Thèses sur le sujet « Educazione e mediazione culturale »

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Pecoraro, Nadia. « La mediazione culturale del sistema universitario ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/356.

Texte intégral
Résumé :
2010 - 2011
Negli ultimi quindici anni l’Università italiana è stata chiamata a realizzare al proprio interno un cambiamento negli aspetti organizzativi e didattici in linea con il mutamento del Welfare italiano (Salvatore & Scotto di Carlo, 2005) e su sollecitazione dell’Unione Europea (EC; 2000, 2001, 2006, 2009) che invita gli istituti formativi a rispondere in modo adeguato alla “Modernizzazione del modello sociale europeo” (EC, 2000). Queste modifiche che hanno trovato la loro attuazione in numerose riforme legislative, l’ultima delle quali è la legge Gelmini (204) del 30 Dicembre 2010. Pur mantenendo il proprio mandato istituzionale formativo, l’Università ha dovuto ha dovuto fronteggiare due questioni importanti: la prima riguarda l’impossibilità di assimilare tout court la conoscenza all’occupazione lavorativa, la seconda, invece, riguarda la necessità di istaurare un dialogo efficiente ed efficace tra gli interlocutori dell’Università stessa (studenti, docenti, il personale, famiglie, mondo del lavoro) sempre più differenziati ed eterogenei. Per rispondere a questo mandato essa si è trasformata in un servizio che, in quanto tale, eroga prestazioni e costruisce prodotti definiti, in questo caso, dalla formazione degli studenti. La logica di servizio, si associa immediatamente a quella della Qualità, quale parametro per interpretare da un lato ai bisogni, desideri e richieste dei clienti, e dall’altro per offrire servizi che soddisfano tali esigenze (Gentile & Cocozza, 2000). La Qualità del servizio Universitario è, quindi, in questa ottica garanzia del miglioramento dell’offerta formativa, nonché dell’occupabilità delle persone e di conseguenza sostegno allo sviluppo del sistema produttivo (EC, 2006; 2009). La declinazione della qualità all’interno dell’Università ha richiesto sempre più una capacità di negoziare tra la richiesta di soddisfazione degli standard europei e nazionali e la domanda locale, definita dagli utenti tra i quali gli studenti. Questi ultimi costituiscono i clienti del servizio nonché il prodotto dello stesso, e non son più ritenuti utenti passivi ma pensati come co-costruttori del servizio stesso (Vairetti, 1995; Salvatore, 2001). Nella prima parte di questo lavoro, accanto alla presentazione della letteratura sui temi del servizio e della qualità universitaria, viene dato ampio risalto al modo con cui la prospettiva socio-costruttivista e psicodinamica (Cole, 1996; Carli, 1999; Gergen, 1985, 1999; Harrè & Gillett, 1994; Matte Blanco, 1975; Salvatore & Scotto di Carlo, 2005), all’interno del paradigma interpretativista, affronta il tema della qualità. In particolare è esplicitato il ruolo che gli studenti rivestono nell’implementazione di servizi di qualità a partire dai significati che gli studenti attribuiscono all’esperienza universitaria. Questi possono essere considerati come i vettori della loro partecipazione ed implicazione nel contesto formativo configurando l’intensità, le modalità degli investimenti, la forma delle pratiche organizzative e cognitive agite dagli stessi. L’università, quindi deve essere attenta a cogliere questi processi di significazione individuando come essi intervengono nell’implementazione degli interventi realizzati per migliorare la Qualità, ed interrogandosi sul suo ruolo nella riproduzione o trasformazione. Nella seconda parte è presentato, all’interno della cornice teorica presentata, un lavoro di ricerca effettuato su 310 studenti iscritti dal primo al quarto anno alla Facoltà di Scienze della Formazione (rispettivamente ai corsi di laurea in Scienze dell’educazione e Scienze della Formazione Primaria) dell’Università degli Studi di Salerno. Si tratta di un campionamento di convenienza per quote proporzionali (Ortalda, 1998) rispetto ai corsi di laurea e agli anni di iscrizione (Blalock JR, 1960; Carli & Salvatore, 2001; McBurney, 2001). L’obiettivo della ricerca è stato verificare se, a fronte dei modelli culturali degli studenti: a) l’incontro con i setting formativi produca una modifica dei processi di significazione degli studenti universitari; b) questa modifica segua traiettorie simili per i processi di significazione riguardanti rispettivamente il contesto sociale ed universitario e professionale in relazione anche all’afferenza al Corso di Laurea o all’anno di iscrizione. In altri termini questa ricerca ha inteso esplorare la capacità dei setting formativi di mediare i Modelli Culturali (processi di significazione) degli studenti (Carli & Paniccia, 1999). Agli studenti è stato somministrato un questionario costruito ad hoc facendo riferimento al repertorio di significati culturali proprio del metodo ISO (Carli, Paniccia, 2002; 2003; Carli, Salvatore, 2001; Salvatore, Mannarini, Rubino, 2004; Salvatore et al., 2008) che rileva due aree di analisi: Area del contesto sociale ed universitario e Area della formazione professionale. Le risposte al questionario sono state trattate considerando le due macro aree di analisi. Per entrambe la matrice di risposte ottenuta dalla somministrazione del questionario è stata elaborate attraverso una procedura di analisi multidimensionale (Metastasio & Cini, 2009). I risultati della ricerca evidenziano che in generale i setting formativi hanno un impatto sui modelli culturali degli studenti, sia per quanto riguarda la rappresentazione del contesto sociale ed universitario che professionale, e questo impatto si traduce sia nella riproduzione di questi modelli che nella loro trasformazione. Rispetto alla rappresentazione del contesto sociale e universitario la mediazione non opera diversamente rispetto ai corsi di laurea (Scienze della formazione Primaria e Scienze dell’Educazione). In altri termini formarsi per fare l’insegnante, piuttosto che l’educatore, non incide sul rapporto con il contesto micro-macro sociale e universitario. Nel tempo i Modelli culturali, però, si modificano per entrambe i corsi di laurea in una direzione non adeguata, di maggiore anomia da un lato, o di investimento senza progetto. Questo risultato è significativo ed evidente negli studenti del corso di laurea in Scienze dell’Educazione. Nel caso della rappresentazione del contesto professionale, invece, i risultati si presentano come invertiti. Il primo dato evidenzia come i Modelli Culturali degli studenti afferenti ai due corsi di laurea sono mediati secondo traiettorie diverse, proprio perché i setting formativi si configurano come diversi nei contenuti e nelle pratiche. Gli studenti di Scienze della formazione Primaria, si orientano verso una maggiore professionalità, invece la traiettoria seguita dagli studenti di Scienze dell’Educazione sembra essere a rischio, in quanto fortemente ancorata all’idea di volontariato e di aiuto ai bisognosi. Ultimo aspetto rilevante nella rappresentazione dell’area professionale riguarda la mancata modifica dei modelli culturali degli studenti nel tempo. Questo dato fa ipotizzare che i setting formativi riproducano nel tempo questi Modelli Culturali, per entrambe i corsi di laurea. Nell’ultima parte, inoltre, accanto alla discussione dei risultati, e stata effettuata una riflessione sui risultati e sulla necessità di interventi che mirino allo sviluppo della competenza contestuale degli studenti, intesa come capacità a costruire una rappresentazione sensata dell’Università, della formazione e della professione che - in questa ottica – è parte integrante di una strategia di sviluppo della qualità. L’università è chiamata in questo momento storico, da questo punto di vista, a pensare dispositivi che permettano di raccogliere e mappare tali universi di significati ed ad orientare, a partire dalla loro conoscenza, strategie di sviluppo della qualità. Infine sono stati affrontati i punti critici definiti dalla metodologia stessa e dall’applicazione di una metodologia longitudinale, nonché le linee di sviluppo. La prima di queste riguarda la relazione la relazione tra i Modelli Culturali e carriere universitarie, la seconda, già in analisi vuole verificare l’esistenza di una continuità/discontinuità tra Modelli Culturali di studenti e genitori (Ruggeri et al., 2011), quindi verificare il ruolo di mediazione del setting formativo all’interno di questa relazione. La terza si orienta verso una riflessione che concerne l’introduzione dei concetti di transizione ed identità. Il setting formativo, pertanto, può produrre una rottura dei Modelli Culturali che genera a sua volta una transizione (Zittoun, 2004; 2007b, 2008, 2009) verso un nuovo modello di significazione e quindi un nuovo posizionamento identitario (Hermans & Ligorio, 2005; Salgado & Gonçalves, 2007) verso l’oggetto Università e verso Sé (Simão, 2005). [a cura dell'autore]
X n.s.
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2

Bizzotto, Francesca <1986&gt. « Prospettive di empowerment nella mediazione linguistico-culturale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1701.

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Pelliccia, Francesca. « La mediazione linguistico-culturale e il turismo russo in Italia ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20830/.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di analizzare il potenziale turistico russo in Italia, di fondamentale importanza per la nostra economia e per il settore dell'interpretariato. Per accogliere questa tipologia di turisti dalle particolari esigenze, infatti, non basta la conoscenza linguistica, ma è importante conoscere anche le differenze nella comunicazione e nella cultura tra i due paesi. Nel primo capitolo si descrivere sinteticamente cos'è la mediazione linguistico-culturale e qual è il ruolo del mediatore nella nostra società plurilinguistica e multiculturale. Successivamente viene fatto un excursus sui flussi turistici russi in Italia, analizzando il profilo del turista russo, i fattori di attrattività e la customer satisfaction e le destinazioni predilette da questo segmento di mercato. L'ultimo capitolo è incentrato su alcuni fattori culturali che differenziano l'Italia e la Russia e aiutano a comprendere meglio l'intervista che ho sottoposto da remoto a persone di nazionalità russa per mostrare l'immagine che hanno dell'Italia.
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Greco, Simone. « L’influenza culturale portoghese in Giappone ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17444/.

