Littérature scientifique sur le sujet « FENOMENOLOGIA ERMENEUTICA »

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Articles de revues sur le sujet "FENOMENOLOGIA ERMENEUTICA"

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Deniau, Guy. « riassunto : Fenomenologia asoggettiva ed ermeneutica ». Chiasmi International 4 (2002) : 375. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi2002451.

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Riva, Franco, et Pietro Prini. « Gabriel Marcel ». Trilhas Filosóficas 13, no 3 (31 mars 2020) : 159–68. http://dx.doi.org/10.25244/tf.v13i3.1230.

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Résumé :
La voce Gabriel Marcel per l’Enciclopedia filosofica di Gallarate (Bompiani. Milano 2006), redatta con ottiche complementari da Pietro Prini (1915-2008) e Franco Riva, è una sintesi efficace di pensiero e interpretazioni della filosofia di Marcel, anche per ulteriori percorsi. La classica interpretazione di Prini affronta tre temi centrali in Marcel dal punto di vista di una «metodologia dell’inverificabile»: 1. - La filosofia dell’esistenza, per rivendicare la piena dignità di un pensiero alternativo e incarnato nel clima esistenzialistico di reazione al razionalismo; 2. - Il mistero ontologico dentro l’esistenza, che vede nella tensione tra problema e mistero un potenziale superamento del conflitto tra sguardo epistemologico e partecipazione; 3. - Essere e avere, che riflette la lotta per una vita personale e sociale in viaggio tra atteggiamenti contrapposti, come disponibile/indisponibile, e approcci concreti al mistero ontologico (fedeltà, amore, speranza, ecc.). Al di là di ogni etichetta, Franco Riva privilegia invece un’ottica fenomenologica ed ermeneutica, attenta a intrecci e lettori dell’opera di Marcel. 4. - Fenomenologia ed esistenzialismo, una coppia da rivisitare sul lato sia dell’esistenzialismo, dati i rapporti con Heidegger e Sartre, che della fenomenologia di cui Marcel è, a suo modo, un raffinato interprete nonostante le polemiche [...]
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SANTOS, Taysa Kawanny Ferreira, et Inalda Maria dos SANTOS. « O lugar dos povos indígenas na história do Brasil e em Alagoas : breves reflexões ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 415. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244918.

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RESUMOEste texto busca evidenciar algumas reflexões sobre os povos indígenas na História do Brasil e em Alagoas. Neste sentido a pesquisa tem como objetivo analisar os processos de silenciamento ocorridos ao longo da História do Brasil e especificamente em Alagoas. Teve como abordagem metodológica a pesquisa qualitativa e ancorou-se nos pressupostos da fenomenologiahermenêutica porque objetivou evidenciar os significados atribuídos pelos sujeitos ao fenômeno pesquisado. Tratou-se de um estudo de caso em que se adotou uma postura etnográfica de pesquisa, na intenção de valorizar a escuta, as observações e o respeito às práticas culturais. Povos indígenas. História. Resistência. The place of indigenous people in the history of Brazil and in Alagoas: brief reflections ABSTRACT This text seeks to highlight some reflections on indigenous peoples in the history of Brazil and in Alagoas. In this sense, the research aims to analyze the silencing processes that occurred throughout the history of Brazil and specifically in Alagoas. The methodological approach was based on qualitative research and was based on the assumptions of phenomenology-hermeneutics because it aimed to highlight the meanings attributed by the subjects to the researched phenomenon. It was a case study in which an ethnographic research stance was adopted, with the intention of valuing listening, observations and respect for cultural practices. Indian people. History. Resistance.El lugar de los pueblos indígenas en la historia de Brasil y en Alagoas: breves reflexiones RESUMEN Este texto busca resaltar algunas reflexiones sobre los pueblos indígenas en la Historia de Brasil y en Alagoas. En este sentido, la investigación tiene como objetivo analizar los procesos de silenciamiento que ocurrieron a lo largo de la historia de Brasil y específicamente en Alagoas. El enfoque metodológico se orientó en la investigación cualitativa y se basó en los supuestos de la fenomenología-hermenéutica porque pretendía resaltar los significados atribuidos por los sujetos al fenómeno investigado. Fue un estudio de caso en el que se adoptó una postura de investigación etnográfica, con la intención de valorar la escucha, las observaciones y el respeto por las prácticas culturales. Pueblos indígenas. Historia. Resistencia. Il posto delle popolazioni indigene nella storia del Brasile e di Alagoas: brevi riflessioni SINTESE Questo testo cerca di evidenziare alcune riflessioni sulle popolazioni indigene nella storia del Brasile e in Alagoas. In questo senso, la ricerca mira ad analizzare i processi di silenziamento che si sono verificati nella storia del Brasile e in particolare ad Alagoas. L'approccio metodologico si basava sulla ricerca qualitativa e si basava sui presupposti della fenomenologia ermeneutica perché intendeva evidenziare i significati attribuiti dai soggetti al fenomeno indagato. È stato un caso di studio in cui è stata adottata una posizione di ricerca etnografica, con l'intenzione di valutare l'ascolto, le osservazioni e il rispetto delle pratiche culturali. Popoli indigeni. Storia. Resistenza.
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Giarelli, Guido. « Narrare la pratica medica : una prospettiva fenomenologica-ermeneutica ». SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (juin 2010) : 50–66. http://dx.doi.org/10.3280/ses2010-002005.

