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Thèses sur le sujet « Domiciliarità »

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D'Antiga, Francesca <1986&gt. « La rete dei servizi nella gestione della non autosufficienza. La cultura della domiciliarità e le molteplici forme di intervento ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8851.

Texte intégral
Résumé :
L’assistenza delle persone non autosufficienti, prevalentemente anziane, è da tempo una delle emergenze sociali che riguardano il nostro Paese e che implica una sempre più frequente riorganizzazione dei servizi e delle offerte sul territorio a loro dedicate, in relazione all’evoluzione delle principali patologie e alla complessità dei bisogni socio-assistenziali ad esse collegate. La riflessione prende avvio dall’ osservazione di alcuni aspetti complementari dell’invecchiamento e la relativa vulnerabilità, che oscilla tra il concetto di “cura” e del “prendersi cura degli altri”, coinvolgendo molteplici attori sociali tra loro interconnessi, quali l’anziano, la famiglia, la comunità e più in generale il contesto locale di appartenenza. L’idea cardine degli interventi in materia è rappresentata dalla concezione della persona fragile come il fulcro centrale del progetto di cura, attorno al quale ruotano le risorse e le sinergie della famiglia, che spesso necessita di azioni di supporto e di sostegno nell’affrontare le difficoltà quotidiane, determinate in parte dalla mancanza di strumenti e conoscenze adeguate circa l’approccio corretto da adottare. Aver cura dell’anziano significa creare innanzitutto un legame forte con l’individuo, che sappia dare ancora significato al vivere, tenendo conto delle esperienze passate e delle prospettive future, in un contesto domestico spesso disorganizzato o destrutturato. L’elaborato si propone di fornire una panoramica generale circa le principali problematiche evidenziate dai caregivers nella cultura della domiciliarità, analizzando le strategie di sostegno della famiglia e dell’assistenza privata, la rete territoriale dei servizi e il ruolo dell’assistente sociale nella valorizzazione e nella promozione della capacità di resilienza del nucleo che assiste in casa una persona non autosufficiente. Sarà inoltre dedicata una specifica attenzione ad un progetto sperimentale di erogazione dell’assistenza domiciliare integrata nel contesto dell’Ulss 13, denominato A.Do.C.Se, che ha la finalità di assicurare adeguate cure ed interventi a domicilio, soprattutto in ambito riabilitativo e di formazione/informazione ai parenti direttamente coinvolti nella gestione delle problematiche dell’anziano fragile.
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BERTOGLIO, CLARA. « GLI ANZIANI FRAGILI NELLA TRANSIZIONE VERSO LA NON AUTOSUFFICIENZA. ESPERIENZE DI VITA E INDICAZIONI PER I SERVIZI ALLA PERSONA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135273.

Texte intégral
Résumé :
Lo scopo della ricerca è stato comprendere le motivazioni che portano le persone anziane fragili a rivolgersi tardivamente ai servizi domiciliari socioassistenziali facendo luce sulla fase di transizione verso la non autosufficienza. Il paradigma multidimensionale di fragilità (Gobbens, 2010) e l’approccio del Relational Social Work (Folgheraiter, 2011, 1998) hanno fatto da sfondo al lavoro di ricerca che si è sviluppato in due fasi. Nella prima è stata realizzata un'indagine preliminare volta ad individuare tra le persone anziane fragili residenti a casa propria nel Comune di Brescia quelle non beneficiarie di servizi domiciliari mediante la somministrazione di un questionario; in seguito, sono state realizzate delle interviste semistrutturate nei confronti di persone anziane fragili (16), delle loro persone di riferimento (9) e delle diadi anziano fragile-persona di riferimento (7) per comprendere perché si rivolgono tardivamente ai servizi domiciliari. L’analisi dei dati ha evidenziato che, in linea con la letteratura internazionale, le persone anziane fragili esprimono svariati bisogni. I dati, tuttavia, mettono in luce anche le risorse e la resilienza dimostrata dai partecipanti alla ricerca che fa sì che essi non possano essere unicamente considerati fragili. Infine, i risultati riportano come la pianificazione del proprio futuro rappresenti per le persone anziane fragili un nodo critico.
The present research aims at understanding the reasons that lead frail elderly people to turn to home care services late, shedding light on the transition phase towards non self-sufficiency. The multidimensional paradigm of frailty (Gobbens, 2010) and the Relational Social Work Approach (Folgheraiter, 1998, 2011) underpin the present research work which has been developed in two phases. In the first phase a preliminary survey has been carried out to identify among frail elderly people residents at home in the province of Brescia those who not receiving home care services through the administration of a questionnaire. In the second phase, semi-structured interviews have been carried out with frail older persons (16), informal caregivers (9), dyads of frail older person-informal caregivers (7) to understand why frail elderly people turn to home care services late. The analysis of the data showed that, in line with the international literature, frail elderly people express various needs. The data, however, highlight too the resources and resilience by the research participants that demonstred they cannot be considered solely frail. Finally, the results give emphasis to how plan one's future represents a critical issue for frail older people.
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Sepúlveda, Quiroz Valeska. « Impacto en las prácticas de manejo de los residuos sólidos domiciliarios del programa "Compostaje domiciliario de huertos familiares", Comuna de Til-Til , Región Metropolitana ». Tesis, Universidad de Chile, 2011. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112361.

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Résumé :
Memoria para optar al Título Profesional de Ingeniero en Recursos Naturales Renovables
La cantidad de residuos sólidos dispuestos a los rellenos sanitarios ha aumentado con los años, sin embargo entre el 60% y 80 % de éstos corresponden a material vegetal compostable y otro porcentaje a material reciclable, dejando cerca de un 10 a 15% de residuos que deben tener por destino final el relleno sanitario. Esta memoria de título, se enmarca dentro del “Programa de Compostaje Domiciliario de Huertos Familiares, comuna de Tiltil, región Metropolitana”, que fue financiado por Angloamerican, División los bronces y diseñado e implementado por CompostChile, consultores en gestión y educación ambiental. Huertos Familiares se ubica en el sector norte de la región metropolitana en la comuna de Tiltil y posee serias deficiencias en el servicio de recolección de desechos, ya que éste no posee una adecuada frecuencia ni cobertura. La comunidad por consiguiente buscó otros métodos para deshacerse de los residuos, el más común de ellos es la quema, que además de provocar efectos adversos en la salud es dañino para el medio ambiente. El programa contempló la entrega, instalación y supervisión durante un año de 120 composteras, modelo Earth Machine, de esta manera se redujo la cantidad de residuos sólidos domiciliarios dispuestos al relleno sanitario y espera disminuir también los costos asociados a este ítem para el municipio. Respecto de los resultados, la constante supervisión a los usuarios logró un cambio de hábitos en la comunidad participante, ya que la quema fue prácticamente en su totalidad substituida por la separación en origen y el compostaje, técnicas más amigables con el medio ambiente y que permiten la obtención de un producto que posee valor en el mercado. La reducción lograda con el programa en relación al material orgánico compostable fue de un 97% del inicialmente dispuesto al servicio de aseo. La variación del total de residuos sólidos transportados al relleno sanitario se redujo a un 30% del original. Los resultados del programa incentivaron no sólo la ampliación del mismo a otras familias de la misma localidad y comunidades vecinas, sino que motivó a la realización de otras actividades relacionadas al tema como la creación de pequeñas huertas, también creó e incentivó el interés por la recuperación y reciclaje de otros materiales como vidrio, cartón, entre otros.
The amount of solid waste disposed to landfill has increased over the years; however between 60% - 80% of them correspond to, compostable material and other percentage to recyclable material, leaving about 10 to 15% of waste that have for final destination the landfill This work is part of "Composting Program Huertos Famuliares, Til-til commune, Región Metropolitana, which was financed by Angloamerican, Division of bronze and designed and implemented by CompostChile, Management consultants and environmental education. Huertos Familiares is located in the northern sector of the Region Metropolitana Tiltil commune and has serious deficiencies in the waste collection service, as it often does not have adequate frequency or coverage. The community therefore sought other methods to dispose the waste, the most common is burning it, also cause adverse health effects and it is harmful for the environment. The program included the distribution, installation and supervision for over a year of 120 earth machine, thus reducing the amount of solid household waste send to the landfill and expecting to also cut the cost associated with this item to the municipality. Regarding the results, the constant monitoring to the users achieved a change of habits in the community involved, because the burning was almost entirely replaced by source separation and composting, more eco friendly techniques to the environment and allows to obtain a product that has market value. The reduction achieved with the program in relation to compostable organic material was 97% of the initially dispose to the cleaning service. The variation of the total solid waste transported to landfill was reduced to 30% of the original. The positive results of the program not only encouraged its extension to more families in the same locality and further afield, but that motivated the development of other activities related to the subject as the creation of small gardens, also encouraged the interest in recovery and recycling of other materials like glass and cardboard.
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Herrera, Velarde Eduardo. « La Detención Domiciliaria ». Derecho & ; Sociedad, 2017. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/119040.

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Valdebenito, Paulina. « Aplastic : compactadora domiciliaria de envases plásticos ». Tesis, Universidad de Chile, 2007. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/101057.

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Résumé :
El siguiente proyecto estará enfocado a generar la compactación de envases plásticos domiciliarios, a través de un mecanismo de palanca que comprime los envases de manera vertical y por unidad reduciendo al 15% su volumen.
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Guadalupe, Tello Luis Alberto. « La inviolabilidad domiciliaria : ¿Habeas Corpus o Amparo ? » THĒMIS-Revista de Derecho, 2014. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/108824.

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Acevedo, Real Natalia. « Microvibrador para terapias complementarias en uso domiciliario ». Tesis, Universidad de Chile, 2009. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/100114.

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Résumé :
El tema en que se desenvuelve en el presente proyecto es el de las terapias fisiológicas complementarias de uso doméstico. Las terapias fisiológicas son aquellas que se basan en agentes físicos, mediante los cuales curan, previenen, recuperan y readaptan a un paciente susceptible de recibir dicho tratamiento. En este caso se aborda particularmente las terapias de uso domiciliario puesto que en este contexto, las técnicas disponibles ofrecen una intervención basada únicamente en los efectos analgésicos para el tratamiento de las condiciones patológicas, a diferencia de lo que ocurre en la realidad de los centros médicos o de rehabilitación, los cuales recurren a innumerables técnicas para enfrentar la recuperación de las diferentes patologías. Es por esto que es necesario ampliar el espectro de posibilidades que posee un paciente para hacer más efectivo y eficiente su proceso de recuperación. El micromasajeador portátil para terapias fisiológicas complementarias en uso domiciliario de enfermedades que afectan tejidos óseos y musculares, piel, cartílago y tendones, permite incorporar a dichas terapias una técnica desarrollada en principio para un uso clínico, como es el ultrasonido, ofreciendo así una alternativa que brinda mayores prestaciones para los procesos de rehabilitación. Esto permitirá acelerar los procesos de recuperación de un paciente, puesto que contará con una técnica más eficiente a su alcance y con las consideraciones de un objeto médico domiciliario, ya que se disminuyen las dimensiones, por lo tanto no se requieren de amplios lugares para almacenarlo, por otro lado se incorpora una interfaz acorde a los conocimientos de un paciente no experto. Esta integración permite que los procesos de rehabilitación se aceleren, dando paso a una reincorporación más rápida y efectiva a los pacientes en su vida cotidiana, beneficiando sustantivamente al paciente, pero de igual modo a la familia que lo acompaña en todo el padecimiento.
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Malagón, Amor M. Ángeles. « Aislamiento social : caracterización clínica, sociodemográfica, terapéutica y familiar en una muestra de sujetos atendidos por un equipo de atención domiciliaria especializado en psiquiatría ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2020. http://hdl.handle.net/10803/670644.

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Résumé :
L'aïllament social és un fenomen cada vegada més prevalent. A pesar que existeixen proves que demostren que és un factor de risc de mortalitat similar a altres, com el tabaquisme, la seva recerca ha estat escassa. Des de la descripció del fenomen d'aïllament hikikomori al Japó, no hi ha hagut consens en la seva definició, criteris diagnòstics i característiques clíniques essencials. Està en debat si és un nou trastorn mental, una síndrome lligada a la cultura japonesa o si simplement aquests casos podrien rebre un diagnòstic de trastorn mental conegut. Existeixen llacunes de coneixement importants sobre la seva prevalença, curs evolutiu, patologia comórbida, causes i tractament. La descripció de casos en altres cultures mostra la necessitat de la seva recerca internacional. Aquesta Tesi neix de l'experiència de l'Equip Multidisciplinari de Suport Especialitzat (EMSE) de Barcelona en l'atenció psiquiàtrica domiciliària. Davant la seva elevada freqüència i dificultat de tractament, sorgeix aquest treball, l'objectiu del qual és l'anàlisi de les característiques sociodemogràfiques, clíniques i de resposta terapèutica de l'aïllament social en la nostra societat, així com els possibles subtipus i factors familiars associats. La primera fase, corresponent a la caracterització clínica, sociodemogràfica i terapèutica, mostra que l'aïllament social existeix en la nostra societat, sent equiparable al hikikomori, ajudant a consensuar la seva definició i criteris diagnòstics. Coincidint amb estudis japonesos, és més freqüent en homes adults joves, amb una durada variable, elevada gravetat clínica i escassa col·laboració. Majoritàriament associat a patologia comórbida, dóna suport a la teoria que constitueix una síndrome comuna a diferents trastorns mentals, sent els més freqüents els afectius, ansietat i psicòtics. La segona fase correspon a l'anàlisi de l'evolució i resposta terapèutica dels pacients tractats pel EMSE després de ser vinculats a la xarxa de salut mental, i la proposta de divisió en subtipus en funció de les variables comorbilidad, col·laboració, temps d'evolució i edat, que permetin personalitzar el tractament en funció de les necessitats i l'evolució. Existeix tendència global a l'empitjorament i desvinculació a 12 mesos, associant-se l'hospitalització amb millor evolució, fins i tot amb característiques basals més desfavorables. Les variables comorbilidad i col·laboració s'associen a característiques diferencials basals i evolutives, observant un subtipus diferenciat amb trastorns d'ansietat i/o afectius, així com un subgrup de menor col·laboració. Aquestes dades plantegen la idoneïtat de desenvolupar un pla terapèutic diferencial segons característiques basals: intervenció no hospitalària i major esforç terapèutic de moderada intensitat a llarg termini en el subgrup d'ansietat-afectius, i, per contra, intervenció hospitalària inicial que possibiliti estratègies centrades en la consciència de trastorn i necessitat de tractament en els casos amb menor col·laboració. La tercera fase analitza els factors familiars, evidenciant elevada freqüència de factors familiars negatius (antecedents psiquiàtrics familiars, dinàmiques familiars disfuncionals i maltractament infantil), estant tots ells altament interrelacionats i al seu torn, relacionats amb la gravetat de l'aïllament. Per això, els programes comunitaris dirigits a l'aïllament social haurien de dissenyar-se per a avaluar cadascun d'aquests factors, i les intervencions familiars es beneficiarien d'actuar sobre tots ells. En conclusió, l'aïllament social en el nostre entorn és equiparable al hikikomori, presentant-se majoritàriament associat a patologia comórbida. Factors com la col·laboració inicial o la presència de trastorns d'ansietat-afectiu influeixen en el seu curs evolutiu, suggerint la necessitat de protocols d'intervenció diferents. Presenta una associació clara amb factors familiars, sobre els quals poder dirigir intervencions preventives y de suport.
El aislamiento social es un fenómeno cada vez más prevalente. A pesar de que existen pruebas que demuestran que es un factor de riesgo de mortalidad similar a otros, como el tabaquismo, su investigación ha sido escasa. Desde la descripción del fenómeno de aislamiento hikikomori en Japón no ha habido consenso en su definición, criterios diagnósticos y características clínicas esenciales. Está en debate si es un nuevo trastorno mental, un síndrome ligado a la cultura japonesa o si simplemente estos casos podrían recibir un diagnóstico de trastorno mental conocido. Existen lagunas de conocimiento importantes sobre su prevalencia, curso evolutivo, comorbilidad, causas y tratamiento. La descripción de casos en otras culturas muestra la necesidad de su investigación internacional. Esta Tesis nace de la experiencia del Equipo Multidisciplinario de Soporte Especializado (EMSE) de Barcelona en la atención psiquiátrica domiciliaria. Ante su elevada frecuencia y dificultad de tratamiento, surge este trabajo, cuyo objetivo es el análisis de las características sociodemográficas, clínicas y de respuesta terapéutica del aislamiento social en nuestra sociedad, así como los posibles subtipos y factores familiares asociados. La primera fase, correspondiente a la caracterización clínica, sociodemográfica y terapéutica, muestra que el aislamiento social existe en nuestra sociedad, siendo equiparable al hikikomori, ayudando a consensuar su definición y criterios diagnósticos. Coincidiendo con estudios japoneses, es más frecuente en hombres adultos jóvenes, con una duración variable, elevada gravedad clínica y escasa colaboración. Mayoritariamente asociado a patología comórbida, apoya a la teoría que constituye un síndrome común a diferentes trastornos mentales, siendo los más frecuentes los afectivos, ansiedad y psicóticos. La segunda fase corresponde al análisis de la evolución y respuesta terapéutica de los casos tratados por el EMSE tras ser vinculados a la red de salud mental, y la propuesta de división en subtipos en función de las variables comorbilidad, colaboración, tiempo de evolución y edad, que permitan personalizar el tratamiento en función de las necesidades y la evolución. Existe tendencia global de empeoramiento y desvinculación a 12 meses, asociándose la hospitalización con mejor evolución, incluso con características basales más desfavorables. Las variables comorbilidad y colaboración se asocian a características diferenciales basales y evolutivas, observando un subtipo diferenciado con trastornos de ansiedad y/o afectivos, así como un subgrupo de menor colaboración. Estos datos plantean la idoneidad de desarrollar un plan terapéutico diferencial según características basales: intervención no hospitalaria y mayor esfuerzo terapéutico de moderada intensidad a largo plazo en el subgrupo de ansiedad-afectivos, y, en cambio, intervención hospitalaria inicial que posibilite estrategias centradas en la conciencia de trastorno y necesidad de tratamiento en los casos con menor colaboración. La tercera fase analiza los factores familiares, evidenciando elevada frecuencia de factores negativos (antecedentes psiquiátricos familiares, dinámicas familiares disfuncionales y maltrato infantil), estando todos ellos altamente interrelacionados y a su vez, relacionados con la gravedad del aislamiento. Por ello, los programas comunitarios dirigidos al aislamiento social deberían diseñarse para evaluar cada uno de esos factores, y las intervenciones familiares se beneficiarían de actuar sobre todos ellos. En conclusión, el aislamiento social en nuestro entorno es equiparable al hikikomori, presentándose mayoritariamente asociado a patología comórbida. Factores como la colaboración inicial o la presencia de trastornos de ansiedad-afectivo influyen en su curso evolutivo, sugiriendo la necesidad de protocolos de intervención diferentes. Presenta una asociación clara con factores familiares, sobre los cuales dirigir intervenciones preventivas.
Social withdrawal is an increasingly prevalent phenomenon. Despite the fact that there is evidence showing that it is a mortality risk factor similar to other well-documented ones, such as smoking or high blood pressure, its research has been scarce. Since the description of hikikomori in Japan, there has been no consensus on its definition, diagnostic criteria, and essential clinical characteristics. There is debate about whether it is a new mental disorder, a syndrome linked to Japanese culture, or whether these cases could simply be diagnosed with a known mental disorder. There are important gaps in knowledge about its prevalence, evolution, comorbid pathology, causes and treatment. The description of cases in other cultures shows the importance of its international research. This Thesis is born from the experience of the Multidisciplinary Specialized Support Team (EMSE) of Barcelona in home psychiatric care. Given its high frequency and difficulty in its treatment, this research emerged, with the aim of analyzing the sociodemographic, clinical and therapeutic response characteristics of social withdrawal in our society, as well as the possible subtypes and associated family factors. The first phase, corresponding to the clinical, sociodemographic and therapeutic characterization, shows that social withdrawal exists in our society, being comparable to hikikomori, helping to agree on its definition and diagnostic criteria. Coinciding with Japanese studies, it is more frequent in young adult men, with a highly variable duration, high clinical severity and little collaboration. Mainly associated with comorbid pathology, it supports the theory that it constitutes a syndrome common to different mental disorders, the most frequent being affective, anxiety and psychotic. The second phase corresponds to the analysis of the clinical evolution and therapeutic response of the patients treated by the EMSE after being linked to the mental health network, and the proposal of division into subtypes based on the variables: comorbidity, collaboration, time of evolution and age, which allow to personalize the treatment according to the needs and evolution. An overall trend to worsening and disengagement is observed at 12 months, with hospitalization being associated with better evolution, even with more unfavorable baseline characteristics. The comorbidity and collaboration variables are associated with differential baseline and evolutionary characteristics, observing a differentiated subtype with anxiety and/or affective disorders, as well as a less collaborative subgroup. These data would suggest the suitability of developing a differential therapeutic plan according to baseline characteristics: non-hospital intervention and greater therapeutic effort of moderate long-term intensity in the affective-anxiety subgroup, and, on the other hand, initial hospital intervention that enables strategies focused on the therapeutic link, awareness of disorder and need for treatment in cases with less collaboration. The third phase analyzes related family factors, showing a high frequency of negative family factors (family psychiatric history, dysfunctional family dynamics and child abuse), all of which are highly interrelated and, in turn, related to the severity of the isolation. Therefore, community programs aimed at social withdrawal should be designed to assess each of these factors, and family interventions would benefit from acting on all of them. In conclusion, social isolation in our society is comparable to hikikomori, being mostly associated with comorbid pathology. Factors such as initial collaboration or the presence of affective-anxiety disorders influence their evolution, suggesting the need for different intervention protocols. There is a clear association with family factors on which preventive community interventions and psychoeducational and family support programs can be made.
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Ventura, Callohuanca Noelia. « Percepción del paciente acerca de la intervención de la enfermera durante la visita domiciliaria en el programa de control de tuberculosis de C.S. "Conde de la Vega", 2002 ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2003. https://hdl.handle.net/20.500.12672/998.

