Littérature scientifique sur le sujet « Epatite virale cronica »

La pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato nuovamente come le malattie infettive interessino l’intero tessuto sociale, colpendo maggiormente le classi più fragili, tra cui i migranti, spesso difficili da raggiungere da parte dei servizi.<br />Le infezioni croniche virali (epatiti ed HIV) sono epidemiologicamente più rilevanti nella popolazione migrante per una maggiore incidenza nelle aree geografiche di provenienza e per la presenza di determinanti di rischio sociali, comportamentali o abitativi nei paesi d’arrivo o durante il percorso migratorio. La diagnosi precoce attraverso programmi di screening e la garanzia di trattamento sono elementi essenziali per ridurre l'impatto dell'infezione da HIV. La salute delle comunità migranti, attraverso la promozione di sistemi sanitari realmente inclusivi, è indissolubilmente legata al benessere e alla salute pubblica di tutti nei paesi d’arrivo. In Italia nonostante un miglioramento del livello di integrazione della popolazione migrante, la fruizione delle risorse sanitarie rimane spesso inadeguata, soprattutto in termini di programmi di screening e prevenzione, con conseguenti divari nell'incidenza delle patologie e loro esiti. La legge italiana garantisce inclusione, ma nella realtà si riscontrano innumerevoli criticità di applicazione, con una notevole disparità a seconda delle varie realtà locali. I decisori di politiche sanitarie dovrebbero prendere in considerazione queste problematiche, in particolare nei prossimi, delicati mesi di gestione della pandemia e di diffusione dei vaccini, per garantirne un accesso equo per le fasce più vulnerabili, inclusi i soggetti migranti affetti da HIV.

Abstract Liver transient elastography, Fibroscan, in measuring the stiffness, is a reliable, noninvasive predictor of disease severity in chronic liver disease of viral aetiology. Owing to the relationships among severity of chronic liver disease , portal hypertension and spleen involvement, the assessment of splenic stiffness may have an added value in staging chronic liver disease . Of 132 chronic liver disease patients of viral aetiology, (CLD) 48 with myeloproliferative disorders (MD) and 64 healthy volunteers (HV), were concurrently investigated by both liver and spleen stiffness. Liver disease severity was staged by liver biopsy (score Metavir) taken concurrently with Fibroscan examination and upper gastrointestinal tract endoscopy for gastro-oesophageal varices. The spleen Fibroscan inter-observer agreement was analysed by an intra-class correlation coefficient (ICC); the liver and spleen transient elastography accuracy was evaluated by receiver operating characteristic (ROC) curve analysis. Spleen transient elastography failed in 22 CLD (16.6%), 12 (25%) MD and 12 (18%) HV. In the three groups, the ICC was 0.89 (0.84-0.92), 0.90 (0.85-0.94) and 0.86(0.80-0.91), respectively. In the CLD group, liver transient elastography and spleen transient elastography independently predicted significant fibrosis (OR 5.2 and 4.6) and cirrhosis (OR 7.8 and 9.1), but both transient elastographies were independent from liver necroinflammation and steatosis. The NPV of spleen transient elastography for gastro-oesophageal varices was 100% using a 48 kPa cut-off. Spleen stiffness can be assessed using transient elastography, its value increasing as the liver disease progresses.In liver cirrhosis patients spleen stiffness can predict the presence, but not the grade of esophageal varices, which can be better predicted if both spleen and liver stiffness measurements are used.

Gli obiettivi della ricerca sono stati: - Descrivere le linee guida per lo screening e la gestione delle epatiti virali croniche pubblicate in Europa, con particolare riferimento a sei Paesi dell’UE in cui è stato condotto il Progetto: Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Ungheria, Italia e Spagna. - Valutare le conoscenze di tali linee guida tra i professionisti sanitari che lavorano nei sei Paesi considerati nell'ambito della sanità pubblica, delle cure prenatali, delle cure primarie, dell’assistenza per i richiedenti asilo politico, della salute sessuale e dell’epatologia. - Misurare la disponibilità di programmi di formazione specifici nei confronti dell’epatite virale cronica per i professionisti che operano nei campi sanitari suddetti. - Esaminare il ruolo del medico di medicina generale nello screening e nella gestione clinica del paziente. - Valutare l’esistenza di ostacoli nell'invio dei pazienti alle cure specialistiche e ai servizi di counselling e nella gestione della malattia. - Analizzare le attuali pratiche di vaccinazione per determinate categorie di soggetti a rischio quando vengono sottoposti a screening per epatite B, in caso di risultato negativo del test, e per le donne in stato di gravidanza, per le quali lo screening è previsto in tutti e sei i Paesi.