <1984>. « "The Tale of Gamelyn" : una proposta di traduzione sulla base dei manoscritti Harley 7334 e Petworth ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3455.
Texte intégralCostazza, Birgit <1983>. « L'inno avestico agli Aməsha Spəṇtas (Yasht 2). Testo critico e traduzione con commentario storico religioso ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6702/1/Costazza_Birgit_tesi.pdf.
Texte intégralThe Avestan Hymn to the seven Amesha Spəṇta is a late composition. It is mostly charchaterized by a collation of fragments from other Late Avestan texts. The Yašt can be divided in three parts: stanzas 0-10, 11-14 and 15, the last stanza regards the closing formula. The first part includes the opening formula that, compared to the other Avestan hymns, is incomplete and the first seven chapters of both Sīh-rōzag and the Gāh. The central stanzas (11-14) present an original composition without parallels or twintexts. It shows numerous hapax, formal arcaisms and an enormous amount of variants in the manuscript tradition. It centres on an exorcistic formula meant to expell demons and sorcerers that has to be recited seven times: most likely the magical spell was originally performed together with other Avestan texts such as the Sīh-rōzag. Likely, this specific arrangement of texts irepresents only one performative sequence, originally coexisting together with others which were not transmitted in the written tradition. Nowadays, the formula is mostly recited with the Yasna Haptaŋhāiti, for apotropaic purposes and in order to guarantee good fortune among the Parsis. The exorcism was originally performed together with several sacred formulas. The composition transmitted in the manuscripts is probably only one version, which was included in the canon because wrongly associated with a hymn.
Costazza, Birgit <1983>. « L'inno avestico agli Aməsha Spəṇtas (Yasht 2). Testo critico e traduzione con commentario storico religioso ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6702/.
Texte intégralThe Avestan Hymn to the seven Amesha Spəṇta is a late composition. It is mostly charchaterized by a collation of fragments from other Late Avestan texts. The Yašt can be divided in three parts: stanzas 0-10, 11-14 and 15, the last stanza regards the closing formula. The first part includes the opening formula that, compared to the other Avestan hymns, is incomplete and the first seven chapters of both Sīh-rōzag and the Gāh. The central stanzas (11-14) present an original composition without parallels or twintexts. It shows numerous hapax, formal arcaisms and an enormous amount of variants in the manuscript tradition. It centres on an exorcistic formula meant to expell demons and sorcerers that has to be recited seven times: most likely the magical spell was originally performed together with other Avestan texts such as the Sīh-rōzag. Likely, this specific arrangement of texts irepresents only one performative sequence, originally coexisting together with others which were not transmitted in the written tradition. Nowadays, the formula is mostly recited with the Yasna Haptaŋhāiti, for apotropaic purposes and in order to guarantee good fortune among the Parsis. The exorcism was originally performed together with several sacred formulas. The composition transmitted in the manuscripts is probably only one version, which was included in the canon because wrongly associated with a hymn.
FLORIMBII, FRANCESCA. « Tradizione e traduzione degli inni latini e volgari di Giovanni Pascoli ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/821.
Texte intégralI developed the critical edition’s work about Giovanni Pascoli’s latin and italian hymns in four different steps. In the first one I analized and reconstructed the genesis and textual history of Hymnus in Romam and Hymnus in Taurinos (1911); in the second one I carried out both study and transcription of all autographs materials, study and description of posthumous tradition, facsimile reproduction of author’s editions. In the third I followed the reception of Pascoli’s works in french culture. Finally, in the fourth one, I examined the translation into french language of Inno a Roma (1912) and, as I did for autograph prints, the volume’s facsimile reproduction.
Nicolai, Elena. « La tradizione greco - latina e arabo - latina del I libro dell'Almagesto. saggio di analisi e traduzione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426897.
Texte intégralQuesta tesi è un saggio di analisi delle traduzioni del trattato tolemaico, e propone un'edizione critica del primo libro. l'intento è sia quello di individuare le tecniche seguite dai traduttori, sia quello di verificare le lezioni testuali nel passaggio da un sistema linguistico e culturale ad un altro.
Andolfato, Francesca <1985>. « Le canzoni di Guilhem Ademar : edizione critica, commento e traduzione ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4620.
