Littérature scientifique sur le sujet « Editoria letteraria »

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Articles de revues sur le sujet "Editoria letteraria"

1

Božič, Dana. « Massimo Bontempelli (1878-1960) lettore di Stendhal e il pubblico della società di massa alle soglie della Terza epoca ». Acta Neophilologica 54, no 1-2 (7 décembre 2021) : 179–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.54.1-2.179-196.

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Résumé :
Nella prefazione all’edizione italiana del Rosso e il nero di Stendhal (1913), Massimo Bontempelli (1878-1960), il traduttore del romanzo, presenta alcune sue opinioni relative al necessario rinnovamento culturale e letterario che costituirà poi il suo Novecentismo, difeso nella rivista letteraria “900” (1926-1927). Il presente articolo esplora come Bontempelli, attraverso le osservazioni sulla vita di Stendhal e la tragica esperienza di Julien Sorel, traccia un parallelo implicito con il proprio momento storico, considerando il ruolo dello spirito rivoluzionario delle avanguardie in tale rinnovamento. Tuttavia, implica anche che ciò debba essere controbilanciato dall’idea classica di arte e letteratura, dove la tradizione è vista come un’intima e profonda continuità tra manifestazioni di inaspettata novità. Anche se Bontempelli simpatizzerà in seguito con il Futurismo italiano, è proprio tale equilibrio che rende la sua proposta culturale e letteraria per la “Terza Epoca”, il Novecentismo, unica nel panorama letterario italiano. Questo saggio considera i suoi scritti del 1913 nel contesto della società di massa emergente, e quindi gli aggiustamenti editoriali e linguistici che furono necessari per l’edizione, e li paragona contemporaneamente alle riflessioni bontempelliane fatte sul tema negli anni a seguire.
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Mordeglia, Caterina. « La rappresentazione del corpo animale nei manoscritti di favole esopiche latine ». Reinardus / Yearbook of the International Reynard Society 25 (31 décembre 2013) : 120–40. http://dx.doi.org/10.1075/rein.25.08mor.

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L’ampia diffusione e la ricca presenza di soggetti zoomorfi hanno favorito per tutta l’Antichità e il Medioevo il proliferare di una ricca tradizione figurativa della favola esopica in ambito artistico, soprattutto scultoreo, ed editoriale, spesso frammentata e non sempre riconducibile a un modello letterario o iconografico specifico. La produzione di manoscritti miniati di favole esopiche latine prende invece campo in maniera consistente solo nel Tardo Medioevo. Prima di questa data i codici caratterizzati da un ciclo figurativo completo e strutturato pervenutici sono pochi. In questo saggio vengono esaminate le raffigurazioni animali contenute in alcuni di essi, molto celebri per la testimonianza iconografica che ci offrono o per la loro raffinatezza stilistica, rapportandole con le eventuali fonti letterarie che possono averle influenzate. Oggetto dell’indagine sono, nell’ordine, i mss.: Paris, Bibliothèque Nationale de France, nouv. acq. lat. 1132 (sec. IX); Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversiteit, Voss. lat. 8° 15 (Section XI); Bologna, Biblioteca Universitaria, 1213 (Section XIV); Udine, Biblioteca Arcivescovile, Codice Bartolini 83 (Section XV).
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Rosso, Marta. « La costellazione del ‘new Italian weird’ tra letteratura estrema e ipermodernità ». ENTHYMEMA, no 28 (1 janvier 2022) : 204–30. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/14409.

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Résumé :
Il contributo ricostruisce la costellazione della narrativa italiana contemporanea più ‘strana’, soprannominata ‘new Italian weird’ nel dibattito on line che ha accompagnato il fenomeno editoriale tra il 2016 e il 2018, e la raffronta con i suoi corrispettivi negli Stati Uniti e in Europa per ragionare su come e perché i sistemi letterari si trasformano nel tempo. Una lettura semiologica e polisistemica ha permesso di ricondurre le modalità di questo recente sentire letterario a una più ampia condizione della contemporaneità, il cui carattere esasperato è stato definito anche in termini di ipermodernità e che oggi sembrerebbe implicare una sempre maggiore ibridazione tra i generi del romanzo. A caratterizzare questa nuova forma di letteratura, a suo modo estrema, è il ricorso al ‘weird’, qui inteso non come genere a sé ma come dispositivo ‘obliquo’, impiegato per aprire nuove prospettive e per oltrepassare gli stretti confini e le limitate possibilità di senso del reale.
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Cattoni, Silvia. « La letteratura italiana tradotta in Argentina ». Revista de Italianística, no 34 (7 novembre 2017) : 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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Résumé :
In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Remorini, Paolo. « Il racconto innominato. Analisi del paratesto di Centuria. Cento piccoli romanzi fiume di Giorgio Manganelli ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 56, no 1 (24 février 2022) : 76–86. http://dx.doi.org/10.1177/00145858221079216.

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Résumé :
Il presente saggio analizza gli elementi del peritesto editoriale, autoriale e allografo che compongono l’edizione di Centuria. Cento piccoli romanzi fiume di Giorgio Manganelli che dal 1995 pubblica Adelphi, evidenziando come le chiavi di lettura e di interpretazione del testo manganelliano proposte e veicolate cerchino di suggerire un’idea di sperimentazione, di caso unico e singolare all’interno tuttavia di una tradizione letteraria altresì familiare e codificata.
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Božič, Dana. « Massimo Bontempelli giornalista e ammiratore dei Quattrocentisti : per un rinnovamento letterario della Terza epoca ». e-Scripta Romanica 9 (20 décembre 2021) : 135–47. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.09.11.

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Résumé :
L'articolo presenta alcuni testi di Massimo Bontempelli finora relativamente poco esplorati dalla critica bontempelliana o perfino sconosciuti, provenienti dall'ambito del giornalismo e da collaborazioni editoriali. L’analisi della prefazione alle Prose di fede e di vita del primo tempo dell’umanesimo, scritta da Bontempelli nel 1913, mostra (anche al confronto con altri articoli bontempelliani sia del periodo degli esordi, sia dei primi anni Venti) che numerose tesi della tendenza culturale e letteraria del ‘novecentismo’ teorizzata tra il 1926 e il 1927, erano presenti già nelle prime collaborazioni editoriali di questo intellettuale. Fra queste tesi: il ruolo di una lingua trasparente, l’importanza dell’immaginazione, la necessità di prestare attenzione al pubblico e di liberarsi da una troppo stretta adesione al canone, per nominarne alcune.
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Tognarelli, Chiara. « Sopravvivenze eroi(comi)che : l'edizione Vigo dei "Paralipomeni della Batracomiomachia" di Leopardi ». AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no 2 (31 décembre 2022) : 237–65. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19521.

