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1

Russo, Federica, Anna Torre, Diana La Rocca, Valeria Semeraro, Rosaria Monfregola et Lorenza Isola. « Fattori di rischio e fattori di protezione nella genitorialità adottiva ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 43 (janvier 2019) : 74–96. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2018-043005.

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2

Caso, Letizia, Francesca Vitale et Michela Boni. « La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2011) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Résumé :
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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3

Cavanna, Donatella, et Laura Migliorini. « Fattori di protezione e indicatori di rischio nel percorso adottivo ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (novembre 2014) : 95–104. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-004011.

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4

Di Paola, Ludovica, Annalaura Nocentini, Patricia Monica Bettini et Roberto Leonetti. « Nurse Home Visitation Program per la riduzione del rischio di maltrattamento infantile : una prima valutazione dell'intervento dell'Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia e Adolescenza e Centri Consulenza Giovani dell'Azienda Usl Toscana Centro-Firenze ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (janvier 2021) : 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003008.

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Résumé :
Interventi di home visiting nei contesti familiari a rischio di maltrattamento sui minori sono fondamentali per ridurre i fattori di rischio e promuovere quelli di protezione. Lo studio propone una prima valutazione del programma di intervento fiorentino "Home Visiting: Percorsi di Sostegno alla Genitorialità" condotto dagli operatori dell'Azienda Usl Toscana Centro di Firenze. Hanno partecipato allo studio 20 madri. È stata condotta un'analisi retrospettiva delle cartelle cliniche e delle schede del progetto. I risultati mostrano che il 70 % delle madri non è stato segnalato per rischio di maltrattamento sui minori in seguito all'intervento e che la presa in carico tardiva costituisce un indice di rischio che aumenta la probabilità di segnalazioni per il rischio di maltrattamento. Lo studio indica la necessità che futuri interventi di home visiting tengano di conto del momento di presa in carico come fattore capace di garantire la riuscita dell'intervento e la sua efficacia.
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Cattani, Martina. « Fattori di rischio e di protezione nella valutazione di famiglie in carico ai Servizi Sociali : uno studio retrospettivo intergenerazionale ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (août 2022) : 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002005.

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Résumé :
L'interesse preminente della presente ricerca è la comprensione degli aspetti connessi al trauma relazionale (maltrattamenti e abusi, trascuratezza e violenza domestica), nella valuta-zione delle competenze genitoriali in famiglie in carico ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio dei minori. A tale scopo, sono state analizzate le cartelle psicosociali di 65 nu-clei familiari. Dopo le analisi descrittive, sono state indagate eventuali differenze nella di-stribuzione (presenza vs assenza) dei fattori del Protocollo Fattori di Rischio e di Protezione (Di Blasio, 2005) fra famiglie valutate ad alto vs basso rischio. Si è, quindi, indagato l'impatto della presenza di alcuni fattori significativi in rapporto al livello di recuperabilità delle competenze parentali di madri e padri. I risultati mostrano che l'applicazione del Pro-tocollo in sede di valutazione permette di discriminare famiglie ad alto vs basso rischio e la sua applicazione evidenzia l'impatto, sulla recuperabilità genitoriale, di esperienze infantili avverse del genitore, di relazioni difficili o conflittuali con la propria famiglia d'origine - e/o con quella del partner - e di una relazione significativa con un membro della famiglia d'origine, in modo differenziato per madri e padri.
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Terrone, Grazia, Alessandro Musetti, Simona Di Folco et Rocco Filipponeri Pergola. « Depressione materna e paterna : fattori di rischio e di protezione nella genitorialità ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2017) : 105–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-001007.

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Anna Manolio, Vittoria, et Alida Montaldi. « Verso la genitorialità adottiva in tempo di pandemia : l'ascolto delle coppie presso il Tribunale per i minorenni di Roma ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juin 2021) : 120–30. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004012.

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Résumé :
Attraverso l'analisi dell'attività dell'ascolto coppie aspiranti all'adozione si propone una riflessione su alcuni fattori di protezione e indicatori di rischio nel progetto adottivo, specificatamente connessi allo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19, osservati presso il Tribunale per i minorenni di Roma durante l'emergenza sanitaria.
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Tenuta, Flaviana, Maria Giuseppina Bartolo, Daniela Diano et Angela Costabile. « Maltrattamento e abuso : una rassegna su definizioni, tipologie e interventi per la tutela dei soggetti a rischio ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (août 2020) : 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002005.

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Résumé :
L'obiettivo di questa rassegna è stato identificare i fattori di rischio e di protezione associati al fenomeno del maltrattamento infantile, argomento di grande interesse per gli psicologi dello sviluppo. In linea con un approccio conoscitivo e preventivo, è stata interrogata la banca dati di Scopus e particolare attenzione è stata prestata agli articoli nazionali e internazionali pubblicati negli ultimi 10 anni. I risultati offrono indicazioni sulle diverse definizioni e le nuove tipologie di maltrattamento; l'entità delle conseguenze psicologiche a medio e lungo termine sulle vittime nonché i fattori protettivi e gli interventi che possono essere attuati per tutelare i soggetti a rischio di maltrattamento e abuso.
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Grumi, Serena, et Eleonora Mascheroni. « Padri maltrattanti coinvolti nella Tutela Minorile : un focus sui fattori di rischio e di protezione ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (novembre 2017) : 111–23. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-003007.

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Principato, Carmen. « Il burnout negli odontoiatri di comunità impegnati nella cura dei marginali : fattori di rischio e di protezione ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juillet 2017) : 91–101. http://dx.doi.org/10.3280/psc2017-001008.

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Gagliardi, Giulia, et Luca Milani. « Fattori di rischio e di protezione nella valutazione delle competenze parentali di famiglie italiane e famiglie immigrate ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2013) : 59–80. http://dx.doi.org/10.3280/mal2013-001004.

