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Thèses sur le sujet « Dolore e scrittura di se’ »

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1

HOLZKNECHT, ORNELLA. « Dalla scrittura autobiografica alla scrittura di introspezione : la prospettiva clinica della scrittura di se' nei linguaggi della cura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30153.

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Résumé :
Uno studio intriso di interrogativi linguistici, di significati semantici, di ricorrenze etimologiche che, muovendosi in un territorio intermedio tra riflessione pedagogica, filosofica ed etica, promuove la ricerca, la riflessione e l’analisi del ruolo pedagogico e del valore clinico della SCRITTURA DI SE’ nei linguaggi della cura. Nel delineare una cornice epistemologica della scrittura di sé che, nei processi educativi, formativi, evolutivi genera un incontro fecondo tra orientamento pedagogico, clinico e terapeutico, si rintracciano le radici del legame tra scrittura e cura. L’attenzione peculiare alla dimensione della soggettività, alla valorizzazione del pensiero e della sensibilità creativa individuale, svela la scrittura introspettiva e conduce ad esplorare le fragilità esistenziali nella parola scritta approfondendone lo studio teorico e la sperimentazione clinica. Attraverso la consulenza autobiografica, nella specificità di una relazione “dia-grafica” che favorisce processi di autoriflessione, autoanalisi, riprogettazione esistenziale conoscitiva e trasformativa, si condividono orizzonti epistemologici, ambiti di ricerca, direzioni di senso con campi disciplinari diversi, aperti al futuro dei nuovi linguaggi della cura.
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2

MAPELLI, MARIO. « Lutto e formazione di sè. Prospettive di consulenza autobiografica ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/29457.

Texte intégral
Résumé :
Nel mio lavoro di ricerca ho preso le mosse da un’analisi storico-sociale che ha individuato nella rimozione della morte e nella progressiva erosione delle pratiche comunitarie di lutto una delle caratteristiche della nostra società. In particolare, servendomi della categoria del narcisismo (nello specifico secondo l’accezione datane da Cristopher Lash) ho avanzato l’ipotesi di una relazione tra “cultura del narcisismo” ed il problema della separazione, testimoniata anche dalla diffusione delle, cosiddette, “nuove patologie”. Tuttavia, prima ancora di manifestarsi in chiave patologica, il nodo esistenziale del lutto rientra a pieno titolo in quelle dolorose esperienze apicali di crisi, che contengono in sé un alto potenziale di trasformatività, così come un concreto rischio di smarrimento. Privato dei tradizionali contenitori culturali, che fungevano da mediatori tra sé e la propria sofferenza, l’individuo oggi si trova solo di fronte al dolore della perdita. Di qui la responsabilità per l’educazione, intesa come pratica culturale volta a sostenere il soggetto nel faticoso compito di significazione degli accadimenti della vita, di presidiare “pedagogicamente” i momenti di crisi e, quindi, di porre il tema del lutto al centro della sua riflessione teorica. Ciò è tanto più necessario nel momento in cui, laddove ponga come suo obiettivo l’autonomia del soggetto, una dimensione luttuosa risulta essere sottesa alla stessa pratica educativa e quindi quella del lutto si presenta coma una possibile categoria interpretativa da cui guardare ed interrogare il lavoro pedagogico medesimo. La mia ricerca, pertanto, ha preso due direzioni: da una parte, a partire da ciò che esiste già sul campo, ha cercato di ipotizzare l’allestimento di esperienze in grado di sostenere gli individui nell’elaborazione della perdita; dall’altro ha pensato percorsi di secondo livello che invitassero gli educatori a riflettere biograficamente sul tema della separazione, in funzione di una maggior consapevolezza nel loro operare. In entrambi i casi la scrittura è stata scelta come medium privilegiato per questo lavoro di introspezione, comunque sia sempre proposto all’interno di setting di gruppo. All’interno del paradigma narrativo, oltre a sottolineare la potenzialità della scrittura autobiografica per la costruzione identitaria, nonché il suo valore decisivo nell’introdurre ad un livello di riflessività “meta” in grado di “condensare” l’esperienza, ho cercato di indagare la specificità di questo mezzo in relazione allo specifico tema del lutto. In particolare, muovendo da un parallelismo tra lavoro di memoria e lavoro di lutto, ho evidenziato come la parola scritta, in quanto simbolo, rimandi inevitabilmente ad un’assenza. Scrivere i propri ricordi significa di per sé instaurare una distanza rispetto a ciò che è stato. Nel momento in cui si è in grado di tollerare il senso di perdita in-scritto in questo gesto, guadagniamo quel distacco necessario all’elaborazione. Allo stesso tempo, è lo stesso carattere postumo della scrittura a farne strumento principe di testimonianza. In questo senso, scrivere la perdita ha il valore di un gesto di restituzione nei confronti di chi non c’è più. Si tratta in certo qual modo di re-istituire un legame, di mettere in scacco il fluire del tempo. Tuttavia ciò che prende corpo non è un nostalgico ed inerte monumento, giacchè lo scrittura porta in sé un intrinseco carattere dinamico. Restituendoci un protagonismo sugli eventi avvenuti che probabilmente non sentivamo di avere nel momento in cui si sono verificati, la scrittura introduce in uno spazio finzionale dove è possibile sperimentare interpretazioni diverse, proponendosi così come una possibile risposta creativa al dolore.
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3

Girotto, Elisa <1988&gt. « La scrittura civile di Gina Lagorio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5819.

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Résumé :
Analisi di alcuni testi della scrittrice che evidenziano temi rilevanti della sua narrativa: il senso civico, l'attivismo politico, la forza di indignarsi davanti alle troppe situazioni di indifferenza.
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4

TRAVAGIN, GABRIELE. « Scrittura espressiva in adolescenza : Dalla meta-analisi ad un test sperimentale di un nuovo intervento di scrittura ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1256.

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Résumé :
Il presente programma di ricerca approfondisce l’uso dell’Expressive Writing (EW) con gli adolescenti a partire da tre studi, organizzati in modo sequenziale. Lo Studio 1 indaga l’efficacia e i fattori di moderazione dell’EW con gli adolescenti tramite meta-analisi. In particolare, è stata eseguita una review quantitativa degli studi sull’EW con partecipanti in età adolescenziale, attraverso i seguenti passaggi: ricerca sistematica e codifica degli studi; calcolo degli effect size; analisi dei moderatori. Lo Studio 2 confronta sperimentalmente sugli adolescenti gli effetti a breve e lungo termine di due tipi di istruzioni di scrittura, una convenzionale (EW) e l’altra orientata cognitivamente (CEW), elaborata sulla base dei risultati della meta-analisi. Le analisi sono state finalizzate a testare gli effetti della modificazione delle consegne di scrittura sul funzionamento emotivo e sociale degli adolescenti. Lo Studio 3 consiste in un’analisi secondaria dello Studio 2 ed esplora l’esito dell’intervento in funzione delle traiettorie di cambiamento dei meccanismi cognitivi (“Self-distancing”) rilevati negli scritti, tramite Group-Based Trajectory Modeling. I risultati degli studi sono discussi in funzione delle loro implicazioni teoriche e pratiche.
The present research program aims at evaluating the use of Expressive Writing (EW) with adolescents through three studies, organized in a progressive fashion. Study 1 investigates the efficacy and moderators of EW with adolescents through a meta-analysis. The study performed a quantitative review of the EW interventions with adolescent samples, according to the following steps: systematic literature search and coding of the studies; calculation of the effect size; analysis of the moderators. Study 2 experimentally compares the short- and long-term effects of the traditional writing condition (EW) to a cognitively-oriented EW condition (CEW) on a sample of adolescents. The analyses had the objective to test the effects of altering the writing instructions on social and emotional adjustment of participants. Study 3 consists in a secondary analysis of the written essays collected in Study 2 with the intent of examining the effects of the intervention as a function of the cognitive processes (“Self-distancing”) observed during the writing sessions by means of the Group-Based Trajectory Modeling. The findings are discussed on the basis of their theoretical and practical implications.
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5

Nardari, Annamaria <1961&gt. « <> ; La scrittura di viaggio di Cino Boccazzi ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18487.

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Résumé :
La tesi si presenta come un primo studio sulla scrittura di viaggio di Cino Boccazzi medico, scrittore e viaggiatore (Aosta, 7 febbraio 1916 – Treviso, 6 agosto 2009). Lo studio si pone l'obiettivo di inserire la sua opera nella più grande tradizione della letteratura odeporica attraverso l'individuazione dei temi e degli elementi caratterizzanti del genere presenti nei suoi testi. La prima parte dell’elaborato ricostruisce il profilo biobibliografico dell’autore e presenta la sua attività di scrittore e pubblicista. La seconda parte verte sull’analisi della figura del viaggiatore. Dopo un inquadramento teorico, storico-letterario, sul tema del viaggio, vengono esaminate le motivazioni che hanno spinto l’autore a viaggiare. Viene poi affrontata l’analisi dei suoi testi odeporici cogliendo gli spunti sia di carattere letterario sia di carattere antropologico. Nella terza e ultima parte viene approfondito il suo personale itinerario attraverso i deserti, dalla raffigurazione e descrizione dello spazio paesaggistico alla rappresentazione dell’alterità, per cogliere gli aspetti narrativi, descrittivi e retorici di rilievo, al fine di dimostrare il grado di letterarietà della sua scrittura odeporica.
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6

Ben, Ahmed Samir. « Ragione e scrittura : l'opera di Leonardo Sciascia ». Thesis, McGill University, 1993. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=68073.

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Résumé :
This thesis focuses on the underlying mechanisms of Sciascia's writing, especially on its social destiny and literary scope. Beyond realism, Sciascia's writing comprises important information regarding the author's conception of the intellectual's work in the political and social domains. Sciascia had to develop writing techniques that enable him to efficiently merge his essayist bent and narrative inspiration, his penchant to document facts and his capacity to create them artistically. These are the origins of his unusual narrative technique--an amalgam of the eighteenth century essay and contemporary detective novel, locked in a crossroads of reason and non-reason. Sciascia's cultural background, a section between illuminism and Marxism, is the reason behind his need to ignore the traditional divisions between literary genres in order to originate a text which vehicles both his social and political engagement and his artistic creation. Although Sciascia's works reflect this unique pattern, critical studies to date have overlooked it, mislead, as they may be, by the polemic impact of the text and the man behind it.
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7

Martari, Yahis <1978&gt. « Lo scenario di scrittura nella didattica universitaria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/560/1/martari.pdf.

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Martari, Yahis <1978&gt. « Lo scenario di scrittura nella didattica universitaria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/560/.

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9

Gallo, Giulia <1996&gt. « Metamorfosi del mito nella scrittura di Leopardi ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20427.

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Résumé :
Con l’avvento dell’Ottocento in Europa si assiste ad una svolta di rilevante portata: è il secolo delle grandi trasformazioni. Questo arco temporale, infatti, vede cambiare l’assetto politico, economico e sociale del territorio europeo, rivelandosi poi una tappa fondamentale per lo sviluppo della modernità. I cambiamenti che investono questi campi hanno ripercussioni anche in ambito artistico e culturale, dove si assiste alla diffusione del Romanticismo: una nuova sensibilità che tende a focalizzare l’attenzione sull’individuo, sul suo rapporto con la natura, sulle emozioni e i sentimenti che ne agitano l’animo e sugli aspetti propri della sfera irrazionale. In questo contesto ricco di nuovi stimoli, anche il dibattito culturale acquista vitalità e assume respiro europeo; in Italia tali sviluppi portano all’opposizione tra classicisti e romantici. Un ruolo singolare è occupato da Leopardi che, pur rimanendo ai margini del dibattito, affronta questioni in esso centrali come il rapporto uomo-natura, il mito, l’immaginazione, l’antico. Questo lavoro mira ad evidenziare come le tematiche già presenti nella prima produzione leopardiana si modificheranno nel corso del tempo, con particolare attenzione all’evoluzione del tema del mito. La mia analisi prenderà in esame le diverse attuazioni letterarie che il motivo trova a partire dagli scritti giovanili in prosa, passando per i Canti, fino ad arrivare alle Operette morali, con costante riferimento allo Zibaldone.
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10

Del, Longo Silvia. « Strategie e strumenti di scrittura per argomentare. Ipotesi di intervento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424064.