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Résumé :
Nel 1869 Giuseppe Chiarini cura i Paralipomeni della Batracomiomachia per le edizioni di Francesco Vigo. Il libro costituisce un caso editoriale che consente di riflettere sulla ricezione del poemetto leopardiano e, più in generale, sulla perdurante vitalità del genere eroico ed eroicomico nella seconda metà dell’Ottocento: negli anni in cui il romanzo guadagna un ruolo egemonico nel sistema letterario italiano, un sodalizio di stampo classicista e ascendenza giordaniana – quello che lega Francesco Ambrosoli, Antonio Gussalli e Giuseppe Chiarini – difende l’epos, anche nella sua declinazione comico-satirica, quale forma illustre e perennemente attuale. Una battaglia ardua, come avrebbe poi messo in luce la critica di fine Novecento.
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Caso, Roberto, et Giovanni Pascuzzi. « Valutazione dei prodotti scientifici nell'area giuridica e ruolo delle tecnologie digitali ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 49 (mai 2012) : 25–38. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049003.

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Résumé :
Al fine di valutare i prodotti della scienza giuridica italiana e renderli confrontabili con i lavori di altre aree scientifiche, alcuni attori istituzionali hanno proposto di classificare generi letterari (ad es., monografia, articolo, nota a sentenza ecc.), sedi editoriali e riviste. Una parte delle associazioni scientifiche dell'area giuridica ha preso una posizione comune nel "documento sulla valutazione" del 1° ottobre 2010 su metodi e criteri che dovvrebbero essere applicati da vari organismi istituzionali per differenti scopi. La pagine che seguono sono dedicate a svolgere rilievi critici a margine del documento e a rilevare che le tecnologie digitali (in particolare, il sistema dell'Accesso Aperto alla scienza) possono giocare un ruolo di primo piano nella valutazione dei prodotti della scienza giuridica.
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Gimeno Puyol, María Dolores. « “Il poco numero de’ libri Spagnuoli” : La defensa de España en las "Efemeridi letterarie di Roma" en el último tercio del siglo XVIII ». Cuadernos de Historia Moderna 44, no 1 (10 mai 2019) : 181–204. http://dx.doi.org/10.5209/chmo.63920.

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Résumé :
El auge cultural de la Roma del último tercio del siglo XVIII se reflejó en su vitalidad editorial y en la aparición de numerosas publicaciones periódicas, entre las cuales las Efemeridi letterarie di Roma (1772-1798), que reseñaron la producción propia y la europea. La proporción de libros españoles –cuya lista se ofrece aquí–, aunque no alcanzó el 2% de las reseñas, fue compensada por una decidida voluntad de subrayar tanto el pasado brillante, evidenciado en repertorios y obras historiográficas, como el presente ilustrado, visible en la literatura de gusto clásico y en los avances sociales o científicos. Se pretendía reivindicar una imagen positiva de España frente a los errores y manipulaciones de autores extranjeros y, así, construir junto a Italia un nuevo polo cultural frente al hegemónico francés desde los presupuestos de la Ilustración católica.
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Steinsiek, Angela. « Das epistolarische Werk von Ferdinand Gregorovius. Eine Bestandsaufnahme ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 290–315. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0014.

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Résumé :
Riassunto Quello di Ferdinand Gregorovius e uno dei piu importanti carteggi del XIX secolo. Nonostante gli sforzi dell’autore di sottrarre questa parte delle sue carte al pubblico, si sono conservate diverse migliaia di lettere che, accanto alla sua opera complessiva, rivestono un valore straordinario anche dal punto di vista letterario. Indispensabili sono le lettere per ricostruire la genesi dei suoi lavori, per comprenderne la qualita nella dialettica tra letteratura e scienza, per identificare i suoi scritti anonimi. Le sue corrispondenze con studiosi, nobili, politici, scrittori, artisti ed editori rappresentano nell’insieme un documento unico della storia politica e sociale, culturale e delle scienze nel XIX secolo e permettono di farsi un’idea concreta sulle vaste reti di contatto transnazionali non solo epistolari, ma anche personali, e sulle condizioni di lavoro di uno storico che svolgeva le sue attivita liberamente e in modo indipendente. Le sue corrispondenze, coprendo diversi decenni, mettono infine in luce i rapidi sviluppi che nella loro interazione contrassegnarono la storia italiana e tedesca dell’epoca.
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Thèses sur le sujet "Editoria letteraria"

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Liberi, Noemi. « John Ronald Reuel Tolkien fra critica e traduzione : Il caso della history of Middle-Earth ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7814/.

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Résumé :
Il progetto si propone di tradurre parti di un’opera di John Ronald Reuel Tolkien inedita in Italia. Si tratta dell'introduzione e di un capitolo del settimo volume della History of Middle-Earth, che raccoglie l’intero corpus degli scritti tolkeniani e ne ricostruisce l’evoluzione narrativa. La tesi, oltre al capitolo dedicato alla traduzione dall'inglese all'italiano e alla discussione delle scelte traduttive, include: alcune notizie biografiche su Tolkien, con particolare riferimento agli anni giovanili; una discussione sulla legittimità di un suo eventuale inserimento all'interno dei canoni letterari; una discussione sulle differenti interpretazioni de Il Signore degli Anelli; una discussione sui contenuti di tutti i volumi della History e sulle difficoltà che sorgono nella traduzione delle opere di Tolkien.
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Minesso, Barbara <1978&gt. « Eduardo Zamacois : attività editoriale e opera letteraria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1309/1/Minesso_Barbara_tesi.pdf.

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Résumé :
Eduardo Zamacois (Pinar del Río, 1873- Buenos Aires, 1971) was a main actor of the spanish’s literature and edition movement from the first third of the 20th century. He was the founder of magazines that had a big impact like “Germinal”, introductive of the sicalipsis (“La Vida Galante”) or so innovative that deserved an special chapter in the history of literature (“El Cuento Semanal” e “Los Contemporáneos”). With this work, it is intended to recreate the most significant stages from his autobiography adventure including the new information that offers his non before published letters exchange with his last sentimental partner. As a writer, his work was very popular in his homeland, translated to the world and reissued in Ibero-America. His literature work is based in three different phases. He began with the use of gallant literature (with books like La enferma, Punto negro) and took an adventure with the pays of mystery and irony (El otro, El misterio de un hombre pequñito, La opinion ajena) to finally focused in a narrative style of a realistic kind, that includes social critique (Las raíces). His last published novel in Spain is a portrait of Madrid during its long siege by the nationalist troops (El asedio de Madrid), a profound tribute to the people’s heroism and a declaration of love to the capital, that was his place of residence for a long time. While his exile, that took him to Cuba, New York and Buenos Aires, he worked in the radio, the dubbing industry and in finishing his most detailed bibliography, Un hombre que se va, a valuable document of that time.
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Minesso, Barbara <1978&gt. « Eduardo Zamacois : attività editoriale e opera letteraria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1309/.