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Santinello, Massimo, Francesca Cristini, Maria Luisa Girardi et Giacomo Di Nola. « Orientare le attivitŕ di prevenzione verso programmi di prevenzione selettiva : l'esperienza del Veneto ». S & ; P SALUTE E PREVENZIONE, no 51 (février 2009) : 77–92. http://dx.doi.org/10.3280/sap2008-051004.

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Résumé :
- Finalitŕ del presente studio č stata quella di analizzare le caratteristiche dei progetti di prevenzione del consumo di sostanze psicoattive presentati alla Regione Veneto in risposta alla Deliberazione della Giunta n. 456 relativa al Fondo Regionale di Intervento per la Lotta alla Droga. In particolare ci sě č posti l'obiettivo di indagare come le Agenzie del territorio hanno risposto alla richiesta di prevenzione selettiva e di confrontare i progetti presentati con i criteri stabiliti dalla ricerca scientifica circa gli interventi di prevenzione efficaci. Sono state analizzate le schede progettuali dei 70 progetti presentati alla Regione. I risultati evidenziano che i progetti sono coerenti con alcuni dei criteri di efficacia stabiliti dalla letteratura scientifica, soprattutto per quanto riguarda l'azione su diversi contesti e l'adozione di molteplici strategie. Le maggiori criticitŕ sono emerse rispetto all'adozione di uno specifico modello teorico su cui costruire il progetto ed alla identificazione del target a rischio utilizzando specifici fattori di rischio e di protezione.
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Milani, Luca, Serena Grumi, Giulia Gagliardi et Paola Di Blasio. « Famiglie italiane e immigrate : identificare fattori di rischio e di protezione nella valutazione delle competenze genitoriali ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2016) : 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/pds2016-001008.

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Amodeo, Anna Lisa, Roberto C. De Falco et Gaetana Affuso. « Fattori di rischio e di protezione in preadolescenza : l'importanza della scuola, della famiglia e degli amici ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2009) : 23–36. http://dx.doi.org/10.3280/pds2009-003002.

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Résumé :
- The presented study gets its idea from the interactionist and constructivist model (Jessor e Jessor, 1977) and aims to investigate which at risk and protection behaviours systems may be associated with physical, psychic and social wellbeing, in preadolescent subjects. More specifically we refer to some at risk behaviours as motorcyclists' dangerous driving, pornography and game of chance utilisation and their relation to formative success. We involved a group of about 300 adolescents that, because of their life span cycle phase, have not yet strongly structured neither deviant social conducts or crystallised at risk behaviours, attending three secondary schools in Naples. To everyone was administered the questionnaire "Me, the school and my life style" (Bonino, Cattellino, Ciairano, 2003), simplifying its articulation and expositive clearness. The study pointed out the role developed by some variables as the possibility to find support inside the family, supporting youths' adaptation and improving non deviant conducts development.
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Miconi, Diana, et Cécile Rousseau. « Vivere insieme in contesti di polarizzazione sociale : fattori di rischio e di protezione in un campione di giovani studenti canadesi ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (août 2020) : 55–73. http://dx.doi.org/10.3280/erp2020-001003.

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Prilleltensky, Isaac, et Caterina Arcidiacono. « Modello ecologico e migranti : benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Résumé :
Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Raffagnino, Rosalba, et Ilaria Penzo. « Attaccamento e intimitŕ nella relazione di coppia : verso il costrutto dell'affettivitŕ ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2012) : 33–58. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002003.

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Résumé :
Gli studi sulla qualitŕ e stabilitŕ della relazione di coppia ravvisano una particolare difficoltŕ nel distinguere a livello teorico i diversi costrutti implicati unitamente alla sovrapposizione spesso osservata tra i criteri utilizzati per la loro valutazione. Attaccamento e intimitŕ sono particolarmente indagate in questo settore di studi. L'obiettivo degli autori č presentare un'integrazione di queste due dimensioni verso un costrutto piů ampio, quello dell'affettivitŕ, che raccoglie le componenti essenziali e specifiche di entrambe. La rassegna si propone di fornire una maggiore chiarezza circa le variabili coinvolte nella qualitŕ della relazione di coppia e indirizzare la ricerca verso una comprensione e una valutazione multidimensionale degli aspetti implicati. L'individuazione dei fattori di rischio e di protezione consentiranno di realizzare interventi di prevenzione e promozione della qualitŕ della relazione di coppia e della salute e del benessere nei loro diversi aspetti.
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Panzeri, Martina, Gaia Santarpia, Chiara Fusar Poli, Sara Molgora, Emanuela Saita et Federica Facchin. « L'impatto psicologico a breve termine del Covid-19 : una revisione sistematica della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (février 2022) : 1–35. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13103.

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Résumé :
Il Covid-19 è comparso a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019. La malattia causa difficoltà respiratorie e numerose altre complicazioni quali stanchezza, febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, diarrea e vomito, e può essere fatale.La correlazione tra malattie infettive e disagio psicologico è già emersa durante altre epidemie, come quella di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e di Ebola. Questa revisione sistematica della letteratura è volta ad indagare le ripercussioni psicologiche a breve termine che il Covid-19 può avere sulla popolazione generale. Mediante una procedura di analisi tematica sono stati individuati dei temi ricorrenti negli articoli selezionati. I risultati più significativi riguardano l'impatto dei social media e le ripercussioni a livello di ansia e depressione.In particolare, le notizie false trasmesse dai media alimentano ulteriormente l'ansia provata dalla maggior parte della popolazione e fattori quali l'essere giovani o anziani, l'essere studenti, poco istruiti, divorziati o vedovi contribuiscono ulteriormente a peggiorare la sintomatologia. Seguire, invece, le linee-guida proposte dal Governo e avere informazioni chiare e comprensibili si sono rivelati due fattori di protezione contro l'insorgenza di sintomi ansiosi. Dalla ricerca è emerso un bisogno di monitoraggio per le popolazioni più a rischio e la necessità di studiare questi fenomeni sul lungo periodo, replicando gli studi in Paesi occidentali.
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Russo, Federica, Roberto Ceria, Jacopo Jarach, Cecilia Laglia, Lavinia Lombardi et Lorenza Isola. « Internet addiction disorder : nuova emergenza nel mondo dell'infanzia e dell'adolescenza ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 47 (février 2021) : 63–84. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11206.

