Articles de revues sur le sujet « Epigrafica »

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Zöller, Wolf. « Saeculum obscurum – der epigraphische Befund (ca. 890–1000) ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no 1 (1 novembre 2019) : 79–114. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0007.

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Résumé :
Riassunto Questo saggio offre gli esiti di un’indagine condotta sulla produzione epigrafica della Roma altomedioevale, ponendo in particolare l’accento sugli aspetti topologici e materiali delle iscrizioni commissionate da parte dei vescovi romani e degli esponenti della nobiltà cittadina durante il X secolo. Nonostante esistano ponderosi corpora che raccolgono le iscrizioni romane, manca purtroppo a tutt’oggi una rassegna specifica della produzione epigrafica dell’Urbe per il periodo che va dall’anno 890 all’anno 1000, periodo comunemente noto come saeculum obscurum. Proprio le testimonianze epigrafiche, invece, consentono di giungere a una comprensione più profonda del linguaggio materiale e dei meccanismi di comunicazione utilizzati per la rappresentazione del potere all’interno della struttura urbana della città di Roma. Due casi di studio, riguardanti, da un lato, gli epitaffi papali conservati nella basilica di S. Pietro e, dall’altro, le iscrizioni commemorative nella basilica di S. Giovanni in Laterano dimostrano come le epigrafi siano state opportunamente ed efficacemente integrate all’interno del contesto architettonico e liturgico. Un’organizzazione più attenta dello spazio epigrafico permise infatti una interazione per così dire intensificata tra le iscrizioni e il loro contesto tanto materiale che sociale, in particolare nel momento della controversia che coinvolse papa Formoso e della ricostruzione, così carica di valori anche simbolici, della cattedrale di Roma, quando i papi rivali si misero in competizione per il controllo dello spazio urbano. Seguendo un comportamento analogo, gli esponenti dell’aristocrazia cittadina utilizzarono lastre marmoree dalle dimensioni considerevoli al fine di esibire e consolidare in forme monumentali la loro posizione politica dominante. Soprattutto i famosi Teofilatti occuparono, per così dire, le basiliche patriarcali di S. Lorenzo fuori le mura e S. Maria Maggiore per custodirvi la memoria famigliare, mentre le iscrizioni commemorative delle loro imprese edilizie attestavano il loro sforzo di ridefinire il paesaggio urbano di Roma.
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Paci, G. « Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica ». Libyan Studies 25 (janvier 1994) : 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Résumé :
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Lučin, Bratislav. « Litterae olim in marmore insculptae : humanistička epigrafija na istočnoj obali Jadrana do Marulićeva doba ». Croatica et Slavica Iadertina 10, no 10 (7 février 2017) : 191. http://dx.doi.org/10.15291/csi.1089.

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Résumé :
U radu se uvodno daju opće naznake o mjestu epigrafie u humanizmu i o stanju istraživanja hrvatske humanističke epigrafie. Nakon kratka osvrta na interes za antičke natpise u srednjem vijeku, slijedi opširniji prikaz humanista epigrafiara koji su djelovali na Apeninskom poluotoku; naročita se pozornost posvećuje njihovim vezama s Dalmacijom i Dubrovnikom. Uz Cirijaka iz Ancone, koji je bio povezan s humanistima u Zadru, Trogiru i Dubrovniku, čini se da je važnu i dosad nepoznatu ulogu u Splitu odigrao Girolamo Bologni. Interes za antičku baštinu vlastitoga zavičaja i dodiri s kolegama s druge obale Jadrana potaknuli su brojne hrvatske humaniste da i sami prepisuju stare natpise, pa se može reći da se epigrafia na istočnoj obali Jadrana razvija gotovo istodobno s onom na Apeninskom poluotoku. Pobliže se prikazuje djelatnost Jurja Benje, Petra Cipika, Marina Rastića, Marina Marinčića, dosad nepoznatog Jerolima Trogiranina te Dmine Papalića i Marka Marulića. Marulićev spis In epigrammata priscorum commentarius vrhunac je epigrafske djelatnosti u hrvatskom humanizmu, no ovdje se pokazuje da djelo ima iznimnu vrijednost i u međunarodnom kontekstu, jer je posrijedi jedna od prvih komentiranih zbirki natpisa uopće. U završnom dijelu rada pokušava se odgovoriti na pitanje zašto je u hrvatskom humanizmu nakon Marulića epigrafska djelatnost gotovo posve zamrla.
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Dell’Era, Romeo. « uisou o uosiu[i] ? Cambiando senso, il senso cambia : nuova lettura di un’iscrizione celtica da Pregassona (Lugano) ». Cahiers du Centre de Linguistique et des Sciences du Langage, no 60 (24 février 2020) : 215–20. http://dx.doi.org/10.26034/la.cdclsl.2020.193.

