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1

Fernández, Rojo Gabriela. « L'esperienza argentina nella mediazione ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (décembre 2011) : 193–98. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002010.

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Résumé :
La legge sulla mediazione obbligatoria č stata introdotta in Argentina fin dalla seconda metŕ degli anni novanta e, salvo eccezioni, ha avuto applicazione generalizzata alle controversie civili. Le statistiche riferite agli ultimi quindici anni, testimoniano il successo della iniziativa.
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2

Antoncecchi, Ettore, et Enrico Orsini. « Cardiologia 2020. Cosa c’è di nuovo ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 29, no 1 (30 mai 2021) : 1–13. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-1.

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Résumé :
Il panorama scientifico 2020 è stato dominato dalla pandemia CoViD, che ha quasi del tutto as-sorbito l’interesse e le energie della ricerca, in ogni branca della medicina. La cardiologia non ha fatto eccezioni. Non vi è stata piattaforma web, congres-so o meeting, rivista internazionale o nazionale, che non si sia occupata in larga misura dei rapporti fra CoViD-19 e malattie cardiovascolari. Il risultato è stata la povertà di reali novità nella produzione scientifica in ambito cardiovascolare. Anche l’atte-sissimo progetto ISCHEMIA, pubblicato nel 2020, che peraltro non ha apportato reali novità nel trat-tamento della cardiopatia ischemica cronica, non ha suscitato il dibattito scientifico che sarebbe stato ne-cessario, soffocato purtroppo dalla tragedia CoViD che il mondo ha vissuto in questo anno. Una delle poche eccezioni dell’anno 2020 è stata la inarrestabi-le conferma degli inibitori SGLT2, che hanno ormai travalicato il semplice ruolo di farmaci antidiabetici, per collocarsi a pieno titolo fra gli agenti dotati di uno spiccato ruolo protettivo verso gli outcomes cardiovascolari. Come ogni anno, abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni temi, che riteniamo particolar-mente significativi per l’interesse dei lettori.
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3

Sotte, Franco. « La politica di sviluppo rurale dell'UE. Riflessioni a margine del dibattito italiano ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 1 (mars 2010) : 125–35. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001007.

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Résumé :
La pubblicazione in Italia di una serie di monografie offre lo spunto per una riflessione sulla qualitŕ della politica di sviluppo rurale in corso. Si osserva, salvo alcune eccezioni, una gestione attratta da obiettivi di breve periodo, poco propensa ad impegnarsi nella selezione e finalizzazione degli interventi, nell'integrazione tra obiettivi settoriali e territoriali e nella cura dell'efficienza e dell'efficacia. La ricerca ha la responsabilitŕ di analizzare e denunciare questo distacco tra analisi e prassi, per migliorare la qualitŕ della programmazione dello sviluppo rurale in corso.
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Brancato, Nicolò Giuseppe. « Trasmissione del gentilizio e tipologie dedicatorie nella hispania romana : la norma e le eccezioni ». Conimbriga : Revista de Arqueologia 44 (2005) : 173–251. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_44_5.

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Diotallevi, Giovanni. « Obbligatorietŕ dell'azione penale, slogans e luoghi comuni ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 23–36. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003003.

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Résumé :
- Il nostro ordinamento giuridico č caratterizzato da una costituzione rigida. La legge ordinaria, dunque, non puň modificare la Costituzione né introdurre deroghe o eccezioni alla Carta costituzionale. Tra i princěpi fondamentali del Titolo IV della Costituzione, all'art. 112, vi č il principio dell'obbligatorietŕ dell'azione penale. L'azione penale deve essere esercitata dal pubblico ministero ogni volta che egli viene a conoscenza di una notitia criminis e il carattere di obbligatorietŕ dell'azione penale rappresenta per i cittadini una fondamentale garanzia di uguaglianza di fronte alla legge. Eppure il principio viene ciclicamente contestato da piů parti, soprattutto in questi ultimi anni, complici anche le gravi carenze organizzative dell'amministrazione della giustizia.
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Marinetti, Anna. « Venetico ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 367–401. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.374.

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Résumé :
Il venetico è una lingua indeuropea, attestata da oltre 500 iscrizioni datate dal VI al I sec.a.C. e provenienti soprattutto dall’attuale regione italiana del Veneto (in pochi casi, dal Friuli Venezia-Giulia, dall’Austria e dalla Slovenia). La scrittura utilizzata è un alfabeto locale di derivazione etrusca. Le iscrizioni venetiche comprendono testi funerari, votivi e pubblici, resi - tranne alcune eccezioni -mediante schemi formulari. Ampiamente documentata è l’onomastica (nomi personali; formula onomastica maschile e femminile). Le strutture della lingua (fonologia, morfologia, sintassi e lessico), data la natura frammentaria del venetico, sono conosciute solo parzialmente; permangono problemi relativi alla classificazione, anche se è ormai accertata l’appartenenza al ramo italico dell’indeuropeo.
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Bianchi, Paola. « Stati sabaudi e Serenissima : spunti per una lettura comparata fra due "eccezioni" italiane in antico regime ». CHEIRON, no 2 (juillet 2020) : 48–74. http://dx.doi.org/10.3280/che2018-002004.

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Motta, Riccardo. « LE COALIZIONI REGIONALI IN ITALIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 3 (décembre 1988) : 447–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012612.

