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Nigro, Nicoletta, et Michael Fanizza. « Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Résumé :
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Luci, Giuseppe. « Le due "L" ». PSICOBIETTIVO, no 3 (novembre 2011) : 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003007.

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Résumé :
Nel presente contributo presento il caso di una paziente con disturbo borderline di personalitŕ e disturbo ossessivo compulsivo di personalitŕ. Partendo da tale diagnosi ho esposto il suo funzionamento mentale, in particolari i disturbi metacognitivi, e proposto un trattamento in cui espongo le tecniche utilizzate e gli obiettivi perseguiti.
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3

Lepore, Marta. « Un caso di disturbo borderline di personalitŕ ». PSICOBIETTIVO, no 3 (février 2011) : 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-003007.

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Résumé :
L'autore presenta un caso clinico di una paziente con diagnosi di disturbo borderline di personalitŕ. Nella prima parte viene inquadrato il caso dando rilievo all'anamnesi personale e familiare, allo stato mentale, ai motivi dello scompenso, ai meccanismi di mantenimento ed infine alla vulnerabilitŕ della paziente. In seguito viene descritto il trattamento finora effettuato nelle sue specifiche fasi, con particolare attenzione alla relazione terapeutica.
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Maria Furlan, Pier. « Presentazione del libro di Otto F. Kernberg. Sindromi marginali e narcisismo patologico (1978) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (février 2022) : 95–106. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001012.

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Viene ripubblicata la Presentazione della edizione italiana del libro di Otto F. Kernberg Borderline Conditions and Pathological Narcissism (New York: Aronson, 1975): Sindromi marginali e narcisismo patologico (Torino: Boringhieri, 1978, pp. 9-21). Le innovazioni teoriche e tecniche proposte da Kernberg riguardo al disturbo borderline di personalità e al narcisismo patologico vengono discusse alla luce di alcune considerazioni sugli sviluppi della teoria psicoanalitica. Que-sta Presentazione è ripubblicata per ricordare Pier Maria Furlan, che è scomparso il 20 gennaio 2022 e che ha fatto parte della redazione di Psicoterapia e Scienze Umane dal 1978 al 1991.
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Di Benedetto, Serena, et Andrea Gragnani. « Giada : "la trappola dell'indegnità"" un caso di Tricotillomania in comorbidità con Disturbo ossessivo-compulsivo e Disturbo di personalità borderline ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 49 (janvier 2022) : 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc49-2021oa13212.

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Nel presente lavoro viene descritto il caso clinico di Giada, una ragazza di 19 anni che presenta una struttura di personalità borderline connotata da una pervasiva disregolazione emotiva. I due disturbi dello spettro ossessivo, la Tricotillomania e il DOC, si configurano come tentativi disfunzionali di gestione del senso di indegnità personale, accompagnata da un profondo disgusto di sé, e della colpa deontologica di peggiorare irrimediabilmente la propria persona, con un conseguente aumento del rischio di essere smascherata nella propria difettosità e dunque scansata e abbandonata dall'altro. I comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, consistenti nello strappo di peli localizzati nelle zone del pube e delle gambe, da un lato vengono agiti in maniera premeditata e ritualizzata, attivati dalla sensazione di disgusto per se stessa e dalla necessità si sentirsi adeguata, dall'altro vengono agiti in maniera impulsiva, in seguito a un discontrollo emotivo, come tentativi di gestione degli stati emotivi e mentali dolorosi. La paziente inoltre presenta intensi vissuti di ansia a connotazione ossessiva con rituali di lavaggio, pensieri intrusivi, sensazione che le cose non siano come dovrebbero essere (NJRE). Il percorso terapeutico, all'interno del quale hanno rivestito un ruolo centrale gli interventi basati sulla Schema Therapy, ha coniugato tecniche di terapia cognitiva standard a tecniche di terza generazione (ACT, DBT, Mindfulness). Particolare attenzione è stata volta a offrire una cornice dialettica che alternasse costantemente un approccio volto all'accettazione radicale mantenendo un costante slancio al cambiamento. La relazione terapeutica è stata un imprescindibile strumento terapeutico servito spesso come contenitore dei vissuti emotivi legati all'indegnità del sé.
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Sanza, Michele. « Il Limite e il Contratto Terapeutico nella cura del Disturbo Borderline di Personalità ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (mars 2015) : 91–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-001007.

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Mircoli, Giuliana, Sara Bascioni, Chiara Lucarelli et Cesario Bellantuono. « Antipsicotici atipici nel trattamento farmacologico del disturbo borderline di personalità : una revisione sistematica ». Quaderni Italiani di Psichiatria 29, no 2 (juin 2010) : 51–58. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.11.005.

