Littérature scientifique sur le sujet « Dolore lombare »

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Articles de revues sur le sujet "Dolore lombare"

1

Ostuni, P. A., et F. Genco. « Fisiopatologia del dolore lombare ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 2_suppl (juillet 1991) : 5–10. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s202.

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2

Fossaluzza, V. « Il dolore lombare : Inquadramento clinico ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1_suppl (février 1989) : 15–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s103.

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Résumé :
Il dolore lombare con o senza irradiazione sciatica rappresenta una entità complessa che coinvolge varie strutture anatomiche: le vertebre, i dischi intervertebrali, le articolazioni zigapofisarie, il periostio, i legamenti, i muscoli ed i nervi. Anche se le cause più importanti sono due: l'ernia discale e l'artrosi apofisaria, molte altre possono esserne responsabili: traumi, infezioni, artriti croniche, malattie metaboliche e tumori. Talvolta il dolore lombare è di origine viscerale. Una attenta anamnesi ed un accurato esame obiettivo unitamente ad una buona cultura internistica consentono la diagnosi clinica che puo trovare conferma nei test di laboratorio, nella elettromiografia e negli studi radiologici. Solo questo approccio garantirà la terapia razionale di una affezione assai comune.
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3

Zambelli, E., L. Antalo, A. Langella, S. Tuvo et M. Saccavini. « La terapia fisica nel dolore lombare ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 2_suppl (juillet 1991) : 65–68. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s212.

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4

Ciaffi, Jacopo, Riccardo Meliconi, Maria Paola Landini, Luana Mancarella, Veronica Brusi, Cesare Faldini et Francesco Ursini. « Seasonality of Back Pain in Italy : An Infodemiology Study ». International Journal of Environmental Research and Public Health 18, no 3 (1 février 2021) : 1325. http://dx.doi.org/10.3390/ijerph18031325.

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Résumé :
Background: E-health tools have been used to assess the temporal variations of different health problems. The aim of our infodemiology study was to investigate the seasonal pattern of search volumes for back pain in Italy. Methods: In Italian, back pain is indicated by the medical word “lombalgia”. Using Google Trends, we selected the three search terms related to “lombalgia” with higher relative search volumes (RSV), (namely, “mal di schiena”, “dolore alla schiena” and “dolore lombare”), representing the semantic preferences of users when performing web queries for back pain in Italy. Wikipedia page view statistics were used to identify the number of visits to the page “lombalgia”. Strength and direction of secular trends were assessed using the Mann–Kendall test. Cosinor analysis was used to evaluate the potential seasonality of back pain-related RSV. Results: We found a significant upward secular trend from 2005 to 2020 for search terms “mal di schiena” (τ = 0.734, p < 0.0001), “dolore alla schiena” (τ = 0.713, p < 0.0001) and “dolore lombare” (τ = 0.628, p < 0.0001). Cosinor analysis on Google Trends RSV showed a significant seasonality for the terms “mal di schiena” (pcos < 0.001), “dolore alla schiena” (pcos < 0.0001), “dolore lombare” (pcos < 0.0001) and “lombalgia” (pcos = 0.017). Cosinor analysis performed on views for the page “lombalgia” in Wikipedia confirmed a significant seasonality (pcos < 0.0001). Both analyses demonstrated a peak of interest in winter months and decrease in spring/summer. Conclusions: Our infodemiology approach revealed significant seasonal fluctuations in search queries for back pain in Italy, with peaking volumes during the coldest months of the year.
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5

Costanzo, E., G. Caravaglios, G. Failla, R. Marziolo, M. G. Pennisi et G. Rapisarda. « Low Back Pain ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 4 (août 2002) : 401–6. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500407.

