Littérature scientifique sur le sujet « Evoluzione modelli di sviluppo e gestione »

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Articles de revues sur le sujet "Evoluzione modelli di sviluppo e gestione"

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Anaclerio, Mario, Gian Paolo Bazzani et Angelo Miglietta. « Con il Regtech banche più ; efficienti e compliance più ; efficace ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2021) : 111–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10442.

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Résumé :
Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei benefici che possono derivare dall'implementazione di soluzioni Regtech nell'ambito del sistema bancario, nella convinzione che la dote che lo sviluppo tecnologico mette oggi a disposizione degli intermediari finanziari costituisce al tempo stesso una sfida per la sopravvivenza e una opportunità di sviluppo del proprio modello di business.Nell'affrontare la tematica, da un lato si pone l'accento sul fatto che con il Regtech, la tecnologia a supporto della compliance, le banche possono adempiere in modo più efficace a obblighi normativi e regolamentari complessi e in continua evoluzione. Dall'altro ci si spinge a sostenere, con un approccio innovativo al tema, che il supporto tecnologico del Regtech contribuisce a rifocalizzare il ruolo delle funzioni aziendali di controllo e a migliorare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Da ciò ne discende la possibilità di rafforzare le basi di un modello di business che è sostenibile in quanto in grado di generare valore nel tempo, garantendo un'adeguata remunerazione di tutti gli stakeholders.Su questi ultimi concetti il presente lavoro fornisce stimolo per ulteriori riflessioni e per una maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori.
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Artusi, Marco, et Andrea Maurizzi. « Le nuove frontiere del marketing politico : Internet come strumento di costruzione e gestione del consenso ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2010) : 75–96. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003007.

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Résumé :
Questo articolo si concentra sulle applicazioni digitali nella comunicazione politica e nello sviluppo del consenso, partendo dal presupposto che sia necessario superare la concezione di Internet come semplice mezzo di comunicazione di massa, ma che que- sto vada analizzato come strumento sociale di acquisizione, attivazione e coinvolgimento di persone attorno ad un movimento o idea politica. Le evoluzioni in senso sociale in atto nella Rete Internet stanno portando ad un'integrazione tra reale e virtuale, e stanno rendendo Internet una rappresentazione sempre piů fedele della realtÀ e delle reti sociali dei diversi soggetti: da qui nasce una grande opportunitÀ di costruzione del consenso. Sulla base di queste considerazioni, viene elaborato un modello di comunicazione politica in Internet, integrato nel processo di marketing politico ed articolato nelle fasi di acquisizione, attivazione e difesa. Il modello č basato sulla significativa esperienza di Barack Obama.
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Alessia Rosa et Maria Filomia. « Il coordinatore pedagogico nel sistema integrato “zerosei” : una figura in evoluzione ». IUL Research 3, no 5 (20 juin 2022) : 373–89. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.259.

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Résumé :
La definizione delle peculiarità che caratterizzano la struttura del coordinamento pedagogico è intrinsecamente connessa alle potenzialità di sviluppo dei servizi “zerosei” e all’opportunità di innescare processi di riflessione e di rielaborazione circolari delle organizzazioni, garantendo nuovi e diversificati modelli di accompagnamento sociale e culturale. Il presente contributo intende descrivere nel dettaglio, attraverso un’analisi puntuale dei documenti normativi, il ruolo, le funzioni e le competenze del coordinatore pedagogico all’interno del sistema “zerosei”. A tal fine, il contributo dà conto dello sviluppo storico che ha accompagnato il configurarsi di tale professionalità e del dibattito inerente ai possibili sviluppi futuri. Ci si pone inoltre l’obiettivo di ridefinire tipologicamente la figura del coordinatore pedagogico all’interno delle dinamiche gestionali di innovazione e cambiamento possibili attraverso la coprogettazione tra servizi e territorio.
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Severini, Simone, et Claudia Cupidi. « Le assicurazioni agricole in Italia : evoluzione e prospettive alla luce della riforma della Pac ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (janvier 2013) : 61–96. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-004003.

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Résumé :
Le assicurazioni agricole in Italia: evoluzione e prospettive alla luce della riforma della Pac Considerando che la gestione del rischio puň incrementare la competitivitŕ delle imprese agricole, dal 2009 la politica agricola comune (Pac) interviene con varie misure anche a sostegno delle assicurazioni agricole. Le recenti proposte di riforma della Pac prevedono di spostare queste misure nelle politiche di sviluppo rurale e di introdurre un nuovo strumento di stabilizzazione dei redditi. Questo articolo analizza la recente positiva evoluzione del comparto assicurativo in Italia mostrando che esso č ancora relativamente poco radicato soprattutto nell'Italia centro-meridionale. Successivamente sono analizzate le opportunitŕ e i limiti delle recenti proposte di riforma della Pac.
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Picard, Michelle, et Yves Alavo. « La biodiversitŕ nella cittŕ di Montreal ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 49–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058007.

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Résumé :
La cittŕ di Montreal continua a giocare un ruolo preponderante in materia di sviluppo e di pianificazione della biodiversitŕ, sia alla scala locale che internazionale. Il Settore di Coordinamento della Biodiversitŕ della Cittŕ di Montreal, promuove azioni di diffusione e di integrazione tra le politiche settoriali, della natura in cittŕ, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. La cittŕ porta avanti modelli di pianificazione della biodiversitŕ e della loro interessante trasversalitŕ nei diversi livelli operativi e amministrativi, presi come esempi da altre realtŕ urbane canadesi e internazionali. Gli strumenti urbanistici municipali mirano alla prevenzione, educazione, conservazione e concertazione, grazie alla ricerca scientifica, alla gestione ecologica dei grandi parchi, alla preservazione degli ecosistemi urbani e alla salvaguardia delle specie rare.
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Pencarelli, Tonino, et Fabio Valerio Bartolazzi. « Esperienze italiane di centri commerciali naturali : sfide strategiche e manageriali per la riqualificazione urbana ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (décembre 2011) : 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004004.