Texte intégral
Résumé :
Eduardo Zamacois (Pinar del Río, 1873- Buenos Aires, 1971) was a main actor of the spanish’s literature and edition movement from the first third of the 20th century. He was the founder of magazines that had a big impact like “Germinal”, introductive of the sicalipsis (“La Vida Galante”) or so innovative that deserved an special chapter in the history of literature (“El Cuento Semanal” e “Los Contemporáneos”). With this work, it is intended to recreate the most significant stages from his autobiography adventure including the new information that offers his non before published letters exchange with his last sentimental partner. As a writer, his work was very popular in his homeland, translated to the world and reissued in Ibero-America. His literature work is based in three different phases. He began with the use of gallant literature (with books like La enferma, Punto negro) and took an adventure with the pays of mystery and irony (El otro, El misterio de un hombre pequñito, La opinion ajena) to finally focused in a narrative style of a realistic kind, that includes social critique (Las raíces). His last published novel in Spain is a portrait of Madrid during its long siege by the nationalist troops (El asedio de Madrid), a profound tribute to the people’s heroism and a declaration of love to the capital, that was his place of residence for a long time. While his exile, that took him to Cuba, New York and Buenos Aires, he worked in the radio, the dubbing industry and in finishing his most detailed bibliography, Un hombre que se va, a valuable document of that time.
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Brian, Giulia. « Il segreto svelato. Antonio Fogazzaro, i suoi lettori e la società letteraria attraverso la corrispondenza ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424211.

Texte intégral
Résumé :
The dissertation is meant to propose, in the wake of the new documentary and methodological elements emerged during the conference Fogazzaro nel mondo (Vicenza, 2011) and the seminar Antonio Fogazzaro e Padova (Padova, 2012), an unexpected image of the Italian writer focusing on some understudied aspects of Fogazzaro’s works and on overlooked moments of both his public and private life. The dissertation is divided into two sections: the first is composed of three essays, while the second collects a conspicuous amount of unpublished documents. In particular, in this second part the correspondence between Fogazzaro and his daughter Gina, and Fogazzaro and his Milanese editor Ettore Baldini are fully reconstructed. The most part of these documents are stored in the Bertoliana Public Library of Vicenza. The opening chapter presents Fogazzaro’s view of the reading public and its role in the novelist’s literary laboratory; then it draws a profile of the readers and, looking at the reactions of the readers themselves, outline the formula of Fogazzaro’s success. Every work by Fogazzaro went through three concentric circles of readers: the closest circle, composed by family members and friends who had the privilege to follow step by step the development of the plot through the storytelling or the previews included in the correspondence; then the medium circle of critics and writers, who had access to the drafts of the novels, and finally the wide public. The second chapter focuses on the relationship with Gina, careful and enthusiastic reader of her father’s novels and representative of the family audience: these letters have the advantage of entering the writer’s private sphere and, through it, to the most intimate aspects of his art. In particular, this part examines Gina’s role as a reader, the relationship between fiction and historical-biographical facts, the family library, the literary world the writer interacted with, the artistic laboratory, and the novelist’s concept of literary writing. A special attention is paid to the social network that the letters bring to light, because the readership used to relate not only with the novelist but also with the philanthropist, the maître à penser, the politician. Eventually the third chapter, broadening the horizons from the family readership to the literary world, investigates the relationship between Fogazzaro and his editors. Through the study of his correspondence with Baldini, it is indeed possible to follow the path from the conception of a plot to the negotiation with several editors, until the final reception of his books. These epistolary exchanges, both those with Gina and with Baldini, enrich the knowledge of the creation and the publishing processes of the novels, particularly of The Saint and Leila, allowing some reflections on the expectations that oriented the production of the writer.
Questa tesi, sulla scia delle nuove acquisizioni documentarie e metodologiche emerse durante il convegno Fogazzaro nel mondo (Vicenza, 2011) e la giornata di studi Antonio Fogazzaro e Padova (Padova, 2012), propone un’immagine dello scrittore non nota, chiarendo zone poco o per nulla frequentate dalla critica sia sulla figura “pubblica” del letterato vicentino nei suoi rapporti con la società letteraria e l’industria editoriale, sia sul piano più strettamente “privato”. La tesi è strutturata in una prima sezione composta di tre saggi e in una seconda che raccoglie una mole cospicua di documenti inediti. In particolare sono ricostruiti nella loro interezza i carteggi di Fogazzaro con la figlia Gina e con l’editore Ettore Baldini. La maggior parte dei documenti proviene dalla Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Il capitolo introduttivo presenta la concezione fogazzariana di pubblico e lo spazio occupato da quest’ultimo nell’officina letteraria dello scrittore vicentino, quindi traccia un profilo dei lettori di Fogazzaro e ricostruisce la formula del successo dei romanzi a partire dalle reazioni dei lettori stessi. Ciascuna opera si irradiava attraverso tre cerchie concentriche di lettori: il pubblico più stretto, composto da familiari e amici che avevano il privilegio di seguire da vicino la tessitura delle trame attraverso il racconto orale e le anticipazioni per via epistolare, la cerchia composta da critici letterari e scrittori che accedevano alle bozze dei romanzi, e il vasto pubblico. Nel secondo capitolo viene approfondito il rapporto con Gina, fedelissima lettrice delle opere del padre, rappresentante del pubblico familiare: la corrispondenza tra i due ha il pregio di dare accesso alla dimensione privata dello scrittore e attraverso di essa a quella più intimamente artistica. Nello specifico viene preso in esame il ruolo di Gina come lettrice del padre, il rapporto tra letteratura e realtà storico-biografica, la biblioteca condivisa, la società culturale con cui lo scrittore interagiva, la fucina all’interno della quale furono elaborati i romanzi, la concezione della scrittura letteraria. Inoltre è stata posta particolare attenzione alla rete sociale che le lettere portano in evidenza, dal momento che il pubblico si relazionava non solo con lo scrittore, ma anche con il filantropo, il maître à penser, il politico. Infine nel terzo capitolo, dilatando lo sguardo dal pubblico familiare alla società letteraria, attraverso lo studio delle comunicazioni epistolari tra Fogazzaro e Baldini viene approfondito il rapporto tra lo scrittore e i suoi editori per entrare nel cuore dell’officina artistica, per ripercorrere il processo che conduce dall’ideazione di un’opera alla contrattazione con l’editore, la storia dell’oggetto-libro e la ricezione. Lo scambio epistolare ha apportato contribuiti inaspettati all’indagine sulla gestazione e il lancio editoriale dei romanzi, in particolare del Santo e di Leila, e ha permesso alcune riflessioni sull’orizzonte di attesa che orienta la produzione fogazzariana.
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5

Lazzarin, Francesca. « Il libro e il caos. La casa editrice "Vsemirnaja Literatura" (1918-1924) tra le luci e le ombre di Pietrogrado ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422992.