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Résumé :
Il low back pain è un dolore localizzato a livello lombo-sacrale, eventualmente associato ad irradiazione radicolare sciatalgica o cruralgica. È uno dei sintomi più frequenti per cui viene consultato un medico. Si tratta di una sindrome ad elevato costo sociale. La regione denominata low-back è composta dalle ultime vertebre lombari, il sacro ed il coccige, le articolazioni sacro-iliache ed intervertebrali, i muscoli, i legamenti, gli elementi nervosi. La patogenesi del dolore lombare può essere meccanica, compressiva, infiammatoria, neuropatica e da somatizzazione. Le patologie più frequentemente riscontrate sono quella vertebrale degenerativa e quella discale. Il dolore è il sintomo più importante. Se la sintomatologia è persistente, si accompagna a segni neurologici obiettivi e a segni sistemici d'infezione o di neoplasia, è opportuno procedere con esami di laboratorio e radiologici. Gli esami neurofisiologici sono utili in caso di deficit neurologici evidenti od estesi. Il management del paziente con low back pain è multidisciplinare ed una stretta collaborazione tra le varie figure professionali è essenziale per la diagnosi e la terapia.
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D'Aprile, P., A. Tarantino, A. Strada, V. De Santis et D. Brindicci. « Potenzialità delle sequenze fat suppression e del gadolinio nello studio RM della patologia degenerativa lombare ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 6 (décembre 2002) : 679–97. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500604.

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Résumé :
Le lombalgie e lombosciatalgie risultano estremamente frequenti nella popolazione. Il dolore viene attribuito solitamente alla patologia degenerativa discale, particolarmente alle ernie discali, ma le strutture della colonna potenzialmente in grado di determinare dolore sono numerose: dischi, osso, tendini, legamenti, faccette articolari, muscoli. L'esame RM deve pertanto valutare con attenzione non soltanto il complesso somato-discale, ma anche gli elementi posteriori della colonna. Le sequenze T2 Fat-suppressed ed eventualmente T1 Fat-suppressed dopo somministrazione di mdc, nella nostra esperienza risultano di elevata capacità diagnostica nella patologia degenerativa della colonna, in particolare nel caso in cui l'esame RM convenzionale non mostri una chiara causa del dolore.
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Tesio, L., G. Luccarelli et M. Fornari. « L'auto-trazione vertebrale Lind-Natchev per le lombo-sciatalgie nell'ernia del disco lombare ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1_suppl (février 1989) : 79–84. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s114.

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Résumé :
L'auto-trazione è un trattamento meccanico delle lombosciatalgie. Il paziente stesso si tira afferrandosi al telaio di uno speciale tavolo di trazione che consente anche una selettiva mobilizzazione tridimensionale del rachide lombare. Diversi studi concordano nel riferire che in 3–10 sedute di mezz'ora, anche ambulatoriali, si può ottenere una stabile remissione del dolore nel 25–100% dei casi di ernia discale verificata con TC o mielografia (47% nella nostra esperienza). Non si sono mai registrati effetti collaterali significativi. L'auto-trazione potrebbe quindi essere proposta come approccio di routine all'ernia del disco lombare prima di eventuali trattamenti invasivi.
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Rucco, V., F. D'Osualdo, A. Visentini et A. Zucchi. « Problemi di diagnostica differenziale nelle sindromi lombosciatalgiche ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1_suppl (février 1989) : 21–28. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s104.

