Littérature scientifique sur le sujet « Ferite-croniche »

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Articles de revues sur le sujet "Ferite-croniche"

1

André, A., I. Garrido, J. L. Grolleau, F. Canizares, G. Fabre, D. Gangloff et J. P. Chavoin. « Panorama delle medicazioni nelle ferite acute e croniche ». EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica¸ Ricostruttiva ed Estetica 6, no 4 (janvier 2008) : 1–7. http://dx.doi.org/10.1016/s1769-6704(08)70091-3.

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2

Chanel, L., A. André, J. P. Chavoin et J. L. Grolleau. « Rassegna sulle medicazioni nelle ferite acute e croniche ». EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica¸ Ricostruttiva ed Estetica 12, no 3 (septembre 2014) : 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1769-6704(14)68033-5.

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3

Torresetti, Matteo, Giovanni Di Benedetto et Alessandro Scalise. « Esiste un'alternativa alla matrice dermica acellulare per la gestione delle ferite ? Rivisitazione del ruolo di una medicazione bioattiva a base di collagene e acido ialuronico ». Italian Journal of Wound Care 4, no 2 (26 janvier 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2020.70.

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Résumé :
La guarigione delle ferite è un processo complesso che coinvolge molte interazioni sinergiche tra diverse linee cellulari, citochine, enzimi e fattori di crescita. Negli ultimi anni sono stati introdotti diversi biomateriali e medicazioni bioattive che si ritiene svolgano un ruolo attivo nella guarigione delle ferite. Sia il collagene che l’Acido Ialuronico (AI) sono stati ampiamente adottati per la gestione delle ferite e la sua combinazione, utilizzata come medicazione bioattiva, è stata studiata. Abbiamo riportato la nostra esperienza clinica con una medicazione avanzata composta da AI più collagene eterologo di tipo I applicato su ferite acute e croniche di diversa eziologia in una coorte retrospettiva di 30 pazienti. Tutti i pazienti inclusi avevano ferite cutanee portate a guarigione completa per seconda intenzione, e tutte le ferite sono state trattate utilizzando Bionect Pad® (BP). Se necessario, alcuni casi sono stati gestiti con trattamenti combinati al fine di ottenere un’adeguata preparazione del letto della ferita prima dell’applicazione di BP. Trenta pazienti con età media di 60,2 anni sono stati trattati per ferite di diversa eziologia. La tipologia di ferite trattate includeva ulcere venose, ferite post-traumatiche, complicanze di ferite chirurgiche, lesioni da decubito, ustioni, ulcerazioni peristomali e ulcerazioni cutanee dopo radioterapia. Il tempo medio di guarigione è stato di 31 giorni (range: 21-76 giorni). Sulla base dei nostri risultati incoraggianti, riteniamo che tali medicazioni bioattive possano essere considerate un’alternativa utile e affidabile ad altri metodi di trattamento ben noti e consolidati, come le matrici dermiche acellulari o altre medicazioni avanzate, in casi selezionati.
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4

Pini, Paola. « Il microbiota cutaneo e le sue interazioni con l’ospite ». Italian Journal of Wound Care 6, no 1 (28 mars 2022). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2022.85.

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Résumé :
Se gli anni ‘60 dello scorso secolo sono stati la pietra miliare nell’ambito del wound healing con la dimostrazione che la guarigione delle lesioni avviene in ambiente umido, l’inizio del 21° secolo è stato testimone di un notevole incremento di pubblicazioni, studi, ricerche sul rapporto microbiota-cute, microbiota-ulcera cutanea e microbiota-wound healing. Il microbiota cutaneo, ovvero l’insieme di microorganismi che colonizza la pelle dell’ospite, è intimamente correlato con la salute e la malattia cutanea. Il dialogo costante e specifico tra la flora commensale e le cellule cutanee, entrambe dotate di elevata competenza immunologica e che regola l’omeostasi cutanea e promuove il ripristino della barriera danneggiata, è completamente sregolato nelle ferite croniche. Come noto la guarigione delle ulcere è un processo complesso e molto organizzato, strettamente controllato dai diversi tipi di cellule della pelle attraverso la secrezione di fattori di crescita, citochine e chemochine. L’interruzione di questo processo impedisce il corretto ripristino della barriera cutanea e di conseguenza la ferita non guarisce e si cronicizza. Le ferite offrono l’opportunità alla flora residente e a quella ambientale di entrare nei tessuti sottostanti e trovare le condizioni ottimali per la loro colonizzazione e la loro crescita. Durante il normale processo di wound healing l’interazione dei microrganismi commensali con le cellule cutanee partecipa attivamente alla modulazione della risposta immunitaria innata; al contrario si sospetta che i microrganismi patogeni svolgano un ruolo sostanziale nel ritardare la guarigione delle ferite. In questa review verranno sinteticamente descritte le caratteristiche della cute come organo immunitario, le sue interazioni con la flora commensale, opportunistica e patogena, sia in condizione di omeostasi che in presenza di lesioni cutanee e, infine, accennate ipotesi terapeutiche future straordinariamente interessanti.
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5

Mancin, Stefano, Elena Alterchi, Silvia Finazzi et Salvatore Badalamenti. « Assistenza infermieristica e wound care nel paziente affetto da insufficienza renale cronica in trattamento dialitico ». Italian Journal of Wound Care 5, no 1 (17 mars 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2021.73.