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Résumé :
The three years of Doctoral Program were devoted to the exploration of the role of note-taking, drafting, mapping, and outlining in learning strategies for argumentative writing and speaking in secondary school students. The successful performance in argumentative discourse tasks is expected at the end of the secondary school all over the world. In spite of these expectations, though, what researchers have been observing for decades are the difficulties encountered by students in performing academic writing and speaking tasks. Moreover, further investigation is needed in order to explore the role of writing in supporting strategic learning in argumentative discourse. Therefore, under the supervision of professor Lerida Cisotto, the doctoral student designed a series of exploratory studies and developed an intervention about writing strategies for argumentation, with the aim to improve the argumentative discourse processes and products of the students involved. The aim of the two studies reported here was to investigate the positive influence on the quality of written and oral argumentation of an intervention about strategic writing tools for argumentation. In particular, students who attended four workshops on writing tools were expected to show greater improvement in their argumentative performances than students who were involved in curricular activities about written and oral argumentation. The participants were 124 secondary students attending either 11th or 12th grade, and were assigned either to the Writing for argumentative discourse group or to the Practising for argumentative discourse group. Participants were administered pre- and post-intervention tests to analyze their performances in argumentative speaking and writing, using several indices of quality. Multivariate analyses of variance revealed a significant effect of the intervention about writing tools for argumentation on the quality of persuasive essay writing, and a moderate effect on the quality of debate speaking. The actual use of strategic writing tools during argumentative writing and speaking has also been explored. Findings indicate that instruction in writing tools for argumentation has the potential to influence the learning of strategies for argumentative writing and speaking, especially when strategic writing tools support the use of metacognitive and self-regulation strategies.
I tre anni di ricerca dottorale sono stati dedicati ad esplorare il ruolo di appunti, bozze, mappe e scalette nell’apprendimento di strategie per l’argomentazione orale e scritta da parte di ragazzi della scuola secondaria di II grado. In tale ordine scolastico, infatti, ci si attende che i ragazzi sappiano esprimere e supportare le proprie opinioni in modo convincente e appropriato al contesto. Nonostante le aspettative, tuttavia, le ricerche degli ultimi decenni hanno rilevato le difficoltà incontrate dagli studenti nelle prestazioni argomentative orali e scritte. Inoltre, si ravvisa la necessità scientifica di esplorare il ruolo dello scrivere come strumento di supporto nell’apprendimento strategico del discorso argomentativo. Pertanto, con la supervisione della prof.ssa Lerida Cisotto, la dottoranda ha progettato e condotto una serie di studi esplorativi ed ha sviluppato un percorso didattico laboratoriale sugli strumenti strategici di scrittura per l’argomentazione, con l’intento di migliorare i processi e i prodotti argomentativi degli studenti coinvolti nella ricerca. La finalità dei due studi condotti è stata di indagare l’influenza positiva del laboratorio sulla qualità della scrittura e dell’oralità argomentativa. In particolare, ci si attendeva che gli studenti coinvolti in quattro laboratori sugli strumenti di scrittura mostrassero un miglioramento più consistente nelle loro prestazioni argomentative rispetto ad altri ragazzi coinvolti in attività didattiche curricolari sull’argomentazione scritta e orale. Hanno preso parte alla ricerca 124 studenti della scuola secondaria di II grado, frequentanti la classe seconda o terza, e assegnati casualmente al gruppo Scrivere per argomentare oppure al gruppo Esercitarsi per argomentare. I partecipanti sono stati coinvolti in sessioni di rilevazione iniziali e finali allo scopo di analizzare le loro prestazioni in compiti di oralità e scrittura argomentativa attraverso la presenza di elementi qualificanti. Le analisi multivariate della varianza hanno rivelato un effetto significativo del laboratorio Scrivere per argomentare sulla qualità dei testi argomentativi e un effetto moderato sulla qualità degli interventi di dibattito. Nel corso della ricerca dottorale è stato anche esplorato l’uso effettivo degli strumenti strategici di scrittura a supporto dell’argomentazione orale e scritta. I risultati degli studi indicano che l’insegnamento di strumenti strategici di scrittura per l’argomentazione ha il potenziale di influenzare l’apprendimento di strategie per l’argomentazione orale e scritta, soprattutto quando lo scrivere supporta e guida l’uso di strategie metacognitive e per l’autoregolazione.
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Poletti, Giovanni <1964&gt. « Aldo Rossi, autobiografia scientifica : scrittura come progetto. Indagine critica tra scrittura e progetto di architettura ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1247/1/poletti_giovanni_tesi.pdf.

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Résumé :
«In altri termini mi sfuggiva e ancora oggi mi sfugge gran parte del significato dell’evoluzione del tempo; come se il tempo fosse una materia che osservo dall’esterno. Questa mancanza di evoluzione è fonte di alcune mie sventure ma anche mi appartiene con gioia.» Aldo Rossi, Autobiografia scientifica. The temporal dimension underpinning the draft of Autobiografia scientifica by Aldo Rossi may be referred to what Lucien Lévy-Bruhl, the well-known French anthropologist, defines as “primitive mentality” and “prelogical” conscience : the book of life has lost its page numbers, even punctuation. For Lévy-Bruhl, but certainly for Rossi, life or its summing up becomes a continuous account of ellipses, gaps, repetitions that may be read from left to right or viceversa, from head to foot or viceversa without distinction. Rossi’s autobiographical writing seems to accept and support the confusion with which memories have been collected, recording them after the order memory gives them in the mental distillation or simply according to the chronological order in which they have happened. For Rossi, the confusion reflects the melting of memory elements into a composite image which is the result of a fusion. He is aware that the same sap pervades all memories he is going to put in order: each of them has got a common denominator. Differences have diminished, almost faded; the quick glance is prevalent over the distinction of each episode. Rossi’s writing is beyond the categories dependent on time: past and present, before and now. For Rossi, the only repetition – the repetition the text will make possible for an indefinite number of times – gives peculiarity to the event. As Gilles Deleuze knows, “things” may only last as “singleness”: more frequent the repetition is, more singular is the memory phenomenon that recurs, because only what is singular magnifies itself and happens endlessly forever. Rossi understands that “to raise the first time to nth forever”, repetition becomes glorification . It may be an autobiography that, celebrating the originality, enhances the memory event in the repetition; in fact it greatly differs from the biographical reproduction, in which each repetition is but a weaker echo, a duller copy, provided with a smaller an smaller power in comparison with the original. Paradoxically, for Deleuze the repetition asserts the originality and singularity of what is repeated. Rossi seems to share the thought expressed by Kierkegaard in the essay Repetition: «The hope is a graceful maiden slipping through your fingers; the memory of an elderly woman, indeed pretty, but never satisfactory if necessary; the repetition is a loved friend you are never tired of, as it is only the new to make you bored. The old never bores you and its presence makes you happy [...] life is but a repetition [...] here is the beauty of life» . Rossi knows well that repetition hints at the lasting stability of cosmic time. Kierkegaard goes on: «The world exists, and it exists as a repetition» . Rossi devotes himself, on purpose and in all conscience, to collect, to inventory and «to review life», his own life, according to a recovery not from the past but of the past: a search work, the «recherche du temps perdu», as Proust entitled his masterpiece on memory. If you want the past time to be not wasted, you must give it presence. «Memoria e specifico come caratteristiche per riconoscere se stesso e ciò che è estraneo mi sembravano le più chiare condizioni e spiegazioni della realtà. Non esiste uno specifico senza memoria, e una memoria che non provenga da un momento specifico; e solo questa unione permette la conoscenza della propria individualità e del contrario (self e non-self)» . Rossi wants to understand himself, his own character; it is really his own character that requires to be understood, to increase its own introspective ability and intelligence. «Può sembrare strano che Planck e Dante associno la loro ricerca scientifica e autobiografica con la morte; una morte che è in qualche modo continuazione di energia. In realtà, in ogni artista o tecnico, il principio della continuazione dell’energia si mescola con la ricerca della felicità e della morte» . The eschatological incipit of Rossi’s autobiography refers to Freud’s thought in the exact circularity of Dante’s framework and in as much exact circularity of the statement of the principle of the conservation of energy: in fact it was Freud to connect repetition to death. For Freud, the desire of repetition is an instinct rooted in biology. The primary aim of such an instinct would be to restore a previous condition, so that the repeated history represents a part of the past (even if concealed) and, relieving the removal, reduces anguish and tension. So, Freud ask himself, what is the most remote state to which the instinct, through the repetition, wants to go back? It is a pre-vital condition, inorganic of the pure entropy, a not-to-be condition in which doesn’t exist any tension; in other words, Death. Rossi, with the theme of death, introduces the theme of circularity which further on refers to the sense of continuity in transformation or, in the opposite way, the transformation in continuity. «[...] la descrizione e il rilievo delle forme antiche permettevano una continuità altrimenti irripetibile, permettevano anche una trasformazione, una volta che la vita fosse fermata in forme precise» . Rossi’s attitude seems to hint at the reflection on time and – in a broad sense – at the thought on life and things expressed by T.S. Eliot in Four Quartets: «Time present and time past / Are both perhaps present in time future, / And time future is contained in time past. / I all time is eternally present / All time is unredeemable. / What might have been is an abstraction / Remaining perpetual possibility / Only in a word of speculation. / What might have been and what has been / Point to one end, which is always present. [...]» . Aldo Rossi’s autobiographical story coincides with the description of “things” and the description of himself through the things in the exact parallel with craft or art. He seems to get all things made by man to coincide with the personal or artistic story, with the consequent immediate necessity of formulating a new interpretation: the flow of things has never met a total stop; all that exists nowadays is but a repetition or a variant of something existing some time ago and so on, without any interruption until the early dawnings of human life. Nevertheless, Rossi must operate specific subdivisions inside the continuous connection in time – of his time – even if limited by a present beginning and end of his own existence. This artist, as an “historian” of himself and his own life – as an auto-biographer – enjoys the privilege to be able to decide if and how to operate the cutting in a certain point rather than in another one, without being compelled to justify his choice. In this sense, his story is a matter very ductile and flexible: a good story-teller can choose any moment to start a certain sequence of events. Yet, Rossi is aware that, beyond the mere narration, there is the problem to identify in history - his own personal story – those flakings where a clean cut enables the separation of events of different nature. In order to do it, he has to make not only an inventory of his own “things”, but also to appeal to authority of the Divina Commedia started by Dante when he was 30. «A trent’anni si deve compiere o iniziare qualcosa di definitivo e fare i conti con la propria formazione» . For Rossi, the poet performs his authority not only in the text, but also in his will of setting out on a mystical journey and handing it down through an exact descriptive will. Rossi turns not only to the authority of poetry, but also evokes the authority of science with Max Plank and his Scientific Autobiography, published, in Italian translation, by Einaudi, 1956. Concerning Planck, Rossi resumes an element seemingly secondary in hit account where the German physicist «[...] risale alle scoperte della fisica moderna ritrovando l’impressione che gli fece l’enunciazione del principio di conservazione dell’energia; [...]» . It is again the act of describing that links Rossi to Planck, it is the description of a circularity, the one of conservation of energy, which endorses Rossi’s autobiographical speech looking for both happiness and death. Rossi seems to agree perfectly to the thought of Planck at the opening of his own autobiography: «The decision to devote myself to science was a direct consequence of a discovery which was never ceased to arouse my enthusiasm since my early youth: the laws of human thought coincide with the ones governing the sequences of the impressions we receive from the world surrounding us, so that the mere logic can enable us to penetrate into the latter one’s mechanism. It is essential that the outer world is something independent of man, something absolute. The search of the laws dealing with this absolute seems to me the highest scientific aim in life» . For Rossi the survey of his own life represents a way to change the events into experiences, to concentrate the emotion and group them in meaningful plots: «It seems, as one becomes older. / That the past has another pattern, and ceases to be a mere sequence [...]» Eliot wrote in Four Quartet, which are a meditation on time, old age and memory . And he goes on: «We had the experience but missed the meaning, / And approach to the meaning restores the experience / In a different form, beyond any meaning [...]» . Rossi restores in his autobiography – but not only in it – the most ancient sense of memory, aware that for at least 15 centuries the Latin word memoria was used to show the activity of bringing back images to mind: the psychology of memory, which starts with Aristotele (De Anima), used to consider such a faculty totally essential to mind. Keith Basso writes: «The thought materializes in the form of “images”» . Rossi knows well – as Aristotele said – that if you do not have a collection of mental images to remember – imagination – there is no thought at all. According to this psychological tradition, what today we conventionally call “memory” is but a way of imagining created by time. Rossi, entering consciously this stream of thought, passing through the Renaissance ars memoriae to reach us gives a great importance to the word and assumes it as a real place, much more than a recollection, even more than a production and an emotional elaboration of images.
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Poletti, Giovanni <1964&gt. « Aldo Rossi, autobiografia scientifica : scrittura come progetto. Indagine critica tra scrittura e progetto di architettura ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1247/.

