Littérature scientifique sur le sujet « Doppio utile »

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Articles de revues sur le sujet "Doppio utile"

1

Bastianelli, Laura, Alessandro Bianchi, Francesco Bottaccioli, Raffaella Cardone, Ines Romy Cutrona, Gianangelo Palo, Fabio Sinibaldi, Emanuela Stoppele, Giulia Tossici et Laura Vaccaro. « Un nuovo paradigma per le scienze e le professioni psicologiche e psichiatriche ». PNEI REVIEW, no 1 (avril 2021) : 12–69. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-001002.

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Résumé :
Proposte della Commissione nazionale Discipline Mentali della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia (Dis.Men Sipnei) per il rinnovamento delle scienze e delle pratiche psicologiche e psichiatriche. A più di 80 anni dalla morte di Freud, registriamo due fenomeni simultanei: da un lato il profondo ridimensionamento dell'influenza della psichiatria biologica e dall'altro lato la dissoluzione dell'ortodossia in psicologia. Questa doppia crisi ha innescato alcuni cambiamenti rilevanti: ha favorito la convergenza e la contaminazione tra le diverse tradizioni psicologiche e ha fatto crescere la reputazione del professionista "psi" e del lavoro psicologico quale intervento efficace sulla salute umana. Un fenomeno indubbiamente positivo che, tuttavia, presenta un profilo, a giudizio degli autori, negativo: la tendenza ad affidarsi all'empirismo e all'eclettismo clinico, accantonando la riflessione e il dibattito sui nodi della teoria e della prassi psicologica. Per questo gli autori ritengono opportuno e utile avanzare una riflessione di fondo su cui incardinare proposte operative.
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2

Bini, Emanuela. « Accogliere famiglie con bambini disabili in contesti migratori. Scenari inclusivi a Bologna ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no 52 (avril 2018) : 209–22. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005212.

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Résumé :
Riassunto Il numero crescente di famiglie migranti con minori disabili invita a riflettere sul tema dell’accoglienza e delle politiche sociali. Come evidenziato dalla ricerca “Alunni con disabilità, figli di migranti” condotta a Bologna, risulta necessario che i servizi alla persona e le istituzioni scolastiche - Enti che collaborano nella presa in carico del minore disabile - rinnovino le pratiche di accoglienza e di accompagnamento delle famiglie e dei minori disabili per rispondere in maniera adeguata ai bisogni emergenti. Considerato il numero esiguo di studi sul tema e la mancanza di linee guida ministeriali per definire interventi incentrati sulla “doppia diversità”, le criticità e le buone prassi individuate dalla ricerca assumono un valore paradigmatico e forniscono utili indicazioni estendibili anche ad altri contesti.
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Pansini, A., P. Conti, F. Lo Re, R. Conti, S. Mangiafico, S. Carnesecchi, P. Bono, F. Cioffi, P. Gallina et J. Buric. « Cisti aracnoidee spinali ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 1 (février 1996) : 59–77. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900107.

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Résumé :
Le cisti aracnoidee spinali costituiscono una causa rara di compressione midollare. Viene discussa la classificazione di questa entità patologica e presentate quattro osservazioni: una cisti intradurale dorsale, una in corrispondenza del tratto lombare, sempre intradurale, una extradurale con doppia localizzazione a livello del tratto dorsale ed una quarta intradurale in corrispondenza del foro di co-niugazione di C6. Dopo aver discusso l'eziopatogenesi delle cisti aracnoidee secondo i diversi autori, viene analizzato il meccanismo di crescita di queste cisti e le lesioni vertebrali associate. La presenza di concomitanti dismorfie vertebrali, il riscontro di una piccola massa lipomatosa in prossimità del polo inferiore della cisti, e l'osservazione della stessa lesione in consanguinei, fanno ritenere estremamente probabile l'eziopatogenesi disembriogenetica. Dopo aver descritto gli aspetti clinici e le diverse indagini neuroradiologiche utili per lo studio delle cisti aracnoidee, vengono riportati i principi di tecnica chirurgica ed i risultati ottenuti.
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4

Ruggiero, G., J. P. Jolivet et R. Ricci. « Rapporto tra evoluzione clinica e modificazioni anatomiche nella lombalgia d'origine discale, dopo trattamento chiropratico ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 3 (août 1992) : 357–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500308.