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Résumé :
Questa tesi analizza l’influenza culturale portoghese in Giappone. Si tratta di un’influenza non spesso evidente, ma sicuramente innegabile, dal momento che costituisce il primo contatto tra gli europei e il popolo giapponese, portando a un vero e proprio punto di svolta nella storia delle relazioni tra l'Occidente e il Paese del Sol Levante. Tale influenza è infatti riscontrabile nelle scienze, nell'arte, nella vita quotidiana e, di conseguenza, nella lingua. L’obiettivo è quindi quello di analizzare come queste due culture così lontane tra loro si siano incontrate con degli effetti anche sul piano linguistico. Viene prima presentata la storia del secolo definito "Secolo del commercio Nanban", dall'inizio del commercio tra portoghesi e giapponesi, alla campagna anticristiana. Vengono poi presentati esempi di influenza portoghese, riscontrabile anche oggi nelle arti, scienze e negli oggetti di vita quotidiana. Si conclude fornendo una lista dei prestiti in giapponese dal portoghese e descrivendo il Nippo Jisho, il primo dizionario tra una lingua europea e il giapponese.
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Muffato, Sara. « Immigrazione e assistenza sanitaria : la mediazione linguistico-culturale nel Consultorio di Asti ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Visti gli ingenti flussi migratori verso l'Italia di questi ultimi cinquanta anni, si è resa necessaria la creazione di politiche migratorie volte all'integrazione degli stranieri sul territorio. Nello specifico, è stato scelto di trattare la mediazione linguistica in ambito medico, prestando particolare attenzione a uno dei servizi più frequentati dalle donne straniere, ovvero il Consultorio. In particolare, è stata analizzata la realtà del Consultorio della città di Asti.
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Savini, Virginia. « La figura del mediatore linguistico-culturale inserito in ambito sanitario : indagine conoscitiva all'interno della realtà emiliano-romagnola ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Questa tesi si pone come obiettivo quello di indagare il ruolo del mediatore linguistico e culturale quale professionista inserito in primis in una situazione sociale di comunità e in particolare nell’ambito sanitario, cercando di delineare alcune possibili linee d’azione che il mediatore può mantenere durante la pratica lavorativa in modo che chi beneficia della sua mediazione ne percepisca l’efficacia. Questo scopo è stato perseguito tramite un questionario somministrato a personale infermieristico operante in Emilia-Romagna, con l’intento di far emergere punti di maggiore criticità, possibili soluzioni da adottare ed eventuali problematiche da risolvere. Si è voluto inoltre studiare nel dettaglio il rapporto triadico che si viene a creare tra mediatore-paziente-infermiere durante la seduta di mediazione.
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7

Bugno, Lisa. « Analisi delle concezioni sulla diversità culturale tra teoria e pratica in educazione. Una ricerca-azione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421939.

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Résumé :
The authors who dealt with intercultural education described it as the essential fil rouge that should lead the conscious practice of educators and teachers. Irretrievably, however, the theories of these authors are not translated faithfully in the disparate representations of real life, but they remain written in interesting and challenging scenarios that only rare and skilful actors are able to stage, interpret them with clear knowledge of the contexts. What makes these players able to intercept the profound nature of the theories, to read clearly by the context in which they operate and to translate this into incisive practices? Why don’t those theories and contexts become a nice composition? Our hypothesis is that among the ingredients that compose this recipe there are the professional and personal beliefs of teachers, and that those related to diversity play a substantial role in the actors’ school life. Indeed, we highlight that “educational activity is related to the coherence between the aims it pursues and in its practical implementation, considering the issue of mediation between these two logical and procedural steps” (Agostinetto, 2013, p. 16). We suppose that right in this process of reading and translating, "mistakes" happen: we refer, in this context, to "mistakes that are not perceived like that, [and therefore] they are hardly explicated and criticized by the person who performs them” (Agostinetto, 2014, pp.73-74). The question that arises is, thus, almost rhetorical: what is there behind these mistakes? The assumption is that non-reflexed logics lead teachers’ personal and professional beliefs. Therefore, the focus of the dissertation is the relation between the teachers’ beliefs about diversity, and their teaching activities. Referring to the theoretical level, the notion of belief was largely studied: several authors contributed defining beliefs as implicit or explicit, stable or dynamic or understanding them as individual or a part of a system. The aim is to propose an accurate pedagogical consideration in order to clarify the relationship between theory and belief and how it can affect the practice. Regarding the empirical level, while keeping the recursive relationship between theory and practice as fundamental, on the basis of a model-based approach, and using an epistemological model especially useful to chance, the characteristics of the relationship between educational theory and beliefs in teachers are investigated. The content is that of diversity on intercultural perspective, preliminarily identified and justified in theory, in order to recognize it on the empirical level». Regarding the empirical level, the relation between theory, beliefs, and the teaching activities on diversity is examined in detail using integrated analysis tools, and considering the recursive correlation between theory and practice in education as fundamental. The objectives were to investigate whether and how beliefs about diversity have implication in the education project design and in teachers’ actions. We chose to involve 3 groups of 10 primary teachers and handle a qualitative approach. We examined the “direct explicit” beliefs through teachers’ interviews, whereas their “indirect explicit” beliefs are studied thanks to the analysis of intercultural education school projects. Furthermore, the participant observation were useful to investigate the teachers’ “implicit” beliefs. Finally, the analysis of the interviews was useful to define guidelines for the participant observation in addition to topics and contents to discuss and reflect on during the focus groups. «This is extremely relevant, if we compare the school and the astronomical universe, thus considering it as a matter of delicate but essential balance, as the existence of gravitational waves in space-time that allow, simultaneously, a balanced, continuous and enchanting becoming» (Agostinetto & Bugno, 2016, pp. 148-151).
«Gli autori che si sono occupati di pedagogia interculturale, la descrivono come un irrinunciabile fil rouge che dovrebbe condurre le consapevoli pratiche di educatori ed insegnanti. Irrimediabilmente, però, le teorie di questi stessi autori non si traducono fedelmente nelle disparate rappresentazioni della vita reale, ma rimangono scritte in intriganti e stimolanti sceneggiature che solo rari, abili ed illuminati attori, riescono a mettere in scena, abitandole con nitida cognizione di causa. Che cosa rende questi attori in grado di intercettare contemporaneamente la profonda natura delle teorie, di leggere in modo chiaro il contesto in cui operano e di tradurre tutto ciò in pratiche incisive? E, al contrario, che cosa fa sì che, in altri casi, teorie e contesti non vengano interpretati in modo da risultare una piacevole composizione? La nostra ipotesi è che tra gli ingredienti che compongono tale raffinata ricetta vi siano le concezioni degli insegnanti e che quelle relative alla diversità giochino un ruolo sostanziale nel dipanarsi della vita scolastica dei diversi attori. Infatti, è necessario sottolineare “come l'azione educativa sia legata alla coerenza tra gli intenti che persegue e la loro realizzazione pratica, chiamando quindi in causa il problema della mediazione tra questi due passaggi logico-procedurali” (Agostinetto, 2013, p. 16). È proprio in questa operazione di lettura e traduzione che noi pensiamo accadano degli “errori”: occorre specificare che ci si riferisce, in questo contesto, a degli “errori che non sono percepiti come tali […] [e che, dunque,] difficilmente hanno la possibilità di essere esplicitati e assunti criticamente dalla persona che li compie” (Agostinetto, 2014, pp.73-74). La domanda che ne sorge assume, di conseguenza, un colore quasi retorico: dove poggiano tali errori? L’ipotesi è che alla base vi siano delle logiche irriflesse rispetto alle concezioni degli stessi insegnanti. Pertanto, l’attenzione per quanto riguarda la scelta del focus di ricerca si è concentrata sulla relazione tra le concezioni rispetto alla diveristà e le scelte pedagogiche degli insegnanti. Ciò determina una specifica attenzione orientata sul piano teorico: infatti, dopo una prima ricognizione bibliografica, è emersa una molteplicità di termini utilizzati dagli studiosi per riferirsi a concetti molto simili tra loro che richiede un lavoro di analisi e sistematizzazione volto a chiarire e specificare le diverse accezioni dei concetti, per proporre una riflessione significativa sul piano pedagogico». (Agostinetto & Bugno, 2016, p. 148-151). Inoltre, si è proceduto sul versante empirico: ritenendo fondamentale il nesso ricorsivo tra teoria e pratica sulla base di un approccio modellistico e assumendo a propria guisa un modello epistemologico particolarmente utile (Dalle Fratte, 1986, 2004), si sono indagate le caratteristiche della relazione tra la teoria pedagogica e le concezioni negli insegnanti. L’ambito contenutistico è stato quello della diveristà in prospettiva interculturale, sfera preliminarmente identificata e giustificata sul piano teorico, perché sia riconoscibile su quello empirico. Riguardo al livello empirico, tale relazione è stata esaminata utilizzando strumenti di analisi integrati a matrice qualitativa e coinvolgendo tre gruppi di dieci docenti di scuola primaria ciascuno, al fine di indagare se e in che modo le concezioni sulla diversità culturale hanno implicazioni sulla progettazione e sulle pratiche educativo-didattiche degli insegnanti. Abbiamo esaminato le concezioni "esplicite dirette" dei partecipanti attraverso interviste semi-strutturate, mentre quelle "indirette esplicite" sono state studiate grazie all'analisi documentale delle progettazioni. Inoltre, l'osservazione partecipante è stata utile per investigare le loro concezioni "implicite". L'analisi delle interviste è stata utile per definire le linee guida per le osservazioni partecipanti e i dati raccolti attraverso i tre strumenti di indagine hanno determinato argomenti e contenuti su cui gli insegnanti hanno discusso e riflettuto durante i focus group. «Tutto ciò appare estremamente rilevante, se si paragonano l’universo scolastico e quello astronomico, ovvero se si considera il tutto come una questione di delicati ma fondamentali equilibri, esattamente come il dipanarsi delle onde gravitazionali nello spazio-tempo che consentono, contemporaneamente, equilibrio e continuo, incantevole divenire» (Agostinetto & Bugno, 2016, pp. 148-151).
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Tavella, Stefania <1990&gt. « INCONTRIAMOCI : UN PROGETTO NELL'ULSS VENETA n.8 TRA MEDIAZIONE CULTURALE E SERVIZIO SOCIALE ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6124.