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Résumé :
Il 24 gennaio 1924, una notizia di archeologia ticinese fu pubblicata sulle Basler Nachrichten :« Bei Ausgrabungsarbeiten in Rollino, einem kleinen Zinken der Gemeinde Pregassona (Lugano) stieß man auf ein Grab und legte dann sukzessive drei weitere mit Steinen überdeckte Gräber frei. Rechts vom Reste des einen Skeletts fand man einen unregelmäßig geformten Stein, auf dessen behauener Oberfläche in einem Rechteck folgende Zeichen zu lesen sind : H G L E T O. Die Form der Buchstaben ist dieselbe wie die auf dem Stein, den man bei den Ausgrabungen im Jahre 1848 bei San Pietro di Stabio fand. Ein Maler hat das besterhaltene der Skelette erworben ».Questa notizia anonima fu ripresa nello Jahresbericht der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte ; la lettura, dubbia, non fu riportata (« [eine] Inschrift, deren sichere Lesung uns zur Zeit noch nicht vorliegt »), ma fu formulata un’ipotesi di classificazione archeologica ed epigrafica : « Möglicherweise handelt es sich um eine jener häufigen gallischen Inschriften mit “etruskischem” Alphabet ». In seguito a ciò, in alcuni studi di epigrafia preromana fu segnalata una possibile iscrizione celtica a Pregassona.
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Fagan, Garrett G. « The reliability of Roman rebuilding inscriptions ». Papers of the British School at Rome 64 (novembre 1996) : 81–93. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010357.

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Résumé :
L'AFFIDABILITÀ DELLE ISCRIZIONI DA RIEDIFICAZIONI ROMANEEdmund Thomas e Christian Witschel hanno presentato (Papers of the British School at Rome 60 (1992), 135–77) un'analisi dell'affermazioni epigrafiche delle iscrizioni da riedificazioni nel tentativo di mettere in luce il simbolismo e l'ideologia della ricostruzione e la sua importanza per i Romani. In tutto il loro lavoro i suddetti autori costantemente mettono in dubbio l'affidabilità delle iscrizioni da riedificazioni romane, poiché la finalità di tali testi viene vista non come un riflesso delle condizioni dell'antichità, ma piuttosto come un mezzo per trasmettere un'ideologia della ricostruzione. In questo lavoro viene invece affermato che la natura del linguaggio epigrafico, i limiti dell'evidenze antiche e le difficoltà nell'interpretazione del materiale archeologico ed epigrafico in connessione, e, infine la funzione sociale dei monumenti epigrafici stessi rendono difficile accettare il quadro di diffusa inaffidabilità che emerge, secondo Thomas e Witschel, da tali testi. Piuttosto, le iscrizioni da riedificazioni vanno associate all'antica realtà fisica, sebbene in un linguaggio sfumato, simbolico e di formule.
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D’Encarnação, José. « [Recensão a] La Collezione Epigrafica dei Musei Capitolini ». Conimbriga : Revista de Arqueologia 29 (1990) : 160–62. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_29_14.

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Pollard, Nigel. « Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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Résumé :
ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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DEVIJVER, H., et F. VAN WONTERGHEM. « 'Nuova' testimonianza epigrafica sull'allevamento transumante in territorio albense (AE1974, 308) ». Ancient Society 19 (1 janvier 1988) : 97–103. http://dx.doi.org/10.2143/as.19.0.2011345.

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Camodeca, Giuseppe. « L'attività dell'ordo decurionum nelle città della Campania dalla documentazione epigrafica ». Cahiers du Centre Gustave Glotz 14, no 1 (2003) : 173–86. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2003.1584.

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Culasso Gastaldi, Enrica. « Abbattere la stele. Riscrittura epigrafica e revisione storica ad Atene ». Cahiers du Centre Gustave Glotz 14, no 1 (2003) : 241–62. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2003.1591.

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Chelotti, Marcella. « L'attività dell'ordo decurionum nella documentazione epigrafica della Regio Secunda Augustea ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 119, no 2 (2007) : 347–50. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2007.10389.