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Résumé :
La presente investigación es el resultado del interés que surgió en la investigadora de conocer la opinión del paciente acerca de la intervención de la enfermera durante la visita domiciliaria en el Programa de Control de Tuberculosis , inquietud que surgió en las prácticas pre profesionales donde se observó diversas manifestaciones del paciente, relacionado con su poca disponibilidad de tiempo para la visita, ser receptores pasivos de la información que brinda la enfermera, que durante la visita realiza otras actividades que le impiden su atención o simplemente no les interesa la información a recibir; llegando a formular la siguiente interrogante: ¿CÓMO PERCIBE EL PACIENTE LA INTERVENCION DE LA ENFERMERA DURANTE LA VISITA DOMICILIARIA, EN EL PROGRAMA DE CONTROL DE LA TUBERCULOSIS DEL CS "CONDE DE LA VEGA BAJA"?. Cuyo propósito fue que los resultados sirvan de orientación para el estudiante y profesional de enfermería, y puedan tener una información valedera y necesaria de cómo el paciente percibe la intervención de la enfermera en el hogar para la satisfacción de sus necesidades de manera integral y que el estudiante y profesional de enfermería lo analice y reflexione para mejorar o modificar la atención de enfermería y contribuya en la mejora de la realización de la visita domiciliaria, para lograr la satisfacción integral del paciente con la participación activa de la familia; tuvo como objetivo general : Determinar la tendencia de la percepción que tiene el paciente acerca de la intervención de la Enfermera durante la Visita Domiciliaria en el Programa de Control de Tuberculosis; los objetivos específicos estuvieron relacionados hacia la tendencia de la percepción según los indicadores establecidos. No se encontraron investigaciones realizadas referente al tema pero sí similares que fueron de gran utilidad por cuanto sirvieron de orientación para realizar la presente investigación. La investigación se desarrolló entre los meses de Abril Julio del 2002, en el Centro de Salud "Conde de la Vega Baja". Se utilizó el método Descriptivo Transversal. La población estuvo constituida por 50 pacientes del Programa de Control de Tuberculosis, que habían recibido por lo menos una visita domiciliaria. La técnica e instrumento que se utilizó fue la Entrevista y la Escala de Lickert modificado constituido por 43 items. Los datos fueron procesados en forma manual y se presentan a través de tablas y gráficos estadísticos que fueron analizados utilizando el Marco Teórico, llegando a las siguientes conclusiones: Que la percepción del paciente acerca de la intervención de la enfermera durante la visita domiciliaria en el Programa de Control de Tuberculosis, es de tendencia medianamente favorable; que está relacionado a una adecuada atención de enfermería en el hogar, la capacidad adecuada de la enfermera para la realización de la visita, el uso adecuado de materiales que ayudan al paciente a comprender mejor y la adecuada relación que entablan durante el contacto directo en el hogar. Así mismo la percepción del paciente acerca de la intervención de la enfermera durante la visita domiciliaria en el Programa de Control de Tuberculosis según Dimensiones se evidenció un porcentaje significativo de medianamente favorable en las Dimensiones establecidas, sin dejar de lado un porcentaje de favorable.
Tesis
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Pallero, Castillo Mercedes. « Ventilación mecánica no invasiva domiciliaria : adaptación y seguimiento ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/327311.

Texte intégral
Résumé :
Las enfermedades de caja torácica y neuromusculares son trastornos que representan una importante causa de insuficiencia respiratoria crónica hipercápnica. La ventilación mecánica no invasiva domiciliaria (VMNID) se considera el tratamiento de elección en estos pacientes cuando la insuficiencia respiratoria está establecida. El proceso de adaptación a la VMNID puede realizarse con el paciente ingresado o bien de forma ambulatoria. El hecho de que no existan estudios que demuestren la superioridad de una localización con respecto a otra, condiciona que la elección del lugar de adaptación se base en las preferencias de cada equipo instalador. Otro factor de gran interés y poco estudiado es la evolución a largo plazo de los pacientes con VMNID, y qué factores se asocian con la mortalidad. Los objetivos de esta tesis fueron comparar la eficacia y el coste que representa la adaptación de VMNID de forma ambulatoria, en relación a la adaptación con el paciente ingresado, en pacientes con insuficiencia respiratoria secundaria a enfermedades neuromusculares o a alteraciones de la caja torácica. Así como analizar la mortalidad y los factores pronósticos de una cohorte de pacientes con enfermedad de caja torácica tratados con VMNID. Para ello se realizaron dos estudios, un ensayo clínico randomizado multicéntrico que evaluó la eficacia mediante la presión parcial de anhídrido carbónico en sangre arterial (PaCO2) basal y a los seis meses de haber iniciado la VMNID en cada uno de los grupos de adaptación (ambulatoria y hospitalaria), así como los costes económicos de cada uno de los grupos. El segundo trabajo consistió en un estudio observacional prospectivo que analizó la mortalidad de una cohorte de pacientes con VMNID, y las posibles variables asociadas. Los principales resultados de los dos estudios realizados fueron que la adaptación ambulatoria a la VMNID no presenta diferencias en cuanto a eficacia respecto la adaptación hospitalaria en pacientes con insuficiencia respiratoria crónica secundaria a enfermedades neuromusculares o a alteraciones de la caja torácica, resultando además más barata y que una PaCO2 mayor o igual a 50 mmHg al mes de haber iniciado la VMNID y la presencia de comorbilidad son factores predictivos de mortalidad en pacientes con insuficiencia respiratoria crónica secundaria a enfermedades de caja torácica. Así pues se puede concluir que en la práctica clínica habitual la adaptación ambulatoria a la VMNID es una opción a considerar ya que puede representar un ahorro en los gastos sanitarios y que una vez el paciente esté adaptado a la VMNID, la PaCO2 al mes aporta información relevante que puede condicionar decisiones terapéuticas.
Chest wall and neuromuscular diseases are common disorders which account for a major cause of hypercapnic chronic respiratory failure. Noninvasive home mechanical ventilation (NIHMV) is considered the treatment of choice in these patients when respiratory failure is well established. Adaptation process to NIHMV can be performed either in the hospital setting or ambulatory. Because few studies have evaluated the superiority of one setting over another for adapting to NIHMV, the choice has been based on the preferences or possibilities of each team of health professionals. Other essential factors of major interest, but poorly studied, are the long-term evolution of patients with NIHMV and variables associated with mortality. This thesis main objectives were to compare the effectiveness and costs of adaptation to NIHMV performed in the ambulatory or hospital setting in patients with chronic respiratory failure secondary to neuromuscular diseases or chest wall disorders. Another objective was to analyze mortality and prognostic factors of a cohort of patients with chest wall disease following NIHMV. In this thesis, two studies were conducted, a multicenter randomized clinical trial that evaluated the effectiveness using partial pressure of carbon dioxide in arterial blood (PaCO2) baseline and at six months following initiation of NIHMV in each adaptation group (outpatient and inpatient), as well as economic costs for each group. The second study was a prospective observational study that analyzed mortality, and its possible associated variables, in a cohort of patients with NIHMV. Both studies main results were that adaptation to NIHMV in the ambulatory setting is not inferior to hospital adaptation in terms of therapeutic equivalence in stable patients with chronic respiratory failure secondary to neuromuscular or chest wall diseases, and outpatient adaptation may represent a cost saving for the healthcare system. In addition, PaCO2 levels higher or equal to 50 mmHg at one month after starting NIHMV and the presence of comorbid conditions are risk factors for mortality in patients with chronic respiratory failure secondary to chest wall disease. As a conclusion, in routine clinical practice, outpatient adaptation to NIHMV remains an option to be considered since it may represent a cost saving for the healthcare system, and once the patient is adapted to NIHMV, PaCO2 at one moth provides relevant information that might help to set for therapeutic decisions.
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Bollati, Carina. « Enfermería domiciliaria en pacientes oncológicos en fase terminal ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería, 2003. http://bdigital.uncu.edu.ar/7924.

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Résumé :
El propósito de este trabajo de investigación es conocer el nivel de capacitación, interés y predisposición del personal de enfermería del Hospital Scaravelli para desarrollar el programa de enfermería domiciliaria para la atención de pacientes oncológicos en fase terminal y determinar el origen de la capacitación en cuanto a cuidados paliativos. Del total de la población de estudio (80 enfermeros) se tomó una muestra de 50 de ellos. Es un tipo de investigación cuantitativa, descriptiva y de corte transversal. Para la recolección de datos se recurrió a la realización de una entrevista personal.
Fil: Bollati, Carina. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
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Rosado, González Pilar Susana. « Seguimiento farmacoterapéutico domiciliario a pacientes diabéticos tipo II ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2017. https://hdl.handle.net/20.500.12672/7430.

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Résumé :
Evalúa el seguimiento farmacoterapéutico domiciliario en paciente con diabetes mellitus tipo II del Policlínico Pablo Bermúdez, Centro Asistencial de la Red Rebagliati. Se realiza un estudio de tipo cuantitativo analítico de diseño cuasi - experimental. Se aplica la metodología de SFT sugerido por Delgado G y col y, para la identificación de los Problemas Relacionados con los Medicamentos (PRM) se emplea la clasificación gestión de casos clínicos. Por otra parte, la adherencia al tratamiento farmacológico se mide con el cuestionario de Morisky-Green. Participan diez pacientes durante el periodo de estudio. En las entrevistas domiciliarias se identifican 68 PRM, de los cuales 41 son PRM potenciales y 27 PRM reales. De estos PRM se previenen 38 y resuelven 22, mediante 117 intervenciones farmacéuticas; pero, tres PRM no se previenen y cinco no se resuelven. El SFT domiciliario a través de las intervenciones farmacéuticas logran una reducción de glucosa capilar de 181,5±70,8 mg/dL a 150,6±39,3 mg/dL (p=0,18) y hemoglobina glicosilada de 8,7+4,3 % a 6,9±1,3 % (p=0,29). La adherencia mejora significativamente después de tres meses de seguimiento. Finalmente, el SFT domiciliario permite prevenir y resolver PRM, y observar la tendencia en la disminución de las cifras iniciales de control glucémico y la mejora significativa en la adherencia al tratamiento farmacológico. Los resultados demuestran que el SFT a largo plazo evidenciara la efectividad de esta intervención y la implementación domiciliaria.
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Meneses, Vega Elba. « Centro de valoración de residuos domiciliarios para su reciclaje ». Tesis, Universidad de Chile, 2012. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112567.

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Résumé :
Arquitecto
Debido al crecimiento de la población y la masificación de una cultura de consumo, donde lo que no sirve es desechado y rápidamente cambiado, es que la generación de residuos individuales ha aumentado de forma exponencial en los últimos años teniendo graves impactos ambientales, sociales y económicos en las ciudades. La solución a la problemática de los residuos en las ciudades nos plantea un desafío arquitectónico, que involucra no solo al espacio físico que albergará las actividades de reciclaje, sino también al modelo de gestión de los residuos, el mejoramiento de las condiciones laborales de los recicladores y fortalecimiento de estrategias de educación como principal herramienta de concientización ambiental y de cambio cultural para las futuras generaciones.
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Zamora, Vanesa, Alexis Zanfagnini et Laura Arrieta. « Accidentes domiciliarios en niños de uno a seis años ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería, 2012. http://bdigital.uncu.edu.ar/5765.

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Résumé :
No se presta mucha importancia al problema de los accidentes en el domicilio. Estos arrojan números significativos en lesiones, sufrimiento e incluso muertes, que se podrían evitar fácilmente y con pocos recursos. Este tipo de accidentes debería considerarse con el mismo énfasis que las enfermedades transmisibles, con sus respectivos estudios en análisis de situación de salud y políticas que la acompañan. Los factores económicos, culturales y sociales influyen directamente en la ocurrencia de accidentes. Con la aplicación de medidas de prevención, se pueden obtener resultados muy positivos. Una comunidad educada y concientizada disminuye la probabilidad de accidentes.
Fil: Zamora, Vanesa. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
Fil: Zanfagnini, Alexis. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
Fil: Arrieta, Laura. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
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Wong, Andrés. « Planta de reciclaje de residuos sólidos domiciliarios mediante incineración ». Tesis, Universidad de Chile, 2006. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/100787.

