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Maetzke, Federico Guglielmo. « Francesco Iovino (2021) - La ricostituzione boschiva in Calabria. Modello di riferimento del passato con approcci attuali in tema di tutela del territorio e dell’ambiente. Soveria Mannelli : Rubbettino Editore ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 1 (30 mars 2022) : 55–56. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1620.

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Résumé :
“La memoria degli uomini non va al di là degli ultimi quaranta o al più cinquanta anni” cita Francesco Iovino richiamando una nota scritta oramai più di settanta anni fa da Luigi Einaudi, allora Presidente della Repubblica. E penso che a molti, probabilmente ai più, tra coloro che leggeranno il suo saggio sulla “Ricostruzione boschiva in Calabria” non saranno certo note nel dettaglio e nella devastante tragicità le vicende che hanno portato ad una notevolissima opera di rimboschimento e gestione di un territorio ampio e crudelmente degradato. Una regione che oggi appare nuovamente tra quelle con una importante copertura forestale, ma che all’alba del secolo scorso appariva significativamente depauperata dei suoi millenari boschi e ferita da continui, gravi e diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico. Il saggio di Francesco Iovino sulla ricostruzione della copertura forestale attuata in Calabria nel secolo scorso costituisce uno strumento sostanziale per capire il passato, non solo nella sua dimensione regionale, ma in una visione che si può raffigurare in ogni altro territorio del nostro Paese, e per guidare, sulla base di quanto fatto, l’opera del presente.
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Maetzke, Federico Guglielmo. « Francesco Iovino (2021) - La ricostituzione boschiva in Calabria. Modello di riferimento del passato con approcci attuali in tema di tutela del territorio e dell’ambiente. Soveria Mannelli : Rubbettino Editore ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 1 (30 mars 2022) : 55–56. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1620.

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Résumé :
“La memoria degli uomini non va al di là degli ultimi quaranta o al più cinquanta anni” cita Francesco Iovino richiamando una nota scritta oramai più di settanta anni fa da Luigi Einaudi, allora Presidente della Repubblica. E penso che a molti, probabilmente ai più, tra coloro che leggeranno il suo saggio sulla “Ricostruzione boschiva in Calabria” non saranno certo note nel dettaglio e nella devastante tragicità le vicende che hanno portato ad una notevolissima opera di rimboschimento e gestione di un territorio ampio e crudelmente degradato. Una regione che oggi appare nuovamente tra quelle con una importante copertura forestale, ma che all’alba del secolo scorso appariva significativamente depauperata dei suoi millenari boschi e ferita da continui, gravi e diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico. Il saggio di Francesco Iovino sulla ricostruzione della copertura forestale attuata in Calabria nel secolo scorso costituisce uno strumento sostanziale per capire il passato, non solo nella sua dimensione regionale, ma in una visione che si può raffigurare in ogni altro territorio del nostro Paese, e per guidare, sulla base di quanto fatto, l’opera del presente.
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Ardolino, Francesco. « Helga Schneider : la ferita aperta della scrittura ». Quaderns d’Italià 7 (3 novembre 2002) : 151. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.117.

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Lazzaretti, Letizia. « Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Natali, G., M. Mancuso et D. Pantoli. « Emostati nella pratica angiografica ed interventistica ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 5 (octobre 1995) : 721–25. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800513.

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Résumé :
Nella pratica angiografica ed interventistica, l'emostasi della ferita in sede femorale viene comunemente ottenuta mediante compressione manuale o meccanica, esercitata subito cranialmente alla sede di puntura. Tali metodiche non sono scevre da complicazioni emorragiche, soprattutto in pazienti in trattamento eparinico e comportano inoltre discreto disagio nei pazienti e un periodo di ospedalizzazione di almeno 12 ore, necessario alla osservazione clinica della ferita. Viene proposto un nuovo sistema di emostasi, il VasoSeal, che utilizza cartucce di collagene, opportu-namente introdotte lungo il tramite della ferita angiografica, dalla superficie del vaso leso a quella cutanea. Oltre alla funzione di tappo della cartuccia, il sistema sfrutta le proprietà emostatiche del collagene, che stimola la vasocostrizione locale, la formazione del trombo piastrinico iniziale e inoltre partecipa alla attiva-zione del processo di formazione del trombo di fibrina, senza essere influenzato dall'azione anticoagulante dell'eparina. Tale sistema, estremamente utile a prevenire le complicazioni emorragiche nei pazienti con disturbi della coagulazione, anche indotti da trattamento eparinico post-interventistico, appare ulteriormente interessante per la riduzione a 5–6 ore del tempo di emostasi, consentendo un regime ambulatoriale anche per le attività angiografiche ed interventistiche.
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Stiegler, Bernard. « Lo schermo di scrittura ». Rivista di estetica, no 63 (1 décembre 2016) : 121–29. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1297.

