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1

ROLLE, ANDREW. « ESPLORATORI, MISSIONARI E PIONIERI ». Center for Migration Studies special issues 4, no 2 (mars 1986) : 18. http://dx.doi.org/10.1111/j.2050-411x.1986.tb00446.x.

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2

Ceccim, Ricardo Burg. « Alla ricerca di dispositivi socio organizzativi per qualificazione dei servizi sanitari e sociali : un contributo riflessivo sull’esperienza osservata ». Saúde em Redes 8, no 1 (10 mai 2022) : 295–303. http://dx.doi.org/10.18310/2446-4813.2022v8n1p295-303.

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Résumé :
Questo testo contempla la riflessione presentata alla fine della “Fiera degli strumenti: metodologie per la qualificazione dei servizi e delle organizzazioni sanitarie e sociali”, realizzata in febbraio 2018, all’interno del Laboratorio Italo-Brasiliano di Formazione, Ricerca e Pratiche in Salute Collettiva, avvenuto nello spazio formativo dell’ex ospedale psichiatrico "Francesco Roncati", oggi sede dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna, Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna, Bologna/Italia. La “Fiera degli Strumenti” pretendeva mettere in gioco diversi strumenti di “formazione situata”. I presentatori portavano una strategia tra quelle usate nei loro propri progetti di formazione in servizio, e le avrebbero offerto a partecipanti “esploratori” delle loro possibilità, cioè, userebbero la strategia, non come una “lezione frontale”, ma come “azione sperimentale”.
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3

Zoena, Giurita. « Incontriamoci al confine ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 2 (novembre 2021) : 99–110. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002007.

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Résumé :
Con i cambiamenti globali che stanno radicalmente trasformando il nostro modo di vivere, capita sempre più di frequente di ricevere ri-chieste di psicoterapia da parte di pazienti che sono in città soltanto di passaggio. Come psicoanalisti e come curiosi esploratori della dimen-sione umana siamo sollecitati ad accogliere le necessità dei nostri pa-zienti, che a volte ci fanno sostare sui confini del mondo che siamo abituati a conoscere, offrendoci la possibilità di diventare noi stessi quel legame di continuità tra ciò che era e ciò che sarà. All'interno di uno spazio, che si frammenta in una pluralità di luoghi sia fisici che virtuali, e di un tempo dissonante che deforma le interazioni umane, ci ritroviamo ancora esposti alla deflagrante distruttività del trauma. In questi termini l'analista può fungere da coordinate spazio-temporali per il paziente, consentendogli di accarezzare delicatamente, senza impatti ravvicinati, i bordi sottilissimi della propria esistenza e di circoscrivere la morte attraverso la sua pensabilità.
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Comberiati, Daniele. « La colonia cinese : Le rappresentazioni culturali e letterarie della Concessione italiana di Tientsin nella letteratura e nella cultura italiana del Novecento ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (10 août 2014) : 398–410. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814540421.

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Résumé :
Pur essendo stata breve e marginale rispetto alle altre esperienze coloniali, la Concessione italiana di Tientsin (1901–1947), unica esperienza di colonizzazione italiana in Asia, è interessante per le particolari dinamiche di decostruzione e ricostruzione dell’identità nazionale di cui è stata portatrice. Attraverso lo studio delle rappresentazioni letterarie e culturali di cui è stata oggetto (dai romanzi tardo-futuristi del collettivo marinettiano de I Dieci fino al fumetto Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi, passando per le autobiografie degli ufficiali e per i testi degli esploratori, senza dimenticare di motivare “l’assenza” della Concessione italiana di Tientsin negli scritti sulla Cina degli scrittori degli anni Sessanta), la concessione cinese può, infatti, rappresentare una sorta di “laboratorio del colonialismo”, dove più evidenti sono le contraddizioni e i conflitti della presunta omogeneità nazionale. Nell’articolo, attraverso un’analisi diacronica e grazie all’apporto delle teorie postcoloniali e degli studi sulla razza, si passano in rassegna non solo i testi letterari su Tientsin, ma anche le dinamiche orientaliste e le rappresentazioni della razza e dell’identità italiana che essi mettono in gioco.
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5

Annarumma, Carmela, Rocco Palumbo, Ersilia Troiano et Stefania Vezzosi. « Una misurazione "euristica" dell'alfabetizzazione alimentare : alcuni spunti esplorativi ». MECOSAN, no 102 (avril 2018) : 61–83. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2017-102004.

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6

Aujac, Germaine. « Luciano Canfora, Il Viaggio di Artemidoro. Vita e aventure di un grande esploratore dell’Antichità ». Anabases, no 12 (1 octobre 2010) : 248–49. http://dx.doi.org/10.4000/anabases.936.

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7

Waas, Margit. « Loss of First Language Skills in the Community ». Language Problems and Language Planning 17, no 3 (1 janvier 1993) : 225–37. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.17.3.02waa.

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ZUSAMMENFASSUNG Erstsprachverlust in der Gemeinschaft: Zwischenstadium Die Studie befaßt sich mit dem Erstsprachverlust bei deutschsprachigen Einwanderern in Australien. Die Feldforschung konzentrierte sich darauf, wie sich Bevolkerungsgruppen assimilieren und integrieren. Die Ergebnisse zeigen, daB die Versuchspersonen nach durch-schnittlich 16 Jahren in Australien die Zweitsprache bevorzugen. Das AusmaB an Sprachverlust war so groB, daB keine Versuchsperson das halbstundige Interview ohne Zuhilfenahme der Zweitsprache beenden konnte. Alle hatten Satzstellungsschwierigkeiten in der Erstsprache. Das Vermischen beider Sprachen wurde abschatzig beurteilt. Der Sprachbeherrschungsgrad hatte sich zugunsten der Zweitsprache verschoben. Demzufolge wurde English haufiger zur Beant-wortung des Fragebogens gewahlt. Ein wichtiges Ergebnis der Vorstudie war, daß die Versuchspersonen die Fragen nach einem bestimmten Schema beantworteten und sich vier Gruppenzugehorigkeitsunterschiede heraus-kristallisierten: Versuchspersonen, die in Australien Verbindungen mit anderen Auslands-deutschsprachigen aufrechterhielten, und diejenigen, die dies nicht wunschten; weiter diejenigen, die ihren standigen Wohnsitz in Australien haben und diejenigen, die australische Staatsburger geworden sind. Quantitativ ermittelte Ergebnisse des Riegel/Zivian-Tests, der sich auf die Sprachleistung konzentriert, ergaben eine statistisch geringfugige Tendenz zum Englischen. Die Diskrepanz zwischen den hier erhaltenen Ergebnissen und einer amerikanischen Studie sowie die geringe Anzahl der Versuchspersonen muB jedoch die Validitat der Ergebnisse in Frage stellen. Die Untersuchung des natiirlichen Erstsprachverlustes erbrachte in der Vorstudie interessante Resultate. Es ergaben sich aufschluBreiche Ansatzpunkte, von denen erwartet werden kann, daß sie sich in der Hauptstudie bestatigen. RESUMO Perdo de scipovo de la unua lingvo en komunumo: intera stadio La studo temas pri la perdo de scipovo de la unua lingvo ĉe germanlingvaj enmigrintoj en Aǔstralio. La enterena esplorado koncentriĝis al la integrigo kaj asimiliĝo de loĝantogrupoj. La rezultoj montras ke post mezume 16 jaroj en Aǔstralio la esploratoj preferas la duan lingvon. La lingvoperdo estis tiel granda, ke neniu el la esploratoj sukcesis tralabori la tutan duonhoran intervjuon sen helpo de la dua lingvo. Ĉiuj baraktis kun la sintakso de la unua lingvo. Lingvomiksado estis juĝata negativa. La grado de lingvorego ŝoviĝis al la flanko de la dua lingvo. Sekve oni pli ofte elektis la anglan por respondi la enketilon. Grava rezulto de la prepara studo estis, ke la esploratoj respondis la demandojn laǔ rekonebla skemo, el kio kristaliĝis kvar grupapartenoj: tiuj esploratoj, kiuj en Aǔstralio havis kontaktojn kun aliaj elmigrintaj germanlingvanoj, kaj tiuj, kiuj tion ne deziris; krome la konstantaj loĝantoj kaj la akirintoj de la aǔstralia ŝtataneco. Kvantaj rezultoj trovitaj per la testo de Riegel kaj Zivian, kiu fokusas al la lingvouzado, montras statistike nesignifan tendencon al la angla. La malkoincido de la rezultoj de ĉi tiu studo kaj usona studo kaj la malalta nombro de esploratoj tamen igas la trovitajn rezultojn dubindaj. La esploro pri la natura perdo de la unua lingvo en la prepara studo donis interesajn rezultojn. Estis establitaj intersaj tezoj, kies konflrmon en la ĉefa studo oni povas atendi.
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Piraro, Sergio. « Dal Mediterraneo all’Atlantico : ricordi di migrazione nella Montréal del secondo dopoguerra ». Italian Canadiana 35 (18 août 2021) : 117–28. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37222.

