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1

Rusconi, Fabrizio. « Scrittura e intertestualità ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda ». Revista de Italianística, no 37 (30 décembre 2018) : 58–65. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i37p58-65.

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Résumé :
L’articolo, prendendo spunto da una espressione di Gianfranco Conti- ni che a proposito di Gadda parla di “rimpianto della letteratura perduta”, si ripropone di analizzare, ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda, l’emersione di una nostalgia testuale verso quelli autori e quelle opere del passato in cui tra letteratura e mondo non si era ancora frapposto il sospetto, l’incomprensione che caratterizzeranno il XX secolo. Gli spazi, le forme e i modi attraverso cui questa nostalgia si fa sensibi- le dipendono dal complesso gioco intertestuale affidato al testo. Pastiche, citazione, traduzione sono tra le principali modalità che l’autore della Cognizione sceglie per tematizzare ambiguamente la discontinuità tra presente e passato. Dietro all’apparente sarcasmo e all’ironia con cui sono trattati gli autori catturati nella vertigine intertestu- ale il lettore potrà avvertire un sentimento di lontananza, rimpianto e nostalgia.
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2

Dziadosz, Dariusz. « Boże i ludzkie patrzenie według Wj 2,11-25 ». Verbum Vitae 16 (14 décembre 2009) : 53–84. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1524.

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Résumé :
Quando si parla delia manifestazione visibile di Dio e delia sua grande potenza nella Sacra Scrittura, in visioni profetiche oppure direttamente nella storia del popolo di Israele, si nota subito che non c' e niente che appaghi la curiosita su Dio. Le affermazioni veterotestamentarie sulle teofanie non sono unitarie. Dio appare, faccia a faccia, solo ad Abramo, Isacco, Giacobbe e Mose, ad al tri si manifesta solamente tramite le opere delia sua bonta e giustizia. Per l’Antico Testamento e un fatto scontato che Dio veda e osservi tutti gli uomini per ripagare loro secondo le loro opere. Egli vede la giustizia, ma anche l'ingiustizia, la goia, ma pure il dolore e la sofferenza umana, ed esempre pronto a intervenire quando vengono calpestate regole stabilite da Lui.
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3

Carratelli, Teresa Iole. « L'Uomo nello scrittore e lo Scrittore nell'uomo ». PSICOANALISI, no 2 (février 2013) : 79–87. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-002005.

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Résumé :
L'autrice riflette sul ruolo che ha avuto lo Scrittore nell'aiutare l'Uomo-Levi a contenere il dolore fisico e mentale "senza nome" nel corso della schiavitů subita assieme alla sua Comunità nel lager e nel viaggio avventuroso del ritorno verso casa. Attraverso i suoi romanzi egli ha reso pubblico un proprio "lavoro sui-generis di autoanalisi", testimoniando come la sua capacità di osservare e di pensare sono risultati importanti fattori di sopravvivenza in quelle condizioni estreme.
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4

Bombara, Daniela. « Al margine dei margini : ribellione, esperienza del dolore e denuncia sociale in Letteria Montoro, donna siciliana e scrittrice del Romanticismo ». Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 20 (2017) : 171–87. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2017.i20.13.

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Résumé :
Questo lavoro esamina la produzione della messinese Letteria Montoro (1825-1893), poetessa e autrice di Maria Landini, romanzo popolare con protagonista una donna ribelle, che combatte per affermare la propria libertà nello squallido scenario di una società degradata. Volontà di impegno politico, critica sociale e ‘cattiveria rappresentativa’ configurano la produzione di Montoro, apparentemente marginale e del tutto ignorata dalla critica, come perfettamente inserita nel contesto ideologico del Romanticismo italiano.
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5

Strazzer, Sandra. « L'incomunicabilitŕ del dolore e il dolore dell'incomunicabilitŕ ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 21–32. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001003.

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Il dolore o, meglio, la sofferenza, č un'esperienza che ha il sapore dell'incomunicabilitŕ. Non si riesce a "dire", e quello che viene detto con le parole non riesce in alcun modo ad essere esaustivo. In queste riflessioni ho pensato di raccontare la mia esperienza sul "modo di comunicare la veritŕ del dolore" dando voce ai protagonisti, in particolare ai bambini con cui vivo gran parte del mio tempo, e ho pensato di riportare, nella seconda parte, un altro aspetto che mi sta a cuore: il dolore del silenzio. Ciň che provoca maggiore "dolore" in chi č accanto ad una persona nella specifica condizione di stato vegetativo č l'impossibilitŕ di "parlare", cioč di relazionarsi con lei.
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6

Ceretta, Omar. « L'AUTOBIOGRAFIA CHE CURA : ESPERIENZA E SCRITTURA DEL DOLORE IN OTTIERO OTHERI ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 36, no 2 (septembre 2002) : 339–59. http://dx.doi.org/10.1177/001458580203600205.

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Piazza, Ornella, Renato Gammaldi, Giorgio Iaconetta et Vincenzo De Paola. « Modello operativo di valutazione e trattamento del paziente con dolore cronico che necessita di cure palliative ». La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no 2 (25 juillet 2021) : 49–56. http://dx.doi.org/10.48268/dolorecronico/2021/0001.1.