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Caldelli, Maria Letizia, et Silvia Orlandi. « EAGLE : storia di un'idea dalle origini all'ingresso di EDF ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 126–37. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00020.

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Il contributo fornisce una breve storia di EAGLE: nasce nel 2003 come Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy, una federazione di banche dati che si riconoscono nello stesso modo di concepire l’epigrafia digitale; si evolve tra il 2013 e il 2016 come aggregatore e content provider di Europeana (Europeana network of Ancient Greek and Latin Epigraphy); dal 2020 accoglie EDF (Epigraphic Database Falsae), la prima banca dati dedicata al fenomeno della falsificazione epigrafica.
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Boffa, Giovanni. « La nascita e l’evoluzione della cultura epigrafica in Magna Grecia : documenti, temi, sfide e prospettive ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 55–101. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.396.

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Lo scopo del presente lavoro è quello di illustrare la nascita e i primi sviluppi della cultura epigrafica nel contesto della Magna Grecia. Di tali complessi e articolati fenomeni, che risultano essere parte integrante di quello più ampio della nascita e della prima diffusione dell’alfabeto greco, si cercherà di cogliere le radici e le implicazioni sociali, attraverso l’esame di documenti idonei a far emergere ambiti, contesti, occasioni, mezzi, modi e pratiche collegate all’uso della scrittura.
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Piepoli, Luciano. « Paesaggi dipinti ». Eikon / Imago 9 (3 juillet 2020) : 499–526. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73344.

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Résumé :
In questo articolo si esaminano le immagini relative a strade, insediamenti ed elementi del paesaggio dell’Apulia et Calabriaraffigurate nei segmenti 5,2-5 e 6,1-2 della Tabula Peutingeriana, carta stradale picta redatta tra la metà e la fine del IV secolo. L’Apulia et Calabria – regio istituita da Augusto e trasformata in provincia alla fine del III secolo – si sviluppava su un territorio corrispondente sostanzialmente a quello dell’odierna Puglia (Italia meridionale). Il repertorio iconografico è stato analizzato alla luce della documentazione storica, archeologica ed epigrafica nota sull’unità amministrativa romana e degli studi pregressi di carattere generale incentrati sulle peculiarità stilistiche e sull’interpretazione delle immagini raffigurate sulla Tabula.
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De Spirito, Giuseppe. « La basilica lateranense nel quadro delle vicende del Patriarchio del secolo X. L’evidenza epigrafica ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 116, no 1 (2004) : 117–39. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2004.10758.

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Gómez Jiménez, Silvia. « Andreu Pintado, Javier ; Ozcáriz Gil, Pablo y Mateo Pérez, Txaro : Epigrafía romana de Santa Cruz de Eslava, Faenza, Epigrafia e Antichità, 2019, 187 pp. ISBN : 978-88-7594-140-6. » Documenta & ; Instrumenta - Documenta et Instrumenta 18 (14 avril 2020) : 255–56. http://dx.doi.org/10.5209/docu.68793.

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Branchesi, Fabiola. « La colonia di Auximum (Picenum) e la gestione dello spazio pubblico : l’apporto della documentazione epigrafica ». Cahiers du Centre Gustave Glotz 17, no 1 (2006) : 153–73. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2006.906.

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Angelis, Franco De. « Kalle Korhonen : Le iscrizioni del Museo Civico di Catania. Storia delle collezioni – Cultura epigrafica – Edizione ». Gnomon 79, no 2 (2007) : 138–41. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2007_2_138.

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Marginesu, Giovanni. « Rationes dei magistrati e monumenti epigrafici ateniesi d’età classica. Alcune osservazioni ». Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no 18 (18 juillet 2022) : 93–114. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18100.

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Résumé :
Il saggio esamina la bibliografia posteriore al 2010 sui rendiconti edilizi ateniesi d'età classica, con particolare riferimento al V secolo a.C. Si fa un breve cenno iniziale alle principali novità emerse nella ricerca epigrafica e nell'edizione dei testi. Sono poi presi in esame i lavori che hanno contribuito ad alimentare il dibattito relativo al rapporto fra le iscrizioni, spesso di forma e impatto monumentale, e le scritture prodotte sul cantiere e presentate dai magistrati durante l'esame contabile, previsto a conclusione dell'incarico. This paper reviews the post-2010 debate on Athenian building accounts of the classical age, with particular regard to the fifth century BCE. An initial summary of the main papers in epigraphic research is provided. The essay aims to feed the debate on the relationship between the inscriptions, often of monumental form and impact, and the writings produced and presented by magistrates during the accounting examination, scheduled at the end of the assignment.
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Gilliver, C. M. « A mercator bovarius from Veii in a new inscription from the Mola di Monte Gelato ». Papers of the British School at Rome 58 (novembre 1990) : 193–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011648.

