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Zita, Gianmaria, et Giovanni Migliarese. « La doppia diagnosi ADHD e SUD ». MISSION, no 53 (mai 2020) : 10–16. http://dx.doi.org/10.3280/mis53-2020oa9196.

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Résumé :
Frequentemente nei pazienti affetti da Disturbo da Uso di Sostanze (SUD) vengono riscontrate comorbidità psichiatriche, tra queste il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) appare tra le comorbidità meno diagnosticate benché più frequenti in letteratura. Diverse ricerche evidenziano che circa un terzo dei pz con ADHD presentano anche una condizione di Addiction.Nell'affrontare i soggetti affetti da questa comorbidità è importante sottolineare la rilevanza dell'assessment clinico al fine di individuare sintomi che frequentemente si sovrappongono e che rendono più complesso il trattamento. Una valutazione accurata deve inoltre tenere presente l'influenza che alcune sostanze d'abuso può esercitare sulle funzioni cognitive che a loro volta influenza il decorso dell'ADHD con frequente riduzione della compliance terapeutica e ripercussione sugli esiti finali.Il trattamento di questo tipo di comorbidità, che richiede una pluralità di interventi, tra cui anche interventi psicologici e socio-educativi, deve porre particolare attenzione alle terapie farmacologiche erogate e ai rischi connessi al loro misuso.Per la riuscita di qualunque trattamento si deve comunque prevedere l'impostazione di un setting altamente integrato nel quale gli interventi specifici vengano erogati contemporaneamente.
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Carbone, Vincenzo, Fabio Fenini, Sergio Agosti, Laura Casalino et Giovanni Battista Zito. « Interpretazione dell’ECG : un momento fondamentale nella gestione clinica del paziente cardiologico ». Cardiologia Ambulatoriale, no 2 (30 septembre 2020) : 148–57. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-6.

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Résumé :
Il caso clinico proposto si riferisce a un paziente che presenta diverse manifestazioni elettrocardiografiche riferibili a doppia via nodale. Tale reperto, di riscontro non raro, deve essere opportunamente riconosciuto in quanto potrebbe condurre all’erronea diagnosi di blocco atrio-ventricolare, con conseguenti ripercussioni terapeutiche. Parole chiave: Tachicardia da rientro nodale; Blocco atrio-ventricolare; Elettrocardiogramma; Doppia via nodale.
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Andreula, C. F. « Il mezzo di contrasto per via venosa nello studio TC dell'encefalo ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 2 (août 1988) : 169–80. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100208.

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Résumé :
L'uso del mezzo di contrasto per via venosa nella TC dell'encefalo svolge un ruolo chiave nell'incremento di sensibilità della metodica, ma vieppiù immette altri dati nel raggiungimento di una diagnosi di specificità. L'autore riporta e discute le concentrazioni, le dosi riguardanti il mezzo di contrasto, sottolineando la necessità di uso di mezzi di contrasto a bassa osmolarità per la minore incidenza di effetti indesiderati, con predilezione per i non ionici. Le tecniche di somministrazione più utilizzate sono la bifasica la metodica del bolo rapido e le tecniche speciali con doppia dose di contrasto e scansioni ritardate. I reperti TC sono stati distinti utilizzando come parametro di valutazione la barriera ematoencefalica, importante struttura anatomo funzionale, la cui integrità, assenza, danneggiamento o malfunzionamento determinano rilievi tomodensitometrici di contrast-enhancement (CE) importanti per una diagnosi di specificità. L'autore inoltre sottolinea l'importanza della valutazione della dinamica del CE e delle curve densità/tempo, utilizzando la tecnica speciale di doppia dose e scansioni ritardate, discutendone i rapporti con le sequenze di impulsi in Risonanza Magnetica.
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Guglielmi, G., G. M. Giannatempo, M. G. Bonetti, T. Scarabino et M. Cammisa. « Prospettive della densitometria ossea : Indicazioni, limiti e sviluppi futuri delle diverse metodiche ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 3_suppl (octobre 1994) : 13–24. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s304.