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Résumé :
La diffusa crisi del piccolo commercio nei centri urbani italiani sta imponendo alle cittÀ la ricerca di modelli diinnovativi, in grado di tracciare uno sviluppo strategico ed integrato dell'offerta turistica, commerciale e culturale dell'area. In risposta a questa necessitÀ, negli ultimi anni si stanno diffondendo in molti Comuni italiani dei modelli di riqualificazione urbana, identificati nei cosiddetti. Il presente lavoro propone una, allo scopo di comparare i casi osservati rispetto ad alcune dimensioni "chiave". Lo studio evidenzia le aree di criticitÀ nella gestione dei CCN, che rappresentano altrettante sfide strategiche e manageriali necessarie ai CCN italiani (esistenti o in fase di costituzione) per favorire l'equilibrio competitivo, economico e sociale duraturo dei progetti, nell'ambito del piů ampio obiettivo di riqualificazione urbana.
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Sainaghi, Ruggero. « Destination management delle destinazioni urbane : best practice internazionali ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 57–76. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001004.

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Résumé :
Il presente contributo nasce dall'analisi di alcune esperienze di destination management avviate da un campione di urban destination europee. L'articolo intende cogliere alcune best practices che tali modelli suggeriscono, qui proposte come vere e proprie sfide per realizzare un'effettiva gestione sovraordinata (destination management). La riflessione č declinata per le urban destination, ma di per sé puň trovare applicazione anche per altri tipi di localitŕ. L'utilitŕ della riflessione č principalmente da mettere in relazione con le difficoltŕ che le destinazioni italiane spesso mostrano nell'avviare un'effettiva gestione sovraordinata. Si tratta di un grave limite, poiché č principalmente questo livello di management che puň farsi carico dello sviluppo di nuovi prodotti, della gestione delle stagionalitŕ, del riposizionamento sul mercato. La riflessione si basa su tre casi, rappresentati dalle cittŕ di Barcellona, Berlino e Vienna, letti alla luce del modello dinamico di destination management (Sainaghi, 2006). Le best practice sono identificate lungo la dimensione dell'assetto istituzionale sovraordinato, cioč della struttura di corporate governance della Destination Management Organisation (DMO). Su questo fronte si riportano alcune "provocazioni" che tali modelli suggeriscono, soprattutto circa la struttura finanziaria, i meccanismi di raccolta dei contributi monetari, il rapporto tra politica e gestione, l'ampiezza degli stakeholder da coinvolgere. Una seconda area di riflessione č rappresentata dai processi di metamanagement, cioč dalle attivitŕ che la DMO mette in campo. Su questo fronte, i casi europei suggeriscono alcuni chiari orientamenti sulla definizione degli obiettivi, sull'orizzonte temporale, su alcuni accenti che devono caratterizzare i processi operativi e di supporto.
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Di Cesare, Gianluigi, et Rosalia Giammetta. « Prevenire e promuovere salute in adolescenza : la Peer Education ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2010) : 135–53. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001010.

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Résumé :
Gli Autori discutono i molteplici modelli di intervento relativi alla psicologia della salute e delineano un quadro teorico-operativo per la Peer Education, strategia di intervento elettiva nell'ambito adolescenziale e centrata sul presupposto che i giovani siano essi stessi una risorsa per la loro crescita e non un problema. Particolare attenzione č rivolta al tema dei comportamenti a rischio, descritti come strategie di gestione dei compiti di sviluppo. Viene fornita una esemplificazione applicativa con riferimento al contrasto del bullismo e alla promozione delle abilitŕ prosociali.
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Cristiani, Eloisa. « Modelli di agricoltura “sostenibile” con particolare attenzione al settore vitivinicolo ». Przegląd Prawa Rolnego, no 1(22) (1 juin 2018) : 133–41. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.22.1.9.

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Résumé :
Il 25 settembre 2015, le Nazioni unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile indicando 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030 tra i quali compare la promozione di un’agricoltura sostenibile. Questo nuovo modello di crescita mette in luce il ruolo chiave dell’agricoltura nell’attenuazione dei cambiamenti climatici e nell’adattamento ad essi. Alla Conferenza di Marrakech (novembre 2016) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP22), è emersa la necessità di “mettere l’agricoltura al centro degli interventi sul clima”: se è vero infatti che l’agricoltura contribuisce per quasi il 20% alle emissioni di gas serra, è essa stessa una parte fondamentale della soluzione in termini di mitigazione degli impatti, di esternalità positive per aumentare la resistenza e combattere l’impatto del cambiamento climatico. Ma a quale tipo di agricoltura ci riferiamo? Esiste una definizione condivisa e univoca di agricoltura “sostenibile”, la sola che sembra capace di migliorare la gestione di risorse naturali come l’acqua, di conservare la biodiversità e i servizi eco-sistemici? La scelta del case study dedicato al vino deriva dalla circostanza che in tale settore è possibile individuare oltre 15 forme di disciplinari, protocolli o certificazioni che in qualche modo si richiamano al concetto di “sostenibilità” e intendono comunicarlo al consumatore.
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Jeammet, Philippe. « Per una psicopatologia evolutiva ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (mars 2011) : 15–23. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001003.

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Résumé :
L'evoluzione della societŕ ha cambiato la nostra visione di alcuni aspetti della psicopatologia. L'accento si sposta dalla patologia dei conflitti favorita da una societŕ repressiva ad una patologia dei legami, dei limiti e della dipendenza facilitata da una societŕ liberale. La problematica pulsionale dell'aggressivitŕ o della sessualitŕ non puň piů essere pensata in altro modo se non dialetticamente con quella dell'identitŕ, dei limiti, della paura di essere sopraffatti o dell'abbandono da parte delle persone investite. I fallimenti del narcisismo come l'importanza delle relazioni insicure precoci di questi soggetti, occupano una posizione centrale nella comprensione di queste patologie. L'adolescenza č un momento privilegiato d'espressione di queste problematiche. Il peso dei limiti, sia biologici che sociali, ridanno all'Io un ruolo centrale nella loro gestione. La sua capacitŕ di fronteggiare o, al contrario, la sua vulnerabilitŕ ai traumatismi sono variabili centrali nella prognosi. Questa evoluzione interroga i modelli classici della psicoterapia e, in senso generale, gli strumenti piů efficaci per favorire un cambiamento dei soggetti.
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Thèses sur le sujet "Evoluzione modelli di sviluppo e gestione"

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VENINI, GIULIA. « Evoluzione dei modelli di gestione e sviluppo delle persone in azienda nella transizione tra crescita e crisi economica ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28329.