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Résumé :
UN MERCATOR BOVARIUS VEIENTE DA UNA NUOVA ISCRIZIONE DALLA MOLA DI MONTE GELATOAmpie parti di un'iscrizione appartenente a un rilievo funerario marmorea dell'inizio del I secolo d.C. sono venute alla luce da una calcara durante gli scavi alla Mola di Monte Gelato, nell'Etruria Meridionale. Il rilievo, tipico fra quelli realizzati da gruppi di liberti durante la tarda fase repubblicana e la prima età imperiale, risente nelle caratteristiche di un'influenza urbana. Uno dei liberti menzionati, C. Valerius Faustus, fu un mercator bovarius, probabilmente legato al commercio di bestiame a Roma, e sacerdote del culto imperiale nel limitrofo municipio di Veio. La sola donna commemorata nel monumento, forse la moglie di Faustus, ha anch'essa un nesso con Veio come si evince dall'evidenza epigrafica. Questo complesso appare utile per illustrare, dunque, i legami presenti fra il sito di Mola di Monte Gelato, in rapporto al municipio veiente e alla non lontana città di Roma.
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Prag, Jonathan R. W. « Poenus plane est — but who were the ‘Punickes’ ? » Papers of the British School at Rome 74 (novembre 2006) : 1–37. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003214.

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POENUS PLANE EST — MA CHI ERANO I ‘PUNICKES’?Il termine ‘punico’ (o equivalenti), derivato dal latino ‘Poenus’, è un luogo comune. Il suo uso in ogni caso è frequentemente poco chiaro e contraddittorio. Questo articolo ha due finalità principali: in primo luogo vuole chiarificare Papplicazione del termine ‘punico’, sia nell'uso antico, sia in quello moderno, insieme con termini affini e associati; in secondo luogo intende dimostrare che nell'evidenza sopravvissuta, il termine ‘poenus’ non fu usato prima del I secolo d.C. come etichetta di identità autoattribuita. Una parte cruciale di questa dimostrazione è costituita dall'esame dell'evidenza epigrafica circa l'attribuzione di identità nell'antico Mediterraneo. Si prova che una simile evidenza è in genere sottostimata in rapporto all'uso che si fa delle fonti letterarie per lo studio dell'identità nel mondo classico. L'utilizzo di ‘Poenus’ è quasi interamente letterario; per cui esso è strettamente associato ad una gran quantità di stereotipi (generalmente negativi). Ciò rende il termine problematico nell'uso come un termine descrittivo culturale nella letteratura moderna.
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Chioffi, Laura. « I patrimoni dei senatori nel suburbio di Roma : criteri di ricerca epigrafica, primi risultati e nuove acquisizioni ». Cahiers du Centre Gustave Glotz 16, no 1 (2005) : 101–19. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2005.883.

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PÉREZ GONZÁLEZ, Jordi. « PARISINI, L., "Notus in arte sua. Lavoro e identità sociale nella documentazione epigrafica dei professionisti del lusso di Roma". » Índice Histórico Español, no 134 (26 avril 2022) : 272. http://dx.doi.org/10.1344/ihe.2021.134.39704.

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Arena, Emiliano. « Alessandro basileus nella documentazione epigrafica : la dedica del tempio di Atena a Priene (I.Priene 156) ». Historia 62, no 1 (2013) : 48–79. http://dx.doi.org/10.25162/historia-2013-0003.

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Mongardi, Manuela. « Rapporti familiari a ‘Mutina’ e nel suo agro tra III e V secolo d.C. : considerazioni alla luce della documentazione epigrafica ». Quaderni di Erga-Logoi 9788879167642 (mars 2016) : 209–23. http://dx.doi.org/10.7359/764-2016-mong.

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Grasby, Richard. « A Comparative study of five latin inscriptions : measurement and making ». Papers of the British School at Rome 64 (novembre 1996) : 95–138. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010369.