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Résumé :
IntroduzioneScopo di questo articolo è analizzare i processi politici che danno luogo alla formazione delle coalizioni nei sistemi politici locali. Tranne rare eccezioni, le teorie delle coalizioni hanno privilegiato come campo di indagine i governi nazionali, e su di essi ne è stata verificata la capacità predittiva. Le ricerche empiriche fino ad oggi effettuate consentono una valutazione di tali teorie e la individuazione dei punti deboli; restano però, per molti versi, sconosciuti i problemi che pongono i comportamenti coalizionali all'interno delle assemblee elettive locali. In particolare, la domanda che si pone è se esistano problemi specifici, al di là di quelli conosciuti, finora trascurati e, tuttavia, importanti. A questi interrogativi si darà una risposta nel corso di questo articolo applicando la teoria delle coalizioni sulle giunte delle prime tre legislature delle regioni a statuto ordinario.
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Liberti, Giuseppe Andrea. « Nel riflusso. Gianfranco Ciabatti tra poesia e critica politica ». Italica 99, no 2 (1 juin 2022) : 180–98. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.2.03.

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Résumé :
Abstract La crisi del movimento operaio ha influenzato in maniera eccentrica la poesia italiana, che ha poco discusso il chiudersi di un'epoca pur così ricca e intensa come quella segnata dalle lotte di classe. Tra le eccezioni figura l'esperienza di Gianfranco Ciabatti, sindacalista, quadro politico e autore di cinque raccolte poetiche. Il contributo intende offrire un profilo del Ciabatti poeta, soffermando l'attenzione sul rapporto tra crisi sociale e politica e produzione in versi. Partendo dal libro d'esordio Preavvisi al reo, frutto tardivo di una pratica scrittoria centellinata a causa della preminenza attribuita all'impegno politico e sindacale, si propone una ricognizione dei temi della crisi e del riflusso in una poesia da intendere come “servizio di classe”, che non sostituisce il documento politico ma traspone le istanze del materialismo storico e delle lotte di emancipazione e liberazione nello specifico letterario.
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Andreula, C. F., G. Marano et A. Carella. « Excursus RM di malattie infettive ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 3 (août 1992) : 331–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500305.

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Résumé :
Obiettivo di questo breve compendio di malattie infettive ha quello di fornire una mappa indicativa delle patologie infettive del sistema nervoso centrale di più frequente riscontro. In questo piccolo excursus abbiamo tentato di caratterizzare ogni malattia con cenni sulla biocinetica degli agenti microbici, sulla dinamica del danno tessutale e sul quadro neuroradiologico, trascurando la sintomatologia clinica. Le infezioni virali, batteriche, da spirochete, fungine, parassitarie e da protozoi che abbiamo esaminato differiscono le une dalle altre per tipo e qualità di danno tessutale (meningite, meningiti con interessamento del parenchima sottostante, meningo-encefaliti ematogene, lesioni focali parenchimali). Tali differenze, fatte salve poche eccezioni, non consentono però in tutti i casi una diagnosi differenziale, generalmente frutto di un lavoro di equipe tra clinico, infettivologo, microbiologo e neuroradiologo; ciò però non deve fuorviare dal tentativo di dare una risposta quanto più possibile esauriente ai quesiti che giornalmente vengono posti.
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Savio, Guido. « La nuova disciplina delle espulsioni conseguente al recepimento della direttiva rimpatri ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (décembre 2011) : 30–50. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003003.

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Résumé :
Sommario: Introduzione - 1. L'obbligo, sussistente in capo al prefetto, di disporre l'espulsione "caso per caso" e l'attribuzione di forza di legge al permesso di soggiorno per motivi umanitari - 2. Le modifiche all'art. 13, co. 2, lett. b) TU - 3. Il divieto di espulsione o della sua esecuzione coattiva dello straniero in uscita dal territorio nazionale - 4. Le nuove ipotesi di esecuzione coattiva dell'espulsione - 5. Quando sussiste il rischio di fuga - 6. La richiesta di concessione di un periodo per la partenza volontaria - 7. Le misure imposte nel caso di concessione del termine per la partenza volontaria - 8. La nuova disciplina del divieto di reingresso - 9. La nuova disciplina del trattenimento - 10. Le eccezioni facoltative al trattenimento - 11. Il nuovo ordine di allontanamento del questore - 12. La nuova edizione dei reati d'inottemperanza all'ordine del questore - 13. Il tentativo di riduzione dell'ambito di applicazione del "giustificato motivo" - 14. I programmi di rimpatrio assistito e le disposizioni in materia di categorie vulnerabili, brevi cenni - Considerazioni conclusive.
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Di Palma, Francesco. « La storiografia tedesca sulla Ddr a venti anni dalla caduta del muro. Bilanci, prospettive, limiti ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (avril 2011) : 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003005.

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Il testo qui pubblicato fornisce al lettore italiano un'introduzione critica agli sviluppi storiografici ed al dibattito politico ed intellettuale che lo studio della Ddr ha suscitato in Germania dalla fondazione dello Stato tedesco orientale nel 1949 fino ai nostri giorni. La sezione dedicata agli studi apparsi nella Ddr č volutamente contenuta. Ugualmente lo č quella in merito alle opere pubblicate in Germania occidentale negli anni della divisione, che risentivano inevitabilmente, a fronte di alcune pregevoli eccezioni, di pressioni ed influenze ideologiche. Il crollo dei regimi comunisti e la (ri-)apertura degli archivi alimentavano negli ultimi venti anni un vero e propriodi lavori dedicati alla Ddr. Il piů recentedi ricerca si sviluppa prevalentemente attorno a due tematiche specifiche. Sul fronte interno, una maggiore concentrazione sul rapporto partito-societŕ, con un occhio di riguardo per le dinamiche di rinnovo e "costruzione del consenso"; sul fronte esterno, una risorgenza delle analisi internazionali comparate, con l'obiettivo di radicare la storia della Ddr, ed in particolar modo l'attivitŕ politica e propagandistica della Sed, in un contesto transnazionale, comprendente anche i partiti comunisti del mondo occidentale.
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Góralski, Wojciech. « "Qualitas personae" jako przedmiot błędu w kann. 1097 § 2 oraz 1098 KPK ». Prawo Kanoniczne 45, no 3-4 (20 décembre 2002) : 23–52. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2002.45.3-4.02.