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Résumé :
Lo scopo del lavoro è la valutazione, mediante tomografia computerizzata, delle modificazioni anatomiche e dell'evoluzione clinica delle discopatie, prima e dopo trattamento chiropratico. Dopo un'analisi critica della letteratura, gli autori presentano 13 casi esaminati con tecnica rigorosa. Il trattamento chiropratico si è rivelato sempre utile e molto spesso ha condotto alia guarigione. L'evoluzione clinica favorevole può verificarsi in presenza di modificazioni dell'aspetto del disco anche quando questo non appare retratto, rimettendo in discussione la necessità dell'asportazione chirurgica.
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5

Vidiri, A., M. Crecco, R. Floris, R. Mastrostefano, M. Mattioli et S. Squillaci. « Angiomi venosi o «anomalie di sviluppo venoso» ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 1 (février 1996) : 37–46. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900104.

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Résumé :
Sono stati studiati con RM 29 pazienti con anomalie di drenaggio venoso in condizio-ni basali e dopo Gadolinio-DTPA; 24 sono stati sottoposti anche ad angio-RM. Nella valutazione dei risultati è stato assegnato un punteggio: 0 quando l'anomalia non era evidenziata; 1 per la rappresentazione del solo collettore; 2 per la dimostrazione del collettore e delle vene midollari; 3 per la dimostrazione del collettore, delle vene midollari e del tipo di drenaggio. È stata inoltre considerata la presenza di eventuali angiomi cavernosi associati e l'eventuale correlazione con la sintomatologia. Le sequenze SE Tl pesate dopo Gadolinio-DTPA in doppia dose sono risultate quelle con maggiore accuratezza diagnostica (score 77) sia rispetto alle sequenze basali (T1 score 12, T2 score 31) sia nei 24 pazienti sottoposti anche ad angio-RM (SE T1 dopo Gadolinio score 66, angio-RM score 61). L'angio-RM è risultata utile nell' evidenziare il tipo di drenaggio. In 5 casi l'anomalia di sviluppo venoso era associata ad un angioma cavernoso, in 4 casi le due malformazioni erano in stretto rapporto; solo in due casi però l'angioma cavernoso presentava il tipico aspetto a «pop-corn». In un solo paziente l'anomalia venosa si è presentata come evento emorragico, mentre in un altro caso era in stretto rapporto con un'area di basso segnale in T1 e T2, esito di una pregressa emorragia. Nel 34% i pazienti hanno presentato epilessia senza però una costante correlazione tra sede dell'ano-malia venosa e sede dell'anomalia elettroencefalografica.
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Brancaccio, Matilde. « Csm e organizzazione degli uffici di procura dopo le modifiche ordinamentali del 2006 ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (décembre 2011) : 165–86. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005012.

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Résumé :
La modifica del 2006 dell'ordinamento giudiziario č figlia di un'epoca tormentata di rapporti tra la politica e la magistratura, in particolare quella requirente, e frutto della volontŕ di impedire la (ritenuta) eccessiva autonomia del singolo pubblico ministero, faticosamente acquisita a seguito di un percorso pluridecennale, e di accentrare nel solo procuratore della Repubblica la responsabilitŕ dell'operato dell'ufficio. A molti č parso inoltre evidente l'intento di avviare un percorso verso una caduta di indipendenza "esterna" del pubblico ministero, con l'abbandono del circuito che aveva garantito (in modo ritenuto eccessivo) l'indipendenza "interna" del singolo sostituto. Anche per questo č utile l'analisi delle interpretazioni del Csm e della normativa secondaria da esso emanata.
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Cattorini, P., E. Bertoli, F. Buzzi, R. Gornati, A. Lazzarin, D. Morelli, A. G. Spagnolo et M. Zanchetti. « Indagine sul grado di conoscenza e di valutazione della normativa italiana in materia di prevenzione dell'AIDS ». Medicina e Morale 43, no 2 (30 avril 1994) : 273–317. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1021.

