Littérature scientifique sur le sujet « Economia fondamental »

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Articles de revues sur le sujet "Economia fondamental"

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van Meerhaeghe, Marcel A. G. « The Church and the Economy ». Journal of Public Finance and Public Choice 5, no 2 (1 octobre 1987) : 97–104. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344299.

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Résumé :
Abstract La religione rientra, oltre che nell’ambito dei credenti, anche in quello di coloro che non lo sono, dato che essa costituisce un elemento fondamentale della cultura. Se, poi, le autorità ecclesiastiche prendono posizione su aspetti fondamentali del codice economico occidentale, è giustificato I’intervento nel dibattito da parte degli economisti.Le encicliche pontificie contengono numerosi enunciati di natura economica che sono a dir poco discutibili. Si dà per scontato che le differenze di reddito siano ingiuste, senza spiegare perchè coloro che contribuiscono maggiormente alla produzione non dovrebbero essere quelli che ottengono i redditi più elevati.Posizioni analoghe sono assunte in diverse occasioni dall’episcopato di diversi Paesi, che pur si dichiara sovente impreparato a discutere in profondità le problematiche dell’economia, non prospettando, comunque, serie alternative all’economia di mercato. Questo vale in modo particolare con riguardo ai problemi economici dei paesi del Terzo Mondo, nella cui trattazione i cattolici assumono posizioni che spesso non sono facilmente distinguibili da quelle marxiste.
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Livraghi, Renata. « Etica ed economia : i fondamenti della teoria economica islamica ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 110 (avril 2020) : 159–81. http://dx.doi.org/10.3280/qua2019-110008.

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Colombo, Sabrina. « Universitŕ e contesto socio-economico nel Regno Unito. Il contributo della ricerca universitaria allo sviluppo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118005.

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Résumé :
A partire dagli anni settanta del secolo scorso nelle teorie dello sviluppo economico inizia a legittimarsi un nuovo framework concettuale. In precedenza, lo sviluppo era visto come accumulazione di fattori legati al lavoro e al capitale. A seguito tuttavia dei mutamenti nei modelli produttivi indotti dalla crescente competizione internazionale, accumulazione di conoscenza (capitale umano) e innovazione si impongono come elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie piů avanzate. Nelle scienze sociali e nelle agende politiche nazionali e sovra nazionali trova crescente legittimazione quindi il concetto di knowledge economy, in cui alle universitŕ spetta un ruolo fondamentale, sia per l'attivitŕ di formazione di capitale umano, sia per l'attivitŕ di ricerca. Le universitŕ dovrebbero pertanto integrarsi sempre piů nella societŕ, per rispondere alle esigenze dei principali stakeholders (studenti e attori economici) e produrre innovazione in collaborazione con (e per) l'ambiente esterno. In Europa il sistema di formazione terziaria del Regno Unito č considerato tra i piů aperti alle esigenze del mondo economico, anche a seguito degli interventi di policy iniziati dai governi conservatori degli anni ottanta. La ricerca presentata in questo articolo mette in evidenza la non linearitŕ di tale visione e soprattutto le contraddizioni e le retoriche intrinseche alle teorie e alle policies legate alla knowledge economy. Lo studio, che discute il rapporto tra universitŕ e attori socio-economici esterni nel Regno Unito, si basa sull'analisi di dati aggregati e interviste qualitative a testimoni privilegiati sia a livello nazionale sia in quattro studi di caso svolti a Manchester e Liverpool.
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Lissowska, Maria. « Approaches, Hopes and Reality in Transition Economies ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (décembre 2010) : 7–32. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-004001.

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Résumé :
Sono passati poco piů di venti anni dalla caduta del Muro di Berlino. La transizione dall'economia pianificata all'economia di mercato avrebbe dovuto portare sia democrazia che sviluppo economico nei Paesi ex comunisti. Tuttavia, molte economie in transizione non hanno ancora raggiunto ne un piů alto livello di ricchezza economica ne un maggiore sviluppo democratico, mentre si osservano fondamentali differenze nei sentieri di transizione di quei Paesi. La relativa migliore posizione nella transizione della maggior parte dei Paesi dell'Europa Centro Orientale rispetto alle Repubbliche ex Sovietiche, sia in termini economici che politici, puň essere spiegata sulla base dei diversi livelli di capitale sociale, fiducia, coinvolgimento della societŕ civile, performance del mercato del lavoro, e dall'emergenza di una classe media che ha portato migliori livelli di democrazia e poi di sviluppo.
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Bavetta, Sebastiano. « Individual Liberty Betrayed : The Case of the ‘Freedom of Choice Literature’* ». Journal of Public Finance and Public Choice 13, no 1 (1 avril 1995) : 35–49. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540048.