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Burla, Franco, Stefano Ferracuti et Renato Lazzari. « Borderline Personality Disorder : Content and Formal Analysis of the Rorschach ». Rorschachiana 22, no 1 (janvier 1997) : 149–62. http://dx.doi.org/10.1027/1192-5604.22.1.149.

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Résumé :
In questo studio sono stati confrontati venti pazienti con diagnosi DSM-III-R di disturbo borderline di personalitê, con un numero eguale di nevrotici (soggetti con disturbi somatoformi o ansiosi secondo il DSM-III-R) e di psicotici (pazienti con diangosi DSM-III-R di schizofrenia o disturbo delirante). I pazienti non-differivano in forma statisticamente significativa per etê media. Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di Rorschach, ed i protocolli sono stati valutati con il sistema di Exner per quanto concerne l’analisi strutturale e con analisi contenutistica. Per quanto riguarda quest’ultima sono state valutate le seguenti scale: scale di barriera e penetrazione di Fisher and Cleveland (1958) ; scala di ostilitê (Elizur, 1949); scala di ansietê (Elizur, 1949); scala di dipendenza ( De Vos, 1952 ); scala di depressione ( Endicott, 1972 ; Endicott & Jortner, 1966 ); scala di sospettositê ( Endicott, 1972 ; Endicott, Jortner, & Abramoff, 1969 ), scala delle difese di Lerner ( Lerner & Lerner, 1980 ). Per quanto concerne l’esame di realtê sono state prese in considerazione le confabulazioni e un grado di maggiore gravitê delle stesse. Quest’ultime sono state tipizzate come confabulazioni nelle quali era presente una iperelaborazione dello stimolo, con tematizzazione di una breve storia, abitualmente drammatica, e dove il contatto con realtê appariva completamente perso. L’analisi strutturale ha indicato che i pazienti con disturbo borderline di personalitê e i soggetti psicotici presentavano un numero maggiore di segni depressivi. L’indice SCZI ha differenziato esclusivamente il gruppo degli psicotici, il quale peraltro Åanche risultato come quello maggiormente compromesso per quanto concerne l’accuratezza percettiva. Le capacitê empatiche e di identificazione interpersonale sono risultate migliori nei pazienti borderline. L’analisi contenutistica ha indicato che i pazienti borderline erano differenziabili dagli altri due gruppi per una maggiore presenza di segni di dipendenza affettiva. Inoltre, rispetto agli psicotici, i pazienti borderline presentavano un maggior numero di segni di ostilitê, e utilizzavano in maggior grado rispetto ai nevrotici meccanismi difensivi di svalutazione ed identificazione proiettiva. I pazienti borderline presentavano anche un maggior numero di confabulazioni gravi rispetto ai nevrotici. I dati di questo studio suggeriscono la possibilitê che vi sia un discreto grado di sovrapposizione tra le categorie diagnostiche dei borderline con altre condizioni pre-psicotiche.
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Oasi, Osmano, et Sara Vecchi. « Ripensare l'abuso nel Disturbo Borderline di Personalità : il caso dell'interazione verbale nell'arco di vita della persona ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (mai 2015) : 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/mal2015-001007.

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McWilliams, Nancy. « La patologia borderline come livello di organizzazione di personalitŕ ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2012) : 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002002.

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Résumé :
L'autrice passa in rassegna la storia del concetto di organizzazione borderline di personalitŕ, come si č sviluppata attraverso varie esperienze cliniche con i pazienti e nella valutazione diagnostica della personalitŕ. L'articolo mette bene in evidenza l'importanza di tenere a mente che i pazienti borderline lottano con interminabili problemi evolutivi. Critica la definizione ristretta di disturbo borderline di personalitŕ secondo la descrizione del DSM e sostiene che, sebbene questa etichetta fondata su un criteri dicotomici sia stata utile per i ricercatori, un costrutto piů dimensionale e meno categorico riveste un valore maggiore per chi pratica la psicoterapia. Inoltre, l'autrice delinea numerose funzioni mentali ed emotive mature che mancano o sono gravemente compromesse nelle personalitŕ borderline. Sono citati parecchi approcci recenti e degni di apprezzamento al trattamento dei pazienti borderline e vengono anche messe in evidenza diverse implicazioni terapeutiche che tutti hanno in comune.
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Berardi, Domenico, Bianca Bortolotti, Elena Lo Sterzo, Valentina Manzo, Francesco Martino, Marco Menchetti, Marco Monari, Anna Sasdelli, Paola Tedesco et Cecilia Trevisani. « Il ruolo del criticismo percepito nelle strategie di regolazione emotiva e comportamentale del disturbo borderline di personalità ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 36 (octobre 2015) : 71–84. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2015-036006.

