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Articles de revues sur le sujet « Esperienza artistica »

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Gislon, Maria Clotilde. « Apprendere la psicoterapia : la bottega d'arte ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2022) : 91–98. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001005.

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Résumé :
Il termine bottega d'arte è mutuato dalla tradizione artistica rinascimentale. In questo luogo la trasmissione del sapere avviene da parte del maestro agli apprendisti, secondo modalità che hanno rispetto della creatività individuale. Questo è il dispositivo funzionale che Giovanni Carlo Zapparoli e i suoi Collaboratori, a partire dalla esperienza del Centro di Psicologia della Provincia di Milano, hanno messo a punto per favorire la trasmissione del sapere in campo psicoterapeutico. L'Autore ne evidenzia i punti di forza nella saggezza clinica e nella capacità di differenziare gli aspetti essenziali e superflui all'interno del processo terapeutico.
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Weber, Carla. « Fatti d'arte ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 26–60. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016003.

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Résumé :
Gli incontri con Tullio Pericoli e con Michelangelo Pistoletto, rilevanti artisti del nostro tempo, vengono proposti per approfondire i processi generativi e creativi nella loro esperienza artistica e permetterci di seguire in prima persona il manifestarsi di quella competenza che qualifica il nostro essere umani. Le due testimonianze permettono di avvicinarsi al vivo di una ricerca tensiva volta a trasformare il dato originario dell'esistenza in un dato originale, reso manifesto nell'opera che li rende artisticamente unici e allo stesso tempo parte attiva della realtŕ sociale in cui essi stessi si esprimono. Accedere alla propria bellezza, comporta il sostenere l'angoscia che l'espressione di sé nell'opera, nel segno, nella parola e nell'azione richiede. La via č quella dell'apprendere a sopportare il necessario patire di ogni travaglio, a sostare nel vuoto abbastanza da accogliere il nuovo. La sfida sembra essere soprattutto quella dell'accrescere la capacitŕ di conoscere e trasformare creativamente l'ineludibile conflittualitŕ interna ed esterna propria del processo di riconoscimento della propria creativitŕ, che per compiersi ha bisogno di realizzarsi nella forma attiva, riflessiva e passiva.
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Amoruso, Chiara. « “TIJAN CHE VOLEVA ANDARE A SCUOLA”. DAL RACCONTO DI SÉ ALLA NARRAZIONE SCENICA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (21 juillet 2022) : 76–79. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18156.

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Résumé :
Queste pagine vogliono raccontare, seppure per brevi cenni, il percorso e l’esito del laboratorio di “Narrazione e teatro” che si è svolto tra dicembre 2021 e marzo 2022 e che ha visto come partecipanti Mustapha Jarjou, Souleymane Bah e Sambare Brunon. A partire dai loro racconti di infanzia, relativi soprattutto alla prima esperienza scolastica, è stata scritta una narrazione in cui le tre storie personali dei partecipanti confluiscono incastrandosi perfettamente. La narrazione è stata poi trasformata in un testo scenico, in parte riportato di seguito, in cui sequenze narrative si alternano a dialoghi inscenati e che gli stessi ragazzi hanno portato al pubblico mettendo in gioco la loro fisicità e le loro voci. I tre bambini veri si trasfigurano in un personaggio inventato, le tre storie personali diventano la materia viva di una forma espressiva più alta, dove le persone in quanto tali si riscoprono profondamente simili nella loro comune aspirazione alla bellezza e alla comunicazione. Si realizza così un nuovo precario equilibrio tra verità e bellezza, tra espressione autentica e comunicazione artistica. “Tijan che voleva andare a scuola”. From self-telling to scenic narration We intend to briefly report the path and outcome of the “Narration and Theatre” workshop which took place between December 2021 and March 2022 thanks to participation of Mustapha Jarjou, Souleymane Bah and Sambare Brunon. Starting from their childhood stories, mainly related to their first school experiences, a narrative text was written where their three personal tales cross and fit perfectly together. The text was then transformed into a script, partially included below, where the narrative sequences alternate with staged dialogues which the participants themselves performed for the public using their bodies and their voices. The three real children were transfigured into an invented character, the three personal stories became the living matter of a higher expressive form, where people discovered deep similarities in their shared aspiration towards beauty and communication. Thus a new, precarious balance was created between truth and beauty, between self-expression and artistic communication.
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Vilei, Leonardo. « Nota introduttiva ». Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 juin 2022) : 9–10. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75604.