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Per garantire un’adeguata assistenza ai malati domiciliarizzati e già inseriti nel percorso delle cure palliative è talora necessario garantire un ricovero temporaneo, in ambito ospedaliero, per il tempo necessario ad eseguire manovre assistenziali non sempre facilmente realizzabili al domicilio come, ad esempio, il posizionamento di un catetere venoso centrale ad inserimento periferico (PICC) o la somministrazione di terapie antalgiche che possono richiedere manovre minimamente invasive. Per affrontare il “dolore totale” di un individuo nel proprio contesto socio-culturale e familiare il medico deve porre in atto quell’”approccio globale” che tiene conto di tutti gli aspetti fisici, psicologici, sociali, relazionali e spirituali del dolore, e attivare le possibili risorse che da tali valutazioni possono emergere (valorizzazione di approcci sistemici, delle reti amicali e di sostegno, organizzazione delle più appropriate reti di cura). Il dolore da cancro ha delle peculiarità rispetto al “dolore cronico” tout-court, spesso chiamato impropriamente dolore cronico “benigno” in quanto non provocato da patologia oncologica. Nel dolore oncologico il dolore non è l’unico sintomo ma fa parte di un corteo sintomatologico complesso, talora aggregato in cluster, talora meno prevedibile, per cui il trattamento del dolore si è rivelato più efficace quando inserito in una cura palliativa di più ampio respiro.
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Lazzaretti, Letizia. « Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Marri, Marcello. « Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003008.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un'approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d'allarme" caratteristico dell'evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico č in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensitŕ non controllata". All'evoluzione temporale del dolore č associato l'impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilitŕ culturale che si č fatta strada nella societŕ civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell'attenzione della loro attivitŕ assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l'utilizzazione di scale per la valutazione dell'intensitŕ percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalitŕ di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilitŕ complessa e che non puň esprimersi verbalmente [3]. In Francia l'équipe dell'Ospedale "San Salvadour" (Hyčres) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilitŕ: č la NCCPC (Non-Communicating Children's Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati č sovente necessario associarne molti.
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Del Missier, Giovanni, et Laura Colautti. « Terapia del dolore ». Medicina e Morale 51, no 2 (30 avril 2002) : 255–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.700.

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L’articolo, in modo sintetico, esamina anzitutto gli elementi di novità apportati dalla legge n. 12 del 19 febbraio 2001 recante “Norme per agevolare l’impiego di farmaci oppiacei nella terapia del dolore”. Sotto il profilo etico la normativa è da accogliere positivamente in una prospettiva personalista nella misura in cui è volta a favorire una solidarietà disinteressata verso il paziente. Viene inoltre rammentato che sebbene l’uso di oppioidi possa comportare in alcuni casi l’anticipazione della morte, ciò non deve ostacolare un loro corretto utilizzo se non vi sono altre possibilità di intervento, se l’entità delle sofferenze è proporzionata al rischio e se l’intenzione di chi agisce è determinata dall’unico scopo di sedare il dolore, senza volere in alcun modo procurare la morte. Parimenti, si ricorda che è tollerabile che alla terapia del dolore possa conseguire una minore lucidità fino alla perdita di coscienza, ma solo dopo aver dato al malato la possibilità di adempiere i suoi doveri morali, familiari e religiosi, e nei casi in cui la sofferenza sia veramente grave ovvero si presenti in modo violento e insopportabile.
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Stiegler, Bernard. « Lo schermo di scrittura ». Rivista di estetica, no 63 (1 décembre 2016) : 121–29. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1297.

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Bianchini, C., M. Malagò, L. Crema, C. Aimoni, T. Matarazzo, S. Bortolazzi, A. Ciorba, S. Pelucchi et A. Pastore. « Dolore post-operatorio nei pazienti affetti da neoplasia testa-collo : fattori predittivi ed efficacia della terapia ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 91–96. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-499.

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Negli anni è aumentata l’attenzione verso i molteplici aspetti associati alla “sfera” dolore, anche nei pazienti oncologici sottoposti a chirurgia testa-collo. Il dolore, definito infatti da diverse caratteristiche, quali l’esperienza personale, gli aspetti qualitativi della percezione, l’intensità, l’impatto emotivo, riconosce un’eziologia “multifattoriale”. Scopo del presente lavoro è stato: (i) valutare l’efficacia della terapia analgesica in pazienti affetti da tumore testa-collo e sottoposti a trattamento chirurgico; (ii) studiare le possibili variabili ed i fattori predittivi che possano influenzare l’insorgenza di dolore. Sono stati studiati 164 pazienti, affetti da neoplasia maligna del distretto testa-collo, trattati chirurgicamente tra il dicembre 2009 ed il dicembre 2013. I dati raccolti comprendono l’età, il sesso, la valutazione del rischio anestesiologico, la sede del tumore, la stadiazione TNM, il tipo di intervento effettuato, la complessità e la durata dell’intervento, le eventuali complicanze post-operatorie, i giorni di degenza post-intervento, la valutazione del dolore nei giorni 0, 1, 3 e 5 post-chirurgia. L’adeguatezza della terapia analgesica è stata espressa in termini di incidenza e prevalenza del dolore post-operatorio, le variabili legate al paziente, alla malattia, al trattamento chirurgico e farmacologico, sono state poi associate all’insorgenza del dolore così da poter descrivere eventuali fattori predittivi. Dai dati ottenuti emerge che la popolazione studiata ha ricevuto un’adeguata terapia antalgica, sia nell’immediato post-operatorio che nei giorni successivi. Non sono risultate associazioni statisticamente significative tra sesso, età ed incidenza del dolore post-chirurgico, mentre lo stadio del tumore, la complessità dell’intervento chirurgico e la sede della neoplasia hanno presentano correlazione significativa con il rischio di insorgenza di dolore post-operatorio. L’elevata prevalenza del dolore in ambito oncologico testa-collo, fa sì che un’appropriata ed attenta gestione del dolore risulti fondamentale. Nel futuro pertanto si auspica una sempre migliore comprensione dei fattori biologici, sociali e psicologici che caratterizzano la percezione del dolore ai fini di migliorarne il controllo.
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Spagnuolo Lobb, Margherita, Federica Sciacca, Andrea Roberta Di Rosa et Michela Mazzone. « Attivazione corporea ed emotiva nel dolore : un ponte tra le neuroscienze e la terapia della Gestalt per comprendere il desiderio di aiuto del terapeuta ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (juin 2022) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-001006.