Texte intégralThe activity of the troubadour Guilhem Ademar covers the years 1190-1220, period which coincides for two thirds with what is usually defined the golden age of provençal poetry (1180-1210). As we can infer from the reading of the satirical collection written by the Monk of Montaudon around 1192, Guilhem was supposed to be a leading figure of the age, since his name appears among prominent authors such Arnaut Daniel, Peire Vidal, Gaucelm Faidit and Folquet de Marselha. The poems of this troubadour, which are worth reading, were published in 1951 by the Swedish scholar Kurt Almqvist. The monographic study done with accuracy is nevertheless spoiled by the choice not always convincing of a basic manuscript which at various times coincides with Latin Vatican 5232 (A), codex whose clearness is often due to the filling and innovative activity of its copyist. To an edition influenced by Bédier’s method I oppose an edition written according to Lachmann’s theory based on varia lectio. Kurt Almqvist offers an interpretative translation which leaves space to doubts. I propose instead a literal translation with the aim of understanding the original text. Besides in the 1951 study in the commentary notes, references and comparisons with other contemporary poets are missing. This limit does not show one of the most remarkable features of his production, the high degree of intertextuality.
Carloni, Massimiliano. « Isocrate, Filippo. Introduzione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86194.
Texte intégralXie, Peipei <1993>. « Contributo alla diffusione di Federigo Tozzi in Cina, con un saggio di traduzione di Con gli occhi chiusi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9934/1/TESI0923AMS.pdf.
Texte intégralThe most recent criticism places the work of Federigo Tozzi between Expressionism and Modernist Realism, on positions in both cases of absolute originality in the literary scene of the early twentieth century in Italy. Already in the period immediately following the death of him there was a strong focus for the translation of the works of him, be careful that he focused mainly on the novels. In particular, With eyes closed was the novel that had the greatest number of translations in European languages, while in China the name of Tozzi is substantially still unknown. Until today no Chinese version of a work of him is available. Research on Italian literature in China always follows the main development direction of Italy. Chinese readers already have translations of the masterpieces of the narrators of Modernism, such as Italo Svevo and Luigi Pirandello. This thesis aims to offer translated parts from With eyes closed, with particular attention to language and style. The goal is to provide Chinese readers for the first time the most original content and to share with the Chinese researchers a possible methodology for translation activities and future studies on Tozzi.
ROSSETTI, MATTEO. « 'LA MAPPA DELLE COSTELLAZIONI', MANILIO, ASTRONOMICA, 1, 255-455 : INTRODUZIONE, TRADUZIONE, TESTO E COMMENTO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/618044.
Texte intégralThe verses 255-455 of the first book of the Astronomica of Manilius contain a detailed description of the constellations of the two hemispheres: structural model of the textual section are the Phenomena of Aratus. The Greek model, however, is only a trace in which the poet has moved: there are numerous differences with the Phenomena, in terms of organization of the matter and presentation of the arguments. The dissertation consists of a philological and literary commentary, preceded by an introduction, a critical text and an Italian translation. In the introduction some general exegetical problems concerning the pericope of verses have been treated, in the exposition of the topics has been paid attention to the complex of the first book and the work. After a chapter devoted to the structure of the book, were discussed the sources of Manilius, in particular Aratus, his schoolia, Cicero and Germanicus. Relations with the latter author have allowed to take into account the problems of chronology between Astronomica and the contemporary Princeps' Phaenomena. Space has been dedicated to the ways in which the constellations are presented, to catasterism and to the use of myth. In the last part of the introduction some questions concerning Manilius' relationship with iconographic sources were discussed and it was attempted to interpret the text, seen as a great ekphrasis, according to an "intervisual" approach. The text, accompanied by a critical apparatus resulting from a new collation of the codices primarii (GLNM), is preceded by a note on the textual tradition of the poem. The apparatus tries to give an account of the greatest number of textual interventions, starting from the fifteenth century, with attention to the great Manilian scholars: Scaliger, Bentley and Housman. The commentary is structured on two orders of notes. On the one hand, general and wider notes introduce single blocks of verses, these sections discuss the author's relationship with the models and propose an overall interpretation of the passage. The notes to the single verses, on the other hand, discuss more precise questions of text, metrics and style, with attention to the parallels with other authors. The philological commentary, indispensable for a textually complex poem such as the Astronomical, is combined with the literary one. In this regard, an attempt has been made to demonstrate how Manilius moves freely within the aratean tradition and also receives inspiration from authors such as Virgil and Ovid. In addition, the presence of a sublime scenario has been highlighted, a category that can also be found in other Latin didactic poems. Space has been reserved for the treatment of some aspects of Manilius' philosophy: the description of the sky in a constant equilibrium presupposes the presence of providentialist conceptions. Finally, some scientific and astronomical problems were discussed, starting from the comparison with technical texts.