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Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini e Cuadernos de Filología Italiana ha scelto di inaugurare con il suo nome il ritorno editoriale di una proposta monografica che da questo numero accompagnerà nuovamente le tradizionali sezioni di linguistica, letteratura e delle recensioni. Gli anniversari, si sa, possono essere momenti ambigui della riflessione e a volte convogliano su un dato autore attenzioni dal valore più mondano che intellettuale; il 2022, per giunta, ci ricorda che cento anni fa nascevano anche, solo per restare in ambito letterario, Beppe Fenoglio, Giorgio Manganelli, Luigi Meneghello e Luciano Bianciardi. Le ragioni della nostra scelta si fondano innanzitutto sulla capacità che Pasolini ha di interrogare ancora e sempre i nostri studenti, spesso stupiti nei loro primi approcci con l’autore che più di ogni altro, nella complessa costellazione del nostro Novecento, rinnova in ugual misura sconcerto e ammirazione in chi gli si avvicina per la prima volta, anche grazie o a causa del suo essere arcipelago di linguaggi e proposte. La sua esperienza artistica, per giunta, compressa in un trentennio vertiginoso, non può essere ascritta a una sola disciplina di studi e ciò ci pone automaticamente nella circostanza di aprire le maglie della nostra specializzazione ad altri sguardi e altri saperi. Vastità e complessità – e ben inteso, inciampi e contraddizioni – restano a buon conto caratteri essenziali della sua opera, eredità da coltivare e mettere in valore. Quasi cinquant’anni dopo la sua morte, pensiamo inoltre che sia possibile osservare la sua traiettoria consapevoli che ai significati della sua opera, per usare un’acuta analisi di Walter Siti (2005: 135), si è andato sovrapponendo il significante del «mito Pasolini». Non ignoriamo, del resto, che è a quel mito che spesso si avvicinano abbagliati altri giovani e altri artisti, ma ciò non ci esime, semmai ci incita, dal proseguire il lavoro ermeneutico, filologico e culturale che qui presentiamo.
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Pullan, Brian. « Le Confratenite romane : esperienza religiosa, società, commiltenza artistica. Edited by Luigi Fiorani. (Ricerche per la Storia Religiosa di Roma, 5.) Pp. 443. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 1984. » Journal of Ecclesiastical History 37, no 3 (juillet 1986) : 491–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900021795.

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Fix, Adam. « Esperienza, Teacher of All Things ». Nuncius 34, no 3 (10 décembre 2019) : 535–74. http://dx.doi.org/10.1163/18253911-03403016.

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Résumé :
Abstract This paper reexamines the music and experimental science of Vincenzo Galilei through the lens of artisanal epistemology. Where previous scholars have questioned the veracity of Vincenzo’s experiments, I unpack how Vincenzo himself understood and utilized esperienza. Arguing against Cohen and Prins especially, I assert that Vincenzo’s esperienza functioned as a rational-empirical way of studying nature. I then show how esperienza played analogous roles in his science and practice. By treating his music as artisanal epistemology, I portray Vincenzo’s musical composition, like his experimentalism, as a form of natural knowledge-making. He deployed esperienza in science to capture knowledge of consonance and in art to express knowledge of music’s effects on passions. Finally, I situate Vincenzo within broader humanistic and artistic trends and consider his influence on Galileo. This study explores Renaissance music at the nexus of mathematical theory and empirical and instrumental practice while reinterpreting the early modern concept of esperienza.
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Salvato, Valentina, et Giuseppe Paternostro. « LA NARRAZIONE COME STRUMENTO DIDATTICO E DI RICERCA NELLA ESPERIENZA DI ITASTRA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (21 juillet 2022) : 49–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18153.

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L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il ruolo della narrazione nel modello didattico e di ricerca della Scuola di lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo. In particolare, gli autori illustrano i tre pilastri su cui poggia l’impianto narrativo del modello di Itastra: l’autobiografia linguistica (§ 2); i laboratori artistico-narrativi (§ 3); la narrazione come pratica discorsiva metacomuncativa (§ 4). In conclusione del lavoro (§ 5) si evidenzia, da un lato, come la narrazione consenta di ampliare la capacità degli insegnanti di riflettere sulla loro attività didattica; dall’altro come essa contribuisca alla costruzione di una comunità di apprendimento centrata sulla forza che le lingue hanno di valorizzare le diversità e favorire la loro convivenza. Narrative as a teaching and research method. The experience of ItaStra The paper illustrates the role of narratives in the teaching and research model developed by the Italian language school for Foreigners of the University of Palermo (ItaStra). In particular, we discuss the three pillars on which the narrative model is based: linguistic autobiography (§ 2); artistic and narrative labs (§ 3); narrative as a meta-communicative practice (§ 4). In the last section (§ 5), we focus the fact that narrative can help teachers broaden their reflective capacity about teaching; narratives support the construction of a learning community where multilingualism plays a central role.
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Fionda, Barbara. « Bohemian Rhapsody. La forza creativa dei Queen ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2022) : 147–54. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-001011.