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Francesetti, Gianni, et Michela Gecele. « Psicopatologia e diagnosi in psicoterapia della Gestalt ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (octobre 2010) : 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-001004.

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Résumé :
L'epistemologia della psicoterapia della Gestalt offre una prospettiva originale, fenomenologica e radicalmente relazionale, sulla diagnosi e sulla psicopatologia. A partire dalle premesse teoriche del nostro modello, presentiamo una concezione della psicopatologia come sofferenza relazionale e non solo come disturbo individuale. Proponiamo inoltre una distinzione fra due tipi di diagnosi: la diagnosi estrinseca e la diagnosi intrinseca o estetica. Viene discussa la possibilitŕ di utilizzare la diagnosi estrinseca, proveniente dal modello medico, in un orizzonte naturalistico o ermeneutico. La diagnosi intrinseca, specifica invece dell'approccio gestaltico, si basa sulle caratteristiche estetiche della formazione della figura al confine di contatto. Si tratta di una valutazione intrinseca alla situazione, che orienta l'azione terapeutica senza cristallizzare l'esperienza dei pazienti in Gestalten fisse.
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D’Agostino, Francesco. « Sessualità e diritto ». Medicina e Morale 46, no 1 (28 février 1997) : 75–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.890.

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L’autore anzitutto evidenzia i limiti di una concezione meramente fenomenologica e funzionalistica della sessualità, concezione che di fatto misconosce la sessualità stessa nei suoi aspetti più profondi e nella comprensione più piena dell’uomo stesso. Viene così a rendersi necessaria un approccio “integrato” alla sessualità, per la quale essa venga posta come un problema di verità. Dopo avere illustrato il processo antropogenico, sempre con riferimento alla sessualità, così come elaborato da Lacan, l’autore afferma la necessità del diritto per la sessualità umana. È infatti più un postulato ideologico che una autentica possibilità ermeneutica pensare alla sessualità come ad un mero diritto soggettivo, assunta la pretesa “privatizzazione” della sessualità. In realtà, il diritto - che è costantemente chiamato a regolare la relazionalità - non può esimersi dal dare regole all’esercizio della sessualità e dall’esigerne l’osservanza, perché è in tale esercizio che l’equilibrio relazionale interpersonale si manifesta nel modo più pregnante. Tutto ciò sempre tenendo presente però che il giurista ha a disposizione un criterio, più che un insieme di regole formali, che corrisponde al criterio generale che governa l’universo della giuridicità, cioè quello della relazionalità, intesa come equilibrio nella differenza. Più di ogni altra dimensione, infatti, la sessualità avverte costantemente la presenza del diritto, di questa insistente memoria della presenza, accanto all’io, dell’altro, delle sue ragioni e delle sue spettanze.
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Mazzone, Stefania. « Sovranità come narrazione in Paul Ricoeur ». Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2, no 2 (20 septembre 2019) : 173–86. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v2i2.23258.

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Résumé :
L’articolo intende evidenziare attraverso l’analisi di alcune opere specifiche di Paul Ricoeur -quelle che indagano i rapporti tra storia e verità, identità e oblio-la relazione in cui l’autore pone la costruzione dell’identità individuale in quanto processo metaforico e performativo e quella dell’identità collettiva in quanto espressione drammatica, con i processi narrativi, che riguardano le percezioni individuali e le raffigurazioni sociali. Ne consegue una teoria della rappresentazione dell’alterità, della costruzione identitaria e della narrazione della sovranità che impiega le categorie ermeneutiche ed euristiche di una fenomenologia in trasformazione dinamica. In questa prospettiva, si rinviene la posizione funzionale di concetti in definizione quali la memoria, il ricordo, l’oblio, in relazione al rapporto tra l’individuo e la sua storia, così come di una comunità col proprio racconto. Ne emerge una concezione della sovranità quale metafora di identità in bilico che Ricoeur considera stabilizzarsi solo nell’equilibrio delle alterità e nello scambio delle narrazioni. Ne consegue la necessità di una riorganizzazione filosofica, politica, ma anche storiografica quale urgenza di ridefinizione continua e permanente del mito narrativo, in un confronto incessante e vitale con le narrazioni individuali e collettive degli altri. Lo stesso monito etico e politico che Ricoeur ci lascia nei suoi ultimi scritti.
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Mazzoni, Augusto. « Manifestarsi dell'arte ». De Musica, 13 février 2023. http://dx.doi.org/10.54103/2465-0137/18030.

