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Vinay, Aubeline. « Traiettorie della vita adottiva : età adulta e resilienza ? » MINORIGIUSTIZIA, no 4 (janvier 2018) : 18–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-004002.

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2

Ranieri, Salvatore, Giuseppina Laganà, Elisabetta Cretella Lombardo et Paola Cozza. « Le problematiche respiratorie nel sonno in età adulta : il ruolo dell’ortodontista ». Dental Cadmos 86, no 06 (juin 2018) : 501. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.06.2018.06.

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3

Bellantonio, Sergio. « Apprendimento e trasformazione in età adulta : le transizioni identitarie secondo la prospettiva pedagogica ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (janvier 2019) : 66–78. http://dx.doi.org/10.3280/erp2018-002005.

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4

Paterlini, Federica. « Esordi psicotici in adolescenza e giovane età adulta : prospettive teoriche e di trattamento ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no 3 (décembre 2022) : 31–60. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003003.

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Résumé :
La letteratura scientifica, negli ultimi anni, è sempre più costellata di articoli che trattano il tema del riconoscimento e dell'intervento precoce evidenziandone l'importanza al fine di intercettare il malessere dei giovani e ridurre la loro sofferenza soggettiva, il rischio di transizione alla psicosi e ridurne la successiva disabilità. Da una meta-analisi su larga scala è stato rilevato che il 12,3% dei disturbi psicotici si verifica prima dei 18 anni e il 47,8% prima dei 25, con un picco di insorgenza a 20,5 anni [1]. Una parte di questi disturbi ha il suo esordio anche prima dei 18 anni. È ormai noto che il periodo prodromico in cui emergono sintomi sottosoglia e aspecifici può essere anche di oltre 10 anni. A fronte di ciò è utile valutare il rischio di esordio psicotico nella fase adolescenziale. I servizi che si occupano di minori dovrebbero, sempre più, avere uno sguardo rivolto anche a ciò che emerge prima del disturbo psicotico, a quei fenotipi a rischio di transizione. Obiettivo di questo lavoro è analizzare, senza la presunzione di esser esaustivo, quali modelli di valutazione precoce sono utilizzabili per l'adolescenza e la giovane età al fine di riconoscere, valutare e aiutare giovani help seeker a rischio di sviluppare psicosi e conoscere quali sono, ad oggi, i possibili trattamenti psicosociali attivabili nei servizi al fine di prendersi cura di questa fascia di popolazione che sperimenta angoscia e stigmatizzazione causate dalla loro condizione già al momento in cui si rivolgono ai servizi [2-5]. Non verrà trattato l'aspetto psicofarmacologico di pertinenza dei colleghi psichiatri e neuropsichiatri. La ricerca deve continuare per poter fornire più risposte ai clinici che quotidianamente incontrano la sofferenza di ragazzi e famiglie e avere ulteriori risposte alle domande relative alla miglior identificazione e ai più efficaci trattamenti psicosociali.
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Smorti, Martina, et Silvia Guarnieri. « Le relazioni fraterne durante la vita adulta ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2012) : 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001003.

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Résumé :
Le relazioni fraterne costituiscono un punto di riferimento centrale per la vita affettiva dell'individuo durante l'intero arco di vita in quanto promuovono la sua competenza cognitiva, affettiva e sociale e contribuiscono fortemente al suo generale benessere psicologico. Nonostante la rilevanza di tali relazioni, risultano ancora scarsi gli studi sulla qualità che connota questi legami durante la vita adulta. La presente ricerca intende quindi indagare la qualità delle relazioni fraterne durante la vita adulta ed esaminare il ruolo che tali relazioni hanno nella promozione della globale qualità di vita dell'individuo. Partecipanti. 288 soggetti (124 maschi e 164 femmine), divisi in due diverse fasce d'età: 148 giovani adulti d'età compresa tra i 20 e i 35 anni e 140 adulti di età compresa tra i 40 e i 55 anni. Strumenti. Per misurare gli aspetti qualitativi che connotano la relazione fraterna è stata utilizzata la versione italiana (Tani, Guarnieri, Ingoglia, submitted) dell'Adult Sibling Relationship Questionnaire - ASRQ (Stocker, Lanthier, Furman, 1997). Per rilevare la qualità di vita è stato utilizzato il cluster Qualità di Vita del Psychological Treatment Inventory - PTI (Gori, Giannini, Schulberg, 2008). I risultati hanno evidenziato come durante la vita adulta, in relazione al raggiungimento di una maggiore maturità, si attenuino alcuni aspetti del legame fraterno legati alla conflittualità e alla rivalità e, parallelamente, acquistino maggiore rilevanza gli aspetti legati all'affettività. La qualità della relazione fraterna risulta inoltre essere un significativo predittore della qualità di vita anche durante l'età adulta.
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Pario, Leslye, Luigia de Marinis et Vincenzo Velio Degola. « Approccio multidisciplinare alle malattie infiammatorie croniche intestinali : la rettocolite ulcerosa ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2021) : 98–116. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002008.

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Résumé :
La significativa diffusione delle inflammatory bowel disease (IBD) o malattie autoimmuni dell'intestino nei paesi occidentali giustifica un'ipotesi clinica eziopatogenetica secondo cui l'urbanizzazione, insieme alla dieta occidentale, siano fattori stressanti, che in alcuni soggetti più suscettibili a causa di eventi avversi infantili (ACE) portino all'insorgere della IBD in età adulta. Negli studi sugli animali l'ipersensibilità viscerale è stata collegata a diversi eventi avversi della prima infanzia e nell'uomo le IBD possono manifestarsi in età adulta in seguito ad ACE, che riattivano l'asse ipotalamo-ipofisi-surreni (HPA) disregolato a causa degli stressor avvenuti in fase di sviluppo. In questo articolo è stato investigato il ruolo dell'asse HPA, l'importanza della trasmissione epigenetica dell'ipersensibilità viscerale alla generazione successiva non esposta al trauma, il ruolo della nutrizione e della respirazione yogica come fattori protettivi a livello epigenetico. Essendo malattie multifattoriali, viene esposto un caso clinico con approccio Pnei, con approccio nutrizionale ad personam, respirazione yogica per il controllo del perineo e terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) per elaborazione dei target relativi all'infanzia e alla malattia nel presente.
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Piccinni, Mariassunta, et Francesca Succu. « L'amministrazione di sostegno come strumento di supporto nel passaggio all'età adulta ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juillet 2022) : 96–105. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004011.

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Le autrici, individuate le coordinate normative di riferimento e presentati alcuni casi emblematici di ricorso a misure di protezione delle persone prive in tutto o in parte di autonomia nel passaggio dalla minore alla maggiore età, propongono una riflessione sul funzionamento delle misure di protezione, ed in particolare dell'amministrazione di sostegno, come strumenti di partecipazione del minore con disabilità nelle scelte che lo riguardano anche nella delicata fase di transizione verso l'età adulta.
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Carretta, Ilaria, Antonella Di Biase, Stefania Bruzzese et Raffaele Visintini. « L'effetto delle misure di lockdown sulla capacità di regolazione emotiva degli adolescenti Uno studio su due realtà cliniche ». PSICOBIETTIVO, no 3 (décembre 2021) : 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003005.

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Résumé :
La pandemia COVID-19 ha portato nel corso del 2020 e del 2021 ad una serie di misure sociali stringenti per prevenire il diffondersi del contagio. Nelle diverse realtà dove operano gli autori (l'ambulatorio filtro di psicoterapia dell'IRCCS Turro e l'ambulatorio AMU a Milano) si è assistito ad una maggiore richiesta di aiuto psicologico da parte degli adolescenti e della prima età adulta a seguito delle misure di lockdown del 2020. Questo aumento di richieste, conseguente all'aumento del disagio psicologico, non è casuale: gli autori ipotizzano che la mancanza di strutture regolatorie ambientali abbia portato ad un aumento di disregolazione emotiva in tutte le età, compresa l'età adolescenziale, con significative differenze rispetto all'anno precedente.
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Buzzetti, Raffaella, et Simona Zampetti. « Cambiamento del sovrappeso dall’infanzia alla prima età adulta e rischio di diabete di tipo 2 ». L'Endocrinologo 19, no 4 (août 2018) : 220–21. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0459-7.