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Lo scritto offre una lettura psicologica ed estetica del film del 2018 Bohemian Rhapsody, evidenziando la capacita creativa della band musicale ed in particolare il talento artistico e l'intensa esperienza esistenziale di Freddie Mercury, leader e voce dei Queen. Spunti di riflessioni in merito vengono raccolti dalla psicologia junghiana e dalle neuroscienze. Tributo a una band che e stata e sara sempre una leggenda nel panorama mondiale della musica moderna.
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Ramazza, Elena. « Ripensare i confini : l’incursione degli architetti modernisti nel «lettering» di ispirazione medievale ». Locus Amoenus 20 (22 décembre 2022) : 117–38. http://dx.doi.org/10.5565/rev/locus.460.

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Il presente studio esplora il contatto tra architetti modernisti catalani e la produzione di libri, sotto il punto di vista specifico del lettering di ispirazione medievale. L’indagine permette di approfondire le modalità di rielaborazione delle forme medievali durante il Modernismo, condivise anche dal restauro «in stile» alla maniera di Viollet-le-Duc e argomento spesso trascurato in quanto considerato una sfortunata inflessione del gusto. Allargando invece lo sguardo al contesto generale e alle fonti d’ispirazione, vediamo che tale rielaborazione risponde a una necessità di rigenerazione sociale e comunitaria, che si riflette anche nella parallela riscoperta dei manoscritti medievali e nel restauro del Monastero di Ripoll. Esaminando lo stato della paleografia dell’epoca, troviamo che le illustrazioni dei testi paleografici e il design degli architetti condividono l’ibridazione tra filologia e creatività artistica. Allo stesso tempo, la produzione di lettere goticheggianti da parte della tipografia editoriale mostra i contatti tra l’estetica medievalista e l’industria. Segue l’analisi delle esperienze di lettering degli architetti Lluís Domènech i Montaner, principale punto di contatto tra architettura ed editoria ed esploratore di numerosi stili di lettering medievale, Camil Oliveras i Gensana, che giunse a una sintesi tra forme medievali e moderne, Josep Vilaseca i Casanovas, collaboratore di Domènech, e infine dell’illustratore Josep Pellicer i Fenyé, che utilizzò l’ispirazione medievale insieme ad altre, a seconda delle finalità nella trasmissione del messaggio artistico.
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Michelacci, Lara. « modello per Pirandello : Capuana e gli spiriti ». Revista de Italianística, no 37 (30 décembre 2018) : 66–77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i37p66-77.

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Il saggio analizza l’influenza di Capuana sull’opera di Luigi Pirandello. Dalle riflessioni sullo spiritismo, e dalle esperienze mediatiche: di scrittura automatica, Capuana elabora la teoria dell’allucinazione artistica e proclama il principio di un’arte che crea personaggi vivi, capaci di agire nella realtà come esseri autonomi. Tra il 1904 e il 1915, il giovane Pirandello raccoglierà alcuni spunti di quelle riflessioni, com’è evidente ne Il Fu Mattia Pascal, per la scena della seduta spiritica, e soprattutto nel racconto Personaggi e poi in Sei personaggi in cerca d’autore. Il mistero della perce- zione sensibile è il nodo comune dei due scrittori siciliani che, alle soglie del Novecen- to, sembrano passarsi il testimone sulle domande relative al principio della duplicità dell’essere.
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Menichetti, Laura, et Silvia Micheletta. « Makerspaces, flexible and inclusive learning environments. A scoping review ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 2 (31 juillet 2021) : 78–92. http://dx.doi.org/10.36253/form-11520.

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The contribution analyzes the scientific literature from 2000 to 2021 to determine in which training contexts makerspaces are used and for what purposes, for preschool and school age children and youth. The scoping review shows that many experiences are documented in literature, but few experimental studies exist. However, the examples collected, of a constructionist nature, show some privileged areas of intervention: makerspaces are recognized as a valid tool for the development of problem solving and creativity skills, for a more conscious application in the technical-scientific-artistic disciplines, for the creation of inclusive contexts, in situations of social disease or of people more frequently excluded and underrepresented. Makerspace, ambienti di apprendimento flessibili e inclusivi. Una scoping review Il contributo analizza la letteratura scientifica dal 2000 al 2021 per determinare in quali contesti formativi siano utilizzati i makerspace e con quali finalità, per bambini e ragazzi di età prescolare e scolare. La scoping review mostra che in letteratura sono documentate molte esperienze, ma esistono pochi studi sperimentali. Gli esempi raccolti, di stampo costruzionista, mostrano però alcune aree privilegiate di intervento: i makerspace sono riconosciuti come valido strumento per lo sviluppo di competenze di problem solving e creatività, per una più consapevole applicazione nelle discipline tecnico-scientifiche-artistiche, per la realizzazione di contesti inclusivi soprattutto in situazioni di disagio sociale o di persone più frequentemente escluse e sottorappresentate.
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Sapienza, Annamaria. « Oltre il testo. La sperimentazione teatrale napoletana negli anni Sessanta e Settanta ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (22 avril 2018) : 631–47. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757476.