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Résumé :
En el estado actual de modernización de la sociedad, gran parte de los países desarrollados y en vías de desarrollo, han logrado un estándar en el tipo de vida de sus habitantes, donde todas la ciudades han logrado sistemas de transportes, sistemas económicos, abastecimientos de servicios y ocio, mejoras en las redes de comunicación, y mayor acceso a la información. Todos estos aspectos apuntan a mejorar la calidad de vida de los habitantes. Lamentablemente, al mismo tiempo que existe este desarrollo, existen aspectos negativos como el hecho de que se consumen los recursos naturales de manera desproporcionada, se está deteriorando el ecosistema, contaminado el medioambiente en el cual vivimos, y todo esto nos llevará a tener una peor calidad de vida en el futuro, punto que pone en crisis la idea del desarrollo. En el proceso de modernización de las ciudades el rol del arquitecto es fundamental, ya que en estos procesos de desarrollo, las ciudades sufren grandes transformaciones a niveles morfológicos y de organización, es aquí donde el arquitecto tiene una participación directa en la toma de decisiones del “hacer ciudad”. En la actualidad se habla mucho del calentamiento global, los problemas de contaminación que generan las ciudades y el agotamiento de los recursos naturales. Ante esto la disciplina de la arquitectura debería estar conciente tanto en su aprendizaje como en su labor activo. Esta debería tener respuestas o tipo de soluciones para poder proponer una disciplina capaz de absorber este tipo de problemáticas. Al parecer es capital que para el futuro desarrollo de la arquitectura, tomar en cuenta estos conceptos a objeto de genera una discusión, lo que finalmente tendrá que dar resultados prácticos para poder continuar con un mejor desarrollo de la arquitectura. En el marco actual de arquitectura domina la construcción de soluciones habitables sin mirada de futuro o las construcciones in-habitables donde priman osadías estructurales que exponen un cliché tecnológico para poder vender una imagen banal del creador. Plantearse temas como el clima, territorio, densidad, tecnología y naturaleza, son el eje hacia la creación de respuestas contingentes a las problemáticas actuales. Es por esto que el arquitecto debe retomar su rol de pensador del hábitat del ser humano y generar un entorno sustentable y de carácter social, y no restringirse a ser un buen interprete de lo que el mercado está necesitando o las modas que rigen la actualidad. El arquitecto debe ser capaz de proponer sistema de organizaciones de desarrollo arquitectónico, que puedan afrontar el turbulento futuro que se comienza a sentir en el planeta y su ecosistema. Abrazar la tecnología en pro del bienestar del hombre y su entorno es el tema que debe imperar. Vemos como hoy la arquitectura cumple a cabalidad temas como imagen corporativa, soluciones de productividad, techos para habitantes en soluciones comerciales habitacionales, o desarrollo de imágenes puramente publicitarias. ¿Pero cómo se están preparando los arquitectos, en un marco de globalización, los cambios que se divisan bajo las revoluciones climatológicas y los avances fulminantes que trae consigo los progresos tecnológicos? Entendiendo como obsoleto el concepto de conquistar el planeta, adentrarnos en la globalización y comprender el poder que ha adquirido el individuo, entenderemos que nos RESUMEN Wong, Andrés 5 estamos moviendo en una cancha que tiene nuevas reglas, nuevos movimientos que vienen a cambiar muchos de los esquemas que hasta ahora estábamos acostumbrados. Es por esto que es tiempo de replantearse el rol del arquitecto, revitalizar su discurso y abarcar mayor conocimiento dentro del ámbito en el cual debe desenvolverse bajo los nuevos esquemas que se presentan. La arquitectura debe adquirir un mayor compromiso consigo misma, y generar el conocimiento para lograr entender que el desarrollo de la globalización y la tecnología deben apuntar a una mejor calidad de vida enfrentando los nuevos cambios del medio. Bajo los estos conceptos sobre la disciplina de la arquitectura, es que se ha planteado en el proceso de titulación, afrontar problemáticas que tengan relación con estos temas de contingencia social. En el presente documento se relata el resumen del desarrollo del proyecto de título, partiendo en la búsqueda de una problemática relacionada con el medioambiente, en específico la contaminación que genera la basura, y los problemas que esta trae consigo. El análisis de esta problemática se emplaza desde la mirada del gobierno y los instrumentos mediante los cuales la controla (CONAMA, SESMA, EIA, instrumentos Municipales). Se revisan los sistemas de tratamiento y las soluciones que existen hoy en día, y cuáles de estas son los que se llevan a cabo en Chile. Luego de revisar alternativas al problema, se escoge la del reciclaje como la mejor manera de solucionar el problema de la basura, se revisan los tipos que existen y cuáles de estos son implementados actualmente. Después de un análisis se elige la incineración como la solución más óptima, y la que mejor ataca el problema de raíz. Basándose en la investigación y en la toma de decisiones en cómo afrontar el problema, se realiza un anteproyecto de arquitectura. El anteproyecto “Planta de Reciclaje de Residuos Sólidos Domiciliarios mediante Incineración”, se realiza desde la base de una profunda investigación, de la tecnología y los procesos que esta requiere, y el entendimiento de los desarrollos tecnológicos que juegan el papel principal en el diseño de la arquitectura del proyecto.
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Poblete, Tobar Óscar Antonio. « Modelo de negocio para la implementación de paneles fotovoltaicos domiciliarios ». Tesis, Universidad de Chile, 2013. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/114673.

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Résumé :
Magíster en Gestión y Dirección de Empresas
Este trabajo presenta un modelo de negocios para la implementación de paneles fotovoltaicos en casas nuevas construidas por empresas inmobiliarias, evaluando la factibilidad del negocio para casas con precios desde las UF 1500, ya sea en la Región Metropolitana o fuera de ella. En la investigación de mercado realizada se estimó la cantidad de viviendas construidas durante los años 2011 y el primer semestre de 2012, segmentándolas por precio, ubicación geográfica y por empresa constructora para luego definir el mercado objetivo. Se espera que el mercado nacional de ERNC implementadas en hogares crezca y se haga más dinámico en el mediano plazo. Esto avalado por la política energética impulsada por los últimos gobiernos así como por la creciente conciencia verde en la población. El modelo de negocios Canvas de Alexandre Osterwalder, utilizado en este trabajo establece cuatro áreas principales para un negocio, estas son: clientes, oferta, infraestructura y viabilidad financiera, las que son cubiertas por nueve bloques con el fin de hacer llegar la propuesta de valor a los clientes. El valor propuesto a las empresas inmobiliarias es mejorar su imagen por el uso de tecnologías amigables con el medio ambiente, agregar valor a sus construcciones haciéndolas más atractivas para el usuario final mediante el ahorro en el pago de la energía domiciliaria, y el pago de la instalación fotovoltaica a largo plazo junto con su casa. El costo de los componentes para las instalaciones es clave al momento de fijar el precio ofrecido a las empresas inmobiliarias y así rentabilizar el negocio. El precio de esta tecnología aun es relativamente superior a los convencionales y la tendencia mundial es a su disminución a medida que se logren avances en la eficiencia de los paneles y la disminución en los costos de producción, ya sea por el mejoramiento de la tecnología disponible en su fabricación o por economías de escala. Se realizaron simulaciones de flujos de caja para períodos de 10 años, suponiendo que se abarca el 2% del mercado meta el primer año, con un crecimiento de 50% los tres años siguientes, 25% para los siguientes tres años y de un 10% para los últimos tres años.
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Contreras, Pasten Jaime Esteban. « Plan de Negocio Reciclaje y Gestión de Residuos Sólidos Domiciliarios ». Tesis, Universidad de Chile, 2010. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/102451.

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El presente plan de negocios expone la viabilidad, técnica y económica, asociada a la creación de una empresa de servicios, dedicada a la recolección de residuos sólidos domiciliarios (de aquí en adelante RSD), con algún nivel de separación desde el origen, para posteriormente ser procesados (clasificados) y comercializados. Actualmente los habitantes de la Ciudad de Santiago de Chile producen en promedio 2,5 Kg. de RSD al día, de los cuales el 60% son recuperables, lo anterior implica que cada año es posible recuperar 2 ton, sin embargo el 90% de estos terminan siendo depositados en vertederos, sin ningún tipo de tratamiento, desaprovechando la oportunidad de generar ingresos, constituyendo un costo para la sociedad y aumentando exponencialmente el daño al medio ambiente. La visión de la empresa es lograr ser la primera empresa de reciclaje domiciliario en Chile, promoviendo un nuevo formato de negocio basado en los principios de sustentabilidad y eco inteligencia, promoviendo una ventaja competitiva donde “todos ganan”: empresa, sociedad, medio ambiente, clientes, etc. La misión busca aprovechar una oportunidad de negocio nueva, logrando penetrar y posicionarse en el mercado de RSD, respondiendo a una necesidad de la sociedad, aportando significativamente al bienestar de las personas. El objetivo del negocio, obtener utilidades a partir de la recuperación, clasificación y comercialización de RSD. La recuperación se realizara desde conjuntos habitacionales de altura ubicados en la ciudad de Santiago, específicamente en las comunas de Macul y Ñuñoa distinguiendo los siguientes componentes, Proveedores (Habitantes de Conjuntos Habitacionales) y Compradores (Empresas procesadoras de residuos), la clasificación se realizara en una planta de acopio en la comuna de La Pintana y la comercialización se realizara con empresas compradoras establecidas. La metodología empleada, esta basada en la aplicación de herramientas de análisis estratégico (FODA, Análisis de la industria: 5 fuerzas según Porter), desarrollo de Planeación Estratégica, para cada área funcional de la empresa, estableciendo estrategias para cada una de ellas. El presupuesto de obras asociado a la construcción de la losa asociada a los nuevos andenes es de $ 92 millones (IVA Incluido). Indicadores Económicos: Inversión $91.820.672, VAN $ 491.633.180, Tasa de descuento 8%,TIR 60,6%, Recuperación de inversión 2 años De acuerdo a los antecedentes expuestos, es posible enfocar el negocio hacia oportunidades que existen en los actuales mercados y los nuevos mercados que se abren por efecto de la urgente necesidad de evitar la generación de daños al medio ambiente.
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Espinoza, Cajahuaringa Sandro. « Solución móvil para un sistema de verificaciones domiciliaria y laboral ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2005. https://hdl.handle.net/20.500.12672/13884.

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Résumé :
El trabajo elaborado tiene como propósito mostrar a través de una aplicación práctica las posibilidades que brinda la tecnología WAP (Wireless Application Protocol) en diversos campos de aplicación, para ello se tomó como base un problema específico en una empresa privada CERTICOM (Centro de Riesgos Comerciales). La solución contemplada abarca desde el análisis hasta el desarrollo de la aplicación.
Trabajo de suficiencia profesional
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Parpinello, Alessandra <1985&gt. « Gli Interventi Educativi Domiciliari nella Regione Emilia-Romagna : un'indagine esplorativa ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8878/1/Parpinello_Alessandra_tesi.pdf.

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Résumé :
L’attuale fase storica, caratterizzata dal termine di ogni forma di istituzionalizzazione dei minori in direzione della loro integrazione nella comunità, è segnata dal punto di vista legislativo dall’emanazione e dalla attuazione della L.149 del 2001 che all’Art. 1 recita: “Ogni minore ha diritto a crescere nella propria famiglia”, ponendo come obiettivo prioritario il rispetto del diritto fondamentale dei bambini a mantenere i propri legami familiari e comunitari. L’emanazione della Legge 285 nel 1997 ha segnato altresì una svolta nel modo di intendere il concetto di domiciliarità che da mera funzione medica e assistenzialistica è andato connotandosi di funzioni educative e di promozione del minore e del suo contesto di vita (Milani, 2004), riconoscendo nella figura dell’educatore la professionalità adatta a svolgere tale compito. La questione dei servizi domiciliari di sostegno alle famiglie di bambini in difficoltà si configura, in un panorama nazionale così descritto, un problema evidente e sul quale necessariamente fare ricerca. Gli interventi educativi domiciliari si collocano all’interno di questi servizi con la finalità generale di mantenere, anche in presenza di situazioni di disagio familiare, il minore nella famiglia d’origine (Janssen, 2003). La ricerca si è focalizzata su come, nella Regione Emilia-Romagna, il dispositivo degli interventi educativi domiciliari venga interpretato e attivato dai diversi soggetti istituzionali (Tribunale per i Minorenni e Servizi Sociali territoriali-Area Minori), con un approfondimento relativo al contesto dei Servizi Sociali territoriali e con l’obiettivo generale di fornire informazioni utili a orientare le politiche e le realizzazioni a livello regionale e nazionale. La tematica oggetto della tesi è stata esplorata mediante un’analisi della letteratura internazionale e nazionale, la strutturazione e somministrazione di un questionario rivolto ai Responsabili dei Servizi Sociali territoriali della Regione Emilia-Romagna e la realizzazione di alcune interviste a giudici del Tribunale per i Minorenni di Bologna.
The current historical phase, characterized by the end of every form of institutionalization of minors in the direction of their integration into the community is marked from a legislative point of view by enactment and implementation of Law 144 of 2001 that to the Article 1 establishes: "Every child has the right to grow in their own family", with the primary objective of respecting the fundamental right of children to maintain their family and community ties. In 1997, the enactment of Law 285, marked a turning point in the understanding of the concept of domiciliarity which, from a mere medical and welfare function, has become connoted with educational functions and the promotion of the minor and his life context (Milani, 2004), recognizing in the figure of the educator the professionalism suitable to carry out this task. The question of home care services to support families of children in difficulty is, in a national scenario described as such, an obvious problem and on which to do research. Home educational interventions are located within these services with the general purpose of maintaining, even in situations of family hardship, the minor in the family of origin (Janssen, 2003). The research focused on how, in the Emilia-Romagna Region, the device of home educational interventions is interpreted and activated by the various institutional subjects (Court for Minors and Social Services), with an in-depth analysis on the context of the Services Social territorial. The subject matter of the thesis was explored through a careful analysis of literature, the structuring and administration of a questionnaire addressed to the Heads of the territorial Social Services - Minor Area of the Emilia-Romagna Region and the realization of some interviews with judges of the Court for Minors of Bologna.
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Simian, López José Manuel. « Aspectos jurídicos y económicos de los servicios de residuos sólidos domiciliarios ». Tesis, Universidad de Chile, 2002. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/115634.

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Résumé :
Memoria (licenciado en ciencias jurídicas y sociales)
No autorizada por el autor para ser publicada a texto completo
En el Capítulo I se analiza la problemática de los residuos sólidos domiciliarios desde una perspectiva histórica. En el Capítulo II se revisan los diversos cuerpos legales en juego con los servicios de residuos sólidos domiciliarios, desde la Constitución Política de la República, de donde emanan los deberes de las Municipalidades, a la Ley Orgánica Constitucional de Municipalidades. En el Capítulo III se dan conceptos legales de residuos sólidos domiciliarios y, a falta de una regulación armónica, se los clasifica dentro de nuestra legislación común. En el Capítulo IV, se analiza la naturaleza de servicio público de los servicios de residuos sólidos domiciliarios, tanto a la luz de disposiciones legales generales de nuestro ordenamiento, como de la doctrina de los servicios públicos. En el Capítulo V se analizan brevemente las formas a través de las cuales las Municipalidades traspasan la gestión de servicios de residuos sólidos domésticos a particulares (contratación, concesión, franquicia y competencia abierta), y luego se desarrolla un análisis de la concesión de servicio público. En el Capítulo VI se analiza la naturaleza jurídica de las relaciones jurídicas existentes entre las Municipalidades, los concesionarios o quienes prestan efectivamente los servicios en estudio, y los usuarios de los mismos. En el Capítulo VII se analizan los aspectos económicos de la regulación de los servicios de residuos sólidos domiciliarios. En el Capítulo VIII se exponen resumidamente las secciones relevantes de algunos dictámenes de los organismos de defensa de la libre competencia de nuestro país respecto al mercado de los servicios de residuos sólidos domiciliarios.
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Urtubia, Mora Edith. « Centro de clasificación de residuos domiciliarios de pequeño y gran volumen ». Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/144598.

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Caro, Coria Dino Carlos. « El Abono del Arresto Domiciliario en el cumplimiento de la Pena ». Derecho & ; Sociedad, 2017. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/118737.

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Ávila, De La Cruz Pilar, Cubas Consuelo Suzette Gonzales et Huamán Elizabeth Ángela Limo. « Diseño de procesos para el programa de atención domiciliaria de EsSalud ». Master's thesis, Universidad del Pacífico, 2016. http://hdl.handle.net/11354/2433.

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Résumé :
El presente trabajo de investigación tiene por finalidad conocer y analizar la situación actual del proceso del Programa de Atención Domiciliaria (PADOMI) que brinda EsSalud en el ámbito de Lima y el Callao, efectuar el análisis de los subprocesos que lo conforman, elaborar un marco referencial de las normas que regulan dicha prestación, evaluar su organización interna y, a partir de ello, identificar factores o causas que limitan el acceso de nuevos pacientes al servicio o restringen el otorgamiento de prestaciones complementarias, como son los servicios de ayuda al diagnóstico, entrega de medicamentos, atenciones de urgencia y otras necesarias para mantener la calidad de vida de los pacientes inscritos. Para dicho propósito se recopiló y revisó documentos de gestión institucional de EsSaludy directivas internas vinculadas con el PADOMI, también políticas y lineamientos, nacionales y sectoriales, emitidos en favor de la población adulta mayor; y ante la Gerencia Central de Operaciones y Gerencia de Organización y Procesos de EsSalud se gestionaron las debidas autorizaciones para entrevistar al personal del PADOMI y ejecutar visitas de campo para observar su operatividad, permitiendo conocer in situ este proceso.
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Miranda, Pérez Jenny Sue Scarlette. « Diseño a escala local : Equipo domiciliario para el aprovechamiento de residuos ». Tesis, Universidad de Chile, 2018. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/159533.

