Littérature scientifique sur le sujet « Epigrafia etrusca »

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Articles de revues sur le sujet "Epigrafia etrusca"

1

Morandi, Alessandro. « Note di epigrafia etrusca arcaica ». Revue belge de philologie et d'histoire 66, no 1 (1988) : 86–100. http://dx.doi.org/10.3406/rbph.1988.3620.

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2

Morandi, Alessandro. « Note di epigrafia etrusca veiente ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 101, no 2 (1989) : 581–96. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.1640.

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3

Maras, Daniele Federico. « Le scritture dell'Italia preromana ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 923–68. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.386.

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Résumé :
La scrittura è stata introdotta nell’Italia antica attraverso il contatto tra i navigatori greci e le aristocrazie etrusche dell’età Orientalizzante. Entrando a far parte dei rapporti cerimoniali tra pari, si è diffusa rapidamente presso le popolazioni vicine e nel corso del VI secolo a. C. ha assunto un valore identitario etnico, dando vita a un mosaico di diverse tradizioni grafiche, volta per volta derivate direttamente dalla scrittura greca o attraverso la mediazione etrusca o latina. L’autore dedica alcune pagine introduttive al processo storico di trasmissione e adattamento della scrittura e poi passa in rassegna i domini epigrafici etrusco, falisco, latino, celtico, veneto, retico, camuno, paleo-italico, paleo-sabellico, ausone, osco e umbro. In conclusione, alcuni spunti per la ricerca futura vengono brevemente accennati.
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4

Valente, Noemi. « Novità su un particolare schema iconografico dell’orientalizzante etrusco ». Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no 18 (18 juillet 2022) : 231–61. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18105.

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Résumé :
In questo lavoro verrà preso in considerazione un particolare schema iconografico riconoscibile su un piccolo numero di materiali etruschi databili al VII secolo a.C.A rendere particolarmente rilevante questo schema è la diffusione geografica che esso presenta con due differenti poli, uno padano e uno meridionale, strettamente vulcente. Ciò appare rilevante soprattutto considerando quanto è stato osservato in passato a proposito dei contatti tra Vulci e l’Etruria padana dal punto di vista epigrafico. A particular iconographic scheme can be identified on a small number of Etruscan objects datable to the 7th century BCE. What makes this scheme particularly relevant is its diffusion between two geographical poles: the Po Valley and South Etruria, particularly at Vulci. These objects are important indicators of a pattern of contacts similar to that previously observed between Vulci, North Etruria, and the Po Valley from an epigraphic point of view.
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5

Belfiore, Valentina. « Etrusco ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 199–262. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.382.

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Résumé :
Il breve saggio sulla lingua etrusca intende fornire le linee essenziali per ricostruire un quadro il più possibile aggiornato delle conoscenze acquisite sulla lingua etrusca, con riguardo alla storia degli studi e ai metodi interpretativi, ai corpora disponibili, alla quantità e tipologia delle attestazioni, ai caratteri fonetici, morfologici, tipologici e sintattici, al lessico, ai caratteri epigrafici, al sistema onomastico. Nell’ambito di questa sintesi sono inoltre evidenziati i limiti ancora esistenti per la comprensione dell’etrusco e le sfide da affrontare per il futuro.
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6

Pollard, Nigel. « Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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Résumé :
ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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7

Rodríguez Ramos, Jesús. « Sobre la identificación de dioses íberos en las inscripciones ». Gerión. Revista de Historia Antigua 38, no 1 (1 avril 2020) : 259–84. http://dx.doi.org/10.5209/geri.68593.