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Stanghellini, I., E. Genovese, S. Palma, C. Falcinelli, L. Presutti et A. Percesepe. « A mild phenotype of sensorineural hearing loss and palmoplantar keratoderma caused by a novel GJB2 dominant mutation ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 4 (août 2017) : 308–11. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1382.

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Résumé :
Le mutazioni dominanti del gene GJB2 sono causa di forme di sordità neurosensoriale sindromiche associate a manifestazioni cutanee palmo-plantari. In questo lavoro viene descritta la correlazione genotipo / fenotipo di una nuova mutazione nel gene GJB2 identificata in tre generazioni di una famiglia italiana (probando, madre e nonno) i cui membri presentano ipoacusia neurosensoriale associata a cheratoderma palmo-plantare ad insorgenza nell’età adulta. Una nuova mutazione di GJB2 (c.66G > T, p.Lys22Asn) allo stato eterozigote è stata identificata in tutti membri affetti. La segregazione della mutazione, la sua frequenza nella popolazione generale e predizioni in silico ne attribuiscono un ruolo patogenetico. La mutazione p.Lys22Asn GJB2 determina una forma di sordità dominante associata ad un’espressione variabile di cheratoderma palmo-plantare, rappresentando un modello di penetranza completa con effetto età-dipendente sul fenotipo.
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de Angelis, Cristina, Marco Mazzella et Rosario Pivonello. « Interferenti endocrini e funzione gonadica : focus su steroidogenesi testicolare e infertilità maschile ». L'Endocrinologo 23, no 1 (26 janvier 2022) : 52–60. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01012-9.

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Résumé :
SommarioEvidenze sperimentali in modelli animali e in vitro dimostrano un ruolo deleterio degli interferenti endocrini (IE) sulla gonade maschile; tuttavia, nonostante vi siano alcune evidenze osservazionali di associazione tra alterazioni seminali e/o endocrine ed esposizione ad alcuni IE, in particolare quelli ad azione anti-androgenica, pro-estrogenica o capaci di indurre stress ossidativo, non è tuttora dimostrabile l’inferenza di casualità nell’uomo, e permane una vasta area di incertezza. La rassegna fornisce una panoramica sinottica delle evidenze cliniche relative alle alterazioni di spermatogenesi e steroidogenesi testicolare in relazione all’esposizione a selezionati IE, con particolare riferimento all’esposizione in età adulta.
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Savoiardo, M., L. Strada, G. Uziel, E. Ciceri, C. Antozzi et M. Zeviani. « La risonanza magnetica nelle encefalomiopatie mitocondriali ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 1_suppl (avril 1992) : 25–32. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s105.

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Résumé :
Le encefalopatie mitocondriali sono un gruppo eterogeneo di malattie, in parte ancora in corso di definizione, per cui è sempre necessaria una conferma biochimica. Alcune malattie mitocondriali, come i difetti della β- ossidazione degli acidi grassi, possono causare gravi squilibri metabolici con ipoglicemia e coma che si ripercuotono in modo aspecifico sul sistema nervoso centrale determinando quadri di sofferenza cerebrale diffusa. Altre malattie mitocondriali determinano danni più specifici sul SNC. Nella prima infanzia la malattia più caratteristica è la malattia di Leigh, che determina alterazioni principalmente nel tegmento pontino e mesencefalico e nei nuclei della base. Alcuni casi presentano lesioni caratteristiche nei nuclei subtalamici, altri presentano reperti più aspecifici e diffusi simili a quadri di leucodistrofia. In età più tardiva (seconda infanzia o età adulta) la malattia più interessante dal punto di vista neuroradiologico è il MELAS, che presenta lesioni cortico-sottocorticali nelle regioni posteriori con distribuzione non tipicamente vascolare, sopra e sottotentoriali, che tuttavia possono essere ricondotte ai territori più distali dei vasi. Calcificazioni nei nuclei della base sono presenti in circa la metà dei casi. Un'altra encefalopatia mitocondriale dell'età giovanile o adulta è la sindrome di Kearns-Sayre, in cui la RM può dimostrare alterazioni nel tronco, nei talami, nei nuclei della base e nella sostanza bianca sottocorticale. Alterazioni nel neostriato possono essere osservate nelle sindromi distoniche associate ad atrofia ottica di Leber. Non sono descritte invece lesioni specifiche nel MERRF, in cui atrofia ed alterazioni della sostanza bianca sono state occasionalmente osservate. Esistono infine casi che presentano quadri clinici e neuroradiologici intermedi tra le varie sindromi mitocondriali. L'obiettivo di questa revisione è dimostrare alcuni aspetti tipici delle sindromi più comuni e indicare quali aspetti neuroradiologici, a volte inattesi, devono suggerire l'ipotesi di encefalopatia mitocondriale, permettendo cosi di indirizzare in modo corretto ulteriori indagini diagnostiche.
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Canzi, P., A. Pecci, M. Manfrin, E. Rebecchi, C. Zaninetti, V. Bozzi et M. Benazzo. « ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 5 (octobre 2016) : 415–20. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-702.

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Résumé :
La malattia MYH9-correlata è una rara sindrome genetica caratterizzata da piastrinopenia congenita associata al rischio di sviluppare, durante l’infanzia o l’età adulta, ipoacusia neurosensoriale, nefropatia e cataratta presenile ad andamento evolutivo. Furono inclusi in uno studio retrospettivo tutti i casi con sordità da severa a profonda arruolati consecutivamente nel Registro Italiano dei pazienti affetti da malattia MYH9-correlata. La popolazione esaminata coinvolse 147 pazienti Italiani con malattia MYH9-correlata: l’ipoacusia fu identificata nel 52% dei casi e solo 4 pazienti (6%) presentarono un quadro di sordità da severa a profonda all’età media di 33 anni. In tutti i 4 pazienti, la sordità fu associata ad un lieve sanguinamento spontaneo e in 3 pazienti fu accompagnata da un coinvolgimento renale. L’impianto cocleare fu eseguito in 3 casi, con beneficio, in assenza di complicanze maggiori. La diagnosi di malattia MYH9-correlata fu eseguita circa 28 anni dopo la prima manifestazione clinica della malattia che non fu mai sospettata da un otorinolaringoiatra. Saranno discussi gli aspetti clinici e diagnostici di 4 pazienti con sordità da severa a profonda affetti da malattia MYH)-correlata, focalizzando anche le implicazioni terapeutiche.
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Andreetta, Sara, et Andrea Marini. « Narrative assessment in patients with communicative disorders ». Travaux neuchâtelois de linguistique, no 60 (1 janvier 2014) : 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Margherita, Giorgia, Anna Gargiulo et Alessia Caffieri. « Sclerosi multipla online : un'analisi delle narrazioni dell'esperienza di sclerosi multipla (sm) tra illness e health blog ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (août 2020) : 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002001.

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All'interno del panorama dell'e-health, la letteratura si è rivolta di recente ai blog quali spazi narrativi autobiografici che, in un continuum tra illness e health, rappresentano dei dispositivi narrativi preziosi nell'elaborazione dell'esperienza di malattia. In particolare, la sclerosi multipla (sm), quale malattia degenerativa cronica, spinge ad una continua risignificazione della propria esperienza. Ancora pochi sono oggi gli studi che hanno indagato l'esperienza di sm così come viene narrata all'interno dei blog. L'obiettivo dello studio è stato esplorare i temi presenti nei blog scritti da persone con sclerosi multipla individuando quali differenze esistono nella narrazione dell'esperienza di ma-lattia in base al tempo della comunicazione della diagnosi. Sono stati analizzati 7 blog scritti da donne con sm, che avevano ricevuto la diagnosi in età giovanile e in età adulta. Dall'analisi sono emersi quattro cluster tematici che sono stati proiettati sul piano fattoriale e letti attraverso tre vettori di senso: Il processo di integrazione dell'esperienza di sm nella propria identità; La narrazione online di malattia come strategia di agency; Riorganizzazione della relazione tra sé e altro. Dalla nostra ricerca, il blog si attesta come organizzatore di senso e risorsa in termini di miglioramento del benessere e promozione della salute nell'esperienza di convivenza con la malattia. .
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Carbone, Sara, Roxanna Morote, Silvia Gabrielli, Silvia Rizzi, Odin Hjemdal, Frederick Anyan et Valeria Donisi. « Sviluppare la resilienza : co-creare un programma di promozione della salute mentale coinvolgendo gli adolescenti del contesto scolastico del Trentino ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (septembre 2020) : 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002007.