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Résumé :
Abstract Questo lavoro rappresenta un tentativo di superare la ristrettezza etica del contesto utilitarista dell’economia del benessere considerando la libertà un principio morale intrinsecamente rilevante nella valutazione dei vari stati economici. L’analisi giunge a due conclusioni fondamentali: 1) benché lodevole nelle intenzioni, questo approccio non riesce a realizzare l’obiettivo che si propone, dal momento che il concetto di libertà che esso adotta (libertà come disponibilità delle scelte) è piuttosto un concetto di potere o controllo sulle risorse; 2) nonostante fallisca nell’affrontare il tema della libertà, questa letteratura ha il merito di fornire fondamenti più solidi al concetto di razionalità, concetto che necessita di ulteriore attenzione da parte di chi è interessato a costruire un’economia del benessere pluralista.
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Hirschman, Albert O. « IL CONCETTO DI INTERESSE : DALL'EUFEMISMO ALLA TAUTOLOGIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 1 (avril 1987) : 3–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016415.

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Résumé :
IntroduzioneIl concetto di «interesse» o «interessi» è uno dei piò centrali e controversi in economia e, piò in generale, nelle scienze sociali e nella storia. è anche un concetto con molti sensi, per non dire ambiguo, e il suo significato ha subito via via grossi spostamenti. Da quando è entrato nel linguaggio comune di diversi paesi europei, attorno alla metà del XVI secolo, come termine di derivazione latina (intérêt, interest, ecc.), il concetto ha indicato le forze fondamentali, basate sulla spinta dell'autoconservazione e all'auto-accrescimento, che motivano o dovrebbero motivare le azioni del principe o dello Stato, dell'individuo, e poi di gruppi di persone che occupano una posizione sociale o economica omogenea (classi, gruppi d'interesse). Quando è riferito all'individuo, il concetto ha assunto talvolta un significato assai ampio, inglobando per esempio l'interesse per l'onore, la gloria, l'amor proprio, e persino per l'aldilà. In altre epoche, al contrario, si è limitato ad indicare esclusivamente la ricerca di un vantaggio economico. In maniera analoga, l'espressione « perseguire i propri interessi» può ricoprire — fino ad essere una tautologia — tutto l'insieme delle azioni umane, ma spesso servirà, piò utilmente, ad indicare un modo specifico o stile di condotta, variamente concepito come azione « razionale » o « strumentale». Anche la stima in cui è tenuto il comportamento motivato dall'interesse ha subito considerevoli variazioni. Il termine entrò originariamente in uso, già alla fine del Medioevo, come eufemismo inteso a rendere rispettabile una data attività, quella di percepire un interesse sui prestiti, da tempo considerata contraria alla legge divina e conosciuta come il peccato dell'usura. Nella sua accezione piò ampia, ha acquistato talvolta un grande prestigio come chiave di un ordine sociale realizzabile, pacifico e progressista. E tuttavia è stato anche attaccato come concetto che degrada lo spirito umano ed è suscettibile di distruggere e di corrodere pericolosamente le fondamenta della società. Indagare su questi molteplici significati e su queste molteplici valutazioni significa di fatto esplorare buona parte della storia economica e in particolare della storia delle dottrine economiche e politiche occidentali nell'arco degli ultimi quattro secoli.
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Palumbo, Antonella, et Attilio Trezzini. « Pierangelo Garegnani : le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (décembre 2011) : 143–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004005.

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Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica Nonostante il suo fondamentale contributo alla critica della nozione neoclassica di capitale, il cuore della ricerca di Pierangelo Garegnani č nell'individuazione di una impostazione teorica alternativa a quella dominante. Nel solco di Sraffa, essa consiste nella riproposizione della teoria classica del valore e della distribuzione e nella costruzione di un approccio classico-keynesiano alla determinazione dell'output. In esso i prezzi non sono indicatori di scarsitŕ, la mancanza di una tendenza spontanea al pieno impiego cancella l'ottimalitŕ delle economie di mercato, la distribuzione del reddito č il risultato di forze sociali e non naturali. Ne consideriamo le implicazioni di politica economica.
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de Bernis, Gérard. « Une pensée classique moderne, un débat fondamental ». Recherches économiques de Louvain 61, no 3 (1995) : 343–58. http://dx.doi.org/10.1017/s077045180000645x.