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Résumé :
Il presente lavoro di ricerca si propone di osservare natura e caratteristiche del processo di cambiamento che sta avendo luogo all’interno delle organizzazioni aziendali nazionali per quanto attiene i modelli di formazione e crescita della classe dirigenziale, al fine di documentare quali strumenti e soluzioni sono dispiegate dalle imprese per far fronte alla prolungata instabilità del contesto economico-finanziario. Più in dettaglio, il progetto si attende di osservare e documentare quanto e come il clima economico ha impattato sul sistema delle organizzazioni italiane e quanto e come la cultura organizzativa sia stata influenzata dalla fase critica e abbia reagito apportando conseguenti trasformazioni al suo interno. Lo fa scegliendo come punto di vista quello dello sviluppo delle persone nelle organizzazioni, nello specifico dello sviluppo e formazione del management in azienda. La ricerca ha proceduto nel corso degli anni a quattro fasi di rilevazione: 2008-2009-2010-2011, con l’obiettivo di monitorare l’andamento e la rilevanza dei processi di formazione manageriale. Il monitoraggio longitudinale sulle dinamiche della domanda di questo tipo di formazione da parte delle imprese e sulle scelte di formazione (sempre manageriale) ha permesso di analizzare i mutamenti che hanno avuto luogo nel passaggio da una fase di prolungata, seppur contenuta, crescita economica ad una fase recessiva fino ad una fase di crisi economica e ha inteso tracciare gli impatti che questo andamento altalenante ha riflesso sulle organizzazioni. Partendo dall’analisi della letteratura sul declino organizzativo, l’approccio scelto inquadrerà diverse variabili organizzative e descriverà le differenti performance e le soluzioni contingenti rilevate tra le imprese che compongono il campione di studio.
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Bottazzo, Anna <1986&gt. « Business Incubator : modelli e traiettorie di sviluppo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4096.

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Résumé :
Sin dalla prima concezione negli anni Cinquanta, il business incubator si è continuamente evoluto nel tempo, adattando e adeguando i servizi offerti ai bisogni delle imprese incubate. Questa tesi presenta un'indagine sul ruolo del business incubator a supporto delle hardware start-up, all'interno di un contesto economico che sta riscoprendo e rivitalizzando il settore manifatturiero.
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MARINO, ANNA. « Le fondazioni italiane : possibili modelli regionali di sviluppo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1149.

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Résumé :
Nel corso degli ultimi anni il dibattito intorno al ruolo, al peso sociale ed alla funzione economica delle istituzioni non profit ha assunto dimensioni sempre più ampie. Le fondazioni, in particolare, sono state oggetto di crescente attenzione sia da parte di studiosi che dei policy maker soprattutto negli ultimi due decenni. Il presente lavoro di ricerca è volto ad indagare l’universo delle fondazioni italiane, al fine di offrire una riflessione complessiva sui caratteri distintivi di tale specifiche istituzioni non profit nelle diverse regioni italiane, e si pone quale principale obiettivo quello di individuare dei possibili modelli regionali di sviluppo. In particolare, la prima parte del lavoro si concentra su un breve inquadramento teorico delle fondazioni e sul percorso evolutivo di tali istituzioni nel contesto italiano ed europeo. Dopo aver illustrato l’oggetto della rilevazione, vengono presentati la metodologia di indagine utilizzata per la prima rilevazione delle fondazioni ed i principali risultati conseguiti. In particolare, vengono descritte tutte le fasi del processo di rilevazione con specifico riferimento alla definizione dello strumento di indagine (questionario) ed alla costruzione dell’archivio di partenza. Nella seconda parte del lavoro si fornisce un quadro generale del panorama delle fondazioni italiane attraverso l’analisi regionale delle principali caratteristiche distintive delle fondazioni. Vengono approfonditi i dati relativi alla numerosità e densità delle fondazioni per regione, alla loro origine (anzianità, tipologia del fondatore e derivazione da norme giuridiche speciali), alle dimensioni economiche e sociali (in termini di risorse umane ed economiche), alle principali attività svolte, ai servizi offerti e agli utenti raggiunti e, infine, alle modalità gestionali di intervento. L’ultima parte del lavoro è volta ad identificare possibili modelli regionali di sviluppo sulla base di alcuni caratteri dominanti delle fondazioni e a confrontarli con ulteriori variabili di tipo economico e sociale, tra cui le strategie di intervento del settore pubblico in ambito sociale, le dimensioni dell’intero settore non profit nelle diverse regioni italiane, lo sviluppo del capitale sociale ed il livello di ricchezza regionale, collegate allo sviluppo del territorio di riferimento.
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Marzocchi, Luca. « Sviluppo di modelli per il design e la gestione ottimizzata di reti energetiche complesse ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
L’obiettivo di questa tesi è lo sviluppo di codici per il dimensionamento delle tubazioni di una rete di teleriscaldamento e per la ripartizione dei carichi termici, elettrici e frigoriferi tra i sistemi di produzione presenti in una centrale. In primo luogo è stato sviluppato un codice in grado di fornire come output i diametri ottimali per il design della rete di distribuzione termica. È stato poi inserito un modello per aggiungere all'interno dell’analisi precedente la componente oraria del fabbisogno di energia termica, introducendo quindi la regolazione sulla potenza prodotta. In seguito è stato sviluppato un codice per la gestione ottimizzata della produzione in centrale, aggiungendo la richiesta elettrica e frigorifera e considerando come sistemi di produzione un motore cogenerativo, una caldaia e gruppi frigoriferi a compressione. Il software ha dato come output la potenza nominale del cogeneratore e la suddivisione oraria della produzione tra motore, caldaia e acquisto dalla rete elettrica. Sono state fatte due simulazioni: nella prima la funzione obiettivo è costituita dai costi di produzione, manutenzione e investimento dei sistemi energetici in centrale e dai costi di acquisto di energia elettrica dalla rete. Nella seconda è stato aggiunto un costo fittizio per limitare le possibili dispersioni termiche. Tutti i modelli sviluppati sono stati testati prima su una rete semplificata e poi sulla rete di teleriscaldamento del Campus di Parma.
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Marinelli, Ludovica. « Sviluppo ed applicazione di modelli di stima del danno alluvionale al settore agricolo ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Alla luce delle richieste delle politiche di gestione e mitigazione del rischio alluvionale, definite a livello comunitario dalla Direttiva Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE), risulta necessario lo sviluppo di modelli in grado di quantificare le conseguenze economiche che gli eventi alluvionali provocano, tra gli altri, anche al settore agricolo. Per rispondere a questa esigenza è stato recente proposto il modello concettuale AGRIDE (AGRIculture Damage Estimation; Molinari et al., 2019), il cui primo sviluppo si è focalizzato sulle coltivazioni più diffuse, in particolare su quelle annuali (es. cereali; AGRIDE-c). In questo studio si è implementato il modello AGRIDE-c per l’area emiliano-modenese, sviluppando un nuovo modulo di stima del danno alle colture pluriennali, in questo caso esemplificate con i vigneti. Si è inoltre proceduto ad una validazione del modello mettendo a confronto le stime fornite da AGRIDE-c con i dati di danno raccolti a seguito dell’evento alluvionale del fiume Secchia nel 2014. La validazione ha evidenziato una buona affidabilità della metodologia predisposta, dimostrandosi un valido strumento a disposizione delle autorità competenti per la stima dei danni attesi al settore agricolo nel caso di eventi alluvionali. In aggiunta, AGRIDE-C può essere adottato anche come strumento di supporto decisionale per le attività di tipo Cost-Benefit Analysis (CBA) nell’ambito della definizione dei piani di gestione e mitigazione del rischio alluvionale.
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Tome', Giada <1995&gt. « L’INDUSTRIA DISCOGRAFICA ITALIANA NEGLI ULTIMI VENT’ANNI : EVOLUZIONE DIGITALE E NUOVI MODELLI DI BUSINESS – IL CASO STUDIO NUSICA.ORG ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19137.