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L'associazione positiva tra il benessere mentale durante infanzia e adolescenza e il benessere in età adulta è dimostrata e richiede azioni preventive e di promozione del benessere. L'articolo riporta i bisogni degli adolescenti Trentini in merito alle abilità utili per il loro benes-sere: 49 studenti hanno partecipato ad una survey e 16 ad un laboratorio per valutare contenuti e metodi di un programma europeo per la resilienza (progetto UPRIGHT). I risultati della survey rivelano l'importanza di fare piani per il futuro e definire obiettivi, lavorare sul senso della propria vita, curare alimentazione, attività fisica, salute in generale, affrontare solitudine e isolamento. Dal laboratorio risultano importanti una migliore comunicazione con docenti e genitori, il miglioramento del clima di classe e della qualità delle relazioni interpersonali.
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D'Incerti, L., L. Chiapparini, L. Farina, S. Florio, S. Binelli, F. Villani, R. Spreafico et M. Savoiardo. « Ulegiria : Studio RM di tre casi ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 222. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s2101.

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L'ulegiria è una lesione della corteccia cerebrale conseguente ad un'alterazione anossico-ischemica perinatale che colpisce neonati a termine. Morfologicamente è caratterizzata da atrofia delle circonvoluzioni con un caratteristico prevalente interessamento della porzione di corteccia più profonda, nel fondo dei solchi, e con un risparmio della porzione più superficiale. La sostanza bianca adiacente è quasi sempre alterata e presenta atrofia e gliosi. La distribuzione delle lesioni è solitamente simmetrica e corrisponde a territori vascolari di confine, generalmente in regione parietale. Riportiamo tre pazienti di età compresa tra 22 e 46 anni, con epilessia esordita in età infantile e insufficienza mentale, tutti con storia di anossia neonatale. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a RM dell'encefalo in età adulta. In tutti i casi si è osservato assottigliamento delle circonvoluzioni parieto-occipitali parasagittali, con prevalente interessamento della porzione profonda che presentava anche segnale alterato, e risparmio della corona delle circonvoluzioni. La sostanza bianca presentava iperintensità in T2 con interessamento strettamente sottocorticale in un caso, con maggiore estensione verso la regione periventricolare negli altri. In questi due casi i ventricoli erano dilatati. Le lesioni erano bilaterali, con distribuzione simmetrica in due casi, e con estensione anche alla regione frontale paramediana sinistra nel terzo. La RM permette di riconoscere la caratteristica morfologia delle circonvoluzioni alterate e le modificazioni di segnale della sostanza bianca che corrispondono a perdita di sostanza e gliosi. Questi elementi e la loro distribuzione sono in accordo con l'ipotesi patogenetica “vascolare” e consentono la diagnosi di ulegiria. La differenziano inoltre dalla polimicrogiria, causata nel feto durante il secondo trimestre da un'alterazione della fase terminale della migrazione neuronale, e dalla leucomalcia periventricolare che colpisce neonati prematuri.
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Guarnieri, Silvia, et Martina Smorti. « Legame genitoriale, capacità di resistere alla pressione dei pari e guida pericolosa durante la transizione tra adolescenza e prima età adulta ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (avril 2013) : 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/rip2012-001002.

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Battistella, P. A., D. L. Fiore, M. Pellone et K. Pardatscher. « Il trattamento endovascolare dell'aneurisma della vena di Galeno ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 4 (août 1994) : 671–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700416.

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L'aneurisma della vena di Galeno (AVG) è una rara condizione malformativa artero-venosa cerebrale: essa è caratterizzata dalla presenza di shunts artero-venosi unici o multipli a livello della parete della vena mediana del prosencefalo. L'espressione clinica dell'AVG è età dipendente: in età neontale si manifesta con scompenso cardiaco, nell'infanzia con macrocefalia, idrocefalo sopratentoriale ostruttivo da compressione dell'acquedotto ed eventuali manifestazioni convulsive secondarie ad emorragie. Può rimanere, peraltro, anche a lungo silente, determinando solo in età giovanile-adulta cefalea, sintomi neurologici focali o manifestazioni convulsive causate da sanguinamenti. La mortalità per tale patologia non trattata è elevata, specie nelle forme ad esordio neontatale. Viene presentato un paziente di 8 anni con riscontro di AVG di tipo murale alla RM eseguita per cefalea ricorrente e macrocefalia, uniche manifestazioni cliniche della malformazione vasculare. Nel corso di 3 sedute di terapia endovascolare per via arteriosa vengono esclusi i 5 peduncoli afferent all'AVG (4 a partenza dall'arteria cerebrale posteriore destra ed 1 a partenza dalla arteria cerebrale posteriore sinistra), ottenendo sia la guarigione angiografica della lesione vascolare, sia la completa remissione della sintomatologia cefalalgica, senza alcuna complicanza. Vengono quindi discussi: a) i differenti quadri anatomo-patologici dell'AVG secondo le più recenti classificazioni; b) le diverse tecniche diagnostiche utilizzabili a seconda dell'età; c) i diversi approcci del trattamento chirurgico ed endovascolare (arterioso e venoso), confrontando rischi e risultati; d) i rischi della derivazione liquorale rispetto all'approccio diretto sull'AVG. L'embolizzazione rappresenta attualmente la metodica terapeutica più valida nella cura di questa patologia, grazie soprattutto ai progressi tecnici per quanto riguarda sia i materiali impiegati per il cateterismo superselettivo dei vasi cerebrali, sia i diversi agenti embolizzanti (NBCA, «Coils»). Tale trattamento è in grado di dare risultati eccellenti quali l'esclusione morfologica completa dell'AVG e percentuali di miglioramento in oltre il 50% dei casi, con trascurabile morbilità e drastica riduzione della mortalità rispetto ai soggetti operati o non trattati.
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Tornatola, Luca. « Dipendenza sessuale nel DSM-5. Andrebbe riconsiderata la sua inclusione ? » PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2021) : 157–66. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002012.

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Résumé :
Pur non essendo stata inclusa nel DSM-5, la dipendenza sessuale è ritenuta da diversi autori un vero e proprio disturbo. Osservando la produzione scientifica degli ultimi dieci anni si riscontra una imponente ondata di articoli sulle nuove dipendenze e i comportamenti derivanti. Molte di queste ricerche si sono orientate verso lo studio della pornografia on-line e la fascia di età tra l'adolescenza e la prima età adulta. Tuttavia, ancora oggi risulta piuttosto complicato riuscire a delineare il profilo prototipico dell'individuo che mette in atto comportamenti, definibili patologici, legati alla dipendenza sessuale. Si tratta di una condizione che può comportare spesso delle conseguenze nella sfera relazionale, in quella professionale, in quella economica e, in casi particolarmente gravi, anche in quella legale. Alcuni rilievi indicano che tra il 3 ed il 6% della popolazione generale, in diversa misura, sarebbe dipendente dal sesso, una percentuale di per sé rilevante ma che risulterebbe essere una sottostima rispetto alla realtà non emersa. Tale percentuale arriva al 17% negli individui sotto i 25 anni. Si è potuta dimostrare l'efficacia di trattamenti di natura integrata, che contemplino sia una terapia psicofarmacologica che delle psicoterapie (individuali e di gruppo). Sono necessari ulteriori studi per poter delineare in modo più chiaro i criteri nosografici, i fattori di rischio più frequenti e la validazione di strumenti valutativi della dipendenza sessuale.
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Civenti, Graziella. « Vivere da soli in una grande città durante il Covid-19. Esiti di una ricerca condotta a Milano ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (septembre 2021) : 174–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001015.