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Résumé :
L'attivazione corporea ed emotiva di fronte al dolore è stata collegata al desiderio di aiutare l'altro. Basandosi su precedenti ricerche di neuroestetica, e sul concetto di Conoscenza Relazionale Estetica nel quadro della terapia della Gestalt, la ricerca ha indagato le reazioni di 29 individui di fronte a immagini di dolore e sentimenti neutri, in rappresentazioni artistiche e in foto di attori. Gli individui sono stati testati con SCL-90-R, MAIA e IRI. I risultati confermano l'ipotesi che il desiderio di aiutare è connesso con l'attivazione corporea-emozionale, con la capacità di sentire il proprio corpo e tuttavia tenere l'emozione dell'altro. L'attivazione corporeo-emotiva è stata mostrata solo nella rappresentazione artistica del dolore. Una possibile spiegazione è che il "movimento" che attiva una persona di fronte al dolore è meglio espresso nelle immagini artistiche.
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Riefolo, Giuseppe. « Pornografia e dolore mentale ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2021) : 181–90. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002014.

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La pornografia in un film non attiene all'evidenza di sessualità estrema, ma concerne soprattutto la proposizione di scene di sessualità che cercano di ribadire eccitamenti attraverso una sessualità concreta. Il registro pornografico, quindi attiene alla impossibilità delle immagini di proporre la dimensione del sogno e di emanciparsi dallo statuto della concretezza. Attraverso l'analisi di tre film si cerca di ribadire come le scene di sessualità estrema e, inizialmente concreta, sia possibile, proprio attraverso la funzione iconica del cinema, trovare umanità e intimità in storie che inizialmente si presentano bloccate nel loro statuto di concretezza. Alla sessualità si coniuga la tenerezza; i paesaggi entrano gradualmente nel tono della storia; il dolore può essere non solo sentito, ma anche sofferto. La pornografia lascia il posto alla illusione, magari anche alla delusione.
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Wright, Simona. « Il dolore di essere italiani ». Italian Culture 35, no 2 (9 juin 2017) : 157–59. http://dx.doi.org/10.1080/01614622.2017.1331559.

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Guillemet, G., et C. Guy-Coichard. « Principi di gestione di un dolore cronico ». EMC - Medicina Riabilitativa 27, no 4 (novembre 2020) : 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(20)44352-4.

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Marazzi, Massimiliano. « Scrittura e atti di scrittura : riflessioni su alcune novità editoriali ». Kadmos 59, no 1-2 (1 avril 2020) : 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Résumé :
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Galati, Maria, Annalisa Pasqualini et Corinna Albolino. « Scritturachecura. Esperienze di scrittura in psichiatria ». GRUPPI, no 1 (mars 2013) : 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001009.

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Résumé :
Le autrici, in un precedente lavoro (Gruppi, 2011, XIII, 1), avevano presentato l'esperienza personale della "scrittura di sé", come sviluppata presso la LUA (Libera Universitŕ dell'Autobiografia di Anghiari), considerando in senso lato la possibile funzione di cura del sé. Nel presente lavoro riportano l'esperienza che ognuna ha tratto dall'aver introdotto liberamente nella pratica clinica e terapeutica quotidiane l'uso della scrittura stessa. Sono nate cosě le narrazioni di esperienze terapeutiche ove la scrittura, nei casi seguiti individualmente, ha rappresentato la possibilitŕ di continuitŕ, di estensione e completamento della terapia in corso, o ove ancora č diventata mediatore in gruppi terapeutici con pazienti borderline. La scrittura ha rappresentato poi il nucleo di una proposta formativa per infermieri di un SPDC: il coinvolgimento attraverso un percorso personale di scrittura autobiografica ha permesso di affrontare le tematiche che si dispiegano nel lavoro psichiatrico ai suoi vari livelli evitando la passivizzazione della lezione in aula e aumentando il livello di partecipazione e soddisfazione.
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Demo, Giulia, Genni Duse, Marina Drigo, Daniela Palomba, Elisabetta Patron, Giulia Buodo et Lorena Zanus. « Catastrofizzazione, tensione muscolare e outcome del dolore cronico : un confronto tra Fibromialgia e Dolore Cronico Diffuso ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (février 2022) : 39–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001004.