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Marazzi, Massimiliano. « Scrittura e atti di scrittura : riflessioni su alcune novità editoriali ». Kadmos 59, no 1-2 (1 avril 2020) : 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Résumé :
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Galati, Maria, Annalisa Pasqualini et Corinna Albolino. « Scritturachecura. Esperienze di scrittura in psichiatria ». GRUPPI, no 1 (mars 2013) : 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001009.

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Résumé :
Le autrici, in un precedente lavoro (Gruppi, 2011, XIII, 1), avevano presentato l'esperienza personale della "scrittura di sé", come sviluppata presso la LUA (Libera Universitŕ dell'Autobiografia di Anghiari), considerando in senso lato la possibile funzione di cura del sé. Nel presente lavoro riportano l'esperienza che ognuna ha tratto dall'aver introdotto liberamente nella pratica clinica e terapeutica quotidiane l'uso della scrittura stessa. Sono nate cosě le narrazioni di esperienze terapeutiche ove la scrittura, nei casi seguiti individualmente, ha rappresentato la possibilitŕ di continuitŕ, di estensione e completamento della terapia in corso, o ove ancora č diventata mediatore in gruppi terapeutici con pazienti borderline. La scrittura ha rappresentato poi il nucleo di una proposta formativa per infermieri di un SPDC: il coinvolgimento attraverso un percorso personale di scrittura autobiografica ha permesso di affrontare le tematiche che si dispiegano nel lavoro psichiatrico ai suoi vari livelli evitando la passivizzazione della lezione in aula e aumentando il livello di partecipazione e soddisfazione.
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Varchetta, Giuseppe. « Pandemia e tracce di scrittura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 33 (septembre 2020) : 25–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033005.

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Ciula, Arianna. « Modelli digitali di scrittura carolina ». Gazette du livre médiéval 45, no 1 (2004) : 27–38. http://dx.doi.org/10.3406/galim.2004.1645.

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Scianatico, Giovanna. « La scrittura di viaggio di Carlo Levi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 50, no 2 (août 2016) : 556–64. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816662818.

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Swoboda, Antoni. « Egzegeza alegoryczna Pisma Świętego w listach Paulina z Noli ». Vox Patrum 32 (15 décembre 1997) : 261–68. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7726.

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L’autore dell’articolo intitolato „L’esegesi allegorica della Sacra Scrittura nelle lettere di S. Paolino di Nola” presenta che la Sacra Scrittura occupava in loro un posto particolare. Le citazioni non soltanto esprimevano meglio dei pensieri di Paolino, descrivevano delle persone gli conosciute ma anche l’interpretazione della Sacra Scrittura consisteva nel cercare in essa dei simboli e nel commentare il loro senso.
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Fionda, Barbara. « Maleficent ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2021) : 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001014.

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Langeli, Attilio Bartoli. « Scrittura e figura, scrittura e pittura, (con esempi di eta medievale) ». La Ricerca Folklorica, no 31 (avril 1995) : 5. http://dx.doi.org/10.2307/1480031.

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SAPONARO, G., G. GASPARINI, D. CERVELLI, L. DALL’ASTA, G. D’AMATO, M. FORCIONE, S. PELO et A. MORO. « Il lembo libero osteoperiosteo di Fibula come opzione ricostruttiva preprotesica nelle atrofie severe e nei difetti post oncologici dei mascellari ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no 6 (décembre 2015) : 394–99. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-763.