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Résumé :
L'Italia, dal punto di vista migratorio, ha assistito dagli anni '70 a un'inversione di tendenza trasformandosi da paese di emigrazione a paese di immigrazione. L'importanza che il fenomeno migratorio andava assumendo negli anni nella nostra società e il costante aumento degli arrivi, ha comportato che negli anni '90 si cominciasse a rivalutare e ricalibrare le conoscenze e le competenze che il servizio sociale aveva maturato fino ad allora. Nella quotidianità professionale, l'assistente sociale si trova quindi sempre più in contatto con utenti provenienti da culture diverse dalla propria. É in questo contesto "multiculturale" che la collaborazione tra la figura professionale dell'assistente sociale e del mediatore linguistico-culturale appare quanto mai utile e preziosa. Una collaborazione e un legame che l'Ulss n.8 e la Cooperativa Una casa per l'uomo, attraverso il progetto "incontriamoci", intendono valorizzare con l'obiettivo di diffondere modelli teorici e strumenti di lavoro che aiutino a perseguire il fine dell'integrazione sociale della popolazione immigrata. In questa tesi si andranno quindi ad analizzare all'interno di tale progetto: obiettivi, modalità di attuazione e lavoro di collaborazione tra assistenti sociali e mediatori linguistico-culturali per andare a definirne, infine, punti di forza e criticità.
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De, Angelis Elena. « La traduzione come lettura ideale : il caso Educazione Siberiana di Nicolai Lilin ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8911/.

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Résumé :
Questo elaborato nasce da un interesse personale, quello per il romanzo Educazione Siberiana e per l'autore Nicolai Lilin. Da qui è nata un'idea di analisi del romanzo da un punto di vista culturale e traduttologico, nonostante l'opera sia scritta in italiano. Il titolo dell'elaborato descrive la traduzione come lettura ideale: il traduttore, come figura che si pone tra due lingue e due culture, rappresenta infatti il lettore ideale di un'opera tradotta, poiché ha a disposizione le conoscenze della cultura di partenza e di quella di arrivo. Per questo motivo, è attraverso il suo lavoro che tale opera può essere trasmessa ad un lettore medio. Il lettore medio potenzialmente può non conoscere nulla della lingua e della cultura originaria. Come "russista" e studentessa di traduzione, madrelingua italiana, mi sono posta nella posizione di lettrice ideale, che dispone di un bagaglio culturale che va oltre la cultura che si acquisisce in base alle proprie origini. L'obiettivo di questa tesi è perciò quello di effettuare una rilettura del romanzo attraverso i realia, cioè termini e concetti che fanno riferimento ad aspetti propri di una cultura, in questo caso quella russa, per i quali spesso non esiste una traduzione ufficiale e che prevedono, da parte del traduttore, una grande conoscenza della cultura di partenza. Tuttavia mentre il lettore medio critica la veridicità dei racconti crudi e spesso violenti presenti nel romanzo, il traduttore-lettore ideale si rende conto di come alcuni realia della cultura russa siano stati riportati in maniera imprecisa nella lingua italiana. Si analizzeranno quindi i realia trattati in maniera imprecisa, i realia che funzionano e i linguaggi culturali dell'opera a partire dall'articolo di presentazione del romanzo e la sua trasposizione cinematografica.
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Marchetti, Tania. « Il dettato per i francofoni : disciplina linguistica e culturale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7119/.

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Résumé :
Negli ultimi anni, l’introduzione di tipologie alternative di dettato ha permesso di superare il dettato tradizionale, un esercizio che opprimeva gli studenti, angosciati dal timore dell’errore, segno indelebile che sanziona la mancata acquisizione di una regola ortografica, e scoraggiati a migliorare per l’inappropriata constatazione di colpevolezza, e che, in quanto tale, rischiava di essere eliminato dall'istituzione scolastica. Le nuove tipologie di dettato, contraddistinte da specifiche finalità e caratterizzate da modalità innovative, consentono, infatti, di rivalutare questo esercizio: da mero strumento di valutazione, diviene un pratico momento di apprendimento. L’errore non è più considerato come il marchio che, agli occhi dell’insegnante, contrassegna in modo permanente l’alunno. La nozione di positività che si associa all'errore riconosce lo sforzo compiuto dall'alunno nel ricorrere alle conoscenze linguistiche in suo possesso poiché, seppure il suo ragionamento non abbia portato a scegliere la forma ortografica corretta, l’attività mentale, che implicitamente ha voluto creare una connessione logica tra aspetti linguistici distinti, testimonia che lo studio della lingua non è e non richiede unicamente un ingente lavoro di memorizzazione, diversamente da ciò che si è sempre creduto. L’insegnante è dunque chiamato ad affiancare lo studente guidandolo nell'analisi dei singoli passaggi del suo ragionamento per indicare come dovrà risolvere il problema, in una futura occorrenza di quella espressione, e arrivare così ad automatizzare le conoscenze linguistiche. Inoltre, la recente valorizzazione del dettato ha attribuito altri pregi a questo insegnamento, quali l'acquisizione essenziale del rigore, della fiducia in se stessi e della modestia.
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Vacca, Silvia. « L'isola delle voci. La Sardegna tra omologazione culturale e alterità identitaria ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7176/.

Texte intégral
Résumé :
La questione sarda è annosa.Questa vuole essere un'analisi, o perlomeno un tentativo di analisi, della questione dell'identità sarda: perché i sardi si sentono così diversi dagli italiani e da qualsiasi altro popolo? Su quali elementi fondano e vantano questa diversità e questo desiderio di indipendenza? I fattori caratterizzanti e diversificanti dei sardi sono verità razionali o, a volte, solo miti? Un breve excursus storico è imprescindibile, perché la cultura e i popoli e la cultura dei popoli sono, come noto, in costante e continuo cambiamento, sotto l'influenza della storia. Si parlerà degli eventi storici più importanti che hanno riguardato la Sardegna, cambiandola e indirizzandola verso ciò che è ora, a volte anche a sua stessa insaputa. Seguirà poi un'analisi sommaria della lingua sarda, delle sue particolarità e differenze interne così come dei suoi usi, essendo essa una bandiera di diversità sventolata con grande fierezza. L'analisi storica e linguistica fungeranno da premessa al vero snodo di questo elaborato: la questione identitaria, che sarà presentata con l'ausilio di testi della canzone sarda.
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Angelozzi, Andrea. « La comunicazione di massa e il doppiaggio come adattamento culturale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9919/.

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Résumé :
L' elaborato è di analizzare la complessa realtà che circonda il mondo della comunicazione e, in particolare, quello dei mezzi di comunicazione di massa, dalle origini fino ai giorni nostri, con uno sguardo anche al futuro. Successivamente ci si sposta ad approfondire il campo del doppiaggio.
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Alliaj, Greta. « Child Language Brokering : cause ed effetti della mediazione linguistica e culturale svolta dai bambini immigrati ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10768/.

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Résumé :
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di mostrare e analizzare il fenomeno sempre più diffuso del Child Language Brokering (CLB). Si tratta di una scelta dettata non solo dall’attualità dell’argomento, tenuto conto dei grandi flussi migratori che hanno caratterizzato di recente lo scenario europeo, ma anche da motivi di carattere personale. Nelle pagine seguenti mi occuperò di descrivere la situazione all’interno della quale questo fenomeno si sviluppa, i motivi per i quali il bambino riveste il ruolo di language broker, in che misura questo lo condiziona a livello emotivo e come cambiano le sue relazioni all’interno della famiglia e con i propri pari. Successivamente analizzerò cosa significa realmente mediare e quali sono le strategie che questi piccoli mediatori adottano per svolgere questa attività. Nell’ultimo capitolo mi soffermerò sull’impatto che tale ruolo può avere sull’identità e sulle conseguenze che comporta il vivere tra due culture.
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Pace, Noemi. « La mediazione linguistico-culturale nel contesto migratorio italiano. Interviste a due minori stranieri non accompagnati ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22798/.

Texte intégral
Résumé :
The object of this study is cultural and linguistic mediation for minors in Italy in the complex and delicate context of migration. Through the analysis of two mediated interviews to unaccompanied minors, this study intends to highlight the role of mediators in interactions and the impact of their actions on the conversation. In the first chapter, the field of cultural and linguistic mediation in Italy is described with a reference to the broader context of interpreting, and to the features that differentiate it from what in English-speaking countries is known as community interpreting or public service interpreting. Moreover, the chapter focuses on the different roles of the mediator, the difference of social status and power between the participants, the different expectations regarding the mediator’s role/s, and ethical dilemmas on how to behave professionally in challenging situations. In the second chapter, the main terminology pertaining to migration in the Italian immigration regulatory framework is analysed to provide a background for the description of the application for international protection in Italy and the role played by mediators during the procedure. The fundamental principles that mediators should follow to act professionally are outlined in the codes of conduct of the main international and national organisations operating in the context of migration, two of which are briefly discussed in the final part of the chapter. In the third chapter, the importance of the mediator’s role in mediated interactions is illustrated through two informal interviews to unaccompanied minors analysed through the lens of conversational analysis. Though based on a small set of data, the analysis confirms the multifaceted and polyvalent role of cultural and linguistic mediators as well as their responsibility in contributing to carrying out an efficient and effective interaction in the full respect of both primary participants in the interaction.
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Bazzan, Adele <1994&gt. « L’Associazione MUS.E e la mediazione culturale nei Musei Civici Fiorentini : eccellenza qualitativa e sostenibilità economica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14118.

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Résumé :
La tesi intende descrivere le attività culturali di MUS.E, associazione che cura la valorizzazione del patrimonio dei Musei Civici Fiorentini e più in generale della città di Firenze, realizzando progetti culturali, mostre, laboratori ed eventi che favoriscono una fruizione del Patrimonio e dell’Arte attraverso esperienze di eccellenza. Una prima parte dell'elaborato affronterà questioni generali sul museo (definizione, mission, finalità, ecc.), sul modello di bilancio dell’azienda museale e sul rapporto tra musei e “pubblici”; una seconda parte verterà sulla storia dell'Associazione e sull'illustrazione delle diverse attività di mediazione proposte. Infine, una terza parte riguarderà l'analisi di MUS.E nella sua dimensione economico-finanziaria, attraverso l’analisi dei documenti di bilancio e degli Annual Report (2015-2017).
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Degliesposti, Elisa. « La mediazione linguistico-culturale in ambito socio-sanitario in Italia : potenzialita e criticità della figura professionale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il presente elaborato si propone di esaminare il ruolo del mediatore linguistico-culturale nell'ambito socio-sanitario in Italia. In particolare, l’analisi si focalizza sulla necessità di formare una figura professionale funzionale al conseguimento di obiettivi specifici. Vengono altresì illustrate, con riferimento ad esperienze maturate in altri paesi, le regole di buona pratica esistenti che la/il professionista dovrebbe rispettare durante lo svolgimento della propria attività. A questo proposito, verranno prese in considerazione alcune criticità e difficoltà in cui può incorrere il mediatore linguistico-culturale, riconducibili a diversi fattori di stress psico-fisico nel corso della propria attività.
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Santarelli, Giorgia. « Oltre ruoli e codici : la figura del mediatore linguistico culturale nella realtà dell’accoglienza ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20468/.