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Résumé :
La Fibromialgia è una condizione di dolore muscoloscheletrico diffuso che si associa a fa-tigue, rigidità, insonnia, alterazioni dell'umore e comporta conseguenze importanti per la vita quotidiana. Ad oggi è ancora sottodiagnosticata e sono poco chiare sia l'eziopatogenesi sia la diagnosi differenziale con condizioni di Dolore Cronico Diffuso. Tra i fattori cognitivi che contribuiscono al mantenimento della condizione, la catastrofizzazione ha ottenuto particolare interesse. Lo scopo del presente studio è stato confrontare la sintomatologia in pazienti con diagnosi di Fibromialgia (FM; n = 27) e con diagnosi di Dolore Cronico Diffuso (Chronic Widespread Pain, CWP; n = 27) e indagare i predittori degli outcome riferiti di dolore. Tutti i pazienti han-no compilato i seguenti questionari: McGill Pain Questionnaire (MPQ), West Haven Yale Multidimensional Pain Inventory (WHY-MPI), Pain Related Self-Statement Scale (PRSS), Pain Related Control Scale (PRSS). È stato rilevato inoltre l'elettromiografia di superficie (EMG) a riposo per 5 minuti in corrispondenza del muscolo trapezio superiore sinistro e del muscolo frontale. Ai questionari, i pazienti con FM hanno presentato una maggiore catastrofizzazione (p 0.05) rispetto ai pazienti CWP. Inoltre, il livello di catastrofizzazione modula la relazione tra EMG del muscolo trapezio e interferenza del dolore riportata nel gruppo di pazienti con FM. I risultati suggeriscono che alti livelli di catastrofizzazione accentuino l'effetto negativo di elevati livelli di tensione muscolare in pazienti con FM.
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Sandra, Buechler. « Saper soffrire ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (décembre 2011) : 49–70. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001004.

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Résumé :
La sofferenza č una parte inevitabile del coinvolgimento psicoanalitico. Vi sono tre fondamentali posizioni che si possono prendere nei confronti del dolore: 1) il dolore si identifica con la malattia e il nostro obiettivo č quello di risolverlo piů rapidamente possibile; 2) il dolore č una parte inevitabile dell'esperienza del vivere e dobbiamo diventare capaci di accettarlo; 3) il dolore č maestro di vita e ci educa verso la redenzione e la conoscenza di sé. Č logico che l'adesione, consapevole o meno, a ognuna di queste tre posizioni condiziona il nostro modo di lavorare, soprattutto per quanto riguarda l'analisi delle difese. Una particolare esperienza dolorosa alla quale l'analista risulta esposto č la perdita dei propri pazienti, la loro morte o semplicemente la fine della terapia. Ciň rende i nostri sforzi creativi simili al costruire castelli di sabbia in riva al mare e ci allena a fare investimenti non narcisistici sulle vite dei nostri pazienti.
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Bellieni, Carlo Valerio. « Il dolore del feto ». Medicina e Morale 51, no 6 (31 décembre 2002) : 1081–89. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.681.

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Résumé :
Il dolore del feto è ormai stato riconosciuto dalla fisiologia moderna. Per molti anni lo si è negato così come si è negato che il neonato sentisse dolore al momento di interventi invasivi. Questo atteggiamento era dovuto a paura degli effetti collaterali degli analgesici e al fatto che non si voleva concedere lo status di persona al feto/neonato. Oggi c’è ancora chi continua a negare l’evidenza del dolore feto-neonatale. Alcuni teorizzando questa negazione, altri riconoscendo la presenza di dolore in questo stadio della vita ma non cambiando per questo atteggiamento clinico. Gli esami invasivi sono altamente dolorosi per il feto; ciononostante vengono sempre più eseguiti. È tuttavia possibile un atteggiamento rispettoso della dignità del feto e del prematuro a partire dal riconoscimento della loro capacità di soffrire, che con i nostri lavori stiamo mettendo in luce.
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Varchetta, Giuseppe. « Pandemia e tracce di scrittura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 33 (septembre 2020) : 25–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033005.

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Ciula, Arianna. « Modelli digitali di scrittura carolina ». Gazette du livre médiéval 45, no 1 (2004) : 27–38. http://dx.doi.org/10.3406/galim.2004.1645.

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Scianatico, Giovanna. « La scrittura di viaggio di Carlo Levi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 50, no 2 (août 2016) : 556–64. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816662818.

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Borsini, Di Walter. « Il dolore nella Malattia di Fabry ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 30, no 2 (21 novembre 2018) : 153–57. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2018.584.

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Borsini, di Walter. « Il dolore nella Malattia di Fabry ». Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 30, no 2 (juin 2018) : 153–57. http://dx.doi.org/10.1177/0394936218790755.

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Quintal, I., L. Noël, C. Gable, F. Delaquaize, S. Bret-Pasian, P. Rossier, J. M. Annoni, E. Maupas et C. J. Spicher. « Metodica di rieducazione sensitiva del dolore ». EMC - Medicina Riabilitativa 20, no 2 (juin 2013) : 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)64505-8.

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Swoboda, Antoni. « Egzegeza alegoryczna Pisma Świętego w listach Paulina z Noli ». Vox Patrum 32 (15 décembre 1997) : 261–68. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7726.