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Il gold standard nella ricostruzione dei mascellari nelle atrofie severe, siano esse di natura idiopatica o iatrogena, come nei casi di chirurgia resettiva oncologica, deve essere incentrato verso tecniche di ricostruzione immediata che consentano un veloce recupero funzionale ed estetico. I pazienti considerati in questo studio sono stati trattati durante un periodo di 5 anni (2010-2014) con ricostruzione immediata del deficit dei mascellari, eseguito per mezzo di lembo libero di fibula osteo-periosteo. Sono stati pertanto selezionati 14 pazienti sottoposti a ricostruzione con tale tecnica, senza riportare complicanze a medio e lungo termine. Il principale vantaggio di questo tipo di ricostruzione va ricercato nella formazione di gengiva cheratinizzata sovrastante il lembo libero che consente la migliori condizione possibile per una ricostruzione implantoprotesica. L’unico svantaggio di questa tecnica è da imputare alla necessità di lasciare che la ferita chirurgica intraorale guarisca per seconda intenzione in modo da promuovere la formazione di gengiva cheratinizzata dai bordi della ferita stessa, per tale ragione però il pazente necessita di un rigido follow up per il primo mese dopo l’intervento. Lo scopo di questo lavoro è valutare l’efficacia di tale tecnica nelle ricostruzioni ossee dei mascellari.
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Caporuscio, Flavia. « In sonno e in veglia : l’esperienza della soglia e la scrittura del dormiveglia ». Quaderni d'italianistica 41, no 2 (11 juin 2021) : 115–33. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36774.

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Nel panorama delle rielaborazioni novecentesche dell’immaginario purgatoriale può senz’altro collocarsi In sonno e in veglia (1987) di Anna Maria Ortese, il cui richiamo al luogo intermedio dell’aldilà cattolico è presente tanto nell’oggetto della narrazione quanto nella scrittura stessa. La raccolta di racconti è in realtà un libro-manifesto che svela il segreto della scrittura in un titolo programmatico: il binomio ossimorico di sonno e veglia circoscrive infatti sia la tecnica narrativa visionaria, sia la Weltanschauung dell’opera ortesiana che, qui come altrove, accoglie “storie tra mondo e sottomondo, tra giorno e notte.” La scrittura di apparizioni e visioni, tipica della narrativa ortesiana, abitando la soglia tra sogno e realtà, che è poi lo spazio liminale tra visibile e invisibile, autorizza all’uso della definizione di scrittura del dormiveglia.
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Caffarena, Fabio. « L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare ». REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), no 37 (21 juillet 2022) : 111–26. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7058.

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Résumé :
L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, fondato da Antonio Gibelli nel 1986 presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, dal 2017 è un centro di ricerca e documentazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. La sua attività è finalizzata al recupero, allo studio e all’utilizzo didattico delle testimonianze scritte della gente comune nei secoli XIX e XX, con l’intento di analizzare i processi di affermazione della soggettività che affiorano fra le scritture di migranti, soldati, operai, donne e bambini.
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Zanardi, Claudia. « Colpa, tormento dell'anima - Vergogna ferita del corpo. La lettera scarlatta ». SETTING, no 30 (juin 2012) : 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030003.

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Résumé :
L'articolo prende in considerazione il senso di colpa e quello di vergogna in una cornice relazionale, individuando la loro differenza e talvolta il loro intreccio. L'origine del senso di colpa viene rintracciata nell'angoscia primaria percepita nel trauma della nascita, la separazione/morte dalla madre. L'angoscia dell'infante puň trovare successivamente, in una mancanza o fragilitŕ di contenimento materno, una rappresentazione nel senso di colpa. Questa sensazione puň permettere la strutturazione di un Sé soggetto capace di mantenere la relazione oggettuale, anche se l'oggetto č assente/distrutto, evitando la disintegrazione del Sé. Il senso di vergogna viene analizzato, nella cornice di diverse teorie, come legato ad un trauma precoce, un atto, uno sguardo umiliante, che ha interrotto lo sviluppo di un Sé ancora indifferenziato, lasciando una parte dissociata del Sé che rimane sconosciuta. Questa dissociazione del Sé rende la persona isolata emotivamente impedendole ogni relazione con l'altro. Vengono riportati alcuni esempi clinici insieme ad una rilettura del romanzo di Hawthorne "La lettera scarlatta", in cui la vergogna e la colpa trovano una rappresentazione letteraria.
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Lipari, Domenico. « La scrittura come costruzione di realtà ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 30 (février 2019) : 56–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2018-030008.

