Articles de revues sur le sujet « Disturbi specifici di apprendimento »

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Barone, Luigi. « La nuova legge n. 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (février 2011) : 239–47. http://dx.doi.org/10.3280/mg2010-003024.

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Tinti, Francesca. « la musica e il potenziamento dei prerequisiti di apprendimento ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (11 juin 2016) : 315. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v1.94.

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Résumé :
Riassunto: Premessa: La musica viene utilizzata come canale elettivo nella prevenzione dei disturbi di apprendimento. Il DSA è una disabilità specifica dell'apprendimento, di origine neurobiologica, che interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo). Il corso di propedeutica musicale è stato rivolto a bambini dai 4 ai 6 anni, fascia di età in cui la diagnosi di DSA non può ancora essere effettuata ma si possono individuare i bambini a rischio attraverso la valutazione dei prerequisiti di apprendimento. Obiettivo: intervenire in maniera preventiva sulle difficoltà di apprendimento, attraverso il potenziamento dei prerequisiti necessari, con attività propedeutica musicale nella scuola d'infanzia. Metodo: il campione esaminato è composto da 50 bambini appartenenti ad una popolazione d'età compresa dai 4 ai 6 anni. Al campione è stato somministrato il test per la valutazione dei prerequisiti di apprendimento, il Prcr-2 di Cornoldi (2009), prima e dopo il trattamento, riguardante uno specifico metodo di propedeutica musicale con attività di pre-scrittura e pre-lettura delle 7 note (nel pentagramma) durato per 4 mesi. Conclusioni: i dati ottenuti evidenziano come l' attività musicale correli positivamente col miglioramento dei prerequisiti di apprendimento.PAROLE CHIAVE: Musica, DSA, Prerequisiti di apprendimento, Prevenzione. Abstract: The music is used as an elective channel in the prevention of learning disorder.SLD (Specific Learning Disorder) is a specific learning disability of neurobiological origin, characterized by a lack in a specific learning ability (reading , writing, computing). The preparatory music course was intended for children aged 4 to 6 years, that is the age in which the diagnosis of DSA cannot yet be done but we can still identify children at risk through the evaluation of the prerequisites for learning. Objective: preventative intervention on learning difficulties through the enhancement of prerequisites for reading and writing using preparatory music, during preschool years. Method: The examined sample consists of 50 preschooler aged 4 to 6. The Prcr2 Cornoldi test (2010) had been administered to the sample, before and after the treatment, which consisted in a 4 months project of preparatory musical activities based on pre-writing and pre-reading the 7 notes (on the staff). Conclusions: The data obtained show that the musical activities correlates positively with the positive evolution of the pre-requisites of learning. Keywords: Music, LSD, learning prerequisites, Prevention
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Tobia, Valentina, et Gian Luca Marzocchi. « Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori : uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2013) : 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Résumé :
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Zanini, Sergio, et Alessandra Pizzardi. « Disordini dell'apprendimento in epilessia : ruolo dell'epilessia e ruolo della terapia antiepilettica ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03007.

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Résumé :
Il presente lavoro presenta una revisione critica della letteratura scientifica inerente la presenza di disturbi di apprendimento nell'epilessia. Viene anche trattato l'argomento della tollerabilitŕ della terapia farmacologica antiepilettica in termini di effetti collaterali sulle funzioni cognitive e i disordini di apprendimento. Infine viene affrontato l'argomento del ruolo delle anomalie epilettiformi subcliniche associate ai disturbi dell'apprendimento.
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Lanzi, G. « I disturbi di apprendimento della lettura e della scrittura ». Neurological Sciences 25, no 5 (décembre 2004) : 304. http://dx.doi.org/10.1007/s10072-004-0360-y.

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Jenkins, Rachel. « England's policy on severe mental illness ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 1 (avril 1996) : 31–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003912.