De, Nicolao Barbara. « Le traduzioni italiane di "Padri e figli" (Otcy i deti) di Ivan S. Turgenev ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2006. http://hdl.handle.net/11577/3425387.
Texte intégralLe traduzioni italiane di Padri e figli (Otcy i deti) di Ivan S. Turgenev Il lavoro di ricerca ha per oggetto le traduzioni italiane del romanzo russo Padri e figli (titolo originale Otcy i deti) di Ivan Sergeevič Turgenev, romanzo scritto tra il 1860 e il 1861 e pubblicato nel marzo del 1862 sulla rivista «Russkij vestnik», («Messaggero russo»). Sono state reperire venti versioni italiane, che si distribuiscono su un periodo di centoventicinque anni. La prima infatti uscì a Milano nel 1879, mentre la più recente è stata pubblicata il 28 luglio 2004 come supplemento al quotidiano «La Repubblica». Lo studio si articola in due parti, precedute da una Introduzione. Alla prima parte (capp. I e II) è affidato il compito di inquadrare e delimitare l’oggetto della ricerca. Mentre il cap. I propone una breve presentazione del romanzo e delle prime traduzioni in lingue occidentali (francese, tedesco e inglese), il cap. II passa in rassegna le venti versioni italiane, presentate in ordine cronologico e messe a confronto tra di loro e con il testo russo. L’obiettivo è da un lato quello di definire il corpus da studiare, eliminando plagi, riassunti e traduzioni svolte a partire da una versione francese o tedesca del romanzo invece che dall’originale russo, dall’altro quello di fornire una descrizione complessiva di ciascun testo. La seconda parte (capp. III – XI) è dedicata allo studio delle varianti di traduzione italiana. Lo studio delle varianti si esplica a due livelli, interlinguistico, ovvero del rapporto tra il testo di partenza e i testi di arrivo, e intralinguistico, ovvero del confronto tra le varianti italiane. Al primo livello appartengono questioni riguardanti l’interpretazione del testo russo nei suoi aspetti lessicali e morfosintattici. Il secondo livello interessa invece più propriamente la storia linguistica e la grammatica dell’italiano. Le varianti di traduzione tuttavia sono legate non solo a differenze, e a volte ad errori, nell’interpretazione del testo di partenza e al contesto storico-linguistico nel quale si muovono i loro autori, ma dipendono altresì e soprattutto dall’idea di traduzione propria ad ogni singolo traduttore e dall’obiettivo che egli (o lei) si prefigge. Se l’obiettivo è quello di avvicinare il più possibile il lettore italiano all’universo linguistico e culturale del testo di origine, il traduttore tenderà infatti ad «estraniare» (foreignize) il testo italiano, ad esempio accogliendo nella sua versione un alto numero di prestiti; se viceversa l’obiettivo è quello di avvicinare il testo originale alla lingua e alla cultura dei lettori del testo tradotto, il traduttore preferirà «addomesticare» (domesticate) il testo russo, sia nella dimensione linguistica e culturale sia in quella temporale. I capp. III-VI sono dedicati ad aspetti fonomorfologici e lessicali. Nel cap. III sono studiati i sistemi di traslitterazione dall’alfabeto cirillico russo all’alfabeto latino, ricostruiti attraverso un confronto tra le varianti di prestiti mantenuti nella loro forma integrale e di nomi propri. I capp. IV e V mettono a confronto e discutono le diverse modalità di trattamento dei prestiti e dei nomi propri (antroponimi, toponimi, titoli di libri e giornali), che possono essere mantenuti integralmente, oppure parzialmente, cioè adattati ai sistemi fonologico e morfologico dell’italiano, o infine tradotti in italiano. Il cap. VI è dedicato al lessico. In questa sede vengono studiate le varianti di traduzione di oltre settanta parole russe, prevalentemente sostantivi, appartenenti a settori del lessico della vita quotidiana e della natura, quali l’abbigliamento, l’abitazione, l’alimentazione, gli animali, le piante e le malattie. Nei capp. VII e VIII sono messe a confronto le varianti di traduzione di un certo numero di proverbi e modi di dire russi, complessivamente venticinque. Nella traduzione di proverbi e modi di dire forse più che in altri settori si pone il problema della «fedeltà» della traduzione e dell’impossibilità per il traduttore di «dire la stessa cosa» in un’altra lingua, perché tradurre verbum e verbo spesso non porta affatto a sensum exprimere de sensu. Qui si intrecciano questioni legate sia al rapporto tra significante e significato, sia alle diverse funzioni del testo (in primis comunicativa e poetica), sia infine al rapporto tra lingua e cultura e più in generale tra lingua e Weltanschauung. I capp. IX-XI affrontano problemi di morfosintassi. Nel cap. IX sono studiate le varianti di traduzione dei pronomi personali soggetto anaforici e deittici, mentre i capp. X e XI sono dedicati alle varianti di