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Résumé :
Le nuove tecnologie hanno cambiato e continuano a cambiare profondamente il nostro modo di vivere. Il continuo processo di adattamento al cambiamento tecnologico condiziona e modifica costantemente le nostre interazioni in tutti gli ambiti di vita. Non ultima la salute mentale e il lavoro in psicoterapia. Il presente lavoro si pone dunque come obiettivo quello di ritrarre lo stato dell'arte di un campo in continua evoluzione ed espansione. Se da un lato questi strumenti risultano essere un'importante opportunità, dall'altro la comunità scientifica ha cominciato a porre attenzione alla problematicità dell'utilizzo degli stessi, con particolare attenzione a Internet e ai dispositivi ad esso associati. Nello specifico, l'obiettivo è di approfondire la controversia che caratterizza la letteratura sull'uso della tecnologia in termini di vantaggi e svantaggi con un focus specifico sui fattori di rischio e di protezione oltre che un'analisi dettagliata degli effetti negativi a breve e lungo termine e degli elementi comuni negli interventi evidence-based nel trattamento dell'Internet addiction nell'infanzia e nell'adolescenza.
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Confalonieri, Emanuela. « La Dating violence negli adolescenti e nei giovani adulti : fattori di rischio e di protezione nella ricerca in ambito nazionale e internazionale ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (novembre 2017) : 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-003001.

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Di Pietro, Maria Luisa, et Maria Beatrice Fisso. « Donna e lavoro : considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo ». Medicina e Morale 44, no 3 (30 juin 1995) : 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Résumé :
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Ingrassia, Raimondo. « Il whistle-blowing come strumento di controllo interno delle organizzazioni ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2009) : 40–70. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002003.

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Résumé :
- Uno di problemi che si pongono quando si parla di abusi dei colletti bianchi nel mondo del lavoro č quello di sottoporre al giudizio della collettivitŕ condotte discutibili sul piano etico, manageriale, professionale e giuridico delle quali perň č difficile avere conoscenza in quanto esse vengono consumate al riparo di organizzazioni legali e, spesso, poco permeabili alla societŕ. Una forma di controllo privilegiata per la qualitŕ delle informazioni che č in grado di fornire č la denuncia pubblica degli abusi del prestatore di lavoro legato all'organizzazione da un rapporto di dipendenza. La cultura anglosassone ha metaforicamente etichettato tale pratica con il termine di "whistleblowing", letteralmente "soffiare il fischietto", cioč dare un segnale di allarme per gli abusi osservati nel luogo di lavoro. Questo articolo intende offrire una rassegna sistematica dei principali temi esistenti in materia. Sono pertanto oggetto di trattazione i seguenti argomenti: le relazioni fra gli abusi dei colletti bianchi e le organizzazioni legali; le tipologie di abusi piů comuni; il profilo identitario di coloro che denunciano; i fattori oggettivi che influenzano le decisioni di denuncia; i rischi legati alle attivitŕ di denuncia; l'efficacia, la tutela giuridica e le policy del whistle blowing. La tesi conclusiva č che la denuncia pubblica degli abusi deve fare leva sulla responsabilitŕ personale e che il contesto organizzativo e istituzionale nei quali i prestatori di lavoro operano devono svolgere una funzione di incentivo e protezione dell'iniziativa individuale.
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Pinciara, Barbara. « Risvolti etici in psichiatria ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001004.

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Résumé :
Da sempre la Medicina sente il bisogno di darsi delle regole e dei codici di comportamento a protezione del paziente. Ciň richiede ad ogni operatore di mettersi in gioco con autenticitŕ, apertura e costanza nel tempo: compito non facile, come testimonia il fatto che spesso la comunicazione con il paziente affetto da malattia psichica č carente o assente. Le maggiori difficoltŕ in questo senso si manifestano nelle "zone grigie" del rapporto medico-paziente: ad esempio nelle situazioni di criminalitŕ connesse alla patologia psichiatrica, nelle quali la tutela del paziente č spesso in contrasto con la necessitŕ di attuare misure protettive a livello sociale. Il medico che lavora con pazienti psichiatrici si trova spesso a dover prendere decisioni che condizionano la sua libertŕ: pensiamo ad esempio ai casi a rischio di suicidio, alla prescrizione di farmaci in grado di influenzare la qualitŕ di vita in senso medico e sociale (come gli antipsicotici), all'allontanamento da famiglie maltrattanti. Anche eventi quali l'innamoramento e la sessualitŕ tra medico e paziente pongono in primo piano la questione del rapporto personale che si instaura all'interno di questa diade tanto complessa. Per far fronte a queste difficoltŕ č necessario promuovere la comunicazione e l'alleanza terapeutica, fondate sul rispetto e sulla fiducia tra i terapeuti e con il paziente. Questo richiede all'operatore sanitario non solo di agire in modo etico, ma di "essere etico" come persona.
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Rimedio, Antonio. « I soggetti vulnerabili nella ricerca clinica europea : dalla Convenzione di Oviedo al Regolamento (UE) N. 536/2014 / Vulnerable subjects in European clinical research : from the Oviedo Convention to Regulation (EU) No 536/2014 ». Medicina e Morale 66, no 6 (25 janvier 2018) : 793–809. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.521.