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Résumé :
The aim of this paper is to present the figure of the dialogue interpreter working in the reception system, by analyzing his/her daily tasks and some problematic cases that could push him/her to make personal choices. The first chapter presents the Italian reception system and focuses on the SPRAR and its professional figures. The second chapter describes interpreters' roles, their assignments and code of ethics, whilst taking into account debates which concern some of their characteristics. The third chapter highlights four cases which are rarely taken into account by codes of ethics and may push the interpreter to come to a personal decision: the case of the in-between, the case of the interpreter who behaves as an advocate for the migrant and two cases which show how empathy can have an effect on the conversation and on the interpreters themselves. By referring to the literature of this field, different strategies are presented and analysed.
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Polla, Angelica <1991&gt. « In equilibrio tra lingua e cultura. Analisi della mediazione linguistico-culturale e un caso di studio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7088.

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Il lavoro intende documentare un’esperienza di tirocinio condotta come mediatrice interculturale presso l’Ospedale “Sant’Anna” di Ferrara e si propone di analizzare il concetto di mediazione linguistico-culturale legato soprattutto all’aspetto socio-sanitario. Nel primo capitolo si parla di che cosa si intenda per globalizzazione, delle ondate migratorie e del loro crescente influsso sulla vita e sull’immaginario delle società riceventi. In particolare, vengono descritti gli stili di vita delle comunità cinesi immigrate in Italia. Nel secondo capitolo ci si è focalizzati sulla mediazione in ambito commerciale-aziendale, sulla politica di riforma e di apertura dell’economia cinese, per poi arrivare ad analizzare le difficoltà interculturali che sono solite emergere nei rapporti d’affari con imprenditori cinesi. Il terzo e il quarto capitolo si propongono di illustrare la figura professionale del mediatore linguistico-culturale attraverso una descrizione dettagliata delle sue funzioni. Vengono riportati alcuni dati e casi di studio raccolti durante l’esperienza di tirocinio e si è inteso dare voce, attraverso interviste e questionari, alle mediatrici che con il loro continuo lavoro e con tanta professionalità contribuiscono a migliorare il processo d’integrazione, ponendosi come punto d’unione tra diverse lingue e culture.
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Baraziol, Nicola <1995&gt. « Programmi di mediazione culturale per adolescenti. Il caso del Museum Teen Summit e la sua riproposizione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16765.

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Résumé :
Muovendo da una analisi del concetto di adolescenza e del ruolo educativo del museo, l'elaborato si propone di analizzare una specifica attività: il Museum Teen Summit. Si tratta di un gruppo di mediazione culturale museale rivolto ad adolescenti, il quale ha operato nella città di New York. Il programma viene in un primo momento confrontato con altre proposte simili per evidenziare analogie e differenze; successivamente vengono analizzati gli esiti. Si è poi studiata la possibile riproducibilità del format Teen Summit nel panorama museale di Venezia, approfondendo le condizioni di contesto e le eventuali necessità di adattamento. L'approccio metodologico scelto è quello della Mixed Methods Research, che prevede di “triangolare” metodi di indagine e di raccolta dati diversi.
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Ceglia, Francesca. « Novyj God, Ded Moroz e Snegurochka. Osservazione del fenomeno culturale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8890/.

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Résumé :
Questa tesi si pone come obiettivo la conoscenza di una parte culturale molto importante per la Russia, ovvero il Capodanno e le sue due figure principali, Ded Moroz e Snegurochka. Per i Russi infatti questa è una delle festività più importanti del paese, oltre al Giorno della Vittoria e altre tipiche feste russe. In questo elaborato verrà fatto un viaggio “storico”, per scoprire come è nata questa ricorrenza e come si è “evoluta” nel tempo.
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Perco, Margherita. « Reggio Children arriva a Pechino : Traduzione di un articolo sull'applicazione del metodo Reggio in Cina e riflessione sulle sue possibilità di integrazione nella tradizione scolastica cinese ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9925/.

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Résumé :
In questo elaborato si è cercato di comprendere come la cultura italiana, rappresentata nello specifico dal metodo educativo Reggio Emilia, possa incontrare e convivere con quella cinese, nell'esperienza della Scuola Pechino, il progetto innovativo che è stato lanciato nel settembre 2015 dall’ambasciata italiana a Pechino e che offre i suoi servizi ai figli di coppie italiane e di coppie miste (con almeno un genitore italiano) espatriate in Cina. L’analisi prende spunto dalla traduzione dell'articolo Introduzione al metodo educativo italiano Reggio Emilia e confronto con il metodo educativo tradizionale cinese, pubblicato sul “Fujian Tribune”, in cui sono descritti i principi fondamentali del metodo Reggio, nel quale sono stati messi a confronto il modello raggiano con il metodo educativo tradizionale cinese, ponendo in rilievo le differenze che sussistono tra i due. Quello che si è cercato di capire è se il metodo Reggio possa essere integrato con successo nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido cinesi, e con quali modalità.
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Boateng, Giuseppina <1988&gt. « "LEGAMI PER CRESCERE. Il progetto affidi omoculturali nel Comune di Verona tra servizio sociale e mediazione culturale." ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2978.

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Conti, Anna. « CLB : Mediazione linguistica e culturale ad opera di bambini e adolescenti. Uno sguardo alla provincia di Reggio Emilia ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8174/.

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Résumé :
L'obiettivo di questa tesi è quello di illustrare il fenomeno del Child Language Brokering tramite uno studio di esigue proporzioni. Il CLB è una pratica molto comune nelle nostre società multietniche ma poco studiata. Non è facile dire se questa pratica sia vantaggiosa per i bambini.Da un lato il CLB sviluppa le abilità socio-emotive e cognitive, l'autostima e migliora le performance scolastiche. Dall'altro i bambini possono sentirsi stressati e in difficoltà. Nello studio ho cercato di illustrare questa situazione grazie ad uno studio condotto nella provincia di Reggio Emilia.
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Baroni, Serena. « Interpretare nei progetti SPRAR. Mediatrici, mediatori e i labili confini tra conduit e advocacy ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18329/.

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Nell’estate tra il secondo e il terzo anno di università ho svolto un tirocinio di cento ore presso un’associazione di mediatrici e mediatori linguistico-culturali con sede a Torino che si occupava di seconda accoglienza, gestendo diversi centri SPRAR in città e provincia. Il personale dell’associazione è composto quasi interamente da mediatrici e mediatori linguistico-culturali, immigrati in Italia da diverso tempo e che utilizzano l’italiano come lingua B. Questa tesi prende spunto dalla mia breve esperienza sul campo per trattare il tema della mediazione linguistico-culturale o interpretazione in ambito sociale, ponendo particolare attenzione sull’interprete- mediatrice/mediatore, come figura-chiave all’interno dei progetti di accoglienza di persone immigrate.
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Parisini, Chiara. « Il ruolo del mediatore interculturale nei provvedimenti di affido ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10772/.

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Résumé :
La complessità dei provvedimenti di affido necessita di una risposta mirata per fornire miglior intervento possibile. Il ruolo del mediatore diventa quindi essenziale per evitare conflitti di ordine culturale in una situazione così complessa e delicata, e per poter portare a termine lo scopo riabilitativo di questo progetto.
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Bertolini, Alessia. « Röstigraben – analisi storico-sociale del fossato linguistico e culturale tra Svizzera francofona e germanofona ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Obiettivo del presente elaborato è di fornire un'analisi di natura storico-sociale del fenomeno del Röstigraben, il "fossato" linguistico e culturale tra la Svizzera francofona e germanofona. Si percorreranno, in primo luogo, le origini di questa espressione metaforica, definendone gli usi e presentandone le prime testimonianze scritte e orali rintracciate nei media svizzeri. In secondo luogo si presenteranno due fenomeni linguistici di grande rilevanza per la Confederazione, il plurilinguismo e la poliglossia, strettamente legati alla questione linguistica elvetica. Quest'ultima sarà oggetto di un'analisi basata su studi ed interpretazioni condotti da storici e linguisti e orientata verso i problemi di incomprensione e il sentimento di "apatia interculturale" che domina nelle due principali regioni linguistiche elvetiche. Seguirà una presentazione delle differenze sociali, culturali e politiche tra svizzeri tedeschi e romandi, accompagnata da una descrizione approfondita di mentalità, carattere e attitudini. Infine, si analizzerà l'evoluzione di neologismi analoghi al Röstigraben, Coronagraben e Polentagraben, i quali indicano rispettivamente il divario nella gestione della pandemia tra Svizzera romanda e tedesca e il confine linguistico e culturale tra minoranza italofona e maggioranza germanofona.
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BUSEDRA, SULIMAN. « LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.

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Résumé :
Il tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi.
The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
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BUSEDRA, SULIMAN. « LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.

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Résumé :
Il tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi.
The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
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Battafarano, Dalila. « La tipografia come identità visiva del Galles : un processo storico-culturale di natura nazionalista ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21332/.