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Résumé :
Negli ultimi vent’anni il panorama della discografia italiana ha subito molti cambiamenti, grazie soprattutto all’avvento di Internet e all’evoluzione digitale, che hanno stravolto le modalità di produzione, distribuzione e consumo dell’intera industria. L’obiettivo di questo elaborato è innanzitutto dimostrare come, superato l’ostacolo iniziale, la trasformazione digitale sia stata, e sia tuttora, una grande opportunità per le case discografiche. In particolare, l’attenzione si concentrerà sulle etichette indipendenti, che per prime hanno compreso il potenziale a loro disposizione, approfondendo il panorama musicale Jazz, molto complesso, con dinamiche spesso autonome. Verrà analizzato come, da un punto di vista economico/manageriale, queste trasformazioni abbiano concretamente modificato i modelli di business delle imprese discografiche, cercando di comprendere quale sia l'effettivo ruolo di un progetto discografico nella carriera di un artista. È davvero possibile oggi considerare il CD la fonte principale di guadagno per un musicista? Per rispondere a questa domanda verrà presentato uno study case su un’etichetta discografica indipendente trevigiana: nusica.org (da dieci anni inserita nel panorama musicale Jazz italiano e internazionale). Essa lavora principalmente attraverso i nuovi canali offerti dall’evoluzione social e digitale, facendo dell’innovazione il suo punto di forza. La pluralità dell’offerta presentata dall’etichetta dimostra come oggi sia impossibile pensare che la produzione discografica si possa limitare alla sola realizzazione di un disco, essa deve supportare quella che invece è l’attività più importante e redditizia per l’artista: il live.
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Martello, Marco. « Ricerca e sviluppo di tecnologie per la gestione razionale dell'acqua irrigua ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422989.