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Résumé :
Il confronto tra la Convenzione di Oviedo e il Regolamento (UE) N. 536/2014 ha consentito di strutturare lo “standard etico-giuridico” europeo relativo alle misure di protezione dei soggetti vulnerabili coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Tale standard è stato analizzato seguendo il filo conduttore dei tre principi fondamentali della ricerca, enunciati dal Belmont Report: rispetto per la persona, beneficialità e giustizia. Le discrepanze riscontrate al suo interno hanno fatto emergere le criticità di talune categorie di base, ad esempio la distinzione tra beneficio diretto o beneficio sul gruppo e la nozione del rischio minimo. A 20 anni di distanza dalla Convenzione di Oviedo, documento di riferimento della bioetica europea ed internazionale, viene argomentata la necessità di ripensare criticamente quella dimensione “difensiva” della vulnerabilità, che prevale nella normativa europea e occidentale. ---------- The comparison between the Oviedo Convention and the Regulation (EU) No. 536/2014 has allowed to discover and structure the European “ethical-legal standard” on the protection measures for vulnerable subjects involved in clinical trials. This standard was analyzed following the three fundamental principles of research, as outlined by the Belmont Report: respect for persons, beneficence and justice. The discrepancies found inside have highlighted the criticalities of some basic categories, such as the distinction between direct benefit or benefit on the group and the notion of minimal risk. Twenty years after the Oviedo Convention, a reference document for European and international bioethics, there is a need to rethink critically the “defensive” dimension of vulnerability, that prevails in European and Western legislation.
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Lombardi, Marco. « Il punto su epatite B e C in dialisi : riflessioni sulla contumacia dei pazienti ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 4 (30 juin 2014) : 321–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.931.

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Résumé :
Il presente contributo cerca di analizzare criticamente il ruolo della contumacia in relazione al rischio della trasmissione delle infezioni ematogene in emodialisi ospedaliera. Per fare ciò, l'Autore si avvale del confronto di due articoli apparsi sul GIN, organo ufficiale della SIN. Il primo si fonda sui dati e sulle raccomandazioni emanate dalla maggiore agenzia per la prevenzione delle infezioni (CDC), che, in aggiunta alle note precauzioni Universali e Speciali, raccomanda alcune procedure Supplementari, tra cui l'isolamento dei pazienti HBsAg positivi. Il secondo articolo si fonda sul fatto che la migliore misura preventiva e sufficiente per assicurare le minori diffusione e trasmissione delle infezioni sia nosocomiali che occupazionali risiede nell'adozione costante e continua di tutte le precauzioni Universali e Speciali, sottolineando, al contempo, l'importanza del monitoraggio continuo e costante delle misure adottate e dei risultati ottenuti. Altre possibili obiezioni alla misura dell'isolamento sono la non assoluta protezione fornita dagli anticorpi antiHBs, l'esistenza di ceppi mutanti di HBV in grado di infettare anche pazienti con titolo protettivo di anticorpi antiHBs e la possibilità di infezioni occulte. In un'epoca in cui l'allocazione delle risorse economiche ha un'importanza crescente, stride che i centri dialisi debbano avere aree separate a disposizione dei pazienti HBV infettanti, quando esistono misure che, senza questo aggravio organizzativo, sono in grado di fare meglio o altrettanto. Oggi non è più sostenibile che il razionale della contumaciazione dei pazienti HBV positivi possa trovare la sua maggiore ragione nell'elevata sopravvivenza virale nell'ambiente e nell'elevata carica ematica, quando sappiamo che, grazie all'applicazione delle precauzioni, nessun virus ematogeno potrà/dovrà trovarsi o restare impunito su superfici, suppellettili, strumentazioni, mani e così via.
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Dicuonzo, F. « Fattori di rischio e profilassi ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 2 (août 1988) : 165–68. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100207.

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Résumé :
La somministrazione di mezzi di contrasto comporta «Fattori di rischio» che possiamo considerare «relativi al paziente» e, quindi, connessi alla sua condizione clinica e «relativi all'esame» e, quindi, dipendenti dalle modalità di somministrazione del mezzo di contrasto e, soprattutto, dal tipo di mezzo di contrasto. Il perfezionamento della ricerca farmacologica negli ultimi quindici anni, soprattutto nel campo dei mezzi di contrasto, ha permesso di attuare una «profilassi» dei cosiddetti «fattori di rischio». Momento fondamentale di tale profilassi è proprio la scelta del m.d.c. I mezzi di contrasto a bassa osmolarità non ionici consentono una minore tossicità ed una maggiore maneggevolezza. Non indicate in assoluto, tali sostanze sono altresì consigliabili nei «pazienti a rischio» e negli «esami a rischio», intendendo per essi anche quelli con ampia dose di mezzo di contrasto.
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Mazza, E. L., G. V. Mineo, M. Colombo, S. W. Marchina, S. Mazzola et G. M. Calori. « Fattori di rischio per pseudoartrosi ». Archivio di Ortopedia e Reumatologia 124, no 1-3 (décembre 2013) : 4–5. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-013-0040-7.

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Del Sette, M. « Epidemiologia e fattori di rischio ». Rivista di Neuroradiologia 16, no 2_suppl_part1 (septembre 2003) : 12–16. http://dx.doi.org/10.1177/1971400903016sp103.

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Inno, Alessandro. « Terapia radiante : quando e perché interessa il cardiologo ». Cardiologia Ambulatoriale, no 3 (30 novembre 2020) : 191–94. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-9.

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Résumé :
La radioterapia toracica può determinare un ampio spettro di complicanze cardiovascolari a lungo termine (versamento pericardico, pericardite costrittiva con compromissione emodinamica, disfunzione diastolica progressiva, cardiomiopatia restrittiva con scompenso cardiaco, valvulopatie, coronaropatia, ipertensione polmonare, anomalie del sistema di conduzione e disfunzione autonomica). Malattie cardiovascolare pre-esistenti e fattori di rischio cardiovascolari possono aumentare il rischio di cardiotossicità da radioterapia. Il cardiologo dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nel follow-up a lungo termine allo scopo di correggere i fattori di rischio cardiovascolari, ottimizzare la terapia cardiologica nei pazienti con cardiopatia nota, eseguire indagini di screening nei pazienti asintomatici, avviare l’appropria
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Verrocchio, Maria Cristina, Daniela Marchetti et Piero Porcelli. « Neurobiologia delle relazioni interpersonali fattori di rischio di malattia ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (novembre 2018) : 13–30. http://dx.doi.org/10.3280/mal2018-003002.