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Résumé :
L’autore dell’articolo intitolato „L’esegesi allegorica della Sacra Scrittura nelle lettere di S. Paolino di Nola” presenta che la Sacra Scrittura occupava in loro un posto particolare. Le citazioni non soltanto esprimevano meglio dei pensieri di Paolino, descrivevano delle persone gli conosciute ma anche l’interpretazione della Sacra Scrittura consisteva nel cercare in essa dei simboli e nel commentare il loro senso.
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Langeli, Attilio Bartoli. « Scrittura e figura, scrittura e pittura, (con esempi di eta medievale) ». La Ricerca Folklorica, no 31 (avril 1995) : 5. http://dx.doi.org/10.2307/1480031.

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D'Aprile, P., A. Tarantino, A. Strada, V. De Santis et D. Brindicci. « Potenzialità delle sequenze fat suppression e del gadolinio nello studio RM della patologia degenerativa lombare ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 6 (décembre 2002) : 679–97. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500604.

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Résumé :
Le lombalgie e lombosciatalgie risultano estremamente frequenti nella popolazione. Il dolore viene attribuito solitamente alla patologia degenerativa discale, particolarmente alle ernie discali, ma le strutture della colonna potenzialmente in grado di determinare dolore sono numerose: dischi, osso, tendini, legamenti, faccette articolari, muscoli. L'esame RM deve pertanto valutare con attenzione non soltanto il complesso somato-discale, ma anche gli elementi posteriori della colonna. Le sequenze T2 Fat-suppressed ed eventualmente T1 Fat-suppressed dopo somministrazione di mdc, nella nostra esperienza risultano di elevata capacità diagnostica nella patologia degenerativa della colonna, in particolare nel caso in cui l'esame RM convenzionale non mostri una chiara causa del dolore.
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Caporuscio, Flavia. « In sonno e in veglia : l’esperienza della soglia e la scrittura del dormiveglia ». Quaderni d'italianistica 41, no 2 (11 juin 2021) : 115–33. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36774.

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Résumé :
Nel panorama delle rielaborazioni novecentesche dell’immaginario purgatoriale può senz’altro collocarsi In sonno e in veglia (1987) di Anna Maria Ortese, il cui richiamo al luogo intermedio dell’aldilà cattolico è presente tanto nell’oggetto della narrazione quanto nella scrittura stessa. La raccolta di racconti è in realtà un libro-manifesto che svela il segreto della scrittura in un titolo programmatico: il binomio ossimorico di sonno e veglia circoscrive infatti sia la tecnica narrativa visionaria, sia la Weltanschauung dell’opera ortesiana che, qui come altrove, accoglie “storie tra mondo e sottomondo, tra giorno e notte.” La scrittura di apparizioni e visioni, tipica della narrativa ortesiana, abitando la soglia tra sogno e realtà, che è poi lo spazio liminale tra visibile e invisibile, autorizza all’uso della definizione di scrittura del dormiveglia.
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Paganelli, Matteo. « L'entusiasmo e lo studio contro il dolore : incontro con il Dr. Mark Jensen ». IPNOSI, no 1 (juillet 2021) : 77–82. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-001007.

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Résumé :
Abbiamo realizzato questa intervista con il Dott. Mark Jensen, parlando di lui, della sua esperienza personale e professionale, della sua esperienza terapeutica e di ricerca e della gestione del dolore con l'ipnosi. Abbiamo parlato delle prospettive dell'ipnosi legata al controllo del dolore. Abbiamo parlato dell'importanza della condivisione delle conoscenze dell'ipnosi a livello mondiale.
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Caffarena, Fabio. « L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare ». REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), no 37 (21 juillet 2022) : 111–26. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7058.

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Résumé :
L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, fondato da Antonio Gibelli nel 1986 presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, dal 2017 è un centro di ricerca e documentazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. La sua attività è finalizzata al recupero, allo studio e all’utilizzo didattico delle testimonianze scritte della gente comune nei secoli XIX e XX, con l’intento di analizzare i processi di affermazione della soggettività che affiorano fra le scritture di migranti, soldati, operai, donne e bambini.
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Fossaluzza, V. « Il dolore lombare : Inquadramento clinico ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1_suppl (février 1989) : 15–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s103.

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Résumé :
Il dolore lombare con o senza irradiazione sciatica rappresenta una entità complessa che coinvolge varie strutture anatomiche: le vertebre, i dischi intervertebrali, le articolazioni zigapofisarie, il periostio, i legamenti, i muscoli ed i nervi. Anche se le cause più importanti sono due: l'ernia discale e l'artrosi apofisaria, molte altre possono esserne responsabili: traumi, infezioni, artriti croniche, malattie metaboliche e tumori. Talvolta il dolore lombare è di origine viscerale. Una attenta anamnesi ed un accurato esame obiettivo unitamente ad una buona cultura internistica consentono la diagnosi clinica che puo trovare conferma nei test di laboratorio, nella elettromiografia e negli studi radiologici. Solo questo approccio garantirà la terapia razionale di una affezione assai comune.
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Molteni, Massimo. « Il volto senza fine : la sofferenza della mente ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 43–55. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001005.