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Fra le disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983 che hanno suscitato maggiore interesse dottrinale sono i canoni: 1097§ 2 e 1098, consacrate rispettivamente all’errore sulla qualità della persona direttamente e principalmente intesa e all’errore causato dal dolo circa la qualità della persona che per sua natura può gravemente turbare il consorzio della vita coniugale. La nuova disciplina codiciale, pur stabiliendo il principio generale secondo il quale l’errore sulla qualità non ha il valore irritante, vi sanziona due eccezioni proprio nei due suddetti canoni. Il can. 1097 § 2 richiede che la qualità accidentale sulla quale si cade in errore debba essere intesa direttamente e principalmente dall’errante, invece il can. 1098 riconosce la forza invalidante dell’errore suscitato dal dolo (teso ad indurre il nubente in errore per ottenere il consenso matrimoniale) - su qualità accidentali, che possono, per loro natura, perturbare gravemente il consorzio della vita coniugale. L’oggetto dell’analisi del autore è la questione riguardante la qualità di persona nei cann. 1097 § 2 e 1098 CIC. Ambedue norme codiciali sono state commentate alla luce della dotrina e della giurisprudenza.
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Pittaluga, Roberta. « La pragmatica dell’articolo determinativo plurale in italiano : un caso di studio ». Caplletra. Revista Internacional de Filologia, no 73 (5 octobre 2022) : 257. http://dx.doi.org/10.7203/caplletra.73.24641.

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La categoria della determinazione (o indeterminazione) è comune a tutte le lingue e in italiano è grammaticalizzata e si presenta sotto forma di articoli. Gli articoli sono da sempre considerati una delle caratteristiche della grammatica italiana che gli studenti di madrelingua russa trovano ostica. Ciò si deve in parte alla presenza di numerose eccezioni alle regole, in parte all’esistenza di una terminologia che, invece di semplificare, complica le cose. L’analisi della produzione scritta di studenti russi di italiano ha dimostrato che circa un terzo degli errori nell’uso degli articoli riguarda la contrapposizione della categoria definito vs indefinito al plurale (ho passato le/delle vacanze bellissime). Una fase di discussione con gli studenti ha portato alla luce il fatto che molto spesso non sono in grado di «sentire» la differenza, soprattutto a livello pragmatico (e quindi implicazionale) tra i due articoli. A questo proposito, una riflessione metalinguistica incentrata sull’applicazione dei concetti chiave della grammatica valenziale può essere un efficace strumento per colmare lo scarto che esiste tra conoscenze teoriche e applicazione pratica.
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Pioppi, Daniela. « Neo-patrimonialismo, politica identitaria e opposizione nel mondo arabo : il caso dei Fratelli Musulmani inEgitto ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (avril 2010) : 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001002.

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Le principali forze di opposizione ai regimi neo-autoritari al potere nel mondo arabo sono oggi senza eccezioni i partiti o movimenti islamisti, mentre altre forme di appartenenza clanica, tribale, etnica o confessionale hanno ripreso centralitŕ politica nel contesto della crisi dello Stato sociale e nazionale che si era invece consolidato nel periodo post-indipendenza. Questo saggio propone di studiare le modalitŕ della mobilitazione e partecipazione politica nel mondo arabo in relazione al neo- patrimonialismo e clientelismo che sempre piů caratterizzano il rapporto Statosocietŕ in questi paesi. Attraverso il caso dei movimenti islamisti e, in particolare, dei Fratelli Musulmani in Egitto, il saggio illustra come lo studio dell'interazione fra i diversi attori sociali e politici e le reti neo-patrimoniali che provengono dal regime puň aiutarci a comprendere meglio la razionalitŕ di alcune scelte di mobilitazione su base identitaria (tribale, etnica o confessionale); il grado di integrazione dei diversi attori politici all'opposizione con le strutture di potere nei rispettivi paesi e quindi la loro natura sistemica o anti-sistemica; e, piů in generale, le probabilitŕ che emergano strutture di potere parallele o alternative a quelle vigenti.
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Saruis, Tatiana, et Leonardo Catena. « Le politiche socio-assistenziali in Italia, tra discrezionalitŕ istituzionale e discrezionalitŕ operativa ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 145–60. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002009.

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La riorganizzazione del Welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificitŕ regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di Welfare territorialmente diversificato. L'assunzione del principio di sussidiarietŕ e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilitŕ di bilanciare i principi di autonomia ed equitŕ e di contenere gli "spazi" di una discrezionalitŕ che si po- trebbe definire "istituzionale". Il rischio č di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri subnazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell'area delle politiche sociali, dove l'esigibilitŕ dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalitŕ "operativa", affidata agli attori preposti alla complessa fase dell'implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalitŕ, nell'affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificitŕ ed equitŕ delle prestazioni, flessibilitŕ e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.
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Bajini, Irina. « Dall’Impero del Sol Levante alle terre del Sol Ponente : la (s)fortuna dello haiku in America latina tra esotismi, stereotipizzazioni e lodevoli eccezioni ». Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation (LCM Journal), no 3 (2016) 2 (décembre 2016) : 23–34. http://dx.doi.org/10.7358/lcm-2016-002-baji.

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Mancini, Rossana. « "La venerazione irragionevole del passato non uccida il presente e l'avvenire". Roma capitale e il recinto delle mura Aureliane ». STORIA URBANA, no 136 (mars 2013) : 97–122. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136004.