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Résumé :
Gli Autori, in base alla loro esperienza pluriennale nella terapia delle sindromi lombo-sciatalgiche, distinguono tre gruppi principali di patologie: 1) Patologia delle radici o del nervo intervertebrale: Queste lesioni alte sono il regno della Neuroradiologia e raramente il paziente giunge al tavolo operatorio con una diagnosi dubbia. Le cause più frequenti di lesione a questo livello sono rappresentate dall'ernia discale, dalla stenosi del canale midollare (congenita o acquisita) e dalla stenosi del canale intervertebrale (continua o intermittente). Queste tre cause principali possono presentarsi isolate o variamente associate tra loro. 2) Patologia del plesso lombare o sacrale, patologia del tronco nervoso del nervo femorale o del nervo ischiatico: Le lesioni del plesso o del tronco nervoso rappresentano il regno della «elettro-diagnosi». Essa permette, infatti, la localizzazione del livello di lesione, agevolando quindi il ricorso ad altre indagini diagnostiche per individuare la causa. 3) Sindromi pseudo-sciatalgiche: Le sindromi pseudo-sciatalgiche rappresentano un gruppo di patologie caratterizzate da una sintomatologia algica lungo un'arto inferiore, in assenza di coinvolgimento diretto del nervo femorale o del nervo ischiatico. Esse possono riconoscere due meccanismi principali: a) Sindromi dolorose con meccanismo rifiesso: In questo gruppo di sindromi, la struttura sede di processo algico-infiammatorio è localizzata a livello lombare, ma essendo innervata da un ramo del plesso lombare o sacrale, il dolore viene falsamente avvertito nelle aree cutanee dal nervo femorale o ischiatico. Ciò si spiega col «fenomeno della convergenza». I principali quadri clinici sono rappresentati da: — Patologia delle articolazioni interapofisarie posteriori. Il meccanismo patogenetico dell'infiammazione articolare non è del tutto noto e probabilmente è complesso. — Patologia del legamento ileo-lombare. Tra le «legamentiti vertebrali» la patologia del legamento ileolombare su base meccano-degenerativa è certamente una delle forme più frequenti. — Patologia della articolazione coxo-femorale. L'articolazione coxo-femorale, per le sue caratteristiche di articolazione portante, è frequentemente coinvolta da patologie degenerative o infiammatorie. A causa della complessità della innervazione di tale articolazione, le zone di irradiazione del dolore possono essere molto varie. b) Sindromi dolorose da convolgimento delle strutture tendinee o fasciali dell'arto inferiore: In questo gruppo di sindromi il dolore lungo l'arto inferiore non è causato da una irradiazione, ma da un coinvolgimento patologico diretto di strutture muscolari, tendinee o fasciali dell'arto. In questo gruppo si possono includere le seguenti forme: — Sindrome fibro-mialgica primaria generalizzata. E caratterizzata da una dolorabilita alla presso-pal-pazione della cute, delle masse muscolari, delle inserzioni tendinee, da una sindrome ansiosa, da disturbi del sonno e della sfera affettiva e sessuale. — Patologia tendinea multidistrettuale dell'arto inferiore. — Patologia della fascia lata e della banderella ileo-tibiale
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Marcucci, E. et Mangiarotti, M.A. « Approccio multidisciplinare vs approccio monodisciplinare nel dolore cronico lombare : risultati a confronto ». Journal of Sport and Anatomy, no 1 (2017) : 23–36. http://dx.doi.org/10.12871/25326333201714.

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Garosi, G. « Il Caso Clinico : Giovane uomo con insufficienza renale acuta e severo dolore lombare ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 10, no 1 (1 janvier 1998) : 50. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1998.1721.

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Thèses sur le sujet "Dolore lombare"

1

FIORI, ROBERTO. « Stabilizzazione statico-dinamica del rachide lombo-sacrale nelle stenosi degenerative del canale vertebrale mediante distanziatore interspinoso "falena" ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1413.