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Schroeter, Vincentia. « Revisione della struttura del carattere borderline ». GROUNDING, no 1 (juin 2011) : 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001007.

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Résumé :
Nel rivisitare la personalitŕ borderline, l'autrice riporta il pensiero di vari teorici sulla dinamica e l'eziologia del disturbo borderline. Esamina le insufficienze nel materiale didattico dell'Iiba. Riconsidera alcuni aspetti incluso la dinamica genitore-figlio: gli aspetti corporei includendo una nuova teoria sul perché non ci sia un solo tipo caratteriale su cui convenire. L'etŕ della ferita borderline, includendo una nuova teoria sia sull'etŕ sia sui blocchi corporei principali. Adatta il borderline sullo schema evolutivo della Mahler e della Horner. Avvertenze per il trattamento del paziente borderline sono dare la prioritŕ al respiro, al grounding e all'energia. Cita una nuova ricerca che conferma alcuni tratti del Bpd cui seguono interventi specifici per affrontare gli aspetti relazionali nel trattamento da un punto di vista bioenergetico.
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Camillocci, Danilo Solfaroli. « Mito, segreto, mandato. Analisi di una storia familiare ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 32 (novembre 2010) : 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032005.

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Résumé :
In questo lavoro viene analizzata la storia di una famiglia con paziente affetto da disturbo borderline di personalitŕ e vengono messe in luce le complesse relazioni che uniscono alcuni importanti costrutti familiari: potere, mito familiare, segreto e mandato transgenerazionale. Si ipotizza che l'elusione della veritŕ che accomuna mito familiare e segreto possa risolversi in una collusione cui partecipa a diverso titolo ciascuno dei familiari e che sostiene un mandato familiare transgenerazionale totalizzante. Viene anche evidenziato il ruolo del contesto sociale nell'insorgere e nello stabilizzarsi di questa collusione.
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Westen, Drew, Jonathan Shedler, Bekh Bradley et Jared A. DeFife. « Una tassonomia delle diagnosi di personalitŕ derivata empiricamente : colmare il divario tra scienza e clinica nella concettualizzazione della personalitŕ. Nota introduttiva di Vittorio Lingiardi e Francesco Gazzillo ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (septembre 2012) : 327–58. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003001.

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Résumé :
Viene presentato un sistema diagnostico della patologia di personalitŕ derivato empiricamente, clinicamente rilevante e di agevole uso quotidiano. Un campione randomizzato di 1.201 psichiatri e psicologi clinici statunitensi ha descritto un proprio paziente, selezionato in modo casuale e affetto da un disturbo della personalitŕ, utilizzando la Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). L'analisi fattoriale ha prodotto 10 diagnosi di personalitŕ, clinicamente coerenti, organizzate in tre cluster sovraordinati: internalizzante, esternalizzante e borderline-disregolato. Le descrizioni col punteggio piů elevato sono state selezionate per costruire un prototipo di ogni sindrome di personalitŕ. In un secondo campione indipendente, i ricercatori e i clinici sono stati in grado di diagnosticare le sindromi di personalitŕ con un elevato accordo e un livello minimo di comorbilitŕ. Questi 10 prototipi diagnostici sono empiricamente fondati e clinicamente rilevanti.
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Muraccini, Renzo. « Come il sale, le azioni "fuori dall'ordinario" sono ingredienti indispensabili nel trattamento dei pazienti borderline ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2011) : 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001008.