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Résumé :
Questo elaborato si propone di offrire una riflessione sulla doppia natura della comunicazione, da un lato verbale-testuale, dall’altro grafico-visiva, attraverso una valutazione sul ruolo e l’essenza della tipografia. Di conseguenza, si è scelto di prendere in esame il caso del Galles, il cui governo ha commissionato un progetto per rilanciare l’immagine del paese nel mondo, investendo dunque in comunicazione visiva per definire e divulgare l’identità nazionale. In un primo momento, l’elaborato espone la storia del Galles, mettendo in luce il sentimento nazionalista della popolazione; sviluppa poi la definizione attorno al concetto di comunicazione; si conclude infine presentando l’esempio gallese, per dimostrare come l’elemento visivo possa effettivamente comunicare tanto quanto l’elemento testuale.
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Bosi, Alessia. « La traduzione musicale : il caso Bella Ciao Da fenomeno mediatico-culturale a questione linguistico-traduttiva ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il presente elaborato ha come obiettivo quello di approfondire l’ambito della traduzione musicale, prendendo come esempio il canto popolare italiano Bella Ciao. Innanzitutto, si provvederà alla presentazione delle peculiarità del linguaggio musicale, delle sue funzioni e dei principi teorici alla base di una corretta traduzione in ambito musicale dei testi delle canzoni. Nei capitoli successivi, il brano verrà esaminato sia da un punto di vista mediatico-culturale, evidenziando gli usi della canzone nei differenti contesti internazionali, sia da un punto di vista linguistico e traduttologico, attraverso l’analisi di tre traduzioni del brano stesso, una in inglese e due in spagnolo, e lo studio delle tecniche traduttive utilizzate nelle diverse versioni. Infine, verrà presentata una proposta di traduzione personale verso lo spagnolo, tenendo conto dei principi teorici fondamentali e delle tecniche di traduzione più efficaci per realizzare un valido prodotto finale.
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Brugnoli, Federica. « La mediazione linguistico-culturale presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Analisi di un incontro medico italiano-paziente francofono ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7398/.

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Résumé :
Il presente elaborato si propone di offrire un’analisi dell’importanza della mediazione linguistico-culturale in ambito sanitario sia per i pazienti stranieri che per la società. In un contesto sociale sempre più multietnico l’impatto della popolazione straniera sul Servizio Sanitario Nazionale è aumentato in modo esponenziale e le occasioni in cui le barriere linguistico-culturali possono rendere difficoltosa (se non impossibile) la comunicazione clinica si sono moltiplicate. La MLC diviene allora lo strumento che permette agli utenti stranieri di usufruire effettivamente del diritto alla salute e, infatti, questo servizio è legittimato dalle fonti normative sia a livello nazionale che internazionale. Viene quindi presentato dettagliatamente il funzionamento del servizio di MLC negli ospedali e nei servizi sanitari di Reggio Emilia e Provincia e in particolare presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova. Viene inoltre analizzato il colloquio tra un medico italiano e una paziente francofona, con attenzione agli aspetti verbali e non verbali della comunicazione. Vengono infine elencate le difficoltà che rendono l’impiego della MLC ancora poco efficace e le soluzioni auspicate.
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Bazzocchi, Filippo. « Il rap e l'hip-hop della Russia d'oggi : analisi di un fenomeno culturale contemporaneo (il caso Garri Topor) ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7512/.

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Donnini, Ermenegildo. « Immagini dalla Russia. Osservazioni di come l'elemento culturale influenza la ricezione delle notizie ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Istantanee dalla Russia. Questo è il titolo del mio elaborato. Un titolo piuttosto esplicativo di quello che il lettore troverà nel corso della lettura. Istantanee, perché questo lavoro non ha la presunzione di rappresentare e descrivere la civiltà, la cultura e l’attualità russa. Al contrario vuole proporre uno stimolo per approfondire tutto ciò. La Russia ha sempre rappresentato un paese lontano, sia dal punto di vista geografico, che storico e culturale. Un paese a cavallo fra l’Europa e l’Asia. Fra tentativi di “europeizzazione” e regimi dittatoriali molto duri. A guidare il lavoro svolte sono state le seguenti domande: di cosa si può parlare con una persona di origine russa? Quali possono essere gli argomenti spinosi da affrontare nel corso di una conversazione? Qual è la loro opinione a riguardo? Qual è invece la posizione dei paesi occidentali a riguardo? Come raffiguriamo la posizione della Russia? Ho cercato quindi di immaginare quali potessero essere i temi caldi e li ho identificati nei tre capitoli che formano questo elaborato: La figura di Putin analizzata tramite le sue parole, l'idea dell'omosessualità e infine della violenza domestica. Il passo successivo è stato cercare degli articoli che ne parlassero nei giornali russi ed infine metterli a confronto con articoli di altri paesi. Un viaggio, quindi, fatto non con il treno o con l’aereo, ma grazie ad articoli di giornale, partendo dal presupposto che i giornali siano l’espressione del pensiero comune di un popolo
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Campolongo, Sharon. « I Paesi Baschi : alla scoperta di una terra millenaria. Proposta di traduzione e analisi linguistico-culturale di un dépliant turistico ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11348/.

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Il presente elaborato comprende un'analisi e una proposta di traduzione di un dépliant turistico riguardante i Paesi Baschi, attraverso cui si è voluto fare conoscere questa terra ricca di una cultura eccezionale, tradizioni meravigliose e gente ospitale. Pertanto, la struttura della presente tesi è costituita dai seguenti capitoli: il primo capitolo riguarda il turismo come fenomeno storico e sociale, descrivendone le caratteristiche principali nei Paesi Baschi; nel secondo vi è una breve analisi dei testi turistici, in particolare dei dépliant turistici; il terzo capitolo comprende la mia proposta di traduzione; infine, l'ultimo è incentrato sull'analisi traduttologica.
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Cestaro, Margherita. « "MEDIAZIONE". Cifra di una teoresi pedagogico-interculturale e di una prassi educativo-formativa in contesti plurali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427511.

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Within the current glocal, fluid, complex and plural context, the ability to interweave positive and constructive relationships with and between the differences has been increasingly shown in terms of a human need. At the same time, it considered as a goal of coexistence and democratic participation, characterizing the several multicultural local territories. According to the pedagogical framework, the research aimed at exploring whether, how and what level intercultural mediation practices are achieved within the educational context. In fact, school is the place which, because of its own educational right-duty, represents a daily place where different people, also culturally different, meets and each other. The goal was to highlight whether and how intercultural mediation professional skills are promoted in training activities for teachers. The work started dealing with the issue of the "semantic ambiguity" carried by the expressions "linguistic and/or cultural mediation" and "intercultural mediation" and that is present in the intercultural literature, documents, and national and European legislation, and within the school context. After exploring the theoretical framework, the research delved into the concept of mediation according to its ethical and philosophical meaning, the conflict management approach and the educational and intercultural pedagogical perspective. Hence, the "places" of the educational intercultural mediation were identified following three typical existential lines of the pedagogical discourse: the anthropological, the ethical, the social-cultural ones. The empirical work was designed as an "decision-oriented empirical research", following a qualitative approach, pertaining to an interpretative paradigm. Once a network of schools for intercultural education was identified as field of investigation, (18 schools of 7 municipalities), data were collected in three complementary phases: 1) the monitoring of non-Italian students belonging to the 18 schools; 2) the semi-structured interviewing of 16 privileged witnesses (as referring teachers and/or teachers in care of intercultural education programs); 3) the carrying out of 21 narrative focused interviews, addressed to teachers and school staff of school involved in the project. The results underline that the intercultural mediation belongs to teacher-educator's duties. In particular, it is shown that the concept and the practices related to intercultural mediation do not only concern the management of conflicts usually caused by the ambiguity and/or poor knowledge which they culturally belong to. The educator is indeed required to be able to mange both cognitive and social-affective processes characterizing the relationships that each person involved in the interaction lives with the difference that he/she perceives, at the same time, outside and inside him/herself.
Negli attuali contesti glocali, liquidi, complessi e plurali, la capacità  di intessere relazioni positive e costruttive con e tra le differenze si presenta sempre più nei termini di un bisogno umano e, nel contempo, di un obiettivo di convivenza e di partecipazione democratica, caratterizzanti i molteplici territori locali di fatto multiculturali. La ricerca ha inteso esplorare, in chiave pedagogica, se, come e in che grado si realizzino effettive pratiche di mediazione interculturale all'interno di quel contesto educativo che, per motivi di diritto-dovere di istruzione e formazione, è luogo quotidiano di incontro-scontro tra differenti anche per cultura: la scuola. Lo scopo è stato quello di evidenziare se e come, a livello formativo, sia importante intervenire per promuovere, negli insegnanti-educatori, competenze professionali nella mediazione interculturale. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio dall' "ambiguità semantica" nell'uso delle espressioni "mediazione linguistica e/o culturale" e "mediazione interculturale", rinvenibile nella letteratura interculturale, nei documenti e nella normativa nazionale e europea, e all'nterno del contesto scolastico. Dopo aver esplorato, dal punto di vista teorico, il concetto di mediazione così come esso si declina sul piano etico-filosofico, degli studi sulla gestione del conflitto, della scienza pedagogica, dell'educazione e dell'intercultura, si sono individuati i "luoghi" propri di una mediazione educativo interculturale nelle tre direttrici esistenziali tipiche del discorso pedagogico: quella antropologica, quella etico-valoriale, quella sociale e culturale. Strutturandosi come una "ricerca empirica orientata alle decisioni", il lavoro ha seguito una strategia di tipo qualitativo, afferente a un paradigma interpretativo. Individuata come campo di indagine una Rete scolastica per l'intercultura, comprensiva di 18 realtà  scolastiche, distribuite in 7 Comuni, la raccolta dei dati si è articolata in tre fasi successive e complementari: il monitoraggio degli alunni non italiani presenti nelle scuole della rete scolastica, lo svolgimento di 16 interviste semi-strutturate, rivolte a testimoni privilegiati (insegnanti referenti e/o figure strumentali per l'intercultura della Rete), la realizzazione di 21 interviste narrative focalizzate, rivolte ad alcuni insegnanti e operatori scolastici delle scuole comprese nella Rete. Nel ribadire come la mediazione interculturale sia una funzione propria dell'insegnante-educatore, la ricerca ha permesso di evidenziare, in particolare, come il concetto e le pratiche a essa legate non si esauriscano unicamente nell'ambito della gestione dei conflitti, generati dall'ambiguità  e/o non conoscenza delle rispettive cornici culturali, ma richiedano anche - e soprattutto - all'educatore, competenze utili a gestire i processi che, a livello cognitivo e socio-affettivo, caratterizzano le relazioni che ciascuna delle persone coinvolte nell'interazione vive con quella differenza che percepisce, ad un tempo, fuori e dentro di sé
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Caletti, Silvia. « Il child language brokering : Un case-study presso la scuola primaria G. Marconi e la scuola secondaria di I grado G. Diotti di casalmaggiore (CR) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9888/.