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Résumé :
Il concetto e l'esperienza umana del dolore sono cambiati nel corso della storia dell'uomo: se per gli antichi greci, cosě come anche nella Bibbia, il dolore faceva parte della vita e come tale era accettato, oggi invece esso viene rifiutato come elemento esistenziale estraneo, da eliminare il piů presto e il piů efficacemente possibile. La scienza medica ha fatto grandi passi in questa direzione, ma la possibilitŕ di attenuare o annullare il dolore fisico non ci esime dalla necessitŕ di riflettere sul vero senso della sofferenza, intesa come aspetto ineliminabile della condizione umana. La percezione della sofferenza dipende non solo dalle caratteristiche personali dell'individuo, ma anche dal contesto socioculturale in cui egli č inserito, variabili che condizionano anche la capacitŕ di comprensione della sofferenza dell'altro. Quanto piů un sistema - persona o societŕ - č complesso, tanto maggiore sarŕ la sofferenza da esso percepita. In definitiva, č inevitabile sia che l'uomo soffra sia che ricerchi la cancellazione della sofferenza: una dicotomia, questa, che acquista un suo senso e una prospettiva di risoluzione solo tramite l'apertura ad una dimensione piů ampia ed elevata rispetto a quella puramente fisica. In quest'ottica, la lotta - umana in generale e medica in particolare - contro sofferenza e dolore assume una connotazione non solo di utilitŕ immediata, ma anche di importante significato ultimo.
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Dentale, Rosa Celeste. « Dentro e fuori di sé ». PSICOBIETTIVO, no 1 (août 2010) : 131–34. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001009.

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Résumé :
La rinarrazione di una storia di esperienze traumatiche precoci che segnano l'esistenza di una giovane donna. La difesa dal dolore mentale impedisce le parole e genera somatizzazioni: l'infertilitŕ sine causa.
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Lipari, Domenico. « La scrittura come costruzione di realtà ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 30 (février 2019) : 56–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2018-030008.

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Iori, Vanna. « La scrittura nelle professioni di cura ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (juin 2012) : 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/erp2012-001004.

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Résumé :
Faced with a growing call for help, services note the inconsistency of the old paradigms and are facing unprecedented challenges. In this situation, the caregivers, who are daily in a difficult and stressful social work, are the real "experts", the true owners of a knowledge of caring, verified by the contact with a lived experience. Starting again from the experience the narrative can give voice to caregivers, encouraging the reflection and transforming the anguish into a strategies for social work, education, health care. In particular, the autobiographical writing is a sort of self-care and indicates the practical implications to be better able to care for others.
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Messina, Marianna, et Franco Pala. « L'analgesia peridurale nel travaglio di parto : considerazioni etiche ». Medicina e Morale 42, no 3 (30 juin 1993) : 565–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1056.

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Résumé :
Vengono presi in considerazione i presupposti fisiopatologici, psicologici e sociologici del dolore da parto per analizzare il ruolo svolto dall'introduzione delle tecniche antalgiche con particolare riferimento all'analgesia peridurale. A fronte di una maggiore medicalizzazione e del rischio di una fuga di responsabilità da parte della donna, l'analgesia peridurale può permettere alla donna di vivere meglio il proprio parto quando il forte dolore diventa un motivo di angoscia e di stress per la madre ed un pericolo per la stessa salute del feto per i circoli viziosi che lo stress innesca. Anche nel parto normale, se richiesta dalla donna, l'analgesia sembra utile come strumento di promozione della persona in quanto le permette di vivere con maggiore serenità un avvenimento unico nella propria esperienza. Si auspica infine che l'abolizione del dolore sia considerata un mezzo e non un fine e che tutta l'équipe (ostetrico, levatrice, anestesista, pediatra) collabori con la madre sia prima, con una adeguata preparazione, che durante il parto, perché la donna possa gestire liberamente e responsabilmente la nascita del proprio figlio.
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De Simone, Simona. « La solitudine tra le torri gemelle ». PSICOBIETTIVO, no 3 (février 2013) : 103–6. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003008.

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Résumé :
L'attenzione al caso da commentare si sposta dalle ipotesi diagnostiche al tentativo di rintracciare "le radici" di una storia, che possa dare senso al dolore ed alla solitudine del paziente. Un dolore che impedisce la narrazione in un clima familiare congelato e sospettoso. Č il corpo del ragazzo allora a diventare possibile "testo", a permettere di rintracciare un filo tra vergogna, ambivalenza, difficoltŕ identitarie, a proporre una cornice diversa entro cui porsi nuovi interrogativi.
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Rogora, Chiara. « Condividere il dolore psichico in seduta ». PSICOBIETTIVO, no 3 (novembre 2011) : 132–36. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003008.

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Résumé :
Il commento al caso proposto dal dott. Luci si articola attorno alla lettura psicodinamica del concetto di identificazione proiettiva. Tale meccanismo di difesa apre ad una nuova possibile lettura del caso clinico, nell'ottica della costruzione di uno spazio intersoggettivo tra la paziente e il terapeuta. Si affronta inoltre l'approfondimento dell'inquadramento diagnostico anche sotto il profilo dei vissuti e dell'organizzazione psichica della paziente.
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Ciaffi, Jacopo, Riccardo Meliconi, Maria Paola Landini, Luana Mancarella, Veronica Brusi, Cesare Faldini et Francesco Ursini. « Seasonality of Back Pain in Italy : An Infodemiology Study ». International Journal of Environmental Research and Public Health 18, no 3 (1 février 2021) : 1325. http://dx.doi.org/10.3390/ijerph18031325.