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Résumé :
«In altri termini mi sfuggiva e ancora oggi mi sfugge gran parte del significato dell’evoluzione del tempo; come se il tempo fosse una materia che osservo dall’esterno. Questa mancanza di evoluzione è fonte di alcune mie sventure ma anche mi appartiene con gioia.» Aldo Rossi, Autobiografia scientifica. The temporal dimension underpinning the draft of Autobiografia scientifica by Aldo Rossi may be referred to what Lucien Lévy-Bruhl, the well-known French anthropologist, defines as “primitive mentality” and “prelogical” conscience : the book of life has lost its page numbers, even punctuation. For Lévy-Bruhl, but certainly for Rossi, life or its summing up becomes a continuous account of ellipses, gaps, repetitions that may be read from left to right or viceversa, from head to foot or viceversa without distinction. Rossi’s autobiographical writing seems to accept and support the confusion with which memories have been collected, recording them after the order memory gives them in the mental distillation or simply according to the chronological order in which they have happened. For Rossi, the confusion reflects the melting of memory elements into a composite image which is the result of a fusion. He is aware that the same sap pervades all memories he is going to put in order: each of them has got a common denominator. Differences have diminished, almost faded; the quick glance is prevalent over the distinction of each episode. Rossi’s writing is beyond the categories dependent on time: past and present, before and now. For Rossi, the only repetition – the repetition the text will make possible for an indefinite number of times – gives peculiarity to the event. As Gilles Deleuze knows, “things” may only last as “singleness”: more frequent the repetition is, more singular is the memory phenomenon that recurs, because only what is singular magnifies itself and happens endlessly forever. Rossi understands that “to raise the first time to nth forever”, repetition becomes glorification . It may be an autobiography that, celebrating the originality, enhances the memory event in the repetition; in fact it greatly differs from the biographical reproduction, in which each repetition is but a weaker echo, a duller copy, provided with a smaller an smaller power in comparison with the original. Paradoxically, for Deleuze the repetition asserts the originality and singularity of what is repeated. Rossi seems to share the thought expressed by Kierkegaard in the essay Repetition: «The hope is a graceful maiden slipping through your fingers; the memory of an elderly woman, indeed pretty, but never satisfactory if necessary; the repetition is a loved friend you are never tired of, as it is only the new to make you bored. The old never bores you and its presence makes you happy [...] life is but a repetition [...] here is the beauty of life» . Rossi knows well that repetition hints at the lasting stability of cosmic time. Kierkegaard goes on: «The world exists, and it exists as a repetition» . Rossi devotes himself, on purpose and in all conscience, to collect, to inventory and «to review life», his own life, according to a recovery not from the past but of the past: a search work, the «recherche du temps perdu», as Proust entitled his masterpiece on memory. If you want the past time to be not wasted, you must give it presence. «Memoria e specifico come caratteristiche per riconoscere se stesso e ciò che è estraneo mi sembravano le più chiare condizioni e spiegazioni della realtà. Non esiste uno specifico senza memoria, e una memoria che non provenga da un momento specifico; e solo questa unione permette la conoscenza della propria individualità e del contrario (self e non-self)» . Rossi wants to understand himself, his own character; it is really his own character that requires to be understood, to increase its own introspective ability and intelligence. «Può sembrare strano che Planck e Dante associno la loro ricerca scientifica e autobiografica con la morte; una morte che è in qualche modo continuazione di energia. In realtà, in ogni artista o tecnico, il principio della continuazione dell’energia si mescola con la ricerca della felicità e della morte» . The eschatological incipit of Rossi’s autobiography refers to Freud’s thought in the exact circularity of Dante’s framework and in as much exact circularity of the statement of the principle of the conservation of energy: in fact it was Freud to connect repetition to death. For Freud, the desire of repetition is an instinct rooted in biology. The primary aim of such an instinct would be to restore a previous condition, so that the repeated history represents a part of the past (even if concealed) and, relieving the removal, reduces anguish and tension. So, Freud ask himself, what is the most remote state to which the instinct, through the repetition, wants to go back? It is a pre-vital condition, inorganic of the pure entropy, a not-to-be condition in which doesn’t exist any tension; in other words, Death. Rossi, with the theme of death, introduces the theme of circularity which further on refers to the sense of continuity in transformation or, in the opposite way, the transformation in continuity. «[...] la descrizione e il rilievo delle forme antiche permettevano una continuità altrimenti irripetibile, permettevano anche una trasformazione, una volta che la vita fosse fermata in forme precise» . Rossi’s attitude seems to hint at the reflection on time and – in a broad sense – at the thought on life and things expressed by T.S. Eliot in Four Quartets: «Time present and time past / Are both perhaps present in time future, / And time future is contained in time past. / I all time is eternally present / All time is unredeemable. / What might have been is an abstraction / Remaining perpetual possibility / Only in a word of speculation. / What might have been and what has been / Point to one end, which is always present. [...]» . Aldo Rossi’s autobiographical story coincides with the description of “things” and the description of himself through the things in the exact parallel with craft or art. He seems to get all things made by man to coincide with the personal or artistic story, with the consequent immediate necessity of formulating a new interpretation: the flow of things has never met a total stop; all that exists nowadays is but a repetition or a variant of something existing some time ago and so on, without any interruption until the early dawnings of human life. Nevertheless, Rossi must operate specific subdivisions inside the continuous connection in time – of his time – even if limited by a present beginning and end of his own existence. This artist, as an “historian” of himself and his own life – as an auto-biographer – enjoys the privilege to be able to decide if and how to operate the cutting in a certain point rather than in another one, without being compelled to justify his choice. In this sense, his story is a matter very ductile and flexible: a good story-teller can choose any moment to start a certain sequence of events. Yet, Rossi is aware that, beyond the mere narration, there is the problem to identify in history - his own personal story – those flakings where a clean cut enables the separation of events of different nature. In order to do it, he has to make not only an inventory of his own “things”, but also to appeal to authority of the Divina Commedia started by Dante when he was 30. «A trent’anni si deve compiere o iniziare qualcosa di definitivo e fare i conti con la propria formazione» . For Rossi, the poet performs his authority not only in the text, but also in his will of setting out on a mystical journey and handing it down through an exact descriptive will. Rossi turns not only to the authority of poetry, but also evokes the authority of science with Max Plank and his Scientific Autobiography, published, in Italian translation, by Einaudi, 1956. Concerning Planck, Rossi resumes an element seemingly secondary in hit account where the German physicist «[...] risale alle scoperte della fisica moderna ritrovando l’impressione che gli fece l’enunciazione del principio di conservazione dell’energia; [...]» . It is again the act of describing that links Rossi to Planck, it is the description of a circularity, the one of conservation of energy, which endorses Rossi’s autobiographical speech looking for both happiness and death. Rossi seems to agree perfectly to the thought of Planck at the opening of his own autobiography: «The decision to devote myself to science was a direct consequence of a discovery which was never ceased to arouse my enthusiasm since my early youth: the laws of human thought coincide with the ones governing the sequences of the impressions we receive from the world surrounding us, so that the mere logic can enable us to penetrate into the latter one’s mechanism. It is essential that the outer world is something independent of man, something absolute. The search of the laws dealing with this absolute seems to me the highest scientific aim in life» . For Rossi the survey of his own life represents a way to change the events into experiences, to concentrate the emotion and group them in meaningful plots: «It seems, as one becomes older. / That the past has another pattern, and ceases to be a mere sequence [...]» Eliot wrote in Four Quartet, which are a meditation on time, old age and memory . And he goes on: «We had the experience but missed the meaning, / And approach to the meaning restores the experience / In a different form, beyond any meaning [...]» . Rossi restores in his autobiography – but not only in it – the most ancient sense of memory, aware that for at least 15 centuries the Latin word memoria was used to show the activity of bringing back images to mind: the psychology of memory, which starts with Aristotele (De Anima), used to consider such a faculty totally essential to mind. Keith Basso writes: «The thought materializes in the form of “images”» . Rossi knows well – as Aristotele said – that if you do not have a collection of mental images to remember – imagination – there is no thought at all. According to this psychological tradition, what today we conventionally call “memory” is but a way of imagining created by time. Rossi, entering consciously this stream of thought, passing through the Renaissance ars memoriae to reach us gives a great importance to the word and assumes it as a real place, much more than a recollection, even more than a production and an emotional elaboration of images.
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Terzoli, Maria Antonietta. « Il libro di Jacopo : scrittura sacra nell'"Ortis / ». Roma : Salerno, 1988. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb35690487z.

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Ruchti, Cabrini Dina. « Commento alla "Cognizione del dolore" di C. E. Gadda / ». Zurigo : ADAG adm. and Druck AG, 1987. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb35181813p.

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ANDOLFI, VALENTINA RITA. « BENESSERE, SCUOLA E ABILITA' DI LETTO-SCRITTURA : teorie e modelli di intervento ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/30474.

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Résumé :
L’ingresso nella scuola primaria costituisce per il bambino un evento di grande impatto sulla costruzione dell’immagine di Sé. In quest’ambiente il bambino si confronta con nuovi compiti di apprendimento, rispetto cui dovrebbe sviluppare curiosità, interesse, motivazione e fiducia nelle proprie capacità, con ricadute positive sul suo stato di benessere. Tuttavia, di fronte alle richieste dell’insegnante spesso emergono sentimenti d’inadeguatezza, ansia e rifiuto. Questo può essere particolarmente evidente nel caso di difficoltà nell’apprendimento del linguaggio scritto, poiché imparare a leggere e scrivere è una delle abilità su cui i bambini e i loro genitori elaborano maggiori attese all’inizio della scuola. In ottica sistemica, la scuola è un luogo in cui s’incrociano molte storie e che spesso si trasforma in una cassa di risonanza di numerosi malesseri. In un ambiente così ricco di sfide i bambini possono mettere in gioco risorse che è bene potenziare e sostenere. Sulla base di queste premesse, 3 studi sono stati condotti con l’obiettivo di: a) esplorare in ottica quali-quantitativa l’esperienza di benessere dei bambini (studio 1); b) individuare i fattori che possono incidere sull’esperienza di benessere nel contesto scolastico, attraverso uno studio integrato delle caratteristiche del bambino e dei suoi dei genitori (studio 2); c) implementare e valutare un intervento di potenziamento delle abilità scolastiche e del benessere dei bambini in età scolare (studio 3).
The transition to primary school constitutes an event of a great impact on the construction of children’s Self-image. In this environment, children are confronted with new learning tasks, which should develop curiosity, interest, motivation, and confidence in their own abilities, with positive effects on their well-being. However, in the face of the teacher's demands, feelings of inadequacy, anxiety, and refusal often arise. This can be particularly noticeable in the case of difficulty in learning, as learning how to read and write properly is one of the abilities on which children and their parents have greater expectations at the beginning of school. In such a challenging environment, children can develop resources that it is good to support. Based on these assumptions, three studies were conducted with the aim of: a) exploring the child's experience of well-being in a quali-quantitative way (study 1); b) identifying the factors that can affect the child's experience of well-being in the school context, through an integrated study of the characteristics of the child and his/her parents (study 2); c) implementing and evaluating a program to enhance literacy abilities and well-being of school-age children (study 3).
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Petrucci, Dino <1972&gt. « Il trattato di scrittura di Sigismondo Fanti : proposta per un'edizione critica commentata ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12018.

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Questo lavoro è preliminare a una possibile edizione critica del trattato di scrittura di Sigismondo Fanti del 1514; trattato che trova fondamento principalmente nella ragione geometrica delle lettere alfabetiche. Attraverso un'analisi d'alcune parti del testo, si vuole dimostrare la necessità di una ricostruzione critica anche delle illustrazioni xilografiche, in quanto complementari al testo scritto del trattato e da questo inscindibili. Le illustrazioni, infatti, presentano delle problematiche che certo vanno esaminate verbalmente, ma che dovrebbero essere segnalate pure visivamente, nella constitutio textus, mediante l'uso d'un'opportuna simbologia.
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De, Lucia Anna <1994&gt. « La risata della maschera - L'identità di genere nella scrittura di Kurahashi Yumiko ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19090.

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La parabola letteraria di Kurahashi Yumiko (1935 – 2005) è caratterizzata, in maniera più o meno pervasiva nella vasta produzione letteraria e saggistica, da un continuo conflitto per quanto riguarda discorsi di sesso e/o genere, tra l’acuta consapevolezza di portare “il segno del sesso” e un tiro alla fune tra la spinta verso una liberazione quasi trascendentale da binari e ruoli di genere e l'adesione ad essi. L'obiettivo di questo elaborato è quello di concentrarsi su questo aspetto, analizzando le opere dell'autrice in particolare da una prospettiva di gender studies e queer theory e concentrandosi su come il concetto di genere come atto performativo controllato da norme regolamentari sociali, storiche e culturali si articoli in un mondo letterario che presenta costantemente metodi alternativi per mettere in discussione tali paradigmi. Attraverso l'analisi di parte della produzione letteraria, soffermandosi in particolare sulla storia breve Kijo no men (1985), e della produzione saggistica attraverso questa lente, l'elaborato intende quindi esaminare come binari di genere, sesso e sessualità, particolarmente in relazione al Giappone moderno degli anni ’60-’80, vengano problematizzati, esplorati, trascesi o talvolta semplicemente rinforzati dalla penna di Kurahashi.
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Marino, Andrea. « La rappresentazione delle mafie nella scrittura di Ugo Pirro ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Ugo Pirro è stato uno dei più importanti sceneggiatori del cinema italiano e anche romanziere, autore prolifico sensibile nel cogliere i cambiamenti della società e fautore di un cinema sempre attento a indagare la realtà circostante. In questa ricerca si analizza la sua particolare tecnica di scrittura, partendo dai suoi stessi romanzi che sono un punto di vista originale sulla storia del cinema italiano, e dai suoi quattro film realizzati con Elio Petri. Si analizza in seguito il suo romanzo sulla mafia "Il luogo dei delitti", interessante per come sfida e ribalta completamente le convenzioni della letteratura poliziesca, rappresentando con efficacia il contesto mafioso. Si osserva infine il processo di scrittura del film "I guappi" di Pasquale Squitieri, a cui Pirro ha dato un contributo determinante, confrontando i documenti originali del film conservati nel suo archivio.
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Catenaro-, Catenaro Dina Vanessa <1976&gt. « Dalla "postmémoire" alla scrittura dell'oblio nell'opera di Sylvie Germain ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4628/1/Catenaro_Catenaro_Dina_tesi.pdf.

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Résumé :
La tesi intitolata "Dalla «postmémoire» alla scrittura dell’oblio nell’opera di Sylvie Germain" si pone l’obbiettivo di analizzare l’opera della scrittrice francese contemporanea Sylvie Germain alla luce di alcune elaborazioni teoriche sulla dialettica memoria/oblio. Basandoci sulle principali teorie-guida relative alla «memoria culturale» teorizzate da Maurice Halbwachs,Pierre Nora,Tzvetan Todorov,Paul Ricoeur e Aleida Assmann,la nostra analisi si è successivamente concentrata sugli studi condotti attorno al concetto di «postmemory» elaborato dalla studiosa americana Marianne Hirsch. Scopo di questa prospettiva critica è quello di leggere l'opera germainiana come espressione di una «affiliative postmemory», risultato della connessione generazionale di coloro che non hanno vissuto direttamente un trauma con la «literal second generation». Attraverso un approccio interdisciplinare che ha coinvolto gli studi sulla memoria culturale in rapporto alla questione del gender, si è inoltre evidenziata la specificità del ruolo rivestito dai personaggi femminili nei romanzi di Germain che assumono un peso determinante nella trasmissione della memoria individuale e collettiva, studio che ci ha permesso di sottolineare la funzione attiva svolta dalle protagoniste delle opere della scrittrice. Nella fase conclusiva sono state esaminate le opere più recenti di Sylvie Germain pubblicate tra il 2008 e il 2011 in cui l’autrice sembra avvertire la necessità di controbilanciare il peso della «troppa memoria» con una giusta dose di oblio. Sono state inoltre affrontate la questione della responsabilità etica e l’idea di debito nei confronti della memoria familiare e collettiva: la scrittura stessa diventa così per Germain lo strumento attraverso il quale l’autrice assume il ruolo di passeuse de mémoire per le generazioni future.
This thesis is entitled "From «postmemory» to the writing of oblivion in the works of Sylvie Germain", and it examines the dialectic between memory and oblivion in the works of French contemporary writer Sylvie Germain. The thesis is based on the theories of «cultural memory» proposed by Maurice Halbwachs, Pierre Nora, Tzvetan Todorov, Paul Ricoeur, Aleida Assmann, and the studies about «postmemory» proposed by Marianne Hirsch. The purpose of this critical perspective is to read the works of Sylvie Germain as an example of «affiliative postmemory» (a kind of memory that results from a generational connection between those who haven’t directly experienced a particular trauma with the so-called «literal second generation»). Moreover, by means of an interdisciplinary approach the thesis aims at establishing a link between memory studies and Gender studies. It also tries to highlight the active function and the prominent role played by female characters in Germain’s novels, both as individuals and as voices for collective memory transmission. Analyzing the most recent works of Sylvie Germain (published between 2008 and 2011), the thesis focuses on the necessity of the writer to counterbalance the weight of «too much memory» by a good deal of oblivion. It also discusses and develops the questions concerning ethic responsibility and the debt to familial and collective memories. This analysis shows how Germain seems to take the role of passeuse de mémoire for future generations through her writing.
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Catenaro-, Catenaro Dina Vanessa <1976&gt. « Dalla "postmémoire" alla scrittura dell'oblio nell'opera di Sylvie Germain ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4628/.