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Résumé :
L'autore focalizza l'attenzione sulla particolare modalitŕ di presa in carico di pazienti con disturbo borderline di personalitŕ in un Centro di Salute Mentale. A partire da tre diverse storie cliniche viene sottolineata l'importanza di alcune "azioni" che spesso possono apparire come una "fuoriuscita dal setting istituzionale" ma che si rendono necessarie per la presa in carico di questi pazienti: portatori di storie "traumatiche" nelle loro relazioni primarie, instancabili, faticosi, in una parola "stabili nella loro instabilitŕ". Queste azioni costituiscono il sale - inteso come ingrediente necessario nella relazione terapeutica - e rispondono alla necessitŕ, insita nell'organizzazione borderline, di sperimentare sia in modo ambivalente e contradditorio la "presenza concreta e agita" del terapeuta e la "prova" della fiducia nei suoi confronti. Questa particolare modalitŕ di relazione richiama il concetto di "now moment" che Stern individua come "elementi" indispensabili di "svolta" nella relazione terapeutica, co-creati e co-vissuti e che aprono ad un nuovo orizzonte terapeutico perché contengono implicitamente l'esperienza della "fiducia" e della "comprensione empatica" da parte del terapeuta. Questa modalitŕ di presa in carico che pone al centro la "ricerca attiva di questo tipo di esperienza" si realizza non solo attraverso una relazione individuale ma richiede un Gruppo multidisciplinare che operi pur nelle diversi funzioni in modo analogo e condivida una idea comune del paziente e del modo di prenderlo in cura: il "sale" viene contenuto in ogni tipo di relazione e pone l'operatore e i servizi davanti al problema sia delle caratteristiche della sua persona che dell'organizzazione dei Servizi come elementi indispensabili per poter realizzare una siffatta presa in carico.
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Castellet, y. Ballarà Francesco. « Il disturbo di personalità secondo una prospettiva psicodinamica ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juillet 2014) : 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-002002.

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Jesurum, Costanza. « Il caso del signor S. tra disturbo dell'umore e disturbo di personalità ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2017) : 118–22. http://dx.doi.org/10.3280/psob2017-002009.

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Bacciagaluppi, Marco, et Romano Biancoli. « Temi frommiani in un caso di disturbo di personalità narcisistico ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (février 2014) : 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2014-001008.

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di Giacomo, Ester, et Massimo Clerici. « Bullismo e disturbo antisociale di personalità in adolescenza ed età giovanile ». Quaderni Italiani di Psichiatria 28, no 3 (septembre 2009) : 111–16. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.05.003.

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Bilotta, Elena. « Quando tutto sembra essere contro te : un caso di disturbo paranoide di personalità ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 33 (décembre 2013) : 115–25. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033008.

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Albert, Umberto, Chiara Picco, Giuseppe Maina, Federica Forner, Eugenio Aguglia et Filippo Bogetto. « Phenomenology of patients with early- and adult-onset obsessive-compulsive disorder ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no 2 (juin 2002) : 116–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005571.

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RIASSUNTOScopo – Valutare eventuali differenze nelle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (sintomatologia ossessivo–compulsiva, la comorbidità di Asse I e la comorbidità di Asse II) in soggetti adulti con disturbo ossessivo–compulsivo ad esordio precoce (>18 anni) e in eta adulta (≤18 anni). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino. Metodo – Sono stati inclusi nello studio 149 pazienti adulti con diagnosi di DOC (DSM–IV) e un punteggio Y–BOCS totale <16.1 soggetti sono stati valutati attraverso un'intervista semi–strutturata diretta ad indagare le caratteristiche socio–demografiche é cliniche. La comorbidita longitudinale di Asse I, secondo i criteri del DSM–IV, è stata valutata attraverso un'intervista clinica strutturata diretta secondo le indicazioni di Othmer & Othmer (1994; 1999): particolare attenzione è stata rivolta alia rilevazione dei disturbi dello spettro ossessivo–compulsivo (Hollander et al, 1996; 1997). Per l'analisi della comorbidita con i disturbi di personalitá è stata utilizzata la Structured Clinical Interview for DSM–IV Axis II Disorders (SCID–II). Risultati – 39 pazienti (26.2%) hanno presentato l'esordio del DOC prima dei 18 anni (early–onset) e 110 pazienti (73.8%) hanno presentato l'esordio del DOC dopo i 18 anni (later–onset). Sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi di confronto: i soggetti con esordio precoce presentano una predominanza del sesso maschile, un decorso cronico del disturbo e l'associazione con il disturbo schizotipico di personalità. Conclusioni – Suddividendo il campione secondo l'eta di esordio del disturbo abbiamo rilevato alcune differenze significative nell'espressivita del DOC che indicano una possibile eterogeneita del disturbo, meritevole di ulteriori approfondimenti. In particolare, il rilievo nel gruppo ad esordio precoce di un decorso prevalentemente cronico e soprattutto di una specifica associazione con il disturbo schizotipico di personalita appare significativo ai fini dell'impostazione di specifiche strategic terapeutiche.
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Caroppo, Emanuele, Giuseppina Del Basso et Patrizia Brogna. « Trauma e vulnerabilità nei migranti richiedenti protezione internazionale ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no 43 (décembre 2014) : 99–116. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004307.