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Résumé :
RIASSUNTOLa Gran Bretagna ha messo a punto una comprovata strategia sulla salute mentale che include dove e come le persone sono curate e con quali obiettivi. Ha assicurato che la politica sanitaria sia basata sull'epidemiologia dei disturbi psichici e che sia incentrata non solo sui disturbi psichici gravi, che necessitano di trattamenti specifici, ma anche sui disturbi meno gravi in medicina di base, nelle carceri e sul posto di lavoro ed inoltre sull'integrazione e interfaccia tra i servizi di salute mentale ed altre agenzie.Ha basato la politica sanitaria su un quadro coerente di promozione della prevenzione della salute mentale (prevenzione primaria, secondaria e terziaria e prevenzione della mortalita) conduce questa politica quantificando l'esito in termini di salute mentale, nonche gli imputs ed i processi.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti et Antonella Piazza. « Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale : uno studio di follow-up ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Résumé :
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Andreetta, Sara, et Andrea Marini. « Narrative assessment in patients with communicative disorders ». Travaux neuchâtelois de linguistique, no 60 (1 janvier 2014) : 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Résumé :
Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Morreale, Antonella, Anna Ruggirello, Giusi Daniela Ventimiglia et Leonarda Vultaggio. « Isomorfismo e controparadosso in "Shutter Island" : un modello di apprendimento creativo ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 36 (décembre 2012) : 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036005.

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Résumé :
Questo articolo si propone di mostrare come l'apprendimento del modello sistemico relazionale possa realizzarsi in modo creativo attraverso la condivisione e la lettura critica di un film. In particolare, il lavoro si propone di analizzare il film "Shutter Island" mettendo in evidenza specifici aspetti che caratterizzano il processo terapeutico quali il controparadosso, l'isomorfismo, la reductio ad absurdum, il processo di reciproco adattamento (PRA). L'analisi di tali aspetti ha condotto le autrici a riflessioni sulla valenza etica del processo psicoterapeutico, inserito nell'ampio contesto delle complementarietŕ cibernetiche.
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Arcieri, Salvatore, Roberta Epifanio, Nicoletta Zanotta et Claudio Zucca. « Dislessia, discalculia e sindromi epilettiche ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 79–93. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03005.

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Résumé :
Il crescente interesse per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento e, in particolare, per la dislessia, sta oggi alla base di molte ricerche mirate a chiarirne le determinanti neurobiologiche, a scopo sia preventivo che terapeutico. In questo contesto assume un particolare rilievo anche la questione dei rapporti tra DSA e patologia epilettica. L'articolo contiene un'esauriente revisione degli studi finora condotti sulle relazioni tra i quadri di dislessia e discalculia e le forme di epilessia idiopatiche e sintomatiche, soffermandosi inoltre sul discusso rapporto tra questi tipi di DSA e la presenza di anomalie EEG epilettiformi.
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Tironi, Gloria, Maria Luisa Valenta et Marta Mariani. « Il progetto “Autoscatto” : un intervento educativo nei disturbi del comportamento alimentare mediante l’utilizzo del Modello Transteorico del Cambiamento di Prochaska e Diclemente ». IJEDO 4 (29 juin 2022) : 14–19. http://dx.doi.org/10.32044/ijedo.2022.04.