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Résumé :
La tesi intitolata "Dalla «postmémoire» alla scrittura dell’oblio nell’opera di Sylvie Germain" si pone l’obbiettivo di analizzare l’opera della scrittrice francese contemporanea Sylvie Germain alla luce di alcune elaborazioni teoriche sulla dialettica memoria/oblio. Basandoci sulle principali teorie-guida relative alla «memoria culturale» teorizzate da Maurice Halbwachs,Pierre Nora,Tzvetan Todorov,Paul Ricoeur e Aleida Assmann,la nostra analisi si è successivamente concentrata sugli studi condotti attorno al concetto di «postmemory» elaborato dalla studiosa americana Marianne Hirsch. Scopo di questa prospettiva critica è quello di leggere l'opera germainiana come espressione di una «affiliative postmemory», risultato della connessione generazionale di coloro che non hanno vissuto direttamente un trauma con la «literal second generation». Attraverso un approccio interdisciplinare che ha coinvolto gli studi sulla memoria culturale in rapporto alla questione del gender, si è inoltre evidenziata la specificità del ruolo rivestito dai personaggi femminili nei romanzi di Germain che assumono un peso determinante nella trasmissione della memoria individuale e collettiva, studio che ci ha permesso di sottolineare la funzione attiva svolta dalle protagoniste delle opere della scrittrice. Nella fase conclusiva sono state esaminate le opere più recenti di Sylvie Germain pubblicate tra il 2008 e il 2011 in cui l’autrice sembra avvertire la necessità di controbilanciare il peso della «troppa memoria» con una giusta dose di oblio. Sono state inoltre affrontate la questione della responsabilità etica e l’idea di debito nei confronti della memoria familiare e collettiva: la scrittura stessa diventa così per Germain lo strumento attraverso il quale l’autrice assume il ruolo di passeuse de mémoire per le generazioni future.
This thesis is entitled "From «postmemory» to the writing of oblivion in the works of Sylvie Germain", and it examines the dialectic between memory and oblivion in the works of French contemporary writer Sylvie Germain. The thesis is based on the theories of «cultural memory» proposed by Maurice Halbwachs, Pierre Nora, Tzvetan Todorov, Paul Ricoeur, Aleida Assmann, and the studies about «postmemory» proposed by Marianne Hirsch. The purpose of this critical perspective is to read the works of Sylvie Germain as an example of «affiliative postmemory» (a kind of memory that results from a generational connection between those who haven’t directly experienced a particular trauma with the so-called «literal second generation»). Moreover, by means of an interdisciplinary approach the thesis aims at establishing a link between memory studies and Gender studies. It also tries to highlight the active function and the prominent role played by female characters in Germain’s novels, both as individuals and as voices for collective memory transmission. Analyzing the most recent works of Sylvie Germain (published between 2008 and 2011), the thesis focuses on the necessity of the writer to counterbalance the weight of «too much memory» by a good deal of oblivion. It also discusses and develops the questions concerning ethic responsibility and the debt to familial and collective memories. This analysis shows how Germain seems to take the role of passeuse de mémoire for future generations through her writing.
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Gozzo, Federica <1983&gt. « Il dolore degli altri : la comunicazione come strumento di cura ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21088.

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Résumé :
L'atto comunicativo che si verifica nel contesto di cura presenta alcune caratteristiche peculiari e alcuni nodi problematici. Le complessità e i difetti di comunicazione scaturiscono da molteplici condizioni: il riduzionismo biomedico che confina l’individuo nella sua dimensione corporea; lo spirito istituzionale che, spesso, anima gli incaricati della cura e li scoraggia a uscire dai protocolli; la distanza che insiste fra le persone coinvolte nel processo terapeutico; la mancata partecipazione del paziente a tale processo. Il problema della traduzione emerge fin dal principio - nell'incontro fra medico e paziente - in quanto il messaggio, che “parla” del corpo del paziente tramite le categorie biomediche di salute e malattia, viene veicolato attraverso la parola e giunge infine al medico attraversando un imprescindibile processo ermeneutico. Una situazione analoga si presenta nel messaggio che a partire dal medico giunge al paziente, nonostante in questo scambio sia rintracciabile, in aggiunta, un codice spesso di difficile decifrazione che deve essere decodificato e compreso dal paziente. All'interno di una ricerca più ampia e generale, ho deciso di esplorare tre ambiti specifici, in cui la comunicazione medico-paziente risulta particolarmente complessa: il primo ambito ad essere da me esplorato, è quello dei bambini con malattie rare. I genitori, le madri in particolare, affinano le loro capacità comunicative. Esse si fanno mediatrici intersemiotiche - traducendo dal segno, dal sintomo, da un'intuizione, alla parola - spesso acquisendo un repertorio linguistico specifico al fine di consegnare nelle mani del medico una descrizione quanto più efficace possibile. I gruppi di supporto fra persone con malattie "invisibili" o che sono di difficile trattamento, come la cefalea a grappolo, l’artite psoriasica, la nevralgia del pudendo, rappresentano una ulteriore area di indagine che ha interessato il lavoro di campo.Il terzo ambito da me esplorato è la farmacia dell'isola della Giudecca, in cui il farmacista assume un particolare ruolo nella comunicazione di cura. La volontà di dare un risvolto pratico ai risultati della ricerca, in un'ottica non estrattivista, scaturisce dalla necessità di restituire al paziente il diritto alla partecipazione e alla comunicazione evidenziando come l'incontro nell'ambito di cura, e la comunicazione che avviene al suo interno, sia di importanza fondamentale nel determinare la qualità di vita del paziente.
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Sacco, Filomena <1989&gt. « Dal romanzo realista alla scrittura carceraria : proposta di traduzione di un romanzo di Wang Tuo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7165.

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Résumé :
Nel presente lavoro verrà proposta la traduzione dei primi tre capitoli del romanzo Niudugang de gushi dello scrittore taiwanese Wang Tuo. L’opera fu realizzata durante il periodo trascorso in carcere dall’autore a seguito dell’arresto per il suo coinvolgimento nell’incidente di Gaoxiong dell’inverno del 1979. La tesi è organizzata in tre capitoli. Il primo capitolo oltre a descrivere il contesto storico-culturale taiwanese degli anni Settanta, presenterà il filone della cosiddetta "letteratura carceraria" e ripercorrerà gli eventi fondamentali della vita dell'autore, la sua attività politica e le sue opere, con particolare riferimento al romanzo esaminato. La proposta di traduzione occuperà l’intero secondo capitolo. Nella sezione finale, il commento traduttologico consentirà di approfondire e comprendere le difficoltà affrontate nel corso del lavoro di traduzione, nonché le soluzioni adottate.
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Bonfante, Simone. « Docudipity : estensione di un ambiente per esplorare tendenze nella scrittura di articoli scientifici ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11956/.

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Résumé :
In questa tesi verrà mostrato un sistema innovativo, finalizzato a supportare l’esplorazione e l’analisi di collezioni di articoli scientifici. Il nome stesso, DocuDipity, deriva dall’unione di "Document" e "Serendipity", cioè fare scoperte inattese sui documenti e in particolare sul modo in cui i sono scritti. Grazie a DocuDipity è possibile individuare particolare proprietà degli articoli, ad esempio la distribuzione delle citazioni o dei contributi di autori diversi, senza l’obbligo di sfogliare pagina per pagina gli articoli.
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Falcone, Maria Giovanna. « Verso una nuova (?) definizione di teatro politico : Strategie di scrittura scenica nelle creazioni multidiscilplinari di Motus ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/328412.

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Résumé :
In questo studio ci proponiamo di esplorare la definizione di “politico” nel teatro, applicandola all'intero percorso della compagnia italiana di teatro sperimentale Motus. L'ipotesi è rinvenire nell'opera del gruppo la “politicità” insita in vari livelli della sua produzione: in primis quello organizzativo, esplorato sin dal debutto nella scena contemporanea, in cui la definiamo insieme ad altri gruppi delle sua generazione come “isole nella rete”, fino alla recente occupazione di spazi come il teatro Valle a Roma e Macao a Milano. Nel primo segmento d'analisi esploreremo le opere degli esordi (1995-2002), caratterizzati da una forte ricerca sul linguaggio e dal rifiuto della dimensione mimetica: questa messa in discussione della poetica aristotelica rappresenta la cifra politica della prima fase indagata. La seconda è caratterizzata da istanze dove il discorso politico si fa più esplicito: dal progetto Pasolini alla rilettura del mito di Antigone, l'elemento ideologico ed il tema della Rivolta emergono con preponderanza, contribuendo a definire la compagnia dentro gli schemi di quello che definiremo come “terrorismo poetico”.
In this investigation we propose to explore the definition about the notion of “politic” in theatre, by his application on the entire accomplished of Motus, an italian experimental theatre group. The assumption is to recover in the work of this collective the “politcal level” inherent in the differents fields of his productions: in primis the organizational one, explored since the debut in the theatral contemporary scene ( phase that we define as “islands in the net”) till the late occupation of spaces as the Valle theatre in Rome and Macao in Milano. In the first segment of our analisys we explore the beginning works (1995-2002), with an essential characteristic: the strong research about languages and the disaffirmation of the mimetic dimension, that describes the politic magnitude of this first segment. The second one is emblematized by instances where the politic speech is becoming more explicit: from project Pasolini to the scenic construction about the mythe of Antigone (2004-2010), the ideologic item and the theme of rebellion appear preponderancly, determining the group in the patterns that we define as “poetic terrorism”.
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SCIFO, Lidia. « Abilità di apprendimento di lettura e scrittura in bambini in età prescolare e predittori di rischio ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91247.

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Résumé :
The years from birth through age 5 are a critical time for children’s development and learning. Early childhood educators understand that at home and in early childhood education settings, young children learn important skills that can provide them with the cornerstones needed for the development of later academic skills. These patterns of learning in preschool are closely linked to later achievement: children who develop more skills in the preschool years perform better in the primary grades. The development of early skills appears to be particularly important in the area of literacy. It is estimated that more than a third of all graders (and an even higher percentage of our at-risk students) read so poorly that they cannot complete their schoolwork successfully. Providing young children with the critical precursor skills to reading and writing can offer a path to improving overall achievement (Teale & Sulzby, 1986; Badian, 1988; Tressoldi & Vio, 1996; Whitehurst & Loningan, 1998; Ehri et al., 2005; Pepi, 2004; Cornoldi & Tressoldi, 2007; Pinto et al., 2009; Puranik & Lonigan, 2011). The purpose of this research is to identify and discuss areas of emerging evidence on the relationship between early childhood literacy experiences and subsequent reading acquisition. We do not wish to minimize the role of oral language in early literacy development, for it serves as a companion to the development of reading and writing. First, dimensions of literacy knowledge and literacy experiences are discussed, based on data from recent primary studies and reviews of emergent literacy research. Then areas of emerging evidence are examined for instructional implications for children entering school with diverse literacy experiences (Lonigan et al., 2009 ). In general, purpose of this study was to examine the correlations between indirect and direct measures of emergent literacy skills. Another the purpose of the present study was to examine the research that correlate emergent literacy skills and risk factors of learning disabilities in children in reading and writing . Although many advances have been made in early identification and intervention for students with reading disabilities, there has been less progress in identifying the elaboration of an effective assessment tool (in the Italian language and the languages transparent and semi-transparent like Italian) or “universal screening” for the early identification of learning disabilities that includes all the variables directly and indirectly involved in the learning of reading and writing (Jiménez, 2010; Lonigan et al., 2011). Standardized tools that assess learning to read and writing and can be accurate in identifying variables "at risk" of learning disabilities. Because some of these students may have experienced difficulty with reading from the beginning of their school careers, but other students confront reading and writing problems for the first time in primary school. Appropriate tools have been used for an assessment of all the skills involved in learning to read and write, according to the theoretical model of The National Early Literacy Panel (NELP; see Lonigan, Schatschneider, & Westberg, 2008a). Furthermore, we have involved the teachers in the early identification , we have showed confirming the literature that have a crucial role in learning processes. Instead, the present study is a longitudinal study in two phases (two years from 2012 to 2013), in which they were observed variables involved in learning to read and write in children from last year of kindergarten until first year of primary school. An important role in this research has been given to the influence of socio-cultural context and home literacy experiences or environment which have an important role (Puranik et al., 2010; Jiménez et al., 2009). Some children who have been assessed as "at risk" during the screening of the first phase were included in a specific training. In general, this research is divided into three main parts and three chapters: From emergent literacy to the risk profiles of learning of reading and writing in children (chapters I) Risk factors of learning disabilities in children : a systematic review and international meta-analysis (chapters II) The construction of a risk profile in reading and writing in pre-school-age children (chapters III) These three chapters are organized as three separate searches but that are related to each other by the study of the foundations of learning to read and write in typical and atypical development. The study of learning prerequisites of reading and writing as evidenced by the extensive literature throughout the world is crucial because are involved the life span. In particular, this research is characterized by the following specific and general objectives (Table 1) .
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Balboni, Lara. « Cultura Europea e identita siciliana nella scrittura di Gesualdo Bufalino ». Thesis, McGill University, 2001. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=32898.