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Résumé :
L'osteoporosi, una delle malattie sociali più rilevanti e costose, si manifesta prevalentemente nella seconda metà della vita ed è caratterizzata dalla presenza di fratture atraumatiche. Pertanto una diagnosi di osteoporosi il più precoce possibile è molto importante in termini di profilassi e di trattamento. Negli anni passati c'è stato un considerevole progresso nello sviluppo e nell'applicazione clinica dei metodi non invasivi per misurare la massa ossea (densitometria ossea). Questo articolo rivisita le metodiche densitometriche tradizionali: densitometria a singolo raggio fotonico (SPA), densitometria a doppio raggio fotonico (DPA), densitometria a raggi x a doppia energia (DXA), tomografia computerizzata quantitativa (QCT) e le più moderne tecniche come gli Ultrasuoni (QUS) e la risonanza magnetica (QMR). Il crescente interesse per la densitometria ossea porterà certamente ulteriori miglioramenti tecnologici e renderà più semplice la comprensione della complessa biomeccanica del tessuto osseo, per predire, in ultima analisi, più accuratamente il rischio di fratture.
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Boso, Marianna, Giorgio Tiraboschi, Alessia Mori, Francesca De Cagna, Cinzia Priora, Giuseppe De Paoli, Michele Brait, Armando Gozzini, Francesco Reitano et gruppo Doppia Diagnosi Ser.D. ASST Pavia. « Protocollo per la presa in carico di pazienti a doppia diagnosi ». MISSION, no 51 (avril 2019) : 23–28. http://dx.doi.org/10.3280/mis51-2018oa7792.

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Elisei, Sandro, Massimiliano Piselli, Michela Quadrini et Norma Verdolini. « Doppia diagnosi e profili di gravità : un’indagine nella Casa Circondariale di Perugia ». Quaderni Italiani di Psichiatria 31, no 3 (septembre 2012) : 84–91. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2012.06.002.

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Paolella, Francesco. « Un esperimento di profilassi sociale. La colonia-scuola "Antonio Marro" di Reggio Emilia ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (novembre 2010) : 23–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003003.

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Résumé :
Il saggio riprende la storia delle origini e della affermazione della colonia-scuola "Antonio Marro", nata nel 1921 nell'ambito dell'ospedale psichiatrico "San Lazzaro" di Reggio Emilia. La colonia ricoverava bambini che presentavano anormalitŕ del carattere e della intelligenza; l'ammissione era strettamente vincolata al criterio dell'emendabilitŕ. Ogni alunno ammesso veniva esaminato perché si formulasse una doppia diagnosi, neuro-psichiatrica e pedagogica. Il fine principale della istituzione era quello di permettere a deficienti ed anormali di acquisire capacitŕ spendibili nel mondo del lavoro (solo mestieri manuali).
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Villani, Maria Rosaria, Marco Pascucci, Giovanni Barone, Matteo Giordano et Angelo De Giorgi. « Confronto clinico e psicodiagnostico tra pazienti affetti da disturbo da uso di oppiacei, affetti da disturbo bipolare e pazienti affetti da entrambe le patologie, in trattamento ». MISSION, no 55 (juillet 2021) : 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/mis55-2020oa10735.