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Résumé :
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano una problematica significativa all’interno della salute pubblica. Un importante approfondimento teorico sui trattamenti è fornito dalle linee guida regionali e nazionali, quali l’allegato 1 alla delibera 668 del 2017 della Regione Friuli-Venezia Giulia e il documento “Appropriatezza clinica, strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell’alimentazione” pubblicato nel 2013 dal Ministero della Salute. Lo scopo del seguente articolo è descrivere la progettazione e l’esecuzione di un intervento educativo, svolto su un singolo caso con diagnosi di bulimia nervosa, finalizzato l’aumento della motivazione al cambiamento. Il lavoro ha previsto una prima fase per l’individuazione delle aree di intervento e il successivo progetto educativo ha previsto l’utilizzo del Modello Transteorico del Cambiamento di Prochaska e Diclemente con attività per l’aumento della motivazione al cambiamento della persona presa in carico. Il progetto realizzato e i risultati positivi ottenuti hanno dimostrato che tramite l’applicazione del Modello Transteorico del Cambiamento è possibile lavorare sull’importante aspetto motivazionale con l’utilizzo di schemi specifici sul cambiamento, di aspetti psicologici e comportamentali.
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Grassi, Aldrigo, Rosella Bruni, Francesca Pileggi, Marco Chiappelli, Massimo Boldrini, Elisa Franceschi et Daniela Scarafoni. « Analysis and comparative evaluations of the costs of supports and treatments of schizophrenia, affective psychosis, paranoia and neurosis ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 2 (juin 2001) : 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005194.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – Lo scopo dello studio era quello di verificare, tramite la rilevazione dei costi diretti dei trattamenti terapeutico-riabilitativi, la presenza di associazioni tra quattro gruppi diagnostici (schizofrenia, psicosi affettive, paranoia e disturbi nevrotici) e i loro costi, complessivi e per specifici fattori di costo (assistenza territoriale, attività di riabilitazione e assistenza ospedaliera). Setting – Dipartimento di Salute Mentale e Centro di Salute Mentale (CSM) "Scalo", Azienda USL della Città di Bologna, Emilia-Romagna. Disegno – Sono stati calcolati i costi diretti annui di un campione (n = 75) di tutti i pazienti (n = 745) che durante l'anno hanno avuto più di quattro contatti con il CSM e quelli dei quattro gruppi randomizzati per diagnosi (n = 30 pazienti per gruppo). Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i costi medi unitari di 15 tipi di prestazioni, selezionate sulla base del numero annuo delle prestazioni erogate e del tempo impiegato da ciascuna figura professionale e rilevati i costi dell'assistenza ospedaliera (pubblica e privata). Risultati – Le analisi statistiche effettuate, tramite il Kruskal-Wallis test, hanno evidenziato costi complessivi significativamente più elevati nei pazienti schizofrenici rispetto a quelli del campione e a quelli con diagnosi di disturbo nevrotico; inoltre, i costi delle attivita di riabilitazione dei pazienti schizofrenici sono risultati differire significativamente da quelli rilevati nel campione e nei gruppi diagnostici "paranoia" e "disturbi nevrotici", mentre nessuna differenza significativa tra i gruppi è emersa nei costi dell'assistenza ospedaliera ed in quelli relativi al consumo di farmaci. Conclusioni – I risultati della nostra ricerca dimostrano che i costi dei trattamenti differiscono a seconda della diagnosi (costi diretti più alti nel caso dei pazienti schizofrenici e più bassi in quelli con disturbi nevrotici) e che l'analisi dei costi può consentire di pervenire all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie ai Dipartimenti di Salute Mentale per i trattamenti terapeutico-riabilitativi di una vasta gamma di disturbi psichiatrici.
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Perricone, Giovanna, M. Regina Morales et Concetta Polizzi. « Precursori di deficit dell'attenzione e disturbi di iperattivitŕ (ADHD) in bambini moderatamente pretermine di etŕ prescolare ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2013) : 433–51. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003006.