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Résumé :
The most outstanding features of Gesualdo Bufalino's literary works are outlined in this dissertation. Bufalino, a Sicilian writer, made a name for himself in Italian literature in the early Eighties.
The first part of this thesis deals with the author's biographic background and existential experiences which ostensibly contributed the most to his shifting life onto the literary page. It ends with an analysis of Diceria dell'untore , the novel which made him famous.
The dissertation provides then an in-depth analysis of the various themes connected with memory, the centrepiece of this author's artistic universe, from which he ceaselessly carves out the contents of his writings. Memory makes up his prevailing narrative structure.
This feature draws him close to French writer Marcel Proust, whom Bufalino makes frequent reference to, but from whom he succeeded in taking an arm-length stand, since Bufalino elaborates and interprets reminiscing his own way. Carrying memory's materials over into fiction, a typical procedure of European literature from the previous century, is dealt with by Bufalino in a manner all of his own.
Components from the author's regional culture, interspersed in his literary works, have been singled out, making thus possible a comparison with other Sicilian authors.
Bufalino's literary experience may thus be seen as deeply rooted in Sicily, but at one and the same time it may also be seen as an interpretation of European literary trends in the twentieth century.
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Covelli, Giovanni <1984&gt. « Il teatro di Sarah Kane fra biografia, performance e scrittura ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6443/1/Covelli_tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente studio si propone come una rilettura del profilo drammaturgico e teatrale di Sarah Kane a partire dalla ricostruzione e integrazione dei dati biografici e delle interazioni artistiche e personali dell’autrice. Lo studio si articola in due sezioni: in un primo momento esso inquadra contestualmente la drammaturgia inglese del secondo dopoguerra, origine della prima generazione dei Giovani Arrabbiati e sostrato della trasformazione teatrale britannica degli anni Novanta. La seconda sezione, invece, si articola come un’indagine biografica della vita della Kane scandita da documenti e immagini inediti. Tali immagini restituiscono una preziosa testimonianza dei primi spettacoli giovanili, delle prime regie e del percorso professionale maturo della drammaturga/regista, oltre a far luce sulla sua vita personale e famigliare e sugli influssi della stessa sul suo teatro. Inoltre, lo studio approfondito delle vicende biografiche dell’autrice ridisegna le caratteristiche fondanti dell'universo teatrale britannico comprendendo il valore che hanno: i teatri, la critica giornalistica e le strutture universitarie, per la configurazione del sistema teatrale.
This thesis sets itself to re-examine Sarah Kane’s both dramaturgical and theatrical profile, starting from the reconstruction and integration of Kane’s biography and her artistic and personal interactions. This work is structured in two main sections: at first it contextualises British dramaturgy after WWII, birth-place of the first generation of the Angry Young Men and foundation for 1990’s British theatre transformation. The second section sets itself as a biographic research on Sarah Kane, integrated with unpublished documents and images. These images constitute priceless proof of Kane’s first early plays, her first directions and her mature professional itinerary. Moreover, it throws a light on Kane’s both personal and family life as well as its influence on her theatrical work. Furthermore, this in-depth study of Kane’s biography reshapes the founding characteristics of the British theatrical universe by understanding the value of: theatres, press criticism and university structures, for the configuration of the theatrical structure.
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Covelli, Giovanni <1984&gt. « Il teatro di Sarah Kane fra biografia, performance e scrittura ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6443/.

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Résumé :
Il presente studio si propone come una rilettura del profilo drammaturgico e teatrale di Sarah Kane a partire dalla ricostruzione e integrazione dei dati biografici e delle interazioni artistiche e personali dell’autrice. Lo studio si articola in due sezioni: in un primo momento esso inquadra contestualmente la drammaturgia inglese del secondo dopoguerra, origine della prima generazione dei Giovani Arrabbiati e sostrato della trasformazione teatrale britannica degli anni Novanta. La seconda sezione, invece, si articola come un’indagine biografica della vita della Kane scandita da documenti e immagini inediti. Tali immagini restituiscono una preziosa testimonianza dei primi spettacoli giovanili, delle prime regie e del percorso professionale maturo della drammaturga/regista, oltre a far luce sulla sua vita personale e famigliare e sugli influssi della stessa sul suo teatro. Inoltre, lo studio approfondito delle vicende biografiche dell’autrice ridisegna le caratteristiche fondanti dell'universo teatrale britannico comprendendo il valore che hanno: i teatri, la critica giornalistica e le strutture universitarie, per la configurazione del sistema teatrale.
This thesis sets itself to re-examine Sarah Kane’s both dramaturgical and theatrical profile, starting from the reconstruction and integration of Kane’s biography and her artistic and personal interactions. This work is structured in two main sections: at first it contextualises British dramaturgy after WWII, birth-place of the first generation of the Angry Young Men and foundation for 1990’s British theatre transformation. The second section sets itself as a biographic research on Sarah Kane, integrated with unpublished documents and images. These images constitute priceless proof of Kane’s first early plays, her first directions and her mature professional itinerary. Moreover, it throws a light on Kane’s both personal and family life as well as its influence on her theatrical work. Furthermore, this in-depth study of Kane’s biography reshapes the founding characteristics of the British theatrical universe by understanding the value of: theatres, press criticism and university structures, for the configuration of the theatrical structure.
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Bacchi, Noemi <1985&gt. « Can Xue : pensiero e scrittura di una intellettuale contemporanea cinese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1826.

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Giannavola, Roberto <1980&gt. « Baccinata e Antibacinata. Una guerra di scrittura nell'Italia del Seicento ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2436.

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Cafasso, Carla <1996&gt. « "Verso la foce" di Gianni Celati : tra scrittura e fotografia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20791.

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Résumé :
La trattazione si propone di mettere in evidenza l'importanza che la fotografia ha avuto per l'ideazione e la produzione dei quattro "racconti d'osservazione" contenuti in "Verso la foce", opera di Gianni Celati pubblicata per la prima volta in volume nel 1989. L'analisi, nello specifico, è volta a dimostrare come la filosofia della "pulizia dello sguardo", adottata dai fotografi partecipanti al progetto di "Viaggio in Italia" (tra cui Luigi Ghirri), abbia esercitato un influsso decisivo sulla cronaca di viaggio di Celati a livello strutturale, contenutistico e formale. "Strada provinciale delle anime", trasposizione in forma filmica di "Verso la foce" e primo documentario da regista dell'autore, viene infine indagato come prova decisiva del suo approccio fotografico alla scrittura.
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Rampazzo, Luca <1972&gt. « L' EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA DI YU HUA. PROPOSTA DI TRADUZIONE E COMMENTO DI ALCUNI ARTICOLI DI CRITICA LETTERARIA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3152.

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Résumé :
QUESTO ELABORATO RIGUARDA L’EVOLUZIONE DELLO STILE LETTERARIO DI YU HUA ATTRAVERSO DUE OPERE CHE SEGNANO IL PASSAGGIO DAL ‘GELIDO’ AL ‘SENTIMENTALE’: “VIVERE” E “CRONACHE DI UN VENDITORE DI SANGUE”. L’ELABORATO E’ DIVISO IN TRE CAPITOLI, IL PRIMO E’ INTRODUTTIVO E SPIEGA IL CONTESTO LETTERARIO IN CUI SI SVILUPPA IL TALENTO DI YU HUA, SOFFERMANDOSI PRINCIPALMENTE SULLE DUE SUDDETTE OPERE. IL SECONDO CAPITOLO RIGUARDA IL CORPO VERO E PROPRIO DELL’ELABORATO, CIOE’ ALCUNE TRADUZIONI DI ARTICOLI DI CRITICA LETTERARIA, MENTRE IL TERZO CAPITOLO AFFRONTA QUESTIONI CHE RIGUARDANO L’INTERPRETAZIONE TESTUALE IN SEDE DI TRADUZIONE, OVVERO PROBLEMI CHE POSSONO SORGERE A LIVELLO FONOLOGICO, LESSICALE, SINTATTICO, TESTUALE O CULTURALE QUANDO SI AFFRONTA UN TESTO DI CRITICA LETTERARIA, ILLUSTRANDO LE STRATEGIE UTILIZZATE PER RISOLVERLI.
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Pretotto, Matteo <1992&gt. « Tra nomadismo e rielaborazione del dolore : Analisi di una comunità prealpina ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13848.

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Résumé :
Questa ricerca è stata svolta durante il periodo estivo presso la comunità prealpina di Erto e Casso, in provincia di Pordenone. Il lavoro è diviso in due parti principali più un'approfondimento introduttivo atto ad informare il lettore del contesto sociale ed economico nel quale prendono forma la tradizione lavorativa del mondo ambulante femminile e la sacra rappresentazione del venerdì santo. A tutto il lavoro ho premesso quindi una sezione interamente dedicata all'analisi di punti a mio avviso importanti riguardanti la metodologia di ricerca.
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CELO, PIETRO. « La scrittura come traduzione ; proposta di un metodo per l’apprendimento della lettura e della scrittura in bambini sordi segnanti ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/105151.

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Résumé :
Our analysis core is the study of the issues occurring in deaf signing children, using Italian Signing Language (LIS), during reading and writing learning process. Our reflections originate from practices (G.Mialaret, 1986), facts and from experimental actions and their aim is to better understand this educational issue: the relationship among words, signs and writing, between fingerspelling alphabet and writing, between a tridimensional cinematic language and writing bidimensional linearity . The researcher has been guided by a thread starting from a universalistic perspective, or for some points of view an anti-nativist one, where a language is considered as the product of people, the result of conventions and social habits (Von Humboldt 1767-1835). Here we are in the middle of Sapir-Whorf’s linguistically relativity theory, that asserts that cognitive development in every human being is influenced by his spoken language. We can find a systemic and complex relationship between individual’s living, his ontological destiny, and his language, his communication habits. The notions about transformation process is our theoretical point of view, studied by authors such as Jakobson, Vygotskij, Lakoff , Ricoeur. Seinker’s second languages acquisiton theory has offered several hints to rationalize the intersemiotic passage, as a guiding light toward the intramorphic theory, namely toward to a method of translation forms and contents of a code , through the alteration of the simbolic system and the alteration of the susbstance that compose a system, in a dynamic process of interlinguistical different figures. In 2013 a new didactical and educational perspective, named intramorphism has been worked out and towards that outlook this research has been thought out as a verifcation of some theoretical assumptions where some evidences allow to validate (or not) the same theory. The sophistication of this subject has brought to act an integration of qualitative and quantitative approach. The choice of a multiple case study (R.Yin, 2005) has satisfied our need to explain, where possible, an integrated educational action in a social and individual context, and respectful of deaf signing children language and identity specificity, and moreover flexible about theoretical premises and in its approach to daily teaching/learning practices. We choose to put on the multiple case study method to deaf signing children, attending bilingual schools (Italian, sign language) repeating the intervention on every child with conflicting or similar results forecast. The results prove the exactness in our hypothesis and in the method: strengthening writing and reading acquisition with and individual work on depth and on metacognitive consciousness in visual ‘intramorphical’ gears enables meaningful improvements in writing and reading skills in deaf children towards to standards. Furthermore, we have carried out a pilot analysis in Ouagadougou, Burkina Faso- Africa, in “Centre Effatà L. Pavoni”, in a condition of extreme hardship that has been very important to the researcher and where the same methods, tools and procedures ran in Italy has been exploited.
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PETRELLA, GIULIA. « Il mito di Berlino nella scrittura di Judith Hermann, Norman Ohler e Inka Parei ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26718.

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Résumé :
The purpose of this study was to investigate contemporary German literature, represented by the young generation of authors who, after the fall of the Wall and German reunification, chose the capital Berlin as main Leitmotiv of their works as well as their new cultural homeland, so much so that critics haven’t hesitated to define them Generation Berlin. The study focuses on the literary representation of the Berlin myth that today expresses the political, economical and social contradictions of globalization that invested Germany after 1989 and contributed to changing the image of Berlin radically modifying its urban palimpsest. The thesis examines the novels Mitte and Die Schattenboxerin respectively written by Norman Ohler and Inka Parei as well as the tale Sommerhaus, später by Judith Hermann, where Berlin becomes the symbol of the problematic relationship with the past and of the existential conditions experienced by young generations nowadays, steadily looking for a new identity that could make them feel secure in the present precarious world. The analysis of the above mentioned texts reveals that the literature of the Generation Berlin is an important way of understanding contemporary Germany and the literary trends of our time, thanks to its ability to describe daily reality in detail and at the same time to conceive an alternative one. To this end, the narrations offer themselves as experimental field to criticize globalised Germany and to envision a different future, where history, finally released from its unsolved conflicts, could effectively take part in the planning of a new German Heimat.
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TOSI, Alessandra. « L'eloquenza di una parola a immagine del silenzio. Riflessioni sulla scrittura di Ilse Aichinger ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/220453.

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Dal, Gian Cristina <1990&gt. « Il viaggio di un giornalista : sviluppo della scrittura e del pensiero di Tiziano Terzani ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6722.

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Analisi dello sviluppo stilistico nella produzione di Tiziano Terzani. Il lavoro fa riferimento a dei testi selezionati a partire dai primi lavori fino all'ultima produzione e tiene conto del parallelo sviluppo del pensiero, della filosofia personale dell'autore e dei principali avvenimenti della sua vita.
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MASTROPAOLO, MARIA RITA. « SCRITTURA E RISCRITTURA NEI ROMANZI DI ELIO VITTORINI : IL CASO DELLE 'DONNE DI MESSINA' ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/611099.