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Iori, Vanna. « La scrittura nelle professioni di cura ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (juin 2012) : 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/erp2012-001004.

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Faced with a growing call for help, services note the inconsistency of the old paradigms and are facing unprecedented challenges. In this situation, the caregivers, who are daily in a difficult and stressful social work, are the real "experts", the true owners of a knowledge of caring, verified by the contact with a lived experience. Starting again from the experience the narrative can give voice to caregivers, encouraging the reflection and transforming the anguish into a strategies for social work, education, health care. In particular, the autobiographical writing is a sort of self-care and indicates the practical implications to be better able to care for others.
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Toscano, Anna. « Scrittura e pittura come solchi ». Balthazar, no 4 (13 septembre 2022) : 146–50. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18513.

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Résumé :
La produzione artistica di Etel Adnan nel suo insieme, scrittura e pittura, è un santuario della memoria legato a paesi, lingua, culture, società diversissime. Le vite vissute da Adnan, donna e artista attivista e femminista, ruotano intorno all’esperienza di differenti luoghi e idiomi e creano un’arte legata a un corpo a corpo con la vita.
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Sposetti, Patrizia, et Maria Emanuela Piemontese. « Gli studenti universitari non sanno più scrivere ? Una riflessione sulle caratteristiche delle scritture di un campione di studenti universitari italiani e sulle possibili strategie didattiche di intervento ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no 3 (4 juillet 2018) : 144–57. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.14.

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Résumé :
Il tema delle competenze di scrittura degli studenti universitari ha assunto nel tempo un crescente interesse testimoniato dall’ampio numero di studi e ricerche ad esso dedicati nel panorama scientifico europeo e internazionale. Il contributo presenta una riflessione sul tema attraverso i primi risultati di una ricerca sulla scrittura degli studenti del corso di laurea magistrale in Pedagogia e Scienze dell’educazione e della Formazione della “Sapienza” Università di Roma dall’anno accademico 2011/2012 all’anno accademico 2015/2016. Il punto di partenza teorico è costituito dalla consapevolezza dell’insegnabilità della scrittura e della conseguente importanza del lavoro educativo.Czy studenci umieją pisać? Obserwacje dotyczące cech tekstów pisanych przez studentów włoskich uniwersytetów oraz możliwych strategii dydaktycznychZagadnienie kompetencji studentów w zakresie redakcji tekstów wzbudza coraz większe zainteresowanie zarówno w Europie, jak i poza nią, o czym świadczą liczne poświęcone mu badania. Artykuł przedstawia wnioski z badań prowadzonych od roku akademickiego 2011/2012 do 2015/2016, które dotyczyły prac pisemnych studentów studiów magisterskich kierunku pedagogika oraz nauki o edukacji i kształceniu na Uniwersytecie „La Sapienza” w Rzymie. Tezą, stanowiącą punkt wyjścia dla autorek, jest przekonanie, że kompetencje studentów w zakresie reakcji tekstów mogą być rozwijane oraz że ćwiczenie tego typu umiejętności mogą przynieść znaczące efekty.
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Demetrio, Duccio. « Tristezza esistenziale e ricorso alla scrittura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 15 (décembre 2010) : 51–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015005.