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Nella sua opera Il manifestarsi dell’arte. Estetica come fenomenologia (2010) Guenter Figal riconduce l’estetica ermeneutica di nuovo alla fenomenologia. L’arte non può essere ridotta ad alcune verità filosofiche. Al contrario, essa è manifestazione del bello. Le opere d’arte sono manifestazioni che mostrano sé stesse. Mostrano in esse e con esse un ordine decentrato che si pone per sé stesso come una manifestazione. Il presente articolo concentra l’attenzione sulla filosofia dell’arte di Figal da un punto di vista musicologico. L’obiettivo principale è comprendere come un’opera musicale possa essere una manifestazione che nelle sue strutture fenomenologiche mostra sé stessa in quanto ordine decentrato. In tale disamina critica emergono alcune questioni cruciali. L’opera musicale è davvero una cosa (Ding) o piuttosto è un fenomeno acustico? Il gioco ritmico può essere considerato come la
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Montaldi, Massimo. « Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual ». Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 8 octobre 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Résumé :
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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Thèses sur le sujet "FENOMENOLOGIA ERMENEUTICA"

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Zorzi, Eleonora. « L'insegnante improvvisatore - una ricerca esplorativa tra l'insegnamento e le arti performative ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423740.

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Résumé :
This PhD research deals with the exploration of the relationship between teaching and improvisation as its possible inspiring concept. The aim of the research is to explore how the complex concept of improvisation can contribute to rethinking about the teaching in the classroom and about the teacher’s competences, from a new perspective. The hypothesis is that the exploration of the concept and the practice of improvisation, can be useful to look at teacher’s competences and profile from a new perspective, making emerge an explicit “teacher improviser” profile that can bring significant advantages to the managing of the classroom activities and of the classroom in general, within the contemporary society. The phenomenon of improvisation is explored trying to catch its essential characteristics. To do this in the most authentic and deepen way, the disciplinary approach has been overstepped, and the phenomenon is investigated starting from different artistic practices (theater, music, dance) where improvisation is more formally recognized as a valuable expertise needed to be acquired, trained, achieved, and where improvisers are aware to be improviser and to do improvisation. The choice of a qualitative methodology, has been suggested from the exploratory aim of the research. This choice is made explicit from a theoretical and methodological point of view, through the phenomenological-hermeneutical approach. Moreover, this approach has allowed to find support on the socio-cultural-constructivist approach and on Grounded Theory as regard as the data gathering and analysis. The both of these approaches has been used to explore and better investigate the essential principles of the improvisational phenomenon. The semi-structured interview has been chosen as method to gather the data: ten privileged witnesses have been interviewed. They are professionals in the artistic field (national and/or international level) and they regularly work on improvisation also teaching it, from at least ten years. By the phenomenological and hermeneutical bottom-up analysis made on the gathered material, an ontological status of improvisation and of the improviser have been outlined. At the same time the profile of a teacher improviser has been driven. The teacher improviser is a teacher who is able to grasp and/or initiate improvisational processes in his own teaching. The final focus of attention and reflection has been placed on the figure and the role of the teacher as improviser, observing the traits that characterize him and comparing this profile with the profile of the teaching profession outlined by the scientific literature. Also some reflections on the affinities with the educational requirements made to schools and to the teaching staff by international organizations and by the social and historical contemporary context, have been developed.
La presente ricerca nasce dal proposito di esplorare l’improvvisazione come concetto ispiratore per l’insegnamento e come pratica influente per il rinnovamento della didattica. La finalità della ricerca è di far emergere se e in che modo il costrutto complesso di improvvisazione può contribuire al ripensamento dell’insegnamento in classe ed essere utile ad una rilettura delle competenze dell’insegnante in chiave improvvisativa. L’ipotesi è che l’esplorazione del concetto e della pratica dell’improvvisazione, possano essere utili per guardare alle competenze e al profilo dell’insegnante da una nuova prospettiva: far emergere un esplicito profilo di “docente improvvisatore”, che possa portare vantaggi rilevanti nella gestione dell’attività scolastica così come si presenta nelle nostre società contemporanee e di fronte alle sfide del nuovo millennio. Al fine di esplorare e comprendere la pratica dell’improvvisazione in modo approfondito e concreto, nella maniera più autentica possibile, andando quindi oltre gli approcci disciplinari, si è deciso di indagarla ricercandone i tratti caratteristici, partendo da differenti pratiche artistiche (teatro, musica, danza), nelle quali l’improvvisazione è più formalmente riconosciuta come un valore esperto, da acquisire, formare, conquistare, e soprattutto dove gli improvvisatori sono consapevoli di essere tali e di fare improvvisazione. Lo scopo esplorativo della ricerca ha suggerito la scelta di una metodologia qualitativa, esplicitata dal punto di vista teorico e metodologico attraverso l’approccio fenomenologico-ermeneutico. Questo approccio ha permesso di appoggiarsi inoltre, per quanto ha riguardato la raccolta dei dati e la loro analisi, al supporto teorico e procedurale dell’approccio costruttivista-socio-culturale e della Grounded Theory. Entrambe sono stati utilizzati per esplorare ed investigare al meglio i principi essenziali del fenomeno improvvisativo. L’intervista semi-strutturata è stata scelta come metodo di raccolta dati: sono stati scelti dieci testimoni privilegiati che fossero dei professionisti in campo artistico-performativo (a livello nazionale e/o internazionale) e che regolarmente lavorassero sull’improvvisazione facendone anche oggetto di insegnamento e di attività didattiche, da almeno dieci anni. Dall’analisi fenomenologico-ermeneutica bottom-up fatta a partire dai testi delle interviste raccolte, sono emersi dei principi essenziali che hanno permesso di delineare lo statuto ontologico del fenomeno improvvisazione e dell'improvvisatore. Al contempo è stato possibile tracciare il profilo dell'insegnante improvvisatore, ossia di un insegnante che è in grado di cogliere e/o avviare processi improvvisativi durante il suo insegnamento. Il focus finale di attenzione e di approfondimento è stato posto sulla figura e sul ruolo dell'insegnante come improvvisatore, osservando i tratti che lo caratterizzano e confrontandolo con il profilo della professionalità docente delineato dalla letteratura scientifica. Alcuni spunti di riflessione sono emersi anche dalle possibili affinità con le richieste e le sfide educative che gli organismi nazionali ed internazionali e il contesto storico e sociale contemporaneo, pongono alla scuola e al corpo docenti, oggi.
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Livres sur le sujet "FENOMENOLOGIA ERMENEUTICA"