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Gli eventi che "travolsero" Roma dal 1870 sono stati oggetto d'indagine a vari livelli e il fenomeno č stato studiato, sotto diversi aspetti, da architetti, urbanisti, archeologi, economisti, sociologi, tanto da rendere disponibile una vastissima bibliografia su "Roma Capitale". Meno noto e indagato č invece il dibattito che interessň, in quegli anni, il destino della grande cinta muraria della cittŕ. Nello stesso anno in cui Roma divenne capitale d'Italia, la fortificazione aveva svolto il proprio ruolo per l'ultima volta. La perdita della funzione originaria segnň l'avvio, per le mura urbane, di un lento declino, che ne provocň il degrado materialmente ma, soprattutto, la perdita di significato. Esse divennero, per la societŕ romana nel suo complesso, con poche ma rilevanti eccezioni, un mero intralcio allo sviluppo e al progresso. La distruzione di alcune importanti porzioni di cinta muraria fu conseguente alla lottizzazione della Villa Boncompagni Ludovisi e delle aree, esterne al circuito, immediatamente adiacenti. A causa della forte pressione demografica che ne derivň, si iniziň a dibattere sulla necessitŕ di demolire alcuni tratti della cinta per migliorare la mobilitŕ nella zona. Il dibattito circa la sorte delle mura, si inserisce a pieno titolo nel piů ampio contesto della disputa apertasi sulla salvaguardia di Roma dalla speculazione edilizia all'indomani del 1870 e che ebbe valenza nazionale ed internazionale.
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Galli de' Paratesi, Nora. « Il giudeo-italiano e i problemi della sua definizione : un capitolo di storia della linguistica ». Linguistica 32, no 2 (1 décembre 1992) : 107–32. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.107-132.

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Lo scopo di questo articolo è di portare all'attenzione dei linguisti che lavorano sull'italiano un argomento poco noto perché è stato trattato per lo più, per le caratteri­ stiche del suo materiale, al di fuori dell'italianistica: il cosiddetto giudeo-italiano. II termine si riferisce alle varieta dialettali usate in ima serie di documenti che sono stati oggetto di studio, con poche eccezioni, da parte di specialisti di ebraico. I testi hanno, aldilà del loro immediato valore come documenti della cultura ebraica italiana, anche un interesse linguistico: è questa appunto l'angolatura di questo lavoro, perché il ten­ tativo di definire tali parlate all'intemo delle varietà di italiano ha avuto varie soluzio­ ni da parte di studiosi diversi, che costituiscono un itinerario teorico molto interessante. Si tratta di uno spezzone di storia della linguistica italiana e romanza in cui si ripercorre un itinerario simile a quello della de:finizione di italiano standard. Si tratta di un percorso che è parallelo all'evoluzione della linguistica stessa e che è stato fino a non molto tempo fa, come si cercherà di dimostrare, dominato in larga parte dalla visione delle varietà linguistiche come sistemi discreti, unitari ed omogenei, propria della descrizione linguistica fino alla messa a punto dei modelli macrosocio­ linguistici che hanno incorporato sistematicamente la variazione e ii continuo lingui­ stico. In particolare nel nostro caso l'immagine del giudeo-italiano risentiva della concezione di un'entità quanto mai elusiva, che ha dominato la linguistica italiana, quella dell'italiano standard.
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Moro, Renato. « Aldo Moro nelle storie d'Italia ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (décembre 2010) : 17–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002003.

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Résumé :
Le ricostruzioni sintetiche della storia di un paese rappresentano uno specchio del lavoro degli storici. Il saggio č dedicato ad un'analisi di ciň che le storie dell'Italia contemporanea dicono di Aldo Moro, dalla fine degli anni Sessanta fino a oggi, e ripercorre buona parte della discussione sulla storia e i problemi della democrazia italiana degli ultimi quarant'anni. La ricerca sulla storia dell'Italia repubblicana č oggi solidamente avviata; tuttavia, essa non sembra aver trovato ancora quella consapevolezza di concetti interpretativi raggiunti invece nella ricostruzione delle vicende precedenti il 1945. E l'analisi dei giudizi sulla figura di Moro lo conferma. Salvo alcune significative eccezioni, infatti, le storie d'Italia ci dicono di piů sui loro autori, sulle loro simpatie e antipatie, sulle loro culture politiche di riferimento, sulle congiunture attraversate dal paese che su Moro stesso. L'interpretazione della sua figura appare ancora orientata piů dalle formule brillanti della pubblicistica che da studi e ricerche puntuali, i quali, del resto, sono ancora parziali e iniziali. Č stato cosě il «caso Moro» ad avere finora attratto l'attenzione prevalente, provocando lo svilupparsi di una sterminata bibliografia, mentre l'immagine del Moro leader politico e uomo di Stato č rimasta legata alla sua tragica fine. Scarsa eco ha avuto il suggerimento, formulato giŕ nel 1979 da George Mosse, di allargare lo sguardo e cercare di collegare l'esperienza politica di Moro, la sua cultura, le sue analisi, i suoi problemi, alle grandi trasformazioni della democrazia occidentale.
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Pasquino, Gianfranco. « VARIANTI DEI MODELLI DI GOVERNO PARLAMENTARE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 2 (août 2003) : 295–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027192.

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Résumé :
Introduzione«Chi conosce il diritto costituzionale classico e ignora la funzione dei partiti, ha un'idea sbagliata dei regimi politici contemporanei; chi conosce la funzione dei partiti e ignora il diritto costituzionale classico ha un'idea incompleta ma esatta dei regimi politici contemporanei» (Duverger 1961, p. 412) Alla luce di questa preziosa indicazione metodologica dell'autorevole politologo e costituzionalista francese, il dibattito italiano sul «premierato» appare immediatamente e sostanzialmente inadeguato perché incapace, tranne pochissime eccezioni, di tenere insieme il sistema dei partiti e il modello di governo. Certo, è innegabile che le regole e le attribuzioni di poteri costituzionali hanno anche una dinamica e una forza propria e specifica. Tuttavia, il modo e il grado di successo con il quale regole e poteri incidono sui rapporti governo/parlamento e governo/elettorato differiscono in maniera significativa a seconda del sistema di partiti sottostante sul quale si applicano e con il quale interagiscono. In questa sede, manterrò l'analisi focalizzata esclusivamente sui modelli parlamentari di governo, ma, naturalmente, anche qualsiasi tentativo di comprendere e di rendere conto del funzionamento dei modelli presidenziali di governo appare altrettanto inadeguato se, per l'appunto, non tiene conto dei diversi sistemi di partito sui quali viene innestato ciascun modello presidenziale (per le indispensabili differenziazioni fra presidenzialismi e parlamentarismi, si veda Sartori 2000; per un tentativo, peraltro piuttosto confuso poiché si perde in eccessive specificazioni che non conducono ad opportune generalizzazioni, Shugart e Carey 1992).
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Colombo, Alessandro. « ORDINE E MUTAMENTO NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 2 (août 1997) : 373–401. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024862.