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Il tema della relazione con un maestro (con "il" maestro) č qui narrato tenendo una "posizione" di "relativa distanza" e di "relativa vicinanza", probabile frutto di un processo sviluppato dalla domanda (inespressa): c'entra l'amore con l'apprendimento? Appare sullo sfondo il tema di una relazione con il maestro che non puň essere relativa ad una intesa meramente intellettuale, cognitiva, razionale ma che si estende a emozioni fortemente connotate, come puň essere l'affetto per una persona che conosce, che sa e che č disposta a condividere il proprio sapere. Dal punto di vista della teoria della tecnica, l'autore sostiene che ogni seduta psicoterapeutica, nell'incontro con l'altro, diviene un sogno condiviso, conarrato, co-agito che prescinde da una veritŕ reale o storica a favore di una veritŕ emotivonarrativa nella quale prendono vita storie, trasformazioni, insight, attitudini a trasformare in ręverie, in immagini quanto urgeva come sensorialitŕ e protoemozioni.
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Lucarelli, Massimo. « L’ autobiografia di un ribelle padre della patria ». Mnemosyne, no 5 (15 octobre 2018) : 13. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13543.

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Résumé :
Tra le opere autobiografiche risorgimentali, le Note mazziniane risultano particolarmente funzionali a un’analisi dei legami tra scrittura di sé, autolegittimazione e ribellione. Mazzini cominciò a redigerle a Londra, in esilio, nel marzo del 1861, proprio mentre a Torino si proclamava il Regno d’Italia. Lungi dal romanzesco e dall’individualismo tipici dell’autobiografia preromantica, le Note si presentano come un «sommario storico» il cui fine politico e nazionale giustifica la scrittura autobiografica. Esse sono infatti, soprattutto, un’autolegittimazione dell’azione politico-rivoluzionaria mazziniana e un documento di polemica contro la classe dirigente del neonato Regno d’Italia.
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Milburn, Erika, et Claudia Berra. « La scrittura degli 'Asolani' di Pietro Bembo ». Modern Language Review 95, no 3 (juillet 2000) : 855. http://dx.doi.org/10.2307/3735566.

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Cerruti, Marco. « Rilievi sulla scrittura satirica di Carlantonio Pilati ». Italies, no 4 (1 janvier 2000) : 517–28. http://dx.doi.org/10.4000/italies.2312.

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Campetella, Paolo. « Pratica di scrittura e lettura dell'opera d'arte ». CADMO, no 1 (septembre 2019) : 35–49. http://dx.doi.org/10.3280/cad2019-001004.

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Ferrarini, Edoardo, et Eugenio Staltari. « Scrittura ed Immagini : un'ipotesi di restauro virtuale ». Le médiéviste et l'ordinateur 41, no 1 (2002) : 49–59. http://dx.doi.org/10.3406/medio.2002.1573.

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Garibaldo, Luca Francesco. « Arteinpiazza - Pratiche di lettura e scrittura urbana ». TERRITORIO, no 47 (février 2009) : 34–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047005.

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Résumé :
- While creativity, art and culture are terms used increasingly more often by urban institutions in the attempt to provide an answer to the anonymity of international style and to promote certain markets, there is a constellation of spontaneous activities seething in the shadows. Practiced either individually or in groups, they constitute an area of challenge and conflict in which you measure your freedom against that of the others. In a city of steel reinforced doors and closed-off areas under Cct surveillance, art is a common and possible space where you can cultivate your responsibility and set new social equilibriums even if they are temporary. Let us learn to read and write our cities! Let us try it in an unexpected place, perhaps in a square in the poorer outer neighbourhoods of the city, to discover alternative centres and new geographies.
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Sicuro, Antonio. « La scrittura mancina di Leonardo da Vinci ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 1 (février 1993) : 71–72. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600110.

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Perondi, Luciano. « Scrittura e spazio visivo. Perché č importante estendere il concetto di scrittura nella formazione ». FOR - Rivista per la formazione, no 80 (novembre 2009) : 16–20. http://dx.doi.org/10.3280/for2009-080004.

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Audagna, Martina, Gianluca Vittorini Orgeas, Livia Nastri, Federico Ausenda, Davide Guglielmi et Francesco Ferrarotti. « Terapia parodontale di supporto : dalla disinfezione della ferita post-chirurgica alla terapia di mantenimento ». Dental Cadmos 90, no 05 (avril 2022) : 2. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.05.2022.14.