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Résumé :
Seguendo il percorso migratorio di una donna messinese nel Canada francofono del secondo dopoguerra, vengono esplorati i temi della memoria, dell'identità, dell'emigrazione e del nostos. L'abbandono degli affetti, degli amici, della propria terra e la speranza di un ritorno nella propria patria è quello che traspare dalle pagine di questo contributo. L’approdo in terra straniera, la dura realtà che si presenta ai migranti, la difficoltà di comprensione linguistica non impediranno loro di avere una perfetta integrazione nella terra di accoglienza ma anche di pensare costantemente ad un ritorno nella terra natìa.
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Bertani, Michele. « Il capitale sociale come bene relazionale. Un'applicazione della network analysis nello studio delle reti di social support degli immigrati ». MONDI MIGRANTI, no 2 (janvier 2011) : 203–46. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002010.

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L'articolo ha come oggetto il tema del capitale sociale nello studio delle migrazioni. Attraverso un'analisi dei diversi approcci analitici sul tema del capitale sociale, viene esplorato il ruolo che questo par-ticolare bene relazionale puň esercitare nelle transazioni che facilitano l'azione sociale tra individui e gruppi di origine immigrata. Viene infine presentata una ricerca empirica condotta a Verona sulle reti di aiuto e sostegno degli immigrati, mediante le tecniche della network analysis, con lo scopo di valutare se le risorse relazionali che circolano all'interno di queste reti facilitano o meno i percorsi di integrazione.
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Albrecht, Benno. « La ricostruzione del paesaggio a Cipro e il productive relief di Patrick Geddes ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 5–13. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1001.

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Alla fine del XIX secolo Patrick Geddes, tra i piu importanti pensatori del suo tempo sui temi urbani, compie un viaggio a Cipro dove sviluppa una strategia di intervento che nella sua visione possa assumere un carattere di esemplarita per l'intero Impero coloniale britannico e per i territori del medio oriente. Attraverso nuove tecnologie di gestione delle acque e di irrigazione diviene possibile innescare processi positivi di tipo economico, produttivo e sociale. In questo modo la garanzia della pace e direttamente legata all'uso accorto delle risorse naturali e sociali tracciando un percorso possibile, mai completamente esplorato.
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Daria Battistelli, Maria. « L'apprendimento è un "fatto" emotivo e relazionale ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 56 (décembre 2022) : 53–70. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-056004.

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Mediante l'esperienza di cura multilivello di un'adolescente carat-terizzata da una storia di sviluppo complessa e da condotte antisociali, si attraversa il tema dell'apprendimento in ottica relazionale e intra-psichica. L'intrecciarsi di queste due trame delinea un percorso chiaro, ma ancora troppo poco esplorato: per riuscire ad apprendere, per aprirsi alle richieste del mondo, è necessario aver ricevuto sufficienti risposte alle richieste di sintonizzazione che ogni individuo pone ai propri adulti di riferimento durante il proprio sviluppo. In caso con-trario è necessario pareggiare il "bilancio emotivo" per poter favorire l'essere predisposti all'apprendimento e alimentare la così detta "fiducia di base", necessaria per essere predisposti al mondo e alle rela-zioni.
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Barattucci, Chiara. « Il progetto urbanistico per gli spazi pubblici delle diversità nel contesto occidentale europeo ». CRIOS, no 23 (octobre 2022) : 56–65. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023006.

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Dopo aver definito l'espressione spazi pubblici nella cultura occidentale europea, questo articolo illustra le ragioni che motivano l'importanza del dialogo interculturale e dell'edu- cazione alla tolleranza reciproca negli spazi pubblici urbani. Viene quindi evidenziato il ruolo sempre più importante del concetto di mixité per il progetto urbanistico europeo di rigenerazione degli spazi pubblici. Un progetto urbanistico che deve affrontare anche, nel contesto della perdurante crisi economica, ambientale e sociale, il rapporto proble- matico tra procedure urbanistiche e scarsità di risorse economiche pubbliche. Nell'arti- colo si sostiene quindi l'urgenza di un nuovo progetto urbanistico europeo, fondato su sperimentazioni contestualizzate e progetti esplorativi. La vivibilità della futura Europa urbana va infatti costruita a partire dalla rigenerazione degli spazi pubblici, contrastando le disuguaglianze sociali e aprendo i recinti di enclave socialmente e funzionalmente omogenee.
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Brunialti, Cristina. « L'analisi junghiana : le regole della relazione analitica. Un manuale sotto la forma di autodafé. Intervista ad Antonino Lo Cascio. » STUDI JUNGHIANI, no 55 (août 2022) : 93–105. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14069.

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Questo scritto vuole rappresentare la sintesi dell'esperienza clinica del dottor Antonino Lo Cascio, allievo di Bernhardt e cofondatore dell'AIPA, rispetto alla tecnica della clinica analitica. Il testo è costruito su una struttura ad intervista, nella quale gli autori - Antonino Lo Cascio e Cristina Brunialti - definiscono le fasi del percorso analitico. Vengono approfonditi aspetti della tecnica poco esplorati, secondo una particolare prospettiva che gli Autori definiscono Autodafé. Il lettore troverà spunti di riflessione tra il rimando alla tecnica e alla narrazione biografica di Lo Cascio. L'intervistatrice Cristina Brunialti, allieva e amica del Dott. Lo Cascio, si "diverte" insieme a lui a dare forma ad un dialogo colloquiale e spontaneo che affronta tematiche complesse e ancora oggi dibattute in ambito psicoanalitico.
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Cannati, Giuseppe. « Bisogni, rimedi e tecniche di tutela del prestatore di lavoro ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 133 (décembre 2011) : 129–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-133004.

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Il saggio č dedicato a uno dei temi classici del diritto del lavoro aggiornato dall'A. alla luce di alcune importanti novitŕ (il diritto a unprevisto dalla Carta di Nizza, la giurisprudenza sulle discriminazioni, il nuovo art. 614 bis c.p.c., l'art. 388, c. 2, c.p. come reinterpretato da una pronuncia delle S.U. del 2007 e altro ancora). Il filo rosso che attraversa l'indagine č quello dell'effettivitŕ delle posizioni di vantaggio del lavoratore. L'analisi viene svolta prima in chiave rimediale e, poi, sul piano della coercizione indiretta e diretta. Quest'ultimo č considerato un momento imprescindibile della tutela di condanna ed č esplorato dall'A. anche con riferimento ad alcuni aspetti della tutela processuale, fino ad oggi, rimasti in secondo piano.
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Arcidiacono, Caterina, et Salvatore Di Martino. « Psicologia della liberazione e psicologia critica di comunitŕ come conquista di felicita, libertŕ ed equitŕ ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juillet 2012) : 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001005.

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Il testo parte dai temi della psicologia della liberazione, individuandone la continuitŕ degli scopi e della metodologia nella psicologia critica di comunitŕ. Tale percorso apre la stra- da a una critica di quei modelli psicologici che centrano l'attenzione unicamente sul singolo, trascurando aspetti sociali, politici, culturali che con quest'ultimo sono interrelati. Da tale critica nasce una nuova declinazione del tema del benessere e della felicitŕ che si apre al confronto con le nuove scienze economiche, e relazionali conducendo alla costruzione di nuovi indicatori sociali di benessere attenti ai temi della partecipazione, e della giustizia sociale. Nello specifico vengono esplorati i temi della equitŕ e della libertŕ in relazione alla felicitŕ evidenziandone i reciproci rapporti.
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Božič, Dana. « Massimo Bontempelli giornalista e ammiratore dei Quattrocentisti : per un rinnovamento letterario della Terza epoca ». e-Scripta Romanica 9 (20 décembre 2021) : 135–47. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.09.11.