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Résumé :
The PhD thesis’s aims was to investigate some theoretical and practical aspects of water irrigation used in small- and large-scale field tests. The first study analyzed the effect of the incident rainfall redistribution due to corn canopy and the effect of micro-variability of soil’s hydrological process at the row scale. Results of this study showed that the mean of throughfall and stemflow was 24% and 76% respectively, while the ratio stemflow/throughfall decreases during rainfall increases as logarithmic function. The stemflow/throughfall ratio was used to model the rainfall redistribution by Hydrus 2D/3D to simulate the crop evapotranspiration (ET) under 3 conditions: 1. sprinkler irrigation 2. precision downwards canopy application 3. hypothetical uniform application. The results of simulation by ET are hereby described. The condition 3 (hypothetical uniform application) got the best ET’s efficiency; the condition 2 (precision downwards canopy application) was more efficient compare to the condition 1 (sprinkler irrigation). The second topic concerned two field experiments to investigate the drip irrigation systems efficiency and the water distribution uniformity: the first trial was made in Verona province, on corn and the second one in Mendoza Argentina, on vineyards. The first experiment considered the effect of the uniformity distribution of two irrigation systems (drip irrigation and sprinkler irrigation) on waxy corn yield. According to DUlq and CU indexes the results showed a good water uniformity distribution in drip irrigation system and a poor uniformity using sprinkler irrigation. The water use efficiency of drip irrigation was lower than sprinkler irrigation (-42% for IWUE and -26% for WUEb), this was caused by the different management, in fact the first one was scheduled, while the second one was supplemental. No statistical correlation was found between water flow and yield for both irrigations systems, while a significant one was found between water flow and crop water use efficiency. The net profit of drip irrigation was slightly higher than sprinkler irrigation. The second experiment analyzed the effect of the distribution uniformity with drip irrigation on some vineyard yield features. Furthermore was made a comparison between surface irrigation and drip irrigation by LANDSAT satellite multispectral images. Results showed an excellent water distribution uniformity and a poor correlation between water flow and vineyard features. Vegetation indexes put into evidence a greater canopy vigor with drip irrigation compared to the surface irrigation, this highlighting that the drip irrigation is more efficient compared to surface irrigation. Finally, a study of large-scale irrigation requirements was carried on within the Piave Irrigation district, located on the north of the province of Treviso. It was designed a GIS model for water supply simulations in homogeneous areas, starting from a survey of a sample of farmers, with a questionnaire on the main features that characterized: farm irrigation, water flows, irrigation rotations, integrated with the soils map, land cover map and meteorological data. Results showed that the using water efficiency improves decreasing the monthly rotation length and increasing the rotation frequency maintaining the crop yields.
La tesi di dottorato si propone di studiare alcuni aspetti teorici e pratici, sia su scala di campo che su scala territoriale, relativi all’uso razionale dell’ acqua con l’irrigazione. Il primo studio riguarda la quantificazione degli effetti correlati all’intercettazione fogliare dell’acqua di pioggia e irrigua in un campo investito a mais e l’effetto di questo fenomeno, a livello della fila, sulle dinamiche dell’acqua nel suolo. I risultati delle prove evidenziano che l’intercettazione fogliare si ripartisce mediamente per il 24% in throughfall (acqua che cade dalle foglie direttamente al suolo) e per il 76 % in stemflow (acqua che arriva al suolo scorrendo lungo il culmo); si è anche riscontrato che il rapporto stemflow/throughfall diminuisce in modo logaritmico all’aumentare della pluviometria. Successivamente, utilizzando la curva che descrive la ripartizione dell’acqua al variare della pluviometria e i dati di umidità rilevati durante il periodo di prova, si è simulato in termini di evapotraspirazione del mais, con il programma Hydrus 2D/3D, l’effetto dell’intercettazione vegetale, di un’ipotetica distribuzione uniforme al suolo e di un sistema di irrigazione localizzata. Dalle simulazioni appare che l’evapotraspirazione è superiore per l’ipotetica distribuzione uniforme rispetto al sistema localizzato, entrambi però superiori rispetto al flusso ripartito dalla copertura vegetale. Il secondo argomento riguarda due sperimentazioni che sono state condotte per valutare l’efficacia dell’irrigazione a goccia nel razionalizzare l’uso dell’acqua: una in un’azienda situata nella provincia di Verona su mais ed una nella provincia di Mendoza in Argentina su vite. La prima ricerca sperimentale è stata condotta presso la Cooperativa Agricola Zootecnica “LA TORRE” di Isola della Scala (VR) e ha riguardato la valutazione dell’impatto dell’uniformità di distribuzione dei due sistemi irrigui sulla resa del mais a maturazione cerosa. I sistemi utilizzati sono stati da una parte l’irrigazione per aspersione gestita con interventi di soccorso e dall’altra l’ irrigazione a goccia gestita a calendario. È stata calcolata inoltre l’efficacia d’uso dell’acqua e la convenienza economica di entrambi i sistemi irrigui. L’uniformità di distribuzione, espressa mediante i coefficienti DUlq e CU, è risultata buona ma non ottima nel sistema microirriguo (DUlq 0,73 e CU 84,74%) a causa della lunghezza dell’appezzamento che ha portato a perdite di pressione nella parte terminale delle linee gocciolanti, mentre è stata bassa per l’aspersione (DUlq 0,33 e CU 58,94%) a causa soprattutto dell’errato posizionamento degli irrigatori che non consentiva una omogenea copertura dell’area. L’efficacia d’uso dell’acqua è stata superiore per il sistema irriguo a pioggia rispetto alla goccia, indicando che la gestione razionale dei volumi irrigui ha un’influenza maggiore rispetto all’uniformità di distribuzione. Dal bilancio economico di entrambi i sistemi irrigui è risultato che l’utile sul tal quale risulta appena superiore per il rotolone rispetto alla gestione a goccia. La seconda sperimentazione ha valutato l’effetto dell’uniformità di distribuzione dell’irrigazione a goccia su alcune caratteristiche delle piante di vite e il confronto con l’irrigazione superficiale mediante indici di vegetazione a partire da immagini satellitari Landsat. Questo lavoro sperimentale, realizzato in un’azienda viticolo frutticola nella zona est di Mendoza ha avuto tre obiettivi: 1) determinare l’impatto dell’uniformità di distribuzione sulla vite; 2) osservare l’effetto della conversione dall’irrigazione per scorrimento superficiale all’irrigazione a goccia mediante l’utilizzo di indici vegetativi a partire da immagini satellitari Landsat; 3) comparare la variabilità della resa e del diametro del tronco in viti irrigate a goccia e per scorrimento superficiale. I risultati indicano che l’uniformità di distribuzione dell’irrigazione a goccia, secondo i coefficienti DUlq, CU e CV, è stata eccellente nonostante si siano osservati un importante numero di orifizi ostruiti. Inoltre, si nota una bassa correlazione tra i parametri quantitativi e qualitativi della vite e la portata degli erogatori e la percentuale di orifizi ostruiti. Gli indici di vegetazione hanno permesso di verificare il significativo miglioramento dello stato vegetativo degli appezzamenti irrigati a goccia rispetto a quelli irrigati per scorrimento superficiale. Per ultimo, il confronto in termini di tendenza della variabilità di resa e diametro del tronco, mostra che negli appezzamenti irrigati a scorrimento superficiale appare lievemente superiore rispetto a quelli irrigati a goccia. Questo può essere attribuito alla influenza dell’irregolarità topografica del suolo. Infine, è stato effettuato uno studio sui fabbisogni idrici territoriali nell’ambito del consorzio di bonifica sinistra Piave situato sulla parte nord della provincia di Treviso. In questa ricerca è stato applicato un modello supportato da un sistema GIS per valutare l’uso dell’acqua per l’irrigazione su un’area all’interno del bacino del Piave. Il modello georefernziato è stato realizzato integrando le informazioni raccolte da un campione di agricoltori che hanno compilato un questionario mirato a caratterizzare l’uso dell’acqua irrigua dell’area, dalla mappa dei suoli, dalla mappa d’uso dei suoli, dai dati medi di evapotraspirazione e pioggia, e dalla fornitura d’acqua per l’irrigazione all’interno dell’area. Grazie all’utilizzo integrato di uno strumento GIS (Geographical Information System) e del programma Management Zone Analyst (MZA), è stata effettuata un’analisi cluster per la stima del bilancio idrico e degli eccessi di fornitura idrica. Al fine di analizzare le possibili strategie che permettono di ottenere una fornitura idrica ottimale garantendo le rese delle colture sono stati analizzati quattro diversi scenari con gestioni diverse nella frequenza e durata dei turni irrigui mensili. Dai risultati delle simulazioni si può concludere che passando da 3 a 4 turni al mese, con una riduzione però delle ore per turno tale che la quantità di acqua fornita sia inferiore a quella prevista per i tre turni, visto la maggiore efficienza irrigua, potrebbe essere una buona strategia per garantire le rese delle colture il più possibile dai cambiamenti climatici che come sembra aumentano la variabilità degli eventi piovosi. Il metodo proposto è un’applicazione semplificata che può essere usata per altri fiumi.
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BIANCHI, Massimo. « La Terza Missione dell'università : evoluzione dei modelli organizzativi e dei processi di apprendimento nei contesti emergenti di università imprenditoriale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1274338.