Texte intégral
Résumé :
My thesis is a monographic work on Vsemirnaja Literatura (World literature), a publishing house active in Petrograd between 1918 and 1924. The history of this institution – which was established right after the October Revolution and based on Maxim Gorky's idea to provide the Soviet reader with new annotated editions of the classics of world literature – represents an interesting look-out from which we can observe the transition years that followed the Bolshevik takeover and preceded Lenin's death, through the Civil War, “the first wave of migration” of not aligned intellectuals, the NEP and the gradual consolidation of the Soviet state around its new centralizing institutions. Although on Vsemirnaja Literatura much has already been written, most contributions are scattered and difficult to find; moreover, studies published in the Soviet era are obviously affected by an ideological approach that makes it very difficult to conduct a historical reconstruction with the necessary objectivity, taking into account the faceted “micro-histories” intertwined within this legendary publishing house. Using the formalist terminology in which, already in the '20s, scholars took into account the phenomena that constitute the background of the creative literary process, one could say that in the history of Vsemirnaja Literatura several “series” are intertwined: literary, but also political, social and economic. The first part of this work is thus a reconstruction of the history of Vsemirnaja Literatura in the context of the first steps of Soviet publishing in general. The analysis is focused on the way the publishing house fulfilled the fundamental instances of the Bolshevik cultural policy (mass edition of classics to ensure the success of the literacy process) and also responded to Gorky's aesthetic principles promoting a sort of “revolutionary humanism” based on a socialist and internationalist version of Goethe's Weltliteratur; the analysis dwells on the composition of catalogs (which reflect Gorky's utopian plans in relation with the actually printed works) trying to highlight the excellent level of the contributors, who were all members of the Petersburg literary and academic elite (from Alexandr Blok, Nikolai Gumilyov, Mikhail Lozinsky, Korney Chukovsky, to orientalists like Sergey Ol'denburg, Ignaty Kračkovsky, Vasily Alekseev). I finally outlined the events that led Vsemirnaja Literatura from its early independent stage to the annexation to the State publisher, the Gosizdat. The second part takes into account an aspect of Vsemirnaja Literatura that goes beyond the simple publishing activity, and that involves its role as a cultural circle. Indeed, through salaries paid by Vsemirnaja Literatura two generations of scholars were able to survive and continue to do their job, despite the dire economic conditions besetting Petrograd during the Civil War and the hostile attitude of the Bolshevik authorities against them. Vsemirnaja Literatura turned soon to be a meeting point where literary evenings, conferences and banquets were organized, in which somehow survived the lively spirit of modernist cafes and cabarets. Evidence of this vivacity are both the seminars on translation and literary history that were held in Vsemirnaja Literatura’s offices, and the large body of “domestic” literature characterized by a satirical tone full of black humor, written by the staff and circulating in manuscript form during meetings and parties. I also considered in detail the journals published within Vsemirnaja Literatura between 1922 and 1924, Vostok and Sovremennyj Zapad, respectively dedicated to the “scientific” study of eastern literature and art, and to the latest news of European literature after World War I. Finally, in the third part, I considered the theoretical endeavors involving the difficult process of literary translation, as opposed to the quite free approach that was typical of the nineteenth century. Korney Chukovsky and Nikolai Gumilyov sought to develop standards that would support to the idea of unconditional fidelity to the original text, whose reproduction required a perfect knowledge of both the original and the translated language, as much as of stylistics and literary history. According to Gumilyov, a translator should have been at the same time also a writer and a critic. This system of values remained valid even later, when the Soviet Union witnessed a remarkable flowering of the so-called “translation literature” (despite the limitations set by censorship authorities). Even the experiments of collective translation conceived by Gumilyov and Mikhail Lozinsky at Vsemirnaja Literatura had a considerable following in the Soviet pedagogical institutes. Throughout the work I tried to highlight the hybrid nature of an institution that existed in a spurious period, in which the old and the new coexisted, while the boundaries between the former and the latter weren't yet clear. Indeed, in Vsemirnaja Literatura can be identified instances that were typical of pre-revolutionary Petersburg’s literary life together with the seeds of many elements that marked the Soviet “cultural field” (such as the elaboration of huge centralized plans with popular function or the experiments of collective translation and literary creation). The dissertation was carried out on the basis of several materials of the time (especially newspapers and magazines, as well as diaries and memoirs) and archive documents (administrative papers, educational programs of the affiliated workshop, translation drafts), which were found in Moscow and St. Petersburg. Part of these materials constitute the appendices at the end of the work, relative to each of the three parts: the list of volumes published under the brand of Vsemirnaja Literatura, put together on the basis of the catalogs found in the Moscow State library and in the National library of St. Petersburg; a short biographical sketch of the contributors, that allows to further emphasize their heterogeneity in age, training, ideological and aesthetic positions; the complete indexes of Sovremennyj Zapad and Vostok; a talk held by a very young Lev Lunts at the translation workshop; unpublished examples of satirical literature circulating in manuscript form among the staff of the publishing house; a small body of unpublished translations of French, German and English poetry by Nikolai Gumilyov, David Vygodsky and students of the workshop. As a whole, this work is part of the set of studies on the cultural history of the kul'turnye instituty (publishing houses, magazines, writers unions, literary criticism) in the Soviet Union. Set out by Anglo-Saxon scholars in the 70s, these kind of researches have recently witnessed a remarkable flowering in Russia, providing interesting insights for the reasoned discussion of a time that for way too long has been held hostage by ideological distortions
Il mio lavoro di tesi costituisce uno studio monografico sulla casa editrice Vsemirnaja Literatura (La letteratura mondiale), attiva a Pietrogrado tra il 1918 e il 1924. La storia di questo ente, istituito all’indomani della Rivoluzione d’Ottobre su idea di Maksim Gor’kij con lo scopo di fornire al lettore sovietico nuove edizioni commentate dei classici della letteratura mondiale, costituisce un interessante spaccato attraverso cui scrutare gli anni di transizione che seguirono la presa di potere dei bolscevichi e precedettero la morte di Lenin, passando per la guerra civile, la “prima ondata migratoria” degli intellettuali non allineati, la NEP e il progressivo consolidamento dello Stato sovietico attorno alle sue neonate istituzioni accentratrici. Su Vsemirnaja Literatura è stato scritto molto, ma i contributi a questo proposito sono sparsi e difficilmente rintracciabili; inoltre, gli studi pubblicati in epoca sovietica risentono ovviamente di un’impostazione ideologica che rende ben difficile una ricostruzione storica condotta con la necessaria oggettività, che tenga conto delle tante, sfaccettate “microstorie” intrecciate all’interno di questa leggendaria editrice. Nel racconto sulla nascita e le attività di Vsemirnaja Literatura, per usare la nota terminologia degli studiosi formalisti (che per primi, proprio negli anni ’20, iniziarono a studiare i fenomeni che fanno da sfondo allo sviluppo del processo letterario e alla creazione della letteratura vera e propria), si intrecciano più “serie”: serie letteraria, ma anche politica, sociale, economica. La prima parte di questo lavoro è una ricostruzione della storia di Vsemirnaja Literatura nel contesto dei primi passi dell’editoria sovietica: viene indagato come l’editrice gor’kiana soddisfacesse le istanze primarie della politica culturale bolscevica (edizione dei classici con tirature “di massa” per garantire la buona riuscita del processo di alfabetizzazione) e rispondesse anche ai principi estetici dello stesso Gor’kij, promotore, all’epoca, di una sorta di “umanesimo rivoluzionario” che coinvolgesse l’intero pianeta all’insegna di un recupero della Weltliteratur goethiana in chiave socialista e internazionalista; viene studiata la composizione dei cataloghi, che ben riflettevano i piani utopici di Gor’kij, in rapporto alle effettive opere stampate; si pone l’accento sul livello eccellente dei collaboratori, appartenenti all’élite letteraria e accademica pietroburghese (da Aleksandr Blok a Nikolaj Gumilev, da Michail Lozinskij a Kornej Čukovskij, per arrivare agli orientalisti Sergej Ol’denburg, Ignatij Kračkovskij, Vasilij Alekseev – proprio a Vsemirnaja Literatura, peraltro, gli studi russi di orientalistica trovarono una sede dove essere condotti in maniera sistematica). Vengono poi ripercorse le vicende che portarono Vsemirnaja Literatura, all’inizio indipendente benché sovvenzionata dal governo, ad essere annessa all’editore di Stato, il Gosizdat. Nella seconda parte viene studiato un aspetto di Vsemirnaja Literatura che esula dalla semplice stampa di libri e avvicina la casa editrice a un vero e proprio circolo culturale. Di fatto, tramite gli stipendi erogati da Vsemirnaja Literatura due generazioni di letterati ebbero modo di sopravvivere, continuando a svolgere il proprio mestiere, nonostante le disastrose condizioni economiche in cui versava Pietrogrado durante la guerra civile e l’atteggiamento ostile delle autorità bolsceviche nei loro confronti. Vsemirnaja Literatura si configurò ben presto come un luogo di ritrovo dove venivano organizzate serate letterarie, conferenze, incontri conviviali, e dove in qualche modo sopravviveva lo spirito vivace dei caffè e dei cabaret della Pietroburgo modernista. Testimonianze di questa vivacità sono costituite sia dagli “studi” destinati ai potenziali collaboratori, dove venivano tenuti seminari di traduzione e storia della letteratura, sia dall’ampio corpus di letteratura “domestica” dai toni satirici, intrisa di umorismo nero, redatta dagli stessi collaboratori, che circolava in forma manoscritta durante le riunioni del comitato di redazione e le feste. Vengono inoltre analizzate in dettaglio le riviste che uscirono presso Vsemirnaja Literatura tra il 1922 e il 1924, Vostok e Sovremennyj Zapad, dedicate rispettivamente allo studio “scientifico” della letteratura e dell’arte d’Oriente e alle ultime novità della letteratura europea del primo dopoguerra, in un’ottica cosmopolita e internazionalista. Nella terza parte, infine, vengono passati in rassegna i tentativi di teorizzazione del difficile processo di traduzione letteraria operati all’interno di Vsemirnaja Literatura, in opposizione all’approccio quanto mai libero alla traduzione tipico dell’Ottocento: a Vsemirnaja Literatura s’intendevano infatti proporre traduzioni programmaticamente nuove, supportate da una solida base teorica. Gli autori delle pagine teoriche riservate ai potenziali collaboratori di Vsemirnaja Literatura, Kornej Čukovskij e Nikolaj Gumilev, cercarono di elaborare delle norme che rendessero giustizia all’idea di una fedeltà incondizionata al testo originale, la cui riproduzione richiedeva una perfetta padronanza della lingua di partenza, ma anche di quella d’arrivo, e conoscenze quanto mai sviluppate di stilistica e storia della letteratura. Secondo Gumilev, un traduttore avrebbe dovuto essere, a un tempo, anche scrittore e critico. Questo sistema di valori rimase valido anche in seguito, quando l’Unione Sovietica conobbe una notevole fioritura della cosiddetta “letteratura di traduzione” (nonostante i paletti imposti, anche in ambito traduttivo, dalle autorità censorie). Anche gli esperimenti di traduzione collettiva ideati da Gumilev e Michail Lozinskij a Vsemirnaja Literatura ebbero un notevole seguito negli istituti pedagogici sovietici. Nel corso di tutto il lavoro si è voluto mettere in rilievo il carattere ibrido di un’istituzione che esistette in un periodo anch’esso spurio, in cui il vecchio e il nuovo coesistevano e i confini tra l’uno e l’altro non erano ancora netti. Effettivamente, in un centro come Vsemirnaja Literatura riconosciamo una serie di istanze che erano state tipiche della vita letteraria della Pietroburgo modernista pre-rivoluzionaria e, allo stesso tempo, il germe di molti elementi che segneranno il “campo culturale” sovietico (dall’elaborazione centralistica di piani colossali con funzioni soprattutto divulgative agli esperimenti di traduzione e creazione letteraria collettiva). La stesura della tesi è stata condotta sulla base di numerosi materiali d’epoca (soprattutto giornali e riviste, ma anche diari e altre pagine memorialistiche) e d’archivio (documenti amministrativi relativi alla gestione del lavoro presso l’editrice, programmi didattici dello “Studio” ad essa affiliato, traduzioni rimaste allo stato di bozza), rinvenuti a Mosca e a San Pietroburgo. Parte di questi materiali vanno a costituire la serie di appendici in coda al lavoro, relative a ciascuna delle tre parti: la lista completa dei volumi usciti con il marchio di Vsemirnaja Literatura, ricostruita con l’ausilio dei cataloghi della Biblioteche Statale di Mosca e Nazionale di San Pietroburgo; un breve profilo biografico dei collaboratori, che permette di sottolinearne ulteriormente l’eterogeneità per quanto riguarda l’età, la formazione e le posizioni estetiche e ideologiche; gli indici completi di Sovremennyj Zapad e di Vostok; una relazione tenuta, ai seminari del laboratorio per traduttori, da un giovanissimo Lev Lunc; degli esempi inediti della letteratura satirica che circolava in forma manoscritta tra i collaboratori dell’editrice; un piccolo corpus di traduzioni inedite di poesia francese, tedesca e inglese firmate da Nikolaj Gumilev, da David Vygodskij e dagli allievi dello “Studio”. Nel suo complesso, questa monografia vuole inscriversi nel solco dei numerosi studi di carattere storico-culturale sui kul’turnye instituty (case editrici, riviste, unioni di letterati, critica letteraria) dell’Unione Sovietica. Avviati in ambito anglosassone ancora negli anni ’70, negli ultimi tempi lavori di questo genere hanno conosciuto una notevole fioritura anche in Russia, fornendo spunti quanto mai stimolanti per la disamina ragionata di un’epoca rimasta troppo a lungo in ostaggio di travisamenti ideologici
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SEVERINI, SARA. « Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009536.