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Résumé :
RésuméL’ouvrage de Duménil et Lévy rouvre le débat, fondamental en économie, entre le point de vue classique de la production et celui de l’échange qui s’opposent comme deux disciplines, différentes par l’objet, plus que par la méthode. Le premier met au cœur de l’analyse le profit, d’où l’on peut construire l’alternance des phases de stabilité de l’accumulation et de ses phases d’instabilité. La périodisation du capitalisme américain proposée par les auteurs est féconde par les voies de recherche nouvelles qu’elle suggère, parmi lesquelles les transformations historiques de l’espace du système productif américain (l’indissociabilité du temps et de l’espace), la «représentativité» du capitalisme américain, ou les conditions dans lesquelles les Etats-Unis sont sortis de la crise de l’entre-deux-guerres.
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Galli, Emma. « Methodological Individualism : a Comment on Professor Hodgson’s «Economics and Institutions» (*) ». Journal of Public Finance and Public Choice 10, no 1 (1 avril 1992) : 51–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539383.

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Résumé :
Abstract In «Economia e istituzioni» Hodgson fornisce uno stimolante riesame critico dei presupposti fondamentali della teoria economica dominante, in un’ottica istituzionalista.La presente nota intende discutere un solo punto del lavoro di Hodgson, ossia la critica di atomismo che egli rivolge all’individualismo metodologico, nella sua formulazione sia neo-classica che austriaca. Se l’interpretazione semplicistica che di questo principio è stata data dall’economia neoclassica può dare adito a questo tipo di critica, lo stesso non si può sostenere con riferimento alla formulazione dell’individualismo metodologico nei lavori degli economisti austriaci, ed in particolare in quelli di Mises, in cui la natura sociale dell’individuo viene opportunamente evidenziata.
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Farjat, Gérard. « Le droit, l'économie et le fondamental ». Revue internationale de droit économique XIX, 4, no 4 (2005) : 431. http://dx.doi.org/10.3917/ride.194.0431.

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Thèses sur le sujet "Economia fondamental"

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CALAFATI, LUCA. « How to make European cities work in the 21 century ? A comparison between radical and moderate approaches to urban sustainability ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263134.

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Résumé :
Le città europee sono presentate di frequente come un modello di sostenibilità per la loro capacità di unire la coesione sociale alla prosperità economica. Tuttavia, l’alto impatto ambientale e la persistenza delle diseguaglianze sociali solleva dei dubbi sulla capacità dell’urbanesimo europeo di essere sostenibile nel futuro. Questo lavoro esamina gli approcci moderati e gli approcci radicali alla sostenbilità urbana con lo scopo di valutare quale ha più potenziale rendere le città europee sostenbili sotto il profilo sociale e ambientale. L’analisi si concentrata sull’Inghilterra, utilizzando una base empirica sfaccettata su diverse scale spaziali. L’analisi include trend nazionali sul consumo di risorse naturali, trend regionali di welfare materiale, uno studio sulla strategia di sviluppo della regione urbana di Swansea e un esperimento in rigenerazione di quartiere. La tesi principale è che le città Europee hanno bisogno di una transizione strutturale – e non solo di aggiustamenti strategici – per diventare veramente sostenibili.
European cities are often presented as a model of sustainability for their capacity to reconcile social cohesion with economic prosperity. However, high environmental impact and persistence in social inequalities raises questions about the capacity of European urbanism to be sustainable in the future. This work analyses moderate and radical approaches to urban sustainability in Europe with the aim of assessing which has the most potential making European cites social and environmentally sustainable. The analysis focuses on the UK using a nuanced empirical base at different spatial scales. The analysis includes national trends in environmental impact, regional trends in material welfare, a study of the development strategy the Swansea City Region and an experiment in neighbourhood regeneration. The main argument is that European cities require a structural transition – and not just strategic adjustment – to become truly sustainable.
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Bonali, Camilla. « Economia del web relazionale e semantico : concetti fondamentali e tendenze evolutive ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1458/.