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Résumé :
Introduzione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Comorbilità o Doppia Diagnosi come la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico (OMS, 1995). Per quanto piuttosto criticata tale definizione consente di individuare una popolazione di pazienti le cui caratteristiche psicopatologiche appaiono peculiari e molto spesso di difficile ed non univoca interpretazione diagnostica; da tali difficoltà discendono frequentemente diatribe ideologico culturali e reali difficoltà di intervento terapeutico che mantengono queste persone in una condizione di equilibrio precario con elevati costi in termini sanitari e di mancata produttività lavorativa. In letteratura sono presenti numerosi lavori che cercano di coniugare ipotesi etiopatogenetiche di area psichiatrica con vie neurotrasmettitoriali più tipicamente associate al mondo delle dipendenze patologiche, delineando una specifica cultura psicopatologica che cerchi di dare risposte a quesiti diagnostici di difficile soluzione. Tra i vari modelli che cercano di chiarire le associazioni etiopatogenetiche comuni a dipendenze ed altri disturbi mentali quello che forse appare più completo è l'ipotesi della "disregolazione omeostatica edonica" (la disedonia), correlato fenomenologico delle dipendenze e della malattia mentale che allo stesso momento spiegherebbe la maggiore frequenza di dipendenza nei soggetti con spettro bipolare (inteso anche come tratto temperamentale) come anche del discontrollo degli impulsi o dell'incapacità a prevedere le conseguenze dei propri agiti. In questo solco si inserisce il nostro studio con l'intento di fornire un contributo alla creazione di un linguaggio neurocomportamentale specifico per il mondo delle dipendenze.   Scopo e Metodi End point primario del nostro studio è quello di identificare attraverso la frequenza nel SCL-90R, di specifiche dimensioni sintomatologiche attribuibili a specifiche popolazioni di pazienti. In seconda istanza abbiamo indagato l'eventuale esistenza di caratteristiche psicopatologiche comuni tra pazienti con patologia di spettro bipolare e dipendenza; in ultimo abbiamo valutato l'impatto della doppia diagnosi sul funzionamento globale dell'individuo. Abbiamo arruolato tre coorti di pazienti: soggetti eroinomani senza altra psicopatologia, eroinomani con disturbo bipolare, soggetti affetti da disturbo bipolare senza dipendenza, tutti provenienti dai Ser.D e DSM della provincia di (…...) La diagnosi è stata formulata attraverso il criterio dell'osservazione clinica, supportata da strumenti psicodiagnostici (MMPI-1, SCID 2) ed esami laboratoristici (esami tossicologici urinari). Le dimensioni sintomatologiche prevalenti sono state indagate con la SCL 90R.   Risultati Non sono emersi dati significativi relativi ad una specifica dimensione psicopatologica per i soggetti affetti da Disturbo da uso di sostanze. Tra le sottoscale del SCL-90, l'ANX è la dimensione comune rilevata tra eroinomani bipolari (doppia diagnosi) e bipolari. Nel confronto tra i tre gruppi (eroinomani senza comorbilità, eroinomani bipolari, bipolari) valutati globalmente, il gruppo meno disfunzionale è risultato quello degli eroinomani. La ridotta estensione dei campioni esaminati non ci permette di pervenire a risultati definitivi richiedendo ulteriori studi in tal senso.
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Tagliabue, Semira, Michela Zambelli, Francesca Farina et Costantino Cimino. « Valutare la valutazione in una comunità terapeutica con modulo doppia diagnosi : un percorso di valutazione partecipata ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2020) : 95–113. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-001007.

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Andreula, C. F., et A. Carella. « Lesioni cerebrali focali in corso di AIDS Studio della dinamica dell'accentuazione di contrasto per la diagnosi di lesione elementare ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1 (février 1989) : 33–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200104.

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Résumé :
Nei pazienti affetti da Sindrome di Immunodeficienza Acquisita (AIDS) la cornparsa di sintomatologia neurologica è riportata nell'ordine di circa il 30%. Gli studi autoptici rilevano, altresì, un'incidenza del 75–80% di coinvolgimento del sistema nervoso centrale. In tal senso per poter ridurre tale discrepanza di dati, è stata adottata la tecnica di tomografia computerizzata con doppia dose di contrasto ed esecuzione di scansioni ritardate. Tale tecnica consente il rilievo di lesioni non svelate da uno studio tradizionale standard, anche in uno studio preclinico di sintomatologia focale neurologica e permette, inoltre, una valutazione in senso maturativo delle lesioni flogistiche e/o infettive. Inoltre nello studio longitudinale è possibile valutare l'efficacia della terapia adottata e l'eventuale comparsa di recidive. Il nostro studio si basa su una casistica di 83 pazienti portatori di AIDS con sintomatologia neurologica e neuropsicologica. Nel 14.45% dei pazienti sono state rilevate lesioni focali con la tecnica speciale, in numero maggiore meglio definite e con maggiore accuratezza di stadiazione maturativa.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani et A. Carella. « Attività di placca e dose ottimale di Gd-DTPA in RM per la diagnosi di sclerosi multipla ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 6 (décembre 1994) : 859–73. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700602.