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Résumé :
L’idea di Entrepreneurial University indica un modello evolutivo del ruolo dell’Università, coerente con i cambiamenti richiesti dal contesto storico che identifica nella conoscenza uno dei pilastri fondamentali per promuovere sviluppo economico e sociale. L’Università aggiunge alle tradizionali missioni di alta formazione e ricerca quello di una terza missione il cui compito è integrare le altre due e contribuire alla costruzione di legami con i contesti territoriali per trasferire e acquisire conoscenza. L’affermarsi della terza missione porta con sé modelli innovativi di relazione che impongono risposte da parte delle governance accademiche riguardo le policies, l’organizzazione e l’allocazione delle risorse. L’impatto della terza missione sulle università stesse e sulle comunità genera le condizioni per un cambiamento di cultura del ruolo dell’Università. Scopo di questa ricerca è indagare le conseguenze sulle Università dello strutturarsi della terza missione. Si propongono due analisi: una sugli sviluppi innescati da uno dei più complessi campi di azione della terza missione, il public engagement, e l’altra relativa ad un aspetto organizzativo più strutturale e cioè l’introduzione in un contesto accademico di un processo di monitoraggio e valutazione dell’impatto. La prima parte della ricerca si concentra sull’evoluzione del ruolo dell’Università. L’analisi ripercorre, alla luce della letteratura, alcuni dei passaggi più rilevanti che hanno portato alla nascita dell’idea di Entrepreneurial University e di terza missione proponendo una lettura che colloca l’Università pienamente all’interno del sistema economico e sociale. Si indagano le relazioni dell’Università con i modelli evolutivi di generazione dell’innovazione affermatisi a partire dalla Triple Helix, dell’open innovation, delle politiche UE di Responsible Research and Innovation e dei riferimenti alla Social Innovation, sino ad arrivare alle definizioni di terza missione e di impatto sociale. Dato un quadro definitorio, il secondo capitolo si sofferma sulle implicazioni del public engagement e della co-creation tra Università e imprese con riferimento a casi di studio di entrepreneurship education relativi all’Università di Modena e Reggio Emilia, studiando come questi si mettono in moto, come si concretizzano e quali conseguenze generano. Lo studio approfondisce tematiche che in letteratura sono trattate meno diffusamente poiché si sono privilegiate analisi delle relazioni tra aziende e consumatori. Il capitolo successivo invece indaga un tema più di carattere organizzativo generale e cioè quello del monitoraggio e dell’impatto. La valutazione di quanto un’Università incida sui cambiamenti di sistema, nel contesto appunto dell’economia della conoscenza, è sempre più rilevante. La letteratura sembra orientata a confermare la difficoltà nel fornire metriche e indicatori generali condivisi poiché natura, storia e contesto di ciascuna Università non consentono l’individuazione di indicatori universali. Si propone a questo proposito un caso di studio legato all’introduzione dei processi di monitoraggio e valutazione della terza missione presso l’Università degli Studi di Milano: considerando gli elementi di complessità organizzativa di un sistema di monitoraggio e valorizzazione dell’impatto della terza missione in un grande Ateneo. Le conclusioni riassumono quanto emerso e forniscono una lettura coerente dei temi trattati, tenendo come filo conduttore, nella analisi dei casi di studio, i processi di apprendimento accumulati dalle Università indicando i cambiamenti generati in termini di policies, organizzazione, conoscenza e distribuzione delle risorse prefigurando, infine, alcuni percorsi di prospettiva.
The Entrepreneurial University concept represents an evolutive model of university, coherent with the required changes from the historical context which identifies the knowledge as a fundamental pillar to promote economic and social development. The University adds to the traditional high education and research missions a third mission, whose task is to integrate the first two and contribute building links with local contexts in order to transfer and acquire knowledge. The establishment of the third mission means innovative relationship models that require answers from the academic governance regarding policies, organization and resources allocation. The impact of the third mission on the universities and on the communities creates the conditions for a different culture and role of the University. The aim of this research is to investigate the consequences of the structuring of the third mission on universities. Two analyzes are proposed: first, the improvement triggered by public engagement, one of the most complex areas of the third mission; second, a structural organisation aspect, namely the introduction in the academic context of a monitoring process and an impact assessment. The first part of the research focuses on the evolution of the role of the University. The analysis recalls, in the light of the literature, some of the most relevant steps that created the idea of Entrepreneurial University and third mission, by proposing a view of the University as completly involved in the economic and social system. We investigate the relationships between the university with the growth models of innovation generation, starting from Triple Helix, open innovation, EU policies of Responsible Research and Innovation (RRI) and Social Innovation, up to the definitions of third mission and social impact. Starting from a theoretical framework, the second chapter focuses on the implications of public engagement and co-creation between universities and companies, with reference to case studies of entrepreneurship education related to the University of Modena and Reggio Emilia. In particular, we study how these implications are managed, how they are implemented and what consequences they generate. The study deepens subjects under researched in the literature which is more concentred in the mere analysis of the relations between companies and consumers. The third chapter investigate a more general organizational issue, namely the monitoring and impact. The assessment of the size of the structural changes generated by the university, in the context of the knowledge economy, is increasingly relevant. The literature seems to confirm the difficulties in providing shared metrics and indicators since the nature, history and context of each university do not allow the identification of universal indicators. In this regard, a case study related to the introduction of the monitoring and evaluation processes of the third mission at the University of Milan is proposed: by evaluating the elements of organizational complexity of a system aimed to monitore and enhance the impact of the third mission in a large university. The conclusions summarize the results of the research providing a coherent view of the topics covered. The common thread in the case studies analysis, refers to the learning processes gathered by the Universities, highlighting the changes generated in terms of policies, organization, knowledge and resources and, finally, forecasting a vision for the long run.
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Giannakopoulos, Vieri. « Approccio computazionale alla progettazione architettonica - Sviluppo e gestione di modelli informativi multidisciplinari per la realizzazione di una cantina vinicola a Bolgheri ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17767/.