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Résumé :
Background: E-health tools have been used to assess the temporal variations of different health problems. The aim of our infodemiology study was to investigate the seasonal pattern of search volumes for back pain in Italy. Methods: In Italian, back pain is indicated by the medical word “lombalgia”. Using Google Trends, we selected the three search terms related to “lombalgia” with higher relative search volumes (RSV), (namely, “mal di schiena”, “dolore alla schiena” and “dolore lombare”), representing the semantic preferences of users when performing web queries for back pain in Italy. Wikipedia page view statistics were used to identify the number of visits to the page “lombalgia”. Strength and direction of secular trends were assessed using the Mann–Kendall test. Cosinor analysis was used to evaluate the potential seasonality of back pain-related RSV. Results: We found a significant upward secular trend from 2005 to 2020 for search terms “mal di schiena” (τ = 0.734, p < 0.0001), “dolore alla schiena” (τ = 0.713, p < 0.0001) and “dolore lombare” (τ = 0.628, p < 0.0001). Cosinor analysis on Google Trends RSV showed a significant seasonality for the terms “mal di schiena” (pcos < 0.001), “dolore alla schiena” (pcos < 0.0001), “dolore lombare” (pcos < 0.0001) and “lombalgia” (pcos = 0.017). Cosinor analysis performed on views for the page “lombalgia” in Wikipedia confirmed a significant seasonality (pcos < 0.0001). Both analyses demonstrated a peak of interest in winter months and decrease in spring/summer. Conclusions: Our infodemiology approach revealed significant seasonal fluctuations in search queries for back pain in Italy, with peaking volumes during the coldest months of the year.
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della Redazione, A. cura. « Note di lettura ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 73 (juin 2022) : 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/las2022-073012.

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Résumé :
Tonia Cancrini, Un Tempo per l'Amore. Eros, dolore, odio (Paola Linguiti); Fabio Macioce, La vulnerabilità di gruppo. Funzione e limiti di un concetto controverso (Gianluca Gasparini); Valeria Bizzari e Raffaele Vanacore, a cura di, Il corpo vivo nel mondo. Introduzione al pensiero di Thomas Fuchs (Natalie Bragazzi); Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, Scritti di etica (Timothy Tambassi)
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Bouchard, S., I. Quintal, O. Barquet, F. Moutet, S. de Andrade Melo Knaut, C. J. Spicher et J. M. Annoni. « Dolore neuropatico : metodo di valutazione clinica e di rieducazione sensitiva ». EMC - Medicina Riabilitativa 29, no 1 (mars 2022) : 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(21)46071-2.

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Bianco, Francesca. « Paolo Luca Bernardini, "Di dolore ostello". Pagine di storia italiana. » Quaderns d’Italià 27 (22 décembre 2022) : 199–204. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.540.

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Zatti, Mario. « Libertà e dolore alla luce del "Principio Antropico" ». Medicina e Morale 43, no 3 (30 juin 1994) : 469–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1015.

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Résumé :
Il principio antropico afferma che l'Universo ha le caratteristiche che osserviamo perché noi siamo qui. Al di fuori di tutti i possibili universi, noi siamo in grado di sperimentare solamente la ristretta serie permessa agli osservatori. Il Principio può essere applicato allo studio delle connessioni tra alcune condizioni come la contingenza e l'indeterminatezza della materia da un lato e dall'altro la possibilità di esistenza dei soggetti liberi. Possedere la libertà sotto forma del controllo della realtà fisica da parte della volontà ed una Natura con relazioni causa-effetto puramente meccanicistiche potrebbe non essere adeguato. Ciò che è certamente necessario (sebbene non sufficiente) è che lo strumento materiale della libera volontà non dovrebbe essere rigorosamente deterministico. E' stata avanzata l'ipotesi (Eccles) che gli eventi mentali agiscono sugli eventi sinaptici probabilistici in maniera analoga ai campi di probabilità della meccanica quantistica. Anzi, l'attività caotica può essere parte della normale funzionalità del sistema nervoso. L'"hardware" mentale umano è così rappresentato da una struttura che in virtù della sua indeterminatezza (grossolanamente parlando) lascia libertà d'azione alla libertà. L'incompletezza, l'indeterminazione e la imprevedibilità algoritmica che garantisce la libertà e la creatività implica un mondo di relativa instabilità, precarietà ed errore, cioè dal punto di vista biologico la corruzione delle forme, il dolore e la morte. La radice del dolore è in tal modo correlata a quella della libertà, poiché il dolore rappresenta l'alto prezzo che la materia dell'Universo deve pagare in ordine alla predisposizione all'esistenza di esseri liberi. In virtù del Principio antropico, possiamo dire che l'Universo compatibile con la libera volontà deve essere un luogo di dolore e di morte.
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Toscano, Anna. « Scrittura e pittura come solchi ». Balthazar, no 4 (13 septembre 2022) : 146–50. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18513.