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Résumé :
La tesi indaga il tema della riscrittura in Elio Vittorini attraverso lo studio di uno dei suoi romanzi più tormentati, 'Le donne di Messina', uscito in tre edizioni: la prima nel 1947-1948 in puntate con il titolo 'Lo zio Agrippa passa in treno', le altre due, in volume, nel 1949 e nel 1964 in volume presso Bompiani. Vittorini si mostra subito scontento della prima riscrittura, e dunque decide di rimettere mano al romanzo dopo la pubblicazione del 1949 per sistemare difetti quali il tono «falso», il finale tragico e la poco convincente costruzione del personaggio di Ventura, il protagonista. Delle fasi elaborative e della riscrittura del romanzo sono testimonianza i materiali d’archivio conservati presso il Fondo Elio Vittorini (Università degli Studi di Milano, Centro APICE, Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) e i materiali conservati presso l’Archivio della Casa Editrice Bompiani (Milano, Fondazione Rizzoli-Corriere della Sera), mai esaminati a fondo sino ad ora. I documenti sono stati sottoposti a uno studio che ha consentito di collocarli in un preciso momento dell’evoluzione poetica e ideologica vittoriniana e sono dunque stati usati per dimostrare come la sua «tensione conoscitiva» si manifesti, nel tempo, nel suo travagliato work in progress.
The thesis examines the writing and re-writing process of Elio Vittorini’s novel 'Le donne di Messina'. First published with the title 'Lo zio Agrippa passa in treno' in 1947-1948 on “La Rassegna d’Italia”, a periodical journal directed by Francesco Flora, the novel was polished before the second edition (the first with the title 'Le donne di Messina') in 1949, published by Bompiani. Vittorini was still dissatisfied with this edition: it sounded “false”, the plot was too tragic, and he didn’t like the characterization of the protagonist, Ventura. For this reason, he wanted to re-write the novel, which was published again in 1964. The whole writing and re-writing process is attested by manuscripts and typewritten materials archived in Fondo Elio Vittorini (Università degli Studi di Milano, Centro APICE, Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) and Archivio della Casa Editrice Bompiani (Milano, Fondazione Rizzoli-Corriere della Sera), never before examined by scholars. Through these archival collections I show the main phases of this process and locate the main poetical and ideological changes in the novel, in order to show Vittorini’s “cognitive boost” throughout his “work in progress”.
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Vandi, Matteo. « Diagnosi differenziale nel dolore laterale di gomito come strumento di valutazione fisioterapica : una scoping review ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21893/.

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Résumé :
Background: il dolore laterale di gomito (LEP) è una problematica muscolo-scheletrica che interessa la componente epicondiloidea degli estensori di polso e dita. Movimenti ripetitivi di flesso-estensione e prono-supinazione del gomito, sollevamenti di carichi pesanti e frequenti estensioni di polso contro resistenza contribuiscono all’insorgere della patologia, portando a una riduzione della partecipazione durante le attività di vita quotidiana. Obiettivo: L’obiettivo della scoping review è quello di raccogliere informazioni in letteratura riguardanti la diagnosi differenziale nel dolore laterale di gomito al fine di fornire strumenti utili a discriminare tutte quelle che possono essere le problematiche e patologie associate per poi programmare un piano terapeutico mirato ed efficace. Metodi: la ricerca è avvenuta consultando banche dati disponibili online quali PubMed, PEDro e Cochrane Library e tramite ricerca manuale bibliografica. Sono stati analizzati articoli che trattano la diagnosi differenziale nel LEP di qualsiasi tipologia, in lingua inglese e riguardanti il genere umano. Risultati: sono stati inseriti 26 articoli rispondenti ai criteri di eleggibilità, di cui 16 revisioni, 3 studi diagnostici, 1 studio comparativo, 1 studio terapeutico e 5 Case Report. È stato creato un diagramma di flusso per descrivere le fasi del processo di ricerca, mentre il contenuto dei singoli articoli è stato schematizzato in una tabella sinottica. Conclusioni: ad oggi eseguire una corretta diagnosi differenziale in presenza di LEP risulta complicato. Tante sono le patologie che possono essere causa di questa problematica e molte di queste risultano difficili da discriminare fra loro. In letteratura non sono presenti un cluster di test e un algoritmo decisionale validati e affidabili che permettano di inquadrare meglio un soggetto con LEP. L’imaging rappresenta uno strumento utile per la diagnosi differenziale, ma allo stesso tempo non deve sostituire il giudizio clinico.
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SIMONELLI, NICCOLO'. « MOBILIZZAZIONE PRECOCE DOPO IMPIANTO DI PACEMAKER : IDENTIFICAZIONE DEI LIVELLI DI DOLORE ED INCIDENZA DELLE COMPLICANZE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/263606.

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Résumé :
Introduzione: Ai pazienti che ricevono un impianto di pacemaker (PM) viene comunemente prescritto un periodo di riposo a letto per ridurre le complicanze secondarie all’impianto. Nella pratica clinica, in mancanza di Linee Guida sui tempi di allettamento e ripresa della mobilità, c’è una certa eterogeneità nella prescrizione e durata di tale periodo nonché nelle indicazioni fornite dai sanitari sulla mobilità di spalla e braccio omolaterali all’impianto. Nel corso degli studi di dottorato per valutare la prevalenza di complicanze e la frequenza della somministrazione di analgesici per Dolore Lombare (DL) o Dolore alla Tasca (DT) del PM si è realizzato un’analisi retrospettiva su due campioni di pazienti con differenti tempistiche (24 o 48 ore) di riposo a letto dopo impianto di PM. I risultati hanno mostrato, nel gruppo mobilizzato a 48 ore dall’impianto, la manifestazione prevalente dell’ematoma della tasca e la dislocazione degli elettrocateteri; la somministrazione di analgesici seppur registrata in misura minore nel gruppo mobile a 24 ore dall’impianto ha messo in evidenza una notevole frequenza in entrambi i gruppi. Tramite uno stage di tirocinio presso la Linköping University (Svezia) si è appreso che in altri Paesi, rispetto all’Italia, non viene applicata nessuna limitazione alla mobilizzazione dei pazienti che hanno subito un impianto di PM e la frequenza di complicanze correlate all’impianto resta comunque in linea con i dati reperibili in letteratura. Gli studi in merito sono esigui ma mettono in risalto l’effetto positivo della mobilizzazione precoce dopo l’impianto di PM sulla sicurezza dei pazienti a confronto con il protrarsi dell’allettamento; uno studio sperimentale che osserva gli effetti di una mobilità a 3 ore dall’impianto di PM, rispetto ad un riposo a letto di 24 ore, non descrive una differenza significativa nell’incidenza di complicanze correlate all’intervento. Il presente studio pilota ha lo Scopo di identificare i livelli di dolore (DL e DT) e descrivere l’incidenza di complicanze (ematoma e dislocazione) per pazienti che, dopo l’impianto di PM, subiscono due differenti tempistiche (3 ore e 24 ore) di riposo a letto. Metodi: Lo studio è di disegno sperimentale e di tipologia pre-post test con gruppo di controllo. La popolazione a cui è destinato lo studio sono i pazienti ricoverati nelle Unità Operative di Cardiologia/Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino (CCM) di Milano. Il campionamento si realizza con metodo di convenienza sulla base di criteri di inclusione ed esclusione e di drop-out. La randomizzazione è realizzata dopo l’impianto di PM attraverso software informatico. Prima dell’inizio della raccolta dati è stato richiesto il parere del Comitato Etico del CCM ed ottenuto il consenso allo svolgimento della ricerca. La raccolta dati è partita a Settembre 2014 e terminata a Dicembre 2014. I pazienti del gruppo sperimentale hanno la possibilità di mobilizzarsi dopo 3 ore dall’impianto del PM previa applicazione di una medicazione alla spalla - arto superiore ipsilaterale il sito chirurgico; di contro i pazienti del gruppo di controllo hanno seguito il protocollo di mobilizzazione abituale (24 ore) dell’unità operativa di degenza del CCM. I livelli di DL e DT sono stati accertati secondo l’utilizzo di una Number Rating Scale (NRS), per entrambi i gruppi in studio, in quattro diverse tempistiche: all’ingresso in reparto, dopo 3, 6, 12 ore dall’impianto di PM ed infine alla dimissione. I casi di Ematoma della tasca e di Dislocazione degli elettrocateteri correlati all’impianto di PM sono stati registrati entro la dimissione dei pazienti; le complicanze sono state definite usando degli indicatori di risultato elaborati dalla consultazione della letteratura. I casi di Ematoma sono stati ulteriormente classificati secondo il livello di gravità (minore, moderato e severo). L’analisi dei dati è realizzata mediante la consulenza di uno statistico con l’utilizzo del software SAS. versione 9.2. I dati sono presentati come frequenze e percentuali per la descrizione delle variabili categoriche ed il Test X2 o il Test esatto di Fisher sono utilizzati per confrontare le differenze fra i gruppi. Le variabili continue sono presentate come medie e deviazioni standard o come mediane e intervallo interquartile in base alla distribuzione delle variabili. Si ricorrerà al test T di Student o al Test non parametrico di Wilcoxon per paragonare le variabili numeriche in base sempre alla distribuzione delle variabili in studio. Si identifica l’incidenza di complicanze correlate all’impianto ed i livelli di dolore; per valutare eventuali differenze tra i gruppi di ricerca è stata considerata significativa una soglia di p value inferiore al 5%. Risultati: Sono stati inclusi 30 pazienti; 15 mobilizzati dopo almeno 3 ore (Gruppo3h) dall’impianto di PM e 15 dopo 24 ore (Gruppo24h). La motivazione più comune per l’impianto di uno stimolatore cardiaco permanente è stata la diagnosi medica di blocco atrioventricolare elevato (n=10) e la sindrome del seno-atriale o la sincope (n=12). Per nessuna delle variabili registrate (sesso, età, scolarità, BMI, durata del ricovero, tipologia di PM impiantato, terapia antitrombotica, anamnesi positiva per dolore, tipologia di fissaggio elettrocateteri, trattamento emostatico e materiali di sutura tasca) sono state rilevate differenze significative (p<0.05) al confronto fra i due gruppi di studio. Il Gruppo3h ha sempre registrato di livelli medi di DL minori rispetto al Gruppo24h ed alle rilevazioni del dolore, effettuate a 6 e 12 ore dall’impianto ed alla dimissione, la differenza fra i gruppi è risultata significativa (p<0.05). I livelli medi di DT rimangono similari fra i due gruppi, il Gruppo24h ha un innalzamento di DT rispetto al Gruppo3h nelle ultime due rilevazioni di DT (12h e dimissione) (p<0.05). A nessun paziente del Gruppo3h è stato somministrato analgesico per DL mentre per il 33.3% (n=5) del Gruppo24h è stato indicata l’analgesia farmacologica (p=0.042). Il 46.7% (n=7) dei pazienti di entrambi i gruppi (p=1) ha richiesto terapia analgesica per DT, 2 pazienti del Gruppo24h hanno avuto l’analgesico sia per DT che per DL. Mettendo a confronto i pazienti che hanno ricevuto analgesia, rispetto a quelli per cui non c’è stata indicazione, è stata descritta, a livello significativo, la maggiore età dei pazienti che hanno dimostrato DL (Età media±SD: NO DL=73±6.03 Vs. DL=79±2.68; p=0.008) ed il più frequente riscontro di donne con DT (Maschi, n%: NO DT=14, 87.5% Vs. DT=3, 21.4%; p=0.01). Le analisi di covarianza, aggiustata per le variabili di sesso, età e somministrazione di analgesici, dei Delta (Δ) fra i livelli medi di DL e di DT ai tempi di 3 ore dall’impianto e le successive valutazioni del dolore (6, 12 ore dall’intervento ed alla dimissione) descrivono una significativa (p<0.05) differenza fra i due gruppi di studio. Le complicanze correlate all’impianto di PM si sono verificate solo nei casi di “Ematoma minore” e la maggiore incidenza dei casi si è osservata nel Gruppo24h (n=4, 26.7%) rispetto al Gruppo3h (n=3, 20%) (p=1). Nei pazienti con Ematoma minore è stata rilevata una significativa maggioranza di quelli che avevano ricevuto la somministrazione di terapia con Eparina a Basso Peso Molecolare (EBPM) o simili il giorno dell’impianto (n=4, 67%) rispetto a chi non ha avuto tale complicanza (n=2, 33%)(p=0.016). Sulla base dei risultati ottenuti, è stato calcolato un sample size di 166 pazienti, ovvero 83 pazienti per gruppo, per una futura ricerca sperimentale; tale dimensione campionaria consentirebbe l’osservazione di una differenza tra i due gruppi di 0.07 per quanto riguarda l’outcome ematoma minore, e deviazione standard della differenza di 0.16, con una potenza dell’80% e un livello di significatività pari al 5%. Conclusioni: Un riposo a letto di 3 ore dopo l’impianto di PM migliora il comfort dei pazienti abbassando i livelli di DL e DT rispetto ad una mobilità più tardiva (24 ore). Sulla base delle complicanze osservate sono stati confermati i dati di precedenti studi che descrivono anche una maggiore sicurezza dei pazienti che ricevono una mobilità precoce (3 ore) dopo l’impianto; in merito all’analisi effettuata sui dati, si sostiene che l’aumento della dimensione campionaria di questo studio, possa portare ad una significatività statistica per le differenze nelle incidenze di complicanze dei gruppi di studio. Nonostante un effetto positivo della mobilizzazione a tre ore dall’impianto di PM, rispetto ad un tempo di riposo di 24 ore, si descrive una componente rilevante del dolore nelle ore successive l’impianto per entrambi i gruppi in studio; sarebbe auspicabile la costruzione di protocolli assistenziali e terapeutici per la profilassi ed il trattamento uniformato di tale frequente casistica. Visti i risultati ottenuti da studi precedenti, dove la riduzione del tempo di riposo a letto, da 48 a 24 ore, ha descritto una diminuzione del 9% dei casi di dolore, e considerato che la mobilizzazione da 24 a 3 ore, ha descritto un’ulteriore riduzione del 30% dei casi registrati, si suppone che una mobilità immediata, da adottare per futuri studi, possa ottenere una ulteriore diminuzione dei casi di dolore.
Background: After a Pacemaker Implantation (PI) is commonly used a time of bed rest for patients to reduce the complications related to the PI. There are no international Guidelines indicating how long a patient should stay strictly in bed after PI and many different protocols exist and various information provided by physicians about the mobility of the shoulder and arm ipsilateral to the implant. During the doctoral studies we have made a retrospective analysis to assess the prevalence of complications and the frequency of administration of therapies for Back Pain (BP) or Pocket Pain (PP) into two samples of patients with several times (24 or 48 hours) of bed rest after PI. The results have observed a greater cases of haematoma and dislocations in the group mobilized after 48 hours from the implantation; the administrations of analgesics were performed less in the group who had a mobility after 24 hours from implant despite this, both groups had considerable frequency of administration of therapy for pain. Through the activities at Linköping University (Sweden), it is learned that in other countries does not apply any restrictions to the mobilization of the patients who underwent to PI nevertheless the frequency of complications related to PI remains similar with the data available from Literature. Few studies are made about this issue but they have emphasized the positive effect of an early mobilization after PI on patient safety in comparison with the long bed rest; an experimental study that have observed the effects of mobility of 3 hours following PI, compared to a bed rest of 24 hours, have not recorded a significant difference in the incidence of complications related to PI. The Aim of this pilot study is to identify the levels of pain (BP and PP) and to describe the incidence of complications (hematoma and dislocation) for patients who, after PI, have sustained two different times (3 hours and 24 hours) of bed rest. Methods: The study has an experimental design of pre-post test with control group. The population of the research are the patients who is admitted in the Units of Cardiology / Arrhythmia at Centro Cardiologico Monzino (CCM) in Milan. The sampling is done with convenience method based on inclusion and exclusion and drop-out criteria. The randomization is achieved after PI through a software. Before starting the study it was obtained the agreement of the CCM's Ethics Committee. Data collection was performed from September 2014 to December 2014. The patients in the experimental group have the possibility to mobilize after 3 hours from the PI with a bandage on the surgical site; conversely, patients in the control group have followed the ward’s standard mobilization protocol (24 hours of bed rest). The levels of BP and PP have assessed with a Number Rating Scale (NRS) in different times: admission and 3, 6, 12 hours following the PI and finally at the discharge. The cases of Hematoma and Dislocation is recorded within the discharge of patients. Complications were defined using performance indicators developed by the consultation of Literature. The cases of Hematoma were further classified according to the level of severity (minor, moderate and severe). Data analysis is performed by the advice of a statistician with the use of SAS software. version 9.2. The data are presented as frequencies and percentages for categorical variables and the description of the X2 test or the Fisher exact test were used to compare differences between groups. Continuous variables are presented as means and standard deviations or as medians and interquartile range according to the distribution of the variables. It will use the Student's t test or nonparametric Wilcoxon test to compare numeric variables according to the distribution of more variables in the study. It identifies the incidence of implant-related complications and pain levels; to assess any differences between the research groups was considered significant threshold value of p less than 5%. Results: 30 patients were enrolled; 15 mobilized after at least 3 hours (Group3h) from PI; 15 patients after 24 hours (Group24h). The most common indication for PI was the diagnosis of high atrioventricular block (n = 10) and the sinoatrial syndrome or syncope (n = 12). None of recorded variables (sex, age, education, BMI, duration of hospitalization, type of PM, antithrombotic therapy, history of pain, fixation leads, materials of sutures and hemostatic treatment of pocket) have significant differences (p <0.05) in the comparison between two study groups. The Group3h has always registered an average levels of DL smaller than the Group24h and the difference between groups were significant (p <0.05) at the assessments of pain, made at 6 and 12 hours from PI and at discharge. The mean levels of DT remain similar between the two groups, the Group24h has a rise of DT compared to the Group3h in the last two assessments of DT (12h and discharge) (p <0.05). No patient of the Group3h have requested analgesic for DL while 33.3% (n = 5) of patients of the Group24h have needed pharmacological analgesia (p = 0.042). 46.7% (n = 7) of all patients in both groups (p = 1) have requested analgesic therapy for DT, 2 patients of the Group24h had the analgesic for both type of pain. The majority of patients, who have demonstrated DL, were more aged (mean ± SD age: NO DL = 73 ± 6:03 Vs. DL = 79 ± 2.68; p = 0.008) and the most frequently found in women with DT (Males n%: NO DT = 14, 87.5% Vs. DT = 3, 21.4%; p = 0.01) comparing patients who received analgesia with those didn't have. The analysis of covariance, adjusted for sex, age and analgesics, of the Delta (Δ) between the mean levels of DL and DT at the time of three hours from the PI and next assessments of pain (6, 12 hours of PI and at discharge) have described a significant (p <0.05) difference between the two study groups. Complications related to PI have occurred only in cases of "minor hematoma" and the higher incidence of cases was observed in Group24h (n = 4, 26.7%) compared to Group3h (n = 3, 20%) (p = 1). In patients with minor hematoma was detected a significant majority of those who had received the administration of therapy with Low Molecular Weight Heparin (LMWH) or similar on the day of PI (n = 4, 67%) than those who did not have this complication (n = 2, 33%) (p = 0.016). It was calculated a sample size of 166 patients, or 83 patients per group, for future studies; such a sample size would allow the observation of a difference between the two groups at 0.07 with regard to the outcome minor hematoma, and standard deviation of the difference 0.16, with a power of 80% and a significance level of 5%. Conclusions: After PI a bed rest of 3 hours improves patient comfort by lowering the levels of DL and DT in comparison of mobility more late (24 hours). We have confirmed data from previous studies that describe even greater safety of patients who receive a early mobility (3 hours) after implantation; on the analysis performed, it is argued that the increased sample size of this study, it can lead to a statistical significance for differences in the incidence of complications of the study groups. Despite a positive effect of mobilization to three hours following PI respect to a rest time of 24 hours, it describes a major component of pain for both groups in the study; it would be desirable the development of standard care protocols to prevent and treatment of this cases. The results obtained from previous studies in which the shorter bed rest, comparing 48 than 24 hours, have described a decrease of 9% of pain, and the subsequent lowering bed rest of patients, 24 Vs. 3 hours, have observed further reduction of 30% of the cases, it is assumed that this trend will remain and the reduction of pain increase in future studies by implementing an immediate mobility of patients.
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Silapavithayadilok, Panita. « Lo sguardo di Tiziano Terzani sull'Indocina : L'interazione tra scrittura e fotografia ». Thesis, The University of Sydney, 2022. https://hdl.handle.net/2123/29685.