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Negli ultimi decenni il numero delle persone che vivono una parte significativa della propria vita adulta da soli è cresciuto esponenzialmente in tutti i paesi occidentali: in Italia una fami-glia su tre è composta da una sola persona e nelle aree metropolitane a essere composta da una sola persona è ormai una famiglia su due. Nonostante l'importanza che questo fenomeno ha assunto e nonostante l'impatto che ha sulle comunità, esso risulta ancora relativamente assente dal dibattito culturale così come dalla programmazione delle politiche sociali. Il testo lo affronta assumendo un'ottica di genere e, partendo dai dati raccolti attraverso una indagine condotta nella città di Milano su un cam-pione di novecentoottantotto persone di età superiore a quaranta anni che vivono da sole, descrive come queste hanno fronteggiato il lockdown e più in generale la pandemia da Covid-19.
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Brianda, Maria Elena, Chiara Sacchi, Pietro De Carli et Alessandra Simonelli. « Maltrattamento emotivo e sintomi somatici in età giovanile adulta. Il ruolo di mediazione dello stile di attaccamento romantico in una popolazione femminile ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (janvier 2018) : 81–101. http://dx.doi.org/10.3280/pds2018-001005.

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Bessone, Debora, Emanuela Bina, Manuela Brero, Emanuela Calandri et Elena Cattelino. « Il conflitto nelle relazioni amicali e sentimentali in adolescenza e in età giovane adulta : quale relazione con il benessere psicologico e la depressione ? » RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (octobre 2015) : 461–83. http://dx.doi.org/10.3280/rip2015-003002.

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Piovan, E., et A. Beltramello. « Patologia infiammatoria encefalica ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 51–55. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s311.

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Résumé :
Nonostante i progressi terapeutici degli ultimi anni le infezioni del Sistema Nervoso Centrale rappresentano ancor oggi un importante problema clinico. Soprattutto il rapido aumento delle infezioni correlate alla Sindrome da Immuno Deficenza Acquisita (AIDS) rendono ragione del crescente interesse per questo tipo di patologia. Per un corretto inquadramento della patologia infiammatoria è innanzi tutto da considerare l'età del paziente: la medesima noxa patogena può produrre infatti effetti molto diversi a seconda del periodo della vita in cui il soggetto viene colpito. La tipica classificazione delle infezioni in età adulta prevede una distinzione in 3 gruppi: Infezioni del tessuto cerebrale (encefalite, cerebrite, ascesso, ventriculite); Infezioni meningee (meningite, empiema sottodurale, empiema epidurale); Infiammazioni dei vasi (arteriti, tromboflebiti sino-durali e profonde). La tomografia computerizzata nella patologia infiammatoria encefalica, stante la ben nota maggior sensibilità della risonanza magnetica nel riconoscimento di queste lesioni, conserva i vantaggi della facilità di accesso all'esame per l'elevato numero di apparecchiature presenti nel territorio ed i costi minori. Questi ultimi vanno presi seriamente in considerazione soprattutto in relazione a quei casi che devono essere sottoposti più volte ad esame per monitorizzare l'andamento della lesione. Inoltre la tomografia computerizzata permette di esaminare anche pazienti non collaboranti, quali spesso sono questi soggetti soprattutto nella fase acuta, data l'elevata velocità di acquisizione delle immagini.
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Lusenti, T., F. Fiorini, A. D’Amelio, A. Granata et S. Andrulli. « Una strana colica renale in un paziente nefrolitiasico e … non solo ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no 4 (24 janvier 2018) : 12–16. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1492.

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Résumé :
Maschio di 56 anni con familiarità positiva per nefrolitiasi ed anamnesi positiva per numerosi episodi di colica renoureterale da ambo i lati, si presenta al nostro ambulatorio nefrologico di ecografia per ennesimo episodio recidivo di colica renale destra. All'ultimo controllo ecografico dei reni presentava microlitiasi bilaterale in assenza di dilatazione delle vie escretrici. È in terapia dietetico-idropinica associata a citrato di potassio. All'ecografia renale presenta idronefrosi del rene destro in assenza di idrouretere. La TAC, eseguita senza mezzo di contrasto per pregresso episodio di allergia al mdc in corso di precedente esame radiologico conferma la dilatazione delle vie escretrici a carico del rene destro. La successiva RMN dell'addome ribadisce l'idronefrosi destra riscontrata all'ecografia e alla TAC, sino alla giunzione pieloureterale con uretere a valle non dilatato che depongono per ostruzione del giunto pieloureterale (OGPU). Il paziente operato di plastica del giunto pieloureterale è al momento libero da coliche. Il caso riportato ribadisce come nei casi di idronefrosi accanto alle più comuni cause di uropatia ostruttiva (calcolosi, IPB, neoplasie) occorra sempre considerare le patologie congenite che possono manifestarsi anche in età adulta e tra queste in particolare la sindrome del giunto pieloureterale. In questi pazienti l'ecografia renale rappresenta un importante esame di primo livello in base alla quale indirizzare il paziente ai successivi step diagnostici di imaging e ai conseguenti provvedimenti terapeutici.
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Finizio, F. S., et E. Galassi. « Ematomi extradurali nell'infanzia e nell'adolescenza ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 1_suppl (avril 1992) : 45–50. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s109.

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Résumé :
Gli autori descrivono i principali aspetti TC della loro casistica di 21 EED dell'infanzia e dell'adolescenza, tutti sottoposti a verifica chirurgica, osservati nella Divisione di Neurochirurgia II dell'Ospedale Bellaria di Bologna dal 1985 al 1990. Gli EED sono risultati più frequenti rispetto agli ematomi sottodurali acuti e cronici (8 casi). La possibile presenza di un EED in assenza di fratture craniche è più alta in età pediatrica rispetto a quella adulta: in 4/21 (20%) dei nostri casi non erano riscontrabili fratture all'esame diretto del cranio. La localizzazione esclusivamente frontale, ritenuta rara in passato, era dimostrabile con discreta frequenza (in 3 casi su 21) (14%). in 3/5 (60%) pazienti con lesioni intradurali associate e complicanze neurologiche si osservarono frequentemente falde ematiche di notevole spessore (≥ 3 cm) e aspetti di disomogenità della falda stessa. Peraltro EED di rilevanti proporzioni sono stati ben tollerati in un numero elevato di casi (2/5 40% della nostra serie) senza lesioni intradurali associate; tale dato dipende da fattori anatomici (pervietà della fontanella anteriore, distensibilità delle suture, presenza di ampi spazi extracerebrali e cisternali) e fisiologici (reversibilità del danno cerebrale plasticità) propri dell'encefalo infantile. Infine è importante sottoporre i pazienti a TC successivi all'intervento: aspetti ipodensi esito di processi edematosi e/o lacero-contusivi e atrofia corticale localizzata e/o diffusa) furono riscontrati in 6 pazienti su 21 (20%). Tali dati rivestono particolare importanza per la prognosi del paziente pediatrico.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani et P. Cozza. « Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Résumé :
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Silvestri, F. « Relationship between Time in target and Glycosilated Haemoglobin in a cohort of Type 1 Diabetes paediatric patients with Continuous Glucose Monitoring vs Self- Monitoring Blood Glucose ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 112. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.6.

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Résumé :
OBIETTIVO DELLO STUDIO Nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 il Time in Target fornisce importanti dati sul controllo glicometabolico e può sicuramente affiancare, e forse in futuro sostituire, l’Emoglobina glicosilata. Nella popolazione adulta con diabete di tipo 1 la correlazione tra Time in Range (TIR%) e HbA1c è ormai un dato acquisito. Obiettivo di questo studio è valutare questa stessa relazione in una coorte di pazienti pediatrici con diabete di tipo 1 che usa due differenti sistemi di monitoraggio glicemico. DISEGNO E METODI È uno studio osservazionale retrospettivo che ha valutato 119 pazienti affetti da diabete di tipo 1 (età media 11,8±4,4), divisi in due gruppi principali in base al sistema di monitoraggio glicemico utilizzato (66 CGM, 53 SMBG) e in due sottogruppi in base al metodo di erogazione dell’insulina (CSII or MDI). L’obiettivo è stato trovare una correlazione tra HbA1c e Time in Target. RISULTATI La correlazione tra HbA1c% - TIR% è forte nel gruppo CGM e moderata in quello SMBG. Per un incremento del TIR del 10%, l’HbA1c% si reduce di 0.45 nel gruppo CGM e di 0.31 nel gruppo SMBG. Come risultati collaterali abbiamo evidenziato che nei gruppi CGM e SMBG la correlazione tra TDD e HbA1c% è risultata statisticamente significativa (un aumento della TDD corrisponde a un incremento dell’HbA1c%) e che il metodo di erogazione dell’insulina (CSII o MDI) influenza la TDD solo nel gruppo CGM: CSII=33 IU (±16,62) vs MDI= 19,5 IU (±16,37). Non influenza invece l’HbA1c%: nel gruppo CGM con CSII=7.4% (±1.08) vs MDI=7.7% (±1.00). Nel gruppo SMBG: CSII=8.35% (±1.88) vs MDI=8.00% (±1.24). CONCLUSIONI In linea con la letteratura, ad ogni aumento di TIR del 10% si associa una variazione dell’HbA1c% di 0.45 nel gruppo CGM e 0.31 nel gruppo SMBG, con inferenza sulla popolazione pediatrica. Inoltre, l’utilizzo del CSII comporta un aumento della TDD. PAROLE CHIAVE diabete tipo 1; tecnologia applicata al diabete; pediatria; monitoraggio glicemico in continuo.
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Splendiani, A., R. De Amicis, V. Pupillo, E. Puglielli, C. Masciocchi et M. Gallucci. « Considerazioni sulla patologia traumatica dorsale in età pediatrica ». Rivista di Neuroradiologia 16, no 3 (juin 2003) : 455–57. http://dx.doi.org/10.1177/197140090301600322.