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Reavivado el debate de la identificación de nombres de dioses íberos por la aparición de nuevas inscripciones latinas y los estudios de Joan Ferrer sobre inscripciones rupestres, es el momento adecuado para revisar tanto las nuevas propuestas como las antiguas, así como para plantear nuevas posibilidades. Se presta especial atención a la posibilidad de identificar la presencia de dioses extranjeros (como sucede en epigrafías similares, tales como la griega o la etrusca). Dada su rareza fonotáctica, es probable que las formas íberas -al y balkar sean préstamos, por lo que la interpretación de balkar como una adaptación del teónimo Melqart resulta especialmente interesante.
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8

Ambrosini, Laura. « La ricezione del mito di Galatea in Etruria tra antiquaria, epigrafia ed iconografia ». Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no 131-1 (30 juin 2019) : 105–21. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.7373.

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9

Poccetti, Paolo. « Lingue sabelliche ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (5 mai 2020) : 403–94. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.399.

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Résumé :
La documentazione delle lingue sabelliche, occupanti l’area più estesa dell’Italia peninsulare, consiste di circa 1000 testi epigrafici, compresi tra il VII e il I secolo a.C., di estensione variabile da una sola lettera a circa 3000 parole,oltre a meno di 50 glosse di fonti greche e latine, che hanno trasmesso informazioni storico-culturali sulle comunità di parlanti. L’intera storia di questo gruppo di lingue è caratterizzata dalla dialettica tra unità e dalla varietà riguardo sia ai rapporti con le lingue indoeuropee d’Italia sia alle più spiccate convergenze con il latino sia ai contatti con lingue prossime (greco ed etrusco). Di conseguenza restano aperti numerosi problemi relativi alla loro definizione e classificazione e al loro impatto nella storia del latino. La dinamica tra unità e varietà caratterizza anche i rispettivi sistemi alfabetici non solo nello spazio, ma anche nel loro sviluppo diacronico.
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10

Steingräber, Stephan. « Italia ante Romanum Imperium. Scritti di antichità etrusche, italiche e romane (1999–2013). Vol. 5 : Tra storia e archeologia. Vol. 6 : Tra arte e archeologia, epigrafia ». Etruscan Studies 21, no 1-2 (7 novembre 2018) : 151–55. http://dx.doi.org/10.1515/etst-2018-0001.

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Thèses sur le sujet "Epigrafia etrusca"

1

Bianchi, Tommaso. « Teśne rasne. Studi intorno ad una possibile ricognizione del diritto etrusco ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/312283.

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Résumé :
The following work is the result of three years of research for my Ph.D. at the University of Trento, Faculty of Law. The aim of my research is to give an account of the Etruscan legal system by analysing both direct and indirect sources. For this, I have attempted to use historical, linguistic, and epigraphical methods and instruments, combining them to offer the most complete view of one of the most influential cultures in the Italian peninsula before the rise of Rome. The first chapter is an account of the historical evolution of the Etruscan ethnos from the Bronze age to the end of the I century b.C., focusing mainly on the socioeconomic drives that informed public affairs and the complex exchequer of international events. This part is based on indirect sources, such as literary ones. The second chapter is an attempt to offer a short linguistic vademecum, focused mainly on Etruscan alphabet and morphology, with some remarks regarding the origins of Etruscan language and alphabet. The third chapter is the analysis of the direct sources, mostly epigraphic ones. I have chosen the most relevant legal epigraphs that have yet been discovered and have proceeded to study them, attempting (where possible) some parallels with roman law. After the general conclusions, I deemed it appropriate to add two appendixes concerning Etruscan amgistratures and a short legal lexicon. The work is closed by some hand-drawn maps and the most important epigraphs.
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2

NOCENTINI, ALESSANDRO. « La Stele Etrusca di Vicchio. Metodologie di rilievo per un’iscrizione da svelare ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1074584.