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Résumé :
L'introduzione del mezzo di contrasto in risonanza magnetica nello studio della Sclerosi Multipla (SM) ha accresciuto la sensibilità e la specificità della tecnica, individuando l'attività infiammatoria di quelle placche che evidenziano assunzione di contrasto paramagnetico (Gadopentato Dimeglumina, Gd-DTPA), con il relativo accorciamento dei tempi di rilassamento e l'aumento del segnale in T1. Tale caratteristica propone la possibilità di una verifica della disseminazione nel tempo delle lesioni, disseminazione che, combinata con la disseminazione spaziale (individuata già dall'esame di base anche in virtù della multiplanarietà) permette fin dal primo esame di definire la diagnosi di SM. L'aumento della intensità di segnale di una lesione avviene in proporzione all'incremento della dose di mdc paramagnetico utilizzata, fino a 0,3 mmol/Kg di peso corporeo. Scopo del nostro lavoro è individuare la dose ottimale di mdc paramagnetico in RM nel sospetto diagnostico di SM, per eliminare il sospetto di falsi negativi ingenerato nella pratica quotidiana a fronte di un quadro clinico e di un quadro RM fortemente suggestivi. Sono stati eseguiti esami pre- e post-contrasto in 150 pazienti con Sclerosi Multipla sospetta o definita. Dopo la prima dose di Gd-DTPA introdotta endovena, con tecnica a bolo, alla posologia di 0,2 ml/Kg di peso corporeo, sono state effettuate scansioni T1, immediatamente dopo la somministrazione. Quindi, è stata somministrata una seconda dose di Gd-DTPA endovena, sempre alla posologia di 0,2 ml/Kg di peso corporeo con tecnica a bolo, dopo la quale sono state ripetute le medesime scansioni T1, a distanza di 3–5 minuti dalla somministrazione della prima dose. Nel gruppo totale di pazienti che hanno mostrato impregnazione di placca (71 = 47,33%), il rapporto tra i casi con impregnazione dopo dose singola (6 casi = 4%), e quelli con impregnazione dopo doppia dose (65 casi = 63,33%) è stato dell '11,825 (incremento proporzionale 1082,5%). Nel corso del nostro lavoro, abbiamo distinto le placche in cinque «tipi», in base al differente segnale RM e al comportamento dopo somministrazione di mdc. L'aumento della dose permetterebbe un miglior rapporto contrasto/rumore, con il rilievo di lesioni di dimensioni al limite della rilevabilità, nonchè una maggiore «confidence» di rilevamento per una migliore delineazione delle lesioni, e dunque della diagnosi per immagini. Obiettivo finale del lavoro è una possibile revisione del protocollo diagnostico della SM, con l'introduzione della RM con doppia dose di Gd-DTPA in tutti i casi di sospetto clinico di patologia demielinizzante, nella speranza di una possibile drastica riduzione del tempo necessario per giungere alla definizione diagnostica.
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Yang, Yi Jun, Shahandeh Haghir, John R. Wanamaker et Celeste N. Powers. « Diagnosis of Papillary Carcinoma in a Thyroglossal Duct Cyst by Fine-Needle Aspiration Biopsy ». Archives of Pathology & ; Laboratory Medicine 124, no 1 (1 janvier 2000) : 139–42. http://dx.doi.org/10.5858/2000-124-0139-dopcia.

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Abstract The incidence of papillary thyroid carcinoma arising in a thyroglossal duct cyst is rare and occurs in about 1% of thyroglossal duct cysts. Only 17 such cases diagnosed with fine-needle aspiration biopsy have been previously reported in the English-language literature, with a diagnostic rate of 53%. In this article, the cytologic features of the current case are emphasized and those of the previous reported cases are briefly reviewed. Diagnostic pitfalls of papillary carcinoma arising in thyroglossal duct cysts diagnosed by fine-needle aspiration biopsy are also discussed.
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Giannone, Virginia, Manuela Goia et Elisabetta Bignamini. « Un suono che inganna : quando sospettare il doppio arco aortico ». Medico e Bambino pagine elettroniche 24, no 4 (30 avril 2021) : 109–13. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxiv109.