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Lo studio presentato ha voluto esplorare la possibile presenza in bambini di etŕ prescolare, nati moderatamente pretermine, di precursori del disturbo da deficit dell'attenzione e iperattivitŕ. La ricerca ha coinvolto un gruppo di 50 bambini (etŕ media = 5 anni e 2 mesi, ds = 4 mesi) nati moderatamente pretermine (etŕ gestazionale media = 34 settimane, ds = 2) senza complicanze mediche neonatali e con basso peso alla nascita (media = 2100 g., ds = 350 g.) e 50 bambini nati a ter - mine in assenza di complicanze pre e perinatali (etŕ gestazionale media = 40 settimane). Ai genitori e agli insegnanti delle scuole di riferimento dei bambini sono stati somministrati specifici questionari (Identificazione Precoce Disturbo da Deficit dell'Attenzione/Iperattivitŕ per insegnanti - IPDDAI, Identificazione Precoce Disturbo da Deficit dell'Attenzione/Iperattivitŕ per Genitori - IPDDAG) per individuare difficoltŕ legate a disattenzione e iperattivitŕ nei bambini del gruppo della ricerca. I risultati mostrano un profilo dei bambini moderatamente pretermine in etŕ prescolare "a rischio" di precursori di deficit dell'attenzione e di disturbi di iperattivitŕ.
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De Domizio, Anna, et Darja Mertelj. « I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera ». Journal for Foreign Languages 7, no 1 (30 décembre 2015) : 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Résumé :
Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Boccacci, Daniel. « Il laboratorio "Il filo di Arianna" Un'esperienza tra le nuove frontiere dell'apprendimento ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 43 (juin 2012) : 41–49. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043005.

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Il saggio prende in esame il nuovo stile cognitivo dei giovani, che, in simbiosi con le tecnologie digitali, apprendono in maniera multitasking, condividendo conoscenze e resistendo ad approcci sistemici. Tali caratteristiche si presentano in forme talmente marcate e naturali, da far pensare a un nuovo orizzonte antropologico, evidente nelle difficoltÀ di comunicazione tra giovani e insegnanti, oggigiorno vera urgenza della scuola. Per le sue potenzialitÀ multicodice, "Il filo di Arianna", laboratorio coordinato dall'autore e rivolto a ragazzi della scuola secondaria di primo grado con disturbi specifici dell'apprendimento, viene proposto qui come pratica didattica da estendere a tutti i preadolescenti che, in quanto nativi digitali, si possono considerare ‘dislessici generazionali'.
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Pia De Sandro, Maria, et Lucia Bigozzi. « Potenziare la competenza lessicale e le abilità prosodiche con la lettura espressiva : effetti sulla comprensione e la fluenza in lettura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 765–82. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002014.

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La lettura fluente si caratterizza per un'appropriata velocità, correttezza e prosodia. Recentemente è stato evidenziato il ruolo delle abilità prosodiche nel promuovere una lettura più rapida e una maggiore comprensione del testo nei bambini di scuola primaria. Il presente contributo si è occupato di esaminare come, attraverso un intervento di Lettura Espressiva orientato a sostenere le abilità prosodiche, sia possibi-le potenziare la Competenza Lessicale, implicata a sua volta nella velocità di let-tura e nella comprensione del testo. Dopo aver preso in esame la letteratura scientifica di riferimento, vengono in-dividuate delle Buone Prassi per la sistematizzazione di un intervento destinato a gruppi classe di bambini di scuola primaria, dalla seconda alla quinta classe, con e senza difficoltà o disturbi di apprendimento.
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Curtarelli, Maurizio, Maija Lyly-Yrjanainen et Greet Vermeylen. « Qualitŕ e sostenibilitŕ del lavoro in Europa. Evidenze dall'Indagine europea sulle Condizioni di lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 92–115. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127007.

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L'articolo presenta alcuni risultati della 5a Indagine europea sulle condizioni di lavoro, condotta nel 2010 dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) con sede a Dublino. I risultati illustrati fanno riferimento a quattro specifici ambiti della qualitŕ del lavoro: salute e fattori di rischio connessi; motivazione, ricompense intrinseche e soddisfazione; skills, formazione e apprendimento sul lavoro; infine, conciliabilitŕ tra lavoro e vita privata. Tali ambiti concorrono alla definizione di "sostenibilitŕ" del lavoro, concetto strettamente connesso con quello di qualitŕ e che riflette la possibilitŕ di tenere il piů a lungo possibile i lavoratori nell'occupazione, in una logica di invecchiamento attivo. I risultati riflettono un'estrema varietŕ di situazioni, frutto sia di aspetti oggettivi delle specifiche realtŕ lavorative e sia della percezione che l'individuo ha del proprio lavoro e delle condizioni in qui opera.
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Gandolfi, Miriam. « L'importanza di chiamarsi Ernesto e di essere mancini. Per un approccio connessionista complesso ai disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2018) : 53–73. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2018-002004.