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Rubin, F., C. Legoupil et C. Hill. « Fattori di rischio di cancro delle vie aerodigestive superiori ». EMC - Otorinolaringoiatria 18, no 3 (juillet 2019) : 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(19)42529-4.

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Lamotte, M. « Fattori di rischio cardiovascolare e attività fisica ». EMC - Medicina Riabilitativa 23, no 2 (juin 2016) : 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(16)78205-8.

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Cassibba, Rosalinda, Caterina Balenzano et Anna Santa Settanni. « La depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ : attaccamento, problematiche psicopatologiche ed eventi di vita stressanti come fattori di rischio ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (décembre 2010) : 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002006.

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Résumé :
Lo studio intende analizzare l'evoluzione della depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ, valutando il ruolo di alcuni fattori di rischio quali l'insicurezza dell'attaccamento, la presenza di problematiche psicopatologiche e di eventi di vita stressanti. La ricerca, condotta su un campione di 30 primipare (etŕ: M = 31.60; d.s. = 4.12) ha previsto un disegno longitudinale. Nella prima rilevazione, al 3° trimestre di gravidanza, sono state somministrate l'Edinburgh Depression Scale (EDDS, Cox, Holden e Sagovsky, 1987); la Mini-International Neuropsychiatric Interview (MINI, Sheehan et al., 1998); la Scala degli Eventi Stressanti (Paykel et al., 1980) e l'Attachment Style Interview (ASI: Bifulco et al., 2002). A 10 giorni e a 3 mesi dopo il parto, č stata prevista solo la somministrazione telefonica dell'EDDS. Le analisi dei dati hanno messo in luce un decremento lineare della depressione dalla gravidanza al postnatale e un'associazione significativa tra la depressione prenatale e postnatale e tutti e tre i fattori di rischio considerati; tali fattori sono, a loro volta, significativamente associati tra loro. I risultati ottenuti sottolineano la possibilitŕ di individuare i fattori di rischio per la genitorialitŕ giŕ in gravidanza e l'utilitŕ, di conseguenza, di implementare interventi di sostegno al fine di rendere meno problematica l'assunzione del ruolo genitoriale e la strutturazione della relazione madre-bambino.
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Lodi, Giovanni, Marco Taozzi, Elisa Baruzzi, Davide Costa, Roberto Franchini, Fiorella D'Amore, Antonio Carassi et Niccolò Lombardi. « Odontoiatria e cancro della bocca : dai fattori di rischio alla riabilitazione - Modulo 1 : Epidemiologia e fattori di rischio ». Dental Cadmos 89, no 01 (janvier 2021) : 01. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2021.14.

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Guastoni, C., B. Gidaro et P. Covella. « La nefropatia da contrasto. Definizione, fattori di rischio, prevenzione ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 24–33. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1133.

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Résumé :
La nefropatia da mezzo di contrasto (contrast induced nephropathy) (CIN) è una delle cause più frequenti di danno renale acuto nei pazienti ricoverati. L'incidenza di CIN dipende dalla presenza di fattori di rischio legati al paziente (insufficienza renale, diabete, malattie cardiovascolari, età avanzata) e da cause dipendenti dalla procedura (dose elevata di mezzo di contrasto, via di somministrazione intra-arteriosa). L'insufficienza renale rappresenta il maggiore fattore di rischio di CIN, in particolare quando è associata al diabete. L'idratazione pre- e post-somministrazione di MDC rappresenta la sola terapia di prevenzione ad essere strettamente raccomandata dalle Linee Guida nei pazienti a rischio. Gli studi sulla prevenzione della CIN hanno riguardato soprattutto casistiche cardiologiche di pazienti con moderato rischio renale (GFR 60– 40 mL/min) sottoposti a somministrazione intra-arteriosa di mezzo di contrasto. In molti trial clinici è stata valutata l'efficacia dell'idratazione con bicarbonato di sodio e della N-acetilcisteina (NAC) nella prevenzione della CIN. L'infusione con sodio bicarbonato ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto alla fisiologica, in modo particolare quando l'idratazione necessita tempi rapidi come nelle procedure in emergenza. La NAC non ha dimostrato una chiara efficacia in quanto i risultati positivi osservati in alcuni studi non sono stati confermati in altri. Il problema aperto rimane la prevenzione della CIN nei soggetti con elevato rischio renale (e-GFR < 30 mL/min) nei quali la presenza di CIN può associarsi all'ingresso in dialisi cronica.
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Re, Alessandra, Gianna Carta et Tiziana C. Callari. « Sicurezza e gestione del rischio nel porto di Genova : un approccio ergonomico all'analisi del servizio di pilotaggio ». RISORSA UOMO, no 1 (mai 2011) : 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001008.

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Résumé :
La ricerca affronta il tema della sicurezza e della gestione dei fattori di rischio insiti nel servizio di pilotaggio svolto dalla Corporazione Piloti del porto di Genova. Č stato condotto uno studio di caso, attraverso la raccolta di tre fonti di prova: analisi di documenti tecnici e procedurali, interviste strutturate sulla traccia della; osservazione. Sono stati descritti 53 eventi critici, successivamente analizzati e categorizzati, secondo il modello SHELL, in rischi ambientali, procedurali, strumentali e relazionali. I risultati mettono in evidenza le piů rilevanti situazioni critiche presenti nell'attivitŕ di pilotaggio e le strategie, formali e informali, di gestione dei fattori di rischio, insieme a possibili interventi migliorativi di immediata applicazione o a piů ampio respiro.
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Parrini, Iris. « Follow up cardiologico a lungo termine post terapia oncologica potenzialmente cardiotossica ». Cardiologia Ambulatoriale, no 3 (30 novembre 2020) : 179–82. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-6.