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Résumé :
IntroduzioneSe è vero che i silenzi e le omissioni di una disciplina dicono, a volte, più di quanto dicano le sue parole, la riflessione post-bellica delle relazioni internazionali ha meno da dire sul mutamento internazionale di quanto questo abbia da dire sulle relazioni internazionali.Quando si tireranno le somme della storia della politica internazionale del nostro secolo, infatti, essa apparirà come una successione di mutamenti colossali: dalla fine degli imperi asburgico, ottomano e germanico all'indomani della prima guerra mondiale, a quella degli imperi coloniali dopo la seconda, fino a quella dell'impero russo-sovietico che ha chiuso anche simbolicamente il Novecento. Tanto più sorprendente, quindi, è il fatto che di questi processi non sia rimasta quasi traccia nell'analisi scientifica della politica internazionale. Con alcune lodevoli eccezioni, fino alla fine degli anni settanta la gran parte dell'analisi della politica internazionale si concentrò su elementi statici, quando non finì per essere pura e semplice teoria del bipolarismo. Diversi elementi giocarono a favore di questa scelta (Gilpin 1989, 4-6): la priorità, consueta nelle scienze sociali, dell'analisi statica rispetto all'analisi dinamica (Schumpeter 1979), resa ancora più pervasiva dal successo della teoria dei sistemi; il progressivo declino di quella che K.J. Holsti definì la «grande teoria» (Holsti 1971), cioè dei tentativi di costruire una teoria generale delle relazioni internazionali; la contraddizione tra i colossali mutamenti che avvenivano nel Terzo Mondo e la matrice euro-occidentale della disciplina; la mancanza, soprattutto, di una «domanda» di teorie del mutamento, annullata anch'essa nel «lungo presente» del confronto bipolare.
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Nuzzo, Luigi. « La colonia come eccezione ». Rechtsgeschichte - Legal History 2006, no 08 (2006) : 052–58. http://dx.doi.org/10.12946/rg08/052-058.

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Romanò, Sara, Tania Parisi, Giulia Bocca, Davide Barrera et Filippo Barbera. « Diversi ma non troppo. Studiare gli innovatori in laboratorio ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2021) : 38–66. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002002.

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Résumé :
La figura dell'innovatore è spesso descritta con le sembianze dell'eroe mo-derno: un individuo con caratteristiche eccezionali e comportamenti radicalmente diversi dal resto della popolazione. In virtù di questa supposta eccezionalità, è an-data sovrapponendosi la logica dell'innovazione con la logica dell'eccellenza, co-sicché, in diversi contesti, le risorse vengono destinate a una platea ristretta di indi-vidui. Questo studio ha il seguente interrogativo: gli innovatori hanno davvero caratteri-stiche così differenti dal resto della popolazione? Per rispondere a questo interroga-tivo, si è condotto un esperimento di laboratorio in cui i comportamenti di un gruppo di lavoratori ad elevato potenziale innovativo sono stati confrontati con quelli di individui a potenziale moderato o meno. Attraverso dei task sono state misurate le differenze tra i due gruppi in termini di propensione alla fiducia inter-personale, al rischio, all'altruismo e all'egualitarismo. I risultati mostrano che nes-suna delle misure comportamentali costruite è più alta tra gli innovatori ad elevato potenziale rispetto al resto dei lavoratori, ad eccezione della propensione al rischio, risultata appena al di sopra della soglia di significatività. Lo studio conclude solle-vando l'avvio di una discussione, anche attraverso ulteriori studi più estesi, circa la legittimità della sovrapposizione tra logica dell'innovazione e logica dell'eccellenza.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti et Antonella Piazza. « Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale : uno studio di follow-up ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Résumé :
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Galimi, Valeria. « L'Italia come "eccezione" ? Ripensare il canone nazionale ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 617–28. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173015.

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Résumé :
Questa rassegna discute, da tre diverse prospettive, L'Italia come storia, a cura di Francesco Benigno e Igor Mineo. Il volume tratta, con una periodizzazione ampia, i principali snodi attorno ai quali la storiografia ha tematizzato, sia in termini positivi sia negativi il tema dell'eccezione, attraverso cui è stata interpretata la storia d'Italia. Il contributo di Valeria Galimi prende in esame - dal punto di vista dello studioso dell'età contemporanea - la crisi del "canone nazionale" e l'interpretazione prevalente in parte della storiografia dell'Italia come "eccezione". Infine sono analizzati suggerimenti e proposte nel volume per un rinnovamento profondo della scrittura della storia nazionale.
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Ramelet, A. A. « Flebologia estetica : flebectomia a eccezione dell’arto inferiore ». EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei 16, no 1 (mars 2019) : 1–7. http://dx.doi.org/10.1016/s1776-0313(19)41643-2.

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Jansen-Bella, Liliana. « Biopolitica : Il caso Italiano come norma o eccezione ? » Incontri. Rivista europea di studi italiani 28, no 1 (24 juillet 2013) : 135. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.9163.