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Lopriore, Lucilla. « Valutare l’apprendimento precoce di una seconda lingua : rilevanza degli studi longitudinali ». EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no 1 (20 février 2020) : 11–23. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.11.195.

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L’apprendimento precoce delle lingue straniere – in particolare nella scuola primaria – è un processo affascinante ma complesso, fortemente condizionato dall’età degli allievi, dal contesto, dagli obiettivi specifici del ciclo scolastico e dalla didattica proposta. La fascia d’età è di fatto una delle variabili che più incide sullo sviluppo e sul sostegno delle competenze linguistiche, e richiede da parte dei docenti l’adattamento degli approcci adottati, delle attività proposte e dei materiali utilizzati per rispondere allo sviluppo cognitivo e emotivo degli allievi. Valutare i risultati dell’apprendimento in uno scenario di questo tipo è un processo delicato che deve essere monitorato con strumenti idonei che consentano di utilizzare la valutazione sia per comprenderne il valore aggiunto sia per sostenere l’apprendimento nel tempo. Questo contributo introduce le implicazioni dei risultati di alcuni studi longitudinali che hanno monitorato e valutato lo sviluppo delle competenze degli allievi e offerto spunti di riflessione sui processi di apprendimento.
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Petrucco, Corrado, et Marina De Rossi. « Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio : il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento ». Swiss Journal of Educational Research 36, no 3 (20 septembre 2018) : 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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Résumé :
La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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Cavalletti, Matteo, Maria Paola Boldrini, Alessandra Catania, Valeria Fusco, Nicoletta Serra et Giovanni Tagliavini. « Utilizzare la TADS-Interview di S. Boon e H. Matthess per la diagnosi dei Disturbi Dissociativi e Complex PTSD ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 79–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003006.

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Résumé :
La Trauma and Dissociation Symptoms Interview di S. Boon e H. Matthess (da qui TADS-I) è un'intervista clinica semi-strutturata, composta da 214 domande, che ha lo scopo di valutare in modo approfondito i sintomi dissociativi e i sintomi correlati al trauma. L'obiettivo principale della TADS-I è valutare la gravità e la qualità dei sintomi dissociativi e di tutti gli altri sintomi clinici che si possono sviluppare a seguito di una o più esperienze traumatiche. Con l'attuale versione della TADS-I è possibile superare il limite di altri strumenti dedicati alla diagnosi dei sintomi dissociativi, in quanto sono presenti più indicatori specifici per differenziare questi due aspetti. L'obiettivo, a cui questo lavoro dà un primo contributo, è lo studio e lo sviluppo di nuovi profili diagnostici che permetteranno di osservare in uno stesso grafico, per ogni scheda sintomatologica, frequenza, distress, gravità sintomatologica, gravità sintomatologica con alterazione di coscienza e gravità sintomatologica con possibile divisione del sè attualmente in corso.
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Bianchi, Francesca. « La formazione continua tra apprendimento organizzativo e nuovi diritti individuali : i risultati di un'indagine comparata in Francia e Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120008.