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Negli anni ’60 e ’70 un aspetto particolarmente incisivo del teatro a Napoli è costituito dalle esperienze di ricerca condotte da alcune formazioni che, con diverse modalità, lanciano un chiaro segnale di rinnovamento. In nome di un più libero legame con la tradizione e rifiutando come unico il modello eduardiano, i gruppi sperimentali di questi anni generano un’autentica spinta vitale che, per la presenza di un patrimonio artistico stratificatosi nei secoli, assume particolari connotazioni all’interno del generale clima di rinnovamento del teatro italiano. Il rapporto acentrico con il testo drammatico costituisce una delle caratteristiche principali di questo processo nel quale, attraverso l’integrazione di espressioni proprie delle varie arti, la scrittura scenica è spostata sulla sfera del visivo. Il sTeatro, Napoli, Recitazione, Avanguardia, Sperimentazioneaggio intende tracciare la parabola dellã avanguardia teatrale napoletana nei due decenni che precedono la nascita della nuova drammaturgia (Moscato, Ruccello, Santanelli), ovvero, identificare i protagonisti di una generazione di artisti che si nega alla visione folklorica della cultura partenopea volgendo l’attenzione ai testi teorici (ad esempio le prime traduzioni degli scritti di Brecht e Artaud), alla drammaturgia straniera (Genet, De Ghelderode, Lorca, Ionesco, Beckett) e ai padri del Nuovo Teatro (Living Theatre, Grotowski), preparando l’humus germinale di una più serena relazione con il passato che consente la produzione testuale degli anni a venire.
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Bertossa, Michela, Lawrence Gianangeli et Luca Peretti e Enrico Zammarchi. « Timira, romanzo meticcio e stratificato ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 55, no 1 (20 février 2021) : 68–84. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820988509.

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L’articolo esamina il romanzo Timira, scritto da Antar Mohamed Marincola e Wu Ming 2 e pubblicato nel 2012. Ci concentriamo su due macrotemi: la marginalità spaziale e culturale rappresentata nel libro o percepita dai personaggi (la città, la periferia, la controcultura, e l’attivismo politico), e come razzismo, sessismo e colonialismo plasmino non solo l’identità della protagonista Isabella Marincola ma anche le sue esperienze nel mondo artistico e cinematografico. Il saggio è frutto di un esperimento di scrittura collettiva, nella convinzione che questa pratica dovrebbe essere più diffusa nelle scienze umane, e che un romanzo complesso e stratificato come Timira possa essere affrontato a più voci e da punti di vista diversi.
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Mantini, Silvia, Fabio Graziosi, Fabio Franchi et Stefano Boero. « La tecnologia 5G e i beni culturali : percorsi di storie e architetture all’Aquila ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 117–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00019.

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All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.
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Dionisi, Chiara, et Chiara Toscani. « Modelli comunicativi e operazioni compositive per il paesaggio contemporaneo ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 140–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057018.

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Nel confrontare la Convenzione dell'Unesco e la Convenzione Europea del Paesaggio č possibile evidenziare una differenza sostanziale nell'interpretazione del paesaggio. Il primo documento privilegia una visione del paesaggio come momento eccezionale rispetto ad uno sfondo neutrale; mentre il secondo pensa al paesaggio come tutto ciň che ci circonda. La prima definizione si avvale di una pratica consolidata di ‘operazioni compositive' e di ‘modelli comunicativi', mentre la seconda definizione necessiti di un approfondimento operativo, desumibile in giŕ alcune esperienze artistiche prima e architettoniche poi. La questione centrale č dunque capire quali nuove modalitŕ questo ampliamento di visuale sul termine paesaggio comporti nelle pratiche architettoniche, di restituzione e di trasformazione, specialmente in quei territori che inevitabilmente sono in evoluzione.
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Damilano, Alberto. « Il Laboratorio Teatrale Sensibili alle storie. Riflessioni a carattere psicodinamico e gruppoanalitico su due anni di esperienza (2007-2009) ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 141–53. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001012.

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Un'esperienza di attivitŕ espressiva teatrale centrata sul gruppo, svoltasi nell'ambito di un servizio pubblico di Patologia delle Dipendenze, ha visto operatori e pazienti uniti dal medesimo rischio espressivo e di rivelazione di sé. La rivisitazione attraverso una lettura di carattere gruppoanalitico permette di porre in relazione le potenzialitŕ terapeutiche proprie del linguaggio teatrale con i peculiari e polimorfi tratti della odierna condizione psicopatologica tossicomanica. Il complesso processo creativo ed artistico del Laboratorio teatrale si snoda attraverso elementi quali l'esplorazione corporea ed una precisa dimensione dell'estetica e del piacere, tradizionalmente trascurati nella cura delle dipendenze, e ancora attraverso il gioco e l'improvvisazione, che mediano l'accesso al linguaggio simbolico e contrastano narcisismo patologico ed alexitimia. La reinvenzione mitica dei contenuti emersi nel Laboratorio produce una narrazione drammaturgica imperniata sulla metafora del viaggio, che viene analizzata attraverso alcuni brani scelti, consentendo di evidenziare la prevalenza della struttura sul contenuto e il ruolo svolto dalla ritualitŕ. Si prefigura cosě la strutturazione di una comunitŕ teatrale aperta che condivide un progetto di cambiamento anche nel sociale.
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Chiodi, Giovanni. « Prove di democrazia ». LawArt 1, no 1 (30 janvier 2020) : 82–138. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-5.