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The article describes a case of a 10-month-old male infant presenting with respiratory distress, laryngotracheitis and double aortic arch (DAA). Tracheal compression by vascular structures in infants is uncommon and may be masked by nonspecific respiratory symptoms. DAA is the most common vascular ring. Doctors should think about a congenital vascular ring due to DAA in children with repeated episodes of laryngitis, hissing breath, cough and dyspnoea when other common aetiologies are excluded. A precise diagnosis can be made through the contrast-enhanced chest CT scan.
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Crispino, M., C. Zambelloni, A. Fontana, S. Savasta, C. Poggiani et L. Olivetti. « Diagnosi precoce e trattamento di un caso di disrafismo spinale occulto con “diastematomielia” e doppio seno dermico ». Rivista di Neuroradiologia 16, no 4 (août 2003) : 683–89. http://dx.doi.org/10.1177/197140090301600410.

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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas et A. Carella. « Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive : Gli astrocitomi ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 2 (mai 1992) : 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Résumé :
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Kulchavenya, Ekaterina V., et Aleksandr A. Breusoff. « Recurrent cystitis and bacterial vaginosis : how to avoid polypharmacy ». Gynecology 22, no 4 (10 septembre 2020) : 17–21. http://dx.doi.org/10.26442/20795696.2020.4.200275.

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Background. The structure of lower urinary tract infections has clear sex-based differences. The vaginal microbiota is a key factor in the pathogenesis of lower urinary tract infections: aerobic vaginitis predisposes to infection and increases the incidence of cystitis by 2.9 times. Aim. To determine the effectiveness of Nifuratel as monotherapy in patients with chronic cystitis and concomitant bacterial vaginosis (BV). Materials and methods. Study design: an open-label, non-comparative, pilot, single-center, prospective study, which included 23 patients with recurrent cystitis and BV. All women received monotherapy with Nifuratel (Macmiror manufactured by Doppel Farmaceutici S.r.l., Italy) in tablets of 200 mg 3 times a day for 7 days. Control visits were performed in 7.90 and 180 days. Results. BV was diagnosed in all patients; 19 (82.6%) women also had vaginal candidiasis. At the end of therapy, 17 (73.9%) patients showed an excellent outcome, 4 (17.4%) a significant improvement, 2 (8.7%) no effect. After the end of three-month therapy, 18 (81.8%) out of 22 patients who left in the study had no complaints of urinary disorders or vaginal discharge. Their urinalyses were normal. Molecular genetic analysis of the vaginal biocenosis showed moderate dysbiosis; Candida spp. was revealed only in 3 (13.6%) cases. 18 patients came for the 4th visit. Within six months after the end of monotherapy with Nifuratel, the patients had no complaints. They all achieved the recovery of vaginal normocenosis with a sufficient amount of Lactobacillus spp. Conclusion. Monotherapy in patients with recurrent cystitis and BV is highly effective for both diseases: 73.9% of women achieved stable normalization of urine and vaginal microbiota analyzes, removal of bacteriuria. The bi-directional action of Nifuratel allows to avoid polypharmacy in this category of patients.
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« Tossicodipendenze, comorbilità e “doppia diagnosi” ». Quaderni Italiani di Psichiatria 31, no 2 (juin 2012) : 52–60. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2012.01.010.

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FeDerSerD-SIP-SINPIA. « Carta dei servizi dei pazienti nelle condizioni cliniche di comorbilità ; tra disturbi mentali e disturbi da uso di sostanze e addiction ("doppia diagnosi") ». MISSION, no 49 (février 2018). http://dx.doi.org/10.3280/mis49-2018oa5898.

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Facco, Lucas, Lucas Pablo Almendro, Cristiane Peres Marques, Edson Fábio Brito Ribeiro, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « Neoplasia testicolare maligna : analisi epidemiologica dei casi segnalati in Brasile tra il 2015 e il 2019 ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 26 octobre 2021, 62–74. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/neoplasia-testicolare.