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INTRODUZIONE: I rifugiati richiedenti protezione internazionale mostrano un'alta vulnerabilità e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). OBIETTIVI: abbiamo utilizzato un approccio integrato multidisciplinare per valutare la loro vulnerabilità e psicopatologia. METODI: sono stati valutati 180 rifugiati politici secondo i criteri del DSM-IV-TR. RISULTATI: in un'alta percentuale di rifugiati politici la diagnosi principale è stata di PTSD associata con disturbi di personalità e/o altri disturbi psichici. CONCLUSIONI: i rifugiati politici hanno più difficoltà nel gestire le proprie emozioni, questo probabilmente è dovuto alla propria storia personale intrisa di vissuti traumatici, tuttavia attraverso un lavoro sia psicoterapico che farmacologico è stato possibile migliorare le proprie condizioni.
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Kernberg, Otto. « Il trattamento dei pazienti con organizzazione borderline di personalità ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juillet 2014) : 61–90. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-002005.

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Cracco, Luciana, Giulia Greselin, Mauro Polacco et Roberta Anna Irene Soldà. « Lo strutturarsi di un disturbo di personalità in adolescenza : conseguenza di uno sviluppo traumatico ? Il caso di Francesca ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 32 (juin 2013) : 139–48. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-032010.

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Villirillo, Caterina, Rossella Cascone et Carlo Buonanno. « Luca : il timore di essere contaminato dalla madre e il ruolo dei genitori nel mantenimento della sintomatologia ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 46 (juillet 2020) : 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10164.

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Résumé :
In questo lavoro viene descritto il caso di un ragazzo di 16 anni, giunto in terapia con una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, per la quale aveva già intrapreso una psicoterapia, con presa in carico farmacologica, senza miglioramento dei sintomi. La sintomatologia ossessiva è associata al timore di essere contaminato dall'alito materno. Tuttavia, fin dai primi incontri, emerge con chiarezza una maggiore complessità del quadro, per la presenza in comorbilità di un disturbo schizotipico di personalità, caratterizzato da comportamenti bizzarri e responsabile di una grave compromissione del funzionamento sociale e scolastico. L'intervento è stato realizzato attivando due setting e ha visto coinvolti Luca (20 incontri) e i genitori (10 incontri). Nell'articolo descriveremo la formulazione del caso, differenziando gli interventi sui sintomi ossessivi dalle procedure utilizzate per fronteggiare la sintomatologia schizotipica. Il miglioramento del disturbo ossessivo compulsivo è stato osservato già in fase di condivisione del profilo interno e lavorando sul timore di contaminazione con interventi di ristrutturazione cognitiva. Parallelamente, il trattamento si è focalizzato sull'aumento della cura di sé e la modifica delle abitudini disfunzionali, con un effetto determinante sulla riduzione dei rituali, un aumento della percezione di autoefficacia e una diminuzione sensibile del ritiro sociale. L'intervento con i genitori si è focalizzato sulla riduzione della critica e degli atteggiamenti sprezzanti verso Luca, tramite interventi di ristrutturazione cognitiva e tecniche di validazione che hanno portato a una parziale riduzione degli stessi. Come obiettivi contestuali, favorire la comprensione e l'accettazione del funzionamento di Luca, oltre che il riconoscimento dei suoi bisogni emotivi.
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Minola, Valeria, et Anna Paschetta. « L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento : un protocollo terapeutico con la famiglia ». TERAPIA FAMILIARE, no 126 (novembre 2021) : 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.

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In questo articolo presentiamo come la terapia sistemico familiare-individuale sia effi cace nella presa in carico di un nucleo familiare che vive dinamiche relazionali complesse, altrimenti messe in ombra da una diagnosi di disturbo dell'apprendimento a carico del fi glio e dalle ricadute del disagio prettamente in ambito scolastico. Presso il nostro studio, per i ragazzi e per le loro famiglie che ci consultano, lavoriamo adattando il modello proposto dalla scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Dopo un'iniziale spiegazione sulle caratteristiche del disturbo specifi co dell'apprendimento, presenteremo la teoria della multifattorialità all'origine del DSA di Simonetta, che assumiamo come cornice teorica. Questo modello si basa sugli studi delle neuroscienze, delle teorie dell'attaccamento e della psicotraumatologia che permettono la lettura dell'eziopatogenesi del sintomo analizzando diversi livelli di complessità. Nel nostro metodo di intervento, rileviamo con particolare attenzione il signifi cato che il sintomo assume quando si esprime in un particolare contesto relazionale. Per questo dove compare un disturbo dell'apprendimento riteniamo utile indagare gli attaccamenti e lo sviluppo delle personalità dei componenti della famiglia. Inoltre aiutiamo il nucleo a rileggere le proprie dinamiche relazionali in un'ottica sistemica e approfondiamo le dinamiche passate secon do la prospettiva trigenerazionale che le sottende, stando attente a rilevare l'eventuale presenza di traumi non elaborati nelle storie di sviluppo dei componenti della famiglia. Inoltre evidenziamo l'importanza dello stile di conduzione che prevede l'utilizzo delle tecniche verbali, non verbali e i diversi formati di convocazione. Presentiamo il nostro metodo di lavoro attraverso la descrizione della presa in carico psicoterapeutica di un nucleo familiare.
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Tedesco, Simona. « Disturbo da stress post traumatico complesso e personalità evitante : un caso di abuso sessuale ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 32 (juin 2013) : 149–61. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-032011.