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Résumé :
Trauma remains one of the major causes of death in children and adolescents. The mechanisms underlying response to traumatic injury differ radically in adults and children for anatomical and biomechanical reasons. This study is a retrospective review of all patients admitted to our hospital with suspect spinal trauma from 1999 to date, analysing in children the incidence, type of bone injury, possible spinal cord involvement and clinical condition on discharge. Of 143 cases of spinal trauma examined at our hospital over a four-year period by x-ray, computed tomography and magnetic resonance imaging, 21 were aged between six and 16 years. In agreement with literature reports, the incidence was lower than that in adults, but carried a worse prognosis. Although not common, spinal trauma in childhood entails a high incidence of severe permanent neurological disability due to direct involvement of the spinal cord. It is necessary for neuoradiologists to be familiar with problems relating to the biomechanics of the spine in childhood since prompt diagnosis may reduce the neurological deficits and allow appropriate management of these young patients.
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Allen, Bruce G., Luu Lien Phuong, Hala Farhat et Dominique Chevalier. « Both endothelin-A and endothelin-B receptors are present on adult rat cardiac ventricular myocytes ». Canadian Journal of Physiology and Pharmacology 81, no 2 (1 février 2003) : 95–104. http://dx.doi.org/10.1139/y02-155.

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Endothelin-A (ETA) and endothelin-B (ETB) receptors have been demonstrated in intact heart and cardiac membranes. ETA receptors have been demonstrated on adult ventricular myocytes. The aim of the present study was to determine the presence of ETB and the relative contribution of this receptor subtype to total endothelin-1 (ET-1) binding on adult ventricular myocytes. Saturation binding experiments indicated that ET-1 bound to a single population of receptors (Kd = 0.52 ± 0.13 nM, n = 4) with an apparent maximum binding (Bmax) of 2.10 ± 0.25 sites (× 105)/cell (n = 4). Competition experiments using 40 pM [125I]ET-1 and nonradioactive ET-1 revealed a Ki of 660 ± 71 pM (n = 10) and a Hill coefficient (nH) of 0.99 ± 0.10 (n = 10). A selective ETA antagonist, BQ610, displaced 80% of the bound [125I]ET-1. No displacement was observed by concentrations of an ETB-selective antagonist, BQ788, up to 1.0 μM. However, in the presence of 1.0 μM BQ610, BQ788 inhibited the remaining [125I]ET-1 binding. Similarly, in the presence of 1.0 μM BQ788, BQ610 inhibited the remaining specific [125I]ET-1 binding. Binding of an ETB1-selective agonist, [125I]IRL-1620, confirmed the presence of ETB. ETB bound to ET-1 irreversibly, whereas binding to ETA demonstrated both reversible and irreversible components, and BQ610 and BQ788 bound reversibly. Reducing the incubation temperature to 0°C did not alter the irreversible component of ET-1 binding. Hence, both ETA and ETB receptors are present on intact adult rat ventricular myocytes, and the ratio of ETA:ETB binding sites is 4:1. Both receptor subtypes bind to ET-1 by a two-step association involving the formation of a tight receptor–ligand complex; however, the kinetics of ET-1 binding to ETA versus ETB differ.Key words: cell communication, endothelins, receptors, inotropic agents, signal transduction
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Bond, Jonathan, Carlos Graux, Ludovic Lhermitte, Diane Lara, Thomas Cluzeau, Thibaut Leguay, Agata Cieslak et al. « Early Response–Based Therapy Stratification Improves Survival in Adult Early Thymic Precursor Acute Lymphoblastic Leukemia : A Group for Research on Adult Acute Lymphoblastic Leukemia Study ». Journal of Clinical Oncology 35, no 23 (10 août 2017) : 2683–91. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2016.71.8585.

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Résumé :
Purpose Early thymic precursor (ETP) acute lymphoblastic leukemia (ALL) is an immunophenotypically defined subgroup of T-cell ALL (T-ALL) associated with high rates of intrinsic treatment resistance. Studies in children have shown that the negative prognostic impact of chemotherapy resistance is abrogated by the implementation of early response–based intensification strategies. Comparable data in adults are lacking. Patients and Methods We performed comprehensive clinicobiologic, genetic, and survival analyses of a large cohort of 213 adult patients with T-ALL, including 47 patients with ETP-ALL, treated in the GRAALL (Group for Research on Adult Acute Lymphoblastic Leukemia) -2003 and -2005 studies. Results Targeted next-generation sequencing revealed that the genotype of immunophenotypically defined adult T-ALL is similar to the pediatric equivalent, with high rates of mutations in factors involved in cytokine receptor and RAS signaling (62.2%), hematopoietic development (29.7%), and chemical modification of histones (48.6%). In contrast to pediatric cases, mutations in DNA methylation factor genes were also common (32.4%). We found that despite expected high levels of early bone marrow chemotherapy resistance (87%), the overall prognosis for adults with ETP-ALL treated using the GRAALL protocols was not inferior to that of the non–ETP-ALL group (5-year overall survival: ETP, 59.6%; 95% CI, 44.2% to 72.0% v non-ETP, 66.5%; 95% CI, 58.7% to 73.2%; P = 0.33) and that allogeneic stem-cell transplantation had a beneficial effect in a large proportion of patients with ETP-ALL. Conclusion Our results suggest that the use of response-based risk stratification and therapy intensification abrogates the poor prognosis of adult ETP-ALL.
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Bakare, T. V. « Factors Affecting the Use of Andragogical Principles in Adult Education Programmes ». Oriental Anthropologist : A Bi-annual International Journal of the Science of Man 10, no 1 (janvier 2010) : 105–19. http://dx.doi.org/10.1177/0972558x1001000109.

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Résumé :
The argument that adults deserve to be treated differently in the teaching/learning milieu has been brought to the forefront by many researchers and adult educators spearheaded by Malcolm Knowles’ notion of andragogy. Knowles asserted that adults require certain conditions to learn. Generally, literature has also supported the idea that teaching adults should be approached differently from that of adolescents. This is backed by ‘ainformed professional opinion; philosophical assumptions associated with the humanistic psychology and progressive education; and a growing body of research and theory on adult learning, development, and socialization’. There are several adult education programmes going on in the Lagos State of Nigeria. The study examined the level of awareness and use of andragogical principles in the programmes. 361 participants from different adult education programs, along with 132 facilitators (total of 493 respondents) were used for the study. Interviews, Sit-in-Observations were used in conjunction with the Questionnaire to gather data and statistical analysis with the chi-squared tool revealed that facilitators were mostly aware of, but do not make use of andragogical principles in helping adults to learn. Factors responsible for these include the lack of appropriate adult education training, too much reliance on the belief that the training as child educators should suffice to help adults learn and the belief that the culture and background (adults should be respected etc) influence the interpersonal relationship between adult learners and the facilitators. Suggestions made include that appropriate training for adult educators be encouraged, as well as more focus the use of technology, to facilitate adult learning among others.
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Neumann, Martin, Philipp A. Greif et Claudia D. Baldus. « Mutational landscape of adult ETP-ALL ». Oncotarget 4, no 7 (23 juin 2013) : 954–55. http://dx.doi.org/10.18632/oncotarget.1106.