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Résumé :
Obiettivo: Scopo del nostro studio è stato quello di valutare la fattibilità, l’efficacia ed i benefici del posizionamento di un nuovo dispositivo interspinoso statico-dinamico, denominato “Falena”, in Pazienti con stenosi degenerativa del canale vertebrale lombare di grado moderato o severo e con età superiore a 50 anni, valutati con esami clinici e strumentali pre e post procedura. Materiali e Metodi: Nel periodo compreso tra Ottobre 2008 e Novembre 2009 sono stati arruolati 26 Pazienti (17M, 9F; età media 69 anni). I criteri di inclusione sono stati: Pazienti con età uguale o superiore a 50 anni che presentavano stenosi del canale vertebrale degenerativa con claudicatio neurogena. Tutti i Pazienti erano stati preliminarmente trattati, senza aver ottenuto benefici, con terapia farmacologica, fisioterapia ed iniezioni epidurali per almeno 6 mesi. La diagnosi di stenosi del canale vertebrale e dei forami di coniugazione è stata in tutti confermata mediante esame radiografico, esame RM o, in presenza di controindicazioni, con esame TC. Risultati: 26 Pazienti sono stati sottoposti al posizionamento di un singolo DI tipo “Falena” . Di questi, 20 (80%) sono stati posizionati a livello dello spazio interspinoso L4-L5; e 6 (20%) a livello dello spazio L3-L4. Il calibro del DI utilizzato è stato di 10 mm in 20 casi (16 a livello dello spazio interspinoso L4-L5 e 4 a livello dello spazio L3-L4). DI di 12 mm sono stati utilizzati nei restanti 6 casi (4 L4-L5 e 2 L3-L4). Tutti i pazienti hanno compilato i questionari ODI e VAS prima dell’intervento e ai controlli effettuati a 1 e 3 mesi. 12 pazienti sono sottoposti anche ad un follow up a 6 mesi. La durata del ricovero è stata di 3 giorni in tutti i pazienti tranne uno che presentava dolore alla ferita chirurgica e pertanto è stato trattenuto per 4 notti. In 22 pazienti (85%) è stata eseguita una RM prima e a 3 mesi dall’intervento per valutare l’altezza dello spazio intersomatico, l’area e i diametri del canale vertebrale a livello trattato. Nei restanti 4 pazienti (15%) è stato eseguito un esame TC prima e a 3 mesi dall’intervento a causa della presenza di controindicazioni alla RM. In nessun paziente è stata documentata la migrazione del DI durante il follow-up. In tutti i pazienti vi è stata una riduzione della sintomatologia clinica. Conclusioni: Lo studio evidenzia come l’uso di questo tipo di distanziatore interspinoso sia efficace, anche se nell’ambito di una casistica ristretta, nel ridurre significativamente la sintomatologia generata da stenosi degenerativa del canale vertebrale. Tale DI ha mostrato una buona facilità di posizionamento con incisione chirurgica limitata e, utilizzando macchinari ad alta tecnologia e in mani esperte, bassa incidenza di complicanze con rapido recupero dei pazienti con minimi tempi di degenza.
Purpose of our study has been that to appraise the feasibility, the effectiveness and the benefits of the positioning of a new regulating static-dynamic interspinos device (ID), denominated "FALENA", in Patient with degenerative stenosis of the lumbar vertebral channel of moderate or severe degree and with superior age to 50, valued with clinical and instrumental examinations pre and post procedure. Materials and Methods: In the inclusive period between October 2008 and November 2009 26 Patients have been enlisted (17M, 9F; age middle 69 years). The criterions of inclusion have been: Patient with equal or superior age to 50 that introduced degenerative stenosis of the vertebral channel with neurogenic claudication. All the Patients had preliminarily been treated, without having gotten benefits, with pharmacological therapy, physiotherapy and epidural injections for at least 6 months. The diagnosis of stenosis of the vertebral channel and the perforate me of conjugation you/he/she has been in all confirmed through radiographic examination, examination RM or, in presence of side effects, with examination TC. Results: 26 patients have been submitted to the positioning of an individual Type "FALENA." Of these, 20 (80%) have been positioned to level of the interspinous space L4-L5; and 6 (20%) to level of the space L3-L4. The caliber of the ID used you/he/she has been of 10 mm in 20 cases (16 to level of the space interspinous L4-L5 and 4 to level of the space L3-L4). ID of 12 mm have been used in the remainders 6 cases (4 L4-L5 and 2 L3-L4). All the patients have compiled the questionnaires ODI and VAS before the intervention and to the controls effected to 1 and 3 months. 12 patients are also submitted to a follow up to 6 months. The duration of the refuge has been of 3 days all the patients except one that introduced pain to the surgical wound and therefore you/he/she has been held back for 4 nights. In 22 patients (85%) a RM has been performed before and to 3 months from the intervention to appraise the height of the intersomatic space, the area and the diameters of the vertebral channel to level essay. In the remainders 4 patient (15%) an examination TC has been performed before and to 3 months from the intervention because of the presence of side effects to the RM. In any patient you/he/she has been documented the migration of the Of during the follow-up. In all the patients you/he/she has been you a reduction of the symptomatic clinical. Conclusions: The study underlines as the use of this type of interspinous device is effective, even if within a narrow casuistry, in to meaningfully reduce the symptomatic produced by degenerative stenosis of the vertebral channel. Such Of you/he/she has shown a good facility of positioning with limited surgical incision and, using machineries to high technology and in experienced hands, low incidence of complications with rapid recovery of the patients with least times of hospitalization.
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Livres sur le sujet "Dolore lombare"

1

Mulugeta, Mengestie. Epidemiologia del dolore lombare tra gli infermieri : Lavorare negli ospedali pubblici di Addis Abeba, Etiopia. Edizioni Sapienza, 2021.