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Perrella, Silvio. « Sergio De Santis, un naufrago della scrittura ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (22 avril 2018) : 485–91. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757442.

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Quelle di Sergio De Santis (Napoli, 1953) sono storie naufraghe e salmastre; storie di malussìa che raccontano di uno “smarrimento fra gli stretti sentieri di una vita troppo diversa da come l’avevamo immaginata”. E la malussìa è la dimensione di un io metamorfico e dai nomi cangianti – a volte professore, altre velista, altre ancora giocatore di carte… – che attraversa il suo mondo narrativo, legando tra loro echi, temi e movenze di scrittura. Nel gruzzolo di opere sinora pubblicate – una raccolta di racconti e tre romanzi – De Santis si dimostra un naufrago della scrittura che ama giocare con la reticenza, non solo perché è consapevole della forza dell’allusività e del rapporto tra i vuoti e i pieni, ma anche perché vuole che il suo paesaggio fisico e morale sia un correlativo di una condizione umana generale. Per De Santis il Sud è soprattutto la specola attraverso la quale guardare malinconicamente al disastro del mondo, senza però lasciarsi sfuggire ogni possibilità residua e imprevista di bellezza.
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Simone, Sara, Elena Lenzi et Roberta Giommi. « L'uomo vittima di abuso sessuale in età minore : la "mascolinità" ferita ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (novembre 2016) : 67–69. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2016-su1017.

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Barbetta, Pietro. « Note preliminari per una "fiction" sul caso Lucia Joyce ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 61–73. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016004.

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Résumé :
Il testo indaga il caso clinico di Lucia Joyce alla luce della scrittura del padre e in relazione alle interpretazioni psicoanalitiche di Jung e Lacan. L'ipotesi piů accreditata č che la scrittura di Joyce o la condizione nomadica e precaria della famiglia Joyce abbia avuto conseguenze riguardo al disordine psichico di Lucia. In questo testo cercherň di discutere quest'idea proponendo un'ipotesi clinica differente, legata alla iatrogenicitŕ degli interventi e degli internamenti psichiatrici subiti dalla figlia di Joyce contro la volontŕ propria e del padre, che leggeva invece nelle condotte della figlia ammirevoli e sconvolgenti capacitŕ telepatiche.
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Nasi, Franco. « Fenomenologia e stile nella scrittura di saggio di Luciano Anceschi ». Italica 75, no 3 (1998) : 399. http://dx.doi.org/10.2307/480058.

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Grandolini, Simonetta. « Sull'invenzione della scrittura nell'orazione di Giorgia In difesa di Palamede ». Giornale Italiano di Filologia s. 2, no 1-2 (novembre 2011) : 13–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.101932.

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Malagnini, Francesca. « L’italiano in rete tra parola e immagine ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 3 (26 juin 2019) : 748–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819854055.

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Résumé :
Nell’articolo si analizzano i rapporti tra parola e immagini nella comunicazione di alcuni media mostrando come i codici verbale e iconico, se accoppiati, sono spesso incoerenti fra loro, tanto da impedire la comprensione del messaggio. Inoltre, si esamina il processo di scrittura del messaggio verbale in rete, mettendolo in relazione con i testi semicolti: in entrambi i casi mancano la progettazione e la revisione. Un punto di partenza per insegnare una scrittura di massa strutturata e sequenziale, talvolta accompagnata da immagini, può essere quello di una riflessione linguistica e testuale sui testi verbali frammentati che circolano nella rete.
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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. « Il racconto della quotidianità nella genesi del tempo. » Mnemosyne, no 1 (1 septembre 2008) : 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11493.

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Résumé :
Nel diario al centro del saggio la registrazione del quotidiano si estende per un arco di tempo di trenta anni, dal 1959 al 1989. La scrittura registra in modo particolare la “normalità” della quotidianità, piuttosto che gli eventi eccezionali, introducendo il lettore in un lungo spaccato di vita dello scrivente. Nel descrivere ed analizzare questo testo il saggio parte dal dato linguistico, mostrando come il linguaggio, insieme ai contenuti espressi, si faccia testimone di un periodo storico e di un programma (oltre che di una storia) di vita allo stesso tempo. La tesi di fondo è che in un diario giornaliero la scrittura non sia soltanto uno strumento di registrazione, ma anche di ri-costruzione dell’esperienza.
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Mascellani, Anna. « La terapia del divorzio bloccato ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 117–42. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124007.