traduzione di alcuni tempi e modi verbali, rispettivamente nelle parti narrative del romanzo e nei dialoghi. Nel cap. X, partendo dalla distinzione di Weinrich tra mondo narrato (erzählte Welt) e mondo commentato (besprochene Welt), viene studiato il rapporto tra tempi narrativi e tempi commentativi, evidenziando sia le diverse modalità con le quali tali rapporti vengono espressi in russo e in italiano, sia le diverse soluzioni adottate dai traduttori. Il cap. XI è infine dedicato ai verbi nei dialoghi e prende in considerazione le varianti di traduzione del futuro russo, con un futuro oppure un presente italiano, l’uso del passato prossimo come tempo narrativo in concorrenza con il passato remoto, l’uso dell’indicativo al posto del congiuntivo dopo i verbi di opinione e in alcuni altri tipi di frasi secondarie. Il lavoro è corredato da grafici che propongono un’analisi quantitativa dei fenomeni più rilevanti e permettono di seguirne l’evoluzione nel tempo e completato da un’ Appendice nella quale sono presentate, autore per autore, tutte le varianti.
TOSELLO, Martina. « Luciano di Samosata. La discesa agli inferi o il tiranno (Κατάπλους ἢ τύραννος). Introduzione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2487969.
Texte intégralThe research work focuses on the translation and commentary of Κατάπλους ἢ τύραννος, a dialogue by Lucian of Samosata. After dwelling upon text constitution (we followed MacLeod's edition, Oxford 1972), special attention has been paid to the main hypotexts (Homer, Plato, iambic poetics, ancient and new comedy, kynikos tropos) in order to highlight the most significant linguistic, stylistic and thematic aspects. Literary commentary largely points out the influence of attic comedy – themes, vocabulary, dramatic situations – as Lucian's privileged satirical model, evoked through specific scenarios, quotations and metaphoric words subtly embedded in Lucian’s prose. Moreover, the relation between lucianic satire and the time he lived in has been stressed, opting for an intermediate position between the two main interpretations of Lucian's work expressed in the previous century: one the one hand J.Bompaire (Lucien écrivain, 1958), who read in dialogues several topoi with no reference to the social-political situation of II century AD, on the other C. Peretti (Luciano: un intellettuale greco contro Roma, 1946) and B. Baldwin (Lucian as Social Satirist, 1961), who saw in the author's several attacks towards riches and tyrants an explicit denunciation of social inequalities and upper classes' abuse of power in the imperial age. Further attention has been focused on the choice of Megapenthes as the main target of Lucian's satire in the Downward Journey or the Tyrant: as a matter of fact, he is a tyrant whose life and nature share lots of analogies with Herodes Atticus', who stood out for his political activity and evergetism in Athens in the same period as Lucian. Generally speaking, there are other textual references to situations, customs and practices of Lucian's age which contribute to establishing the dialogue's dating. Furthermore, the evidence collected in the commentary is elaborated in the introductory sections. The dialogue must have been composed in 165-166 AD, by which time Lucian was in Athens. In his satirical attacks against Megapenthes, Herodes Atticus' alter ego, Lucian repeats usual old formulas of koinos topos against the tyrant to denounce the ridiculous adhesion to rhetorical motives of school exercises and the vainglorious arrogance of the sophists ruling over the Greek cities of the Roman Empire. The author’s mockery also targets the two cynics, porte-parole of his satire, i.e. the philosopher Cyniscus, a paratragic figure, and Micillus the shoemaker, characterized through iambic and both ancient and new comedy details. When describing the infernal setting of the dialogue, Lucian makes use of recognizable, authoritative literary models (which influenced the beliefs of the contemporary) and creates a utopic world (peace for everyone, mild climate, no diseases) where the poor can finally get a compensation for the constitutive inequalities of the upper world by virtue of a paradoxical isotimia. In conclusion, the style and language of the Cataplus are basically inspired by literary genres belonging to geloion (iambic poetics, ancient comedy and kynikos tropos); namely, a clear adhesion to theatrical strategies, due to the reading of comic pièce, can be perceived all across the author's use of particles, apostrophes and deictics which are typical of archaia's conversational language, as well as in the use of verbs of movement to indicate the characters' entries and exits and their spatial relationships. All those elements contribute to building up the potential performance of Lucian's dialogue.