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Anyanwu, Joy I., Oliver Rotachukwu Ngwoke, Vera Victor-Aigbodion, Ogechi Nnamani et Bartholomew C. Nwefuru. « Effect of Yoga Therapy on Low Back Pain Management Among Older Adults : Implications for Gerontology Counselling ». Global Journal of Health Science 11, no 8 (17 juin 2019) : 1. http://dx.doi.org/10.5539/gjhs.v11n8p1.

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Résumé :
OBJECTIVE: This research aimed to determine the effect of yoga therapy in managing low back pain (LBP) among older adults. METHOD: 40 participants who were having low back pain were assessed. All participants completed baseline evaluation before beginning the Yoga intervention and at 6, 12 and 18 weeks. Participants completed a questionnaire titled Oswestry Low Back Pain Disability Questionnaire (ODQ). The statistical tool used for data analysis was within-and-between subjects ANOVA. RESULTS: The finding showed no significant difference in the baseline assessment for LBP between the treatment group and the waitlisted control group, F(1,38) = 2.697, P=.000, η2 = .066. The posttest assessment at 6th week revealed a significant reduction of LBP among older adults in the yoga treatment group compared with those in the waitlisted control group, F(1,37) = 3209.376, P = .000, η2 = .989. The assessment at 12th week revealed significant reduction in LBP among older adult in the yoga treatment group compared with those in the waitlisted control group, F(1,36) = 2389.154, P = .000, η2 = .985. The assessment at 18th week further revealed a significant reduction in LBP among older adult in the yoga treatment group compared with those in the waitlisted control group, F(1,36) = 2775.162, P = .000, η2 = .987. CONCLUSION: Yoga therapy is an effective intervention for managing low back pain among older adults. Thus, gerontology counsellors can provide help to older people with low back pain within the framework of Yoga therapy. Further studies are required to find out and corroborate the efficacy of Yoga Therapy in managing low back pain among older adults.
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Lucchetti, Maria Chiara, et Lorna Spagnol. « La visita ginecologica in età pediatrica : quando, come e perché ». Medico e Bambino 42, no 2 (24 février 2023) : 97–102. http://dx.doi.org/10.53126/meb42097.

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Gynaecological examination in paediatric and adolescent age is a fundamental tool for the diagnosis, treatment and prevention of many pathologies with potential consequences for adult life and future fertility. It also provides an opportunity to intercept previously unknown underlying pathologies. It is also a chance to offer information, education and in-depth discussion on issues that are fundamental to the full physical and psychological wellbeing of the patient. The paediatrician plays a decisive role in the selection and referral of patients requiring such an assessment and in choosing the right time for a visit that is, and must remain, a fundamental stage in the life and medical history of every woman.
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Salterio, N., TJ Zwimpfer, R. Holubkov, H. Katzen, MG Luciano, H. Jensen, SJ Nagel, MA Williams et MG Hamilton. « P.213 Long-Term Improvement Of Gait And Cognition After Primary Endoscopic Third Ventriculostomy (ETV) In Adult Obstructive Hydrocephalus ». Canadian Journal of Neurological Sciences / Journal Canadien des Sciences Neurologiques 48, s3 (novembre 2021) : S81. http://dx.doi.org/10.1017/cjn.2021.489.

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Background: Adults with obstructive hydrocephalus often present with cognitive and/or gait dysfunction in addition to symptoms of raised ICP. We previously reported improvement of cognitive and gait function 3 months following primary adult ETV. This abstract presents long-term results in this group. Methods: Obstructive hydrocephalus was identified based on tri-ventriculomegaly on CT and/or MRI. Gait velocity (10 m timed gait) and cognitive function (Montreal Cognitive Assessment [MoCA]) were measured at two timepoints: pre-ETV and ≥9 months post-ETV. Results: Sixteen adults underwent primary ETV and completed a long-term assessment. Mean age was 60 years and 10 (63%) were male. Etiology: 10 (62.5%) congenital and 6 (37.5%) acquired. Mean long-term follow-up time for cognitive and gait assessments was 14.4 and 13.7 months, respectively. The long-term MoCA within patient median change was +2 points (n= 15; p = 0.007). Group medians were 23/30 (pre-ETV) and 26/30 (post-ETV). The long-term gait velocity within patient median change was +0.4 m/s (n= 12; p < 0.001). Group medians were 0.7 m/s (pre-ETV) and 1.3 m/s (post-ETV). Conclusions: ETV in adults with obstructive hydrocephalus results in long-term improvement of cognition and gait velocity when assessed ≥9 months post-ETV. Larger cohorts will determine the generalizability of these results. Hydrocephalus Association supported project.
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Salterio, N., D. Foti, N. Bogod, H. Katzen et TJ Zwimpfer. « P.214 Improved Cognition After Endoscopic Third Ventriculostomy In Adult Obstructive Hydrocephalus Using Repeatable Battery For The Assessment Of Neuropsychological Status ». Canadian Journal of Neurological Sciences / Journal Canadien des Sciences Neurologiques 48, s3 (novembre 2021) : S81. http://dx.doi.org/10.1017/cjn.2021.490.

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Résumé :
Background: In addition to symptoms of raised ICP, adults with obstructive hydrocephalus often present with cognitive dysfunction. We previously reported the improvement of global cognition at 3 and 12 months following primary adult ETV using the Montreal Cognitive Assessment (MoCA). This abstract presents multidomain cognitive testing using the RBANS. Methods: Obstructive hydrocephalus was identified based on tri-ventriculomegaly on MRI findings with a site of obstruction. Cognitive function was measured using the RBANS and MoCA at two timepoints: pre-ETV and post-ETV. Within patient analysis was conducted using the Wilcoxon Signed Rank Test. Results: Nine adults underwent ETV, 7 primary and 2 secondary (ETV after shunt malfunction), and completed follow-up assessment. Mean age was 33 years old and 7 (78%) were female. Etiology: 3 (33%) congenital and 6 (67%) acquired. Mean follow-up time was 4.5 months. The RBANS total scaled score, attention, and delayed memory index scores were significantly improved post-ETV (p < 0.05). Immediate memory, language, and visuospatial index scores were not significantly different. Secondary analysis shows that picture naming and figure recall subtests were significantly improved. MoCA total scores were not significantly different. Conclusions: ETV in adults with obstructive hydrocephalus results in improvements in global cognition, attention, and delayed memory on RBANS testing.
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Perini, S., P. Zampieri, L. Rosta, E. Piovan, G. Barone, P. Ruatti et A. Benati. « MAV cerebrale di tipo piale in età pediatrica ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 6 (décembre 1996) : 743–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900619.

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Résumé :
La nostra casistica comprende 29 pazienti sottoposti a trattamento endovascolare per la presenza di una MAV di tipo piale. I pazienti sono stati trattati con varie metodiche (embolizzazione a «flusso libero» 2 casi, embolizzazione particolata con micro-emboli di filo da sutura -17 casi, embolizzazione con colla acrilica- 10 casi). È stato fatto un confronto tra la serie trattata in età pediatrica e quella dei pazienti adulti evidenziando alcune significative differenze di angio-architettura e sede della MAV: in età pediatrica sono risultate più frequenti le MAV mono o pauci- peduncolari, le fistole dirette e quelle a nido plessiforme fistoloso ad alto flusso e le malformazioni giganti a sede sottotentoriale e centrale profonda. Nel primo caso il trattamento di elezione è risultato essere quello con colla acrilica associato a radiochirurgia con guarigione definitiva in 3 casi. Nelle FAV dirette e nelle MAV ad alto flusso abbiamo impiegato come agenti embolizzanti filo da sutura e colla acrilica con risultato definitivo. Il trattamento delle MAV sottotentoriali e a sede centrale profonda rappresenta il problema di più difficile soluzione in età pediatrica. In due pazienti l'embolizzazione con colla ha consentito di effettuare la radio-chirurgia (MAV giganti cerebellari). Non riteniamo che attualmente alcuna tecnica endovascolare consenta un trattamento sicuro delle estese MAV centrali profonde. Ogni trattamento, nei bambini ancor più che nell'adulto, deve richiedere una attenta valutazione del rapporto rischio/ beneficio della metodica con riferimento ai dati della storia naturale.
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Palacios, Ignacio M. « Vernon never called for me yesterday ». English Text Construction 12, no 2 (1 octobre 2019) : 290–318. http://dx.doi.org/10.1075/etc.00030.pal.

