Littérature scientifique sur le sujet « Doppi binari sanzionatori »

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Articles de revues sur le sujet "Doppi binari sanzionatori"

1

Bontempelli, Manfredi. « Il doppio binario sanzionatorio in materia tributaria e le garanzie europee (fra ne bis in idem processuale e ne bis in idem sostanziale) ». Archivio penale, no 1 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/97888674154418.

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Thèses sur le sujet "Doppi binari sanzionatori"

1

Perrone, Laura. « Il ne bis in idem in Europa e il Double Jeopardy negli USA : una comparazione ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2020. http://hdl.handle.net/11385/204255.

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Résumé :
Il ne bis in idem: dal diritto romano ai nostri giorni. Il ne bis in idem interno. Il ne bis in idem europeo e i riflessi sugli ordinamenti interni. Il Double Jeopardy principle nei sistemi di Common law: l’ordinamento statunitense. Il background statunitense e i possibili strumenti a favore della compatibilità dei cumuli sanzionatori con il ne bis in idem.
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2

Pellegrin, Giulio <1992&gt. « Ne bis in idem in ambito tributario e doppio binario sanzionatorio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12732.

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Résumé :
Attraverso il seguente elaborato, si analizza il principio del ne bis in idem nella fisionomia del diritto tributario. Inizialmente, verrà introdotta l’evoluzione storica del tema oggetto della tesi e i principali riferimenti normativi, analizzando in particolare l’art. 649 c.p.p. – che prevede il divieto del doppio processo nella sua dimensione interna – e l’art. 15 c.p.p., che regola i casi in cui più disposizioni concernono la stessa materia. Successivamente si entrerà nel cuore della materia tributaria, analizzando nello specifico l’art. 19 D.Lgs. 74/2000, ossia il principio di specialità nei rapporti con il sistema sanzionatorio amministrativo e penale. Il lavoro, dopo aver esaminato l’attuale assetto di tali rapporti, è rivolto a cogliere le conseguenze dell’impatto sul nostro sistema legislativo del principio del ne bis in idem, così come elaborato dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e ispirato ai valori fondativi dell’Unione Europea. Nell’ultima parte dell’elaborato, vista la poliedricità del tema trattato e la sua applicazione in svariati casi, si è deciso di selezionarne uno dimostratosi di maggior rilevanza per l’analisi condotta, ossia il caso Grande Stevens con le conseguenti ricadute pratiche nell’ordinamento italiano.
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3

Pezzi, Enrico. « Il ne bis in idem sostanziale nella convergenza di fattispecie incriminatrici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/253473.

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Résumé :
Quanti (e quali) sono i criteri risolutivi in tema di concorso apparente di norme? Questa è la domanda che più comunemente ci si pone nell’approcciare l’ostico terreno della convergenza di fattispecie. Il lavoro che si presenta muove invece da una differente, seppur intimamente connessa, prospettiva: quali sono, a monte, i principi regolatori del concorso apparente di norme e del concorso formale di reati? Solo in un secondo momento, dalla ricognizione di questi, si potrà procedere a fornire una risposta alla prima questione. Pertanto, si è posta attenzione al divieto sostanziale di bis in idem, nonché ai possibili riferimenti normativi, costituzionali e sovranazionali, idonei a legittimarne l’esistenza nell’ordinamento giuridico italiano. Il metodo d’indagine prescelto si sviluppa pertanto su due diverse direttive: da un lato, la comparazione con l’ordinamento tedesco, che presenta premesse dogmatiche ampiamente sovrapponibili a quelle poste dalla scienza penalistica italiana, seppur rimanendo caratterizzato da talune peculiarità che rendono estremamente proficua un’indagine sul tema (su tutte, la presenza di un generale divieto di doppia punizione, Doppelbestrafungsverbot, nella Carta costituzionale tedesca, in relazione al quale manca uno speculare referente in quella italiana). Dall’altro, una ricognizione della più recente giurisprudenza convenzionale ed eurounitaria in tema di ne bis in idem processuale, nonché dei rapporti fra questo ed il principio di proporzionalità fra fatto e sanzione. Su entrambi i versanti la tradizionale collocazione della preclusione sul piano processuale cede oggi parzialmente il passo a considerazioni di stampo valoriale, che portano ad interrogarsi sulla necessità di elaborare un autonomo divieto di ne bis in idem agente sul terreno del diritto penale sostanziale. Preclusione, questa, della quale si rende infine necessario analizzare i risvolti applicativi, tanto sul terreno del concorso apparente di norme, quanto su quello del concorso formale di reati. È in quest’ultimo senso, cioè in relazione ai rapporti fra i principi costituzionali ed i fenomeni di convergenza di fattispecie, che ci si muove nella presente indagine.
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4

Pezzi, Enrico. « Il ne bis in idem sostanziale nella convergenza di fattispecie incriminatrici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/253473.