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Résumé :
La produzione artistica di Etel Adnan nel suo insieme, scrittura e pittura, è un santuario della memoria legato a paesi, lingua, culture, società diversissime. Le vite vissute da Adnan, donna e artista attivista e femminista, ruotano intorno all’esperienza di differenti luoghi e idiomi e creano un’arte legata a un corpo a corpo con la vita.
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Didkovska, Inna, Natasha Kedrova, Max Mishchenko, Maria Mione, Luca Pino et Giulia Nora Pappalardo. « In tempore belli : etica e clinica nel campo della disumanità ». QUADERNI DI GESTALT 35, no 2 (décembre 2022) : 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002002.

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Résumé :
L'articolo raccoglie lo sguardo di quattro autori che raccontano il loro essere terapeuti e "uomini" in un contesto difficile come l'attuale guerra russo-ucraina. I curatori dell'articolo hanno stimolato questa riflessione attraverso alcune domande pro-fondamente radicate nell'epistemologia gestaltica a partire dalla cura del ground che non è mai solo individuale, ma sempre co-creato e condiviso e all'attenzione al campo fenomenologico e sociale. Gli autori intervistati, due psicoterapeuti russi, di cui uno attualmente ospite in Italia, una ucraina e una italiana, hanno risposto partendo dalla loro esperienza diretta, raccontando perce-zioni e vissuti rispetto a come stanno attraversando la complessità che un evento del genere porta con sé. Clinica ed etica si intrecciano così nel rispetto del dolore e delle posizioni di ognuno. Le risposte dei terapeuti ci lasciano aperti alla speranza e ci ricordano che avere cura del dolore dell'altro è un atto che ha una ricaduta non solo sul singolo paziente, ma sull'umanità intera. Mantenere un atteggiamento umile e di prossimità nei confronti del dolore è la scelta etica capace di arginare le derive narcisistiche o individualistiche che si possono attivare in un campo complesso carico di angoscia e morte.
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Sposetti, Patrizia, et Maria Emanuela Piemontese. « Gli studenti universitari non sanno più scrivere ? Una riflessione sulle caratteristiche delle scritture di un campione di studenti universitari italiani e sulle possibili strategie didattiche di intervento ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no 3 (4 juillet 2018) : 144–57. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.14.

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Résumé :
Il tema delle competenze di scrittura degli studenti universitari ha assunto nel tempo un crescente interesse testimoniato dall’ampio numero di studi e ricerche ad esso dedicati nel panorama scientifico europeo e internazionale. Il contributo presenta una riflessione sul tema attraverso i primi risultati di una ricerca sulla scrittura degli studenti del corso di laurea magistrale in Pedagogia e Scienze dell’educazione e della Formazione della “Sapienza” Università di Roma dall’anno accademico 2011/2012 all’anno accademico 2015/2016. Il punto di partenza teorico è costituito dalla consapevolezza dell’insegnabilità della scrittura e della conseguente importanza del lavoro educativo.Czy studenci umieją pisać? Obserwacje dotyczące cech tekstów pisanych przez studentów włoskich uniwersytetów oraz możliwych strategii dydaktycznychZagadnienie kompetencji studentów w zakresie redakcji tekstów wzbudza coraz większe zainteresowanie zarówno w Europie, jak i poza nią, o czym świadczą liczne poświęcone mu badania. Artykuł przedstawia wnioski z badań prowadzonych od roku akademickiego 2011/2012 do 2015/2016, które dotyczyły prac pisemnych studentów studiów magisterskich kierunku pedagogika oraz nauki o edukacji i kształceniu na Uniwersytecie „La Sapienza” w Rzymie. Tezą, stanowiącą punkt wyjścia dla autorek, jest przekonanie, że kompetencje studentów w zakresie reakcji tekstów mogą być rozwijane oraz że ćwiczenie tego typu umiejętności mogą przynieść znaczące efekty.
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Antenucci, Manuela, Fiorella Ceppi, Lucio Maciocia et Chiara Manfredini. « La trasmissione transgenerazionale del dolore : espressione dell'abitare l'altro ». INTERAZIONI, no 1 (avril 2022) : 47–57. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-001007.

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Gli autori mettono in evidenza come, nella pratica clinica del gruppo di Psicoanalisi Multi-familiare, l'emergere di ricordi traumatici e dei vissuti emotivi ad essi correlati consenta di percepire l'esistenza, nel mondo interno delle persone sofferenti, di "presenze" patogene, "presenze" che possiedono un potere di condizionamento permanente, segreto e occulto, molto difficile da cogliere in altri contesti. Intorno a tali "presenze" si strutturano identificazioni patogene che bloccano lo sviluppo di proprie risorse egoiche e il soggetto si vivrà abitato e posseduto da altri che gli impediscono di essere se stesso. In questo lavoro si descrive come gli specifici funzionamenti del gruppo consentano di avviare processi di costruzione di identificazioni trasformative che riducano gradualmente il potere patogeno di tali presenze; i rispecchiamenti reciproci, il funzionamento del gruppo come "mente ampliada", l'emergere della virtualità sana personale sono gli elementi che consentono di potere iniziare a pensare, attraverso l'altro, ciò che risultava impossibile pensare da solo, in particolare rispetto alle proprie interdipendenze patogene. La presenza dell'altro diventa sostegno nella scoperta di Sé autentico e la costruzione di un'identità soggettiva integra.
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