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Résumé :
La tesi dottorale "Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento", rappresenta una ricognizione archivistico-documentaria e storico-letteraria su una figura minore del panorama letterario danese, la poligrafa e italianista Marie Gamél Holten (1855-1943). Autrice di collaborazioni giornalistiche a tematica italiana comparse su quotidiani e riviste danesi a partire dagli anni ’10 del Novecento, Marie Gamél Holten è traduttrice danese di Grazia Deledda, dell’opera di Giovanni Pascoli, come anche delle "Noterelle" di Giuseppe Cesare Abba; nel 1913, ella pubblica a Copenaghen un libro di viaggio in Sardegna, "L’Isola Sconosciuta", frutto di due viaggi storici compiuti nell’Isola. Assidua viaggiatrice in Italia e frequentatrice, anche se marginalmente, delle principali istituzioni culturali dell’epoca tempo, quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze, la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma (futura Biblioteca Nazionale Centrale di Roma), il Circolo Scandinavo a Roma, Marie Gamél Holten si muove dal centro alla periferia italiana e viceversa, gravitando intorno ai principali networks senza divenirne parte integrante, e affiancando nella pratica di viaggio come anche nella scrittura le grandi città ai luoghi minori della geografia e della storia italiana, le cui 'storie' ella restituisce in patria in vari modi e forme. A Copenaghen, ella promuove attivamente la cultura italiana partecipando e organizzando in qualità di bibliotecaria la biblioteca del Comitato Copenaghense della Società Dante Alighieri, cui resta legata fino almeno al 1938. La sua produzione creativa, in particolare quella giornalistica, comprende una molteplicità di forme letterarie brevi, dall’articolo di cronaca allo scritto creativo, dal saggio storico-letterario alla lettera di viaggio: essa, unitamente alle traduzioni che costituiscono il punto di partenza per l’attività letteraria propriamente detta e al libro di viaggio, si configura quale "poligrafia pittoresca", sia nel senso dell’erudizione settecentesca che nella sua capacità di restituire al lettore danese piccole storie sull’Italia minore, frammenti cioè di un viaggio in Italia “parcellizzato” che, sotto la spinta del turismo moderno, diviene innovativo rispetto alle pratiche di viaggio e di scrittura del Grand Tour. La presente Dissertazione consiste in TRE CAPITOLI, ciascuno indirizzato a un suo obiettivo preciso. Dopo una Prefazione, di natura più personale, e un’’Introduzione metodologica, il Capitolo I presenta la ricostruzione della figura storica dell’autrice, semisconosciuta ai primordi della ricerca, frutto di un lavoro di indagine archivistica in senso puro e di recupero, ove possibile, di tracce materiali. Questa operazione di “archeologia letteraria” ha consentito una prima interpretazione nonché una sistematizzazione dei suddetti materiali. Il Capitolo II mira a inquadrare la produzione creativa holteniana all’interno della più ampia rete dei rapporti culturali tra Danimarca e Italia nel primo Novecento, un settore di studio in cui attualmente mancano studi sistematici. L’italianista danese, dunque, diviene ‘occasione’ per uno studio più approfondito di questa complessa rete culturale, la quale ai primordi della Prima Guerra Mondiale si configura quale autentica “civiltà della cortesia”. Accanto a lei, emerge in questa sezione la figura centrale di Johannes Jørgensen, unitamente a numerose silhouettes di editori e personaggi che, se pure di tono minore, giocano un ruolo decisivo nella trasmissione della cultura italiana in Danimarca, sia durante l’età giolittiana che in epoca fascista. Il Capitolo III, attraverso un’analisi filologica della produzione holteniana, mira a restituire alla produzione creativa holteniana nonché alla sua autrice una sua dignità poetica, riconoscendo nella sua poligrafia pittoresca un contributo originale alla storia della cultura tra Danimarca e Italia nei primi anni del Novecento, come anche un originale contributo alla letteratura di viaggio danese sull’Italia: il libro "L’Isola Sconosciuta" è indagato sia dal punto di vista stilistico che nei suoi rapporti con la storia culturale e delle idee, nonché della nascente pratica del turismo, che muta la natura stessa della scrittura odeporica. Dopo alcune brevi Conclusioni, la tesi si conclude con Bibliografia, Indice dei Nomi, Indice dei Luoghi, e due appendici, rispettivamente ASE (Appendice Scritti Esemplari) e AMO (Appendici Materiali Originali): la prima presenta, nella traduzione italiana della Candidata, da intendersi quale postilla traduttiva di valore culturale, non già in quanto traduzione letteraria, alcuni scritti ritenuti esemplari rispetto alla tradizione letteraria danese coeva; la seconda presenta, oltre ai documenti archivistici (realia) reperiti nel corso della prima fase della ricerca, l’intera produzione creativa holteniana nelle scansioni originali, presentati ancora in postille traduttive a firma della Candidata, da intendersi non già quali tradizioni letterarie quanto come modalità per garantire al lettore non danofono l'accesso alla poligrafia pittoresca di Marie Gamél Holten.
The doctoral thesis "Picturesque polygraphy. The eccentric writing of Marie Gamél Holten between Italy and Denmark in the early twentieth century" represents an archival-documentary and historical-literary survey of a minor figure in the Danish literary panorama, the polygrapher and Italianist Marie Gamél Holten (1855-1943). Italian-themed journalistic collaborations author, appearing in Danish newspapers and magazines since the 1910s, Marie Gamél Holten is the Danish translator of Grazia Deledda, of Giovanni Pascoli's work, as well as of Giuseppe Cesare Abba's "Noterelle!; in 1913 in Copenhagen, she published a travel book of Sardinia, "The Unknown Island, as the result of two historical journeys made on the Island. A regular traveler in Italy and a frequent visitor, albeit marginally, to the main cultural institutions of the time, such as the National Central Library of Florence, the GP Vieusseux Scientific Literary Cabinet in Florence, the Vittorio Emanuele Library in Rome (future Central National Library in Rome ), the Scandinavian Circle in Rome, Marie Gamél Holten moves from the center to the Italian suburbs and vice versa, gravitating around the main networks without becoming an integral part of them, and placing the city alongside smaller places of Italian geography and history, whose stories she returns in many ways and forms; as a librarian, in Copenhagen, she actively promotes the Italian culture by participating and organizing the library of the Copenhagen Committee of the Dante Alighieri Society, to which she remains linked until at least 1938. Her creative production, in particular the journalistic one, includes a variety of concise literary forms, from news article to creative writing, from historical-literary essay to travel letters: together with the translations that serve as training for a proper literary activity, and for the travel book, it is configured as a "picturesque polygraphy", both in the sense of the eighteenth-century erudition and in its ability to give back to the Danish reader small stories about minor Italy, fragments of a "parceled" trip to Italy, that becomes innovative with respect to the practices of the Grand Tour, under the pressure of modern tourism. This dissertation consists of three chapters, each addressed to a specific goal. After a more personal preface, and a methodological introduction, chapter I presents the reconstruction of the historical figure of the author, semi-unknown at the beginning of the research, the result of a detailed work of archival investigation and the recovery of material traces, where possible. This "literary archeology" operation allowed a first interpretation as well as a systematization of the aforementioned materials. Chapter II aims to frame Holten's creative production within the wider network between Denmark and Italy’s cultural relationships in the early twentieth century, a field in which systematic studies are currently lacking. Therefore, the Danish Italianist, becomes an 'opportunity' for a more in-depth study of this complex cultural network, which was configured as an authentic "civilization of courtesy” at the beginning of the First World War. Alongside her, in this section emerges the central figure of Johannes Jørgensen, next to a myriad of silhouettes of publishers and minor characters who nevertheless play a crucial role in the transmission of Italian culture in Denmark, both during the Giolittian age and in the fascist era. Chapter III, through a philological analysis of the Holtenian production, aims to restore to Holten's creative production a poetic dignity, as well as to its author, recognizing in the pictorial polygraphy an original contribution to the history of culture between Denmark and Italy in the early twentieth century, and also to the Danish travel literature on Italy: "The Unknown Island" is investigated both from a stylistic point of view and in its relations with cultural history and ideas, as well as the rising practice of tourism, which changes the very nature of odeporic writing . After a few brief conclusions, the thesis ends with Bibliography, Index of Names, Index of Places, and two appendices, respectively ASE (Exemplary Writings Appendix) and AMO (Original Materials Appendix): the first one presents, in the Italian translation of the candidate, some writings considered exemplary with respect to the contemporary Danish literary tradition; the second one shows, in addition to the archival documents (realia) found during the early stages of the research, the entire Holtenian creative production in the original scans and in the Italian translation of the candidate: this is not a literary but cultural translation, and translation should be intended to guarantee to the no-danish speaker a general understanding of the Holtenian polygraphy.
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CORRIAS, FRANCESCA. « Mario Puccini letterato-editore. Prospettive d’archivio e mediazione letteraria tra Italia e Spagna ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266875.