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Résumé :
L'articolo verte sulle sempre più numerose situazioni di divorzio bloccato, in cui la persistenza nel tempo di un'alta conflittualità nella coppia, spesso a distanza di molti anni dalla separazione fisica, impedisce la naturale trasformazione del legame coniugale e, di conseguenza, lo sviluppo di tutti i legami familiari coinvolti. Ma l'ostilità manifesta spesso non è altro che l'unico modo che i coniugi hanno per non affrontare il dolore della ferita inferta dal divorzio. Se il terapeuta ha il coraggio di legarsi direttamente a quella sofferenza fin dalla prima seduta, aumentano notevolmente le possibilità di aiutare la coppia a ripartire nel processo di elaborazione del lutto e a riacquisire automaticamente la competenza genitoriale.
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Maras, Daniele Federico, Javier Velaza Frías et David Nonnis. « Influssi esterni : ‘ellenizzazione’, ‘romanizzazione’, ‘mediterraneizzazione’ (VI-III sec. a.C.) ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 129–65. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.384.

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Résumé :
Nel Mediterraneo occidentale, l’introduzione della scrittura è uno importante momento del processo storico di acculturazione che ha un impatto notevole sulla precedente tradizione letteraria orale. Nella penisola iberica, la documentazione eterogenea, unita alle difficoltà di interpretazione, impedisce di approfondire la ricerca: si presenta pertanto l’interrelazione dei diversi sistemi scrittori tra VI e III sec. a. C., in riferimento alle controparti fenice e greche. L’epigrafia della produzione latina ed etrusco-italica fornisce un banco di prova, che dimostra un rapporto costante degli artigiani con la scrittura. In Etruria, il passaggio del formulario standard di dono dall’ambito cerimoniale aristocratico a quello votivo si inserisce nel contesto della frequentazione di visitatori stranieri.
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Sommella, Dorothy, Juliana Seger Sanvicente, Vito Sugamele, Francesca Treccani et Antonello D’Elia. « Pezzi di padri. Ricomporre ruoli e funzioni dopo la ferita del divorzio ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 99–116. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124006.

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Résumé :
Dopo una breve panoramica sulla trasformazione sociale della figura paterna e un accenno alla normativa vigente in Italia sulla situazione dei genitori separati e/o divorziati, l'articolo presenta un'indagine esplorativa che si avvale di una intervista qualitativa a cui è stato sottoposto un campione rappresentativo di padri coinvolti nell'evento separativo; si riportano poi degli approfondimenti sulla paternità relativi a contesti non clinici, campo di esperienza di alcuni degli autori, volti a gettare un primo sguardo allargato sul tema. Centrali nella riflessione gli esiti delle ferite del divorzio e le possibilità che, una volta sanate, le stesse possano offrire ai tanti padri disposti a rimettersi in gioco.
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Ferrarese, Estelle. « Vivere alla mercč. Figure della vulnerabilitÀ nelle teorie politiche contemporanee ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 21–33. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038003.

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Résumé :
Questo articolo si sforza di ricollocare le teorie del care in seno alla teoria politica contemporanea, in cui si attesta un ritorno al tema della vulnerabilitÀ corporea e morale come problema politico e morale in sé. Qui si distinguono tre accezioni della parola vulnerabilitÀ, accezioni che implicano ogni volta ragionamenti morali e legittimano ordini politici differenti: il modello della disponibilitÀ alla ferita fisica e morale, quello dell'associazione stretta fra l'idea della vulnerabilitÀ e il concetto di dipendenza (illustrato dalle teorie del care), e infine la vulnerabilitÀ come non possesso di sé.
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Maras, Daniele Federico. « Le scritture dell'Italia preromana ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 923–68. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.386.