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Borisova-, Karachanova Margarita. « Initiative individuelle et intervention publique dans l'économie politique et sociale de Léon Walras : un débat fondamental ? » Thesis, Paris 13, 2014. http://www.theses.fr/2014PA131024.

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Résumé :
Cette thèse de doctorat porte sur le débat concernant le rôle de l'initiative individuelle et de l'intervention publique dans l'économie politique et sociale de Léon Walras. Dans une première partie on analyse d'abord la philosophie d'Auguste Walras qui a posé les bases d'une véritable démarche scientifique pour l'économie politique et la théorie de la propriété et la communauté au XIXe siècle. Léon Walras réalisera son propre projet d'économie politique et sociale par un nouvel apport vers une vision tripartite, offrant ainsi une vision d'ensemble des trois sciences (économie pure, économie appliquée, économie sociale). Le rôle de l'initiative individuelle et de l'intervention publique dans l'économie politique de Leon Walras sera précisé en deux temps: d’abord la théorie de la répartition et ensuite celle de la production, considérées comme une première et seconde question sociale. La deuxième partie, présentant une continuation logique de notre thèse propose des exemples concrets à la fois pour comprendre le modèle théorique walrasien mais également pour examiner l'actualité de ses propos. L'importance conférée à l'intervention publique sera étudiée dans les travaux de Léon Walras portant sur la propriété intellectuelle, la nationalisation des terres et les chemins de fer
This doctoral thesis relates to the debate on the role of initiative and public participation in the political and social economy of Leon Walras.In the first part the analysis focuses on the philosophy of August Walras who laid the foundation of a real scientific approach to the political and economic theory of property and community in the 19th century. Leon Walras elaborates his own project of political and social economy through a new contribution to a triple vision offering an entire insight by three sciences (pure, applied and social economics). The role of personal initiative and public participation in the political economy of Leon Walras will be revealed through: the redistribution theory and the production theory known as the first and second social question. The second part, following the logic of the thesis, proposes concrete examples in order to understand Walras' theory model as well as to study the topicality of these terms. The importance conferred on public participation will be explored in the works of Leon Walras on intellectual property, nationalization of land and railroad
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Ghirardo, Mosè <1996&gt. « I mercati delle commodities agricole : tra analisi tecnica e analisi fondamentale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20760.

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Résumé :
L’obiettivo della tesi è quello di analizzare l’andamento dei mercati delle commodities agricole per capirne le aspettative future. In particolare capire l’importanza del contributo degli speculatori finanziari sui prezzi agricoli da una parte e dall’altra capire quali saranno le contromisure che si dovranno adottare per impedire un costante aumento dei prezzi di queste commodities.
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Bazillier, Rémi. « Normes fondamentales du travail et développement économique ». Phd thesis, Université Panthéon-Sorbonne - Paris I, 2007. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00258230.

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Résumé :
Cette thèse analyse les liens entre Normes Fondamentales du Travail et Développement Economique. Les normes sociales ont fait l'objet d'un intérêt croissant au niveau international notamment du fait de la mondialisation des échanges et de la production. Jusqu'à présent, le débat s'est largement concentré sur le lien entre normes du travail et commerce international. Néanmoins, cette approche comporte un certain nombre de limites : les pays en développement, craignant une nouvelle forme de “protectionnisme déguisé” s'opposent à l'instauration d'une clause sociale dans les échanges internationaux ; et le phénomène global de non-respect des normes du travail ne peut être appréhendé uniquement sous le prisme des échanges internationaux ou des investissements directs à l'étranger. Nous proposons dans cette thèse de nous concentrer sur la situation des pays en développement en étudiant l'impact des normes sur leur développement. Dans un premier temps, nous proposons deux indicateurs originaux permettant de mesurer l'application effective des normes fondamentales du travail pour un large échantillon de pays. Dans un second temps, nous montrons empiriquement que les normes influencent positivement le revenu de long-terme, y compris lorsque nous prenons en compte l'endogénéité des normes. Dans un troisième temps, nous mettons en évidence l'existence d'une “courbe de Kuznets sociale” avec des normes jouant de manière non-linéaire sur les inégalités de revenu, lorsque nous prenons en compte le contexte social dans lequel sont mises en place ces normes. Dans un quatrième temps enfin, nous proposons une analyse théorique des effets des normes du travail dans une économie duale en nous basant sur un modèle du type Harris et Todaro. Nous montrons que les normes peuvent, sous certaines conditions, augmenter le niveau d'emploi formel et réduire le dualisme et étudions les situations dans lesquelles le paradoxe de Todaro peut être observé. En montrant que les normes sont susceptibles de jouer à long-terme en faveur du développement, il est possible de réfléchir à de nouvelles politiques en assimilant les normes à un Bien Public Mondial dont le financement serait alors à repenser.
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Zannoni, Giorgia <1993&gt. « Sostenibilità e innovazione come variabili fondamentali per governare l'impresa : il caso CPR System ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13383.