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UNO STUDIO COMPARATIVO DI CINQUE ISCRIZIONI LATINE: MISURE E COSTRUZIONEQuesto lavoro prende in considerazione il progetto e la costruzione di cinque iscrizioni del I secolo d.C. Misure prese da ogni iscrizione portano alla conclusione che esistesse un sistema per organizzare l'area occupata dallo scritto; questo controllava la lunghezza delle linee, lo spazio tra le linee, l'altezza e la forma delle lettere. Viene evidenziato come tale sistema fosse basato sulla suddivisione di un modulo in unità; il modulo stesso rappresentava un elemento di una generale griglia di controllo. Griglie sovrapposte sulle stesse lettere all'interno di ogni iscrizione hanno mostrato la notevole somiglianza della forma delle lettere anche di dimensioni molto diverse. Il metodo con cui tale precisione fosse ottenuta viene discusso e confrontato con i metodi moderni di organizzazione delle lettere e pratiche di incisione. Le conseguenze per l'interpretazione epigrafica di un tale piano di organizzazione geometrica possono essere giudicate sulla base dei testi ricostruiti delle cinque iscrizioni esaminate in questo lavoro. Sebbene si tratti di uno studio limitato ogni iscrizione viene differenziata per età, origine e funzione e rivela un sistema di controllo delle misure in maniera sufficientemente chiara da suggerire che esso avesse una più ampia applicazione. Teorie sui metodi adottati dai Romani nell'organizzazione delle iscrizioni, e nel modellamento ed incisione delle lettere, vengono avanzate sullo sfondo di due ricostruzioni a grandezza naturale fatte dall'autore di RIB.330 e RIB.288.
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D'Andrea, Francesca. « MONUMENTA COLUMBARIORUM INTEGRA REPERTA.ANALISI DI UN COMPLESSO MONUMENTALE PRESSO PORTA MAGGIORE ». Papers of the British School at Rome 83 (16 septembre 2015) : 29–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246215000033.

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Résumé :
Con il presente lavoro si propone la ricostruzione di un complesso funerario di età romana scoperto a Roma, nei pressi di Porta Maggiore, sul finire del XIX secolo (1871). Lo studio è stato condotto attraverso l'analisi critica dei dati offerti dalla documentazione di scavo, dalle foto d'archivio, dalle indicazioni topografiche e dai materiali epigrafici. L'articolo prende in esame le iscrizioni sepolcrali scoperte all'interno di questi ambienti, pubblicate nel sesto volume delCorpus Inscriptionum Latinarum(CILVI, 5961–6148). Grazie al ritrovamento di due fotografie, scattate durante gli scavi del 1871 da John Henry Parker, si è ora in grado di restituire all'originario contesto sepolcrale un gruppo di epigrafi, cui era stata finora attribuita un'erronea provenienza. L'obiettivo del presente lavoro è quello di contribuire, attraverso l'utilizzo di fonti diverse, alla comprensione dello sviluppo archeologico e topografico di quest'area, ripercorrendo le successive fasi di occupazione del sepolcreto che qui fu prese forma.
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Cavallini, Flavio. « Materiale epigrafico della Chiesa e del Convento francescano di Lezha / Materiali epigrafik i kishës dhe manastirit françeskan të Lezhës ». Iliria 32, no 1 (2005) : 279–303. http://dx.doi.org/10.3406/iliri.2005.1123.

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Gorostidi Pi, Diana. « A propósito de un estado de la cuestión de la epigrafía romana de Benevento - PAOLA CARUSO (a cura di), ANTIQUA BENEVENTANA. LA STORIA DELLA CITTÀ ROMANA ATTRAVERSO LA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA (Edizioni “La Provincia Sannita” ; Benevento 2013). Pp. vi + 503, figs. ISBN 978-88-907651-7-9. » Journal of Roman Archaeology 29 (2016) : 806–11. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400072792.

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Faria, António Marques de. « Epigrafia monetária meridional ». Conimbriga : Revista de Arqueologia 30 (1991) : 13–21. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_30_2.

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Gatti, Sandra. « Nuovi documenti epigrafici da Praeneste ». Cahiers du Centre Gustave Glotz 7, no 1 (1996) : 253–58. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.1996.1409.

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Prasodjo, Tjahjono. « Epigrafi Indonesia : Peran, Kedudukan, Dan Pengembangannya ». Berkala Arkeologi 18, no 1 (24 octobre 1998) : 7–16. http://dx.doi.org/10.30883/jba.v18i1.772.