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Résumé :
Nel quadro di una rinnovata tendenza di profondo cambiamento processuale dettata dalla veloce trasformazione del panorama tecnologico, questo breve elaborato affronta il tema dell’approccio computazionale al campo della progettazione architettonica, cercando di comprendere gli aspetti che ne hanno influenzato l'evoluzione metodologica, analizzando l'infrastruttura software ed indagando la profonda correlazione che si evidenzia tra gli strumenti tecnologici a disposizione ed il processo progettuale contemporaneo. Allo scopo di comprendere al meglio i vantaggi, le opportunità e le criticità insite nella gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni in relazione alle varie fasi della progettazione, si è scelto inoltre di riportare l’esperienza diretta maturata presso lo studio aeiprogetti di Firenze, una società di progettazione di eccellenza con quasi 30 anni di esperienza nell’ambito dell’ingegneria strutturale. Nello specifico, si evince da questo elaborato come, al fine di un processo progettuale più efficace ed efficiente e che punti ad elevati standard qualitativi, l’introduzione delle metodologie informatiche e digitali analizzate sia in grado di offrire vantaggi a beneficio di tutta la filiera delle costruzioni, consentendo ai professionisti e a tutte le figure in gioco di condividere le informazioni utili in modo semplice e trasparente ed esplorando inoltre un campo di confine tra le professioni che si sta sempre più assottigliando.
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NOTARANGELO, NICLA MARIA. « A Deep Learning approach for monitoring severe rainfall in urban catchments using consumer cameras. Models development and deployment on a case study in Matera (Italy) Un approccio basato sul Deep Learning per monitorare le piogge intense nei bacini urbani utilizzando fotocamere generiche. Sviluppo e implementazione di modelli su un caso di studio a Matera (Italia) ». Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/147016.

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Résumé :
In the last 50 years, flooding has figured as the most frequent and widespread natural disaster globally. Extreme precipitation events stemming from climate change could alter the hydro-geological regime resulting in increased flood risk. Near real-time precipitation monitoring at local scale is essential for flood risk mitigation in urban and suburban areas, due to their high vulnerability. Presently, most of the rainfall data is obtained from ground‐based measurements or remote sensing that provide limited information in terms of temporal or spatial resolution. Other problems may be due to the high costs. Furthermore, rain gauges are unevenly spread and usually placed away from urban centers. In this context, a big potential is represented by the use of innovative techniques to develop low-cost monitoring systems. Despite the diversity of purposes, methods and epistemological fields, the literature on the visual effects of the rain supports the idea of camera-based rain sensors but tends to be device-specific. The present thesis aims to investigate the use of easily available photographing devices as rain detectors-gauges to develop a dense network of low-cost rainfall sensors to support the traditional methods with an expeditious solution embeddable into smart devices. As opposed to existing works, the study focuses on maximizing the number of image sources (like smartphones, general-purpose surveillance cameras, dashboard cameras, webcams, digital cameras, etc.). This encompasses cases where it is not possible to adjust the camera parameters or obtain shots in timelines or videos. Using a Deep Learning approach, the rainfall characterization can be achieved through the analysis of the perceptual aspects that determine whether and how a photograph represents a rainy condition. The first scenario of interest for the supervised learning was a binary classification; the binary output (presence or absence of rain) allows the detection of the presence of precipitation: the cameras act as rain detectors. Similarly, the second scenario of interest was a multi-class classification; the multi-class output described a range of quasi-instantaneous rainfall intensity: the cameras act as rain estimators. Using Transfer Learning with Convolutional Neural Networks, the developed models were compiled, trained, validated, and tested. The preparation of the classifiers included the preparation of a suitable dataset encompassing unconstrained verisimilar settings: open data, several data owned by National Research Institute for Earth Science and Disaster Prevention - NIED (dashboard cameras in Japan coupled with high precision multi-parameter radar data), and experimental activities conducted in the NIED Large Scale Rainfall Simulator. The outcomes were applied to a real-world scenario, with the experimentation through a pre-existent surveillance camera using 5G connectivity provided by Telecom Italia S.p.A. in the city of Matera (Italy). Analysis unfolded on several levels providing an overview of generic issues relating to the urban flood risk paradigm and specific territorial questions inherent with the case study. These include the context aspects, the important role of rainfall from driving the millennial urban evolution to determining present criticality, and components of a Web prototype for flood risk communication at local scale. The results and the model deployment raise the possibility that low‐cost technologies and local capacities can help to retrieve rainfall information for flood early warning systems based on the identification of a significant meteorological state. The binary model reached accuracy and F1 score values of 85.28% and 0.86 for the test, and 83.35% and 0.82 for the deployment. The multi-class model reached test average accuracy and macro-averaged F1 score values of 77.71% and 0.73 for the 6-way classifier, and 78.05% and 0.81 for the 5-class. The best performances were obtained in heavy rainfall and no-rain conditions, whereas the mispredictions are related to less severe precipitation. The proposed method has limited operational requirements, can be easily and quickly implemented in real use cases, exploiting pre-existent devices with a parsimonious use of economic and computational resources. The classification can be performed on single photographs taken in disparate conditions by commonly used acquisition devices, i.e. by static or moving cameras without adjusted parameters. This approach is especially useful in urban areas where measurement methods such as rain gauges encounter installation difficulties or operational limitations or in contexts where there is no availability of remote sensing data. The system does not suit scenes that are also misleading for human visual perception. The approximations inherent in the output are acknowledged. Additional data may be gathered to address gaps that are apparent and improve the accuracy of the precipitation intensity prediction. Future research might explore the integration with further experiments and crowdsourced data, to promote communication, participation, and dialogue among stakeholders and to increase public awareness, emergency response, and civic engagement through the smart community idea.
Negli ultimi 50 anni, le alluvioni si sono confermate come il disastro naturale più frequente e diffuso a livello globale. Tra gli impatti degli eventi meteorologici estremi, conseguenti ai cambiamenti climatici, rientrano le alterazioni del regime idrogeologico con conseguente incremento del rischio alluvionale. Il monitoraggio delle precipitazioni in tempo quasi reale su scala locale è essenziale per la mitigazione del rischio di alluvione in ambito urbano e periurbano, aree connotate da un'elevata vulnerabilità. Attualmente, la maggior parte dei dati sulle precipitazioni è ottenuta da misurazioni a terra o telerilevamento che forniscono informazioni limitate in termini di risoluzione temporale o spaziale. Ulteriori problemi possono derivare dagli elevati costi. Inoltre i pluviometri sono distribuiti in modo non uniforme e spesso posizionati piuttosto lontano dai centri urbani, comportando criticità e discontinuità nel monitoraggio. In questo contesto, un grande potenziale è rappresentato dall'utilizzo di tecniche innovative per sviluppare sistemi inediti di monitoraggio a basso costo. Nonostante la diversità di scopi, metodi e campi epistemologici, la letteratura sugli effetti visivi della pioggia supporta l'idea di sensori di pioggia basati su telecamera, ma tende ad essere specifica per dispositivo scelto. La presente tesi punta a indagare l'uso di dispositivi fotografici facilmente reperibili come rilevatori-misuratori di pioggia, per sviluppare una fitta rete di sensori a basso costo a supporto dei metodi tradizionali con una soluzione rapida incorporabile in dispositivi intelligenti. A differenza dei lavori esistenti, lo studio si concentra sulla massimizzazione del numero di fonti di immagini (smartphone, telecamere di sorveglianza generiche, telecamere da cruscotto, webcam, telecamere digitali, ecc.). Ciò comprende casi in cui non sia possibile regolare i parametri fotografici o ottenere scatti in timeline o video. Utilizzando un approccio di Deep Learning, la caratterizzazione delle precipitazioni può essere ottenuta attraverso l'analisi degli aspetti percettivi che determinano se e come una fotografia rappresenti una condizione di pioggia. Il primo scenario di interesse per l'apprendimento supervisionato è una classificazione binaria; l'output binario (presenza o assenza di pioggia) consente la rilevazione della presenza di precipitazione: gli apparecchi fotografici fungono da rivelatori di pioggia. Analogamente, il secondo scenario di interesse è una classificazione multi-classe; l'output multi-classe descrive un intervallo di intensità delle precipitazioni quasi istantanee: le fotocamere fungono da misuratori di pioggia. Utilizzando tecniche di Transfer Learning con reti neurali convoluzionali, i modelli sviluppati sono stati compilati, addestrati, convalidati e testati. La preparazione dei classificatori ha incluso la preparazione di un set di dati adeguato con impostazioni verosimili e non vincolate: dati aperti, diversi dati di proprietà del National Research Institute for Earth Science and Disaster Prevention - NIED (telecamere dashboard in Giappone accoppiate con dati radar multiparametrici ad alta precisione) e attività sperimentali condotte nel simulatore di pioggia su larga scala del NIED. I risultati sono stati applicati a uno scenario reale, con la sperimentazione attraverso una telecamera di sorveglianza preesistente che utilizza la connettività 5G fornita da Telecom Italia S.p.A. nella città di Matera (Italia). L'analisi si è svolta su più livelli, fornendo una panoramica sulle questioni relative al paradigma del rischio di alluvione in ambito urbano e questioni territoriali specifiche inerenti al caso di studio. Queste ultime includono diversi aspetti del contesto, l'importante ruolo delle piogge dal guidare l'evoluzione millenaria della morfologia urbana alla determinazione delle criticità attuali, oltre ad alcune componenti di un prototipo Web per la comunicazione del rischio alluvionale su scala locale. I risultati ottenuti e l'implementazione del modello corroborano la possibilità che le tecnologie a basso costo e le capacità locali possano aiutare a caratterizzare la forzante pluviometrica a supporto dei sistemi di allerta precoce basati sull'identificazione di uno stato meteorologico significativo. Il modello binario ha raggiunto un'accuratezza e un F1-score di 85,28% e 0,86 per il set di test e di 83,35% e 0,82 per l'implementazione nel caso di studio. Il modello multi-classe ha raggiunto un'accuratezza media e F1-score medio (macro-average) di 77,71% e 0,73 per il classificatore a 6 vie e 78,05% e 0,81 per quello a 5 classi. Le prestazioni migliori sono state ottenute nelle classi relative a forti precipitazioni e assenza di pioggia, mentre le previsioni errate sono legate a precipitazioni meno estreme. Il metodo proposto richiede requisiti operativi limitati, può essere implementato facilmente e rapidamente in casi d'uso reali, sfruttando dispositivi preesistenti con un uso parsimonioso di risorse economiche e computazionali. La classificazione può essere eseguita su singole fotografie scattate in condizioni disparate da dispositivi di acquisizione di uso comune, ovvero da telecamere statiche o in movimento senza regolazione dei parametri. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile nelle aree urbane in cui i metodi di misurazione come i pluviometri incontrano difficoltà di installazione o limitazioni operative o in contesti in cui non sono disponibili dati di telerilevamento o radar. Il sistema non si adatta a scene che sono fuorvianti anche per la percezione visiva umana. I limiti attuali risiedono nelle approssimazioni intrinseche negli output. Per colmare le lacune evidenti e migliorare l'accuratezza della previsione dell'intensità di precipitazione, sarebbe possibile un'ulteriore raccolta di dati. Sviluppi futuri potrebbero riguardare l'integrazione con ulteriori esperimenti in campo e dati da crowdsourcing, per promuovere comunicazione, partecipazione e dialogo aumentando la resilienza attraverso consapevolezza pubblica e impegno civico in una concezione di comunità smart.
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Chapitres de livres sur le sujet "Evoluzione modelli di sviluppo e gestione"