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L'articolo presenta alcuni testi di Massimo Bontempelli finora relativamente poco esplorati dalla critica bontempelliana o perfino sconosciuti, provenienti dall'ambito del giornalismo e da collaborazioni editoriali. L’analisi della prefazione alle Prose di fede e di vita del primo tempo dell’umanesimo, scritta da Bontempelli nel 1913, mostra (anche al confronto con altri articoli bontempelliani sia del periodo degli esordi, sia dei primi anni Venti) che numerose tesi della tendenza culturale e letteraria del ‘novecentismo’ teorizzata tra il 1926 e il 1927, erano presenti già nelle prime collaborazioni editoriali di questo intellettuale. Fra queste tesi: il ruolo di una lingua trasparente, l’importanza dell’immaginazione, la necessità di prestare attenzione al pubblico e di liberarsi da una troppo stretta adesione al canone, per nominarne alcune.
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Gargano, Maria Teresa, Emanuela Coppola et Girolamo Lo Verso. « Il DAP nella mente relazionale. Chiavi di lettura gruppoanalitiche ». GRUPPI, no 3 (décembre 2012) : 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003007.

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Il disturbo da attacchi di panico, di cui, ancora oggi, č dibattuta l'autonomia clinica, nel contributo degli autori, viene esplorato da un vertice gruppo analitico soggettuale. L'eziopatogenesi č interconnessa all'ammonimento delle gruppalitŕ interne che coarta le spinte progettuali dell'individuo. Il piacere, sperimentato dal paziente, per la conquista dello spazio libero č intercettato dalle voci familiari e trasfigurato in un'inquietudine vertiginosa (panico), intenzionando il soggetto alla cattivitŕ psichica (dipendenza). La contaminazione tra riflessione teorica e pratica clinica permette di visualizzare specifiche tecniche di regolazione emotiva e di conoscenza implicita. Le modulazioni dell'alleanza terapeutica, interpuntata di rotture e riparazioni, permettono al paziente d'interiorizzare un intestino/funzione mentale capace di trattenere, digerire e assimilare le interpretazioni del terapeuta e sviluppare fiducia nel legame.
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Pierleoni, Luca, Valentina Cosmi, Michela Pieroni et Adele Fabrizi. « Disfunzioni sessuali e personal distress negli omosessuali maschi : un'analisi della letteratura ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (juillet 2011) : 17–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-001002.

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Fin dai primi studi di Master e Johnson (1966, 1970), sono state condotte molte ricerche che hanno esplorato la sessualitŕ umana. Queste si sono primariamente focalizzate sul comportamento eterosessuale, prendendo in considerazione, ad esempio, problemi quali lo stress, la qualitŕ della vita, il benessere fisico e mentale ed il tipo di relazione intrattenuta con il partner. Č sorprendente constatare la scarsitŕ di ricerche e la poca attenzione spesa dalla letteratura corrente per de- scrivere questioni simili nella popolazione omosessuale, specialmente per quanto riguarda l'etiologia e l'incidenza dei problemi sessuali. Per comprendere meglio questo aspetto, abbiamo esaminato diverse prospettive teoriche riguardo le disfunzioni sessuali negli uomini omosessuali e ilad esse associato, prendendo in considerazione una rassegna di articoli pubblicati a livello internazionale tra il 2001 e il 2010.
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Tornieri, Stefano, et Roberto Zancan. « Educazione liquida. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 36–49. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13414.

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In alcune scuole si sta investendo molto sull’esperienza di apprendimento negli spazi aperti, a contatto con la natura. Il moltiplicarsi di offerte formative all’aria aperta, complementari alla scuola e alla classica gita, indicano una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del paesaggio naturale non solo come luogo del benessere ma anche come spazio educativo, in cui il corpo stesso diviene mezzo di apprendimento in quanto vivo e sensoriale, che arricchisce e completa la classica didattica in aula. Comparando alcune iniziative localizzate dell’ambito costiero nord Adriatico con esperienze nord europee più radicali si vogliono delineare nuove possibilità progettuali, in cui l’educazione all’ecologia attraverso l’esperienza del fare, del dialogare e del vivere nella natura, pone nuovi interrogativi progettuali ancora poco esplorati nei nostri territori.
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Hansbury, Griffin. « L'uomo vaginale : lavorare con la corporeità di uomini queer al confine del transgender ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (mars 2021) : 19–40. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001003.

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Invece di esaminare i fenomeni espliciti dell'esperienza transgender, viene discusso il "confine del transgender" in persone non transgender, ed esplorato il rapporto tra gli uomini e "il Vaginale", inteso sia come reale che come fantasticato. Concepire il Vaginale come una controparte del Fallico permette di scollegare dal femminile in senso stretto gli stati vaginali psichici e corporei, così che, come il Fallico, diventano accessibili da persone di tutti i generi e sessi. Il concetto di Vaginale va al di là dell'esperienza reale e incarnata di molti uomini transgender che vivono in corpi "femminili" interi, parziali e/o temporanei, e può trovare applicazione anche alla realtà psico-fisica di numerosi uomini non transgender. Viene anche presentato il caso clinico di un paziente omosessuale che fa la fantasia che il proprio ano sia una vagina.
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Bronzetti, Giovanni, Maurizio Rija, Graziella Sicoli et Dominga Anna Ippolito. « Diversità di genere e sistema sanitario : un'analisi su un campione di aziende sanitarie italiane ». MECOSAN, no 120 (février 2022) : 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120005.

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Il lavoro analizza in che misura la diversita di genere fa parte delle attuali pratiche delle aziende sanitarie. Attraverso un'analisi di tipo statistico- inferenziale su un campione di 39 strutture ospedaliere appartenenti al Gruppo San Donato, ha lo scopo di valutare se la presenza delle donne nel CdA influenza la performance aziendale. I risultati suggeriscono che la diversita nelle aziende sanitarie e un tema poco esplorato e non mancano opportunita e ostacoli al percorso di carriera delle donne. L'analisi di correlazione e regressione conferma che la presenza delle donne e positivamente correlata all'indice di performance delle strutture; la strada per arrivare alla parita non e breve e implica che le aziende sanitarie, se vogliono garantire parita di genere, devono riprogettare e migliorare l'organizzazione interna aprendo i loro CdA piu ampiamente alle donne.
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Pontillo, Corinne. « Tra letteratura e dispositivo museale : sulle tracce delle collezioni nella narrativa contemporanea ». ENTHYMEMA, no 29 (15 juillet 2022) : 74–85. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16478.

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Tra le forme di ibridazione che caratterizzano la scrittura letteraria del Novecento, la rappresentazione del museo nei testi narrativi dà luogo a diverse declinazioni tematiche e retoriche, e si presta dunque ad essere analizzata attraverso molteplici prospettive ermeneutiche. Configurandosi come spazio di ambientazione del plot, o di trasfigurazione in chiave letteraria di musei reali, oppure ancora come raccolta sistematica di oggetti, di collezioni che assumono talvolta una valenza metatestuale, il dispositivo museale interagisce con la scrittura narrativa e delinea un campo d’indagine ancora poco esplorato dagli studi critici. Prendendo avvio da tali premesse, il contributo intende proporre la lettura di alcune occorrenze contemporanee del tema, sia italiane che straniere, in particolare nei testi La casa della vita (1958) di Mario Praz, Il museo dell’innocenza (2008) di Orhan Pamuk e, a guidare le riflessioni finali, Non luogo a procedere (2015) di Claudio Magris.
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Scavarda, Alice, M. Ariel Cascio et Valeria Quaglia. « Fare ricerca qualitativa con persone disabili : possibili sfide e benefici ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (septembre 2021) : 117–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001011.

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A partire dal confronto di tre ricerche empiriche, questo contributo si pone l'obiettivo di ri-flettere sulle principali sfide metodologiche ed etiche connesse alla conduzione di ricerche qualitative che prevedono la partecipazione delle persone disabili. Più in particolare, i tre casi studio sono stati selezionati strategicamente, ovvero sulla base dell'utilizzo di tecniche di ricerca qualitativa che implicano un grado crescente di coinvolgimento delle persone con di-verse forme di disabilità (fisica, mentale e relazionale). Le autrici discutono, a partire da esempi tratti dalle ricerche presentate, di come la partecipazione alla ricerca da parte di per-sone con caratteristiche ed esperienze differenti comporti sfide metodologiche ed etiche speci-fiche. Se colte dai ricercatori, queste sfide offrono la possibilità non solo di ampliare la cono-scenza di contesti sociali poco esplorati, ma anche di contribuire alla promozione del benes-sere e dell'autoaffermazione delle persone disabili.
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Routhier, Gilles. « LA RICEZIONE DEL CONCILIO : MENTALITÀ, SOGGETTIE TEMPO DI UN PERCORSO LABORIOSO ». Revista Pistis Praxis 4, no 2 (6 octobre 2012) : 475. http://dx.doi.org/10.7213/pp.v4i2.8798.