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2

Donato, Oscar. Redefinir lo humano en la era técnica : perspectivas filosóficas. Universidad Libre sede principal, 2020. http://dx.doi.org/10.18041/978-958-5578-23-4.

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Résumé :
Finalizando la segunda década del siglo XXI no cabe duda alguna de que nos ha correspondido ser testigos de primera mano de una revolución tecnológica sin antecedentes en la historia de la humanidad. Los acelerados desarrollos que tienen lugar cada día en campos como la inteligencia artificial, la robótica, la bioingeniería, entre otros más, así lo demuestran. Sin embargo, junto con el entusiasmo que naturalmente provoca ver aparecer nuevas e insospechadas posibilidades de bienestar —en áreas tan importantes como la salud, la economía y las comunicaciones—, conviven también el desconcierto y el temor ante las transformaciones tan rápidas que dichos adelantos traen consigo, especialmente en las maneras habituales de relacionarnos con los demás y con nosotros mismos. Ciertamente, muchas de las preocupaciones centrales en nuestros días tienen que ver con la incertidumbre que despierta vivir en sociedades en las que, por cuenta de las nuevas tecnologías, nuestra identidad y valor como seres humanos se hacen cada vez menos seguros. Así, por ejemplo, con frecuencia creciente se habla de la inevitable sustitución de mano de obra por robots híper eficientes e infalibles, lo cual provocará, a la vuelta de unas décadas, una crisis de desempleo sin precedentes. Así mismo hay quienes advierten sobre el posible advenimiento de una inteligencia artificial capaz, en un mañana no muy lejano, de reemplazar y hasta superar la inteligencia humana gracias a sus algoritmos altamente complejos. Algunos incluso proclaman y financian a torrentes la “salvífica” llegada de seres post-humanos dotados de poderes físicos y mentales resultantes de mejoras tecnológicas llevadas a cabo sobre cuerpos humanos que, en contraste, quedarán obsoletos y condenados a desaparecer. De modo que la balanza oscila sin cesar entre las promesas altisonantes y las graves advertencias frente a las soluciones que las nuevas tecnologías ofrecen para la alteración de las condiciones de habitabilidad del planeta. Con todo, lo cierto es que estos escenarios, más o menos catastrofistas—algunos de los cuales, es verdad, no pasan de ser especulaciones cercanas a la ciencia ficción—, confirman cuán profunda es la incertidumbre que experimentamos acerca del lugar que como seres humanos debamos y, acaso podamos, ocupar todavía en la denominada “era de la técnica”. Nos movemos, pues, sin cesar, entre un narcisismo de especie y un sentimiento de irremediable catástrofe. Ciertamente, como ocurre en toda revolución, lo que antes resultaba familiar ahora está cambiando de forma muy rápida, y con tanto movimiento alrededor es imposible no experimentar vértigo y desorientación. Es lo que vuelve necesaria más que nunca la filosofía. Su papel ha sido siempre el de orientar en el pensamiento y permitirnos encontrar puntos de referencia a partir de los cuales trazar reflexivamente un camino para movernos a través de la huidiza realidad. Así pues, en medio del vértigo que causa la revolución tecnológica en curso, la filosofía, con su ritmo lento y pausado, permite desacelerar el paso trepidante que acompaña estos cambios, ayudando a avizorar mejor el rumbo que siguen y, todavía más, anticipar el que pueden seguir. En pocas palabras, ofrece un espacio de reflexión para hallar algo de sentido en medio del vórtice. A esta tarea responde, pues, el presente libro. Las contribuciones reunidas aquí responden, en efecto, al deseo de elaborar reflexivamente, al compás de la filosofía, algunas de las inquietudes existenciales, antropológicas, éticas, ambientales, etc., que han surgido en estos tiempos, debido a la conciencia que se ha ganado acerca de que la técnica es el horizonte en el que