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Résumé :
L’elaborato si propone di illustrare il percorso verso uno sviluppo sostenibile dell’azienda CPR System, leader italiana nella produzione, movimentazione e riciclaggio d’imballi in plastica a sponde abbattibili per il settore ortofrutta e freschi. Il business dell’azienda è fortemente incentrato in un ottica di sostenibilità in tutte e tre le sue forme, economica, ambientale e sociale. L’attività dell’azienda è basata su un’economia circolare con assenza di rifiuti, l’evoluzione e la crescita della stessa nei suoi 20 anni di vita è da ricondurre ad una costante attenzione ai temi di sviluppo sostenibile. Dimostrazione dell’efficacia e dell’efficienza di un’azienda che ha i temi della sostenibilità permeati nel suo business e nella sua strategia.
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DI, LOLLO MARTINA. « La tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori nel commercio internazionale ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98921.

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Résumé :
Il benessere derivante da un’economia sostenibile è uno dei valori protetti dal diritto internazionale; partendo da questa considerazione, la ricerca si propone di analizzare i possibili punti di contatto tra interessi di natura economica e valori di natura non economica, da sempre considerati confliggenti. Risulta fondamentale, a tal fine, la disamina della disciplina del sistema multilaterale che fa capo all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e, successivamente, di quella contenuta negli accordi di libero scambio (Free Trade Agreements, FTAs) a portata regionale e/o bilaterale. Nel corso del Novecento il diritto del commercio internazionale ha subito profondi cambiamenti dovuti all’istituzione dell’OMC nel 1995; una delle principali innovazioni apportate dal nuovo sistema multilaterale è sicuramente costituita dal meccanismo di soluzione delle controversie gestito dal Dispute Settlement Body (DSB). Nell’elaborato vengono analizzate, più in generale, le competenze dell’Organizzazione, tutte orientate a favorire la piena liberalizzazione del commercio internazionale, attraverso l’eliminazione degli ostacoli agli scambi e il divieto di comportamenti protezionistici o discriminatori degli Stati. Tuttavia, è proprio in virtù del processo di globalizzazione e della correlata estesa partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alle relazioni economiche internazionali che si pone l’esigenza di una maggiore considerazione dei non-economic values. Tra le tematiche più dibattute, desta particolare interesse quella relativa all’incidenza che l’abbattimento progressivo di ogni forma di ostacolo alla liberalizzazione degli scambi determina sulla garanzia dei diritti fondamentali dei lavoratori in una dimensione individuale e collettiva; ciò, dal momento che il lavoro costituisce un fattore produttivo primario nell’economia globale. Come ampiamente osservato, il dibattito in ordine alla possibilità di inserire una clausola sociale nel diritto dell’OMC, attraverso la quale realizzare l’integrazione dei “core labour standards”, così come definiti dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), nel sistema multilaterale, risulta non privo di criticità, quanto tendenzialmente infruttuoso a causa dei limiti statutari dell’OMC. I Paesi in via di sviluppo, rappresentanti la maggioranza dei membri dell’Organizzazione, infatti, si sono sempre mostrati contrari all’adozione di una disciplina che stabilisse delle restrizioni alla liberalizzazione al fine di salvaguardare i non-trade concerns. Muovendo da tali considerazioni, la ricerca pone in evidenza l’assunto per cui al di là dei progressi compiuti sul piano interpretativo, grazie al ruolo svolto dai panels e dall’Organo d’Appello dell’OMC nell’integrazione di valori non economici nel sistema multilaterale, soluzioni alternative sono state individuate sul piano regionale e bilaterale. Tra le soluzioni individuate, vi è quanto previsto dal North American Agreement on Labour Cooperation, Side Agreement in materia sociale concluso nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra USA, Canada e Messico nel 1992 (NAFTA); detto ultimo accordo verrà presto sostituito dall’US-Mexico-Canada Agreement (USMCA), siglato il 30 novembre 2018 e appena ratificato dalle Parti. In tale contesto, costituisce ulteriore oggetto di trattazione il Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement (CAFTA-DR), accordo regionale di libero scambio ai sensi del quale gli Stati Uniti hanno promosso, nel 2010, un’azione contro il Guatemala, in relazione all’asserita violazione dei core labour standards da parte di tale ultimo Stato; il procedimento rappresenta infatti il primo caso in assoluto nella prassi applicativa di una clausola sociale presente in un accordo di libero scambio, nell’ambito del quale sono state sollevate una serie di questioni di rilievo giuslavoristico di considerevole risonanza. Sulla scorta delle argomentazioni accennate, la ricerca dimostra come sebbene appaia certamente più agevole stabilire un equilibrio tra interessi economici e valori di natura non economica a livello regionale e bilaterale, non siano tuttavia da escludere possibili progressi futuri nell’ambito dell’OMC, grazie all’incoraggiante opera propulsiva svolta dai panels e dall’Organo d’Appello sul piano interpretativo.