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Il saggio ricostruisce il profilo di Arturo Toscanini dal punto di vista dello stretto rapporto instauratosi, nella sua esperienza di artista, tra musica e lotta per le libertà, l’eguaglianza e i diritti dell’uomo. Il contributo intende da un lato analizzare le pratiche performative attraverso cui si manifestò il suo costante e coerente impegno attivo a favore dei valori della convivenza democratica, analizzando le prospettive di senso che orientarono le scelte di Arturo Toscanini sul palinsesto musicale e sui luoghi dove portarlo in scena. Da un altro versante, studiando in particolare i pensieri frammentari di Toscanini contro l’antisemitismo, le dittature, l’esercizio di potere sugli altri e la guerra, contenuti nel suo denso carteggio, l’indagine intende ricostruire nelle sue linee fondamentali la concezione toscaniniana di democrazia e di impegno civile dell’artista, nei difficili anni Venti e Trenta del Novecento, fino agli esiti successivi alla seconda guerra mondiale.
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Tylusińska-Kowalska, Anna. « Il non detto nella diplomazia illuministica ». Mnemosyne, no 2 (11 octobre 2018) : 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11973.

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Jan Chrystian Kamsetzer (1753-1795) di origine tedesco, naturalizzato polacco, il primo architetto di corte dell’ultimo re di Polonia, Stanislao Augusto Poniatowski, inviato in Italia su incarico del sovrano per studiare nel Meridione l’arte antica, racconta questa esperienza in uno scambio di lettere con Marcello Bacciarelli, anch’egli un artista presso la corte di Varsavia. La relazione del viaggio si presenta interesantissima per il fatto che nonostante che si tratti di una corrispondenza professionale, essa non è priva di allusioni che accusano il sovrano per le promesse non mantenute. L'esplicito rispetto dimostrato alla figura del Re e un’autocensura per non far trasparire nemmeno una parola di critica, non impedisce tuttavia che tra le righe si senta il non-detto, la solidarietà nel percepire i difetti del sovrano non espressi, bensì intuiti. Kamsetzer non cela il suo disappunto e l’amarezza per l’avarizia del Re e la noncuranza per i suoi sudditi, anche quelli che potrebbero considerarsi privilegiati.
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Minarelli, Enzo. « Genesi, analisi e sviluppi di CIDADE CITY CITÉ ». Revista da Anpoll 52, no 3 (31 décembre 2021) : 29–39. http://dx.doi.org/10.18309/ranpoll.v52i3.1670.

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Il punto di partenza è questo poema fonetico del 1963 pubblicato per la prima volta in Italia, ed eseguito nella sua originale lunghezza nel 1968 presso l’Università dell’Indiana. Io ho avuto modo di visionare la sua declamazione al Castello di Brunnenburg del 25 marzo del 1991 quando Augusto con il fratello Haroldo era stato invitato da Francesco Conz per un intervento creativo ispirato alla figura di Ezra Pound che in quel castello aveva vissuto per anni insieme alla figlia Mary de Rachewiltz. Dall’esegesi del poema stesso, ancora originale e fresco al punto da ispirare ancora artisti plastici o musicali, passo a svolgere la funzione della voce nella poesia concreta e nella poesia propriamente detta sonora indagata nella sua espansione verso l’immagine in movimento (videopoesia) e verso la performance, per relazionarmi, infine, a quelle esperienze sorte nella seconda metà del Novecento note come intermedia e polipoesia.
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Carla, Weber. « Accogliere l'ambiguitŕ. Risonanze ambigue nella relazione psicoterapeutica ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 17 (décembre 2011) : 56–74. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017005.