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Résumé :
La neoplasia testicolare è una patologia maligna relativamente rara, che rappresenta lo 0,5% di tutte le neoplasie maschili, essendo più frequente tra gli individui di età compresa tra 15 e 34 anni. La presentazione clinica più comune è la massa testicolare o il gonfiore scrotale con o senza dolore o trauma associati, e la diagnosi di conferma standard è l’orchiectomia. Questo studio mirava ad analizzare epidemiologicamente i casi segnalati di neoplasia testicolare maligna in Brasile tra il 2015 e il 2019. I dati per la ricerca epidemiologica sono stati ottenuti da DATASUS e la ricerca bibliografica è stata effettuata attraverso articoli scientifici. Dalle informazioni rivelate in questa ricerca, è possibile osservare una diagnosi crescente di neoplasia maligna dei testicoli in Brasile, con quasi il doppio del numero di casi osservati tra gli anni 2015 e 2019. Sebbene relativamente raro, il cancro ai testicoli è potenzialmente mortale e la sua gravità non deve essere sottovalutata e deve essere diagnosticata e trattata il più presto possibile. Ha un’alta probabilità di guarigione, con trattamento chirurgico definitivo, dopo una diagnosi di conferma, nella maggior parte dei casi, consentendo all’individuo interessato di avere una vita normale. Pertanto, sono necessari ulteriori studi per rivelare le ragioni dell’aumento dei casi di cancro ai testicoli in Brasile e in tutto il mondo, per capire se le differenze regionali sono correlate al numero di casi o se si tratta di un fallimento nella diagnosi e nella registrazione, oltre a servire come base per le azioni del governo, al fine di pianificare ed eseguire politiche volte a combattere i fattori scatenanti di questa malattia.
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Aldahes, Asma S., Richard Wakefield et Kate Smith. « P199 The reliability of using ultrasound for the detection of hypoechogenicity of enthesitis in patients with spondyloarthropathies ». Rheumatology 60, Supplement_1 (1 avril 2021). http://dx.doi.org/10.1093/rheumatology/keab247.194.

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Résumé :
Abstract Background/Aims Enthesitis, which is the inflammation of the entheses area where the tendon or ligaments are attached into the bone, is considered a hallmark and pathological feature for spondyloarthropathies (SpA). The lower limb entheses are more prone to being affected than the upper extremity enthesis, the most common one is Achilles tendon where heel enthesitis is considered the most frequent finding in SpA patients. Ultrasound is widely used by rheumatologists because it has higher sensitivity and specificity in detecting enthesitis compared with clinical assessment. The abnormal characteristics of enthesitis in greyscale ultrasound includes the hypoechoic area at the insertion or body of the tendon due to the loss of the normal fibrillar pattern, increase in the tendon thickness, bone erosion, calcification and increase in Dopplar signals. Although ultrasound has many advantages compared with other imaging modalities, it is operator-dependent and the diagnosis is exposed to the subjectivity of the observer, which leads to the variability in defining the abnormal features of enthesitis. Using static ultrasound images of Achilles tendon entheses of patients with SpA, we first determined the intra- and inter-observer reliability of grading ‘hypoechogenicity’ using a panel of readers and second, compared a computerised pixel counting method against an expert consensus score to determine the level of agreement between approaches. Methods Six participants (rheumatologists and sonographer) with experience in ultrasound scored the presence of hypoechogenicity in 100 static images of Achilles tendon entheses of patients with SpA. Two scoring systems were used- an OMERACT derived SQ system (0-3) of the whole enthesis and binary score system of the distal 2mm (0-1). The intra-class correlation coefficient (ICC) and Cohen's kappa was used to assess inter-observer reliability. The ImageJ software was used to measure the mean grey values (MGV) of the pixels within the enthesis. Results The inter-observer reliability was good for using the SQ score (ICC 0.780 (95% CI 0.691-0.849) and moderate for the binary score (ICC 0.632 (95% CI 0.490-0.745)). There was no match between the results from the quantitative score of the pixels MGV and the expert semi-quantitative score. Conclusion This study is novel as in that it has specifically evaluated the scoring of hypoechogenicity within the entheses of patients with SpA. It has demonstrated variation in scoring between observers and highlighted the challenges of image interpretation. A lack of correlation of expert scoring with the manual pixel MGV was limited by the image artefacts and different machine settings which may have implications as we work towards future AI systems. Disclosure A.S. Aldahes: None. R. Wakefield: None. K. Smith: None.
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Zhao, Xinju, Liangying Gan, Qingyu Niu, Fan Fan Hou, Xinling Liang, Xiao-Nong Chen, Yuqing Chen et al. « MO763 : Clinical Outcomes in Patients on Hemodialysis with Congestive Heart Failure ». Nephrology Dialysis Transplantation 37, Supplement_3 (mai 2022). http://dx.doi.org/10.1093/ndt/gfac079.042.