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Résumé :
Ingeniera Civil Química
Esta memoria ha sido concebida como una guía educativa para que cualquier persona interesada en el diseño, iniciada o no en el tema, pueda comprender el diseño y su proceso creativo, desde la ciencia aplicada, la sustentabilidad y la innovación. Los residuos sólidos son objetos que han perdido su utilidad y que son descartados. Durante siglos de desarrollo humano han sido acumulados y, actualmente, la mayor parte es dispuesta en rellenos sanitarios generando impactos negativos en el planeta. En Chile, los residuos están concentrados en la Región Metropolitana (RM), con un 43% del total nacional. A fin de aportar en la solución del problema, se propone concebir y diseñar un equipo que aproveche residuos a nivel domiciliario y se adapte a usuarios en diferentes contextos de la RM, utilizando las herramientas de diseño Upcycle y TRIZ, que permiten integrar la sustentabilidad e innovación en el diseño, respectivamente. Con la meta de crear el equipo, se compuso una metodología dividida en: definición del problema, resolución del problema y cierre de la solución, integrando los pasos propuestos por Upcycle y TRIZ. Definición del problema: a partir de una encuesta, se determinó que el flujo promedio de residuos generados en una vivienda de la RM es de 1,6 [kg/día], compuesto por: plásticos (5,5%), orgánicos (46,6%), vidrios (20,9%), papeles y cartones (5,7%), metales (4,9%) y otros (16,5%). También de la encuesta y de un estudio bibliográfico, se definieron las características físicas y sociales de los domicilios; con ellas se decidieron las características deseadas para el equipo, destacando su instalación en cualquier vivienda de la RM, tratamiento de un tipo de residuo y operación manual. Considerando los impactos asociados a los tipos de residuos y sus posibles tratamientos, se decidió que el equipo trataría residuos orgánicos mediante digestión anaeróbica, produciendo biogás para cocinar, con un caso base de 0,6 [kg/día]. Un estudio de antecedentes permitió definir las etapas necesarias para el proceso y sus condiciones, y otorgó ideas iniciales para configurar el equipo. Resolución del problema: considerando las etapas del proceso, se determinó que el equipo debe realizar 12 operaciones unitarias, de las cuales se dimensionaron 8, obteniéndose un volumen total de 1.040 [l]. Se realizó el diseño de las partes del equipo, es decir, se definió cómo llevar a cabo las operaciones unitarias, incluyendo aislación y suministros de calor requeridos. Se obtuvo un volumen final de 1.331 [l], donde el 75% corresponde al almacenamiento de biogás. El equipo genera un flujo promedio de 98 [l_biogás/día], con un rendimiento de 163 [l_biogás/kg_residuos]. Se resolvió un equipo compuesto por dos secciones: la sección 1 recibe los residuos orgánicos, procesa el sustrato, limpia el biogás obtenido y almacena digestato (subproducto), y tiene una configuración de prisma hexagonal; la sección 2 almacena biogás, y tiene 4 módulos para ser distribuidos espacialmente de diferentes maneras y adaptarse al espacio disponible. Cierre de la solución: se concluyó que todas las características deseadas fueron cumplidas por el diseño propuesto, mas su tamaño es excesivo para adaptarse a todas las viviendas de la RM. Ahora bien, el diseño logrado se considera completo, bien sostenido y satisfactorio. Respecto a las metodologías de diseño TRIZ y Upcycle, se concluyó que ambas son generales y poco estructuradas, y deben ser mejoradas para ser aplicadas en la ingeniería de procesos.
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Henríquez, Prieto Alejandra. « La visita psicoterapéutica Intervención domiciliaria como posibilidad de habitar nuevos sentidos ». Tesis, Universidad de Chile, 2018. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/167910.

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Résumé :
Magister en Psicología Clínica de Adultos
El objetivo del presente estudio es comprender los sentidos que emergen en el encuentro entre terapeutas y consultantes, en el marco de visitas domiciliarias que forman parte de un proceso psicoterapéutico sistémico de instituciones de salud mental públicas. Para ello se realiza un estudio exploratorio, analítico-relacional, con un enfoque metodológico cualitativo que incorpora entrevistas reflexivas, aproximándonos con ello a la complejidad de situaciones terapéuticas particulares, donde tanto terapeuta como consultante mostraron una disposición inicial por desmarcarse del setting tradicional del box. Dentro de los resultados aparecen dimensiones centrales de sentido, como son el usuario/a y su habitar como refugio y arraigo; actitudes terapéuticas de cautela, comodidad, confianza, y humanidad; relaciones vinculares re-situadas con acento en el recibimiento a la casa, la inversión de roles, la íntima complicidad, los objetivos comunes, compartir experiencias, la sensación de ser vistas de las usuarias, el humor y la confirmación mutua; acciones psicoterapéuticas de exploración, reflexión conjunta, validación afectiva, mejoras habitacionales y trasladar la casa al box y, por último, otros emergentes como son las características del contexto, nuevos recursos, la interacción familiar también de los que no están presentes y las huellas cotidianas. Con ello fue posible evaluar los efectos que la práctica de la visita domiciliaria tiene en relación con el dispositivo psicoterapéutico, a partir de un análisis teórico que incorporó la relación con la fenomenología del habitar y las dimensiones políticas y éticas involucradas en este tipo de intervenciones psicosociales, como son la aparición de usuarios con un potencial más activo en sus procesos y una aproximación vincular desde la colaboración y el reconocimiento de la alteridad. Así también, se empieza a trascender lo puramente “psi” en la conceptualización del psicólogo clínico, desafiándolo a recorrer aspectos sociales, contextuales y materiales que han sido históricamente exclusivos de otras áreas de la psicología, o derechamente de otras disciplinas
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Flores, Romo Janet Liliana. « Validez de la guía de valoración para pacientes adultos mayores de grado de dependencia III durante la visita domiciliaria de urgencias del Programa de Atención Domiciliaria-EsSalud ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2011. https://hdl.handle.net/20.500.12672/14951.

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Résumé :
El documento digital no refiere asesor
En el presente trabajo de investigación tiene su origen en los sucesos actuales de nuestro país, donde se va incrementando el interés del profesional de enfermería en realizar estudios de investigación. Uno de los enfoques que cuenta es la llamada investigación metodológica que la orienta a elaborar y demostrar la validez de instrumentos que garantice la recolección de datos confiables, precisos, objetivos y útiles para planificar, ejecutar y evaluar los cuidados de enfermería. En en el área de la geriatría que maneja el servicio de Prestaciones de Atención Domiciliaria (PADOMI), donde constituye la atención preferencial que brinda EsSALUD en el domicilio a los pacientes con incapacidad para desplazarse a los Centros Asistenciales, con el objetivo de mejorar su calidad de vida y brindarles una atención digna. Surge de esta manera la necesidad de investigar sobre cuál es la validación de la guía de valoración para pacientes adultos mayores de grado de dependencia III durante la visita domiciliaria de urgencias del Programa de Atención Domiciliaria, EsSalud, 2009. El estudio realizado es de nivel aplicativo, tipo cuantitativo, método cuasi experimental transversal. El área en que se realizará el estudio es en Urgencias-PADOMI el cual pertenece a EsSalud, ubicado entre Arenales y Domingo Cueto del distrito de Lima Cercado. Dicha institución ofrece los servicios de atención de salud a pacientes geriátricos con enfermedades crónica. Para el desarrollo de los servicios mencionados, se cumple un horario de dos turnos que son guardia de día y guardia de noche. La población estará constituida por todas las enfermeras del área de Urgencias-PADOMI, son 35 enfermeras(os) por lo cual se tomará a todas y no se realiza muestra.
Trabajo académico
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Perea, Nélida, et Gladys Guiñazú. « Partos domiciliarios en diferentes grupos poblacionales en el departamento de San Carlos ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería, 2009. http://bdigital.uncu.edu.ar/6023.

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Résumé :
El objetivo de este trabajo es describir el grado de conocimiento que tienen las madres sobre el parto en eldomicilio, a través de un estudio descriptivo en las diferentes comunidades del Departamento de San Carlos. Se intenta establecer si hay aumento de partos en domicilios en las diferentes comunidades de San Carlos, conocer qué aspectos le desagradan del centro asistencial, conocer su aspecto emocional antes y después del parto, detectar si las madres conocen los riesgos y los beneficios de tener un parto en domicilio.
Fil: Perea, Nélida. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
Fil: Guiñazú, Gladys. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Médicas. Escuela de Enfermería..
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Mujal, Martínez Abel. « Efectividad y seguridad del tratamiento antibiótico domiciliario endovenoso (TADE) en poblaciones vulnerables ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/402346.

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Résumé :
Objetivos: El Tratamiento Antibiótico Domiciliario Endovenoso (TADE) es una alternativa al ingreso hospitalario para infecciones moderadamente severas. Pocos estudios han analizado su seguridad y efectividad en el tratamiento de infecciones en poblaciones vulnerables. El objetivo de esta tesis es analizar la seguridad y efectividad del TADE en pacientes derivados desde el servicio de urgencias (SU), en infecciones por bacterias multirresistentes (BMR) y en población anciana. Métodos: Se recogieron prospectivamente todos los adultos ingresados en nuestra unidad de Hospitalización a Domicilio (HaD) entre 2008 y 2012. Todos los tratamientos antibióticos fueron administrados por el propio paciente o cuidador mediante dispositivos de infusión elastoméricos. La efectividad se evaluó mediante el análisis de los reingresos hospitalarios por mal control dle la infección. La seguridad se evaluó mediante el análisis de los efectos adversos, complicaciones relacionadas con los catéteres y los reingresos hospitalarios por causas no relacionadas con un mal control de la infección. Resultados: En el primer estudio se recogieron 492 ingresos para TADE (en 409 pacientes), 92 procedentes del SU y 400 de otros dispositivos asistenciales. Los procedentes del SU presentaron edad más avanzada, mayor deterioro funcional, estancia media más corta, mayor proporción de infecciones urinarias y menor porcentaje de infecciones por Pseudomonas aeruginosa. Proceder del SU no se asoció a un mayor riesgo de reingreso hospitalario, a una peor evolución de la infección, ni a un incremento de las infecciones asociadas a cuidados sanitarios (IACS). En el segundo estudio hubo 433 ingresos para TADE (en 355 pacientes). Hubo 226 (52.2%) ingresos debidos a infecciones por BMR y 207 (47.8%) debidos a bacterias no multirresistentes (BNMR). Los reingresos hospitalarios en pacientes con infecciones por BMR fueron infrecuentes. Las infecciones por enterococos multirresistentes, las IACS, y el tratamiento con carbapenems fueron variables independientes asociadas a un aumento de los reingresos por mal control de la infección. Los reingresos no relacionados con un mal control de la infección, los efectos adversos y las complicaciones relacionadas con el catéter fueron similares entre las infecciones por BMR y las infecciones por BNMR. En el tercer estudio, se registraron 420 episodios de TADE en 351 pacientes: 139 (33.1%) en <65 años, 182 (43.3%) entre 65-79 años y 99 (23.6%) en ≥80 años. Los pacientes ≥80 años tuvieron un Barthel significativamente menor. La duración del TADE y la estancia media en HaD fueron similares en los tres grupos. Los pacientes más ancianos tuvieron similares cambios en el tratamiento antibiótico y en las tasas de reingreso por mal control de la infección pero mayores tasas de reingreso por empeoramiento de sus enfermedades de base que los adultos más jóvenes. Los efectos adversos y las complicaciones relacionadas con el catéter fueron similares en los tres grupos de edad. Conclusiones: El TADE, administrado por el paciente o cuidador mediante bombas de infusión elastoméricas resultó seguro y efectivo en las tres poblaciones estudiadas. La proporción de pacientes que requirieron reingreso no superó el 10%. La autoadministración permite realizar TADE complejo, con la administración de varias dosis de antibiótico diarias, así como la combinación de varios antibióticos de forma simultánea lo que suele ser frecuente en infecciones por BMR.
Objectives: Outpatient Parenteral Antimicrobial Therapy (OPAT) is an alternative to hospital ppñadmission for moderately severe infections. However, few studies have analyzed its safety and effectiveness in the treatment of infections in vulnerable populations. The purpose of this thesis is to analyze the safety and effectiveness of OPAT in patients discharged from the emergency department (ER), in multidrug-resistant (MDR) bacterial infections and in older people. Methods: We prospectively evaluated all adults admitted to our Hospital al Home Unit (HHU) for OPAT in the period 2008-12. All the antibiotic treatments were administered by caretakers, or self-administered by patients, through elastomeric infusion devices. Effectiveness was assessed by analysing readmission to hospital for inadequate control of underlying infection. Safety was assessed by analysing adverse events, catheter related complications and readmissions to hospital for causes unrelated to inadequate control of underlying infection. Results: In the first study we registered 409 patients and 492 courses of TADE; the ER referred 92 patients and 400 patients came from other departments. Emergency patients were older, had greater functional impairment, a shorter stay in program, a higher rate of urinary tract infection, and a lower rate of Pseudomonas aeruginosa infection. Referral from the ER was not associated with higher risk of readmission to hospital, worse infection course or outcome, or development of a healthcare-associated infection. In the second study there were 433 admissions (in 355 patients) for OPAT. There were 226 (52.2%) admissions due to MDR infections and 207 (47.8%) due to non-MDR infections. Hospital readmissions in patients with MDR infections were uncommon. MDR enterococcal infections, healthcare-associated infections and carbapenem therapy were independent variables associated with increased readmissions for inadequate control of underlying infection. Readmissions not related with inadequate control of underlying infection, adverse events, and catheter-related complications were similar in MDR compared with non-MDR infections. In the third study, 420 episodes of OPAT were registered in 351 patients: 139 (33.1%) in patients aged <65 years, 182 (43.3%) in those aged 65-79 years and 99 (23.6%) in those aged ≥80 years. Patients aged ≥80 years had a significantly lower Barthel index. The length of stay for OPAT and the complete HHU stay were similar in the three groups. Older people had similar changes in antibiotic treatment and hospital readmission rates due to inadequate control of underlying infection but higher readmission rates due to worsening of underlying diseases than younger adults. Adverse events and catheter-related complications were similar in the three age groups. Conclusions: OPAT, administered by patients or their caretakers using elastomeric infusion pumps, was safe and effective in the three populations studied. The proportion of patients requiring readmission (during the stay in HHU or before 30 days after discharge) did not exceed the 10% in all cases. The self-administration of OPAT by elastomeric pumps make possible to carry out complex OPAT because they enable patients or caretakers to administer antibiotics in several doses per day, as well as to administer combinations of different antimicrobials, which are frequently needed in patients with MDR infections.
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Muñoz, Marí Jorge. « Arquitectura abierta encalable para monitorización domiciliaria : aplicación a pacientes con patologías cardiacas ». Doctoral thesis, Universitat de València, 2003. http://hdl.handle.net/10803/9725.

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Résumé :
En esta Tesis se propone una arquitectura abierta y escalable destinada a lamonitorizaci´on domiciliaria.Con el aumento de la poblaci´on y la mejora de la calidad y esperanza devida, la ocupaci´on de los hospitales es un problema cada d´ýa m´as acuciante.Desde hace tiempo, se viene pensando como posible soluci´on las consultas ylos cuidados a distancia, lo cual no es otra cosa que la telemedicina.El auge de las telecomunicaciones y su implantaci´on en la sociedad modernahacen viable su uso en medicina, y se presentan como una soluci´on id´oneaal problema citado.En esta Tesis se plantea el uso de tecnolog´ýas y herramientas modernas paraaportar soluciones al problema de la monitorizaci´on de pacientes remota,a trav´es de una arquitectura modular que permite implementar servicioseficientes para la telemonitorizaci´on.Se hace un estudio de los sistemas de monitorizaci´on remota existentes hoyen d´ýa, tanto a nivel comercial como a nivel de investigaci´on. Se trata deaportar una soluci´on, basada en t´ecnicas de procesado digital de se nales, queadem´as de crear un simple canal de comunicaci´on aporte una monitorizaci´on"inteligente" que ayude a la toma de decisiones por parte de los especialistas.Se tienen en cuenta diversos aspectos como el ahorro de ancho de banda enlos canales de comunicaci´on, la seguridad en las transferencias y el uso deest´andares para facilitar la integraci´on con los sistemas existentes y futuros.Como ejemplo pr´actico de la arquitectura propuesta, se implementa un sistemade monitorizaci´on remota enfocado a pacientes que sufren alg´un trastornocard´ýaco, fundamentalmente enfocado a pacientes post-infarto. Dichosistema es capaz de analizar la se nal de electrocardiograma por s´ý mismo ygenerar alarmas en caso de que se produzca alg´un peligro. Para completarlo,se implementa tambi´en un modelo de servidor que recoge los datos analizadospor el sistema remoto y permite gestionarlos desde el Centro M´edico.Se han evaluado los m´odulos implementados, y se ha hecho un an´alisis exhaustivode los algoritmos propuestos. Por ´ultimo se han establecido lasconclusiones y se indica la proyecci´on futura para posteriores trabajos.
In this PhD thesis, we propose and test an open and scalable arquitecturefor telemonitoring.Occupation in hospitals is a very relevant problem nowadays. A possiblesolution could be the use of teleconsulting and telecare, which essentiallyare telemedicine counterparts.In the last years, telecommunication networks have been improved and in-stalled. Nowadays, it is possible to use them in medicine, and they representa very good solution to our problem.This PhD thesis uses modern technologies and tools in order to o®er so-lutions for telemonitoring. We propose a modular system that allows theimplementation of e±cient services for telemonitoring.A previous study of the state of the art telemonitoring systems has beendone. Both commercial systems and projects of other research groups havebeen studied. Our goal is to ¯nd a solution, based on digital processingtechniques, that serves not only as a communication channel, but as aninteligent system which helps experts to take the correct decisions. For thatpurpose, we have taken into account di®erent aspects such as optimal use ofthe bandwidth, security transfers and standars accomodation of the systemspeci¯cations. They are all closely related to facilitate the integration withother present and future systems.As an example of the proposed arquitecture, we have implemented a tele-monitoring system for patients with cardiac pathologies, focusing mainly inpost-infarcted patients. Our system can analyze the electrocardiogram sig-nal and generate an alarm if it detects any risk situation. To complete thesystem, we have also implemented a server which receives data sent by ourremote device and allows its management from the hospital center.The implemented modules have been evaluated. We have done exhaustivetests of the proposed algorithms. Finally, conclusions have been establishedand directions for future works have been proposed.
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Yuaso, Denise Rodrigues. « Treinamento de cuidadores familiares de idosos de alta dependencia em acompanhamento domiciliario ». [s.n.], 2000. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/251336.