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Résumé :
Le persone affette da insufficienza renale cronica in trattamento dialitico, rappresentano un campione di popolazione ad alto rischio di sviluppo di patologie a carico della cute, in particolar modo lesioni secondarie all’uremia come xerosi e prurito, ulcere diabetiche e vascolari. Le cause sono riconducibili principalmente ai cambiamenti metabolici indotti dalla patologia quali complicanze uremiche, acidosi metabolica e alterazione del metabolismo calcio-fosforo e la concomitante presenza di patologie croniche, in primis diabete, arteriopatie e patologie cardiovascolari. Nel nostro centro dialisi tale problema incide notevolmente sulla qualità di vita della nostra utenza, rappresentando un problema serio e invalidante. Questo progetto di durata triennale 2016-2018, terminato con l’analisi del database nel 2019 ha portato a un miglioramento dell’assistenza infermieristica erogata presso il nostro ambulatorio, in termini di riduzione dell’incidenza di lesioni difficili pari al 46% durante il triennio, implementazione delle conoscenze del personale coinvolto, utilizzo ottimale di presidi di medicazione avanzata e in ultimo una soddisfazione dei nostri utenti, relativamente al trattamento delle ferite, calcolata mediante questionario di gradimento, che ha mostrato una elevata partecipazione durante l’ultima indagine (98%) e una soddisfazione per le cure prestate pari al 95%.
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6

Giacinto, Francesco, Elisabetta Giacinto, Mario Giacinto, Filomena Casciani et Domenica Ciuffoletti. « Applicazione della sulfadiazina argentica 1% in crema per il trattamento e la prevenzione delle infezioni nelle ulcere croniche degli arti inferiori/Use of silver sulfadiazine 1% cream for the treatment and prevention of infected chronic leg ulcers ». Italian Journal of Wound Care 3, no 2 (27 juin 2019). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2019.49.

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Résumé :
Il trattamento delle lesioni cutanee è complesso per la varietà delle eziologie, della presentazione della ferita, del decorso e delle elevate comorbidità associate. La risoluzione di un’eventuale infezione, che rappresenta la condizione indispensabile per la successiva guarigione della lesione, è da considerarsi l’obiettivo primario di qualsiasi intervento. Numerose sono le evidenze presenti in letteratura che attestano la superiorità di un trattamento antibiotico topico rispetto a una terapia antibiotica sistemica in presenza di una ferita infetta. È stato evidenziato come la sulfadiazina argentica 1% crema (SSD Ag 1%), un antibiotico chemioterapico topico, sia efficace nella prevenzione e cura delle lesioni cutanee acute e croniche infette e/o suscettibili di superinfezioni. Lo scopo di questo studio è quello di verificare l’efficacia della SSD nel migliorare la qualità di vita di pazienti affetti da lesioni. La ricerca è stata condotta presso l’Ambulatorio sperimentale di Vulnologia nel CAPT di Praia a Mare (ASP Cosenza, Italia); ha coinvolto 86 pazienti nell’arco di 4 mesi, trattati in parte in ambulatorio ed in parte in assistenza domiciliare, con età media di 69,6 anni, per la profilassi (50/86, 58%) o per il trattamento (36/86, 42%) di ulcere interessanti principalmente gli arti inferiori. I risultati ottenuti dall’utilizzo della SSD Ag 1% hanno evidenziato che, nei pazienti in cui il prodotto è stato applicato come trattamento, la percezione del dolore è diminuita in 18 su 24 pazienti, con un’aumentata qualità di vita valutata attraverso la Visual Analogue Scale-Quality of Life Scale. L’efficacia della SSD Ag 1% è stata dimostrata dai 23 casi di guarigione in 12 settimane e dai 5 casi in 4 settimane e dai 10 casi di risoluzione della sola infezione. La SSD Ag% si dimostra essere un ottimo prodotto sia per la profilassi (per prevenire l’insorgenza dell’infezione nelle ulcere a rischio) che per il trattamento dell’infezione delle ferite, coniugando efficacia e tollerabilità. Treating skin lesions is complex due to the variety of aetiologies, the presentation of the wound, the course of the injury and the high number of associated comorbidities. The main aim of any treatment is to resolve any infection, as this is the essential condition for the lesion to subsequently heal. There is a lot of evidence in literature that a topical antibiotic treatment is better than a systemic antibiotic therapy for infected wounds. Silver sulfadiazine 1% cream (SSD Ag 1%), a topical chemotherapy antibiotic, has been proved to be effective for the prevention and cure of acute and chronic skin lesions that are infected or susceptible to superinfection. The purpose of this study is to confirm the efficacy of SSD Ag 1%in improving the quality of life of patients with lesions. The study was conducted at the Experimental Wound Treatment Outpatients Department of the Praia a Mare Local Healthcare Centre (Cosenza Health Authority, Italy); it involved 86 patients during a 4-month period, some of whom were treated in the outpatients department and some at home, with an average age of 69.6, for prophylaxis (50/86, 58%) or to treat ulcers, primarily leg ulcers (36/86, 42%). The results of using SSD Ag 1% cream showed that for patients on whom the product was used as treatment, pain perception fell in 18 out of 24 patients, with improved quality of life assessed using the Visual Analogue Scale-Quality of Life Scale. The efficacy of SSD Ag 1% was shown by 23 cases of healing in 12 weeks and 5 cases in 4 weeks and by 10 cases of resolution of the infection only. SSD Ag 1% was shown to be an excellent product both for prophylaxis (to prevent infections in high-risk ulcers) and for treating wound infections, combining efficacy and tolerability.
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