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Questo documento affronta la complessa problematica della ricezione selettiva delVaticano II Chiesa, focalizzando l’attenzione sul messaggio ricevuto e compreso ospitareuno stile nuova proposta della Chiesa in rapporto al mondo, valutando, quindi,l’incidenza del fattore nei processi di generazione. Solo la seconda e l’approfondimentodi tale interesse rivela poco esplorato per rintracciare i suggerimenti più fruttuosi, invitandoa considerare come difetti certamente positiva accoglienza della prima generazionepost-conciliari hanno determinato l’atteggiamento decisamente più sospetti dellaseconda generazione. Questo conflitto suggerisce un cambiamento generazionale di approccio di combinare corpus: terza ed ultima fase di ricostruzioni storiche, forse è ilmomento di promuovere un incontro fecondo tra l’opera e il lettore, esplorando i temidel rapporto con la cultura, con il mondo e con il altri, in particolare vivono nei testi conciliari,e anche con altre, sensibili, cruciale anche per le nuove generazioni di giovanicristiani, uomini e donne.
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Routhier, Gilles. « LA RICEZIONE DEL CONCILIO : MENTALITÀ, SOGGETTIE TEMPO DI UN PERCORSO LABORIOSO ». Revista Pistis Praxis 4, no 2 (6 octobre 2012) : 475. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.6110.

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Questo documento affronta la complessa problematica della ricezione selettiva delVaticano II Chiesa, focalizzando l’attenzione sul messaggio ricevuto e compreso ospitareuno stile nuova proposta della Chiesa in rapporto al mondo, valutando, quindi,l’incidenza del fattore nei processi di generazione. Solo la seconda e l’approfondimentodi tale interesse rivela poco esplorato per rintracciare i suggerimenti più fruttuosi, invitandoa considerare come difetti certamente positiva accoglienza della prima generazionepost-conciliari hanno determinato l’atteggiamento decisamente più sospetti dellaseconda generazione. Questo conflitto suggerisce un cambiamento generazionale di approccio di combinare corpus: terza ed ultima fase di ricostruzioni storiche, forse è ilmomento di promuovere un incontro fecondo tra l’opera e il lettore, esplorando i temidel rapporto con la cultura, con il mondo e con il altri, in particolare vivono nei testi conciliari,e anche con altre, sensibili, cruciale anche per le nuove generazioni di giovanicristiani, uomini e donne.
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Monastra, Antonella. « La sessualità nell'adolescenza tra diritti e responsabilità ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003007.

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L'Agenda 2030 dell'Onu ha individuato 17 macro-obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile basati sui diritti, sull'equità e sul genere. Due tra gli obiettivi fissati, con i relativi indicatori, prevedono che venga garantito l'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva per tutti. Nello stesso anno, il Governo italiano ha istituito il Fertility Day e nel 2016 ha avviato lo Studio Nazionale Fertilità per l'elaborazione dell'omonimo Piano Nazionale. Una parte dello studio, rivolto ad un campione rappresentativo di adolescenti, ha esplorato conoscenze, atteggiamenti, fonti informative e comportamenti agiti nell'ambito della sessualità per una programmazione di interventi mirati. A partire dagli impegni assunti dalle istituzioni e dai dati emersi dall'indagine si evidenzia la difficoltà dei decisori nel tradurre responsabilmente in politiche sanitarie concrete quanto pianificato. Vengono prese in considerazione criticità e carenze che rendono difficilmente esigibile il diritto alla salute sessuale per la nostra popolazione più giovane.
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Taddeo, Gabriella. « La "memoria giovane" : processi, interfacce e significati sociali della memoria nell'era digitale ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 40 (juin 2010) : 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040007.

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Il tema della memoria č stato negli ultimi anni esplorato in modo approfondito dalla sociologia dei processi culturali. Molti studiosi hanno evidenziato in modi diversi come proprio in un'era sempre piů caratterizzata dal movimento, dalla liquiditŕ di valori e identitŕ, dalla globalizzazione di immaginari e saperi, il tema della memoria prenda forza, a volte sotto forma di strumento funzionale, altre come nostalgia, altre ancora come commemorazione e rito sociale, o infine solo come "feticcio" identitario. Nel presente articolo si proverŕ a restituire un'analisi del tema della memoria, per come essa č emersa da una ricerca empirica svolta attraverso cinquantadue interviste in profonditŕ a giovani studenti. Si tratterŕ di affrontare, quindi, una memoria "giovane": ovvero l'esperienza di una generazione che sta muovendo i primi passi nella definizione del suo rapporto con il passato, e che probabilmente sta ulteriormente riconfigurando lo statuto funzionale, emotivo e culturale della memoria nella nostra societŕ.
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Ramazza, Elena. « Ripensare i confini : l’incursione degli architetti modernisti nel «lettering» di ispirazione medievale ». Locus Amoenus 20 (22 décembre 2022) : 117–38. http://dx.doi.org/10.5565/rev/locus.460.

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Il presente studio esplora il contatto tra architetti modernisti catalani e la produzione di libri, sotto il punto di vista specifico del lettering di ispirazione medievale. L’indagine permette di approfondire le modalità di rielaborazione delle forme medievali durante il Modernismo, condivise anche dal restauro «in stile» alla maniera di Viollet-le-Duc e argomento spesso trascurato in quanto considerato una sfortunata inflessione del gusto. Allargando invece lo sguardo al contesto generale e alle fonti d’ispirazione, vediamo che tale rielaborazione risponde a una necessità di rigenerazione sociale e comunitaria, che si riflette anche nella parallela riscoperta dei manoscritti medievali e nel restauro del Monastero di Ripoll. Esaminando lo stato della paleografia dell’epoca, troviamo che le illustrazioni dei testi paleografici e il design degli architetti condividono l’ibridazione tra filologia e creatività artistica. Allo stesso tempo, la produzione di lettere goticheggianti da parte della tipografia editoriale mostra i contatti tra l’estetica medievalista e l’industria. Segue l’analisi delle esperienze di lettering degli architetti Lluís Domènech i Montaner, principale punto di contatto tra architettura ed editoria ed esploratore di numerosi stili di lettering medievale, Camil Oliveras i Gensana, che giunse a una sintesi tra forme medievali e moderne, Josep Vilaseca i Casanovas, collaboratore di Domènech, e infine dell’illustratore Josep Pellicer i Fenyé, che utilizzò l’ispirazione medievale insieme ad altre, a seconda delle finalità nella trasmissione del messaggio artistico.
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Camisasca, Elena, Venusia Covelli et Sarah Miragoli. « Dallo stress economico al malessere psicologico dei minori durante la pandemia da Covid-19 : quale ruolo per il conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie ? » MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (mars 2021) : 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001002.

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A seguito della pandemia da Covid-19, in letteratura sono comparsi numerosi contributi che hanno esplorato l'impatto delle misure restrittive sia sul reddito sia sulla qualità delle relazioni familiari, anche nei termini di co-genitorialità e pratiche educative, considerati separatamente. Obiettivo di questo studio è di esplorare l'associazione tra stress economico e malessere psicologico dei minori, ipotizzando che il livello di conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie materne possano fungere congiuntamente da mediatori. Hanno partecipato allo studio 277 madri ed i loro figli (44% maschi), aventi un'età compresa tra 3 e 10 anni, e provenienti da nuclei familiari di livello socio-economico medio-alto. Il 37.5% delle partecipanti ha asserito che la pandemia e le relative restrizioni hanno avuto un significativo impatto negativo sul reddito familiare. I risultati delle analisi evidenziano la presenza di un'associazione significativa tra stress economico e malessere dei minori, spiegata da livelli elevati sia di conflitto co-genitoriale sia di condotte educative autoritarie.
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Battilani, Patrizia, et Davide Bagnaresi. « La spiaggia come luogo di produzione e di consumo : dal modello informale ottocentesco a quello "taylorista" del periodo fra le due guerre ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 294 (décembre 2020) : 11–45. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294001.