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Résumé :
Questa tesi presenta i risultati di un case-study condotto presso la scuola primaria G. Marconi e la scuola secondaria di I grado G. Diotti di Casalmaggiore (CR), volto ad indagare sul fenomeno della mediazione linguistica ad opera di bambini che, nel panorama moderno caratterizzato da una presenza straniera in continuo aumento, risulta una delle soluzioni più accessibili ai migranti per garantirsi un supporto linguistico che permetta l’accesso ai servizi pubblici fondamentali. La prima parte del testo costituisce un quadro teorico che consente di comprendere meglio gli obiettivi e i risultati dell’indagine condotta. Il primo capitolo si concentra sul rapporto immigrazione-scuola analizzando la situazione attuale, illustrando le caratteristiche e le esigenze della popolazione scolastica straniera ed esaminando le proposte ministeriali in materia di integrazione e accoglienza. Il secondo capitolo, invece, sposta l’attenzione sulla mediazione linguistica e culturale in Italia. Nello specifico viene dapprima approfondita la mediazione professionale facendo riferimento al quadro normativo e alle competenze specifiche del mediatore linguistico e culturale. In un secondo momento, viene introdotto il fenomeno della mediazione non professionale e viene illustrata la letteratura inerente. Da ultimo viene introdotto il tema del Child Language Brokering (CLB), ovvero il fenomeno della mediazione ad opera di minori. Partendo da una panoramica generale viene studiato lo sviluppo del CLB come oggetto di ricerca e ne vengono valutati aspetti positivi e negativi, soffermandosi in particolare sul contesto scolastico. Gli ultimi due capitoli, invece, sono dedicati alla parte operativa del lavoro di ricerca. Nel terzo capitolo viene presentato in maniera dettagliata il case-study analizzando la metodologia applicata, il campione selezionato e l’elaborazione dei questionari realizzati per la raccolta dei dati. Infine, nel quarto capitolo, sono esaminati i dati raccolti sul campo. Sulla base dei risultati ottenuti viene dapprima delineato il profilo del fenomeno in ciascuna delle scuole campione per poi mettere a confronto le tendenze generali emerse.
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Orciani, Alice. « Comment (ne pas) devenir Parisien - Le guide ultime du parfait autochtone de la capitale : proposta di traduzione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8118/.

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Résumé :
L’objet de ce mémoire de maîtrise est la traduction du français en italien du guide humoristique Comment (ne pas) devenir Parisien – Le guide ultime du parfait autochtone de la capitale, écrit par la journaliste Caroline Rochet et publié en 2012 par Leduc.s Éditions. Ce mémoire a pour but de relier les aspects pratiques de la traduction avec ses principes théoriques et représente une piste de réflexion sur la nature complexe et fascinante de la traduction considérée comme médiation culturelle. Ce mémoire se compose de cinq chapitres : après une introduction illustrant la structure et les buts du mémoire, le premier chapitre présente l’œuvre originale, sa maison d’édition et l’auteur du guide. Le deuxième chapitre est dédié à l’analyse du texte : au genre textuel et à la typologie textuelle de l’œuvre, à son style, au profil socio-professionnel de la langue de l’auteur et au bagage de connaissances du destinataire. Le troisième chapitre expose le parcours d’approfondissement théorique suivi pour arriver au choix de la stratégie traductive convenable, c’est-à-dire la valorisation de la composante exotique. Le quatrième chapitre est consacré à la traduction du texte. Le dernier chapitre est constitué par deux sections : un commentaire sur les principaux aspects problématiques rencontrés pendant la traduction et sur les tactiques adoptées pour les résoudre (information invariante, information modifiée, information ajoutée et contenu éliminé) ; un commentaire dédié à la phase de rédaction d’un texte qui respecte le genre, le style et le fil conducteur du guide, c’est-à-dire l’ironie, ainsi que la formule d’interlocution la plus adapte à ce texte en langue italienne. Ces cinq chapitres sont suivis par une conclusion qui résume les différentes phases rencontrées pendant la traduction et est accompagnée par une réflexion sur la médiation interlinguistique considérée comme art d’écrire, liberté mais prise de responsabilité aussi.
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Daversa, Martina. « I Want to be Black : Cultural Appropriation of the African American Culture ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11399/.

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Résumé :
La tesi analizza il fenomeno dell'Appropriazione Culturale, ne definisce le varie forme e si concentra su vari casi di Appropriazione Culturale negli anni 2000, con un focus sull'Appropriazione della cultura Afroamericana.
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Strafonda, Giovanni Battista. « Traduzione del libro di ricette - "Die besten Kochrezepte aus Omas Zeiten" ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7514/.

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Abstract Questo elaborato consta della traduzione di un libro di ricette scritto in lingua tedesca, il cui titolo originale è “Die besten Kochrezepte aus Omas Zeiten”. Questa tesina propone una traduzione delle varie ricette, onde offrire uno sguardo alla cucina tedesca antica e casalinga, nonché alle differenze storiche, linguistiche, culturali che queste hanno con i piatti italiani e nostrani. A questo scopo, infatti, è stato fornito un identikit storico-culturale sull'origine e le curiosità di ogni piatto, aggiungendo nella maggior parte dei casi anche un commento alla traduzione, alla lingua e al lessico utilizzato. Questo lavoro è incentrato sull'immagine “sociale” e culturale della “Nonna” tedesca, o più in generale della massaia, abile preparatrice di deliziosi manicaretti. Ogni piatto è ordinato secondo una sezione, che scandisce l'ordine delle pietanze e le suddivide nelle varie categorie, facilitandone il riconoscimento e il confronto con piatti italiani.
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Di, Giovanni Lia. « Localizzare un'azienda e-commerce : il caso di Amazon China ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18884/.

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La globalizzazione e la diffusione di Internet hanno permesso a molte aziende e-commerce di svilupparsi in tutto il mondo. Amazon è una tra le più fruttuose. La sua espansione nel mondo ha riscontrato molti successi, ma in Cina ha incontrato alcune difficoltà che non hanno permesso di ottenere gli stessi risultati. Amazon China, dunque, chiude definitivamente il mercato dedicato a terzi. Nonostante la qualità dei prodotti non sia stata messa in discussione dai consumatori cinesi, l'esperienza di shopping su Amazon China non rispecchia le abitudini e le aspettative dei consumatori cinesi, i quali preferiscono comprare su Alibaba o Taobao. Competere con i cosiddetti "giganti locali", infatti, è un compito non indifferente per Amazon China, che non si è del tutto adattato ai gusti locali. In questo elaborato, quindi, mi pongo l'obiettivo di analizzare la "localizzazione" di Amazon China, cioè il processo di adattamento che l'azienda ha messo in atto per poter entrare nel mercato cinese, con particolare attenzione alla localizzazione del sito web. Le tre parti dell'elaborato presenteranno l'azienda e il suo sviluppo, il significato di localizzazione web e la sua importanza, e l'analisi di alcuni screenshot del sito di Amazon China e Italia.
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RIZZO, MARIALISA. « EDUCAZIONE FEMMINILE INFORMALE E PASSAGGI GENERAZIONALI. Una ricerca etnopedagogica con tre generazioni di donne dalle origini pugliesi a Milano e hinterland ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241071.

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Résumé :
La ricerca pedagogica ha posto l’attenzione sulle storie di formazione di tre generazioni di donne dalle origini pugliesi abitanti a Milano o nel suo hinterland (“nonne”, migrate negli anni ‘50-‘60, “madri”, “figlie”); su identità non isolate ma da considerarsi in rapporto ai contesti storico-geografico-sociali vissuti; sui processi di educazione informale rintracciabili nei percorsi di vita. La ricerca, così orientata, si è collocata nel quadro teorico della pedagogia sociale. Rilevanti anche gli studi di genere e sulle migrazioni. Se per le “nonne” sono risultati centrali, per la formazione identitaria, la migrazione interna e gli stereotipi sulle meridionali; per le altre determinanti sono stati i rapporti con i nuovi territori, con le/i pari e con le/gli adulti nelle famiglie, che, diversamente da quelle settentrionali, non sono state immediatamente interessate dal miracolo economico e dalle trasformazioni di quei tempi. La ricerca – chiedendosi come stiano crescendo le “figlie” – ha provato a osservare le reiterazioni/alterazioni, da una generazione all’altra, di performances di genere; a comprendere quali siano state le possibilità trasformative aperte dalle stesse donne per le figlie; quali gli atteggiamenti collusivi alle idee di inferiorità femminile/meridionale (e non solo) “offerti” nei passaggi generazionali; quali ancora i contributi (o meno) dei territori, dove sono andate inserendosi le prime migranti e poi le loro discendenti, nella formazione di apprendimenti alternativi. La ricerca ha provato a riflettere anche sull’azione congiunta delle appartenenze di genere, generazione e del patrimonio culturale. L’analisi tematica a più livelli dei dati raccolti con un dispositivo etnopedagogico ha infatti provato a utilizzare le lenti dell’intersezionalità, translocale e intergenerazionale. Accanto alle interviste in profondità, i momenti di informalità (come la restituzione cartacea), guidati dall’osservazione inevitabilmente partecipante, di cui si è tenuta traccia nel diario di ricerca. L’analisi pedagogica ha portato alla luce “nodi identitari” non pienamente risolti, incidenti anche nell’attuale sui percorsi biografici e nei quartieri popolari, in cui oggi si sovrappongono diverse migrazioni; ha messo in evidenza “questioni irrisolte” che conducono queste donne a tentare la salvaguardia di una “centralità instabile” guadagnata nel tempo, prendendo le distanze da un’idea di “arretratezza”: vissuta nella propria biografia (con molteplici subordinazioni) e nel contesto familiare, tacitata eppure promossa dalla società contemporanea – ancora sfavorevole soprattutto per le giovani –, ma ora attribuita ad altre, considerate ai margini di una posizione vantaggiosa (illusoriamente) raggiunta nella contemporaneità. È questa presa di distanza che rischia di portare anche le “figlie” a giocarsi all’interno di guerre tra simboli, che sostengono inconsapevolmente guerre altre, allontanate dal quotidiano e basate sulla democratizzazione del Medioriente, in cui le donne sono viste come sottomesse all’uomo e alla loro cultura appunto arretrata; le porta a concorrere con queste, non percependosi invece sulla stessa barca e ostacolando così un cambiamento sociale, necessario davanti alla permanenza diffusa di una cultura maschilista. Il proporre riflessioni collegiali (dalla restituzione comune con le “figlie” alla teatralizzazione), ha come obiettivo ultimo proprio una rilettura condivisa di storie di vita e formazione, individuali eppure collettive, che illuminano alcune dimensioni della società italiana più ampia; rilettura, che vorrebbe stimolare dialoghi alternativi tra diverse femminilità (e non solo), che pure oggi si trovano a vivere insieme – in maniera concorrenziale più che cooperativa – la medesima struttura sociale ancora interessata da questioni di genere e da altri fenomeni migratori.
The pedagogical research has its focus on three female generations with Apulian origins who live in Milan or in its hinterland: “grandmothers”, migrated between ‘50s-‘60s, “mothers” and “daughters”. This research tried to observe the different educational feminine paths that there are into various social spaces and times and that are dense of informal educational experiences. The theoretical framework of this research is composed by social pedagogical studies, gender studies and studies on migrations. The internal migration and the stereotypes about Southern women played an important role in grandmothers’ educational paths. On the other hand, for the other women (“mothers” and “daughters”), the “new territories” of reference, the peer groups and the male and female adults in their families were important. Their families, differently of Northern ones, were not manifestly involved in economical-boom phenomena and in the social transformations of that time. The research – wondering how the daughters are growing – tried to reflect on the joint action of gender, generation and cultural heritage on female walks of life and it tried to observe – among three generations – the reiterations/alterations of gender messages and performances. Not only It wanted to understand the “transformative possibilities” opened by women for their daughters, but also the collusive behaviours about some hypothesis of female and Southern people’s subordination (but not only them) that were offered in the generational passages. Moreover, it wanted to study the role of the territories in which these first women arrived and in which their descendants live, in structuration of some occasions of alternative learning and critical thinking. Data were collected by an ethno-pedagogical system, mainly with semi-structural in-depth interviews. The analysis used the intersectional, translocal and intergenerational criteria. Others tools were informal moments with triads, in which it has been possible to observe in a participatory way and, in a second time, to write a diary of research. The occasions of restitution of stories were among these fundamental moments. The pedagogical analysis has raised some “identity matters” not fully resolved, affecting contemporary biographies and popular neighborhoods in which different migrations overlap now. These “unresolved issues” bring some women to try to defend their “unstable centrality”, earned during the time, by distancing themselves from backwardness that has been lived in personal biography (with several subordinations), in personal family and in current society. Actually, the society still promotes and remains silent about women’s subordinations, mainly about young women’s one. Thus, this backwardness was and it is lived by these women but it is assigned to other femininities, considered marginal relating to a (illusory) vantage position reached today. With this disregard, the daughters also risk to stake in the war of symbols, unknowingly sustaining other wars, removed from the daily life and based on the democratization of Middle East in which women are seen as subordinated to their men and to their backward culture. Today, different women compete with each other but they don’t perceive themselves in the similar social-situation and they unconsciously hinder the social transformation, necessary in the permanence of male-dominating tradition. In some common reflection about these issues (as a common restitution with daughters and a theater performance), it could be possible to reflect and to legitimize the drawing of some transversal issues among different stories and this could create a new knowledge about Italian contemporary society. These events could open some alternative dialogues between different femininities (but not only them) who now live together the same social structure characterized by gender issues and other migratory phenomena.
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Perrella, Sara. « Web design e musei : modelli di progettazione curatoriale e educativa per migliorare l’esperienza di visita in un piccolo museo ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2020. https://hdl.handle.net/11369/424588.