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Il contributo muove dall'ipotesi che le risonanze relazionali sono per loro stessa natura ambigue, non essendo mai l'uno riducibile del tutto all'altro. Esplora alla luce della base naturale della stessa relazione psicoterapeutica la "pars costruens". Accettare un certo compromesso con la vischiositŕ delle posizioni ambigue, implica, di conseguenza, l'approfondimento della capacitŕ di contenimento dell'ambiguitŕ in una determinata relazione psicoterapeutica e l'apprendimento al contatto con l'ignoto e l'indifferenziato. Il riferimento agli apporti teorici di Ferenczi, Bion, Winnicott, Bleger, consente di approfondire come co-evolve la risonanza nella relazione psicoteraputica e le possibilitŕ di attivazione di un'area intermedia, generativa di cambiamento. La clinica, inoltre, puň godere delle esperienze dei poeti e degli artisti per comprendere quanto l'ambiguitŕ sia fonte della creazione, e perciň della vita stessa. Oltre all'esplorazione dei vincoli e delle possibilitŕ di utilizzo della rilevanza generativa dell'ambiguitŕ nella relazione psicoterapeutica, il contributo esplora la natura stessa dell'ipotesi dello spazio intermedio nel setting della cura e la natura ambigua di quello stesso spazio.
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Golinelli, Paola. « The Kid di Charlie Chaplin : storia di un capolavoro. Dal trauma alla creatività ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 2 (novembre 2022) : 126–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002007.

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Sfogliando l'autobiografia di Chaplin e il lungo e sofferto racconto dei traumi che hanno costellato la sua infanzia, l'autrice cerca nelle esperienze miserevoli vissute nell'ambiente del vaudeville, le radici del suo bisogno di fantasticare e creare nuove rappresentazioni che gli permettano di elaborare i lutti patiti. Il suo appare, data l'ampiezza del-la sua produzione artistica, un "ostinato" bisogno di sopravvivere psichicamente. I genitori lavoravano insieme in teatro ed egli aveva frequentato il palcoscenico fin da bambino insieme al fratello; per lui il mondo della rappresentazione era indissolubilmente legato all'esperienza vivificante della coppia genitoriale unita nella comune passione, che la madre terrà viva con i suoi racconti fantastici, e che rimarrà impressa nella memoria del bambino Chaplin, anche dopo la perdita del padre per alcolismo e abbandono e della madre per i suoi ricoveri ospedalieri. Da questo nucleo di memorie vitali nascerà l'indimenticabile personaggio di Charlot, che assume in sé e sintetizza la miseria delle origini e la straordinaria energia per continuare a narra-re e così ricostruire la famiglia perduta e ritrovata, in particolare, per ricomporre la coppia padre e figlio, alla quale è dedicato in buona par-te "Il monello". Il suo amore per Dickens, in particolare per Oliver Twist, gli offrono il background letterario per costruire il suo personaggio più famoso ed amato, Charlot appunto.
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Cantisani, Matteo, et Fabio Fogliazza. « Arte, Archeologia, Uomo E Natura : Una Conversazione Con Fabio Fogliazza ». Ex Novo : Journal of Archaeology 4 (31 décembre 2019) : 137–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v4i0.376.

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Fabio Fogliazza è il tecnico per la preparazione di fossili presso la sezione di Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Milano, nonché illustratore scientifico ed artista di fama internazionale. Una delle sue opere più famose è la scultura “L’Uomo di Neanderthal”, oggi esposta in via permanente al Museo de la Evolución Humana di Burgos (Spagna). In molte sue opere Natura e Uomo vengono riprodotti secondo processi creativi, ponendosi di fatto come piece d’art dalla forte carica emotiva, in grado di suggestionare il pubblico nonostante la distanza geografica e temporale che spesso intercorre tra chi osserva e il soggetto rappresentato. Come redazione siamo entusiasti della possibilità di discutere con Fabio Fogliazza alcune tra queste sue opere in questo numero di Ex Novo, in cui tematiche di management, tutela di beni naturali e conservazione vengono non solo trattate attraverso le lenti scientifiche del sapere ma discutendo anche di approcci in cui emozioni ed esperienze sensoriali vengono incorporate in strategie più complesse. Di seguito si riporta la breve intervista con l’artista Fabio Fogliazza, che ci ha gentilmente permesso di riprodurre in copertina due delle sue opere ed altre ancora di seguito presentate.
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OLIVEIRA, Maria Verônica Araújo de Santa, et Rafaela Alves PACHECO. « Saber é sentir, sentir é saber : O ponto de partida do LABSensi ». INTERRITÓRIOS 5, no 9 (9 décembre 2019) : 155. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243607.