The benefits due to a sustainable global economy are included in the range of values protected by international law; starting from this consideration, the principal scope of the research is to analyze the points of contact between economic interests and non-economic values, which have always been considered as inconsistent. In this perspective, it is necessary to examine the multilateral system regime within the World Trade Organization (WTO) and then, to study the provisions contained in the Free Trade Agreements (FTAs) concluded at a regional and/or at a bilateral level. During the twentieth century, international trade law has radically changed because of the institution of the WTO in 1995; one of the main innovations of the multilateral trading system is the new dispute settlement mechanism managed by the Dispute Settlement Body (DSB). The thesis analyzes, more in general, the competences of the WTO, which are all addressed to the aim of promoting a full international trade liberalization, through the removal of obstacles to trade and the prohibition of protectionist or discriminatory national measures. However, because of the globalization and the growing participation of developing countries in economic relations that the need of a greater consideration for non- economic values arises. Among the most debated issues, the one relating to the influence that the progressive elimination of any form of obstacle to trade liberalization has on the protection of fundamental rights at work in an individual dimension, as much as in a collective one, assumes great importance; that is because work represents a primary factor in the productive process and, in general, in global economy. As widely observed in this dissertation, the debate relating to the possibility of an inclusion of a social clause in WTO law, in order to achieve the integration of the “core labour standards” within the multilateral system, as established by the International Labour Organization’s (ILO), is characterized by some critical points and tendentially conducts to poor results because of the structural limits within the WTO. More specifically, developing countries, which represent the majority of the members of the Organization, have never agreed on the adoption of a restrictive legal framework with specific limits, like non- trade values. Starting from these considerations, the thesis comes to the conclusion that beyond the progress made thanks to the role played by the interpretative activity of the WTO panels and its Appellate Body in attempting to integrate non-economic values into the multilateral system, other alternative solutions have been identified at a regional and bilateral level. Among the solutions mentioned, it is interesting to consider the provisions contained in the North American Agreement on Labour Cooperation, a Side Agreement in social matters adopted in the context of the Free Trade Agreement between USA, Canada and Mexico in 1992 (NAFTA); this last FTA will be replaced by the US-Mexico-Canada Agreement (USMCA), a new agreement signed on November, the 30th, 2018 and currently just ratified by the Parties. In the same context, the dissertation takes into account the Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement (CAFTA-DR), that is a free trade agreement within the meaning of which the United States have undertaken a legal action against Guatemala in 2010, based on the alleged violation of the core labour standards; in particular, the proceeding represents the first case in absolute in the practice of a social clause application within a FTA, in which the panel has examined a range of important labour law issues. On the basis of these considerations, the research shows that although it seems to be easier to find an equilibrium between economic interests and non- economic values at a regional or bilateral level, we should not exclude future progress within WTO, thanks to the encouraging interpretative activity made by the panels and the Appellate Body.
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Mbami, Justin. « Les obstacles fondamentaux à une révolution industrielle dans les pays de l'Afrique de l'Ouest ». Thesis, University of Ottawa (Canada), 1995. http://hdl.handle.net/10393/9825.