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Wołodkiewicz, Witold. « LEX RETRO NON AGIT. SFORMUŁOWANIE W POLSKIEJ DOKTRYNIE PRAWNICZEJ ». Zeszyty Prawnicze 1 (27 janvier 2017) : 103. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.06.

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Résumé :
LEX RETRO NON AGIT. UN BROCARDO NELLA GIURISPRUDENZA POLACCAII problema della irretroattività della norma giuridica è stato trattato molto spesso nella dottrina giuridica generale e in quella romanistica. La regola lex retro non agit (che nella giurisprudenza e dottrina giuridica polacca esprime il principio délia irretroattività del diritto) è il brocardo latino il più spesso usato nella giurisprudenza polacca.Considerazioni a proposito del vigore délia norma giuridica nel tempo si incontrano nelle fond del diritto romano nelle varie epoche del suo sviluppo. Il problema délla retroattività délia legge fu affrontato già dai giuristi repubblicani. Fu toccato anche dai giuristi classici. La generalizzazione del principio secondo il quale la legge non deve retroagire, si trova peraltro in diverse costituzioni imperiali del Basso Impero. Il principio délia irretroattività del diritto compare più volte nella storia giuridica postgiustinianea.Nelle visioni dello Stato di diritto, sviluppate dai filosofi del Secolo dei Lumi il principio dell’irretroattività délia legge è stato trattato come un dogma fondamentale ed assoluto.II principio d’irretroattività è molto spesso enunciato nei codici contemporanei. E un elemento fondamentale della definizione classica del delitto penale, peró la dottrina e la pratica penale e costituzionale dopo la seconda guerra mondiale hanno cominciato, almeno in certa misura, ad allontanarsi dal principio d’irretroattività nel diritto penale. Questa tendenza fu stata già notata, a proposito del processo di Norimberga, dal Berger in un articolo del 1949. Le dichiarazioni e convenzioni internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità , hanno poi introdotto diverse eccezioni al principio dell’irretroattività della legge penale. Questi atti di diritto internazionale hanno tendenzialmente influenzato i sistemi nazionali di diritto costituzionale e penale (come esempio si puô citare l’art. 42 punto 1 della Costituzione polacca del 2 aprile 1997).II brocardo lex retro non agit non fu mai esplicitamente individuato eon queste parole, né ai tempi romani, né nella storia posteriore del diritto. Questa formulazione è infatti sconosciuta ai dizionari ed alle enciclopedie giuridiche in quasi tutta Europa al di fuori della Polonia.Nella romanistica polacca, l’autore che cita il brocardo lex retro non agit fu Stanisław Wróblewski (nel suo manuale di diritto romano, pubblicato nel 1916). E probabile che l’autorità del Wróblewski (a lungo professore di diritto romano a Cracovia, ed influente membro della Commissione di Codificazione polacca, chiamato spesso il „Papiniano polacco”) abbia influenzato la divulgazione del brocardo lex retro non agit nella dottrina e nella giurisprudenza polacca e radicato per conseguenza la persuasione della derivazione romanistica del concetto d’irretroattività del diritto, letteralmente cosi individuato, nell’odierna pratica giurisprudenziale polacca.
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Massironi, Andrea. « Uno strumento per la salvezza dell’anima : la correzione del clero ‘indisciplinato’ tra ius vetus e ius novum ». Italian Review of Legal History, no 8 (22 décembre 2022) : 433–74. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19452.

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Résumé :
Nel Decretum di Graziano trovarono accoglienza alcuni testi (per la maggior parte scritti di Agostino di Ippona e di Gregorio Magno e canoni conciliari del VI e del VII secolo) che trattavano il tema della correzione del clero regolare e secolare da parte del superiore gerarchico, in special modo del vescovo e dell’abate. All’interno di una diocesi, infatti, il vescovo era chiamato in prima persona a intervenire per controllare i chierici sottoposti alla sua autorità. Lo stesso valeva per l’abate nel monastero che reggeva.Quali erano gli strumenti a loro disposizione per condurre verso l’emenda chi avesse dato segni e compiuto gesti classificabili come indisciplina? Sicuramente ammonire, esortare o addirittura minacciare erano le prime strade da percorrere. Tuttavia, per quanto fossero autorevoli tali moniti, rischiavano di rimanere ignorati in mancanza di strumenti che li rendessero efficaci. La liceità e le modalità di esercizio dell’uso della violenza fisica quale strumento di correzione e punizione – comunemente accettato a tutti i livelli della società, dato che peraltro era raccomandato anche dalle Scritture –, non emergevano tuttavia in modo perspicuo dalla lettura dei capitoli grazianei. Infatti, a fronte del riconoscimento operato da alcuni di essi, altri sembravano guardarvi con titubanza e porvi limiti, se non addirittura divieti, poiché non era conveniente che uomini di Chiesa adoperassero tali mezzi o di tali mezzi fossero i destinatari. Un capitolo, in particolare, costituiva un serio ostacolo all’impiego della forza a fini disciplinari. Si trattava di un testo più tardo (almeno nella sua formulazione definitiva), cioè il celebre can. 15 (Si quis suadente) del II Concilio lateranense del 1139, che introducendo l’intangibilità fisica delle persone consacrate – pena la scomunica – ammantava la figura del chierico di un’aura di sacralità che pareva rendere assai difficile per il superiore avvalersi dei tradizionali strumenti 'educativi'. Tuttavia, numerose decretali successive (di Alessandro III, Celestino III, Innocenzo III e Gregorio IX) implementarono la materia, prevedendo una serie di eccezioni al cd. privilegium canonis. Si sollevavano così dal rischio di incorrere nella scomunica coloro che esercitavano verso i loro sottoposti una legittima potestà, che si poteva articolare pertanto anche nell’impiego della coercizione fisica. La scienza giuridica canonistica, da parte sua, svolgeva il fondamentale compito di coordinare tra loro le diverse fonti, soprattutto interpretando i testi del Decretum grazianeo alla luce dello ius novum di emanazione pontificia, cercando di definire con chiarezza i limiti, le modalità e la portata dei poteri di correzione dei soggetti che erano quindi pienamente legittimati a intervenire verso chierici e monaci per contenere la loro immoralità, distoglierli dalla propensione al peccato e contrastarne la disobbedienza e l’indisciplina.
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Bianchi, Paola, Valeria Galimi et Paolo Grillo. « «L'Italia come storia. Primato, decadenza, eccezione» : letture a confronto ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 591–92. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173012.