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Résumé :
This thesis explores the editorial work of Mario Puccini (Senigallia 1887 - Rome, 1957) during the first thirty years of the twentieth century. After having introduced the Italian publishing scenario of the time, I analyze the two publishing houses led by Puccini: Giovanni Puccini e Figli Editori and Studio Editoriale Lombardo. The aim of this analysis is to provide an innovative and accurate account on several issues, generally misregarded by scholarship, such as series, advertising strategies, the relationship between authors and publishers, the catalogue of books. My thesis, furthermore, highlights the importance of Puccini’s role by comparing it with that of other well-known contemporary writers-editors, namely Marinetti and Prezzolini. A separate chapter is also dedicated to G.P. Lucni, who played a crucial role in establishing the Studio Editoriale Lombardo. A systematic research carried out in several archives, both in Italy (Archivio A. Bonsanti, Firenze, Archivio Papini, Primo Conti Foundation, Fiesole, Archivio Lucini, Biblioteca Comunale, Como) and in Spain (Biblioteca Nacional de España, Sala Cervantes, Publishing house Biblioteca Nueva Archive, Madrid) has made possible to retrace Puccini's editorial profile. The letters shed light on Puccini’s view about his editorial profession as well as on the book market and the Italian publishing history. Yet, the letters provided by the Spanish archives, show the remarkable mediation performed by Puccini for the dissemination of Italian contemporary literature in Spain. After being introduced to the Spanish literary circles by Miguel de Unamuno, Puccini became, within few years, the most important critical voice of the contemporary Italian literature, due to his collaboration with the literary magazine La Pluma by Azaña and Rivas Cherif and the simultaneous activity of literary agent for the publishing house led by Jose Ruiz-Castillo, Biblioteca Nueva. Amongst his numerous translations, I will mention the novel by Pirandello, Il fu Mattia Pascal, recommended by Puccini even before the Italian comedy writer became famous in Europe. Finally, my thesis demonstrates how Puccini tried to favour a different view of Italian literature in order to overcome the dominant dannunzianism in Spain.
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Pareschi, Luca <1981&gt. « La produzione editoriale in Italia : il processo di intermediazione nel campo letterario ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3694/1/pareschi_luca_tesi.pdf.