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Abstract This paper investigates the different readings and meanings of never in the speech of London adults and teenagers, with particular attention to cases in which this negative is equivalent to a sentential negator in the past. The analysis of a sample of over 2,000 tokens extracted from three main corpora serves to provide not only a qualitative perspective on this issue but also a quantitative one that presents new empirical evidence. The universal negative quantificational use of never is seen to be the most frequent while punctual never comes second. The data analysed also indicate that in the last few years there has been an increase in such uses of this negative compared to the early 1990s. However, no notable differences are attested in this respect when contrasting adult and teen speech.
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Giannoukos, Georgios, et Georgios Besas. « Adult Education and Learning Theories ». International Letters of Social and Humanistic Sciences 60 (septembre 2015) : 34–38. http://dx.doi.org/10.18052/www.scipress.com/ilshs.60.34.

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Adult education first started at the beginning of the 20th century when it became mandatory to improve the educational level of the adult trainees and also to train them professionally, culturally and socially (Kokkos, 2005). Especially during the last decades, globalization along with the technological advancements, demands continuous education and training due to the high competition and to the need to improve the economy. Besides that, social reasons urge adult education such as sudden social changes in our contemporary society (migration for financial reasons, social exclusion as a result of unemployment, etc). The adults have unique features and needs which make Adult Education an independent scientific field.
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Tymchuk, Liudmyla, Inna Kovalenko, Lilia Vieilandie, Lyubov Prokofyeva, Olha Rasskazova et Yana Topolnyk. « Andragogy : Searching for Ways to Improve the Educational Process in Educational Institutions for Adults ». Revista Romaneasca pentru Educatie Multidimensionala 14, no 1Sup1 (24 mars 2022) : 472–94. http://dx.doi.org/10.18662/rrem/14.1sup1/562.

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The topic of the article is relevant because at the present time there is a renewal of the education system and the search for ways to improve the learning process in educational institutions for adults continues. In the studies of educators in the 1920s in the conditions of keen discussions a wide range of organizational forms and methods of adult education was highlighted and scientifically substantiated. Traditional in the teaching of adults, as well as in school practice, was the classroom teaching system. Its basis was the usual forms of classroom work - lecture, conversation, discussion, debate, storytelling, etc. The purpose of the article is the study of ways to improve the learning process in educational institutions for adults in the works of domestic and foreign scientists, the study and presentation of organizational forms and methods of adult education; the description of the organization of independent work of students by performing their research tasks. An important place in schools for adults was given to organization of independent work of students through implementation of their research tasks - term papers, essays. The use of the method of excursions was also widespread, the issue of application of the method of staging in the practice of teaching adults was substantiated. Group, individual and self-educational forms of organization of education have also become widespread in adult schools.
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Liepa, Diāna, et Ausma Špona. « Pedagogical Principles of Foreign Language Studies ». SOCIETY, INTEGRATION, EDUCATION. Proceedings of the International Scientific Conference 1 (9 mai 2015) : 331. http://dx.doi.org/10.17770/sie2012vol1.54.

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<p>Adult learners’ study process is affected by former life’s experiences: memories, various events, relations and former study habits etc. Adult learning that is based on adults‘ own initiative and responsibility have been defined in several ways: self-directed learning, self-planned studying, self-studying, independent studies, autonomous studying, autodidactics as well as open learning. Aim of the study: to propose pedagogical principles of foreign language studies. Materials and methods: analysis of scientific and methodological literature, modelling, observation, Methods of data processing and analysis: quantitative (data analysis by using the data processing software SPSS 17.0. In the Research results approve high necessity to optimise the study process taking into consideration the principles that were researched in adults’ learning and teaching.</p>
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McCoul, Edward D., Heather M. Weinreich, Hillary Mulder, Li-Xing Man, Kristine Schulz et Jennifer J. Shin. « Health Care Utilization and Prescribing Patterns for Adult Eustachian Tube Dysfunction ». Otolaryngology–Head and Neck Surgery 160, no 6 (5 février 2019) : 1071–80. http://dx.doi.org/10.1177/0194599819826959.

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Objective Eustachian tube dysfunction (ETD) prompts >2 million adult visits in the United States annually. While disease prevalence and health care utilization are established for children, practice patterns for adults remain unknown. Our objective was to determine national resource utilization for adult ETD. Study Design Cross-sectional study. Setting National database sample. Subjects and Methods The Truven Health MarketScan Databases (2010-2014) analytic cohort included health care encounters of patients ≥18 years of age with a diagnosis of ETD, otitis media with effusion, or tympanic membrane retraction. Visits associated with recent diagnoses of acute upper respiratory infection, head and neck cancer, or radiation therapy were excluded. Acute ETD (<3 months) and chronic ETD (≥3 months) were subgroups. Medication usage was quantified by class. Results ETD was diagnosed for 1,298,987 patients, 11% of which was chronic. Over 92% of patients were seen in outpatient clinics, most often by otolaryngology (57%) for chronic ETD and by general medicine (49%) for acute ETD. Medications were frequently utilized, as 530,146 (53.7%) patients received ≥1 prescription. Top prescriptions for chronic ETD included intranasal corticosteroids (22%), antibiotics (22%), oral corticosteroids (13%), and analgesics (6%). The overall annual cost of prescribed medications associated with visits in which either acute or chronic ETD was diagnosed exceeded $8.5 million for a mean of $80.78 per patient who filled a prescription. Conclusion Adult ETD is frequently treated with several medication classes by a variety of provider types. Understanding the potential adverse effects and cost associated with these practices should be a priority.
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Wartiovaara-Kautto, Ulla, Sture Andersson, Markku Heikinheimo, Jari Petäjä et Satu Långström. « Exchange transfusion activates coagulation and alters the coagulation profile in newborn infants ». Thrombosis and Haemostasis 96, no 08 (2006) : 142–48. http://dx.doi.org/10.1160/th06-03-0182.

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SummaryExchange transfusion (ET) with adult blood is a standard procedure for neonates with severe hyperbilirubinemia. How ET affects newborn coagulation system remains, however, largely unknown. Thus, we prospectively evaluated the effect of ET on thrombin formation and coagulation profile in 18 newborns (22 ETs). Prothrombin fragment F1+2 and thrombin-antithrombin complexes increased considerably during ET while platelets were significantly reduced. Protein C increased less (p<0.001) and factorVIIIc more (p<0.001) than expected based on their levels in the infused blood. Further, in vitro thrombin generation initiated by5 pM tissue factor was analysed. Before the first ET, newborn endogenous thrombin potential (ETP) and thrombin peak remained at ≈60% of adult control plasma levels, but the lag time to thrombin burst in newborn plasma was ≈45% shorter than the lag time in adult plasma. At the end of the first ET, the thrombin burst still started ≈35% earlier in newborn than adult plasma, whereas ETP and thrombin peak were increased to >90% of adult levels. ETP and peak remained elevated at adult levels until the beginning of the second ET. APC-induced reductions in newborn ETP remained unaltered throughout the first ET. The reductions of ETP by APC were less pronounced in newborn than adult plasma (p<0.0001).We conclude that ET is associated with multiple procoagulant changes and increased in vivo thrombin formation. This ET-induced procoagulant challenge may be of clinical significance in sick newborns already prone to bleeding and thrombotic complications.
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Ueno, Michihiko, Takashi Miyauchi, Satoshi Sakai, Tsutomu Kobayashi, Katsutoshi Goto et Iwao Yamaguchi. « Effects of physiological or pathological pressure load in vivo on myocardial expression of ET-1 and receptors ». American Journal of Physiology-Regulatory, Integrative and Comparative Physiology 277, no 5 (1 novembre 1999) : R1321—R1330. http://dx.doi.org/10.1152/ajpregu.1999.277.5.r1321.