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Résumé :
L'obiettivo del saggio č il confronto dei sistemi di formazione continua francese e italiano attraverso due specifici studi di caso. Sono state realizzate interviste ai direttori delle risorse umane e/o dell'ufficio Formazione e a lavoratori di due grandi aziende bancarie per verificare l'introduzione nel 2004 di nuovi strumenti normativi tra cui il diritto individuale alla formazione (Dif), in Francia, e i Fondi paritetici interprofessionali in Italia. Se anche in ambito normativo si afferma una concezione della formazione continua che sembra evidenziare il ruolo piů attivo del lavoratore per cui la formazione viene considerata come un vero e proprio diritto individuale, una scelta che non dipende soltanto dalle decisioni imprenditoriali ma che vuole invece essere intrapresa con maggiore autonomia dal lavoratore, occorre capire fino a che punto i nuovi provvedimenti normativi sembrano rendere possibile una reale attivazione e responsabilizzazione dei soggetti.
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Maniscalco, Margherita, Caterina Martorana, Barbara Caci et Vicenza Muratore. « L’IMPORTANZA DEI PREREQUISITI E DELLO SCREENING PRECOCE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 2 (15 juillet 2016) : 219. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n2.v1.337.

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Résumé :
Questo contributo si propone di sottolineare l’importanza di alcune competenze cognitive, detti prerequisiti, che sono implicate nell’acquisizione delle abilità di lettura e scrittura come ad esempio: la conoscenza dell’alfabeto; la consapevolezza fonologica; la denominazione rapida automatica (RAN); la memoria fonologica e la processazione visiva. Numerose ricerche, anche internazionali, mostrano l’importanza dell’esercizio di tali abilità all’interno della scuola dell’infanzia anche ai fini della prevenzione dello sviluppo di difficoltà di apprendimento e/o di veri e propri disturbi nella successiva carriera accademica del bambino. Inoltre, la realizzazione di interventi didattici mirati allo sviluppo di tali prerequisiti cognitivi favorisce l’incremento e/o il recupero delle strumentalità della lettoscrittura. In tale scenario, diviene fondamentale riflettere sulle modalità di screening precoce che è possibile attivare all’interno della scuola dell’infanzia e sui relativi strumenti di assessment che è possibile utilizzare. Di conseguenza, sono passati in rassegna alcuni dei principali strumenti psicometrici editi in Italia, dal 1999 ad oggi, per la valutazione dei prerequisiti delle abilità di letto-scrittura in allievi a partire dai 5 anni di età.
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Lazarus, Jeffrey E., et Susan K. Klein. « Trattamento non farmacologico dei tic nella sindrome di Tourette con l'ausilio di un videotape per il trainig autoipnotico ». IPNOSI, no 2 (février 2011) : 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2010-002001.

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Résumé :
questa analisi di casi esamina la possibilitŕ di utilizzare, con i bambini, un metodo standardizzato di apprendimento dell'autoipnosi (AI), per esplorarne l'efficienza e l'efficacia a breve termine nel trattamento dei tic in pazienti con sindrome di Tourette.fra 37 bambini e adolescenti con sindrome di Tourette inviati per un training di AI ne sono stati selezionati 33. Come parte di un protocollo per l'apprendimento dell'AI, tutti visionavano videoregistrazioni di un bambino in training autoipnotico per il controllo dei tic. Il miglioramento del controllo del tic č stato desunto dalla risposta soggettiva del paziente.ad un follow-up medio di 6 settimane, il 79% dei pazienti addestrati in questa tecnica ha sperimentato un risultato clinico a breve termine definito come "controllo". Tra coloro che hanno risposto, il 46% ha raggiunto il controllo sui tic con AI dopo solo 2 sedute e il 96% dopo 3 incontri. Un paziente ha richiesto 4 visite.l'insegnamento dell'AI con l'ausilio di videocassette, migliora un protocollo e riduce probabilmente il tempo di training in questa tecnica. Se l'AI č resa in questo modo piů accessibile, sarŕ un valido aiuto alla gestione multidisciplinare dei disturbi da tic nella sindrome di Tourette.
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Florio, Eleonora, Letizia Caso et Ilaria Castelli. « Rappresentazioni e atteggiamenti degli insegnanti verso le diagnosi di DSA : costruzione e validazione preliminare di un questionario ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13224.