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Il processo di antropizzazione dei litorali č stato solo parzialmente esplorato dagli studi storici, che sino a ora non hanno prodotto un'interpretazione di quell'insieme di pratiche sociali e di attivitŕ economiche che dall'Ottocento in poi hanno trasformato le spiagge, tradizionalmente vuote, in un luogo di consumo. Il saggio porta l'attenzione su una spiaggia che č stata considerata una delle icone del turismo di massa italiano, Riccione. Attraverso la consultazione di diversi archivi, tra i quali il piů importante č quello dell'azienda di soggiorno di Riccione e un fieldwork di storia orale, con videoregistrazione di 35 interviste a bagnini di diverse fasce di etŕ, questo saggio cerca di codificare le attivitŕ economiche e i modelli organizzativi che progressivamente sono emersi lungo il litorale. Si offre cosě un'originale visione del processo di standardizzazione e di "produzione di massa" attraverso il quale l'offerta di servizi turistici cerca di adattarsi e di sfruttare le opportunitŕ del turismo di massa.
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Bertolini, Sonia. « Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Résumé :
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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Gianluigi, Salvucci, et Maria Sanna Francesco. « Tra scala geografica e risoluzione dei dati : metodologie statistiche per l'analisi territoriale. Il caso di Roma ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 3 (décembre 2011) : 39–86. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-003003.

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Nel presente lavoro si intendono applicare metodi esplorativi di analisi multivariata per giungere a tipologizzazioni del territorio (alle diverse scale) significative a livello geografico. Dopo aver individuato un'opportuna "batteria" di indicatori e aver definito la scala di risoluzione dei dati (problema-chiave in questo tipo di analisi), si č analizzato inizialmente l'intero territorio nazionale, giungendo dapprima a una visione di estrema sintesi (che peraltro consente di isolare tutte le piů significative concentrazioni urbane); con procedimento a ritroso si č quindi segmentato il gruppo volta a volta piů numeroso, al fine di cogliere meglio le caratteristiche differenziali delle varie aree (caratteristiche, č bene sottolinearlo, che, con sfumature diverse valgono per tutto il territorio nazionale) e si č pervenuti, in definitiva, a 8 gruppi significativi. Per capire se e quanto una scala di lettura a livello cosě elevato potesse essere utile e riproducibile a scale piů ridotte, analoga procedura č stata applicata al caso di Roma, dove si sono riscontrate, da un lato, la soliditŕ e validitŕ del percorso di analisi proposto, dall'altro significativi scostamenti rispetto a modi piů "ordinari" di classificazione e analisi del territorio romano.
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Devoken Fishbane, Mona. « Guarire le ferite transgenerazionali : un approccio relazionale e neurobiologico integrato ». TERAPIA FAMILIARE, no 125 (juin 2021) : 37–70. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-125003.

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Antichi risentimenti e problemi irrisolti con le famiglie di origine possono vincolare gli adulti nelle attuali relazioni con i genitori o fratelli e influenzare negativamente le relazioni con i partner o con i figli. Questo articolo intende esplorare le modalità tramite cui vecchie ferite vengono riattivate all'interno di relazioni attuali e come contribuiscano alla trasmissione transgenerazionale di eredità dolorose e traumi. Vengono proposti degli interventi clinici con clienti adulti per "svegliarsi dall'incantesimo dell'infanzia", curare ferite transgenerazionali, e maturare nuove relazioni con le famiglie di origine. Verranno esplorati i danni causati dalla colpevolizzazione dei propri genitori in terapia e ciò verrà messo in contrasto con l'enfasi che Ivan Boszormenyi-Nagy pone sulle azioni di ricongiungimento e sulla maturazione di risorse di fiducia nelle relazioni intergenerazionali. La famiglia verrà considerata sia nel suo contesto culturale - includendo gli effetti stressogeni e le risorse di resilienza - sia nel contesto del ciclo di vita. In tutto il testo terremo in considerazione il tema dell'etica relazionale - ovvero come possiamo vivere in accordo con i nostri valori e "raggiungere il meglio di noi stessi" nelle relazioni transgenerazionali.
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Piperno, Ruggero, et Damiano Biondi. « Un approccio sistematico intersoggettivo alla depressione ». TERAPIA FAMILIARE, no 94 (février 2011) : 95–110. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094007.

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Lo scritto ha l'obiettivo di esplorare alcuni aspetti della depressione intesa come costrutto eterogeneo solo parzialmente circoscrivibile alle definizioni nosografiche descrittive dei manuali diagnostici internazionali come DSM-IV TR e ICD-10. Vengono a questo proposito esplorati i confini clinici e funzionali tra depressione e tristezza e i modi in cui la depressione, al di lŕ dei suoi sintomi manifesti, puň configurarsi come funzionamento della personalitŕ, a sua volta organizzato intorno a dei processi psicologici di cui viene esaminata la natura. Lo scritto indaga inoltre la particolare declinazione psicopatologica che la depressione assume con la comparsa della sua controparte maniacale cosě come avviene nel disturbo bipolare. Si affronta anche l'argomento dell'intervento terapeutico nei casi di depressione di cui gli autori mettono in risalto gli aspetti sistemici e intersoggettivi basati rispettivamente sulla complessitŕ circolare delle variabili coinvolte e sulla processualitŕ non lineare del rapporto terapeutico. Oltre all'intervento di tipo psicoterapeutico viene proposto anche l'approccio farmacologico, corredato da un elenco dei principali farmaci utilizzati e dei dati di efficacia rispetto ai trattamenti.
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Medda, Enrico. « Passioni proibite. Alcuni personaggi ‘scandalosi’ di Euripide di fronte al proprio Eros ». Classica - Revista Brasileira de Estudos Clássicos 33, no 2 (31 décembre 2020) : 77–106. http://dx.doi.org/10.24277/classica.v33i2.941.

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Nella prima fase della sua produzione artistica, Euripide ha esplorato in numerosi drammi sopravvissuti solo frammentariamente il tema dell’eros, portando in scena personaggi femminili che parlano apertamente della propria passione amorosa e che probabilmente suscitarono scandalo in una parte del pubblico ateniese. In questo lavoro ci si sofferma sul modo in cui Euripide da una parte costruisce, con continue variazioni, il rapporto fra queste donne e le loro pulsioni, dall’altra mette in scena le conseguenze che le manifestazioni estreme dell’eros comportano per gli altri personaggi coinvolti nelle vicende. Con figure come Stenebea, le due Fedre e Pasifae, in particolare, il poeta esplora tutte le possibili sfumature del rapporto fra un personaggio femminile e il proprio desiderio, nelle forme della sintonia, dell’opposizione, e dello straniamento. Al di là del giudizio morale, il poeta costruisce vicende drammatiche nelle quali un essere umano, sotto la pressione di un condizionamento esterno di origine divina, può giungere a comportamenti autodistruttivi; d’altra parte, l’eccezionalità di questi caratteri femminili riesce, attraverso una serie di procedimenti, a mettere in crisi le strutture tradizionali di una cultura centrata sulla prospettiva maschile.
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Fortunato, Vincenzo. « Classe dirigente, cultura manageriale e sviluppo nel Mezzogiorno ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 162 (mars 2022) : 184–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162009.

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L'articolo analizza alcuni dei principali risultati che emergono da una recente ricerca sulla presenza di manager e dirigenti nelle imprese meridionali e, più in generale sulla scarsa diffusione della cultura manageriale al Sud. Il ruolo svolto dai dirigenti d'impresa nello sviluppo del Mezzogiorno è un tema tanto rilevante quanto poco o affatto esplorato dalla letteratura socioeconomica che focalizza, invece, l'attenzione soprattutto sul ruolo degli imprenditori, dei sindacati e delle istituzioni. I manager e i dirigenti aziendali costituiscono, invece, un banco di analisi privilegiato e utile a comprendere le dinamiche all'interno delle imprese, le tensioni con l'imprenditore, gli elementi di arretratezza e innovazione, le potenzialità e i vincoli allo sviluppo di imprese moderne, competitive e in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati globali. Utilizzando i dati, l'obiettivo è quello di approfondire la nostra conoscenza sul ruolo del management; di comprendere se e in quale misura la diffusione della cultura manageriale rappresenta un fattore in grado di influire sullo sviluppo; attraverso quali politiche e interventi è possibile rimuovere gli ostacoli e promuovere lo sviluppo della cultura manageriale nelle realtà del Mezzogiorno; qual è il ruolo dei contesti locali e degli altri attori dello sviluppo.
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Francescato, Donata, et Maura Benedetti. « Umorismo e Salute : una sinergia possibile ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001007.