Sideri, Cecilia <1992>. « Per la fortuna di Diodoro Siculo fra XV e XVI secolo : la traduzione latina di Poggio Bracciolini e i primi volgarizzamenti : con un saggio di edizione critica dei testi volgari ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17835.
Texte intégralAmendola, Davide. « Il papiro di Demade (P.Berol. inv. 13045 = BKT VII, pp. 13-31) : introduzione, edizione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2017. http://hdl.handle.net/11384/86184.
Texte intégralMORLINO, Luca. « «Alie ystorie ac dotrine» : Il "Livre d'Enanchet" nel quadro della letteratura franco-italiana ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426512.
Texte intégralL’oggetto di questa tesi è il cosiddetto "Livre d’Enanchet", il testo più antico della letteratura franco-italiana, composto già nella prima metà del XIII secolo, ma trascurato dalla critica precedente a causa della sua estraneità al genere epico cui appartengono invece i principali testi di questa letteratura, composti invece nel secolo successivo. Il presente lavoro si configura pertanto come occasione per un’integrazione delle molte lacune che ancora caratterizzano il quadro storico-letterario e culturale della diffusione del francese come lingua letteraria in diverse aree dell’Italia medievale, in particolare per quanto riguarda la composizione di testi didattici nonché per l’uso della prosa. L’introduzione comprende un inquadramento storico-letterario del "Livre d’Enanchet"; la descrizione dei suoi due manoscritti, conservati a Vienna e a Zagabria; la discussione onomastica relativa al poco trasparente nome dell’autore; l’analisi generale del suo contenuto e della sua struttura interna, suddivisibile in tre parti, consistenti rispettivamente nell’esposizione dei doveri dei vari status socio-professionali, in una breve trattazione di storia universale in cui sono esposte le origini di alcuni di questi accanto a quelle di altri status e di alcune istituzioni, infine in un’ars amandi; la presentazione delle sue fonti (le "Lettere" di San Paolo, l’"Historia scolastica" di Pietro Comestore, il "De amore" di Andrea Capellano, la "Rota Veneris" di Boncompagno da Signa, l’anonimo "Facetus Moribus et vita", nonché un’altra fonte finora non rinvenuta ma ipotizzabile sulla base dei riscontri con il più tardo "Libro di varie storie" di Antonio Pucci); la discussione relativa al problematico statuto complessivo del testo, che potrebbe essere tanto quello di una compilazione in volgare quanto all’opposto quello del volgarizzamento di una compilazione latina preesistente; l’analisi comparativa dei principali tratti linguistici che caratterizzano i due testimoni, in buona sostanza riconducibili alla fenomenologia del cosiddetto "francese di Lombardia" degli altri testi francesi composti o copiati in Italia settentrionale; infine i criteri di edizione e traduzione. La parte centrale del lavoro consiste nell’edizione interpretativa sinottica dei due testimoni, con a fianco una traduzione critica, basata cioè sul testo dell’originale, e da un commento analitico di ciascun capitolo in rapporto alle fonti e al contesto storico-culturale. Il commento comprende anche la discussione filologica delle varianti e degli interventi testuali. L’ultima parte del lavoro è costituita da un ampio glossario, tendenzialmente completo, che costituisce una sorta di integrazione dello studio linguistico attraverso una rappresentazione fedele di una lingua così poco omogenea e oscillante tra il rispetto della norma francese e l’interferenza italiana.
Raffaelli, Enrico G. « Il Sı̄h-rōzag e la sua traduzione mediopersiana : un'analisi filologica e storico-religiosa ». Paris, EPHE, 2004. http://www.theses.fr/2004EPHE0013.