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Foggetti, Paola. « Come in una bolla. La complessità di un disturbo borderline ». PSICOBIETTIVO, no 1 (avril 2013) : 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/psob2013-001008.

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Cheli, Mariagnese, et Salvatore Busciolano. « Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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Résumé :
L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Livesley, W. John. « Trattamento integrato : un impianto concettuale per un approccio evidence-based al trattamento del disturbo di personalità ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 33 (décembre 2013) : 19–51. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033003.

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Fedrizzi, Emanuela, Alice Marzadro et Elena Bravi. « Un gruppo sui problemi interpersonali a tempo determinato in contesto ambulatoriale ». GRUPPI, no 2 (octobre 2021) : 57–76. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12581.

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Résumé :
Si presenta uno studio clinico di un gruppo ambulatoriale a tempo limitato con focus sui problemi interpersonali realizzato utilizzando un modello sviluppato originariamente da MacKenzie che ha concettualizzato un gruppo psicoterapeutico chiuso per adattare interventi brevi e focali all'ambito della salute pubblica. L'articolo intende illustrare l'uso del gruppo sui problemi interpersonali, esemplificare come misure individuali e di gruppo di outcome possono essere un aiuto aggiuntivo della pratica clinica e mostrare come i sintomi ansiosi e depressivi che cadono nello spettro dei disturbi dell'umore possano essere trattati con un modello di gruppo che interviene focalmente sulle relazioni interpersonali attuali. Lo studio mette in evidenza come il gruppo sui problemi interpersonali che prevede solo pochi criteri di esclusione (disturbi della condotta, fase acuta per separazioni, lutti, suicidalit&agrave;, significative caratteristiche di un disordine borderline di personalit&agrave;) rappresenti una modalit&agrave; di trattamento a cui indirizzare un'ampia e difficile popolazione di pazienti afferenti all'area della salute mentale pubblica.&nbsp;
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Daneluzzo, Enrico, Silvia Di Tommaso, Daniela Tempesta, Gianluigi Cerroni, Paolo Stratta et Alessandro Rossi. « The Community Assessment Psychic Experience (CAPE) : evaluation study of the Italian version ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 17, no 3 (septembre 2008) : 242–47. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001342.

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Résumé :
AbstractNegli ultimi anni il modello categoriale della psicosi e della schizofrenia in particolare, è stato riconsiderato a favore di una visione dimensionale. Questa assume che I sintomi psicotici differiscono in modo quantitativo dalle normali esperienze psichiche distribuendosi lungo un continuum che va dalla popolazione clinica affetta da schizofrenia ad individui con disturbo di personalità, fino alla popolazione generale che può mostrare esperienze simil psicotiche (Hanssen et al., 2003; Johns & Phil, 2005). Tale continuità fenomenologica è suggerita da studi che mostrano che le dimensioni del fenotipo della psicosi subclinica sono molto simili a quelle identificate nei disturbi clinici (Van Os et al. 2000; Van Os & Tamminga, 2007; Rossler et al., 2007). Sono state infatti riportate dimensioni positive e negative sia in ambito clinico che subclinico, mentre più incerta appare la presenza della dimensione disorganizzazione (Vollema & Hoijtink, 2000; van Os et al., 2002). Vari studi hanno riportato che i fenotipi clinico e non clinico condividono fattori di rischio, meccanismi psicologici ed i pattern epidemiologici (Sharpley & Peters,1999; Johns & van Os, 2001; van Os et al., 2001), fornendo un'ulteriore prova che l'espressione clinica e subclinica delle psicosi fanno parte dello stesso continuum.
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Banfi, Mariacristina. « La psicoterapia per "disappannare la mente" : un caso di disturbo di personalità con tratti antisociali, evitanti e dipendenti e abuso di sostanze a partire dall'adolescenza ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 35 (décembre 2014) : 101–18. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2014-035007.

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Castelli Gattinara, Paola, et Antonio Onofri. « L'EMDR nel trattamento del trauma complesso ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 44 (juin 2019) : 106–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc44-2019oa8152.