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Sekali lagi saya menegaskan bahwa epigrafi merupakan ilmu bantu bagi arkeologi dan ilmu sejarah. Dengan mengetahui posisi epigrafi dalam konstelasi bidang kajian yang lain, kita akan tahu dimana kita berpijak untuk kemudian dapat mengembangkan bidang kajian epigrafi ini. Pengembangan kajian epigrafi itu sendiri ternyata cukup cerah. Masih banyak yang dapat kita lakukan untuk meningkatkan kuantitas dan kualitas penelitian epigrafi.
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D'Encarnação, José. « A epigrafia latina como elemento didáctico (XXXII) ». Boletim de Estudos Clássicos, no 58 (29 décembre 2013) : 147–51. http://dx.doi.org/10.14195/2183-7260_58_10.

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Zangrando, Alessia. « Epigrafia musicale nel mondo romano ». Greek and Roman Musical Studies 9, no 2 (20 août 2021) : 341–63. http://dx.doi.org/10.1163/22129758-bja10028.

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Résumé :
Abstract Some representative issues were revealed in a few emblematic case studies regarding musical data in Latin epigraphy. Some such issues are a complex relationship between texts and images, and the symbolic meaning of some specific musical depictions. Therefore, in order to add new information to what we know about the ancient Roman soundscape, it is necessary to tackle this question by taking an intercultural approach.
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D'Encarnação, José. « Para uma Epigrafia do Quotidiano ». Kairós, no 11 (28 octobre 2021) : 76–82. http://dx.doi.org/10.14195/2184-7193_11_8.

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Gagarin, Michael, et Alberto Maffi. « Studi di epigrafia giuridica greca ». Classical World 80, no 1 (1986) : 56. http://dx.doi.org/10.2307/4349984.

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Morandi, Alessandro. « Note di epigrafia etrusca arcaica ». Revue belge de philologie et d'histoire 66, no 1 (1988) : 86–100. http://dx.doi.org/10.3406/rbph.1988.3620.

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Morandi, Alessandro. « Note di epigrafia etrusca veiente ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 101, no 2 (1989) : 581–96. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.1640.

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D’Encarnação, José. « O verão na epigrafia romana ! » Kairós, no 6 (4 août 2020) : 106–9. http://dx.doi.org/10.14195/2184-7193_6_9.

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Redentor, Armando. « Tons outonais e epigrafia romana ». Kairós, no 7 (6 novembre 2020) : 153–61. http://dx.doi.org/10.14195/2184-7193_7_9.

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Guerra, Amílcar. « JOSÉ D’ENCARNAÇÃO : BREVE PERSPECTIVA SOBRE UM NOTÁVEL PERCURSO DE INVESTIGAÇÃO EM EPIGRAFIA ». Conimbriga 55 (20 décembre 2016) : 29–49. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_55_13.

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Résumé :
Integrando-se na justa homenagem a José d’Encarnação a que a revista Conimbriga se associa, este texto tem como objectivo principal fazer uma breve síntese do seu percurso científico no domínio da Epigrafia, o qual se confunde a cada momento com os próprios caminhos que a disciplina percorreu em Portugal nos últimos 50 anos. A sua explanação organiza-se em torno de sete tópicos. Por um lado, um conjunto respeita à própria definição de Epigrafia, aos seus métodos e objectivos, onde se destaca o domínio da edição de textos e às suas obras de natureza didáctica e as dedicadas aos problemas do ensino da disciplina. Para além disso, apresenta-se uma série de temas que constituíram a sua preferência, nos quais assumem especial destaque a vertente das religiões e cultos e a análise da realidade social. Completam o quadro uma panorâmica da sua investigação no domínio da História da Epigrafia e no das relações com a Arqueologia.
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Gouveia, Anna Paula Silva, André Luiz Tavares Pereira, Priscila Lena Farias et Gabriela Garcia Barreiros. « Paisagens tipográficas - lendo as letras nas cidades ». InfoDesign - Revista Brasileira de Design da Informação 4, no 1 (20 septembre 2010) : 1–11. http://dx.doi.org/10.51358/id.v4i1.28.