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RESUMO Este artigo tem por objetivo resgatar o processo histórico que levou à criação, estruturação e organização do Laboratório de Sensibilidades do Curso de Medicina da UFPE/CAA. Iremos apresentar os questionamentos e referenciais teóricos e metodológicos que nos inspiraram para sua concepção. Partimos da crítica do alijamento da sensibilidade nos processos educativos em decorrência da hegemonia da racionalidade instrumental. Dentre suas consequências, evidenciam-se a estruturação de práticas questionáveis eticamente e impactos na saúde dos estudantes e profissionais de saúde. Buscamos, então, a construção de um espaço pedagógico para a incorporação do sensível no ensino de medicina através de estratégia multifacetada. Orientamo-nos pelas DCNs de Medicina, Medicina Centrada na Pessoa, visão holística do ser humano e do processo de ensino aprendizagem a partir da complexidade. Utilizamos metodologias ativas, vivências corporais e artísticas na construção coletiva, crítica e criativa de conhecimentos sensíveis visando a autonomia dos estudantes no desenvolvimento de habilidades clínicas. Educação Médica. Educação Sensível. Corporeidade. Sensibilidade. Habilidades clínicas.Knowing is feeling, feeling is kwnowing: LABSENSI’s starting pointABSTRACTThis article aims to rescue the historical process that led to the creation, structuring and organization of UFPE / CAA’s Medical School Laboratório de Sensibilidade (Sensitivity Laboratory). We will present the theoretical and methodological questions and references that inspired its conception. The starting point is our critique of thesensitivity avoidance in educational processes due to hegemony of the instrumental rationality. Among its consequences, we can put in evidence ethically questionable structuring practices and health impacts on students and healthcare professionals. By teaching medicine through a multifaceted strategy, we seek the construction of a pedagogical space for incorporation of the sensitive. We are guided by the Medicine’s National Curriculum Guidelines, Person Centered Medicine, holistic view of the human being and complexity-based teaching learning process. We use active methodologies, body and artistic experiences in collective construction, critical and creative sensible knowledge aiming students’ autonomy in the clinical skills’ development.Medical education. Sensible education. Corporeity. Sensibility. Clinical skills.Conoscere è sentire, sentire è conoscere: il punto di partenza di LABSensiRIASSUNTOQuesto articolo vorrebe presentare il processo storico che ha portato alla creazione, alla strutturazione e all'organizzazione del Laboratorio di Sensibilità del corso di medicina de la Universitá Federal de Pernambuco, Caruaru, Brasile. Presenteremo le domande e i riferimenti teorici e metodologici che ci hanno ispirato per la sua concezione. Partiamo dalla critica dell'eliminazione della sensibilità nei processi educativi dovuta all'egemonia della razionalità strumentale. Tra le sue conseguenze c'è la strutturazione di pratiche eticamente discutibili e impatti sulla salute di studenti e professionisti della salute. Cerchiamo quindi la costruzione di uno spazio pedagogico per l'incorporazione del sensibile nell'insegnamento della medicina attraverso una strategia poliedrica. Siamo guidati dai DCN della medicina, dalla medicina centrata sulla persona, dalla visione olistica dell'essere umano e dal processo di insegnamento che apprende dalla complessità. Usiamo metodologie attive, esperienze corporee ed artistiche nella costruzione collettiva, critica e creativa di conoscenze sensibili che mirano all'autonomia degli studenti nello sviluppo delle abilità cliniche.Educazione Medica. Educazione Sensibile. Corporeità. Sensibilità. Abilità Cliniche.Saber es sentir, sentir es saber: el punto de partida de LABSensi RESUMENEste artículo tiene como objetivo rescatar el proceso histórico que condujo a la creación, estructuración y organización del Laboratorio de Sensibilidad de la Facultad de Medicina de la UFPE / CAA. Presentaremos las preguntas y referencias teóricas y metodológicas que nos inspiraron para su concepción. Partimos de la crítica a la eliminación de la sensibilidad en los procesos educativos debido a la hegemonía de la racionalidad instrumental. Entre sus consecuencias está la estructuración de prácticas e impactos éticamente cuestionables en la salud de los estudiantes y profesionales de la salud. Buscamos, entonces, la construcción de un espacio pedagógico para la incorporación de lo sensible en la enseñanza de la medicina a través de una estrategia multifacética. Nos guiamos por los DCN de medicina, la medicina centrada en la persona, la visión holística del ser humano y el proceso de enseñanza que aprende de la complejidad. Utilizamos metodologías activas, experiencias corporales y artísticas en la construcción colectiva, crítica y creativa de conocimiento sensible con el objetivo de la autonomía de los estudiantes en el desarrollo de habilidades clínicas. Educación médica Educación sensible. Corporeality. Sensibilidad Habilidades clínicas
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Melchiorri, Francesco. « Il Cinema VR come esperienza immersiva archi-schermica ». Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no 3 (28 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16835.

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Il saggio intende proporre una riflessione teorica nei confronti del Cinema VR, pratica artistica recente che ha visto la luce applicando l’apparato tecnico ed estetico della Virtual Reality alla narratività e agli stilemi cinematografici. Dopo una breve premessa etimologica attorno all’idea di immersività, utile a circoscrivere il campo d’indagine, viene introdotto l’oggetto di studio suddetto, cercando di analizzarne la natura mediale e descrivendo perciò quest’ultima attraverso alcune riflessioni di Citton e di Auslander. Ci si sofferma in seguito sul pensiero di Carbone e sulla sua “filosofia-schermi”, tentando di associare al Cinema VR l’“idea sensibile” di “archi-schermo”, attraverso un discorso sulla percezione tra corpo e schermo. Infine, dopo alcune precisazioni di carattere tecnico, si cerca di rilanciare il discorso teorico appoggiandosi all’analisi di D’Aloia, cercando di esplicitare quanto sviluppato lungo la trattazione applicandolo, evidenziandone così da ultimo anche possibili ampliamenti futuri.
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Macrì, Saverio. « Esperienza estetica interattiva e individuazione Nota su U-DATInos ». Itinera, no 23 (8 août 2022). http://dx.doi.org/10.54103/2039-9251/18559.