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La presente ricerca ha esplorato le relazioni tra l'umorismo e la qualitŕ della vita, intesa come benessere psicofisico degli individui. Lo scopo della ricerca č stato quello di esaminare la relazione tra inclinazione generale all'umorismo nelle sue componenti di apprezzamento e creativitŕ umoristica e la salute e l'empowerment individuale, nonché la relazione tra questi e la tendenza ad utilizzare l'umorismo come strategia di coping. I soggetti coinvolti nella ricerca sono stati in totale 333, di cui 160 maschi e 173 femmine. Ai partecipanti sono state somministrate le seguenti scale: Test di Ziv sull'Umorismo; Coping Humor Scale; Symptom Checklist-90-R; Scala dell'Empowerment. Le correlazioni tra le scale mostrano che ad una maggiore inclinazione all'umorismo corrisponde un miglior stato di salute. In particolare un elevato apprezzamento umoristico č maggiormente correlato con la presenza di minori sintomi di malattie psicosomatiche. Chi ha un'elevata inclinazione all'umorismo, in particolare nella sua dimensione di apprezzamento dell'umorismo, ha, inoltre, punteggi piů alti di empowerment, specialmente per ciň che riguarda la sottoscala della leadership e perseguimento degli obiettivi. Coloro che hanno alti punteggi alla Coping Humor Scale hanno bassi punteggi alla scala delle malattie psicosomatiche ed un empowerment piů elevato in tutte le sue dimensioni.
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Scotto, di Fasano Daniela. « Una psicoanalisi vera in seconda battuta ». INTERAZIONI, no 1 (juillet 2012) : 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001004.

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Confortata da evidenze cliniche, l'Autore ipotizza che nei casi di trauma, abuso, maltrattamento avvenuti nei primissimi anni di vita, il sé possa restare in animazione sospesa (Vallino, 2004), in attesa di accedere a un significato condiviso, il solo che puň avviare la mentalizz- azione (Scotto di Fasano, 2003) e, quindi, consentire sia uno sguardo rivolto al senso comunicativo del sintomo sia che la sofferenza, non restando solitaria e senza senso (Pozzi, 2003), un incomprensibile fatto carne (Scotto di Fasano, 2003), possa evolvere in dolore psichico. Il fatto che ciň possa accadere nelle fasi iniziali dello sviluppo (Salomonsson, 2011) evita ai soggetti l'incarcerazione (Shore, 1994; Steiner,1996) in stati mentali patologici. A questo proposito l'Autore riflette su un concetto tendenzialmente poco esplorato perché inquietante e scomodo da pensare, tanto piů se riferito a noi stessi, alla vita mentale in- fantile e alle funzioni genitoriali e terapeutiche: l'odio, che, per quanto ingrediente indispensabile dello sviluppo mentale (Freud, 1915; Jeammet, 1989; Nielsen, 2011), č risultato e risulta arduo da esplorare e pressoché impossibile da ammettere come costitutivo della psiche, a dispetto del fatto che il pensiero, come l'oggetto, nasce nell'odio (Freud, 1915).
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Bocci, Fabio, et Ines Guerini. « La formazione degli insegnanti in era Covid. Descrizione e analisi di una esperienza laboratoriale sui temi della pedagogia e della didattica inclusiva ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 271–86. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11990.

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La Pandemia Covid-19, com'è ormai ampiamente noto, ha costretto a un ripensamento degli spazi sociali della relazione anche educativa e formativa, facendo emergere tutta una serie di criticità e di questioni già presenti in era pre-pandemica ma che i confinamenti obbligati e i limiti imposti dal distanziamento hanno amplificato. In tal senso, anche in ambito universitario si è dovuto operare una riconfigurazione non solo degli spazi (presenza vs distanza) ma del paradigma della formazione stessa. Questo ha rappresentato e sta rappresentando una opportunità per chi ha raccolto positivamente tale sfida, aprendosi a esperienze che - pur nella loro tendenza a ri-adattare il vecchio nel nuovo - hanno comunque introdotto alcuni elementi innovativi e la sperimentazione di campi d'azione poco o non del tutto esplorati. È quanto accaduto anche agli autori del presente contributo nel quale si descrivono alcune esperienze laboratoriali condotte nell'ambito della formazione iniziale degli insegnanti del ciclo primario. Lo sfondo è dato dall'ambito di riferimento: quello della pedagogia e della didattica inclusiva, che hanno rappresentato non solo il contenuto disciplinare da veicolare ma l'orizzonte di senso per le scelte metodologico-didattiche adottate e per la scelta dello stesso oggetto di studio proposto ai partecipanti.
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Feltrin-Morris, Marella. « Pereira traduttore e l’etica della visibilità ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 2 (28 novembre 2019) : 621–35. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819889578.

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La maggior parte della critica che si è finora occupata del romanzo di Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, si è concentrata sullo sviluppo del protagonista da una posizione iniziale di non-impegno ad una di consapevolezza del proprio ruolo di intellettuale. Ciò che la critica non ha ancora esplorato pienamente, tuttavia, è un aspetto cruciale per comprendere più in profondità la presa di coscienza di Pereira: la sua attività di traduttore. Quando viene menzionata, tale attività è semmai associata alla sua sfuggente personalità iniziale. Eppure, il potenziale di Pereira come coraggioso fautore di cambiamento emerge già dagli autori e dai brani da tradurre che seleziona per il giornale al quale lavora, e dall'evoluzione del suo atteggiamento verso l’arte della traduzione. Prendendo spunto dai concetti di libertà e responsabilità propri dell’esistenzialismo, da testi teorici sull’etica della traduzione, da un’analisi testuale di Sostiene Pereira e dalle dichiarazioni di Tabucchi stesso sulla traduzione e sul ruolo dell’intellettuale, questo saggio intende mostrare non solo come le scelte di Pereira traduttore testimonino la sua crescita come intellettuale responsabile e persino come eroe, ma anche come la traduzione stessa costituisca il perno su cui s’incentra l’intero romanzo.
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Starace, Fabrizio. « Medical decisions at the end of life : epidemiological and psychiatric aspects ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 2 (août 1998) : 135–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007272.

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RIASSUNTOScopo— Il dibattito attuale sulle decisioni mediche di fine vita (DMFV) è caratterizzato da toni ed argomentazioni prevalentemente filosofici e confessionali. Scarsa attenzione è stata sinora rivolta a chiarire la reale diffusione di queste pratiche ed ancor meno esplorato risulta il ruolo che lo psichiatra e chiamato a svolgere in tale delicato contesto.Metodo— È stata condotta una revisione sistematica della letteratura degli ultimi dieci anni sulle DMFV, selezionando gli studi che riportavano: 1) stime della frequenza con cui i medici avevano ricevuto richieste di eutanasia (EU) e di assistenza al suicidio (SA); e/o 2) stime della frequenza con cui i medici avevano realmente praticato EU/SA. Sono stati inoltre passati in rassegna i lavori nei quali erano considerati i problemi relativi alia consulenza psichiatrica.Risultati— I risultati delle indagini esaminate documentano che le DMFV sono molto phi frequenti di quanto comunemente si ritenga. Una stima conservativa indica che almeno un medico su dieci ha praticato l'EU/SA. Una scarsa considerazione della consulenza psichiatrica è l'atteggiamento prevalente rilevato nei rari studi condotti sul tema.Conclusioni— L'eutanasia e le altre DMFV impongono alia coscienza ed alia pratica medica una riflessione profonda sui criteri che guidano l'agire umano e professionale degli operatori sanitari. Il contributo che la ricerca epidemiologica e psicosociale puo offrire al dibattito bioetico è indispensabile.
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Monaci, Maria Grazia, et Rosanna Trentin. « Intelligenza emotiva e consumo di eroina ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 127–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003008.

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Le evidenze empiriche sulla relazione fra intelligenza emotiva (IE) e consumo di sostanze psicoattive sono ancora scarse e spesso contraddittorie. Il presente studio indaga la relazione fra IE e consumo di una sostanza illecita e potenzialmente in grado di indurre dipendenza quale l'eroina. L'ipotesi di partenza č che una bassa IE sia associata al consumo di eroina. Vengono inoltre esaminate le relazioni fra IE e altri costrutti generalmente considerati negli studi sul consumo di sostanze, in particolare l'health locus of control, gli stili di coping e le emozioni associate all'eroina, controllando inoltre gli effetti del genere. In base alle evidenze precedenti, si č ipotizzato che l'IE mostri relazioni significative con comportamenti adattivi. Un gruppo di tossicodipendenti in trattamento per dipendenza da eroina (44, F = 14) č stato confrontato con un gruppo di controllo (48, F = 22) di persone non tossicodipendenti ma con caratteristiche socio-demografiche simili. Una misura globale di IE č stata ottenuta tramite la versione italiana dello strumento di Schutte e colleghi. I risultati evidenziano la presenza di una correlazione positiva dell'IE con uno stile di coping adattivo quale il confronto diretto, e negativa con l'evitamento nei soli tossicodipendenti, nonché con le emozioni a basso arousal, positive nei tossicodipendenti e negative nei non consumatori, confermando parzialmente le ipotesi. Non emergono invece relazioni fra IE e consumo di eroina. L'IE si conferma piů connessa a comportamenti esplorativi dell'ambiente e alla regolazione affettiva, mentre non sembra direttamente connessa a comportamenti di consumo di sostanze.
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Fabris, Dinko. « Circolazione dell’opera italiana attraverso i teatri non europei del Mediterraneo : Il caso degli italiani al Cairo intorno alla prima dell’ Aida del 1871 ». Artigrama, no 36 (9 décembre 2022) : 223–40. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2021368108.