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Résumé :
L'articolo illustra i risultati derivanti dalla somministrazione di 451 questionari a pazienti affetti da Human Immunodeficiency Virus (HIV) ricoverati in reparti di malattie infettive appositamente attrezzati per la cura dell'AIDS o afferenti ai relativi ambulatori o day-hospital. In particolare, l'indagine ha inteso verificare tra le persone intervistate l'effettiva conoscenza, comprensione, valutazione ed applicazione degli articoli 5 e 6 della legge italiana n°135 del 1990 su "Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS". Tali articoli, infatti, riguardano le normative sull'accertamento dell'infezione (art. 5) e il divieto per i datori di lavoro di svolgere indagini volte ad accertare la sieropositività dei propri dipendenti (art.6). L'indagine è stata condotta in tre ospedali: Centro S. Luigi dell'Istituto Scientifico Ospedale S. Raffaele di Milano (150 questionari), Policlinico S. Matteo di Pavia (150 questionari) e Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma (150 questionari). Il questionario è stato strutturato sulla base di doppie domande: una su ciò che il paziente personalmente pensa riguardo ai suoi "diritti", l'altra su ciò che il paziente pensa che la legge preveda. In generale sembra emergere che i soggetti intervistati sono coscienti di essere persone "infette", però in una comunità che tende a discriminarli. Non sembrano attendersi, inoltre, una piena tutela da parte dello Stato anche se rimangono propensi a collaborare perché la situazione cambi e sono, comunque, disposti ad accettare interventi normativi su se stessi a condizione della non discriminazione e che il loro sacrificio risulti veramente utile per la prevenzione della diffusione del contagio. Risalta, infine, l'esigenza di mantenere riservato lo stato di malattia nel luogo di lavoro.
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Thèses sur le sujet "Doppio utile"

1

Colonnelli, De Gasperis Mattia. « Le azioni correlate.Tracking Stocks ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3667.

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Résumé :
2008/2009
Il lavoro ha ad oggetto l’istituto giuridico delle azioni correlate o di settore (già noto e diffuso in ordinamenti stranieri con il nome tracking stocks e tracking shares), introdotto nell’ordinamento giuridico italiano dalla recente riforma di diritto societario al fine di rendere le forme di finanziamento della società per azioni più efficienti, flessibili e maggiormente adatte alle esigenze degli investitori e dei mercati di capitali. Tale strumento di partecipazione azionaria offre l’opportunità di un investimento remunerato secondo la produttività di uno specifico settore dell’attività esercitata dalla società emittente. Ai sensi del novellato art. 2350, comma 2, c.c., le azioni correlate sono, infatti, “azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell’attività sociale in un determinato settore”. Lo studio si apre con l’analisi delle ragioni economico-finanziarie sottostanti l’emissione di tracking stocks, soffermandosi sul diversification discount, la corporate governance, l’asimmetria informativa, le operazioni straordinarie di ristrutturazione aziendale, i particolari equilibri nell’ambito di compagini complesse, l’incentivazione ai managers, la predisposizione di poison pills in caso di scalate ostili. Il precedente storico dell’istituto risale al 1984 quando General Motors al fine di acquisire Electronic Data System attribuì agli azionisti di quest’ultima azioni correlate al core business della medesima società acquisita. La prima operazione europea di ammissione alla quotazione di azioni correlate è avvenuta in Francia nel 2000, anno in cui Alcatel S.A. collocava sul premier marchè azioni correlate all’attività della società controllata Alcatel Optronics. In Italia, le tre società chiuse AIMAG S.p.A. (2006), ATAF S.p.A. (2005) e Friulia S.p.A. (2005) e l’investment company quotata Cape Live S.p.A. (2007) hanno emesso azioni correlate. Vengono approfonditi, tra l’altro, l’ambito di applicabilità dell’istituto, con particolare riguardo alla definizione di settore, alle divisional tracking stocks ed alle subsidiary tracking stocks, e la correlazione dei diritti patrimoniali ai risultati di un settore specifico di attività sociale esercitata dall’emittente (correlazione in senso forte, o close tracking, e correlazione in senso debole, o loose tracking), quale elemento minimo e caratterizzante tale categoria azionaria. Si conclude che sul piano strutturale e funzionale il risultato del settore rappresenta il parametro quantitativo, il criterio, relativo o assoluto, fisso o variabile, per il calcolo della parte di risultato di esercizio di spettanza delle azioni correlate. Sono analizzati, poi, i diritti patrimoniali tipici delle azioni correlate, quali il diritto agli utili, la partecipazione alle perdite ed il diritto alla quota di liquidazione, e i diritti amministrativi, quali il diritto di voto in assemblea generale ed in assemblea speciale, anche nel contesto dell’autonomia statutaria. Il lavoro prosegue con la trattazione del tema dell’accertamento del risultato di settore e delle modalità di rendicontazione da inserirsi all’interno dello statuto. Si argomenta che il risultato di settore non può considerarsi concetto giuridico e/o contabile predefinito e non rappresenta il contenuto del diritto patrimoniale dell’azionista, ma solo un parametro di commisurazione dello stesso, in funzione del criterio di correlazione prescelto. Viene trattato, inoltre, il diritto di conversione delle azioni correlate in azioni ordinarie come meccanismo di exit, funzionale a disciplinare la sorte delle azioni correlate al verificarsi di predeterminati eventi o condizioni. Si esaminano le clausole di conversione ricorrenti nella prassi internazionale, di cui si verifica la compatibilità con l'ordinamento italiano. Infine, vengono identificate le nuove criticità di corporate governance cui le azioni correlate danno luogo, come ad esempio le nuove conflittualità orizzontali tra i soci relative all’allocazione di risorse, delle opportunità d’affari (corporate opportunities), delle spese e dei costi comuni. In tale contesto si forniscono alcuni standards di condotta che gli amministratori di società multi settoriali devono seguire, onde evitare di incorrere in responsabilità verso la società, i soci o i creditori sociali. In tale contesto, si parte dalla constatazione di carattere economico per cui l’impresa multi settoriale è accostabile al fenomeno del gruppo di società ovvero dell’imprenditore-persona fisica o comunque soggetto che abbia rilevanti interessi economici in altre imprese, individuali o collettive. E’ interesse comune a tutti gli azionisti sia che la società mantenga un sano equilibrio economico e finanziario sia che la società venga gestita, nel suo complesso, in modo efficiente. Nel caso in cui la società è insolvente perdono tutti i soci. Una gestione economicamente efficiente conduce alla massimizzazione del valore aggregato delle azioni, cui corrisponde la massimizzazione del valore di ciascuna categoria di azioni, cuore della teoria del c.d. shareholder value. In tale prospettiva l'attenzione si sposta necessariamente sulle modalità gestionali. Infatti, tale interesse comune può essere perseguito esclusivamente attraverso una continua e costante azione perequativa da parte degli amministratori volta ad armonizzare ed ottimizzare il funzionamento particolare di ciascun settore con quello degli altri.
XXII Ciclo
1975
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Livres sur le sujet "Doppio utile"