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Endothelin (ET)-1 has potent positive inotropic and chronotropic activity in the heart and induces cardiac hypertrophy. The production of ET-1 in the heart is reported to be increased under some conditions. In normal circulation, the pressure load to the left ventricle (LV) is much greater than that to the right ventricle (RV). In this study, we investigated the gene expression of the myocardial ET-1 system (ET-1, ETA receptor, and ETB receptor) in the RV and LV of normal rats and also investigated these genes in hypertrophied RV due to pathological pulmonary hypertension (PH). Normal rats showed no differences between the RV and LV in the gene expression of either ET-1, ETA receptor, or ETB receptor in either the adult stage (11 wk old) or the neonatal stage (1 and 8 days old). On the other hand, the expression of both atrial natriuretic peptide (ANP) mRNA and B-type natriuretic peptide (BNP) mRNA was significantly greater in the LV than in the RV in adult rats. Gene expression of ET-1, ETA receptor, and ETB receptor in the RV was markedly higher in rats with monocrotaline-induced (pathological) PH than that in control rats. The expression of ANP mRNA and BNP mRNA in the RV was also markedly higher in the rats with PH. In conclusion, the data suggest that gene expression of the ET-1 system in the myocardium is not affected by physiological pressure load in either the adult stage or neonatal stage; however, it is enhanced by pathological pressure overload such as that in PH.
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Carbonez, F., M. Al Husni Al Keilani, C. Kornreich et V. Delvenne. « Transition from child and adolescent to adult mental health care ». Revue Medicale de Bruxelles 39, no 1 (2018) : 35–40. http://dx.doi.org/10.30637/2018.17-043.

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Touyz, R. M., J. Fareh, G. Thibault, B. Tolloczko, R. Lariviere et E. L. Schiffrin. « Modulation of Ca2+ transients in neonatal and adult rat cardiomyocytes by angiotensin II and endothelin-1 ». American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology 270, no 3 (1 mars 1996) : H857—H868. http://dx.doi.org/10.1152/ajpheart.1996.270.3.h857.

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Vasoactive peptides may exert inotropic and chronotropic effects in cardiac muscle by modulating intracellular calcium. This study assesses effects of angiotensin II (ANG II) and endothelin-1 (ET-1) on intracellular free calcium concentration ([Ca2+]i) in cultured cardiomyocytes from neonatal and adult rats. [Ca2+]i was measured microphotometrically and by digital imaging using fura 2 methodology. Receptor subtypes through which these agonists induce responses were determined pharmacologically and by radioligand binding studies. ANG II and ET-1 increased neonatal atrial and ventricular cell [Ca2+]i transients in a dose-dependent manner. ANG II (10(-11) to 10(-7) M) failed to elicit [Ca2+]i responses in adult cardiomyocytes, whereas ET-1 increased [Ca2+]i in a dose-dependent manner. The ETA receptor antagonist BQ-123 significantly reduced (P 7< 0.05) ET-1 induced responses, and the ETB receptor agonist IRL-1620 (10(-7) to 10(-5) M) significantly increased (P < 0.05) [Ca2+]i in neonatal and adult cardiomyocytes. ET-1 binding studies demonstrated 85% displacement by BQ-123 and approximately 15% by the ETB receptor agonist sarafotoxin S6c, suggesting a predominance of ETA receptors. Competition binding studies for ANG II failed to demonstrate significant binding on adult ventricular myocytes, indicating the absence or presence of very few ANG II receptors. These data demonstrate that ANG II and ET-1 have stimulatory [Ca2+]i effects on neonatal cardiomyocytes, whereas in adult cardiomyocytes, ANG II-induced effects are insignificant, and only ET-1-induced responses, which are mediated predominantly via ETA receptors, are preserved. Cardiomyocyte responses to vasoactive peptides may thus vary with cardiac development.
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Amini, Amin, et Richard H. Schmidt. « Endoscopic third ventriculostomy in adult patients ». Neurosurgical Focus 19, no 6 (décembre 2005) : 1–6. http://dx.doi.org/10.3171/foc.2005.19.6.10.

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Endoscopic third ventriculostomy (ETV) has gained popularity and has become the treatment of choice for certain pediatric and adult hydrocephalic conditions. The authors report their experience with 36 adult patients and evaluate the long-term outcome and safety of ETV. They discuss several improvements to the surgical techniques that they have developed based on their experience, including the use of intraoperative Doppler imaging before fenestration to trace the location of vessels underlying the floor of the third ventricle. They also report the use of a Rickham reservoir and endoventricular stent in selected cases and discuss the indications for their use. In cases of obstructive hydrocephalus due to congenital or acquired aqueductal stenosis in adults, the success rate of ETV in avoidance of shunt placement is 72%. Twenty-two percent of the patients in this series in whom ETV was initially successful later experienced closure of the fenestration and recurrent symptoms at a mean interval of 3.75 years. Thus, in patients who undergo this treatment, long-term periodic follow-up review should be performed.
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Islam, Sk Md Jaynul, SM Mahbubul Alam et Md Monir Ul Islam. « Trend of Changing Morphological Pattern of Adult Nephrotic Syndrome, Global and Bangladesh Perspective ». Journal of Armed Forces Medical College, Bangladesh 12, no 1 (24 janvier 2016) : 100–108. http://dx.doi.org/10.3329/jafmc.v12i1.39979.

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Nephrotic Syndrome (NS) is a clinical condition characterized by massive proteinuria, hypoalbuminemia, hypercholesterolemia, and generalized oedema. It occurs more commonly in children than in adults, and usually manifests as one of two usually idiopathic diseases: Minimal change NS (MCNS) or focal segmental glomerulosclerosis (FSGS). It has also an incidence of three new cases per 100000 each year in adults. During 70s and 80s membranous nephropathy was considered to be the prime cause of adult NS worldwide. In USA, Brazil, Singapore and South East Asian countries specially in India and Pakistan FSGS has exceeded all other causes of adult NS during last three decades. While in most of the countries of Europe, Australia, Japan, Iran IgA nephropathy has become the main cause of adult NS. Membranoproliferative glomerulonephritis (MPGN) is the predominant cause in certain countries like Russia, South Africa, Singapore etc. In some countries like UAE and Nepal MN is still found to be the main cause of adult NS. In Bangladesh only a few studies are documented which show variable predominant causes of adult NS. It is possibly due to inconsistent renal pathology facilities available in the countries and lack of dedicated renal pathologists. Journal of Armed Forces Medical College Bangladesh Vol.12(1) 2016: 100-108
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El Damaty, Ahmed, Jotham Manwaring, Ehab El Refaee, Steffen Fleck, Michael Fritsch, Michael Gaab, H. W. S. Schroeder, Jörg Baldauf et Sascha Marx. « Endoscopic Third Ventriculostomy before Posterior Fossa Tumor Surgery in Adult Patients ». Journal of Neurological Surgery Part A : Central European Neurosurgery 79, no 02 (14 décembre 2017) : 123–29. http://dx.doi.org/10.1055/s-0037-1608786.

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Objective Obstructive hydrocephalus in patients with posterior fossa tumors is frequently seen. Treatment options include immediate tumor removal or prior cerebrospinal fluid (CSF) diversion procedures. The necessity and feasibility of an ETV in these situations has not yet been proven in adult patients. Methods We retrospectively reviewed our prospectively maintained database for ETVs before surgery of posterior fossa tumors in adults. The primary focus of data analyses was the question of whether the ETV was suitable to treat the acute situation of hydrocephalus without an increased rate of complications due to the special anatomical situation with a posterior fossa tumor. We also analyzed whether any further CSF diverting procedures were necessary. Results A total of 40 adult patients who underwent an ETV before posterior fossa tumor surgery were analyzed. Overall, 33 patients (82.5%) had clinical signs of hydrocephalus, and all of them improved in their clinical course after ETV. Seven patients (17.5%) did not demonstrate clinical signs of hydrocephalus, but ETV was performed with prophylactic or palliative intent in six patients and one patient, respectively. No complications were observed due to ETV itself. No permanent shunting procedure was necessary in a mean follow-up of 76.5 months. Early additional CSF diverting procedures (redo ETV, external ventricular drain) were performed in five patients (12.5%). Conclusion The present series confirms the feasibility and safety of ETV before posterior fossa tumor surgery in adult patients. If patients had symptomatic hydrocephalus before tumor surgery, an ETV can be performed, followed by early elective tumor surgery. A prophylactic ETV in asymptomatic patients is not advised. Early elective tumor surgery should be performed in these patients.
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