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Résumé :
Oggi anche le piccole realtà museali sono chiamate a uscire dai propri confini per guardare oltre, sviluppare nuove attività per accrescere il proprio network di riferimento e stringere solide alleanze anche all’esterno. Il presente percorso di ricerca si pone nella prospettiva di valorizzare il patrimonio culturale immateriale di una piccola realtà museale attraverso il supporto delle tecnologie. La sede selezionata come caso specifico di studio è il Museu do brinquedo da Ilha de Santa Catarina, situato nel campus dell’Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC), in Brasile. Tale museo rappresenta il caso di studio pilota per la creazione di un modello interattivo e digitale di fruizione museale attraverso l’utilizzo di piattaforme open source, con l’obiettivo di ampliare la portata di pubblico dei piccoli musei, che costituiscono la maggioranza del patrimonio culturale a livello mondiale, oltre a promuovere pratiche inclusive delle minoranze etniche, come gli Indios dello stato di Santa Catarina. Lo studio realizzato, mira a ricercare le caratteristiche antropologiche principali e i costumi delle culture indigene dello stato di Santa Caterina e permette di tracciare un cammino attraverso il mondo dell’infanzia espresso nell´immaginario del gioco. Il progetto ha previsto la realizzazione di una esposizione fotografica sui giochi tradizionali all’interno delle tribù Xokleng dello stato di Santa Catarina, tenutasi presso il rettorato del Campus della UFSC. A tale esposizione è stato affiancato un percorso virtuale, offerto ai visitatori tramite una piattaforma digitale e coadiuvato dall’utilizzo di QR code, che hanno arricchito l’esperienza di visita espositiva. Il percorso didattico-digitale proposto mira a garantire il rispetto, l'accesso e il riconoscimento a differenti concezioni di educazione, museo, infanzia e diversità socio-culturale.
Today even small museums are called to go beyond their borders, developing new activities to increase their reference network and make solid alliances also outside. This research path is aimed at enhancing the intangible cultural heritage of a small museum through the support of technologies. The site selected as a specific case study is the Museu do brinquedo da Ilha de Santa Catarina, located on the campus of the Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC), in Brazil. This museum represents the pilot case study for the creation of an interactive and digital model through the use of open source platforms, with the aim of expanding the public of small museums, which constitute the majority of the cultural heritage worldwide, as well as promoting inclusive practices of ethnic minorities, such as the Indios of the Santa Catarina state. The study aims to research the main anthropological characteristics and customs of the indigenous cultures of the state of Santa Caterina and allows to trace a path through the world of childhood expressed in the imagination of the game. The project involved the creation of a photographic exhibition on traditional games within the Xokleng tribes of the state of Santa Catarina. A virtual path was added to this exhibition, offered to visitors through a digital platform and supported by the use of QR codes, which enriched the experience of the exhibition visit. The proposed didactic-digital design aims to guarantee respect, access and recognition to different conceptions of education, museum, childhood and socio-cultural diversity.
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Castelli, Margherita. « Tre guide francesi sull'Italia del Sud : analisi argomentativa del discorso turistico ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7097/.

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Le but de ce mémoire est d'identifier les caractéristiques typiques du discours touristique à travers une analyse argumentative de trois guides touristiques d'éditeurs et de langue français sur l'Italie du Sud, respectivement le guide «Routard», «Petit futé» et «Le guide bleu». Dans le premier chapitre, j'ai tracé l'histoire du développement et de la diffusion de ce genre textuel à travers les siècles. Ensuite, à travers une analyse non seulement linguistique mais qui prend en compte aussi les éléments et les stéréotypes culturels, j'ai mis en exergue les différences de style des trois guides et la manière dont ils présentent une destination peu connue au public français telle que l'Italie du Sud. En particulier, il a été possible, à travers les textes des guides, de retrouver une représentation pas toujours stéréotypée des Italiens et des Français aussi. Le dernier chapitre est consacré à une étude purement linguistique des textes touristiques, dont j'ai pris en considération des éléments récurrents comme la formule, le lexique évaluatif, la technique du balancement axiologique et la poéticité du langage. En conclusion, avec les outils fournis par l'analyse argumentative et culturelle, il a été possible de répertorier les éléments du style et du langage que l'on pourrait considérer comme typiques du discours de promotion touristique et, en même temps, d'identifier les différences entre les trois guides qui montrent comment un même genre peut se décliner de multiples façons différentes.
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Casanova, Giulia. « Frida Kahlo di Maria Isabel Sanchez Vegara in italiano : tradurre letteratura per l?infanzia per educare alla parita di genere ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Il presente elaborato finale rappresenta una proposta editoriale e una proposta di traduzione in italiano dell’albo illustrato Frida Kahlo di María Isabel Sánchez Vegara. La scelta di tradurre questo libro è stata dettata non solo da un interesse personale, ma anche dai dati che tanti ricercatori hanno riscontrato all’interno della letteratura per l’infanzia: dati come quelli contenuti in "Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari " di Irene Biemmi, che mostrano disparità nella presentazione del genere femminile e del genere maschile all'interno dei libri per bambini. Il primo capitolo dell’elaborato consiste in un’introduzione alla versione originale del libro, all'autrice, all'illustratrice e alla casa editrice spagnola. Nel secondo capitolo si analizza il paratesto e se ne propone la paratraduzione, con particolare attenzione alle illustrazioni e alle caratteristiche in comune con le opere della pittrice messicana. Il terzo capitolo restringe il cerchio di case editrici che potrebbero essere adatte e propense alla pubblicazione della traduzione in italiano, ed espone i criteri che hanno influenzato la scelta dei suddetti editori, concentrandosi sulle loro caratteristiche. Nel quarto capitolo ci si occupa dell’analisi delle problematiche presentate dal testo originale e si propone la traduzione dell’opera. Il quinto e ultimo capitolo analizza le scelte traduttive. Nelle conclusioni, si riprendono i punti salienti della tesi e si sottolinea l’importanza della traduzione nella letteratura per l’infanzia come mezzo per rendere fruibile un maggior numero di testi che abbiano protagoniste con le quali tutti possano identificarsi, e che permettano di offrire ai bambini italiani un’educazione paritaria.
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Ioli, Lucia. « Interpretare per le donne vittime di violenza : uno studio di caso sulla rete antiviolenza dell'AUSL Romagna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22821/.