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Résumé :
La presente tesi effettua un’analisi di quattro libri di viaggio del giornalista e scrittore toscano Tiziano Terzani, focalizzandosi specialmente sul rapporto tra scrittura e fotografia che emerge in questi lavori, con l’intenzione di proporre una maggior comprensione del suo percorso da giornalista a viaggiatore in cerca di spiritualità. Esplorando l’interazione tra le parole e le immagini in Pelle di Leopardo: Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 (Milano, Feltrinelli, 1973), Giai Phong! La Liberazione di Saigon (Milano, Feltrinelli, 1976), Un Indovino mi disse (Milano, Longanesi, 1995) e In Asia (Milano, Longanesi, 1998), miriamo a contribuire agli studi su Terzani che negli ultimi anni hanno discusso prevalentemente la sua erranza in Asia e le sue riflessioni maturate durante il periodo post-giornalistico, ma che hanno tralasciato però sia l’indagine del periodo giornalistico che l’analisi dell’interazione tra scrittura e fotografia in molti suoi lavori. Ripercorreremo l’esperienza di corrispondente di Terzani in Asia, in particolare in Indocina (Vietnam, Cambogia, e Laos) esaminando la sua posizione ideologica nei confronti dei rivoluzionari indocinesi in lotta contro le disuguaglianze. Terzani racconta le sue esperienze a un’Italia degli anni Settanta, in un periodo di proteste contro le classi dominanti e di manifestazioni di sinistra tendenti a idealizzare le rivoluzioni asiatiche. Oltre a prendere appunti sugli sconvolgenti avvenimenti in Indocina a cui assiste, egli ricorre anche alla macchina fotografica con l’intenzione di catturare sfumature che sfuggono allo sguardo. Terzani utilizza alcune di queste fotografie per illustrare i suoi reportages e, in altre occasioni, le impiega come aide-mémoire nel processo di scrittura. In ambedue i casi, alle immagini fotografiche viene affidata la funzione di rafforzare l’esclusività della sua testimonianza della sofferenza dei popoli in Indocina raccontata nella narrazione verbale. Caratterizzate dalla compresenza e dalla interazione di elementi verbali e figurativi, le opere di Terzani analizzate in questa tesi sono fototesti fondamentali per capire l’impegno morale e sociale di Terzani-giornalista, ma anche come l’esperienza giornalistica e i vincoli della professione lo abbiano portato verso una più profonda ricerca emotiva e comprensione dell’Altro e di se stesso. Scrittura e fotografia rivelano, quindi, un Terzani viaggiatore progressivamente in cerca di meditazione e spiritualità.
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Marsigli, Monica <1974&gt. « Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell'Ottocento austriaco ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2156/1/Marsigli_Monica_tesi.pdf.

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Résumé :
L’argomento affrontato nel presente lavoro di tesi dal titolo “Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell’Ottocento austriaco” è la versione interlinguistica di testi saggistici afferenti all’ambito del metadiscorso letterario. Nello specifico, non vengono analizzati testi di critica e/o metodologia ma scritti funzionali, di forte carattere pragmatico, che pur tuttavia rientrano tra le testimonianze di alta caratura letteraria, perché dovuti ad autrici che hanno fatto dell’espressione estetica la propria finalità primaria. I materiali scelti per l’analisi linguistico-testuale, compresi in un arco temporale tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, sono realizzati da donne che hanno operato in ambito teatrale facendo dell’attività di scrittura lo strumento della propria emancipazione intellettuale ed economica. La necessità di trovare una via alla pubblicazione le ha indotte a strategie di scrittura connotate da particolari stilemi e artifici retorici atti a favorire l’accettazione e la diffusione delle proposte editoriali di cui questi “paratesti” costituivano il momento giustificante. Il “lavoro di penna” è un’esperienza che viene ad assumere molteplici contorni, non privi di ricadute al momento della scelta delle strategie traduttive. Dal punto di vista formale, le testimonianze si collocano in una zona di modalità espressiva contigua alla testimonianza autobiografica. Il periodo storico e l’area di provenienza delle autrici hanno reso necessario un approccio capace di incrociare il piano diacronico con la dimensione diatopica, rendendo conto delle componenti diamesiche di una scrittura che nasce dal teatro per il teatro e ad esso e ai suoi frequentatori deve rapportarsi. Il modello traduttologico applicato ricava le sue linee fondamentali dalle riflessioni della linguistica testuale e dall’approccio integrato/multidisciplinare della “prototipologia dinamica”.
This essay entitled “Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell’Ottocento austriaco/How to translate literary metadiscourse. Examples of nineteenth-century Austrian women’s writing” looks at the interlinguistic translation of non-fiction texts focusing on literary metadiscourse. More specifically, it does not analyse critical texts and/or methods, but rather functional writings of a strong pragmatic nature, which are also considered very important literary testimonies because they were written by women writers who made aesthetic expression their primary aim. The materials selected for the linguistic-textual analysis, spanning from the late eighteenth century to the mid nineteenth century, were written by women who worked in the theatre and used the pen as a tool for their intellectual and financial emancipation. The necessity of finding a way to publish their works induced them to use writing strategies connoted by special stylistic elements and rhetorical devices. These strategies aimed at favouring the acceptance and diffusion of the publishing offers of which these “paratexts” were the justifying moment. The “art of writing” is an experience that takes on many different contours, not devoid of relapses when selecting the translation strategies. In formal terms, the testimonies belong to an area of expressive mode similar to autobiographical testimonies. The historical period and the country of origin of the writers made it necessary to use an approach that could interconnect the diachronic plan with the diatopic dimension, whilst taking into account the diamesic components of a writing that was born in the theatre for the theatre and that must relate with the theatre and its regular visitors. The traductological model applied gets its fundamental lines from the reflections of textual linguistics and from the integrated/multi-disciplinary approach of “dynamic prototypology”.
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Marsigli, Monica <1974&gt. « Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell'Ottocento austriaco ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2156/.

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Résumé :
L’argomento affrontato nel presente lavoro di tesi dal titolo “Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell’Ottocento austriaco” è la versione interlinguistica di testi saggistici afferenti all’ambito del metadiscorso letterario. Nello specifico, non vengono analizzati testi di critica e/o metodologia ma scritti funzionali, di forte carattere pragmatico, che pur tuttavia rientrano tra le testimonianze di alta caratura letteraria, perché dovuti ad autrici che hanno fatto dell’espressione estetica la propria finalità primaria. I materiali scelti per l’analisi linguistico-testuale, compresi in un arco temporale tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, sono realizzati da donne che hanno operato in ambito teatrale facendo dell’attività di scrittura lo strumento della propria emancipazione intellettuale ed economica. La necessità di trovare una via alla pubblicazione le ha indotte a strategie di scrittura connotate da particolari stilemi e artifici retorici atti a favorire l’accettazione e la diffusione delle proposte editoriali di cui questi “paratesti” costituivano il momento giustificante. Il “lavoro di penna” è un’esperienza che viene ad assumere molteplici contorni, non privi di ricadute al momento della scelta delle strategie traduttive. Dal punto di vista formale, le testimonianze si collocano in una zona di modalità espressiva contigua alla testimonianza autobiografica. Il periodo storico e l’area di provenienza delle autrici hanno reso necessario un approccio capace di incrociare il piano diacronico con la dimensione diatopica, rendendo conto delle componenti diamesiche di una scrittura che nasce dal teatro per il teatro e ad esso e ai suoi frequentatori deve rapportarsi. Il modello traduttologico applicato ricava le sue linee fondamentali dalle riflessioni della linguistica testuale e dall’approccio integrato/multidisciplinare della “prototipologia dinamica”.
This essay entitled “Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nell’Ottocento austriaco/How to translate literary metadiscourse. Examples of nineteenth-century Austrian women’s writing” looks at the interlinguistic translation of non-fiction texts focusing on literary metadiscourse. More specifically, it does not analyse critical texts and/or methods, but rather functional writings of a strong pragmatic nature, which are also considered very important literary testimonies because they were written by women writers who made aesthetic expression their primary aim. The materials selected for the linguistic-textual analysis, spanning from the late eighteenth century to the mid nineteenth century, were written by women who worked in the theatre and used the pen as a tool for their intellectual and financial emancipation. The necessity of finding a way to publish their works induced them to use writing strategies connoted by special stylistic elements and rhetorical devices. These strategies aimed at favouring the acceptance and diffusion of the publishing offers of which these “paratexts” were the justifying moment. The “art of writing” is an experience that takes on many different contours, not devoid of relapses when selecting the translation strategies. In formal terms, the testimonies belong to an area of expressive mode similar to autobiographical testimonies. The historical period and the country of origin of the writers made it necessary to use an approach that could interconnect the diachronic plan with the diatopic dimension, whilst taking into account the diamesic components of a writing that was born in the theatre for the theatre and that must relate with the theatre and its regular visitors. The traductological model applied gets its fundamental lines from the reflections of textual linguistics and from the integrated/multi-disciplinary approach of “dynamic prototypology”.
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Candiotto, Laura <1981&gt. « Platone e la scrittura di dialoghi socratici : strategie, interlocutori e finalità ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1110.