1

Pacilli, Matteo. L’abuso dell’appello. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg277.

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Résumé :
Questa riflessione sistematica sull’abuso dell’appello muove dalla constatazione della difficoltà di assicurare la tutela giurisdizionale nel doppio grado: il principio costituzionale di ragionevole durata del processo si riflette nel concetto di abuso, vale a dire nella richiesta di protezione giuridica di posizioni che non ne sono meritevoli. Le recenti e non terminate tensioni legislative, che hanno visto l’introduzione nel 2012 del c.d. filtro in appello, esprimono la fatica nel trovare un giusto equilibrio fra il diritto di difesa e la necessità di sfoltire rapidamente le impugnazioni abusive. Tradizionalmente, l’interesse ad impugnare è stato identificato con la semplice soccombenza. L’autore propone, invece, di integrare tale presupposto dell’azione impugnativa con la sussistenza di una ragionevole attesa di ottenere un risultato utile. Se questo ulteriore elemento manca, l’appello risulta carente di interesse e quindi abusivo, il che giustifica l’adozione, da parte del legislatore, di misure (quelle attuali o altre diverse e future) idonee a permettere la reiezione dell’impugnazione in via immediata. Il punto non è solo italiano e l’autore lo dimostra analizzando le soluzioni di altri sistemi, da quello dell’Unione europea a quello tedesco, talora impropriamente assunto a modello della riforma del 2012. Le tesi svolte nel volume si distaccano, in una certa misura, dalla posizione della dottrina prevalente che ha ampiamente criticato l’introduzione del filtro in appello, proponendo invece una lettura che, almeno in parte, recupera in positivo l’iniziativa del legislatore
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