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Résumé :
Modern processes for understanding material culture are intrinsically an important component of cultural management where an efficient synergy between archaeologists and architects can play a major role. The origins of this project are based on the interdisciplinary relationship that was part of close collaboration with the Mugello Valley Archaeological Project – a consortium of American and European universities – which coalesced as the result of extraordinary find by the excavations of Poggio Colla, in the Comune of Vicchio. This find, an inscribed stele, became the focal point of this thesis. The stele is a large sandstone slab that dates to the 6th century BC. It weighs 250 kilograms, is well over a metre high, and was placed in the foundations of a temple. The stele is especially important because its surface is inscribed with a long Etruscan text, probably sacred in nature, which promises to shed light on the Etruscan belief system as well as to provide important evidence for Etruscan language and epigraphy. The principal research goal was to render decipherable through experimental methods, based on 3D digital documentation, the numerous incisions, some of which are now barely even a millimetre deep. The challenge of providing a high-definition digital representation of the inscriptions was resolved by the repeated documentation of the stele during all parts of the conservation process. The experimental methodology that was chosen for documentation was digital photogrammetry and triangulation-based laser scanning.
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3

CARACCIOLO, GIULIANO. « Chiusi Romana. Ricerche di prosopografia e di storia socio-economica ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1213739.

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Résumé :
Nel panorama dell’Etruria romana, il dossier epigrafico di Chiusi è senza dubbio tra i più significativi per ricchezza e continuità cronologica di attestazioni, che abbracciano un arco di tempo che va dall’epoca tardorepubblicana all’età paleocristiana. Queste si vanno ad aggiungere a un eccezionale repertorio di iscrizioni etrusche, il più ricco dell’intera regione, di cui si terrà conto per comprendere in che misura l’epigrafia latina di Clusium abbia risentito dell’influsso della tradizione precedente. Da queste premesse risulta evidente come l’approccio epigrafico rappresenti la via più immediata e forse l’unica strada percorribile per una ricerca storica di ampio respiro. Ancor di più, come vedremo, in considerazione dello scarso contributo fornito dalle altre fonti, in primis archeologiche, ma anche storiografiche. Ho ritenuto opportuno suddividere la trattazione in quattro sezioni principali, allo scopo di delineare un quadro che tenesse conto di diversi aspetti di carattere storico, socio-economico e prosopografico. Nella prima parte è stato fornito un quadro introduttivo sullo scenario politico-amministrativo all’indomani della definitiva conquista romana, cercando così di individuare alcuni punti di riferimento essenziali su cui poter basare la ricerca di carattere epografico e prosopografico. Naturalmente, si è tentato di mettere in particolare evidenza i rapporti tra Chiusi e Roma, a partire dall’epoca della civitas foederata, fino all’acquisizione del diritto romano (90-89 a.C.) successivo al bellum sociale, vero e proprio spartiacque nel processo di romanizzazione dell’Etruria e dell’intera penisola italica. Un approfondimento è stato dedicato al nuovo assetto giuridico e istituzionale della comunità chiusina, per cercare di fare chiarezza sull’avvicendamento tra quattuorviri e duoviri attribuito nella communis opinio a una presunta deduzione di veterani sillani. La seconda sezione, di impostazione prettamente epigrafica, è invece dedicata allo studio della società chiusina a partire dalla sua integrazione nella realtà socio-politica romana, cercando di cogliere eventuali peculiarità rispetto al “comportamento” delle altre città etrusche. Una chiave di lettura privilegiata in questa fase di transizione dalla cultura etrusca a quella romana è fornita dalle iscrizioni sepolcrali (bilingui, digrafe, latinografe e latine). Queste testimonianze si sono rivelate infatti essenziali per la ricostruzione delle genealogie di alcune famiglie del ristretto ed endogamico ceto