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Punzi, Corrado. « Segreto come eccezione : sul confine tra diritto e non-diritto ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (août 2017) : 59–82. http://dx.doi.org/10.3280/sd2017-002003.

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Morgan, Benjamin. « Book Review : Stato di Eccezione (English translation : State of Exception) ». Law, Culture and the Humanities 1, no 2 (juin 2005) : 264–66. http://dx.doi.org/10.1191/743872105lw019xx.

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Osborne, T. « Il Piemonte come eccezione ? Riflessioni sulla 'Piedmontese exception', ed. Paola Bianchi ». English Historical Review CXXVI, no 520 (7 mars 2011) : 704–6. http://dx.doi.org/10.1093/ehr/cer071.

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Rivera, C., C. Pricopi, F. Le Pimpec Barthes et M. Riquet. « Gestione chirurgica dei tumori pleurici primitivi e secondari (a eccezione del mesotelioma) ». EMC - Tecniche Chirurgiche Torace 19, no 1 (novembre 2015) : 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1288-3336(15)70703-x.

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Criscitiello, Annarita. « ALLA RICERCA DELLA COLLEGIALITÀ Dl GOVERNO : I VERTICI Dl MAGGIORANZA DAL 1970 AL 1994 ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no 2 (août 1996) : 365–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024266.

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Résumé :
PremessaLe radici della debolezza del governo collegiale nell'Italia repubblicana sono state individuate nel modello costituzionale formale così come fu ideato dai padri fondatori. Ma anche nel fatto che i governi italiani, tranne qualche eccezione, sono sempre stati governi di coalizione, una condizione che necessariamente rende il processo decisionale collegiale molto più complicato e controverso (Pappalardo 1978; Bogdanor 1983; Pridham 1986; Budge e Keman 1990; Laver e Schofield 1990).
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Cirillo, Giovanni. « Sciopero e "circostanze eccezionali" nel caso di cancellazione del volo ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 36 (août 2022) : 177–89. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036009.

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Grimaldi, Renata, et Giancarlo Passante. « La geometria asintotica delle foglie « eccezionali » delle foliazioni di Anosov ». Annali di Matematica Pura ed Applicata 152, no 1 (décembre 1988) : 345–58. http://dx.doi.org/10.1007/bf01766156.

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Champigneulle, B., et N. Bourdaud. « Anestesia in chirurgia urologica nel bambino (a eccezione della chirurgia oncologica renale e pararenale) ». EMC - Anestesia-Rianimazione 18, no 1 (février 2013) : 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0771(12)63944-9.

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Di Virgilio, Aldo. « Elezioni comunali 2003 : ancoraggio locale del voto e dinamiche interne alle coalizioni ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 51, no 1 (30 juin 2004) : 145–51. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12738.

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Résumé :
Le elezioni comunali del 2003 si sono svolte quasi tutte il 25-26 maggio (hanno fatto eccezione 7 comuni friulani compreso Udine, due comuni della provincia di Bolzano, un piccolo comune valdostano e poi ancora Viareggio e Rosarno che hanno votato in giugno) e hanno chiamato alle urne più di 4 milioni di elettori, per il rinnovo di 499 amministrazioni. Fra queste vi erano 10 comuni capoluogo di provincia (Brescia, Sondrio, Udine, Treviso, Vicenza, Massa, Pisa, Pescara, Messina, Ragusa) e 86 comuni con oltre 15.000 abitanti, concentrati in prevalenza nel Sud e in Sicilia.
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Campione, Anna. « LE ELEZIONI NELLA CECOSLOVACCHIA DEMOCRATICA (1990-1992) ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 2 (août 1993) : 315–47. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022267.

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Résumé :
IntroduzioneNei decenni precedenti l'instaurazione dei regimi comunisti nessuno dei sistemi politici dell'Europa centro-orientale, ad eccezione della Cecoslovacchia e della Germania, aveva sviluppato strutture partitiche relativamente forti, specie se confrontate con i sistemi democratici dell'Europa occidentale. Dopo la breve parentesi post-bellica di competizione «pluralistica» gli organi rappresentativi e le elezioni stesse erano stati trasformati in strumenti funzionali al dominio del partito unico. Benché il parlamento costituisse secondo le costituzioni di quei paesi l'organo più autorevole dello stato, le stesse avevano finito per recepire il principio (stabilito dalla costituzione sovietica del 1977) del partito comunista come «forza guida della società» (Ulc 1982)
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Lendaro, Annalisa. « Proteste ed emancipazione alla frontiera europea. Il caso di Lampedusa ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 24, no 48 (décembre 2016) : 93–103. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004807.

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Résumé :
Riassunto Questo articolo si propone di approfondire a livello teorico i legami tra proteste ed emancipazione dei migranti senza status legale, che si trovano in situazione di detenzione amministrativa sull’isola italiana di Lampedusa. Il presente contributo mette in evidenza il fatto che l’agency dei migranti, seppur privi di libertà e di uno status legale, è determinante per sbloccare una situazione di crisi in un contesto simile allo stato di eccezione descritto da Agamben. Più precisamente, la protesta dei migranti di Lampedusa mostra in che modo la sospensione dello stato di diritto apra degli spiragli per, non solo denunciare l’ingiustizia di alcune norme, ma anche per agire.
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Milandri, Flavio. « Iperluoghi di una biografia generazionale ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (septembre 2011) : 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003007.