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Résumé :
Orientador: Luiz Eugenio Garcez Leme
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-29T05:55:21Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Yuaso_DeniseRodrigues_M.pdf: 400390 bytes, checksum: 72b66e223aa59c5f581b23f1574603cb (MD5) Previous issue date: 2000
Mestrado
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Paz, Lourido Berta. « Entre lo ideal y las realidades : la Fisioterapia en la atención primaria domiciliaria ». Doctoral thesis, Universitat de les Illes Balears, 2008. http://hdl.handle.net/10803/9395.

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Résumé :
Esta investigación emerge del proceso de reflexión que cuestiona las relaciones entre la teoría y la práctica de la Fisioterapia en Atención Primaria de Salud (APS), centrando la mirada en la intervención domiciliaria, no desarrollada hasta la fecha en Mallorca. Desde un paradigma crítico social, esta investigación cualitativa explora las perspectivas de distintos colectivos profesionals de APS sobre la fisioterapia en Atención Primaria domiciliaria. Fueron entrevistados 54 profesionales de forma individual o en grupo, presentando en los resultados las consideraciones de la atención domiciliaria en APS, la fisioterapia y su desarrollo en el contexto. La discusión presenta críticamente los aspectos emergidos bajo la perspectiva las necesidades de salud, la equidad, el acceso a la salud, la formación de profesionales y el papel de la Atención Primaria de Salud, con énfasis en la fisioterapia. Todo ello encamina a las implicaciones para la política, las prácticas, la investigación y la educación.
This research arises from a process of reflection questioning the relations between theory and practice related to Physiotherapy in Primary Health Care (PHC). It focuses on home physiotherapy, which is not, to date, offered within this system in Majorca. A qualitative research was developed to explore the perspectives of PHC professionals about home physiotherapy using the social critical paradigm as theoretical perspective. A total number of 54 PHC professionals were interviewed, using individual and group interviews for data collection. The results include their considerations about home care in PHC, physiotherapy and the development of home physiotherapy in PHC in the context. The discussion presents critically the topics that emerged during the research, highlighting the issues of the health needs, equity, access to health, health professional education and the role of Primary Health Care, with emphasis in physiotherapy. That leads to the implications regarding to the policies, practices, research and higher education.
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Gomis, Zalaya Ona. « Una intervención domiciliaria en pacientes con psicosis que presentan baja adherencia al tratamiento ». Doctoral thesis, Universitat Ramon Llull, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666249.

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Résumé :
L’objectiu principal consisteix en avaluar l’efectivitat de la intervenció domiciliària (PSICODOM) en pacients afectats de trastorns de l’espectre psicòtic que presenten resistència al tractament integrat en la millora de: l’adherència al tractament farmacològic i psicoterapèutic, la consciència de malaltia, la funcionalitat psicosocial, l’estat d’ànim; i en la reducció de: les recaigudes, la simptomatologia positiva, la negativa i la psicopatologia general. També es pretén millorar tant del pacient i de la família: la comunicació familiar, l’estat d’ànim i la qualitat de vida. Per altra banda, es pretén comparar l’evolució dels pacients que han rebut el programa PSICODOM amb aquells que formen part del grup CONTROL que reben únicament el seguiment domiciliari habitual per part de l’equip de Trastorn Mental Sever (psiquiatra, infermera PSI, infermera i treballadora social). Mètode. Els participants de l’estudi constitueixen una mostra de 28 pacients; el disseny de la investigació consisteix en un assaig clínic aleatoritzat, pel que es van assignar a dos grups, 14 pertanyents al grup PSICODOM i 14 al grup CONTROL. Juntament amb aquests pacients, han participat en l’estudi 22 dels seus familiars, 12 familiars del grup PSICODOM i 10 del grup CONTROL. Els instruments utilitzats han estat: PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), EEAG (Escala de Evaluación de la Actividad Global); BDI-II (Beck Depression Inventory-II); QOLI (Quality of Life Interview); SFS (Social Functioning Scale); SUMD (Scale of Unawareness of Mental Disorder); Test Morisky-Green; FCS (Familiar Communication Scale); SCID-I/P; PBI (Parental Bonding Instrument). Els resultats indiquen que una intervenció domiciliària en pacients resistents a tractament que pateixen esquizofrènia, realitzada amb el pacient i la família, almenys durant 12 mesos, té un alt impacte sobre la reducció de la resistència al tractament integrat i evoluciona més positivament en general en les mesures intra-grupals als 12 mesos en: la comunicació familiar per part de la família; la consciència de malaltia; l’activitat global. Respecte a la comparació entre els grups, als 6 mesos ja es constatava, en el grup PSICODOM, una major consciència de malaltia (p=0,007). Als 12 mesos, s’evidencia una reducció del nombre de recaigudes (p=0,43) i una reducció de la psicopatologia general en l’escala PANSS sense tenir diferències significatives, un manteniment de la funcionalitat social (p=0,011), i una millora de l’activitat global (p=0,019). L’única variable en què els resultats són més favorables en el grup CONTROL, és en un dels ítems de la presa de medicació (administració a les hores indicades, p=0,05). En la resta de variables no s’han obtingut puntuacions significatives. Els resultats obtinguts en la part quantitativa de l’escala de comunicació familiar, en el grup PSICODOM, resulten amb puntuacions significatives per part dels familiars als 12 mesos (p=0,038), millorant així aquesta comunicació. Els resultats comparatius amb l’estudi qualitatiu realitzat, demostren que, per una part, en relació a variables familiars: es millora el susbsistema fraternal i la co-dependència parental; es genera cooperació familiar; es fomenta el suport mutu, l’assertivitat i la confiança; s’augmenta l’empatia cognitiva; es redueix el criticisme, la sobreprotecció i l’hostilitat; es genera transparència i la bidireccionalitat, per a poder transmetre com es senten i ajudar-se; i, per altra banda, en quant a variables personals: es fomenta l’autonomia-independència dels pacients per a poder portar a terme tasques de la vida diària així com millorar el gaudi d’aquests; es promou l’acceptació i la validació personal i del sistema. En conclusió, es desprèn del conjunt de resultats d’aquesta tesis que una intervenció domiciliària en pacients resistents a tractament que pateixen esquizofrènia, realitzada amb el pacient i la família, almenys durant 12 mesos, té un alt impacte sobre la reducció de la resistència al tractament integrat i evoluciona més positivament en general en les mesures intra-grupals com en la comparació entre els grups. La població d’estudi necessita temps i, per tant, una intervenció realitzada durant un període prolongat en el domicili, pot disminuir les recaigudes, augmentar el funcionament social, l’activitat global i la consciència de malaltia, així com la comunicació familiar.
El objetivo principal consiste en evaluar la efectividad de la intervención domiciliaria (PSICODOM) en pacientes afectados de trastornos del espectro psicótico que presentan resistencia al tratamiento integrado en la mejora de: la adherencia al tratamiento farmacológico y psicoterapéutico, la conciencia de enfermedad, la funcionalidad psicosocial, el estado de ánimo; y en la reducción de: las recaídas, la sintomatología positiva, la negativa y la psicopatología general. También se pretende mejorar tanto del paciente y de la familia: la comunicación familiar, el estado de ánimo y la calidad de vida. Por otro lado, se pretende comparar la evolución de los pacientes que han recibido el programa PSICODOM con los que forman parte del grupo CONTROL que reciben únicamente el seguimiento domiciliario habitual por parte del equipo de Trastorno Mental Severo (psiquiatra, enfermera PSI, enfermera y trabajadora social). Método. Los participantes del estudio constituyen una muestra de 28 pacientes; el diseño de la investigación consiste en un ensayo clínico aleatorizado, por lo que se asignaron a dos grupos, 14 pertenecientes al grupo PSICODOM y 14 al grupo CONTROL. Junto con estos pacientes, han participado en el estudio 22 de sus familiares, 12 son familiares del grupo PSICODOM y 10 del grupo CONTROL. Los instrumentos utilizados han sido: PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale), EEAG (Escala de Evaluación de la Actividad Global); BDI-II (Beck Depression Inventory-II); QOLI (Quality of Life Interview); SFS (Social Functioning Scale); SUMD (Scale of Unawareness of Mental Disorder); Test Morisky-Green; FCS (Familiar Communication Scale); SCID-I/P; PBI (Parental Bonding Instrument). Los resultados indican que una intervención domiciliaria en pacientes resistentes a tratamiento que sufren esquizofrenia, realizada con el paciente y la familia, al menos durante 12 meses, tiene un alto impacto sobre la reducción de la resistencia al tratamiento integrado y evoluciona más positivamente en las medidas intra-grupales a los 12 meses en: la comunicación familiar por parte de la familia; la conciencia de enfermedad; la actividad global. Respecto a la comparación entre los grupos, a los 6 meses ya se constata, en el grupo PSICODOM, una mayor conciencia de enfermedad (p=0,007). A los 12 meses, se evidencia una reducción del número de recaídas (p=0,043) y una reducción de la psicopatología general en la escala PANSS sin ser significativa, un mantenimiento de la funcionalidad social (p=0,011), y una mejoría de la actividad global (p=0,019). La única variable en que los resultados son más favorables en el grupo CONTROL, es en uno de los ítems de la toma de medicación (administración a las horas indicadas, p=0,05). En el resto de variables no se han obtenido puntuaciones significativas. Los resultados obtenidos en la parte cuantitativa de la escala de comunicación familiar, en el grupo PSICODOM, resultan con puntuaciones significativas por parte de los familiares a los 12 meses (p=0,038), mejorando así dicha comunicación. Los resultados comparativos con el estudio cualitativo realizado, demuestran que, por una parte, en relación a variables familiares: se mejora el subsistema fraternal y la co-dependencia parental; se genera cooperación familiar; se fomenta el soporte mutuo, la asertividad y la confianza; aumenta la empatía cognitiva; se reduce el criticismo, la sobreprotección y la hostilidad; se genera transparencia y la bidireccionalidad, para poder transmitir cómo se sienten y ayudarse; y, por otra parte, en cuanto a variables personales: se fomenta la autonomía-independencia de los pacientes para poder llevar a cabo tareas de la vida diaria así como mejorar el disfrute de éstos; se promueve la aceptación y la validación personal y del sistema. En conclusión, se desprende del conjunto de resultados de esta tesis que una intervención domiciliaria en pacientes resistentes a tratamiento que sufren esquizofrenia, realizada con el paciente y la familia, al menos durante 12 meses, tiene un alto impacto sobre la reducción de la resistencia al tratamiento integrado y evoluciona más positivamente en general en las medidas intra-grupales como en la comparación entre los grupos. La población de estudio necesita tiempo y, por lo tanto, una intervención realizada durante un periodo prolongado en el domicilio, puede disminuir las recaídas, aumentar el funcionamiento social, la actividad global y la conciencia de enfermedad, así como la comunicación familiar.
The main objective consists on evaluating the effectivity of the domiciliary intervention (PSICODOM) in patients affected from disorders of psychotic spectrum that show resistance to the treatment integrated on the improvement of: adherence to pharmacological and psychotherapeutic treatment, the illness consciousness, psychosocial functionality, mood; and decrease of: relapses, positive and negative symptomatology and general psychopathology. There is also the purpose of improving both patient and family: communication, mood and quality of life. On the other hand it is pretended to compare the evolution of patients that have received the PSICODOM program with the ones that are part of CONTROL group that only receive the usual domiciliary follow up by the Severe Mental Disorder Team (psychiatrist, PSI nurse, nurse and social worker). Method. The study participants form a sample of 28 patients; the investigation design consists in a randomized clinical essay, where two groups has been allocated, 14 patients to PSICODOM group and 14 to CONTROL group. Linked to those patients, on the study have participated 22 of their family members, 12 family members of PSICODOM group, and 10 of CONTROL group. The instruments used have been PANSS (Passive and Negative Syndrome Scale), EEAG (Global Activity Evaluation Scale); BDI-II (Beck Depression Inventory–II); QOLI (Quality of Life Interview); SFS (Social Functioning Scale); SUMD (Scale of Unawareness of Mental Disorder); Test Morisky-Green; FCS (Familiar Communication Scale); SCID-I/P; PBI (Parental Bonding Instrument). The results indicate that the domiciliary intervention on resistant to treatment patients that suffer schizophrenia, carried out together with patient and family, at least during 12 months, have a high impact on the reduction to integrated treatment resistance and a positive evolution on the intra-group measures at 12 months in: family communication from the relatives viewpoint; illness consciousness; global activity. Regarding the group comparison, at 6 months it is determined, that in PSICODOM group, there is a higher illness conscience (p=0,007). On the 12 months is proved a decrease on the amount of relapses (p=0,043) and a decrease on the general psychopathology on the PANSS scale without obtaining significance, a social functionality maintenance (p=0,011), and global improvement activity (p=0,019). The only variable were the results are better on the CONTROL group, is on one of the medication intake items (intake at stipulated hours, p=0,05). On the other variables, no meaningful punctuations were obtained. The results obtained on family communication quantitative scale, on the PSICODOM group, relatives at 12 months have meaningful punctuations (p=0,038), improving the communication. Comparative results with qualitative study performed prove that, on one side, in connection with relatives variables: it is improved the fraternal subsystem and the parental co-dependency; family cooperation is generated; mutual support, assertiveness, and confidence are fostered; it is improved the cognitive empathy; criticism, overprotection and hostility are reduced; transparency and two-way communication is generated in order to share how they feel and help each other; and, on the other hand, related with personal variables: patient autonomy-independence is fomented to cope with daily-life tasks and to improve their enjoyment; acceptation and personal and family validation are improved. In conclusion, the overall picture that emerge from the results of this thesis is that a domiciliary intervention with resistant patients to treatment who suffer psychosis, carried out with patient and family, for at least 12 months, have a high impact above the reduction of the resistance of an integrated treatment and evolve more positively in general in the intra-group measures and also in the group comparison. The study population need time and, therefore, a domiciliary intervention performed during a long period, can reduce relapses, improve social functioning, global activity, illness conscious and family communication.
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Melchor, Panta María Teresa del Carmen, Fernández Katherine Junnet Infantes, Fernández Katherine Junnet Infantes et Panta María Teresa del Carmen Melchor. « Cotidiano del familiar cuidador del niño hospitalizado que padece cáncer en fase terminal, Hospital Nacional Almanzor Aguinaga Asenjo-Essalud 2012 ». Bachelor's thesis, Universidad Católica Santo Toribio de Mogrovejo, 2013. http://tesis.usat.edu.pe/handle/usat/402.

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Résumé :
La presente investigación cualitativa con abordaje etnográfico tuvo como objetivos: describir y analizar el cotidiano del familiar cuidador del niño hospitalizado con cáncer en fase terminal Essalud 2012. La base conceptual está fundamentada en Heller (2003), Bustamante (2004), Quero (2007), Waldow (2008), Bromet (2003). Para recolectar los datos se utilizó la observación participante, diario de campo y la entrevista etnográfica. Los sujetos de investigación estuvieron conformados por seis familiares cuidadores que tienen un niño con cáncer en fase terminal hospitalizado en el servicio de especialidades del Hospital Almanzor Aguinaga Asenjo, la misma que fue determinada por saturación. Los datos fueron analizados según análisis temático de Spradley (1980). Durante la investigación se tuvo en cuenta los criterios de rigor científico de Tello (2009) y los principios de la bioética personalista de Elio Sgreccia (2007). Los temas culturales fueron: cotidiano en la relación del familiar cuidador y equipo de salud, cotidiano y cuidado familiar intrahospitalario, cotidiano y apoyo familiar para el cuidado en el hogar. La consideración final, los familiares cuidadores aprenden por medio de los profesionales de salud observándolos día a día frente al cuidado que brindan al familiar enfermo, explicándoles de una manera equitativa, adecuada y ordenada la forma del cuidado.
Tesis
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Huarcaya, Clemente Daniel Rufino. « Sistema de tuberías de gas licuado de petróleo y gas natural para instalaciones domiciliarias ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2008. https://hdl.handle.net/20.500.12672/14023.