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La tesi studia l’intermediazione attuata da agenti costituenti il campo letterario, nel processo di ammissione di autori esordienti. E’ il processo che inizia con un aspirante autore, con un dattiloscritto inedito, e termina con una casa editrice che accetta il dattiloscritto per la pubblicazione. Il risultato è duplice: da un lato permette una comprensione nuova e profonda del campo letterario italiano, che non ha ricevuto sufficiente attenzione. Dall’altro, lo studio dei processi di intermediazione ha ricadute teoriche più generali. Il campo letterario, così come definito da Bourdieu, comprende tutti gli agenti e le istituzioni che, da posizioni diverse, contribuiscono alla produzione simbolica e materiale dei libri, in quanto oggetti culturali. In questo ambito, teorie sull’intermediazione che ci sono utili sono la definizione bourdesiana di intermediario culturale, il concetto di gate-keeper, utilizzato come metafora dei filtri che si frappongono al flusso della produzione di oggetti culturali, quello di knowledge broker, figura in grado di generare innovazione, svolgendo un ruolo di intermediazione della conoscenza fra domini in cui esiste ma non è fruttuosa ed altri in cui non esiste e, infine, quella di intermediari studiati dall’economia della qualità, che non fanno scelte di produzione o consumo, ma influenzano le scelte fatte dai consumatori. Coerentemente con la sua natura esplorativa e l’approccio induttivo, la ricerca è condotta attraverso 64 interviste semistrutturate ad agenti del campo letterario italiano: editor, editori, agenti letterari, scrittori ed altri agenti, che svolgano un ruolo di intermediazione. Il primo risultato è una descrizione ricca del campo letterario italiano e degli agenti ed istituzioni che lo costituiscono. Si analizzano i criteri di selezione di autori ed opere inedite ed i canali che permettono l’accesso al campo letterario, insieme agli intermediari che li attivano. Degli intermediari si analizzano aspetti soggettivi ed oggettivi, per capire chi siano, cosa fanno e perché.
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Pareschi, Luca <1981&gt. « La produzione editoriale in Italia : il processo di intermediazione nel campo letterario ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3694/.