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Una nuova generazione di ragazzi affascinante, definita da caratteri molto contraddittori tra loro. Accanto all'inquietudine e all'incertezza c'č il recupero della voglia di protagonismo, di "fare politica". Poliedrici, agili e prudenti, si muovono in un ambiente che ha tolto loro la speranza evidenziando una forte capacitŕ d'adattamento. Ecco spuntare: le nuove vie si scorgono in altri luoghi e in forme alternative di produzione e meno in piazza. Ogni demografia del resto ha i suoi luoghi di incontro e glicontemporanei non fanno eccezione. New media, social network ed Internet descrivono uno degli spazi di protagonismo della gioventů contemporanea. Per la prima volta tra gli adolescenti il Web batte infatti il piccolo schermo:.
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Montalbano, Pierluigi, et Silvia Nenci. « Le economie emergenti sono un rischio per la competitivitŕ italiana ? » QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (décembre 2011) : 53–76. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004002.

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Le economie emergenti sono un rischio per la competitivitŕ italiana? Il lavoro affronta il tema della competitivitŕ dell'Italia in relazione al dinamismo e alle performance commerciali delle nuove economie "emergenti" del Sud del mondo: Cina, India, Brasile e Sudafrica (Cibs). Dopo una prima disamina dei modelli di commercio, dei principali competitor e delle specializzazioni relative dei Paesi considerati, l'analisi č estesa all'insieme delle complementarietŕ e delle specializzazioni commerciali del sistema globale degli scambi, attraverso una Cluster Analysis. I risultati empirici conducono a conclusioni parzialmente meno pessimistiche circa la presunta minaccia per il nostro Paese derivante dall'evoluzione della specializzazione commerciale delle economie emergenti, con la rilevante eccezione della Cina.
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Centi, Beatrice. « Quando l'‘eccezione' deve essere la regola. A proposito della nozione di dovere largo in Kan ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 72 (février 2022) : 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/las2021-072004.

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Bebbington, Paul. « Epidemiology and social psychiatry : a personal view ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 2 (août 1994) : 99–105. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003547.

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RiassuntoObiettivo - Esporre le considerazioni dell'autore sul ruolo dell'epidemiologia e illustrare tale ruolo in riferimento ai disturbi affettivi. Metodo - Rassegna di una ricerca condotta in due aree; influenza del sesso e dell'età sul tasso dei disturbi affettivi. Risultati - L'utilizzo di categorie sociodemografiche per definire i gruppi ad alto rischio suggerisce che i disturbi affettivi possono essere strettamente correlati alia soddisfazione di ruolo e che l'età può avere un effetto patoplastico sulla forma del disturbo che sovrasta tutti gli altri aspetti, ad eccezione delle influenze sociali piu forti. Conclusioni. - L'epidemiologia è uno strumento essenziale per lo psichiatra sociale, ma il suo aspetto più incisivo è quello di chiarire la natura delle domande da fare e di suggerire nuove linee di ricerca.
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Linderski, Jerzy. « Natale Rampazzo : Quasi praetor non fuerit. Studi sulle elezioni magistratuali in Roma repubblicana tra regola ed eccezione. » Gnomon 83, no 6 (2011) : 512–15. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2011_6_512.

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Dolce, Alessandra. « Alba de Céspedes nell’immaginario di Ernesto Giménez Caballero ». Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 juillet 2021) : 291–306. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72237.

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L’ interesse della critica letteraria in Spagna nei riguardi della scrittrice italiana di origini cubane Alba de Céspedes non è mai stato molto caloroso sia all’epoca dei suoi esordi che nei decenni successivi, nonostante la popolarità raggiunta da alcuni suoi romanzi nella penisola Iberica. L’unica importante eccezione sembra essere costituita dal professor Ernesto Giménez Caballero, collaboratore culturale e ideologo di Francisco Franco, che concepì nei confronti della scrittrice italiana un’ ammirazione, che ha oltrepassato la dimensione letteraria, Lo scopo di questo studio è focalizzare la natura e la qualità di quest’ammirazione, espressa nelle parole di Caballero nell’articolo «Alba Cubana» pubblicato nel 1942 e nel 1954 e i rapporti tra i due scrittori nella loro corrispondenza inedita, attualmente conservata presso la Biblioteca Nazionale di Madrid e qui riprodotta in trascrizione.
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Santioni, Raffaele. « I gruppi di imprese in italia : un'analisi tra macro-aree 1998-2006 ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 1 (mai 2012) : 87–120. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-001004.

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Il presente lavoro intende fornire una ricostruzione dell'assetto di controllo dei gruppi di imprese di grandi dimensioni presenti in Italia, tramite l'utilizzo di microdati contenuti nella Centrale dei bilanci. L'analisi dei legami esistenti nelle diverse macro-aree tra assetto di controllo e struttura produttiva ha evidenziato come, tra il 1998 e il 2006, i gruppi del Centro-Nord operativi nei diversi settori di attivitŕ, a eccezione del terziario, abbiano intensificato il controllo delle imprese del Sud. Il controllo delle imprese al Sud da parte dei gruppi esteri ha invece manifestato un declino generalizzato in tutti i settori di attivitŕ economica. Infine, considerando il ruolo ricoperto dai grandi gruppi del capitalismo italiano, si č evidenziato come questi abbiano mantenuto un interesse attivo nel Mezzogiorno sostenendo la crescita dimensionale delle imprese controllate nell'area.
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Basso, Matteo. « Sulla dimensione "eccezionale" dei grandi eventi. Governare «routines eccezionali» a Londra e a Milano ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 119 (mai 2017) : 97–118. http://dx.doi.org/10.3280/asur2017-119007.

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