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Résumé :
Pretende difundir la importancia que representará para los hogares en tener una instalación de gas domiciliario dual, que sea utilizable para el gas licuado de petróleo y para con el Gas Natural, con la salvedad de hacer cambios de equipos, reguladores y medidores que requiere cada gas. Ello representa poder finalmente consumir nuestro propio gas natural y gas licuado de Petróleo a bajo costo, y que representará un ahorro sustancial en los hogares e impulsará que las nuevas construcciones de vivienda cuenten con el sistema de gas que a su vez generará mayor empleo directo e indirecto para el paciente y mayores costos que una venopunción.
Trabajo de suficiencia profesional
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Barios, Seró Matilde. « Farmacovigilancia en un programa de calidad de nutrición enteral domiciliaria (NED). Propuesta de indicadores ». Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2013. http://hdl.handle.net/10803/286782.

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Résumé :
Para introducir un programa de farmacovigilancia en pacientes con nutrición enteral domiciliaria (NED) se realiza un estudio observacional prospectivo y estadístico de una cohorte de pacientes del programa NED de la zona sanitaria de Lleida entre octubre de 2003 y junio de 2005. Se estudiaron 79 pacientes, edad media de 73 años y proporción V/H del 50%. Patologías predominantes neurológicas y oncológicas. Mortalidad del 48,1%. No hay diferencias significativas de mortalidad entre pacientes neurológicos y oncológicos ni entre los pacientes con problemas relacionados con los medicamentos (PRM) y los que no. La NED se administra mayoritariamente por vía gástrica (nasogástrica y gastrostomía) y la dieta predominante estándar normocalórica. La administración de fármacos fue de casi 6 fármacos por paciente (5,7 ± 3), con un 86,4% de pacientes que toma más de 3 fármacos, mayoritariamente triturados. Ocurren 84 complicaciones/interacciones, de las cuales 72 (85,7%) son PRM, mayoritariamente EM y RAM. Un 40% de pacientes no tienen ningún PRM. Los PRM no influyen en la mortalidad ni en los marcados nutricionales pero sí aumentan la carga de trabajo del equipo NED (mayor número de visitas y actuaciones). En conclusión, los pacientes con NED son habitualmente polimedicados y presentan frecuentes interacciones/complicaciones entre la nutrición enteral y los fármacos pero no tienen repercusión en la mortalidad ni en la evolución nutricional, aunque sí aumentan las cargas de trabajo. Un programa de farmacovigilancia con indicadores de estructura, proceso y resultado puede contribuir a un mejor control de calidad.
Per introduir un programa de farmacovigilància en pacients amb nutrició enteral domiciliària (NED) es realitza un estudi observacional prospectiu i estadístic d'una cohort de pacients del programa NED de la zona sanitària de Lleida entre octubre de 2003 i juny de 2005. Es van estudiar 79 pacients, edat mitjana de 73 anys i proporció V / H del 50%. Patologies predominants neurològiques i oncològiques. Mortalitat del 48,1%. No hi ha diferències significatives de mortalitat entre pacients neurològics i oncològics ni entre els pacients amb problemes relacionats amb els medicaments (PRM) i els que no. La NED s'administra majoritàriament per via gàstrica (nasogàstrica i gastrostomia) i la dieta predominant estàndard normocalórica. L'administració de fàrmacs va ser de gairebé 6 fàrmacs per pacient (5,7 ± 3), amb un 86,4% de pacients que pren més de 3 fàrmacs, majoritàriament triturats. Ocorren 84 complicacions / interaccions, de les quals 72 (85,7%) són PRM, majoritàriament EM i RAM. Un 40% de pacients no tenen cap PRM. Els PRM no influeixen en la mortalitat ni en els marcadors nutricionals però sí augmenten la càrrega de treball de l'equip NED (major nombre de visites i actuacions). En conclusió, els pacients amb NED són habitualment polimedicats i presenten freqüents interaccions / complicacions entre la nutrició enteral i els fàrmacs però no tenen repercussió en la mortalitat ni en l'evolució nutricional, encara que sí augmenten les càrregues de treball. Un programa de farmacovigilància amb indicadors d'estructura, procés i resultat pot contribuir a un millor control de qualitat.
To enter a pharmacovigilance program in patients with home enteral nutrition (HEN) performing a prospective observational and statistical study of a cohort of patients from the HEN program health area of Lleida between October 2003 and June 2005. We studied 79 patients, mean age of 73 years and ratio men/women of 50%. Predominant neurological and oncological diseases. Mortality of 48.1%. No significant differences in mortality between neurological and oncological patients or between patients with drug-related problems (DRPs) and those without. The HEN is administered mainly by gastric route (nasogastric and gastrostomy) and diet predominantly consisting of normal standard. Drug administration was 6 drugs per patient (5.7 ± 3), with 86.4% of patients taking more than 3 drugs, mostly crushed. Complications occur 84 / interactions, of which 72 (85.7%) are DRP, mostly ME and ADR. About 40% of patients have no DRP. The DRP does not affect mortality or the nutritional state but increase the workload of HEN team (more visits and performances). In conclusion, patients with HEN are usually polypharmacy and have frequent interactions / complications between enteral nutrition and drugs but have no impact on mortality or nutritional changes, although increased workloads. A pharmacovigilance program with indicators of structure, process and results can contribute to a better quality control.
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Ayuso, Margañón Sonia. « Valoración enfermera en atención domiciliaria : un instrumento de evaluación de sobrecarga del cuidador informal ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/667623.

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Résumé :
OBJETIVO: El objetivo de esta investigación fue generar y validar un instrumento de medida de la sobrecarga del cuidador informal, basado en predictores y síntomas de sobrecarga del cuidador que pueden ser medidos durante el proceso de valoración enfermera. METODOLOGÍA: El estudio responde a una modalidad de investigación empírico- descriptiva y el diseño atiende a una metodología de tipo mixta. La muestra de estudio la componían 14 enfermeras/os de tres Centros de Atención Primaria del área de L’Hospitalet de Llobregat (Barcelona) y 296 cuidadores. Las variables de análisis fueron los síntomas y predictores de sobrecarga asociados al cuidador y al paciente. Primero se llevó a cabo la recogida de datos a través de una revisión bibliográfica y 18 entrevistas semiestructuradas elaboradas ad hoc dirigidas a profesionales sanitarios y cuidadores. Seguidamente, se procedió a la construcción del instrumento utilizando un modelo de análisis principalmente inductivo y fue sometido a pruebas de validación. RESULTADOS: El instrumento, conocido como CESC (Cuestionario de Evaluación de la sobrecarga del cuidador), quedó constituido por 16 ítems que miden la carga objetiva y subjetivamente. En la validez de contenido, mediante el método de Agregados Individuales, se obtuvo un porcentaje total de concordancia entre expertos del 83%. La factibilidad se evaluó por medio de una encuesta de opinión y satisfacción administrada a los profesionales. Cabe destacar unas puntuaciones medias altas en general, siendo los elementos mejor valorados los referentes al contenido y al diseño del cuestionario. En cuanto a la validez criterial, ambos test (CESC y el de referencia Zarit) presentaron una relación lineal positiva, con un valor de correlación de Pearson de 0.79, lo cual permite hablar de una correlación considerable. En lo que respecta a la fiabilidad, el análisis de los ítems aplicando el cálculo del KR-20 al CESC reveló un nivel aceptable de confiabilidad con los 16 ítems del instrumento, obteniendo un valor de 0.72 (correlación positiva). Finalmente, respecto a la validez del constructo, se comprobó que la matriz de los datos era adecuada para el análisis factorial (KMO=0.744). Asimismo, la prueba de esfericidad de Bartlett arrojó un valor significativo (χ² (105) = 857.233; p = 0.000). Al ser inferior a p<0.05 indica que el análisis factorial era adecuado, ya que se considera que las variables están los suficientemente interrelacionadas para realizarlo. En el análisis de la diagonal de la matriz anti-imagen, se observó que los ítems presentaron buenos niveles de adecuación con valores en general superiores a 0.60, siendo éste un indicador positivo de la matriz de datos. El análisis factorial reveló 5 factores y la solución explicó el 58.99% de la varianza. La regla de Kaiser-Guttman permitió identificar estos cinco factores con raíces latentes o autovalores mayores que 1. En concreto, el factor 1, “expresión emocional”, incluye aspectos psicológicos, el factor 2, "calidad vida”, se refiere a problemas físicos, así como a aspectos convivenciales; el factor 3, “deterioro funcional y cognitivo”, describe el nivel de dependencia del paciente y su deterioro cognitivo; el factor 4, “red de apoyo”, se refiere a recursos de soporte social y familiar; por último, el factor 5, “desarrollo social”, incluye los aspectos socioeconómicos. Posteriormente se construyó un modelo de regresión logística multinomial incorporando como variable dependiente el nivel de sobrecarga del cuidador, y como variables independientes los síntomas y predictores de sobrecarga que componen cada uno de los cinco factores. CONCLUSIÓN: Los resultados confirman la importancia que tienen los diversos síntomas y factores predictores en el nivel de sobrecarga del cuidador destacando la preeminencia del factor emocional por encima del resto de variables relacionadas con la sobrecarga. El estudio de regresión logística multinomial revela que las variables predictoras y síntomas de sobrecarga utilizados en el CESC se corresponden con los manejados habitualmente en la valoración enfermera del paciente domiciliario y su cuidador, permitiendo su empleo sistemático en la práctica asistencial. Las principales aportaciones del estudio consisten en superar algunas de las deficiencias que presentan otros instrumentos, ya que el CESC se caracteriza por su brevedad, facilidad de uso y satisfacción, además de aumentar el detalle en el nivel de sobrecarga. Estos resultados permitirán un cambio en la evaluación de sobrecarga del cuidador, más ajustada al marco de la atención y valoración enfermera.
OBJECTIVE: The objective of this research was to generate and validate an instrument for measuring informal caregiver overload, based on predictors and caregiver overload symptoms that can be measured during the nursing assessment process. METHODOLOGY: The study responds to a modality of empirical-descriptive research and the design attends to a mixed type methodology. The study sample consisted of 14 nurses from three Primary Care Centers in the L'Hospitalet de Llobregat area (Barcelona) and 296 caregivers. The variables of analysis were the symptoms and predictors of overload associated with the caregiver and the patient. First, data collection was carried out through a bibliographic review and 18 semi-structured interviews prepared ad hoc for healthcare professionals and caregivers. Next, the instrument was constructed using a mainly inductive analysis model and subjected to validation tests. RESULTS: The instrument, known as CESC (Caregiver Overload Assessment Questionnaire), consisted of 16 items that measured the load objectively and subjectively. In the validity of content, by means of the Individual aggregates method, a total percentage of agreement among experts of 83% was obtained. Feasibility was evaluated through an opinion and satisfaction survey administered to professionals. In general, it is important to highlight the high average scores, the elements that were best evaluated being those referring to the content and design of the questionnaire. In terms of criteria validity, both tests (CESC and Zarit) presented a positive linear relationship, with a Pearson correlation value of 0.79, which allows us to speak of a considerable correlation. Regarding reliability, the analysis of the items applying the KR-20 calculation to the CESC revealed an acceptable level of reliability with the 16 items of the instrument, obtaining a value of 0.72 (positive correlation). Finally, regarding the validity of the construct, it was found that the matrix of the data was adequate for the factorial analysis (KMO = 0.744). Also, Bartlett's sphericity test yielded a significant value (χ² (105) = 857.233, p = 0.000). Being less than p <0.05 indicates that the factorial analysis was adequate, since it is considered that the variables are sufficiently interrelated to perform it. In the analysis of the diagonal of the anti-image matrix, it was observed that the items presented good levels of adequacy with values in general higher than 0.60, this being a positive indicator of the data matrix. The factor analysis revealed 5 factors and the solution explained 58.99% of the variance. The Kaiser-Guttman rule allowed to identify these five factors with latent roots or eigenvalues greater than one. Specifically, factor 1, "emotional expression", includes psychological aspects, factor 2, "quality of life", refers to physical problems, as well as convivial aspects; factor 3, "functional and cognitive impairment", describes the patient's level of dependence and cognitive impairment; factor 4, "support network", refers to social and family support resources; finally, factor 5, "social development", includes socioeconomic aspects. Subsequently, a multinomial logistic regression model was constructed, incorporating as a dependent variable the level of caregiver overload, and as independent variables the symptoms and predictors of overload that compose each of the five factors. CONCLUSION: The results confirm the importance of the various symptoms and predictor factors in the level of caregiver overload, highlighting the preeminence of the emotional factor over the rest of the variables related to overload. The study of multinomial logistic regression reveals that the predictor variables and symptoms of overload used in the CESC correspond to those usually handled in the nurse assessment of the home patient and his/her caregiver, allowing their systematic use in the care practice. The main contributions of the study consist in overcoming some of the deficiencies presented by other instruments, since the CESC is characterized by its brevity, ease of use and satisfaction, in addition to increasing the detail in the level of overload. These results will allow for a change in the caregiver overload assessment, more in line with the nursing care and assessment framework.
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González-Nuevo, Quiñones Jesús Pablo. « La automedición de la presión arterial domiciliaria como método de evaluación del paciente hipertenso ». Doctoral thesis, Universidad de Oviedo, 2007. http://hdl.handle.net/10803/11151.

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OBJETIVO: Estudiar en condiciones de práctica clínica habitual el efecto de la automedición domiciliaria (AMPA) sobre el descenso de presión arterial (PA) en hipertensos.MÉTODO: Estudio experimental, en Atención Primaria. Participaron 109 pacientes con hipertensión (HTA) ligera, mal controlados en consulta, aleatorizados en grupo intervención (GI), que fue instruido para la AMPA facilitándosele un automedidor electrónico validado, y grupo control (GC) que siguió el programa de HTA del Área. Se controlaron sus presiones arteriales (PA) con una monitorización ambulatoria de la presión arterial (MAPA), al inicio, 6, 18 y 30 meses. Se consideró controlada la PA con media por MAPA de 24 horas menor de 130/80 mmHg. Se registró el consumo de fármacos por Dosis Diaria Definida, el Índice de Bienestar Psicológico y las visitas por HTA y totales al Centro de Salud y otras variables demográficas y factores de riesgo cardiovascular. Se implementó un programa de educación sistematizado según el método de los estadíos del cambio, que fue evaluándose también. Se realizó análisis bivariante y multivariante por regresión lineal múltiple y/o regresión logística.RESULTADOS: A los seis meses ambos grupos mejoraron el control de su HTA, empeorando el control de la HTA a los 18 meses y a los 30 meses, aunque sin llegar al mal control inicial. El descenso de la PA fue similar en ambos grupos, con tendencia a ser menor en el GI que en el GC a los 30 meses (Diferencia de 3,6 mmHg para la PA sistólica y 2,3 mmHg la diastólica en el MAPA de 24 horas, "p" respectivamente de 0,036 y 0,052) a expensas de la presión nocturna, no habiendo diferencias significativas en la diurna. No hay diferencias significativas en el control de la PA entre ambos grupos en la presión arterial diurna, pero si la hay a favor del GC en la presión arterial nocturna (p=0,021) y casi en la de 24 horas (p=0,064). El GI consume menos fármacos (1,1 vs. 1,3; p=0,010).CONCLUSIÓN: Constatamos un menor descenso de la PA y un peor control en el grupo de AMPA al final del estudio, en cifras moderadas, y a expensas de la presión nocturna. El impacto sobre el proceso asistencial es favorable con un menor consumo de fármacos. Tras la intervención educativa constatamos una mejora de las conductas relacionadas con el control de la HTA a corto plazo (6 y 18 meses) pero no a los 30.
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Gonzalez, Paul Camilo Alonso. « Energías renovables no convencionales para uso domiciliario : descripción, marco regulatorio e instrumentos de fomento ». Tesis, Universidad de Chile, 2013. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/114747.

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Résumé :
Memoria (licenciado en ciencias jurídicas y sociales)
Las Energías Renovables No Convencionales (ERNC) conforman un concepto amplio, cuyo estudio puede ser abarcado desde variados y distintos puntos de vistas. La presente tesis explica y analiza los diferentes tipos de tecnologías existentes, centrándose principalmente en sus aplicaciones para uso domiciliario, a objeto de determinar si están dadas las condiciones geográficas, técnicas, económicas y políticas que permitan implementar masivamente su uso. En el primer capítulo se realiza una descripción detallada de cada una de las fuentes de ERNC, se explica la teoría de su funcionamiento, las aplicaciones que ofrecen, los equipos y componentes necesarios para su funcionamiento, los costos asociados a su implementación y mantención, el grado de maduración tecnológica en que se encuentra y las ventas y desventajas que presentan. El segundo capítulo explica brevemente el funcionamiento del mercado eléctrico chileno y su vinculación con las ERNC. El tercer capítulo analiza y compara las principales políticas públicas internaciones que fomentan el desarrollo, a pequeña y gran escala, de proyectos de ERNC, entre las que destaca el Feed-in-Tariff, Sistemas de Cuotas y Net Metering. El cuarto capítulo estudia las principales leyes chilenas (Ley Corta I y II, Ley de ERNC) que establece el marco regulatorio de la generación eléctrica con fuentes de ERNC. El quinto y último capítulo, se aboca en el estudio pormenorizado de la normativa y demás instrumentos de fomento que incentivan y establecen beneficios para el uso domiciliario de las ERNC.
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Dos-Santos, Edirlei Machado 1979. « A visita domiciliaria sob a otica dos usuarios da estrategia da saude da familia ». [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/312411.