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Résumé :
Abstract BACKGROUND AND AIMS Hemodialysis (HD) is a unique treatment modality that offers a life-sustaining treatment option for patients with end-stage kidney disease (ESKD). However, the mortality of HD patients is still unacceptably high compared with the general population. Cardiovascular diseases (CVDs) (including myocardial infarction, heart failure and stroke) are the leading causes of death in dialysis-dependent ESKD patients, accounting for ∼40% of the mortality. Congestive heart failure (CHF) is a final common clinical pathway for several diseases. HD patients are at 12–36× risk for the development of CHF. In the general population, CHF increases the risk of death. However, there is no well-designed relevant study in the Chinese HD population addressing the risks associated with CHF. The aim of this study was to explore the impact of CHF on the clinical outcomes in HD patients. METHOD The DOPPS is an international prospective cohort study of in-center adult HD patients. China joined DOPPS in 2011. DOPPS China randomly selected an average of 30 patients from 15 dialysis facilities in each city of Beijing, Shanghai and Guangzhou. There were 1427 patients who participated in China DOPPS5 (2012–2015). Of the 1427 patients, 16 patients were excluded from the present analysis as their CHF history information was missing. Demographic data, comorbidity, Lab data and death records were extracted. CHF was defined by the diagnosis records upon study inclusion. Continuous variables were represented as mean ± SD or median (25th, 75th) according to the results of the normality test. Categorical variables were expressed as numbers and percentages. We stratified data by CHF and non-CHF groups. Our primary outcome was associations between CHF and all-cause and cardiovascular (CV) mortality; secondary outcomes were all-cause and cause-specific hospitalization risk. Associations between CHF and outcomes were evaluated using Cox regression models. Cox regression models were with five incremental levels of covariate adjustment. Stepwise multivariate logistic regression was used to identify the related risk factors, and subgroup analyses were carried out. RESULTS Of 1411 patients without missing CHF history information, 24.1% (340) had a CHF diagnosis at enrollment. In this cohort, male patients accounted for 54.9% of the patients. The median age was 60.0 (inter-quartile range, IQR 49.0–71.0) years and the median dialysis vintage was 2.6 (IQR 0.9–5.4, Table 1) years. The median follow-up period was 1.9 (IQR 1.2–2.1) years. Altogether, 203 (14.4%) patients died, where 103 (7.3%) died from CV disease. The CV death constituted half of the patient’s mortality. The overall mortality rates were 21.8% versus 12.0% (P < 0.001) in patients with and without CHF during entire follow-up, respectively. CHF was associated for higher all-cause mortality [adjusted HR 1.72, 95% confidence interval (95% CI) 1.17–2.53; P = 0.006, Fig. 1], and the association with CV death was of similar magnitude (HR 1.60, 95% CI 0.91–2.81; P = 0.105). CHF patients had more episodes of hospitalization due to heart failure (HR 2.93, 95% CI 1. 49– 5.76; P <0.01). However, compared with patients without CHF, the all-cause hospitalization risk was not much higher in CHF patients (HR 1.09, 95% CI 0.90–1.33; P = 0.39). CONCLUSION In this prospective cohort study, the prevalence of CHF was identified to be around one quarter, and all-cause mortality in patients with combined CHF and HD was found to be higher. CHF was associated with an increased risk of all-cause mortality and a cause-specific hospitalization risk in HD patients. The associations were not affected by adjustment for several potential confounding factors. Thus, CHF is found to be an outcome predictor for HD patients, and measures should be adopted to improve care for these patients to improve their survival.
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