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Résumé :
Nella presente ricerca vengono interpretati i dialoghi socratici scritti da Platone attraverso un'analisi letteraria e socio-politica, oltre che filosofica. Platone, attraverso l'uso di personaggi storici, ha lo scopo di andare ad incidere sul pubblico (elenchos retroattivo) che partecipa alle letture dei dialoghi, allo stesso modo di come Socrate cercava di incidere, attraverso il metodo dialogico, sui propri interlocutori e uditori. Lo stile dialogico, oltre a fornire un esempio del metodo filosofico, permette di incidere sugli uditori e di riformare la società. Il metodo dialogico viene analizzato nei suoi aspetti maieutici, indicando quali sono le strategie che utilizza, quali sono le finalità che persegue e che tipo di conoscenza permette di ottenere. Si forniscono delle catalogazioni degli elementi stilistici e drammaturgici e delle analisi testuali (Lachete, Carmide, Gorgia, Epistola VII) che permettono di cogliere nel dettaglio il filosofare socratico-platonico.
The topic of this research focuses on Plato's Socratic dialogues, of which a literary and socio-political analysis is proposed. By employing real historical characters, Plato aims at influencing his readers ("backwards élenchos"), just as Socrates aimed at influencing, via the dialogical method, his audience and his interlocutors. Besides providing an example of philosophical method, the dialogical style impacts on auditors and allows a reformation of society. Such a method is then analyzed in its maieutic aspects, by pointing at its strategies, its aims, and at the kind of knowledge it allows. A catalogue is provided of stylistic and dramaturgical elements, as well as textual analyses (Lachetes, Carmides, Gorgias, the Seventh Letter), which allow a detailed grasp of the Socratic and Platonic philosophical style.
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Franzon, Beatrice <1989&gt. « La scrittura di Gian Antonio Stella tra giornalismo, storia e inchiesta ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6778.

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Rossi, Francesca <1989 845570&gt. « La scrittura di Renzo Cremona. Il silenzio ordito nell'altrove della parola ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6786.

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PAURI, SARA. « L'incontro con il reale traumatico : Vergangenheitsbewaeltigung nella scrittura di Walter Kempowski ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2017. http://hdl.handle.net/11392/2488002.

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Résumé :
L’intento di questo lavoro di ricerca è di analizzare in profondità la scrittura di Walter Kempowski in tutte le sue sfaccettature, andandone a ricercare la sua singolarità. Sarebbe proprio quest’ultima che gli avrebbe permesso di abbattere il muro del silenzio innalzato dai lager. Come mai Kempowski è riuscito dove i suoi contemporanei avevano fino ad allora fallito? Il punto di partenza sono state due affermazioni di Walter Kempowski: la prima, in cui lo scrittore affermava di scrivere per ricostruire la famiglia che lui stesso sentiva di aver distrutto; la seconda, in cui spiegava che l’intento della sua scrittura era di raccontare tutto ciò che la gente non voleva sentire o sentirsi dire. La scrittura di Kempowski ha trovato nel postmoderno il terreno fertile per raggiungere il suo scopo. gli stratagemmi letterari adottati da questa condizione, ovvero, frammentazione, ironia, ricorso a neologismi e/o sintagmi non senso, sono ben distinguibili all’interno delle opere di Kempowski. Con un costante riferimento alle pratiche letterarie postmoderne, che rispecchiano in pieno le scelte stilistiche operate da Walter Kempowski, la sua scrittura è stata studiata in tutti i suoi aspetti che maggiormente la caratterizzano – frammentazione, ironia, non senso e musica – al fine di capire da una parte, cosa si celi dietro la sua Vergangenheitsbewältigung e dall’altra, in che modo e perché la sua scrittura sia stata in grado di sopperire alla mancanza di una parola che fosse in grado di confrontarsi e avvicinarsi al recente passato tedesco.
The aim of this paper is to analyse in depth the writing of Walter Kempowski in all its aspects, in order to seek its singularity. It would be this one, that would have allowed him to break down the wall of silence built by lager. For this reason he was able, for the first time after years, to face the traumatic reality. Why he succeeded where other contemporary writers failed? The starting point are two statements of the writer: the first, in which he admitted to write in order to rebuild his family that, according to him, has been destroyed by him; the second, in which he explained that the aim of his writing was to tell everyone what they didn’t want to hear. With a background on postmodern literary practices, the writing of Kempowski has been studied in all its most relevant details – fragmentation, irony, nonsense and music – in order to understand on the one hand, what really hides behind his Vergangenheitsbewältigung and on the other, how the writing has been able to avoid the lack of a word that would be able to deal with the recent German past.
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Roia, Agnese <1993&gt. « Oralità e scrittura nella narrativa di Nanni Balestrini e Gianni Celati. Un’ ipotesi di confronto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17278.

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Résumé :
Il lavoro di tesi propone una riflessione sull’opera narrativa di due autori italiani contemporanei, Nanni Balestrini e Gianni Celati. Dal confronto tra il romanzo «Gli Invisibili» e la raccolta di racconti «Narratori delle Pianure», costruiti secondo uno stile in ripresa dell’oralità e in particolare di alcune tecniche dell’intervista narrativa, l’intenzione è quella di accostare la letteratura e l'utilizzo delle fonti orali nelle scienze sociali, che si diffonde in Italia a partire dagli anni Sessanta e di evidenziare i punti di contatto, nel momento della resa scrittoria di una testimonianza orale. Lo studio vuole inserirsi in una considerazione più ampia sugli importanti mutamenti culturali avvenuti negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale e in particolare seguire le trasformazioni letterarie attraverso l’acceso dibattito linguistico che investe la sfera della comunicazione durante lo sviluppo della società di massa.
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Moro, Elisa <1987&gt. « Studio prospettico osservazionale sull'interruzione volontaria farmacologica di gravidanza : fattori predittivi di dolore pelvico durante il trattamento ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10290/1/TESI%20DOTTORATO%20DI%20RICERCA%20MORO%20ELISA.pdf.

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Résumé :
INTRODUZIONE Pochi studi in Letteratura hanno indagato la correlazione tra la sintomatologia dolorosa associata all’interruzione farmacologica di gravidanza (IVG) e i livelli d’ansia pre-trattamento. L’obiettivo primario del nostro studio è stato di valutare la correlazione tra la sintomatologia dolorosa in corso di IVG farmacologica e i livelli d’ansia pre-trattamento. Inoltre, sono stati indagati i fattori predittivi di dolore e la correlazione con l’epoca gestazionale. MATERIALI E METODI È stato condotto uno studio osservazionale, prospettico, multicentrico presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda USL e presso l’Unità Operativa di Ginecologia dell’IRCCS Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Sono state incluse le pazienti sottoposte a IVG farmacologica tra giugno 2021 e novembre 2021, che rispettassero i criteri di inclusione ed esclusione. Sono stati somministrati 5 questionari (GHQ-12, GAD-7, STAI-6, VAS) e raccolti i dati anamnestici ed ecografici. I potenziali fattori di rischio sono stati, quindi, selezionati per l’inclusione nell'analisi di regressione multivariata. RISULTATI Delle 242 pazienti incluse, il 38,0% ha riferito una sintomatologia dolorosa severa (VAS >70). Dall’analisi di regressione multivariata, la dismenorrea intensa è risultata essere il fattore di rischio più forte per il dolore (OR = 6,30, IC 95% 2,66 – 14,91), seguita da alti livelli di ansia valutati mediante il punteggio del GHQ-12 > 9 (OR = 3,33, IC 95% 1,43 – 7,76). Al contrario, la nostra analisi ha confermato che un precedente parto vaginale rappresentava una caratteristica protettiva contro il dolore (OR 0,26, IC 95% 0,14 – 0,50). CONCLUSIONI Nel nostro studio alti livelli d’ansia pre-trattamento e la dismenorrea sono associati ad intensa sintomatologia dolorosa, mentre il parto vaginale è risultato protettivo. L’IVG farmacologica è una metodica efficace e sicura, ma spesso associata a sintomatologia dolorosa. È quindi fondamentale delineare fattori di predittivi di dolore ed individuare le pazienti a maggior rischio a cui somministrare un’idonea terapia antalgica.
INTRODUCTION Few studies in Literature have investigated the anamnestic and medical features that might be associated with increased pain levels during medical abortion. The primary aim of our study is to identify the anamnestic and clinical characteristics that may represent risk factors for intense pain levels, with particular focus on women’s pre-treatment psychological distress and anxiety levels. Moreover, we evaluate the correlation between pain and gestational age. MATERIALS AND METHODS This prospective, observational, non-pharmacological, multicentric study was conducted at the Department of Obstetrics and Gynecology of Azienda USL of Bologna, and at the Department of Gynecology and Human Reproduction Physiopathology of IRCCS S. Orsola – Malpighi Hospital. We included all women who opted for medical treatment for abortion, between June 1st, 2021 and November 30th, 2021. In addition to anamnestic records and ultrasound data, women were asked to fill in the following questionnaires: GHQ-12, GAD-7, STAI-6, VAS. The potential risk factors were, therefore, selected for inclusion in the multivariate regression analysis. RESULTS On 242 women enrolled, 38.0% experienced severe pain during medical abortion. A previous history of intense dysmenorrhea appeared the strongest risk factor for pain, when evaluating the size effect of each significant predictor (OR = 6.30, 95% CI 2.66 – 14.91), followed by a GHQ-12 score > 9 (OR = 3.33, 95% CI 1.43 – 7.76). On the contrary, our analysis confirmed that a previous vaginal delivery represented a protective feature against intense pain (OR 0.26, 95% CI 0.14 – 0.50). CONCLUSIONS Our data clearly show that nulliparity, dysmenorrhea, and increased baseline anxiety levels significantly increase the likelihood of severe pain in women undergoing medical abortion. Medical abortion is a safe and effective procedure, but it is often associated with pain symptoms. The identification of women at risk for experiencing severe pain is crucial to improve women’s care.
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GRASSI, MARIA CRISTINA. « La percezione del dolore e la potenziale richiesta di parto con analgesia ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242488.

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Résumé :
Obiettivo: Verificare l’impatto del background di ogni paziente sulla percezione del dolore, ed evidenziare come la percezione del dolore si modifichi in relazione al tempo trascorso dall’evento che ha scatenato il dolore. Materiali e metodi: Sono state incluse nello studio 544 pazienti afferite presso l’U.O. di Ginecologia e Ostetricia di Senigallia: 300 pazienti ricoverate presso la sezione di Ostetricia del reparto e 200 presso la sezione di Ginecologia Al momento del ricovero è stato fornito un questionario chiuso, a risposta multipla e restituito alla dimissione. Risultati: La soglia del dolore ammonta a 8.76 + 1.14; (P<0.0001) nelle pazienti ostetriche, e a 7.62+ 1.86.( P<0.0001) nelle ginecologiche; tale soglia è condizionata dall’età (anni 31,4 per il campione ostetrico e 40,08 per le ginecologiche), dalla residenza ( più alta in ambito rurale Ost.: 7,81 + 1,28; P = 0,001 / Gin.: 8,68 + 1,01; P = 0,001), dall’occupazione: manuale più bassa (Ost.: 8,9; Gin. 7,6 scala NRS), più elevata nelle condizioni non lavorative (Ost.: 9,45 Gin.: 10 scala NRS). Le pluripare hanno un’accettazione del dolore più alta delle primipare in entrambi i campioni: 8,46 e 9 della scala NRS. Il dolore percepito durante il parto corrisponde alle aspettative nel 45% dei casi, è inferiore nel 38% ed è superiore nel 17%. Il 43% del campione ostetrico richiederebbe parto analgesia nei parti successivi rispetto al 22% del campione ginecologico Conclusioni: Dal nostro studio è emerso che il background di una paziente influisce sensibilmente sulla percezione del dolore della stessa, e che tale percezione si modifica in relazione al tempo trascorso dall’evento che ha scatenato il dolore.
Objective: To verify the impact of the background on each patient's pain perception, and highlight how the perception of pain is modified in relation to the time passed after the event that caused the pain. Materials and methods: There were 544 patients included in the study referred from the Gynaecology and Obstetrics Ward of Senigallia: 300 patients hospitalized at the Obstetrics Ward and 200 at the Gynecological section of the ward . They were given at the time of admission a closed multiple choice questionnaire, which was returned on the day of their dismissal from the hospital. Results: The pain threshold amounts to 8.76 + 1.14 (P <0.0001) in obstetric patients, and 7.62 + 1.86. (P <0.0001) in gynecological, this threshold is influenced by age (31.4 years for the obstetrical sample and 40, 08 for the gynecological), residence (higher in rural areas Obstetrical.: 7.81 + 1.28, P = 0.001 / Gynecological.: 8.68 + 1.01, P = 0.001), occupation: Workers lower (Obst: 8.9; Gyn. 7, 6 NRS scale), higher in the non-working conditions (Obst: 9.45 Gyn.: 10-scale NRS). The multiparous have the highest acceptance of pain compared with first-time mothers in both samples: 8.46 and 9 of NRS scale. The perceived pain during childbirth is expected in 45% of cases, it’s less than 38% and higher in 17%. 43% of the obstetrical sample would require analgesia while giving birth compared to 22% of the gynecological sample. Conclusions: Our study showed that the background of a patient influences the perception of pain itself, and that this perception changes in relation to time passed after the event that caused the pain.
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