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Résumé :
Questo lavoro affronta il trattamento del trauma complesso utilizzando il modello di rielaborazione adattiva dell'informazione (AIP). Tale modello, che &egrave; alla base dell'approccio EMDR, un approccio evidence based, per il trattamento del PTSD, si &egrave; recentemente arricchito integrando sia la teoria dell'attaccamento sia il modello della dissociazione strutturale proposto da Van der Hart (2006). Questa articolazione ha permesso di trattare le memorie traumatiche connesse a quadri psicopatologici molto pi&ugrave; complessi come i disturbi dissociativi, quelli borderline di personalit&agrave; e, pi&ugrave; in generale, alla sintomatologia collegata auno sviluppo traumatico.Attraverso esemplificazioni cliniche, verranno illustrate alcune procedure specifiche per affrontare le difese collegate al trauma che mantengono la dissociazione come la fobia dell'attaccamento e del rifiuto, in particolare per quanto riguarda il terapeuta, la fobia delle proprie esperienze interne basata su intense emozioni di vergogna, paura o disgusto, la fobia delle parti dissociative della personalit&agrave; ecc.
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Dzierżon, Ginter. « "Il disturbo antisociale di personalità : incidenza sulla capacità al consenso matrimoniale (can. 1095, nn. 2 e 3)", S. Corsaro, Roma 2009 ». Ius Matrimoniale 21, no 15 (15 octobre 2010) : 239–43. http://dx.doi.org/10.21697/im.2010.15(21).16.

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Dimaggio, Giancarlo, Marcella Toma, Giampaolo Salvatore, Donatella Fiore et Luisa Buonocuore. « La terapia metacognitivo-interpersonale per ridurre la disregolazione emotiva, migliorare le funzioni metacognitive, e favorire la modificazione degli schemi sé-altro nel disturbo istrionico di personalità complicato ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 33 (décembre 2013) : 91–113. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033007.

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Bergonzini, C., S. Raffaelli, M. Prelati, E. Piantato, D. Bertamini et F. Veglia. « Studio preliminare su un campione di soggetti con diagnosi di disturbo di personalità borderline ricoverati presso il Day Hospital Psichiatrico della Struttura di Psichiatria S.P.D.C. dell’Azienda Ospedaliera “SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Ales ». Working Paper of Public Health 2, no 1 (15 juin 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6742.

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Résumé :
Obiettivi: Il progetto di ricerca è finalizzato all’osservazione dell’attività del day hospital psichiatrico e alla valutazione dell’efficacia del trattamento su un gruppo di pazienti con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità. Metodologia: Il campione è costituito da un gruppo di 5 pazienti con diagnosi di DBP in terapia presso il day hospital, che saranno seguiti per 6 mesi sia con terapia farmacologica che con una psicoterapia che segue le linee guida del Trattamento basato sulla Mentalizzazione di Bateman &amp; Fonagy. Vi è inoltre un gruppo di controllo omogeneo per diagnosi che verrà trattato per 6 mesi ambulatorialmente solo con terapia farmacologica. Risultati: I primi risultati al follow up effettuato a 6 mesi dall’inizio del trattamento sembrano mostrare che i pazienti seguiti con trattamento integrato psicoterapico e farmacologico all’interno del Day Hospital ottengono risultati migliori relativamente ai parametri comportamentali di auto ed etero lesività, di percezione del benessere e della qualità della vita, rispetto ai pazienti curati esclusivamente attraverso farmacoterapia. Conclusioni: Dai risultati preliminari, il Day Hospital sembra costituire una risorsa funzionale e flessibile per i pazienti con diagnosi di Disturbo di Personalità Borderline. Emerge che l’intensità terapeutica abbinata alla flessibilità del setting offerte permettono ai pazienti di ottenere miglioramenti già a 6 mesi dall’inizio del trattamento.
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Ceccarini, Martina. « Il trattamento cognitivo-comportamentale di un caso di disturbo Borderline della Personalità ; e Dipendenza ». MISSION, no 49 (février 2018). http://dx.doi.org/10.3280/mis49-2018oa5895.

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Calderaro, Monica, et Vincenzo M. Mastronardi. « DSM-V : major changes and overview on personality disorders with special reference to borderline disorder - DSM-V : principali modifiche e panoramica sui disturbi della personalità, con particolare riferimento al disturbo borderline - DSM-V : cambios mayores y visión general de los trastornos de personalidad con referencia especial al trastorno borderline ». Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 21 février 2020. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.229.