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Résumé :
Quanti (e quali) sono i criteri risolutivi in tema di concorso apparente di norme? Questa è la domanda che più comunemente ci si pone nell’approcciare l’ostico terreno della convergenza di fattispecie. Il lavoro che si presenta muove invece da una differente, seppur intimamente connessa, prospettiva: quali sono, a monte, i principi regolatori del concorso apparente di norme e del concorso formale di reati? Solo in un secondo momento, dalla ricognizione di questi, si potrà procedere a fornire una risposta alla prima questione. Pertanto, si è posta attenzione al divieto sostanziale di bis in idem, nonché ai possibili riferimenti normativi, costituzionali e sovranazionali, idonei a legittimarne l’esistenza nell’ordinamento giuridico italiano. Il metodo d’indagine prescelto si sviluppa pertanto su due diverse direttive: da un lato, la comparazione con l’ordinamento tedesco, che presenta premesse dogmatiche ampiamente sovrapponibili a quelle poste dalla scienza penalistica italiana, seppur rimanendo caratterizzato da talune peculiarità che rendono estremamente proficua un’indagine sul tema (su tutte, la presenza di un generale divieto di doppia punizione, Doppelbestrafungsverbot, nella Carta costituzionale tedesca, in relazione al quale manca uno speculare referente in quella italiana). Dall’altro, una ricognizione della più recente giurisprudenza convenzionale ed eurounitaria in tema di ne bis in idem processuale, nonché dei rapporti fra questo ed il principio di proporzionalità fra fatto e sanzione. Su entrambi i versanti la tradizionale collocazione della preclusione sul piano processuale cede oggi parzialmente il passo a considerazioni di stampo valoriale, che portano ad interrogarsi sulla necessità di elaborare un autonomo divieto di ne bis in idem agente sul terreno del diritto penale sostanziale. Preclusione, questa, della quale si rende infine necessario analizzare i risvolti applicativi, tanto sul terreno del concorso apparente di norme, quanto su quello del concorso formale di reati. È in quest’ultimo senso, cioè in relazione ai rapporti fra i principi costituzionali ed i fenomeni di convergenza di fattispecie, che ci si muove nella presente indagine.
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5

Careri, Alessia. « La compatibilità del sistema repressivo del "doppio binario" sanzionatorio con il diritto fondamentale al ne bis in idem : tra prospettiva interna ed europea ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421816.

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Résumé :
This paper is aimed at analyzing the actual compatibility between the conventional principle of ne bis in idem and the so called "double track" of sanctions, with particular reference to the applicability of a double sanction, criminal and administrative, towards the same person for the same offence. After clarifying the importance of the principle of ne bis in idem in the national and supranational legal system, this research aims at defining the autonomous notion of "matiere penale", also in the light of the qualification of the administrative offenses and procedure as "substantially" criminal on the ground of the Engel criteria, as well as the concepts of "idem" and "bis", as set out by the Court of Strasbourg and largely accetped by the EU Court of Justice (and vice versa). Subsequently, this research tries to identify and highlight, as a suggestion, certain legal interpretations, in the framework of conflict of rules under national law, which comply with the indications set forth by the European Courts. Finally, some technical and legal solutions have been proposed to ensure the efficient functioning of the sanction system: in particular, one of the possible solutions could perhaps be identified in reserving only to the criminal courts the power to apply both penal and administrative punitive sanctions, in the context of a single proceeding which implies a global assessment of the conduct that it has actually been carried out.
Scopo del presente lavoro è l'analisi dell'effettiva compatibilità tra il principio del ne bis in idem convenzionale ed il sistema repressivo del c.d. "doppio binario" sanzionatorio, con particolare riferimento alla possibilità di una doppia sanzione, penale ed amministrativa, nei confronti dello stesso soggetto in risposta alla commissione di un fatto illecito sostanzialmente unitario. Chiarito il rilievo del ne bis in idem nell'attuale ordinamento giuridico nazionale e sovranazionale, la ricerca proposta mira a definire la nozione autonoma di matière pénale, anche alla luce della qualificazione dell'illecito e della procedura amministrativa come "sostanzialmente" penali sulla base dei c.d. criteri di Engel, nonché i concetti di idem e di bis elaborati dalla Corte di Strasburgo e ripresi in buona parte dalla Corte di giustizia e viceversa. Successivamente si è tentato di individuare e di evidenziare, in termini propositivi, talune possibili interpretazioni dei criteri ermeneutici attualmente utilizzati in materia di concorso di norme nel contesto dell'ordinamento nazionale, che risultino conformi alle indicazioni provenienti dalle Corti europee. Nell'ultima parte del lavoro, infine, sono state proposte talune soluzioni tecnico-giuridiche idonee a garantire l'efficiente funzionamento del sistema sanzionatorio: in particolare, una delle possibili soluzioni potrebbe forse essere individuata nell'attribuzione al solo giudice penale del potere di irrogare sia le sanzioni penali sia quelle amministrative punitive, nell'ambito di un unico procedimento che presuppone una valutazione unitaria del fatto concretamente realizzato.
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