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Starting from the analysis of U-DATInos, an artistic project realised by Salvatore Iaconesi and Oriana Persico, the article intends to investigate the essential traits and conditions of possibility of the interactive aesthetic experience. In order to understand the phenomenon of interactivity from a philosophical point of view, it may be of some interest to take a closer look at the concept of relation. The topic will be developed by comparing the perspectives of Gilbert Simondon and Alfred N. Whitehead. The primacy of the relation is precisely the phenomenon that both Simondon and Whitehead, independently but not incompatibly, sought to highlight. A relationship rich in consequences is thus formed between art and philosophy. Philosophy is enriched by its contact with artistic practices, reconsidering the categories it has at its disposal or creating new ones; in doing so, it provides art theory with the conceptual tools it needs, without, however, claiming to reduce the meaning of art within the dimension of the concept.
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Gazzano, Marco Maria. « L’invenzione della tv in Italia nell’ esperienza di Mario Sasso. » Sciami | ricerche 8, no 1 (31 octobre 2020). http://dx.doi.org/10.47109/0102200107.

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Mario Sasso, painter and videoartist, has gradually made the expressive exploration of new technological languages the privileged area of his experience. However, he is also known to the general public for being the most sensitive "art director" of television graphics, an activity in which, since the 1960s, and in particular for Rai-Radiotelevisione italiana, he has transfused the richness of his plastic research. Sasso is the main architect of the "image" of Italian public television: of that particular way of presenting himself and being recognized, beyond the programs, in peculiar signs and graphic layouts that the artist himself has conceptually contributed to conceiving: innovating and proposing in new ways the languages of nascent television. Made by him are the first “covers”, the first broadcast opening credits of Rai and its flagship programs; as well as a whole series of expressive innovations that have marked the history of the audiovisual sector. Furthermore, operations of destructuring and intersection of artistic languages that have contributed to building the identity of the medium in Italy even before the official affirmation of the electronic arts and up to the pioneering experience of RaiSat.
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Patti, Federica. « La performatività posthuman ». Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no 3 (28 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16824.

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L’accelerazione tecnologica continua a rivoluzionare la liveness lasciando emergere un alto gradiente di performatività anche nelle semplici abitudini multimediali quotidiane. L’ubiquità pervasiva dei media digitali influenza profondamente i modi e gli stili in cui la performance viene agita e fruita. Attivando efficaci dinamiche di connessione e coinvolgimento del pubblico, strumenti come lo streaming, la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale, il mapping, l’interaction design consentono oggi di allestire esperienze multimediali che offrono una dimensione sociale e comunicativa completamente diversa, all’insegna della transdisciplinarietà e dell’approccio post-antropocentrico. La live media performance è da considerarsi quindi come specifico settore di produzione artistica e di indagine, in cui è possibile far rientrare diverse tipologie di formati e pratiche. Gli agenti elettronici in scena vengono progettati per trasmettere un senso di interconnessione profonda tra i protagonisti, il pubblico e tutto ciò che li circonda. Il palcoscenico diventa così una dimensione sospesa, un “luogo della mente” sinestetico e immersivo, in cui viene ricostruita la realtà come risultato di un agire non soltanto umano. La tecnosfera diviene in questo senso un partner di lavoro. Attraverso l’analisi di ricerche e di linguaggi artistici multimediali performativi emblematici di questo settore disciplinare, si proporrà una suggestione interpretativa transdisciplinare post-antropocentrica e postumana, prestando attenzione alle forme sia umane sia non umane di azione e gesto espressivo.
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Caroni, Sebastiano. « Il silenzio come esperienza trasformativa. L’importanza del silenzio nella meditazione e in ambito professionale ». Geography Notebooks 4, no 1 (5 août 2021). http://dx.doi.org/10.7358/gn-2021-001-caro.

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The article is motivated by the lack of studies which address silence as a context- dependent phenomenon; that is, as a phenomenon whose meaning arises within specific contexts, situations and physical spaces. Accordingly, I address the ways in which the phenomenon of silence plays an essential role in particular professional and vocational domains. The analysis leads through some thoughts and considerations of people who work or are active in specialized fields that have a significant connection with the practice and the experience of silence. I especially examine areas such as meditation, teaching, health professions, and other professional and even – to some extent – artistic practices.
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