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Poloni, Matteo <1994&gt. « Integrazione ESG : luci ed ombre nell'anno 0 - Concetti fondamentali, i benefici per le imprese e le criticità nel rating : una proposta d'approccio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16662.

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Borner-Kaydel, Emmanuelle. « La liberté d'expression commerciale : étude comparée sur l'émergence d'une nouvelle liberté fondamentale ». Thesis, Aix-Marseille, 2014. http://www.theses.fr/2014AIXM1009.

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Résumé :
La liberté d'expression intervient dans différents domaines, et bénéficie de la protection des constitutions nationales ainsi que des conventions internationales. Toutefois, la question se pose de cette protection s'agissant du domaine commercial. La reconnaissance d'un discours commercial constitutionnellement et conventionnellement protégé est le fruit de nombreux revirements de jurisprudence, mais demeure encore contestée par une partie de la doctrine. Consacrer la liberté d'expression commerciale en tant que droit fondamental ne permet dès lors pas uniquement de renforcer sa protection, mais aussi de créer un rapprochement entre les droits fondamentaux et le droit économique. En effet, la nature économique du discours commercial est au coeur des débats dont il est l'objet, et l'amène à être confronté, d'une part aux autres droits et libertés, d'autre part aux droits de la propriété intellectuelle et des nouvelles technologies. La présence de la liberté d'expression commerciale au sein de ces derniers témoigne de la diffusion des droits fondamentaux dans l'ensemble du droit. Enfin, la reconnaissance de cette nouvelle liberté fondamentale, relevant à la fois des droits civils et des droits économiques, met en lumière un renouvellement des typologies de classification des droits fondamentaux
The freedom of speech takes place in differents domains, and receives protection from the national constitutions and international conventions. However, concerning the commercial domain, the question of its protection may be asked. The recognition of a constitutional and conventional protection of the commercial speech is the result of many turnovers Court, but still remains disputed by some doctrine. To devote the commercial speech as a constitutional right can not only strengthen its protection, but also to create a connection between economy and the consitutional rights. Indeed, the economic nature of the commercial speech is in the middle of the discussions which it is the object, and causes it to be confronted on the one hand with the other constitutional rights, and on the other hand with the right of intellectual property and of new technologies. The presence of the commercial speech in these reflects the spread of the constitutional rights in the whole law. Finally, the recognition of this new constitutional right, under both civil and economic rights, highlights a revitalisation of the classifications' typologies of the constitutional rights
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Livres sur le sujet "Economia fondamental"

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Filosofia economica : Fondamenti economici e categorie politiche. Torino : Bollati Boringhieri, 2005.

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Segers, Joseph. Le circuit économique : Notions fondamentales d'économie. Kinshasa Gombe, Zaïre : Editions Loyola, 1987.

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Esping-Andersen, Gøsta. I fondamenti sociali delle economie postindustriali. Bologna : Il Mulino, 2000.

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4

Fondamenti di economia e gestione delle imprese. Firenze : Firenze university press, 2004.

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5

Zuppetta, Marialuisa. Governo dell'economia e diritti fondamentali nell'Unione europea. Bari : Cacucci, 2010.

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6

1961-, Munger Raymond, et Sauthier Marianne, dir. Économie globale : Les principes fondamentaux. Mont-Royal, Québec : Modulo-Griffon, 2004.

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7

1961-, Munger Raymond, dir. Économie globale : Les principes fondamentaux. 2e éd. Mont-Royal, Québec : Modulo, 2008.

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8

La reconstruction d'Haïti : L'extrême pauvreté : un enjeu fondamental. Paris : L'Harmattan, 2011.

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9

Daugareilh, Isabelle. Mondialisation, travail et droits fondamentaux. Bruxelles : Bruylant ; L.G.D.J., 2005.

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10

L'ethos del mercato : Un'introduzione ai fondamenti antropologici e relazionali dell'economia. Milano : B. Mondadori, 2010.

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Chapitres de livres sur le sujet "Economia fondamental"

1

Ferdiou, Ouelhadj. « Le processus de réforme constitutionnelle en Algérie : enjeux et perspectives ». Dans North Africa in the Process of Change : Political, Legal, Social and Economic Transformations, 131–43. Ksiegarnia Akademicka Publishing, 2015. http://dx.doi.org/10.12797/9788376386553.09.