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Résumé :
Il presente elaborato si propone di mettere in luce le peculiarità della mediazione linguistico-culturale per le donne vittime di violenza attraverso uno studio di caso della rete antiviolenza dell’AUSL Romagna, in particolare dei percorsi sanitario, psicologico e sociale per le donne vittime di violenza. Il primo capitolo si apre con una breve introduzione teorica alla violenza contro le donne, seguita da alcuni dati statistici che ne illustrano la portata nel mondo, in Italia e nella Regione Emilia-Romagna; prosegue con una panoramica delle principali risposte istituzionali volte a contrastare la violenza, per descrivere poi nel dettaglio la rete antiviolenza dell’AUSL Romagna. Il secondo capitolo si concentra sul profilo professionale del/della mediatore/mediatrice in Italia e in Emilia-Romagna, in quanto i pochi riferimenti contenuti nelle linee guida e nei protocolli antiviolenza analizzati non sono sufficienti per comprendere come viene organizzato il servizio di mediazione. Il terzo capitolo è invece dedicato a una panoramica dei principali studi sull’interpretazione per le vittime di violenza. Nel quarto e ultimo capitolo viene presentato e discusso, anche alla luce della ricerca internazionale, quanto emerso dallo studio di caso, condotto mediante interviste semistrutturate a due gruppi di partecipanti (cinque operatrici della rete antiviolenza, nove mediatrici e un mediatore), incentrate su diverse aree tematiche: il funzionamento della mediazione linguistico-culturale, la formazione dei/delle mediatori/mediatrici, le conseguenze del carico emotivo degli incontri e gli strumenti a disposizione per combatterle, la deontologia professionale e il ruolo dei/delle mediatori/mediatrici, la mediazione linguistico-culturale a distanza. La mediazione linguistico-culturale emerge dal presente elaborato come un nodo fondamentale della rete antiviolenza, necessario a garantire anche alle vittime che non parlano l’italiano l’accesso all’assistenza di professionisti/e.
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Montenovo, Giulia. « La letteratura per l’infanzia in Cina e in Italia attraverso due romanzi : così lontani eppure così vicini ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16009/.

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Questo elaborato presenta un confronto tra "Pinocchio" di Carlo Collodi e "Dalin he Xiaolin" di Zhang Tianyi attraverso una proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo cinese. Il confronto è accompagnato da una breve contestualizzazione dei due autori e delle due opere, seguita dal commento alla traduzione e dalla comparazione vera e propria di alcuni aspetti dei due romanzi.
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Prospero, Riccardo. « ATRIUM un percorso alla scoperta di un patrimonio dimenticato. Proposta di traduzione in portoghese della brochure di presentazione del percorso turistico-culturale dell’associazione ATRIUM, a Forlì ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14162/.

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Il seguente elaborato si prefigge come obiettivo di presentare una proposta di traduzione, dall'italiano al portoghese lusitano, della brochure del percorso turistico-culturale organizzato da ATRIUM a Forlì. Il progetto europeo Architecture of Totalitarian Regimes in Urban Management ha come scopo il recupero di tutti gli edifici costruiti sotto i regimi totalitari del XX secolo, in modo che siano restaurati e riconvertiti in musei, biblioteche, archivi, ecc. L'insieme di tutte queste strutture recuperate nelle varie città europee aderenti al progetto serve a creare una rete di collaborazione internazionale e di promozione degli enti locali. Ciascuna città pertanto si impegna a creare dei percorsi turistico-culturali alla scoperta di un patrimonio "scomodo", legato ai ricordi ancora vividi dei regimi totalitari del secolo scorso. Grazie alla suddetta brochure, un futuro turista lusofono potrà avere una migliore visione d'insieme sia del patrimonio architettonico forlivese legato agli anni del fascismo, che del contesto storico da cui questo ha avuto origine. Il testo in un primo tempo racconta come è nato ATRIUM, spiegando in dettaglio i suoi fini, in seguito presenta ad un'analisi storica del ventennio fascista in Romagna, con particolare attenzione agli interventi strutturali che hanno cambiato la morfologia di Forlì; successivamente viene presentato un parallelismo tra il regime di Mussolini e l'Estado Novo di Salazar in Portogallo, il quale è un Paese che potrebbe potenzialmente entrare a far parte del progetto; il tutto si conclude con la mia proposta di traduzione, corroborata da un'analisi del testo originale italiano e un commento alla mia proposta di traduzione.
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Di, Rubbo Claudia. « La scuola di oggi : accoglienza e integrazione degli alunni stranieri presso la scuola primaria Diego Fabbri, il Child Language Brokering come pratica interculturale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7154/.

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Résumé :
Questa tesi presenta i risultati di una ricerca qualitativa condotta presso la scuola primaria Diego Fabbri di Forlì. Si è voluto indagare sul fenomeno della mediazione linguistica ad opera di bambini in relazione con la scelta del sistema scolastico italiano di impartire un’educazione di tipo interculturale. Ci si è quindi concentrati sul percorso di accoglienza riservato agli alunni stranieri neo-arrivati. In particolare si sono analizzate le strategie messe in atto dall’istituto e dagli insegnanti per favorire l’integrazione all’interno di classi multiculturali, nonché il ruolo riservato ai compagni, sia italiani che stranieri. La prima parte del testo costituisce un quadro teorico indirizzato a meglio comprendere gli obiettivi e i risultati dello studio. Il primo capitolo verte sulle tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione. Vengono qui esposti i principali modelli di acculturazione sviluppati dai vari paesi del mondo e in diverse epoche storiche, con particolare riferimento al contesto europeo e alle scelte operate dall’Italia nei confronti degli stranieri presenti sul suo territorio. Il secondo capitolo presenta poi il tema dell’educazione interculturale. A partire da una riflessione concettuale e terminologica sulla dicotomia fra multicultura e intercultura, si analizza la linea di pensiero seguita dalla scuola italiana nella gestione della crescente diversità etnica e culturale all’interno delle classi. Il terzo capitolo affronta il fenomeno del child language brokering o mediazione linguistica ad opera di bambini. Ne sono valutati aspetti positivi e negativi, soffermandosi specialmente sulle particolarità del contesto scolastico e dell’interazione fra pari. Gli ultimi due capitoli riguardano invece la parte operativa del lavoro di ricerca. Nel quarto capitolo è presentata la metodologia applicata, con un approfondimento sulla combinazione delle tecniche dell’osservazione e dell’intervista e la conduzione di una ricerca con i bambini. Infine, nel quinto capitolo, sono analizzati i dati raccolti sul campo.
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Mekshaj, Romina. « Proposta di traduzione di alcuni estratti del romanzo Schwarzer Tee mit drei Stuck Zucker di Renan Demirkan ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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L'obbiettivo del presente elaborato è quello di presentare una proposta di traduzione dal tedesco all’italiano di alcuni estratti dell’opera Schwarzer Tee mit drei Stück Zucker di Renan Demirkan. Il motivo per cui la scelta è ricaduta su questo romanzo è da ricollegare ai temi trattati dall’autrice e al contesto storico nel quale si svolgono i fatti. L'opera narra infatti la storia di una famiglia che dalla Turchia si sposta in Germania in qualità di Gastarbeiter, che dovrà affrontare sfide come l’integrazione e l'affermazione di una propria identità culturale. È stato interessante vedere questo fenomeno, estremamente significativo per la storia e società tedesca, dal punto di vista dei migranti e doversi confrontare non solo con una, ma bensì con due culture, quella tedesca e quella turca, durante il lavoro di analisi e traduzione. La tesi è composta da sei capitoli, a loro volta suddivisi in paragrafi. L'elaborato si apre con un’introduzione generale, nel secondo capitolo invece verrà presentata la figura della scrittrice Renan Demirkan con una breve biografia e verranno illustrate le caratteristiche principali dell’opera scelta e del contesto storico in cui è ambientata. Nel terzo capitolo saranno esposti gli aspetti teorici di maggiore importanza della traduzione letteraria, per poi passare nel quarto capitolo alla vera e propria proposta di traduzione degli estratti scelti con testo originale a fronte. Nel quinto capitolo saranno riportate le strategie traduttive adottate, eventuali difficoltà riscontrate nel corso della traduzione con soluzioni e commenti relativi. Il capitolo finale sarà infine costituito da una breve conclusione.
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VASYLIUK, ROKSOLANA. « La risoluzione delle controversie attraverso l’istituto giuridico internazionale e culturale della mediazione. Il contesto e i regimi della regolamentazione in alcuni Stati post sovietici (nella Federazione Russa, nella Georgia e nell’Ucraina) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/313152.

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The global landscape of mediation could be observed as an uneven picture represented by the variety of denominations, styles and approaches, modes of access and the varied nature of the institution of mediation. These differences have an impact on the way mediation is considered and applied in both theory and practice. National legal and political structures, cultural attitudes towards conflict and dispute resolution, and the solutions adopted vary greatly from one nation to another. Despite the path towards universality and recognition of the benefits of mediation at national and international levels, it is too early to say what the future of mediation will be and whether it will be possible to ensure a synergistic implementation of mediation in the global context. The relationship of mediation with the courts and its integration into the justice system, although an issue subject to much debate and evaluation, does not constitute a common framework and remains a point of reference for ongoing scientific research aimed at developing the best strategies and practices best suited to the needs of the parties. Despite criticism of the legitimacy of compulsory referrals to mediation, the reality today is that compulsory mediation cases make up the majority of mediation initiated through the judicial system. The last two decades can be characterised as a continuous encouragement for the use of mediation coming from international organisations that attempted, and still attempt, to provide a basic legal framework, based on the values and potentials of mediation encapsulated in its ability to reform a legal system of justice. Mediation, being a little-known method of dispute resolution, has received considerable attention from the main “players” in the international market (UNCITRAL, EU, WIPO, Council of Europe) which has influenced the national path of mediation towards “mobilisation”. The revival of mediation, as well as the method of dispute resolution, has attracted my attention focusing on a subject that has often challenged the problems and effectiveness of civil law and common law systems in the development of the European and international internal market. The structures and environment, the practical (the nuances of the language of the norm used) and legal context of mediation, as well as the results of mediation have yet to be explored from a global and comparative perspective. At the same time, many critical or undefined issues remain on the mediation process. Post-Soviet countries (Ukraine, Georgia, Russian Federation) have been my primary interest in identifying strengths and weaknesses of the regulatory regime for national and cross-border mediation and have become a starting point for further research. I used a benchmarking methodology within a system called “Regulatory Robustness Rating System” (“Regulatory Robustness Rating – RRR”, Kluwer Law International, 2017). The RRR system is elaborated in a detailed and explanatory manner by N. Alexander and is aimed at providing potential legal advisors and other actors in cross-border/international mediation processes with a quicker knowledge of the main features of the regulatory environment in which mediation will take place, stressing the importance of accessibility and predictability of the Mediation Law. Part I of the Thesis discusses the approaches of the regulative regimes and the principal foundations of mediation process and its increase popularity Part II describes the dimensions of legal mediation’s in Russian Federazione, and in the alternative and comparative perspective Part III and part IV analized the mediation regimes and principle in Georgia and Ucraine.
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