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Résumé :
I pazienti guariti dal cancro hanno un rischio maggiore di eventi cardiovascolari tardivi dopo un trattamento con chemioterapia e/o radioterapia. L’attuale terapia oncologica comprende molteplici agenti i cui effetti cardiaci avversi possono essere additivi o sinergici. La disfunzione cardiaca può essere irreversibile e derivare da agenti come le an-tracicline, o da agenti che sembrano influenzare transitoriamente la contrattilità ventricolare sinistra come il trastu-zumab. La cardiotossicità da radioterapia può indurre un danno miocardico, malattia coronarica, valvulopatie e coinvolgi-mento del pericardio con una latenza di 10-20 anni. Inoltre, numerosi farmaci come il cisplatino, gli inibitori dell’aromatasi e la terapia anti-androgenetica aumentano i fattori di rischio coronarico incrementando il rischio di infarto miocardico e stroke. Una attenta modifica dello stile di vita, un trattamento aggressivo dei fattori di rischio coronarico e una adeguata modalità di sorveglianza è determinante nel ridurre le complicanze cardiovascolari e la mortalità.
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Coletti Moia, Elena. « Quali pazienti, quale rischio. Identificazione e correzione : scelte ed aderenza terapeutica ». Cardiologia Ambulatoriale, no 3 (30 novembre 2020) : 163–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-2.

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Résumé :
Prima di iniziare una terapia oncologica potenzialmente cardiotossica è importante una valutazione cardiologica basale; essa può essere eseguita da un cardio-oncologo ma spesso in realtà viene attuata dal cardiologo ambulatoriale. La valutazione basale serve a identificare il profilo di rischio cardiovascolare del paziente, a correggere i fattori di rischio modificabili e, nel paziente cardiopatico noto, ad ottimizzare il trattamento. La correzione dei fattori di rischio come ipertensione arteriosa e dislipidemia richiede un adeguato approccio farmacologico ma per abbattere il più possibile il rischio, il paziente deve adottare una correzione dello stile di vita con misure comportamentali come l’interruzione del fumo, l’esercizio fisico ed una adeguata alimentazione. Il paziente con disfunzione ventricolare sinistra o cardiopatia ischemica deve essere valutato con test che permettano di rilevare l’entità del problema e poi intraprendere una terapia la cui scelta ed aderenza va considerata anche in base alle possibili interferenze con i farmaci oncologici.
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Sciomer, Susanna, et Federica Moscucci. « Menopausa e rischio cardiovascolare : come educare le donne alla prevenzione ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 31–33. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-7.

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Résumé :
La menopausa costituisce un momento cruciale della vita della donna non solo dal punto di vista riproduttivo ma anche dal punto di vista fisiopatologico. Il calo della produzione ovarica di estrogeni determina una ridotta stimolazione di beta recettori endoteliali e miocardici che sono alla base di processi patologici quali le alterazioni del microcircolo coronarico o lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Tali alterazioni si associano a quelle indotte da altri fattori di rischio cardiovascolare. È fondamentale in tale contesto prendere coscienza e trattare i fattori di rischio classici e quelli genere-specifici per non favorire l’insorgenza di patologie che incidono sugli eventi, sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
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Messina, A., A. P. Casani, M. Manfrin et G. Guidetti. « Italian survey on benign paroxysmal positional vertigo ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 4 (août 2017) : 328–35. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1121.

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Résumé :
La vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB) è il tipo più comune di vertigine periferica. Frequentemente dopo il primo episodio la VPPB presenta recidive, con un tasso di ricorrenza tra il 15% ed il 50%. Ad oggi non vi è chiarezza sui processi eziopatogenetici che portano al distacco degli otoconi né su quali siano i fattori che rendono la VPPB una patologia recidivante, ma recenti studi epidemiologici hanno evidenziato una possibile associazione con fattori di rischio cardiovascolari. Lo scopo del presente studio (Sesto Senso Survey) è stato quello di valutare nella popolazione italiana, attraverso un’indagine osservazionale, le principali caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti con VPPB (primo episodio o ricorrente), con particolare attenzione ai potenziali fattori di rischio cardiovascolare. L’indagine è stata condotta in 158 centri di Vestibologia in tutta Italia su 2.682 pazienti (età media 59,3 ± 15,0 anni; 39,1 maschi e 60,9% femmine) affetti da VPPB, da gennaio 2013 a dicembre 2014. I risultati hanno mostrato in questi pazienti l’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione arteriosa (55,8%), ipercolesterolemia (38,6%) e diabete (17,7%), oltre ad una elevata familiarità per malattie cardiovascolari (49,4%). In un’elevata percentuale di pazienti si è inoltre registrata la presenza di ipoacusia (42,9%), acufeni (41,2%) o entrambi (26,8%). Significativamente correlata agli episodi di recidiva di VPPB è risultata la presenza di ipertensione arteriosa, dislipidemia e comorbidità cardiovascolare accertata (range OR tra 1,84 e 2,31). Rilevanti anche le associazioni con diabete e patologie tiroidee e autoimmuni (range OR tra 1,73 e 1,89). I risultati dell’indagine confermano la significativa associazione tra comorbidità cardiovascolari e VPPB recidivanti e le identificano come importante potenziale fattore di rischio per le recidive di VPPB nella popolazione italiana, aprendo la strada alla valutazione di nuove strategie terapeutiche nel trattamento di questa patologia.
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Guglielmi, Dina, Alessia Paplomatas, Silvia Simbula et Marco Depolo. « Prevenzione dello stress lavoro correlato : validazione di uno strumento per la valutazione dei rischi psicosociali nella scuola ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 53–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003003.