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Per un secolo e mezzo, l’episodio della prima dell’Aida di Verdi al Cairo nel 1871 hacatturato l’attenzione degli studiosi, che non hanno mai esplorato sistematicamente il contestooperistico —allo stesso tempo locale e globalizzato— in cui quella vicenda si era inserita. Inrealtà l’Egitto stava vivendo una fase di grande interesse per l’opera e per i teatri all’europea,condivisa da molti altri territori dell’impero ottomano a cominciare dalla capitale Costantinopoli. Compagnie di cantanti italiani avevano già portato il repertorio più aggiornato dell’operaitaliana prima ad Alessandria e poi al Cairo e, negli stessi anni della produzione di Aida, unacompagnia era stata scritturata per una stagione di opere francesi e italiane, con la direzione diNicola De Giosa, compositore di scuola napoletana e primo vero direttore dell’orchestra del Teatrodi San Carlo. Come il prediletto di Verdi, Emanuele Muzio, anche De Giosa fu però scartato dalsovrintendente del teatro egiziano, che affidò la direzione di Aida a Bottesini. Alcuni frammentisuperstiti di documentazione consentono di intuire il peso della presenza degli artisti italianinella nascita del teatro d’opera vicereale al Cairo. Artisti e direttori itineranti, ma anche glialtri individui coinvolti nelle prime rappresentazioni di opere europee in Egitto, sono certamenteprotagonisti di una storia minore, ma che ci sembra interessante cominciare a ricostruire perinserire queste vicende di mobilità artistica in una più ampia rete dei teatri del Mediterraneo.
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Costa, Maria de Fátima Góes da, Lília Ieda Chaves Cavalcante et Elson Ferreira Costa. « O trabalho dos pais e o desenvolvimento dos filhos no contexto da pandemia de COVID-19 : Um olhar bioecológico ». Research, Society and Development 10, no 10 (6 août 2021) : e169101018730. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v10i10.18730.

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O Modelo Bioecológico do Desenvolvimento Humano de Bronfenbrenner considera que o desenvolvimento é um fonômeno situado no contexto e que assim deve ser estudado. Desse ponto de vista, o ambiente ecológico do desenvolvimento é concebido como uma série de estruturas concêntricas assim denominadas: microssistema, mesossistema, exossistema e macrossistema. Assume-se que o trabalho dos pais é um exossistema que influencia o desenvolvimento infantil na relação com os demais. Com a pandemia de COVID-19, notam-se mudanças no ambiente ecológico da criança formado por seu microsistema familiar e o exosistema constituído pelo trabalho dos pais. O presente estudo tem como objetivo discutir as mudanças trazidas pela Pandemia de COVID -19 para esse exosssitema e suas possíveis repercussões no desenvolvimento infantil. Trata-se de uma pesquisa bibliográfica do tipo revisão narrativa, com caráter descritivo e esploratório e abordagem qualitativa. Para abordagem do tema é apresentada a Teoria Bioecológica de Urie Bronfenbrenner e discutido o trabalho dos pais como um importante sistema ecológico e suas implicações para o desenvolvimento infantil, considerando-se, em particular, as mudanças observadas nesse exossistema a partir da pandemia de COVID -19. De acordo com os achados da pesquisa, é possível afirmar que a bioecologia do desenvolvimento das crianças tem sido afetada por alterações nesse exossistema particular e suas interações com as demais dimensões contextuais (macrossistêmicas e microssistêmicas), interferindo nas atividades, relações e papeis de cada ambiente ecológico que a constituem. As repercussões podem ter efeitos no desenvolvimento infantil os mais diversos, positivos e/ou negativos, sendo necessário investigá-los em curto ou por longo prazo.
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Osorio, Guzman Maricela, et Santa Parrello. « Malattia e bisogno di relazioni significative : studio per l'ampliamento dell'IPQ-R in un gruppo di operatori sanitari della regione Campania ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003005.

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Résumé :
Partendo dall'ipotesi che l'esperienza di malattia acuisca, sia nei pazienti che negli operatori che si trovano temporaneamente "dall'altra parte", il bisogno di relazioni significative e che questa dimensione - non completamente sovrapponibile al supporto sociale tradizionalmente inteso - sia una componente importante che merita di essere valutata quando si esplora la rappresentazione di malattia, questo studio intende modificare l'Illness perception questionnaire-revised (IPQ-R) di Moss-Morris e colleghi, nato sulla base del modello di senso comune e autoregolazione di Leventhal. L'obiettivo e ampliare lo strumento per renderlo piu esaustivo e valutarne le caratteristiche psicometriche attraverso analisi fattoriali esplorative e confermative. Alla versione dell'IPQ-R validata in Italia da Giardini e colleghi, composta da 70 item che indagano 3 aree della malattia (Identita, Opinioni e Cause), sono stati aggiunti 14 item relativi ad una dimensione definita Relazione significativa con l'altro. Lo strumento cosi ampliato e stato proposto a 269 operatori sanitari della regione Campania (134 medici, 135 infermieri). Dopo le analisi sono stati mantenuti 9 dei nuovi item, accorpatisi in un terzo fattore, mentre 1 item si e accorpato al primo fattore. L'Analisi Fattoriale Confermativa ha mostrato valori di fit molto soddisfacenti. I risultati mostrano come anche la rappresentazione di malattia degli operatori sanitari sia intrisa di elementi di senso comune oltre che di ovvi rimandi alle teorie scientifiche e contenga significativi riferimenti al bisogno di relazioni significative con gli altri (esplorato dai nuovi item), colleghi compresi, dai quali ci si attende autenticita e profondita.
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Magistroni, Riccardo. « La ricerca oggi ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 3 (10 juillet 2013) : 282–87. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1056.

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Résumé :
La ricerca di base ha identificato i due principali difetti legati alla patologia policistica: a) le cellule cistiche proliferano eccessivamente e b) queste cellule secernono del fluido che ingrossa le cisti. Le principali strategie in studio nell'ADPKD consistono nell'utilizzo di farmaci in grado di interferire con i meccanismi cellulari legati a questi difetti. Una delle strategie esplorate è stata l'inibizione del sistema mTOR. Purtroppo, due trial clinici hanno fallito nel mostrare un'attività protettiva di questa classe di farmaci. La somatostatina è un'altra molecola sotto intensa validazione clinica. Al momento, i dati suggeriscono una sua possibile azione di contrasto sulla malattia ADPKD, ma i dati sono ancora preliminari per conclusioni clinicamente significative. Il Tolvaptan è un antagonista recettoriale della vasopressina che è stato ampiamente studiato: un trial clinico di numerosità adeguata ha suggerito un possibile effetto positivo di questa molecola nella riduzione della crescita dei volumi renali e nel raggiungimento di target clinici significativi. Il prossimo futuro vede in campo nuovi trial clinici esplorativi di molecole già valutate nel recente passato e di nuove strategie terapeutiche. Per la numerosità dei pazienti arruolati attira l'attenzione della comunità scientifica lo studio HALT, che esplorerà il ruolo dei farmaci antagonisti del sistema renina-angiotensina nel rallentamento della progressione dell'ADPKD. Inf ne, una categoria di farmaci precedentemente inesplorati riguarda gli inibitori del recettore dell'Epidermal Growth Factor. La ricerca clinica nell'ADPKD è straordinariamente attiva in questo periodo e questa considerazione permette un cauto ottimismo sulle possibili prospettive terapeutiche in questa patologia rimasta a lungo orfana. Qualche ombra sulla prospettiva dei risultati futuri nella ricerca clinica in questo campo proviene dalla constatazione in un numero considerevole di trial di disegni metodologicamente non adeguati.
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Skubic, Mitja. « Maurizio Puntin, Toponomastica storica del territorio di Monfalcone e del comune moderno di Sagrado, Centro Isontino di Ricerca e Documentazione storica e sociale "Leopoldo Gasparini", Gradisca d'Isonzo - SKRD Jadro, Ronchi dei Legionari - SKŠRD Tržič, Mo ». Linguistica 44, no 1 (1 décembre 2004) : 161–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.161-166.