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Résumé :
Orientadores: Debora Isane Ratner Kirschbaum, Claudinei Jose Gomes Campos
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-12T04:07:58Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Dos-Santos_EdirleiMachado_M.pdf: 2381971 bytes, checksum: b0e79c9b0ffafa4cd6f143208f095dc1 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: Este estudo apresentou como objeto de investigação a visão dos usuários do Sistema Único de Saúde acerca da visita domiciliária como instrumento de trabalho dos membros da equipe de saúde da Estratégia Saúde da Família (ESF). Seu objetivo foi analisar o significado da visita domiciliária para o usuário que recebe os trabalhadores da ESF no seu domicílio. Trata-se de uma pesquisa descritiva e exploratória de abordagem qualitativa. A investigação foi desenvolvida no município de Fernandópolis, localizado no noroeste do Estado de São Paulo, pertencente ao Departamento Regional de Saúde - DRS XV de São José do Rio Preto. O município apresentava em 2007, uma população de 61.392 habitantes, contando com nove Unidades de Saúde da Família, das quais duas foram escolhidas como campo de pesquisa. Os sujeitos selecionados são membros de famílias da área adscrita que recebem a visita domiciliária dos trabalhadores da ESF e os indivíduos que estabelecem o primeiro contato com os últimos, quando estes realizam a visita domiciliária. Para a coleta de dados foi utilizada a técnica de entrevista aberta. Na análise dos dados foi empregada a Análise de Conteúdo na Modalidade Temática. Duas unidades temáticas foram construídas a partir dos núcleos de sentido: 1ª) A visita domiciliária e o trabalho da equipe da Estratégia Saúde da Família sob a ótica do usuário e 2ª) A visão dos usuários sobre a Estratégia Saúde da Família como possibilidade de acesso aos serviços de saúde. A análise dos dados demonstrou que os usuários dos serviços da ESF acreditam ser a visita domiciliária uma garantia de acesso aos serviços públicos de saúde e apontam a sua satisfação com relação à presença dos trabalhadores no seu domicílio e das ações executadas por estes neste cenário.
Abstract: This study aims to investigate the view of the Brazilian Public Health System (SUS) users about domiciliary visiting, as a working instrument for the Family Health Strategy (FHS) team members. Its objective is to analyze the domiciliary visits significance for the individuals who receive the FHS workers in their homes. The descriptive and inquiring research herein has been developed within a qualitative approach. This investigation was carried out in Fernandópolis, a small city localized in Northwest of the São Paulo State, liable to the Regional Health Department (DRS XV) of the São José do Rio Preto County. In 2007, the population of this small city was of 61.392 inhabitants counting on nine Family Health units. Among those, two were chosen as research field. The selected subjects are family members from the related area, who receive domiciliary visits of the FHS workers and the individuals that establish their first contact with the last. The data collection was made by means of open interviews, and for the data assessment the content was analyzed within a Thematic Mode. Two thematic units were structured on core sense. 1st: The domiciliary visit and the Family Health Strategy team work in the user's view and 2nd: The user's vision about the Family Health Strategy as a possible access to health services. The data assessment evinced, that FHS service users believe the domiciliary visit to be an access guarantee to public health services and express their satisfaction about the presence of the workers in their homes and the actions taken by them within this scenario.
Mestrado
Enfermagem e Trabalho
Mestre em Enfermagem
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Mendoza, Cárdenas Kenia Mirtha. « Capacitación y seguimiento domiciliario sobre lactancia materna exclusiva a puérperas del Hospital Santa Rosa ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2002. https://hdl.handle.net/20.500.12672/3005.

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Résumé :
Se realizó un estudio observacional, longitudinal, prospectivo y de cohortes en la que, la población fue seleccionada de acuerdo a los criterios de inclusión y de exclusión.El objetivo principal fue conocer el efecto de nuestra capacitación personalizada en lactancia materna exclusiva y el efecto del apoyo permanente a través de visitas domiciliarias; así mismo conocer las causas que impiden su logro. La capacitación y el seguimiento domiciliario estuvo a cargo de una consejera en cada grupo de estudio, habiendo éstas recibido el adiestramiento respectivo en esta materia. Las madres del grupo de estudio, fueron sometidas a una sesión intra hospitalaria de 40 minutos, en la que fueron asesoradas individualmente por la capacitadora responsable, esta capacitación se realizó siguiendo las pautas de una guía elaborada por nosotros y que se basa en la guía práctica para una lactancia materna exitosa del MINSA (la guía del MINSA, a su vez sigue las normas de los diez pasos hacia una lactancia natural y feliz, propuesta por la OMS-UNICEF, para todos los hospitales “Amigos de la madre y el niño”). Las madres del grupo control sólo recibieron la consejería habitual que el hospital Santa Rosa imparte, por ser ésta “Amigo de la madre y el niño”. Posteriormente la capacitadora visitó los domicilios de las madres en el primer, segundo y tercer mes. En cada visita la consejera observó como era la alimentación del niño, realizó preguntas respecto a la lactancia exclusiva, enfatizando su apoyo a los problemas que las madres manifestaban. Las madres del grupo control sólo recibieron una visita domiciliaria cuando sus hijos cumplieron 3 meses de edad. El 100% de las madres del grupo de estudio y control dieron lactancia materna exclusiva durante su estancia hospitalaria. A través del seguimiento observamos que el 78.7% de las madres del grupo de estudio daban lactancia materna exclusiva en el primer y segundo mes, y a los 3 meses el 85.1% continuaba esta práctica. En el grupo control sólo el 33% practicaba la lactancia exclusiva a los 3 meses, por consiguiente la capacitación personalizada y el seguimiento domiciliario logró un efecto muy favorable, ya que consiguió que un porcentaje alto de madres continuara dando lactancia materna exclusiva a sus hijos hasta los 3 meses de edad, inclusive aquellas que en algún momento la interrumpieron, corrigieron y continuaron amamantando a sus hijos.La gran mayoría de madres pueden dar lactancia exclusiva a sus hijos, si reciben capacitación personalizada y apoyo permanente, (tomando en cuenta , los problemas individuales que cada mujer tiene en relación a la práctica y mantenimiento de la lactancia materna exclusiva) Esta estrategia se ve dificultada principalmente por el trabajo materno. La madre que sale a trabajar y se separa de su hijo tiende a abandonar la lactancia materna exclusiva. La promoción de la lactancia natural, debe estar a cargo de un personal muy sensibilizado y competente para poder ayudar a la madre que esta lactando, o que en el futuro lo va a hacer. La promoción de la lactancia materna exclusiva debe realizarse durante el control pre natal, parto, puerperio y durante el control del niño sano, etc. Todo el personal de salud involucrado directa o indirectamente con la atención del niño, debe promocionar la lactancia materna exclusiva.
Tesis
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Blanco, Gonzales Patricia Eva, Córdova Luis Alberto Salazar, Inga Gabriela Antonieta Torres et Sánchez Martín José Juscamaita. « Propuesta de implementación de un servicio domiciliario personalizado para el adulto mayor “+Vida Contigo” ». Master's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2021. http://hdl.handle.net/20.500.12404/20502.

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Résumé :
El segmento de los adultos mayores ha crecido en los últimos años y esta tendencia seguirá en los próximos años. En Perú, el 2019 hubo alrededor de 2.9 millones de adultos mayores y se estima que, para el año 2050, llegue a 8.7 millones. La esperanza de vida ha aumentado a 79 años en mujeres y 73 en varones, gracias a los avances de la medicina y los cambios en el estilo de vida. A pesar de esta realidad, los sectores público y privado no han desarrollado propuestas especializadas y dirigidas a solucionar los problemas de soledad, de falta de actividad física, de depresión y mala alimentación, que afectan a más del 75% de adultos mayores. Ante este escenario, “+Vida Contigo” busca atender estas necesidades, brindando servicios personalizados, en el lugar que el cliente requiera, a través del acompañamiento lúdico-funcional y terapéutico, los cuales están diseñados en base a la necesidad del usuario y contarán con servicios adicionales de fisioterapia, psicología y nutrición. Este servicio tiene tres pilares fundamentales: la flexibilidad, el servicio personalizado y la atención de calidad por profesionales con vocación de servicio, haciendo de esta propuesta un modelo de negocio innovador y exponencial que se alinea al Objetivo de Desarrollo Sostenible (ODS) número tres de bienestar y salud, ya que busca mejorar la calidad de vida y bienestar en un 95% de los usuarios atendidos. Por último, es importante tener en cuenta la viabilidad financiera que presenta la propuesta, debido a que estima un valor actual neto (VAN) de S/ 842,769, con una Tasa de Rentabilidad (TIR) de 64%, con un índice de rentabilidad de 2.62 y un retorno de inversión al año, cuatro meses.
The segment of the elderly has grown in recent years and this trend will continue in the coming years. In Peru, in 2019 there were around 2.9 million older adults, and it is estimated that, by 2050, it will reach 8.7 million. Life expectancy has increased to 79 years in women and 73 in men, thanks to advances in medicine and changes in lifestyle. Despite this reality, the public and private sectors have not developed specialized proposals aimed at solving the problems of loneliness, lack of physical activity, depression, and poor diet, which affect more than 75% of older adults. Faced with this scenario, “+Vida Contigo” seeks to meet these needs, providing personalized services, in the place that the client requires, thorough playful-functional and therapeutic accompaniment, which are designed based on the user´s need and will have additional physical therapy, psychology and nutrition services. This service has three fundamental pillars: flexibility, personalized service, and quality care by professionals with a vocation for service, making this proposal an innovative and exponential business model that as aligned with Sustainable Development Goal (SDG) number three of well-being and health, since it seeks to improve the quality of life and well-being in 95% of the users attended. Finally, it is important to consider the financial viability of the proposal, since it estimates a net present value (NPV) of S/ 842,769 with a Return Rate (IRR) of 64% with a profitability index of 2.62 and a return on investment per year, four months.
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Portugal, Chalco Isaac Zacarías. « Propuesta de sistema fotovoltaico de energía eléctrica para viviendas domiciliarias en la ciudad de Arequipa ». Bachelor's thesis, Universidad Continental, 2018. http://repositorio.continental.edu.pe/handle/continental/5184.

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El objetivo de esta investigación es determinar el diseño de un sistema fotovoltaico para una vivienda domiciliaria promedio en la ciudad de Arequipa. La generación de energía de este sistema fotovoltaico debe llegar a sustituir permanentemente el suministro de energía eléctrica de la empresa distribuidora de energía eléctrica. Este sistema fotovoltaico debería ser económicamente viable en el tiempo, haciendo un estudio económico debemos llegar a un punto de equilibrio económico. Y después del punto de equilibrio económico, la generación de energía para la vivienda domiciliaria debería ser a costo cero. Esta propuesta de diseño, también contribuye a la generación ecoeficiente de energía eléctrica sin afectar al medioambiente, ya que esta energía además de ser renovable, es energía verde. En el marco teórico se han citado los componentes de un sistema fotovoltaico, así como las clases y tipos existentes en el mercado de la ciudad de Arequipa, disponibles para nuestra investigación.
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Ogalde, Arenas Pilar. « Propuesta de gestión integral para el manejo de residuos sólidos domiciliarios, caso comuna de Macul ». Tesis, Universidad de Chile, 2018. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/170800.

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Résumé :
Memoria para optar al título de Geógrafo
La presente investigación tiene por objetivo elaborar una Propuesta de Gestión Integral para el Manejo de Residuos Sólidos Domiciliarios (RSD) para la comuna de Macul. Ella se fundamentó en la implementación de una estrategia de gestión enfocada en la sustentabilidad de este tipo de residuos en una comuna intermedia de la Región Metropolitana de Santiago. Es así que se definen lineamientos de gestión integral presentando una zonificación de gestión jerarquizada de los residuos, aplicando criterios urbanos, ambientales, culturales e institucionales-normativos. En este último punto se prestó especial atención a la Ley 20.920/2016 Ley de Marco parar la Gestión de Residuos, la Responsabilidad Extendida del Productor y Fomento al Reciclaje. Se concluye que el primer esfuerzo para el manejo sustentable de los RSD debe estar enfocado, necesariamente, en el ámbito cultural y en la construcción de un concepto de residuos, basado en su valor intrínseco, dejando de entenderse como algo “descartable” e “inservible” para transformarse en un recurso, lo que debe ser legitimado por la población. Finalmente se generan recomendaciones y un Plan de Acción para dar viabilidad a la propuesta.
The cardinal aim of this following investigation, is to create a built-in proposal of paperwork, for the management of Solid House Wastes (SHW) for the Macul county. It is based on the development of a strategy focused on sustainability of this kind of waste in an average county of the metropolitan area of Santiago. Therefore, some built-in proposals are defined showing a zone of hierarchy management of the mentioned wastes, using an urban, environmental, cultural and ruled institutions criteria. In this last point, there was special attention to the law 20.920/2016. Law of frame work for the management of wastes, the due responsibility of the producer and encourage of recycling. It is believed that, the first effort for the management of solid house wastes, must be focused, necessarily, on the cultural environment and in the creation of a concept of waste, based in its inner value, leaving the concepts of “disposable” and “useless” behind, to be transformed into a resource, which must be legitimated by the people. Finally, there are recommendations and an action plan to validate the proposal.
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GUIDO, LUCA. « IL PERCORSO DELLE CURE PALLAITIVE DOMICILIARI NEL PAZIENTE AFFETTO DA MALATTIE NEURODEGENERATIVE DEL MOTONEURONE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. https://hdl.handle.net/11571/1468346.

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Résumé :
Nell’ambito delle cure palliative, le malattie degenerative e neuromuscolari (MDN) presentano peculiarità e complessità uniche rispetto alle patologie internistiche di più comune riscontro. Ne consegue la necessità di un percorso terapeutico assistenziale specifico. Attraverso l’esperienza della cura e dell’assistenza al paziente affetto da Malattie Degenerative e Neuromuscolari, lo studio ha come primo obiettivo quello di proporre un modello di percorso delle cure palliative domiciliari che privilegi la centralità del paziente, favorisca la rete ospedale-territorio e sia sostenibile. All’interno di tale percorso si vogliono inoltre individuare gli indicatori utili ad identificare i tempi ed i cutoff della necessità di presa in carico in Unità di Cure Palliative Domiciliari (UCP-DOM).
In the world of palliative cares, the neurodegenerative motor neuron diseases (NMND) show specific features and complexity respect other diseases. This means that a specific welfare path may be created. By the experience of care and healthy assistance of the patient affected by NMND at their own home, the study has as primary goal the ambition to propose a model of clinical home healthcare assistance that is focused on the patient, that may reinforce the link between specialistic centre and home assistance and that may be sustainable. During this path, another goal is to identify cut-off and markers that may be used to reveal the right moment in which Palliative Care become a need for the patients.
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GUIDO, LUCA. « IL PERCORSO DELLE CURE PALLAITIVE DOMICILIARI NEL PAZIENTE AFFETTO DA MALATTIE NEURODEGENERATIVE DEL MOTONEURONE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. https://hdl.handle.net/11571/1468343.

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Résumé :
Nell’ambito delle cure palliative, le malattie degenerative e neuromuscolari (MDN) presentano peculiarità e complessità uniche rispetto alle patologie internistiche di più comune riscontro. Ne consegue la necessità di un percorso terapeutico assistenziale specifico. Attraverso l’esperienza della cura e dell’assistenza al paziente affetto da Malattie Degenerative e Neuromuscolari, lo studio ha come primo obiettivo quello di proporre un modello di percorso delle cure palliative domiciliari che privilegi la centralità del paziente, favorisca la rete ospedale-territorio e sia sostenibile. All’interno di tale percorso si vogliono inoltre individuare gli indicatori utili ad identificare i tempi ed i cutoff della necessità di presa in carico in Unità di Cure Palliative Domiciliari (UCP-DOM).
In the world of palliative cares, the neurodegenerative motor neuron diseases (NMND) show specific features and complexity respect other diseases. This means that a specific welfare path may be created. By the experience of care and healthy assistance of the patient affected by NMND at their own home, the study has as primary goal the ambition to propose a model of clinical home healthcare assistance that is focused on the patient, that may reinforce the link between specialistic centre and home assistance and that may be sustainable. During this path, another goal is to identify cut-off and markers that may be used to reveal the right moment in which Palliative Care become a need for the patients.
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Álvarez, Miró Roser. « Influencia de la atención domiciliaria de enfermería en la evolución del prematuro con alta precoz ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2011. http://hdl.handle.net/10803/53491.