Texte intégralThis thesis consists of a commented critical edition of the Avestan text Sih-rozag and of its Middle-Persian translation. It is divided in four parts. The first part describes the main features of this text: it is formed of 33 paragraphs, and is composed of invocations to the main divine entities of the Zoroastrian pantheon. The Sih-rozag exists in two versions, which are different both in their grammatical form and in their length: these two versions express two different ritual dimensions of the Zoroastrian religion. As is suggested from the composition and from the grammatical structure of the text, the Sih-rozag was composed after most of the other Avestan texts, and at a moment in which the Avestan language was no longer mastered (supposedly at the end of the IVth century B. C. , or later). Its Middle-Persian translation, which is quite accurate, was probably composed in the IX-Xth century A. D. The second part of the thesis describes the manuscripts which has been used for the edition, and analyses the manuscript tradition of the two versions of the text (the tradition of the Middle-Persian version is clearly divided in two families of manuscripts). The third part of the thesis contains the critical edition and the translation of the Avestan and of the Middle-Persian version of the text. The fourth part describes the main features of the divine entities to which the paragraphs of the Sih-rozag are dedicated, and analysis in detail the Avestan text and its Middle-Persian translation. An appendix which contains the correspondances between the Sih-rozag and the other Avestan texts concludes the thesis
Cattani, Ilaria <1993>. « Perceval e Parzival. Traduzioni e tradizioni a confronto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18547.
Texte intégralTondini, Raffaele. « Origenes brevior. Ricerche su Origene e sulla tradizione del Commento a Matteo (con l'edizione dei libri XII-XIII) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425411.
Texte intégralThis thesis has two distinct but related purposes. First of all, it aims at testing the greater or lesser willingness of Byzantine readers to dialogue with the fascinating but controversial Origen's legacy. In this perspective, we will investigate a curious reference, contained in the acts of the Second Council of Nicaea (787), to the presumed acts of an apostolic synod held in Antioch and kept in Origen's library (chapter 1). We will then focus on the study of Photius' appreciation of the figure and work of Origen. The evaluation of his theological thought will be joined with the material transmission of Origen's works. Indeed, ms. Marc.gr. 47of the Philocalia will be particularly relevant in this research (chapter 2). Secondly, this thesis will deal with the reception and the medieval transmission of a work by Origen, the Commentary on Matthew. The edition of books 12 and 13 will therefore be 560 provided, departing from the ecdotic criteria adopted by Klostermann in his 1935 edition. For this work, a Greek text is available (books 10-17 on 25), partially overlapping with an anonymous Latin translation (5th-6th century). Our aim is to demonstrate that our Greek manuscripts do not transmit the text as licensed by the author. On the contrary, they attest a later compilation, in which the Commentary on Matthew has been heavily abbreviated. We will come to this conclusion through the systematic comparison between the Greek text and the Latin translation, which often appears wider (chapter 4), and with the exegetical chains dedicated to the Synoptic Gospels which, where they draw from Origen's Commentary, offer passages unknown to the direct tradition (chapter 3). The same conclusions will then be drawn from the study of other branches of the tradition, among which the fragments of Crypt. Γ. β. VI stand out. They are in fact a witness of the unabridged version of the Commentary on Matthew (chapters 5 and 6). In its 1935 edition, Klostermann had inserted in the Greek text conjectures and additions derived from the systematic comparison with the Latin translation. Here we offer instead an edition of the Greek abridged version, purified from the interventions of the German scholar. The Greek text will be accompanied by a strictly literal Italian translation and will be followed by a series of notes to justify the most delicate ecdotic choices. The edition will also be based on a new codicological and palaeographic study of the Greek manuscripts of the Commentary on Matthew (Cantabr.Trin.Coll. B. 8. 10; Monac.gr. 191; Marc.gr. 43, Vat.gr. 597; Par.gr. 455; Matr.gr. 4725; Barb.gr. 575; Barb.gr. 556). Finally, an updated stemmatic arrangement of the manuscript tradition will be offered (chapter 7).
LA, ROSA MADDALENA. « LE VERSIONI OMERICHE DI MELCHIORRE CESAROTTI : INTRODUZIONE, ANALISI E COMMENTO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/833926.
Texte intégralFunaro, Federica <1991>. « Le Etiopiche di Eliodoro di Emesa : manoscritti, edizioni, traduzioni latine e italiane del XVI secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19546.
Texte intégralZappala', Daniela. « Il VI libro dei Geoponica : introduzione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1180.
Texte intégralMancarella, Maria Carmela. « Harry Mathews e la traduzione : il gioco e l'identità ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1404.