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Résumé :
Questo lavoro presenta un questionario sviluppato per raccogliere ed esplorare le rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti rispetto al recente e considerevole aumento di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) nelle scuole italiane. Il questionario Rappresentazione e Atteggiamenti rispetto ai DSA (RADSA) è stato elaborato sulla base della letteratura di riferimento e di 11 focus group con 92 insegnanti italiani di scuola primaria (96.7% femmine, età M = 47.2 anni, DS = 8.8). I trascritti dei focus group sono stati analizzati con il software T-LAB (Lancia 2012, 2018) e i contenuti sono stati convertiti in item per il questionario. Successivamente, è stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Direct Oblmin) sulle risposte di 111 insegnanti italiani di scuola primaria, per la maggior parte femmine (94.6%), che hanno partecipato alla seconda fase dello studio. Il range di età di questo secondo campione era compreso tra i 25 e i 63 anni (M = 46.1, DS = 9.34), con una media di 20.18 anni di insegnamento (DS = 11.49). Il questionario RADSA, grazie ai suoi 62 item, divisi in 12 sottoscale, è risultato capace di riflettere la complessità dell'argomento e rappresenta uno strumento di valutazione mirato ad esplorare gli atteggiamenti di insegnanti ed educatori verso la diagnosi di DSA, specialmente quelli che possono minare la qualità della relazione alunno-insegnante. Siccome il RADSA è in grado di identificare le principali rappresentazioni personali riguardanti gli alunni con DSA, si possono progettare interventi mirati per uno specifico contesto educativo, basandoli sui risultati ottenuti dalla sua somministrazione.
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Miotto Altomare, Gianni, et Martino Beltrani. « La scuola dell’infanzia nel canton Ticino : sviluppi storici et modelli pedagogici ». Swiss Journal of Educational Research 25, no 2 (1 septembre 2003) : 211–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4661.

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Résumé :
Dopo aver attraversato nel suo sviluppo storico tutti i diversi modelli che hanno accompagnato l’evoluzione delle strutture pedagogiche destinate alla seconda infanzia (l’asilo infantile, il Kindergarten, la Casa dei bambini montessoriana, la scuola materna), l’educazione prescolastica del Cantone Ticino, negli ultimi decenni, si è progressivamente avvicinata a una nuova visione del proprio compito educativo che ha poi assunto forma compiuta negli Orientamenti programmatici del 2000 che dettano i principi generali di quella che si è voluta denominare Scuola dell’infanzia.Si tratta di una visione dell’educazione del bambino contrassegnata da un organico itinerario di apprendimento che tenta di armonizzare i tratti caratterizzanti più positivi dei precedenti modelli per fornire risposte idonee ai bisogni di crescita del bambino nei diversi ambiti educativi della corporeità, della comunicazione verbale e non verbale, della vita affettiva e della sfera cognitiva. Partendo da alcune domande-chiave l’articolo ricostruisce i diversi passaggi attraverso i quali ha preso forma l’attuale struttura dell’educazione infantile per la fa-scia di età dai tre ai sei anni. Vengono pertanto esaminati i punti di forza e i meriti, mettendone, nel contempo, in evidenza i risvolti problematici su cui, alla ricerca di un migliore assetto, vale la pena di chinarsi ancora a riflettere. I punti specifici di osservazione qui assunti concernono la capacità di rispondere ai bisogni del bambino, il rapporto in cui la scuola dell’infanzia sa porsi rispetto alle richieste sociali, le coordinate pedagogiche di riferimento, la capacità istituzionale di porre il corpo docente in sintonia con i traguardi educativi che esso è chiamato a realizzare, la continuità educativa tra la scuola dell’infanzia e la scuola elementare.
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Mucci, Clara, et Andrea Scalabrini. « Sé e altri nel sistema mente-cervello-corpo : verso un'organizzazione intersoggettiva del Sé ». SETTING, no 44 (mars 2021) : 79–116. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044004.