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Résumé :
La scrittura è stata introdotta nell’Italia antica attraverso il contatto tra i navigatori greci e le aristocrazie etrusche dell’età Orientalizzante. Entrando a far parte dei rapporti cerimoniali tra pari, si è diffusa rapidamente presso le popolazioni vicine e nel corso del VI secolo a. C. ha assunto un valore identitario etnico, dando vita a un mosaico di diverse tradizioni grafiche, volta per volta derivate direttamente dalla scrittura greca o attraverso la mediazione etrusca o latina. L’autore dedica alcune pagine introduttive al processo storico di trasmissione e adattamento della scrittura e poi passa in rassegna i domini epigrafici etrusco, falisco, latino, celtico, veneto, retico, camuno, paleo-italico, paleo-sabellico, ausone, osco e umbro. In conclusione, alcuni spunti per la ricerca futura vengono brevemente accennati.
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Dell’Agnola, Daniele. « Connessioni. Intrecci di testi, parole e storie, per ascoltare l’altro e sé stessi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : 87–100. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.04.

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Résumé :
Nel contributo si descrive un lavoro svolto con allievi tredicenni che hanno cercato di esplorare, ricreare e ricercare i significati del proprio vissuto attraverso il testo letterario e attraverso la scrittura. La relazione tra i giovani lettori e ciò che era loro familiare ha rappresentato il motore di un percorso didattico mosso da una continua conversazione tra l’insegnante, le allieve e gli allievi e i testi. L’itinerario si è rivelato essere un’occasione per riflettere sulle connessioni possibili tra il testo letterario e chi, adolescente, svolge dei compiti di lettura e scrittura.
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Menghi, Céline. « Un analista puň essere anche uno scrittore ? » ATTUALITŔ LACANIANA, no 9 (avril 2009) : 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009010.

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Résumé :
- n questo testo si evidenzia un cambiamento di statuto della scrittura. La scrittura, da modalitŕ del soggetto per farsi La sua Storia e per dire l'indicibile dell'essere, presa nel dispositivo analitico e nella logica del fantasma e dell'al-di-lŕ del fantasma, si fa marchio, lettera a partire dalla sgrammaticatura del linguaggio, a partire dalla parola presa nel corpo. Uno snodo importante dell'esperienza analitica mette in luce un punto chiave di non ritorno per il soggetto sulla via della sua riduzione a oggetto. Parole chiave: terminal - lingua-sul-reale - corpo estraneo - lalangue - Piů-Nessuno
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Benelli, Enrico. « Formazione delle scritture alfabetiche in Italia centrale. Riflessioni sul caso dell'etrusco e alfabetti conessi ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 103–28. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.391.

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Résumé :
Il processo di formazione dell’alfabeto etrusco segue principi molto diversi rispetto a processi analoghi che hanno portato alla nascita delle altre scritture alfabetiche di area mediterranea. La ricerca passata ha spesso mancato di cogliere questa anomalia, o ha tentato di spiegarla attraverso modelli teorici non sempre soddisfacenti. Partendo dalla constatazione che le città etrusco-meridionali, al momento della formazione della scrittura alfabetica, comprendevano componenti alloglotte, evidenti soprattutto ai livelli sociali più alti, e introducendo confronti con situazioni analoghe riscontrabili in vari sistemi scrittori del mondo, l’articolo propone di spiegare il singolare processo formativo dell’alfabeto etrusco come il risultato di un tentativo di creare una scrittura che potesse servire a rendere più lingue diverse.
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Sanfilippo, Marina. « Libri, lettere, scritte e testamenti : magia e pericoli della scrittura nelle raccolte di racconti popolari siciliani dell’Ottocento ». Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 juillet 2020) : 199–219. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67487.

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Résumé :
In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.
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Palumbo, Matteo, et Maria Antonietta Terzoli. « Il libro di Jacopo. Scrittura sacra nell' "Ortis". » MLN 106, no 1 (janvier 1991) : 206. http://dx.doi.org/10.2307/2905257.

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Gibellini, Pietro. « La scrittura 'orale' di G.G. Belli. Sette appunti ». La Ricerca Folklorica, no 15 (avril 1987) : 75. http://dx.doi.org/10.2307/1479487.

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