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Résumé :
L’Algérie qui a fait l’expérience de la réforme constitutionnelle imposée par « la rue » bien avant l’avènement des autres « Printemps arabes », ne s’est pas moins engagée à achever le processus de démocratisation amorcé en 1989. Toutefois, en raison du refus de l’opposition de cautionner une réforme constitutionnelle décidée et encadrée par le pouvoir, mais plus encore sans doute à cause de l’absence manifesté d’une vision consensuelle au niveau des « centres de décision », le projet de révision de la loi fondamentale peine à se matérialiser.
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2

Campani, Giovanna. « Aux bords de la Forteresse Europe : la Tunisie et la construction de la frontière ». Dans North Africa in the Process of Change : Political, Legal, Social and Economic Transformations, 289–304. Ksiegarnia Akademicka Publishing, 2015. http://dx.doi.org/10.12797/9788376386553.19.

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Résumé :
Le nombre de morts dans la mer, aux frontières sud de l’Europe ne cesse d’augmenter démontrant l’échec des politiques de contrôle des flux migratoires mis en place depuis presque 30 ans par les pays européens et leur partenaires au sud du bassin de la Méditerranée. Dans cet article, nous prenons en examen le cas des relations Italo-tunisiennes et le processus de construction de « la frontière » entre les deux pays, depuis les accords bilatéraux de 1998 jusqu’au mobility partnership de 2014. En outre, le statut de pays de transit place la Tunisie au centre des politiques d’externalisation de la gestion des frontières européennes, une approche qui pourraient avoir d’importantes répercussions sur le respect des droits fondamentaux des réfugiés et des migrants.
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Actes de conférences sur le sujet "Economia fondamental"

1

Hlushak, Oksana, et Svetlana Semeniaka. « ECONOMIC AND MATHEMATICAL MODELING : FROM THEORY TO PRACTICE ». Dans IMPATTO DELL'INNOVAZIONE SULLA SCIENZA : ASPETTI FONDAMENTALI E APPLICATI. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/26.06.2020.v2.01.

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2

Zhigir, А. « PRINCIPLES OF MARKET COMPETITION IN THE FINANCIAL AND ECONOMIC MECHANISM OF PUBLIC PROCUREMENT ». Dans IMPATTO DELL'INNOVAZIONE SULLA SCIENZA : ASPETTI FONDAMENTALI E APPLICATI. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/26.06.2020.v1.03.

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3

Mastronardi, Luigi, et Elena Battaglini. « Turismo sostenibile e tensioni urbane nel terzo millennio ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7990.

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Résumé :
Il processo di urbanizzazione è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha registrato notevoli cambiamenti, i quali hanno avuto delle ripercussioni sulla distribuzione della popolazione mondiale tra aree urbane e rurali. L’aumento di popolazione nei centri urbani sta già creando problemi relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti e alla disponibilità e qualità della risorsa idrica, come anche problemi di sicurezza sanitaria nelle periferie che continuano ad espandersi in assenza di infrastrutture e servizi. In relazione a ciò, il modello di sviluppo urbano sostenibile assume una valenza strategica in termini sociali, economici ed ambientali. Il turismo può, infatti, contribuire ad aumentare la vitalità economica delle città e a rafforzare il senso di identità urbana. Il turismo sostenibile contribuisce, inoltre, a mantenere l'integrità ambientale e culturale delle comunità, a conservare il patrimonio naturale e le zone ecologicamente sensibili. In questa Sessione dedicata al turismo è stata avviata una riflessione su ciò che il turismo può e deve fare per la sostenibilità del territorio, in maniera particolare di quello urbano. Diventa fondamentale comprendere in che modo il turismo può essere un elemento che può dare un contributo significativo allo sviluppo e all’innovazione sostenibile urbana, dato il suo impatto trasversale sulla società e le sue molteplici sfaccettature ambientali, economiche, sociali, culturali. In conclusione, sulla base degli spunti emersi è lecito affermare che il turismo rappresenti una opportunità di trasformazione delle città e dei territori circostanti, modificando gli equilibri sociali e culturali, economici e urbanistici, riuscendo persino a cambiare il modo di intendere e di vivere le città.
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4

Catini, Raffaella. « La territorializzazione spontanea del centro storico : il caso di Viterbo ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Résumé :
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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5

Cedroni, Anna Rita. « Roadmap per una citta sostenibile : Vienna ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Résumé :
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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