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Résumé :
Tipografia na paisagem urbana. A epigrafia insere-se na arqueologia, e mais precisamente na paleografia.Estuda as inscries, a escrita antiga em material resistente (pedra, metal, argila, cera, etc.), incluindo suadecifrao, datao e interpretao. O artigo prope a aplicao de procedimentos da epigrafia ao estudo deinscries modernas contendo o nome de arquitetos e construtores, encontradas nas fachadas de edifciosdo centro histrico de So Paulo. Demonstra-se, assim, como estes conceitos podem ser aplicados aodesenvolvimento de mtodos mais precisos de levantamento, sistematizao, e catalogao de dados, quepodem ser adotados na pesquisa em design da informao. [ Download ]
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YILDIZ, M. Ertan. « THE POSITION OF WOMEN IN ANATOLIA IN THE LIGHT OF ANCIENT GREEK INSTRUCTIONS ». Nevşehir Hacı Bektaş Veli Üniversitesi SBE Dergisi 11, no 3 (30 septembre 2021) : 1285–97. http://dx.doi.org/10.30783/nevsosbilen.988436.

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Résumé :
Antik Dönem’de kadının konumunu konu alan Türkçe yayınlar günümüzde hatırı sayılır şekilde artmıştır. Fakat bu çalışmalarda epigrafik belgeler neredeyse hiç referans gösterilmemiştir. Oysa epigrafik belgelerden kadının Antik Dönem’deki konumunu ortaya koyan önemli bilgilere ulaşılmaktadır. Bu kitabelere göre genç kızlar, 14 yaşına geldiklerinde evlilik yaşına girmiş oluyorlardı. Pek çok mezar yazıtında genç kızların bakire olarak öldüğü vurgusu onların evlenene kadar bekaretlerini koruduklarını göstermektedir. Bu dönemde toplumsal yaşama dahil edilmeyen kadınlar becerilerini ispat ettiklerinde dokuma dışında işlerle de uğraşabilmekteydi. Bu makalede örnek verilen epigrafik belgelerden kent meclislerinin onay vermesiyle kadınların hekim olarak da çalışabildiklerine değinilmiştir. Yine epigrafik belgelerden daima erkek çocukların evlat edinildiği görülmektedir. Kız çocukların yerine erkek çocukların evlat edinilmesi özellikle miras hukukuyla ilişkilidir. Toplumsal yaşamda ve kent yönetiminde söz sahibi olamayan kızların miras üzerinde de söz sahibi olamadıkları bilinmektedir. Fakat epigrafik belgelerden mezar hukukuna yönelik mirasın bunun dışında tutulduğu görülmektedir. Mezara kimlerin defnedileceği hususunda kızların mirasçı ve söz sahibi olabildiği yazıtlardan öğrenilmektedir.
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Ossowska, Aldona. « Rodzina w społeczeństwach antycznych i wczesnym chrześcijaństwie. Literatura, prawo, epigrafika, sztuka, red. J. JundziU, Bydgoszcz 1995, Wydawnictwo WSP, ss. 346 ». Biuletyn Historii Wychowania, no 3/4 (1 janvier 2019) : 61–62. http://dx.doi.org/10.14746/bhw.1996.3.4.16.

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Zaccaria, Claudio. « Problemi epigrafici del foro di Trieste ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 100, no 1 (1988) : 63–85. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1988.1581.

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Acampora, Laura, et Annarena Ambrogi. « Reperti scultorei ed epigrafici dal Palatino ». Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no 132-1 (10 juin 2020) : 169–93. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.9382.

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Morandi, Alessandro. « Epigrafia vascolare celticafra Ticino e Como ». Revue belge de philologie et d'histoire 77, no 1 (1999) : 151–204. http://dx.doi.org/10.3406/rbph.1999.4353.

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Morandi, Alessandro. « Due brevi note di epigrafia italica ». Revue belge de philologie et d'histoire 79, no 1 (2001) : 57–63. http://dx.doi.org/10.3406/rbph.2001.4507.

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D’Encarnação, José. « Problemas em aberto na epigrafia mirobrigense ». Conimbriga : Revista de Arqueologia 35 (1996) : 129–46. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_35_6.

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Redentor, Armando. « SOBRE A EPIGRAFIA ROMANA DE AEMINIUM ». Conimbriga 55 (20 décembre 2016) : 57–89. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_55_11.

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Résumé :
Revisita-se o dossiê epigráfico da cidade romana de Aeminium, a actual Coimbra, integrando-o no seu urbanismo e na sua história. Realiza-se a análise revisória dos suportes epigráficos e dos conteúdos iconográficos e escritos, nomeadamente da onomástica e relações familiares, acompanhada de inferências sobre o estatuto jurídico e perfil social dos indivíduos.
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