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Parente, Ferdinando. « Cybermedicina, invenzioni biotecnologiche e diritti umani : le frontiere dell’umanesimo giuridico nel nuovo millennio ». Dans HUMAN RIGHTS Evolution in the digital era, 19–27. Wydawnictwo Wyższej Szkoły Gospodarki Euroregionalnej im. Alcide De Gasperi w Józefowie, 2021. http://dx.doi.org/10.13166/wsge/hr-pl/ctwx5188.

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Résumé :
La cybermedicina e il miglioramento in progress delle tecniche sanitarie, pur facilitando l’esecuzione della prestazione medica, comportano il rischio della lesione dei valori della dignità, dell’integrità e dell’identità dell’individuo umano. Infatti, gli interventi terapeutici, soprattutto se manipolativi, possono alterare la composizione intima della corporeità e, in casi estremi, mettere a rischio la naturalità dei processi di evoluzione della specie umana e la perpetuazione della vita sulla terra nelle forme finora conosciute. Di qui, l’esigenza di elaborare nuovi modelli etici e giuridici in grado di orientare lo sviluppo biotecnologico verso un nuovo umanesimo giuridico capace di preservare l’identità e la dignità della persona.
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Actes de conférences sur le sujet "Evoluzione modelli di sviluppo e gestione"

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Cedroni, Anna Rita. « Roadmap per una citta sostenibile : Vienna ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Résumé :
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano et Alessandro Micucci. « Le trasformazioni dello spazio urbano : la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Barcelona : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Résumé :
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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