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Résumé :
La tesi studia l’intermediazione attuata da agenti costituenti il campo letterario, nel processo di ammissione di autori esordienti. E’ il processo che inizia con un aspirante autore, con un dattiloscritto inedito, e termina con una casa editrice che accetta il dattiloscritto per la pubblicazione. Il risultato è duplice: da un lato permette una comprensione nuova e profonda del campo letterario italiano, che non ha ricevuto sufficiente attenzione. Dall’altro, lo studio dei processi di intermediazione ha ricadute teoriche più generali. Il campo letterario, così come definito da Bourdieu, comprende tutti gli agenti e le istituzioni che, da posizioni diverse, contribuiscono alla produzione simbolica e materiale dei libri, in quanto oggetti culturali. In questo ambito, teorie sull’intermediazione che ci sono utili sono la definizione bourdesiana di intermediario culturale, il concetto di gate-keeper, utilizzato come metafora dei filtri che si frappongono al flusso della produzione di oggetti culturali, quello di knowledge broker, figura in grado di generare innovazione, svolgendo un ruolo di intermediazione della conoscenza fra domini in cui esiste ma non è fruttuosa ed altri in cui non esiste e, infine, quella di intermediari studiati dall’economia della qualità, che non fanno scelte di produzione o consumo, ma influenzano le scelte fatte dai consumatori. Coerentemente con la sua natura esplorativa e l’approccio induttivo, la ricerca è condotta attraverso 64 interviste semistrutturate ad agenti del campo letterario italiano: editor, editori, agenti letterari, scrittori ed altri agenti, che svolgano un ruolo di intermediazione. Il primo risultato è una descrizione ricca del campo letterario italiano e degli agenti ed istituzioni che lo costituiscono. Si analizzano i criteri di selezione di autori ed opere inedite ed i canali che permettono l’accesso al campo letterario, insieme agli intermediari che li attivano. Degli intermediari si analizzano aspetti soggettivi ed oggettivi, per capire chi siano, cosa fanno e perché.
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Romano, Milena Elisa Daniela. « La popolarizzazione di lingua e cultura nell'Italia del Novecento. Il rotocalco dagli anni Cinquanta a oggi, tra editoria cartacea ed editoria multimediale ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1421.

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Résumé :
Lo scopo della presente ricerca è dunque quello di indagare i tratti peculiari dei rotocalchi familiari , e di offrire in tale maniera un contributo per la conoscenza più approfondita dei processi di italianizzazione al fine di valutare in quale misura, e secondo quali modalità, la stampa periodica abbia partecipato alla formazione di quella lingua media comune che continuava ancora a diffondersi dopo l unità d Italia.
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Livres sur le sujet "Editoria letteraria"

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Cadioli, Alberto. Letterati editori. Milano : Il Saggiatore, 1995.

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Alle origini della "Fiera letteraria", (1925-1926) : Un progetto editoriale tra cultura e politica. Firenze : Società Editrice Fiorentina, 2009.

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Doni, Manuela, dir. Strumenti e strategie della comunicazione scritta in Europa fra Medioevo ed Età Moderna. Florence : Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-612-5.

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Résumé :
Il tema della comunicazione scritta che attraversa i saggi storici qui raccolti, non riguarda lo studio del mezzo e della sua storia, bensì i metodi applicati alla realizzazione di scritture o iniziative editoriali per il conseguimento di obiettivi specifici sotto tale profilo. Scrittura ed editoria sono i due poli intorno ai quali ruotano i vari contributi, il cui taglio risponde alle linee di un progetto teso a sondare l’intenzione sottesa all’operato di autori ed editori impegnati nel trasmettere non tanto o non soltanto notizie, ma soprattutto contenuti: dal campo religioso a quello culturale, letterario, scientifico, politico, oppure della propaganda. Si tratta qui di provare a leggere la Storia europea attraverso una lente che assecondi le tendenze del mondo contemporaneo nel riflettere opinioni, strategie e modalità comunicative maturate in epoche diverse, in modo da suscitare interesse intorno ad aspetti di passate realtà, rivelatori di nuovi processi storici.
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4

Cadioli, Alberto. Letterati editori : [l'industria culturale come progetto]. Milano : Net, 2003.

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5

Libri necessari : Le edizioni letterarie Feltrinelli, 1955-1965. Milano : UNICOPLI, 2010.

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6

Bea, Marin, dir. La Comunicazione editoriale : Uffici stampa e supplementi letterari a confronto. Milano : Strumenti editoriali, 1992.

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7

Le diverse pagine : Il testo letterario tra scrittore, editore, lettore. Milano : Il saggiatore, 2012.

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8

Lo spazio mediale : Generi narrativi tra creatività letteraria e progettazione editoriale : il caso Verga. Firenze : Franco Cesati editore, 2018.

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American Association for Italian Studies. Annual Convention. Letteratura e archivi editoriali : Nuovi spunti d'autore : le carte d'archivio strumento di critica letteraria. Ariccia (RM) : Aracne editrice int.le S.r.l., 2014.

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10

Forlesi, Simone. Tra Londra e Firenze : Letterati, diplomatici ed editori nel primo Settecento italiano. Pisa : Edizioni della Normale, 2021.

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Chapitres de livres sur le sujet "Editoria letteraria"

1

Traverso, Marta. « 8. Il ruolo dei social network letterari per gli editori ». Dans La lettura digitale e il web, 81–92. Ledizioni, 2011. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1040.

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2

« Introduzione all’Incontro. Appunti sulle consuetudini editoriali nei testi letterari classici ». Dans κηληθμῷ δ᾽ ἔσχοντο Scritti editi e inediti, 141–50. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110648140-007.

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