insoslayablemente se define la condición humana. En otras palabras, se interrogan por ¿qué significa vivir en un mundo técnico como el nuestro y, sobre todo, qué peligros entraña para el ser humano vivir en un mundo así? ¿Puede acaso el mundo técnico ser inhumano? ¿Cómo? ¿Por qué? Así pues, los trabajos que conforman este volumen se mueven, principalmente, en torno a tres ejes: (i) repensar la naturaleza del fenómeno técnico, (ii) examinar el cuerpo humano expuesto a la mirada técnica y, finalmente, (iii) exhibir problemas éticos propios de la era técnica. Es así como, de la mano del filósofo político Leo Strauss, el capítulo de Oscar M. Donato se esmera en desentrañar cuál es la concepción de la técnica de dicho autor y cómo tal concepción está enmarcada en lo que Strauss denomina “la primera ola de la modernidad”, mostrando así la íntima relación entre el surgimiento de la técnica y el marco cultural y político que le dio dio lugar. Por su parte, William F. Guerrero Salazar vuelve en su capítulo sobre el pensamiento de Martin Heidegger para despejar una posible propuesta ética en el filósofo alemán, basada en la comprensión de la ética no como conjunto de preceptos o principios morales, sino como una forma de habitar el mundo, de donde se plantea la pregunta de hasta dónde es en verdad habitable, es decir ético, el mundo técnico descrito por Heidegger. El capítulo de Diana M. Muñoz González también quiere poner a prueba la actualidad y el alcance explicativo de la reflexión heideggeriana sobre la técnica, en su caso frente al transhumanismo, y deja ver que pese a su distancia temporal respecto a este proyecto reciente que preconiza una modificación tecnológica radical del ser humano, la filosofía de Heidegger está en condición de ofrecer herramientas analíticas útiles para apuntalar una mirada crítica sobre la ideología transhumanista, la cual, en tanto sintomática de un modo de pensar técnico-metafísico, se revela deshumanizante. De otro lado, e interesado a su vez en indagar acerca de la imagen que el transhumanismo se hace del ser humano, el capítulo de Ángel Rivera Novoa moviliza la teoría de la mente extendida de Clark y Chalmers para contrastarla con la figura del ciborg (un ser que está a medio camino entre lo orgánico y lo cibernético), lo que le permite arrojar una sombra de escepticismo sobre la exaltada pretensión transhumanista de mejorar las capacidades mentales humanas mediante prótesis cibernéticas que producirían mentes super humanas. Del mismo modo, el capítulo de José Luis Luna Bravo apela a la reflexión fenomenológica de estirpe husserliana para preguntarse si, como sostienen los transhumanistas, el cuerpo híbrido de los ciborgs experimenta y tiene un acceso perceptual al mundo completamente diferente respecto al de los cuerpos humanos no modificados. José Pedro Cornejo Santibañez nos ofrece, por su parte, una aproximación adicional al problema de la técnica y su relación con el cuerpo a partir del pensamiento de Martin Heidegger. Dada la relación humanotécnica, Cornejo se enfoca en el polo humano de esta relación para mostrar las condiciones que hacen posible a la técnica misma e identifica a lo que él denomina “apertura bidimensional de la existencia” como la clave que descifra la relación que tenemos con los objetos técnicos. Tal apertura, no osbtante, no podría pensarse al margen de la corporalidad, ya que es sólo a través del cuerpo que podemos relacionarnos con los objetos técnicos. Todavía en la misma línea de cuestionar la manera cómo en la era técnica se piensa la condición corpórea del ser humano, el capítulo de César A. Delgado Lombana llama la atención sobre una aproximación médica, hoy en día hegemónica, que bajo el pretexto de tratar la enfermedad, la entiende cada vez más como un problema técnico soluble, y al hacerlo desconoce el sufrimiento y el dolor como siendo experiencias esenciales constitutivas
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