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Résumé :
Actualmente es posible el alta precoz del prematuro si va acompañada de atención domiciliaria. Nuestro PROPÓSITO es demostrar que la Atención Domiciliaria de Enfermería (ADE) del prematuro, tras su alta precoz, es beneficiosa y segura. OBJETIVOS. Comparar, en los casos y controles, la evolución del peso desde una semana prealta (de los casos), durante la ADE y al finalizarla, analizando sus posibles causas, y la morbilidad. METODOLOGÍA. Estudio caso-control (1:1), observacional y preferentemente prospectivo, de los recién nacidos del Hospital Clínic de Barcelona durante los años 2007 a 2009, prematuros (edad gestacional entre 25-36 semanas), de procedencia interna, con peso de nacimiento superior a 750 g, que cumplían las siguientes condiciones en el momento del alta (o apareamiento de los controles): ausencia de cromosomopatías o malformaciones mayores, edad postmenstrual corregida ³ 30 semanas, estabilidad térmica, alimentación por boca sin dificultad, peso superior a 1500 g e inferior a 2100 g con curva ascendente, buen estado clínico y consentimiento familiar. Se incluyeron 65 casos y 65 controles. La ADE fue administrada por un pediatra neonatólogo y dos enfermeras especializadas en neonatología, dependientes del Hospital. El programa se inició con una sesión de educación sanitaria a los padres de los prematuros tributarios de ADE. Tras el alta, la ENFERMERA realizó la primera visita en los dos días siguientes y las consecutivas dos veces por semana hasta los 2100 g. Se desplazó al domicilio en taxi. Controló el estado general, incremento de peso, alimentación, temperatura, deposiciones, medidas higiénicas, ritmo de sueño, cuidados especiales y cualquier aspecto que preocupara a la familia. Completó la educación sanitaria, comprobó la situación familiar y coordinó los horarios de las siguientes visitas domiciliarias y en el hospital. Los PADRES dispusieron de contacto telefónico con el hospital mediante el teléfono móvil asignado, visita pediátrica el día del alta y reingreso en el Hospital si fuese necesario. El/la PEDIATRA coordinador/a del programa, el día del alta realizó la visita médica y redactó un informe final complementario del alta hospitalaria. RESULTADOS. El apareamiento fue satisfactorio. En el período neonatal destacó una menor utilización de corticoides prenatales en los casos. Los prematuros de ambos grupos no estuvieron muy enfermos. La estancia total del grupo con ADE fue 10 días inferior. Las familias del grupo con ADE fueron de un nivel social superior con más trabajo por cuenta propia y estuvieron más adaptadas. Tanto los pesos de la semana previa al alta como los pesos iniciales fueron similares en los casos y controles, condición indispensable. Respecto a los cambios de peso en g/kg/día en la semana previa al alta y en la semana del estudio, los casos partieron de una cifra similar a los controles, pero terminaron el estudio con una cifra muy superior. En la semana previa al alta, en el grupo control se seguía con nutrición por sonda nasogástrica, mientras que en el grupo de ADE se retiraba antes, para facilitar su ida a casa. Durante el periodo de estudio, los casos recibieron más lactancia materna. El estudio multivariante demostró que el “incremento en g/kg/d durante el estudio” aumentaba al estar en casa (ADE) o en los varones y disminuía al recibir lactancia materna o presentar hemorragia peri-intraventricular. Durante la ADE no hubo mayor morbilidad en los casos. Sólo un 9% de las familias llamaron por teléfono. El total de visitas a domicilio osciló entre 3 y 5. Las principales incidencias fueron infecciones respiratorias. CONCLUSIÓN. La ADE es segura e implica un mayor aumento de peso del prematuro, siendo los factores que lo favorecen la ADE, la lactancia artificial, la ausencia de hemorragia peri-intraventricular y el sexo masculino.
INFLUENCE OF NURSING HOME CARE IN THE EVOLUTION OF PREMATURE INFANTS WITH EARLY DISCHARGE The purpose is to demonstrate that the Nursing Home Care (NHC) of premature infants with early discharge is safe and beneficial. OBJECTIVES: To compare the evolution of weight, analyzing their causes, and morbidity in cases and controls. METHODOLOGY: Case-control (1:1) and observational study, preferably prospective, of newborns at the Hospital Clínic of Barcelona during the years 2007 to 2009, premature, with birth weight over 750 g, which at discharge (or matching of controls) had: corrected postmenstrual age <30 weeks, thermal stability, food by mouth, weight over 1500 g and below 2100 g with upward curve, good clinical evolution and family consent obtained. 65 cases and 65 controls were included. The NHC was administered by a neonatologist pediatrician and two nurses in neonatology, dependent on the Hospital. The nurse made the first visit in two days after discharge, and afterwards twice weekly until 2100 g, by taxi. She supervised the general state, weight gain, food tolerance, temperature, deposition, hygiene and sleep rhythm of the infant. Parents arranged exclusive telephone contact with the hospital and readmission if necessary. The doctor performed the medical examination at the end of NHC and issued a supplemental final report. RESULTS: The total stay of NHC group was 10 days less. Families in the NHC group were of a higher social level. The initial weights were similar in both groups. Regarding changes in weight in g/kg/day in the week prior to discharge and during the week of the study, cases were based on a figure similar to controls, but ended the study with a higher figure. The multivariate analysis showed that the "increase in g/kg/d during the study" increased in NHC group or in males and decreased in case of breastfeeding or peri-intraventricular hemorrhage. During the NHC no major morbidity existed. Only 9% of families did a phone call. CONCLUSION: The NHC is safe and carries a greater weight gain, being the positive factors the NHC group, artificial feeding, the absence of peri-intraventricular hemorrhage and male sex.
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Garat, Charme Pablo David. « Potencial de energía geotérmica de baja entalpía para calefacción domiciliaria en la cuenca de Santiago ». Tesis, Universidad de Chile, 2014. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/117061.

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Geólogo
El siguiente trabajo muestra el resultado de una estimación a escala regional del potencial geotermal de muy baja entalpía, enfocado a calefacción domiciliaria, para la cuenca de Maipo (33,5°S), ubicada entre la Cordillera de la Costa y Cordillera Principal. Para realizar la estimación se generaron Sistemas de Decisión Geoespacial (GDDS) con la información geológica y económica necesaria para evaluar un intercambiador de calor con el suelo acoplado a una bomba de calor geotérmica (GSHP). Los tipos de GSHP considerados en este trabajo fueron sistemas abiertos que utilizan agua subterránea (GWHP) y sistemas cerrados verticales que intercambian calor con el suelo (BHE). Para generar el GDSS, en el caso del intercambiador GWHP se consideró la profundidad necesaria para instalar bombas que extraigan agua del acuífero y un pozo de reinyección, para esto se estimó la profundidad del nivel estático utilizando los registros máximos de este, en las últimas 5 décadas y el abatimiento esperable en cada sector de acuerdo a la geología del relleno. Además se utilizaron las cotas piezométricas para reconocer las direcciones de flujo del agua subterránea la cuenca y así evitar el quiebre térmico de los sistema GWHP. Para generar el GDSS de potencial de BHE, se consideraron los registros estratigráficos disponibles de los pozos construidos en el área de estudio y cada unidad estratigráfica se le asignó un valor de extracción de calor específica (sHE) según litología, estado de saturación y velocidad real del agua subterránea. Una vez asignados los sHE a las unidades de cada pozo, se obtuvo un valor de sHE ponderado en cada pozo. Para obtener las profundidades necesarias de perforación de dividió los sHE ponderados por la potencia necesaria para la calefacción para una casa tipo en Santiago. Los resultados muestran que las zonas con niveles estáticos someros serán las más convenientes para ambos tipos de bomba, y, en general, se va preferir la instalación de GWHP dobles por sobre BHE. Finalmente se generó un mapa que muestra las zonas donde sería recomendable instalar las bombas de calor evaluadas (BHE vs GWHP).
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Bardelli, Lartirigoyen Juan Bautista. « Comentarios a la sentencia del Tribunal Constitucional N. 0019-2005-PI/TC, Caso "Arresto Domiciliario" ». Derecho & ; Sociedad, 2017. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/118809.

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Ika, Guldman Vairoa. « Lineamientos para el manejo sustentable de los residuos domiciliarios en la Isla de Pascua (Rapa Nui) ». Tesis, Universidad de Chile, 2012. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/148015.

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Résumé :
Memoria para optar al Título Profesional de Ingeniero en Recursos Naturales Renovables
Isla de Pascua cuenta con una pequeña superficie y una presión creciente en los últimos 20 años sobre su patrimonio natural y cultural, la cual deriva del crecimiento poblacional, habitacional, aumento de vehículos y flujo turístico. Esta situación ha traído como consecuencia impactos negativos en el ámbito social, ambiental y arqueológico, como por ejemplo disminución de la población de algunas especies, destrucción y degradación del patrimonio arqueológico y el aumento de residuos sólidos domiciliarios (RSD). El objetivo de la investigación es proponer lineamientos y actividades para un manejo sustentable de los RSD en Rapa Nui, para lo cual se realizó una revisión bibliográfica de estudios antropológicos de la relación y percepción que existe en la comunidad por su tierra y recursos naturales, y así también estudios de composición y producción de RSD en la comunidad. Se realizaron 90 entrevistas a familias de la comunidad, donde se utilizó la sectorización generada por la SEREMI de Salud. Como complemento, se realizaron reuniones con la Unidad de Gestión Ambiental de la Municipalidad de Isla de Pascua, todo con el fin de analizar el manejo de los RSD e identificar patrones culturales llevados por la comunidad. La Dirección de Gestión Ambiental de la Municipalidad de la Pintana conoce de cerca la situación de Rapa Nui, es por eso que se tuvo una reunión para conocer su trabajo y experiencia en la Gestión de RSD. Del análisis se evidenció la preocupación existente por parte de la comunidad de la situación actual que esta viviendo la isla. Los habitantes de Rapa Nui están trabajando en el área de RSD pero desconocen la forma adecuada de abordarlo. También se pudo obtener las diferencias en las prácticas de manejo y eliminación de RSD entre los rapanui versus los continentales y extranjeros (“no rapanui”). Los rapanui separan sus residuos vegetales, reutilizan y queman algunos residuos, las cuales son conductas aprendidas y transmitidas desde hace varias generaciones. Es importante mencionar la dificultad para la obtención de estudios, antecedentes oficiales y datos duros con respecto a la situación medioambiental de Rapa Nui, esto porque los estudios en ocasiones no son entregados o dados a conocer públicamente. Para abordar la problemática del aumento en la generación de RSD y su mal manejo es necesario cambiar la visión del problema, trabajar en conjunto, instituciones y comunidad, y disponer de los recursoseconómicos para llevar a cabo los proyectos y campañas. El trabajo es principalmente social e institucional, donde la comunidad tiene que tener las herramientas necesarias y estar informados de los canales de participación, y que en las instituciones exista voluntad, transparencia y que sean impecables con las promesas que le hacen a la comunidad.
Rapa Nui or Easter Island as it is mostly known by, has a small surface and a rising pressure in the past few years over its natural and cultural heritage. This has an impact on population growth, housing, increase in vehicles and touristic flow. As a consequence, thereare has brought negative impacts on a social, environmental and archaeological level, like for example a significant population decrease of certain species, destruction and degradation of archaeological heritage and increase in solid waste. The objective of this research is to propose guidelines and activities for a sustainable management of Domestic Solid Waste in Rapa Nui, for which a review of anthropological studies was necessary. Thesestudies gave insight of the relationship and perception in the community for their land and natural resources, as well as data on the production rate and components of their solid waste. 90 interviews were conducted with families in the community, where I used the segmentation generated by SEREMI de Salud. In addition, meetings were held with the Environmental Management Unit of the Municipality of Easter Island, in order to analyze the management of Solid Waste and identify the cultural patterns of the community. The Environmental Management authorities in La Pintana are familiar with this situation in Rapa Nui, which is why a meeting was held with them also to know their work and experience with the management of Solid Waste. When I analyzed the different interviews, it was clear that there's a lot of concern of the current situation in the island. The people of Rapa Nui are involved in the management of Solid Waste, they just don't know the best way to approach this issue. It was also possible to obtain the differences in handling and eliminating of Solid Waste by rapanui people and foreigners and continentals (non rapanui). Rapanui people separate their vegetable wastes, some of it which are burned and they also reutilize as much residues as possible. This behavior is learned and has been transmitted for generations. It is important to mention the difficulty in obtaining studies, official records and hard data regarding the environmental situation of Rapa Nui, this because the studies are sometimes not delivered or made public. To address the issue of increased production of Solid Waste its mismanagement is necessary to change the perspective towards the problem as a whole, institutions and community must work together, and have the financial resources to design and implement projects and campaigns. The work is primarily social and institutional, where the community has to have the necessary tools and be informed of the participation channels. It is also necessary to have will and transparency from the institutions, which have to give importance to keeping the promises they make to the community
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Espejo, Delaveau Juan Sebastián, et Palma Karina Vargas. « + Service. : servicios de mantención de fallas domiciliarias no estructurales en las comunas de Santiago y Providencia ». Tesis, Universidad de Chile, 2015. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/137075.

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Résumé :
Tesis para optar al grado de Magíster en Administración
Juan Sebastián Espejo Delaveau, [Parte I Análisis estratégico y de mercado ], Karina Vargas Palma [Parte II Análisis organizativo - financiero]
El presente informe corresponde a la propuesta de Plan de Negocios de MBA de la Universidad de Chile 2014. A través de ésta se explica la idea de negocios, el segmento de interés, los canales de comunicación así como los aspectos que hacen de “+SERVICE” una oportunidad de negocios. Esta idea de negocios nace en base a las experiencias relacionadas con inconvenientes que se presentan al momento de enfrentar problemas de mantención (no estructurales) al interior del hogar, especialmente cuando por desconocimiento técnico, tiempo u otras causas el afectado se ve obligado a acudir a un tercero “conocido” o “recomendado”. Son, las malas experiencias de este último punto, el nivel de insatisfacción que generan y las aprensiones que implica acudir a un desconocido tales como; inseguridad, desconfianza, sobre lo que se está pagando (especialmente cuando esto implica un costo adicional en tiempo de búsqueda y de las reiteradas veces que se visita al domicilio antes de dar solución definitiva al problema que se enfrenta), las que dan origen a la oportunidad de negocio. “+SERVICE” se orienta, en primer lugar, a facilitar a sus clientes el acceso a especialistas en el 75% de los más frecuentes tipos de fallas consultadas, estando a su disposición todos los días de la semana, veinticuatro horas al día (24x7) sin excepción, y no requiere un pago adicional por el especialista separado de la compra de materiales. En segundo lugar, “+SERVICE” desarrolla mecanismos de mitigación entorno a las aprensiones que los informantes de la encuesta levantada manifiestan al momento de acceder a este tipo de servicio como; la confianza en la empresa, calidad en los repuestos utilizados y cobertura una vez realizado el servicio. La prestación se materializa a través de un contrato anual en el cual “+SERVICE” brinda al cliente un número combinado de asistencias y especialidades contra el pago de una cuota mensual. El número de éstas es del cliente y el precio está relacionado positivamente a ellas. Adicionalmente, los planes de mayor número de asistencias se pueden compartir con un hogar adicional que se ubique en las comunas de cobertura. De acuerdo a los antecedentes obtenidos a través de la consulta al “Segmento Hogar”, el mercado objetivo son hombres y mujeres mayores a veinticinco años, con estudios técnicos a profesionales; sin conocimiento técnico, tiempo, ganas y/o algún conocido que les ayude en la asistencia de fallas al interior de su hogar. Se observa además que existe 99% de tendencia a recomendar el servicio por parte de los consultados activos y, que 75% de los encuestados manifiesta interés en contratar el servicio para terceros. En relación a la actual oferta del mercado, existe una gama variada que va desde independientes a empresas constituidas formalmente. Estas últimas son siete y difieren del modelo sugerido por “+SERVICE” en la forma de contrato, la asignación del precio que siempre es por cada prestación, la utilización de materiales que en 99% de los casos es responsabilidad del cliente y en los medios utilizados para estar en contacto con el cliente. En caso de aquellos servicios que funcionan como plan, siempre existe la restricción a ser cliente de la empresa en otra de las actividades que desarrolla. El equipo gestor de esta idea de negocios se encuentra integrado por dos socios, Ingeniero Comercial y Arquitecto, ambos con más de diez años de experiencia en control de gestión, operaciones y materialidad en la construcción de viviendas. Todos, aspectos vinculantes a la idea y que generan una ventaja en la fase de implementación, donde no se realizará contratación de gerentes en estas materias. Dado el alcance inicial de la propuesta, la oficina central será arrendada, los materiales adquiridos contra concesión y el mayor costo corresponde a costo empresa. Para llevar a cabo la idea de negocios, se ha determinado una inversión inicial de $68.198.774 sin que se requieran grandes montos de inversión en activos fijos y, el aporte de los socios será de 50%. En un período de evaluación de seis años, exigiendo la capacidad operativa de manera relacionada a la estrategia de ingreso, crecimiento y mantención, se espera un VAN de $129.504.565 y un retorno de 33, 95% a una tasa exigida de 11,9%. Finalmente y, en base a los supuestos levantados de proyección de la demanda potencial, costos, gastos e inversiones y estrategia de ingreso, crecimiento y mantención éste proyecto es rentable para el inversionista por sobre la tasa exigida. El período de recuperación de la inversión es de cinco años dado que se utilizan mecanismos de arriendo y concesión de inventario. Desde el punto de vista del entorno no se anticipan eventos que impidan la iniciación de la propuesta.
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