1

Domenico, Jervolino, Colonnello Pio et Cacciatore Giuseppe 1945-, dir. Ermeneutica, fenomenologia, storia. Napoli : Liguori, 2001.

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2

Negri, Antimo. Rappresentazione e interpretazione del mondo : Fenomenologia, ermeneutica, attualismo. Roma : FERV, 2002.

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3

Hans-Georg Gadamer e la declinazione ermeneutica della fenomenologia. 2e éd. Soveria Mannelli : Rubbettino, 2008.

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4

1952-, Volpi Franco, dir. Guida a Heidegger : Ermeneutica, fenomenologia, esistenzialismo, ontologia, teologia, estetica, etica, tecnica ... Roma [etc.] : Laterza, 2005.

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5

Sacchetti, Francesca. Alfred Schütz e Paul Ricoeur : Percorsi della soggettività tra fenomenologia ed ermeneutica. Acireale : Bonanno, 2012.

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6

1952-, Volpi Franco, dir. Guida a Heidegger : Ermeneutica, fenomenologia, esistenzialismo, ontologia, teologia, estetica, etica, tecnica, nichilismo. Roma : Laterza, 2005.

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7

Armando, Rigobello, et Baccarini Emilio, dir. Passione dell'originario : Fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza religiosa : studi in onore di Armando Rigobello. Roma : Studium, 2000.

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8

Chiodi, Maurizio. Il cammino della libertà : Fenomenologia, ermeneutica, ontologia della libertà nella ricerca filosofica di Paul Ricœur. Brescia : Morcelliana, 1990.

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9

Introduzione alla psicologia fenomenologico-ermeneutica. Perugia : Morlacchi, 2003.

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10

1952-, Volpi Franco, et Amoroso Leonardo 1952-, dir. Guida a Heidegger : Ermeneutica, fenomenologia, esistenzialismo, ontologia, teologia, estetica, etica, tecnica, nichilismo. Roma : Laterza, 1997.

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Chapitres de livres sur le sujet "FENOMENOLOGIA ERMENEUTICA"

1

Campanini, Massimo. « Filosofia e Corano : un percorso ermeneutico tra ontologia e fenomenologia ». Dans Textes et Etudes du Moyen Âge, 303–21. Turnhout : Brepols Publishers, 2017. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2017182.

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