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Résumé :
Tre istituzioni culturali del Basso Isontino, una italiana, la principale promotrice della pubblicazione, e due slovene, hanno reso possibile l'apparizione di questo impor­ tante studio della toponomastica del territorio monfalconese di Maurizio Puntin, frut­ to di un lungo, decennale lavoro. Vogliamo sottolineare subito l'attributo storico nel ti­ tolo. L'autore non si è limitato all'esame della toponomastica nello stato attuale; ha fatto una minuziosa ricerca negli archivi e ha esplorato i catasti e codici e, inoltre, anche i due preziosi schedari di Corgnali, antroponimico e toponimico, giacenti presso la Bi­ blioteca Civica di Udine. Per ciò la qualifica di "storico" è del tutto giustificata: vi sono elencati i toponimi (e microtoponimi!) di un ristretto territorio, quello monfalconese attraverso secoli, alcuni addirittura tramandati dagli storici greci e latini. Il vero inte­ resse rimangono, certo, i toponimi che mostrano la fluttuazione delle etnie dal Medio Evo in poi. Per convincerci dell'assiduo lavoro dell'autore è sufficiente sottolineare l'ab­ bondante uso del Catasto Napoleonico, del 1818. Un altro ricercatore dei microtoponi­ mi di un territorio tutto sommato non troppo distante e comunque per qualche aspet­ to simile al monfalconese, il linguista e etnologo friulano Roberto Dapit esaminando i microtoponimi nella valle di Resia ha constatato che i catasti napoleonici superano, per quanto riguarda la precisione e l'esattezza, quelli fatti nell'epoca dell'amministrazione austriaca e anche quelli posteriori. Il che è un elogio alla burocrazia francese. Sia detto per l'inciso, fultimo decreto riguardante Trieste, [più precisamente le tariffe dell'entrepôt triestino,J fu firmato da Napoleone nel 1812, mentre si trovava alle porte di Mosca (!).
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Marturano, Antonio. « La leadership in medicina : soft skills e valori morali / Leadership in medicine : linking soft skills to moral values ». Medicina e Morale 66, no 5 (20 décembre 2017) : 633–42. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.511.

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La leadership medica è, in Italia, ancora un campo poco esplorato. Benché questo argomento rivesta una importanza sempre maggiore negli studi medici in tutto il mondo, il suo impatto negli studi accademici italiani è limitato al settore della assistenza infermieristica e solo pochi corsi universitari sono disponibili per coloro che volessero specializzarsi sull’argomento. Nella vastissima letteratura mondiale emerge che la leadership in medicina è equivalente al possesso di abilità legate alle soft skill; in Italia, invece, si tende ancora a favorire un punto di vista che lega la leadership a abilità tecniche. In questo lavoro proporremo di indirizzare il problema della leadership medica in modo più generale; infatti, la crescente complessità del lavoro direzionale in medicina pone nuove sfide alla professione medica, la quale richiede non solo il possesso di soft skill ma anche abilità nella implementazione di valori organizzativi, sociali e professionali che necessitano una maggiore consapevolezza morale basata sulla cosiddetta leadership trasformativa. ---------- Leadership in medicine is still an underexplored field in Italy; while this topic is of increasing global importance in healthcare, its impact in Italian academia is still limited to nursing and only few courses are available. Worldwide, leadership in healthcare is equate to possessing soft skills abilities; on the contrary, in Italy healthcare scholars still link leadership to technical abilities. In this paper, we will propose to address the problem of leadership in medicine more generally: the increasing complexity of management activites in healthcare poses new challenges to the medical profession, which actually requires not only possession of soft skills but also abilities in the implementation of organizational, societal and professional values which need a moral awareness based on transforming leadership.
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Magliano, Lorenza, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Andrea Fiorillo, Mario Maj et Gruppo Di Lavoro. « The condition of the families of patients with schizophrenia in Italy : burden, social network and professional support ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 2 (juin 2001) : 96–106. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005170.

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RIASSUNTOScopo – Questo studio ha inteso documentare: a) gli interventi che i pazienti con schizofrenia ricevono nei Servizi di Salute Mentale (SSM); b) il carico e la rete sociale dei familiari nonché il sostegno professionale che essi ricevono dai servizi. Disegno – Lo studio è stato condotto in 30 CSM selezionati in maniera randomizzata e stratificati per area geografica e densita di popolazione sull'intero territorio nazionale. In ciascun CSM selezionato, sono stati consecutivamente reclutati 25 pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico e altrettanti familiari-chiave. Il carico dei familiari è stato esplorato in relazione alia zona geografica, agli interventi ricevuti dai pazienti e al sostegno professionale e sociale prestato ai loro familiari. Principal misure utilizzate – a) paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per 1'Accertamento delta Disabilita (AD); b) familiare-chiave: Questionari auto-compilati sui Problemi Familiari (QPF) e sulla Rete Sociale (QRS); c) interventi: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI). Risultati – Sono stati raccolti dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Nei due mesi precedenti la rilevazione dei dati, il 35% dei pazienti aveva partecipato a programmi riabilitativi, l'80% dei familiari era stato in contatto regolare con i CSM e P8% aveva ricevuto un intervento psicoeducativo familiare. I livelli di carico familiare erano maggiori al Sud. Tale differenza veniva meno quando la presa in ca-rico comprendeva interventi psico-riabilitativi e di sostegno familiare. Conclusioni – Questo studio mette in evidenza che la situazione delle famiglie dei pazienti con schizofrenia è attualmente più difficile al Sud, ed è sensibilmente influenzata dai tipo di presa in carico.
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Alloa, Emmanuel. « Le premier livre de Merleau-Ponty, un roman ». Chiasmi International 21 (2019) : 253–68. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192123.

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Résumé :
Dans son oeuvre tardive, Merleau-Ponty a souligné les convergences entre une pensée philosophique et une pensée s’exprimant par l’écriture littéraire, considérant que toutes deux répondent à une tâche commune liée à la description du monde. Ses premiers écrits théoriques – Simone de Beauvoir comme Jean-Paul Sartre l’ont souligné – sont quant à eux marqués par une distance plus nette vis-à-vis de la pratique littéraire. Pourtant, bien avant de publier ses premières monographies (La structure du comportement en 1942 et Phénoménologie de la perception en 1945), Merleau-Ponty est l’auteur d’un livre écrit pour le compte d’un autre : Nord. Récit de l’arctique, paru en 1928 chez Grasset. Le roman qui traite de la vie d’un explorateur dans le grand nord canadien, entre commerce de fourrures entre rencontre avec les Inuits, n’est qu’un travail de commande, que Merleau-Ponty ne revendiquera jamais. On trouve cependant dans cet écrit de jeunesse quelques motifs intéressants qui préfigurent sa pensée à venir. In his late writings, Merleau-Ponty stressed the convergences between philosophy and literature, highlighting their “common task” of describing the world. His early philosophical texts though – both Simone de Beauvoir and Jean-Paul Sartre pointed this out – insist on demarcating themselves from literature. However, well before publishing his first monographs (The Structure of Behaviour in 1942 and Phenomenology of Perception in 1945), Merleau-Ponty had already written a book on someone else’s behalf: Nord. Récit de l’arctique, published in 1928 by French publisher Grasset. The novel, which deals with the life of an explorer in Canada’s far north, between fur trade and encounters with the Inuit, is the result of ghostwriting, carried out for a friend (Jacques Heller). Merleau-Ponty later never stood to that book. There are nonetheless some interesting motifs in this early piece of writing that prefigure his future thinking.Nei suoi ultimi scritti, Merleau-Ponty ha sottolineato le convergenze tra filosofia e letteratura, evidenziando il loro “comune compito” nel descrivere il mondo. I suoi primi testi filosofici – lo hanno sottolineato sia Simone de Beauvoir che Jean-Paul Sartre – insistono però a distinguersi dalla letteratura. Tuttavia, ben prima di pubblicare le sue monografie (La struttura del comportamento nel 1942 e Fenomenologia della percezione nel 1945), Merleau-Ponty aveva già scritto un libro per conto terzi: Nord. Récit de l’arctique, pubblicato nel 1928 per le stampe di Grasset. Per questo romanzo, che tratta della vita di un esploratore nell’estremo nord canadese, tra commercio di pellicce e incontri con gli Inuit, Merleau-Ponty fa da ‘ghostwriter’ ad un amico (Jacques Heller). Mentre ulteriormente, egli non si avvalse mai della paternità del romanzo, questo primo scritto contiene già alcuni spunti che prefigurano il suo pensiero futuro.
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