dirigente locale, che proprio in concomitanza dell’acquisizione della civitas optimo iure sembra aver “accolto” nella sua rete di parentele diverse persone immigrate. Interessanti spunti di riflessione sono offerti anche dal formulario epigrafico di questi testi, che nella ripresa o meno di elementi etruschizzanti sembra strettamente connesso alla discendenza (indigena o straniera) dei rispettivi personaggi ricordati. Inoltre, sono state prese in esame le attestazioni relative ai diversi gruppi sociali individuati nella documentazione epigrafica, mentre in coda ho inserito un paragrafo che accoglie le testimonianze di Chiusi e dei suoi abitanti nel resto dell’Impero. Nell’ambito delle attestazioni del ceto dirigente non ho compreso i sacerdoti, poiché, in base alla peculiarità delle loro attestazioni, ho ritenuto opportuno inserirli in un capitolo a parte dedicato alla vita cultuale della città. Partendo dai tre ordines superiori, cui sono stati dedicati singoli paragrafi, si è tentato di risalire alle parentele tra gli esponenti dell’élite cittadina e di individuare il loro ruolo all’interno della società chiusina. Particolare interesse è stato rivolto ad alcuni casi di discendenti di antiche famiglie aristocratiche locali che riuscirono a inserirsi nei quadri dell’alta società romana. Si è poi cercato di individuare le motivazioni che potrebbero aver indotto la comunità locale a dedicare una serie di monumenti ad alcuni tra i maggiori protagonisti delle vicende politiche dell’ultimo scorcio di Repubblica (Silla, Pompeo Magno e Agrippa). Subito dopo è stato analizzato il corpus relativo ai militari, che sopratttutto nei primi due secoli dell’Impero da Chiusi andarono a cercare fortuna (e buoni guadagni) nelle milizie urbane, consapevoli del prestigio sociale di cui avrebbero potuto godere al loro ritorno in patria. Ho poi spostato l’attenzione verso gli strati inferiori della società, con particolare riguardo per donne (di nascita libera o di condizione subalterna), liberti e schiavi. Prima dell’analisi delle attestazioni attinenti alla sfera religiosa, con particolare interesse per i culti e i sacerdozi legati alla tradizione etrusca, un capitolo è stato dedicato alla “praesentia” della domus Augusta a Chiusi, testimoniata dalle iscrizioni pertinenti a statue poste probabilmente su iniziativa dei decurioni della città. Di seguito è stata indagata la documentazione di epoca tardoantica, che testimonia la nascita di una comunità cristiana rappresentata in maniera particolarmente puntuale dalle iscrizioni della catacomba di Santa Mustiola. La terza parte della tesi è dedicata interamente agli aspetti dell’economia locale, basata ancora essenzialmente sullo sfruttamento dei fertili terreni tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, dove a partire dall’età imperiale sorgeva forse più di una villa rustica. La documentazione in nostro possesso ha permesso di mettere in luce anche altre attività economiche: alcuni paragrafi sono stati infatti dedicati alle testimonianze di mestieri individuali (un argentarius, un architectus, un costruttore di barche, ecc.), di botteghe di artigiani locali e, più in generale, di attività commerciali (favorite dalla posizione della città lungo l’arteria stradale della Cassia e dalla navigabilità dell’antico fiume Chiana). Per concludere, si è tentato di scorgere eventuali tracce di attività evergetiche o in qualche modo riconducibili a manifestazioni di impegno civico da parte di personaggi di alto rango.
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Livres sur le sujet "Epigrafia etrusca"

1

Morandi, Alessandro. Epigrafia di Bolsena etrusca. Roma : "L'Erma" di Bretschneider, 1990.

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2

D'Aversa, Arnaldo. Crestomazia etrusca epigrafica. Brescia : Paideia, 1997.

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3

Vercillo, Lunetto. L' epigrafe della stele di Perugia, ovvero, La legge dei XII igaa-am jeljovinia. Rende, Cosenza : L. Vercillo, 1987.

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Chapitres de livres sur le sujet "Epigrafia etrusca"

1

Benelli, Enrico. « Epigrafia e lingua etrusca fra Pauli e Buonamici ». Dans La construction de l’étruscologie au début du xxe siècle, 93–103. Ausonius Éditions, 2015. http://dx.doi.org/10.4000/books.ausonius.5508.

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