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Résumé :
Il presente lavoro ha l'obiettivo di presentare lo strumento Questionario sul Benessere a Scuola (QBS) e la relativa validazione. Il questionario č finalizzato alla valutazione dei rischi psicosociali e alla promozione del benessere organizzativo nella scuola. Partendo dall'analisi della letteratura e della normativa di riferimento e grazie al contributo di esperti del settore č stato predisposto un questionario per individuare i fattori di rischio psicosociale relativi al contesto e al contenuto lavorativo. Hanno risposto al questionario 953 persone che lavorano all'interno della scuola (82% docenti). I risultati mostrano la validitŕ e l'attendibilitŕ dello strumento proposto per valutare i fattori di rischio psicosociale nella scuola, segnalandone un possibile uso nella valutazione dello stress lavoro correlato. Gli stessi fattori permettono inoltre di discriminare diversi tipi di esiti (benessere, fatica mentale, ecc.). I risultati possono, quindi, essere considerati una conferma di quanto richiamato dalla normativa attuale in materia di sicurezza sul lavoro rispetto ai potenziali effetti delle caratteristiche del lavoro e dell'organizzazione del lavoro sulla salute dei lavoratori.
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Cadoni, G., L. Giraldi, L. Petrelli, M. Pandolfini, M. Giuliani, G. Paludetti, R. Pastorino et al. « Prognostic factors in head and neck cancer : a 10-year retrospective analysis in a single-institution in Italy ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 458–66. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1246.

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Résumé :
È stata condotta un’analisi retrospettiva su 482 pazienti con diagnosi di tumore testa-collo arruolati presso l’ ospedale “Agostino Gemelli” di Roma. L’associazione tra fattori demografici, clinici e comportamentali con la overall survival (OS), il rischio di ricorrenza ed il rischio di un secondo tumore primitivo è stata stimata usando gli Hazard Ratio (HR) e gli intervalli di confidenza al 95% (CIs). La OS considerando tutte le sedi tumorali è stata del 60%, mentre considerando le singole sedi tumorali è risultata del 49.0% per il cavo orale, 54.8% per l’orofaringe, 50.0% per l’ipofaringe e 63.4% per la laringe. Un’età avanzata alla diagnosi (HR = 1.04; 95% CI: 1.02-1.05) ed un avanzato stadio del tumore (HR = 2.00; 95% CI: 1.41-2.84) sono risultati fattori significativamente associati con la OS. Il rischio di ricorrenza è risultato associato con il consumo di alcolici (HR = 1.73; 95% CI: 1.00-2.97). Il rischio di sviluppare un secondo tumore primitivo è risutlato associato con uno stadio avanzato del tumore primario (HR = 2.75; 95% CI: 1.39-5.44) e con l’aver fumato per più di 40 anni (HR = 3.68; 95% CI: 1.10-12.30). In conclusione abbiamo notato che la OS differisce tra le sedi tumorali del tumore testa-collo. Lo stadio tumorale è risultato essere associato sia con la OS che con il rischo di sviluppare un secondo tumore primitivo. Il consumo di alcol e di tabacco sono risultati essere fattori prognostici, rispettivamente, per la ricorrenza e per l’insorgenza di un secondo tumore primitivo.
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Parrinello, Edda, et Lorenzo M. Donini. « Obesità sarcopenica ». L'Endocrinologo 21, no 5 (octobre 2020) : 354–58. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00789-x.

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Résumé :
SommarioL’obesità sarcopenica è una sindrome più frequentemente presente nella popolazione anziana, associata ad aumentato rischio di disabilità, morbilità e mortalità. Questo articolo discute l’evoluzione e le controversie legate alla definizione di tale patologia, i fattori di rischio, i meccanismi fisiopatologici, le conseguenze clinico-funzionali, le modalità di valutazione della composizione corporea e i criteri diagnostici presenti. Vengono descritte, inoltre, le possibili strategie di trattamento.
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Carlo, Alfredo Clerici, de' Micheli Angelo, Veneroni Laura, Cavallotti Gaia et Albasi Cesare. « Fondamenti empirici delle procedure di prevenzione del rischio di abuso di armi da fuoco legali ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (janvier 2012) : 209–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-002003.

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Résumé :
Suicidi e omicidi commessi con armi da fuoco legalmente detenute sono spesso attribuiti genericamente all'effetto di disturbi psichici. I fattori psichici legati all'abuso di armi sono ancora scarsamente indagati dalla letteratura scientifica e non vi č consenso circa i metodi diagnostici da impiegare per le valutazioni dell'idoneitŕ psichica a licenze in materia di armi. Nell'articolo sono illustrate le principali prospettive cliniche e diagnostiche relative alla prevenzione del rischio di abuso di armi ed č presentato il modello denominato WAR ("Weapons Risk Assessment"), attualmente corso di sviluppo.
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Brescia, Paola. « L'epidemiologia dell'arteriopatia periferica nell'insufficienza renale cronica ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 4_suppl (29 juillet 2013) : S30—S32. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1087.

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Résumé :
L'arteriopatia periferica (AP) non è al momento adeguata-mente diagnosticata e trattata dalla comunità medica. Eppure, l'AP rappresenta un potente predittore di coronaropatia e un fattore di rischio per mortalità nella popolazione generale. Questo aspetto dovrebbe essere di particolare interesse per i nefrologi, dato che la prevalenza di AP è sicuramente più elevata nei pazienti uremici che nella popolazione generale. La spiegazione del fenomeno è legata all'associazione, in questi pazienti, dei tradizionali fattori di rischio con quelli specifici della condizione uremica. Infatti, la malattia renale di per sé è un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di AP, con un rischio che si rafforza al progressivo declino della funzione renale. L'attuale situazione epidemiologica dell'AP nei pazienti uremici è oggetto di questa revisione.
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Cheli, Mariagnese, Michela Campieri, Andrea Fini, Maria Elena Montenegro, Alessandra Piccioni, Francesca Pincanelli et Cosimo Ricciutello. « Esperienze traumatiche in etŕ evolutiva e fattori di rischio familiari : un'indagine sugli esiti nello sviluppo ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (février 2013) : 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003006.