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Résumé :
The purpose of this article is to describe the amendments made in the new version of DSM (fifth edition) as to understand not only main aspects of certain diseases and/or personality disorders, but also whether or not changes shifted focus to dimensional instead of categorical system or if in some aspects both are considered. Moving forward from a general overview of the handbook, the effective changes will be examined in detail. Attention will also be given to Personality Diseases, taking account of various studies on this subject and the most recent knowledge on “Borderline Disease” from a diagnostic standpoint. Considering the complex construction of such disease, will be firstly illustrated the assumption of first studies so as to cover the most recent clinical and theoretical contributions, together with a brief overview of some treatment approach such as psychodynamic, cognitive-behavioral and systemic-relational, principles of medical treatment, a summary on differential diagnosis and a representation of some clinical case as well. The article will be concluded by a brief discussion of future prospects able to provide the clinician with even more effective and safe operational strategies as to lead professionals towards more specific and less misleading assumptions for a better approach in any scope (therapeutic, forensic, etc.) and giving comfort to those who receive support as well. Everyone is a very unique individual, even if similar to others. That is why it is extremely important to clearly identify a disease and ensure an adequate treatment. RiassuntoL’obiettivo del presente lavoro, è quello di descrivere le principali modifiche apportate nella nuova versione del DSM (quinta ed.) rispetto a quella precedente, per cercare di comprendere non solo gli aspetti più significativi di determinate Patologie e/o Disturbi della Personalità, ma anche se nei suindicati cambiamenti, l’ottica si è spostata o meno ad un sistema dimensionale piuttosto che categoriale o se in alcuni aspetti, vengono considerati entrambi, partendo quindi da una panoramica generale sul Manuale, per poi affrontare nel dettaglio le reali modifiche. Verrà inoltre approfondita la tematica relativa ai Disturbi della Personalità, tenendo presenti i vari studi e ricerche sull’argomento e quindi le acquisizioni più recenti in termini di strumenti operativi utili da un punto di vista diagnostico-clinico, con particolare riferimento al “Disturbo Borderline”, decisamente complesso nel suo costrutto, partendo dall’assunto relativo ai primi studi sul tema, fino a giungere ai vari contributi teorico-clinici più recenti, unitamente ai cenni su alcuni approcci terapeutici quali ad esempio, psicodinamico, cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale, principi sulla farmacoterapia ed una sintesi sulla diagnosi differenziale, nonché la rappresentazione di alcuni Casi clinici. Concludendo con un sintetico excursus su quelle che potrebbero essere le prospettive future in grado di fornire strategie operative sempre più fertili e sicure per il clinico, sia a conforto dello stesso che di chi usufruisce dell’aiuto, guidando gli operatori verso ipotesi più specifiche e meno devianti, per un migliore approccio in qualsiasi ambito di applicazione (terapeutico, forense ecc..). Ogni soggetto è un individuo a se stante, pur evidenziando caratteristiche simili. Per questo è estremamente importante per quanto più è possibile, riuscire nell’individuazione di una precisa patologia su cui va applicato un mirato processo trattamentale. ResumenEl propósito de este artículo es describir las enmiendas hechas en la nueva versión del DSM (quinta edición) para comprender no solo los aspectos principales de ciertas enfermedades y / o trastornos de la personalidad, sino también si los cambios cambiaron el enfoque a dimensional en lugar de categórico sistema o si en algunos aspectos se consideran ambos. Avanzando desde una descripción general del manual, los cambios efectivos serán examinados en detalle. También se prestará atención a las enfermedades de la personalidad, teniendo en cuenta varios estudios sobre este tema y el conocimiento más reciente sobre "Enfermedad límite" desde un punto de vista diagnóstico. Teniendo en cuenta la compleja construcción de dicha enfermedad, se ilustrará en primer lugar la suposición de los primeros estudios para cubrir las contribuciones clínicas y teóricas más recientes, junto con una breve descripción de algunos enfoques de tratamiento, tales como psicodinámico, cognitivo-conductual y sistémico-relacional, principios del tratamiento médico, un resumen sobre diagnóstico diferencial y una representación de algunos casos clínicos también. El artículo concluirá con una breve discusión de las perspectivas futuras capaces de proporcionar al clínico estrategias operativas aún más efectivas y seguras para guiar a los profesionales hacia suposiciones más específicas y menos engañosas para un mejor enfoque en cualquier ámbito (terapéutico, forense, etc.). y dar consuelo a quienes también reciben apoyo. Todos son individuos únicos, incluso si son similares a los demás. Por eso es extremadamente importante identificar claramente una enfermedad y garantizar un tratamiento adecuado.
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