Texte intégralCICCHELLA, ATTILIO. « Domenico Cavalca "Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli". Edizione critica ». Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2017. http://hdl.handle.net/11579/102644.
Texte intégralCalvaresi, Laura <1988>. « Tra 'profitto' ed 'Industria' : traduzioni di termini economici e percorsi di ricezione sociale del 'De regimine principum' di Egidio Romano nel medioevo (XIII-XV secolo) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19528.
Texte intégralNEFZI, Emna. « Traduzione, analisi, studio filologico-linguistico e storico-culturale del testo “Taṯqīf al-lisān wa talqīḥ al-ğanān” [Emendamento della lingua e fecondazione dello spirito] ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/554918.
Texte intégralCassi, Romana. « Il De liberis educandis di Guarino Guarini : Testo latino, traduzione e commento storico-filologico = Guarino Guarini’s De liberis educandis : Latin text, Italian translation and historical-philological commentary ». Thesis, Boston College, 2016. http://hdl.handle.net/2345/bc-ir:107282.
Texte intégralTra il 1410 e 1411, di ritorno dal suo viaggio di formazione in Grecia, il giovane Guarino tradusse in latino il Περὶ παιδῶν αγογὴς, opuscolo contenuto nel corpus dei Moralia e attribuito ad un maestro del circolo di Plutarco. Il testo greco riassumeva concetti educativi fondamentali nell’antichità, suggerendo un modello di educazione che mirava a formare un uomo laico, cittadino consapevole dei suoi doveri familiari, civili e religiosi. Questo concetto educativo, consono alla sensibilità umanistica di Guarino, spiega la sua scelta di tradurre in latino l’opera greca. Il De liberis educandis rappresenta, dunque, dal punto di vista del contenuto, un importante divulgatore di principi educativi per i secoli a venire e, dal punto di vista linguistico, una preziosa fucina di quel nuovo latino che andava formandosi all’inizio del XV secolo e di cui Guarino è uno dei primi artefici. Questo studio si propone di sottrarre il De liberis educandis dall’ombra e di aggiungere osservazioni sulla controversa attività di Guarino come traduttore. Sulla base di un dettagliato confronto linguistico tra l’originale greco e la versione latina di età umanistica, si può concludere che Guarino traduceva il testo greco con precisione, pur permettendosi qualche libertà dal punto di vista linguistico e culturale, come si dimostrerà con precisi riferimenti testuali. Il raffronto con l’originale greco rappresenta anche la base per avviare un’edizione critica dell’opuscolo latino che, assieme ad una traduzione in italiano, non è mai stata affrontata prima d’ora
Thesis (PhD) — Boston College, 2016
Submitted to: Boston College. Graduate School of Arts and Sciences
Discipline: Romance Languages and Literatures
Martorana, Claudia Stella. « Tradurre il linguaggio metaforico di Jean Giono : Les Âmes fortes dal francese all'italiano, dalla pagina allo schermo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1238.
Texte intégralPrimo, Novella Antonia Liana. « "Dans le reflet des neiges". Poeti-traduttori leopardiani da Sainte-Beuve a Bonnefoy ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1240.
Texte intégralFEDERICO, LUCA. « L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005664.
Texte intégralMARCHETTI, CARLO. « Testi pahlavī dal codice MK. Edizione critica, traduzione e commento ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1613483.
Texte intégralCalloni, Mara. « Una branche dimenticata : studio e traduzione di Renart Empereur ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/282530.
Texte intégralCUTOLO, CARMELO. « Areteo di Cappadocia, Libro I, Introduzione, testo critico, traduzione e note di commento ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3118126.
Texte intégralVUTURO, Francesca Paola. « IL “SINASSARIO DELLE NOBILDONNE” E LA “LODE DELLE DONNE” DUE COMPONIMENTI IN GRECO VOLGARE EDIZIONE CRITICA, TRADUZIONE E COMMENTO ». Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/10447/101542.
Texte intégralPELLEGRINO, DOMENICO. « La traduzione greco-latina di Burgundio del trattato galenico De elementis ex Hippocratis sententia. Introduzione e testo critico a cura di Domenico Pellegrino ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3126441.
Texte intégralMERISIO, ELISA NURIA. « Le iscrizioni metriche della Frigia orientale : paideia greca e identità locale. Edizione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1364428.
Texte intégralGORLA, Sandra. « Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.
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