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Résumé :
Il contributo esamina le conseguenze pervasive del maltrattamento precoce alla luce della prospettiva teorica del Trauma Complesso come Disturbo dello Sviluppo (Courtois & Ford, 2009) e del Modello Process Oriented (Di Blasio, 2005) sui fattori di rischio familiari. L'indagine qualitativa, condotta tramite una revisione socio-anamnestica delle cartelle e un'intervista strutturata al clinico referente del minore, riguarda un campione di 87 soggetti in etŕ evolutiva tra i 3 e i 18 anni, in carico al centro specialistico contro i maltrattamenti all'infanzia "Il Faro" di Bologna. I dati indicano una generale compromissione delle principali funzioni psichiche esplorate, associata a specifici fattori di rischio distali e prossimali nell'ambiente familiare. I risultati sollecitano un'attenta valutazione multidimensionale (psicosociale e clinica) delle variabili cruciali per la futura salute mentale.
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Arcidiacono, Caterina, Fortuna Procentese, Agostino Carbone, Maria Grazia Cerasuolo et Alfredo Natale. « Il modello ecologico come strumento di analisi di una comunitŕ di migranti in una realtŕ locale ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 41–52. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001004.

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Résumé :
La ricerca ha voluto applicare il modello ecologico di Prilleltensky allo studio di una realtŕ locale. Lo scopo č stato individuare i fattori che caratterizzano la vita della comunitŕ di immigrati dell'agro aversano. La realtŕ presa in esame č San Marcellino, piccolo paese della periferia Casertana, terra di criminalitŕ, ingiustizia e immigrazione. Č in questo territorio che a trovare la propria dimora č la comunitŕ di musulmani maghrebini, che da anni risiede stabilmente in questi luoghi. Lo studio ha considerato molteplici livelli d'analisi, a partire da quello individuale a quello socio-ambientale, rintracciando i fattori promotori di benessere e all'opposto quelli di rischio. A tal fine, abbiamo utilizzato la Grounded Theory grazie alla quale siamo giunti a costruire teorie di riferimento a partire dalle interviste fornite dai partecipanti. Abbiamo poi considerato il ruolo del potere e della politica nell'informare il benessere di questa comunitŕ, rintracciando i fattori che ci permettono di analizzare questioni solitamente non indagate, come ad esempio, l'inaccessibilitŕ alle infrastrutture, una burocrazia rigida, assenza di tutele legislative. A fungere da supporto sociale č la presenza di associazioni di volontariato, e soprattutto, della moschea locale, luogo d'incontro, supporto e condivisione per eccellenza.
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Argentero, Piergiorgio. « Una proposta di approccio obiettivo alla valutazione del rischio stress : il metodo Objective Stress Factors Analysis (OSFA) ». RISORSA UOMO, no 2 (février 2012) : 185–200. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002004.

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Résumé :
Lo scopo del presente lavoro č quello di illustrare una procedura originale di valutazione del rischio stress basata sull'esame obiettivo delle condizioni di lavoro riconosciute come potenzialmente dannose per la salute psicofisica dei lavoratori. Si compone di due fasi principali; la prima (Fase A) di analisi di alcuni indicatori statistici aziendali e la seconda (Fase B) di approfondimento delle condizioni di rischio proprie delle di- verse unitŕ organizzative. Lo strumento č stato finora impiegato in numerose aziende di varie dimensioni e settori produttivi. Dai risultati ottenuti č stato possibile verificare l'adeguatezza del metodo in riferimento alla completezza degli aspetti esaminati e alla sua capacitŕ di discriminare i fattori di rischio stress propri delle diverse realtŕ lavorative.
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Bosatra, Sara. « Cardiovascular risk in LGBT+ population ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 34–38. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-8.

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Résumé :
Le ricerche in ambito cardiovascolare evidenziano che la popolazione LGBT+ vive una disparità di salute rispetto alla popolazione coetanea eterosessuale e cisgender. Le minoranze sessuali sono infatti sottoposte a stressors specifici che intervengono a più livelli nella vita della persona e che, in assenza di peculiari fattori protettivi di resilienza, hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare. Restano inoltre da raccogliere le evidenze degli effetti delle terapie ormonali di affermazione di genere e dei bloccanti ipotalamici sulla salute cardiovascolare, per consentire ai medici e alle persone transgender e gender-diverse di conoscere il rischio a cui si sottopongono e di gestirlo in maniera adeguata. Nonostante le raccomandazioni di più istituti scientifici, attualmente si rileva una condizione di impreparazione e di incertezza del personale sanitario su come approcciare l’utenza LGBT+ dal punto di vista sia clinico sia relazionale. Per ridurre le disparità in ambito di salute cardiovascolare che riguardano gli individui LGBT+, si rivela necessario approfondire le conoscenze sui fattori biologici e psico-sociali che potenziano i fattori di rischio cardiovascolare di questa popolazione, sviluppare linee guida evidence-based per prendersi cura dei bisogni specifici di salute delle minoranze sessuali, e avviare programmi di formazione al personale sanitario volti a ridurre gli atteggiamenti discriminatori e condividere buone pratiche a garanzia di una medicina dell’uguaglianza.
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Santoro, Elena. « L'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento : un'analisi dei fattori protettivi e dei meccanismi di mediazione ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (décembre 2011) : 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003003.

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Résumé :
L'articolo offre una rassegna degli studi piů attuali centrati sulla resilienza in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Le evidenze empiriche riportano una percentuale piuttosto bassa (0-22%) di adattamento resiliente: alcuni bambini maltrattati manifestano risorse di resilienza, ma la maggior parte di loro incontra difficoltŕ nell'adattamento in diversi ambiti del funzionamento psicosociale e nel corso del tempo. La resilienza intesa come processo dinamico dipende da fattori biologici e psicologici, che interagiscono con fattori familiari e contestuali in grado di potenziare o indebolire le risorse dell'individuo, facilitando e promuovendo un percorso di adattamento positivo per alcuni o, di contro, diventando elementi di crisi e di disadattamento per altri. Ampio spazio viene dato alla letteratura sui fattori di protezione che, a livello individuale, familiare e sociale sono in grado di promuovere ed attivare i meccanismi di recupero e l'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento.
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