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Résumé :
Il concetto di Sé sta assumendo un interesse sempre maggiore nelle Neuroscienze. Parecchi autori hanno approfondito i correlati neurologici del Sé ed affermato che il Sé potrebbe svolgere un ruolo central nell'architettura neurale del cervello (Panksepp, 1998; Northoff e Bermpohl, 2004; Northoff e Panksepp, 2008); ad esempio, nel porre a confronto gli stimoli Sé-specifici e non Sé-specifici, essi hanno scoperto le modificazioni principali nella struttura corticale mediana (CMS) e in quella sub-corticale mediana (SCMS). Il concetto di Sé sembra costituire una predisposizione alle differenze individuali di comportamenti, cognizioni, emozioni, ecc., ossia del profilo di personalità del singolo. La posizione teorica secondo la quale la relazionalità interpersonale e le caratteristiche della definizione del Sé sono determinanti nei disturbi di personalità e nello sviluppo della personalità è stata fortemente influenzata dalla Teoria dell'Attaccamento (Fonagy & Luyten, 2009; Fonagy et al., 2010; Levy, 2005) e dalle formulazioni dell'approccio contemporaneo interpersonalista (Pincus, 2005). Teoria e ricerca in questo campo hanno affermato il ruolo delle relazioni primarie di accudimento nello sviluppo delle rappresentazioni di sé e degli altri, sia nello sviluppo normale sia in quello non lineare (Blatt, Auerbach e Levy, 1997). Questa concettualizzazione ha un alto grado di concordanza con più formulazioni psicoanalitiche che evidenziano come esperienze di accudimento relativamente soddisfacenti siano potenzialmente facilitanti lo sviluppo di un senso del Sé differenziato e coeso, la capacità di una relazionalità interpersonale progressivamente sempre più matura e la capacità di intimità (Blatt & Blass, 1996; Kernberg, 1975; Kohut, 1971). Intersoggettività e concetto di Sé sembrano strettamente in relazione tra loro. Noi ci volgiamo agli altri come a simili a noi, cioè come dotati di esperienze mentali e corporee (sentimenti, sensazioni simili alle nostre e diverse da quelle del mondo inanimate). Stiamo andando verso un nuovo modello, che può sviluppare un ponte tra le neuroscienze, le formulazioni della Psicoanalisi e la prassi clinica. Il concetto neuroscientifico relazional-costruttivistico di Sé e lo studio della Resting State Activity nei test di laboratorio possono illuminare l'importanza dell'inter-soggettività e della risonanza intenzionale (Gallese, Eagle, Migone, 2007) tra soggetti. Il nostro intento è di proporre le nostre scoperte empiriche sulla relazione tra Resting State Activity e prove sperimentali basate sul tatto (intenzione di toccare la mano umana animata versus la mano inanimata di un manichino), assodato che il tatto gode di uno statuto privilegiato nel rendere possibile l'attribuzione sociale di una personalità viva agli altri. I nostri risultati indicano che il nostro cervello, durante lo stato di riposo, sembra essere inevitabilmente relazionale, di default: esso è dotato dell'autocoscienza necessaria alla relazione con gli altri soggetti ma non con gli oggetti inanimati. Specificatamente, queste scoperte riguardano la corteccia somato-sensoriale, un'area-chiave del cervello implicata nell'empatia e nella sensazione tattile.
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Anderle, Francesca, Angela Cattoni, Paola Venuti et Angela Pasqualotto. « The use of gamification to improve reading and writing abilities in Primary Schools ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 30–49. http://dx.doi.org/10.36253/form-13524.

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Résumé :
This study focused on evaluating the application of digital tools with features of gamification, aims to evaluate the efficacy, in terms of motivation, engagement and improvement of crucial life skills, reading and writing abilities. The training involved children who attended the Primary School both with typical development and Special Educational Needs (SEN), in particular Specific Learning Disorders. Statistically significant differences emerged – before and after the training – highlighting improvements in the reading and writing abilities in all groups analysed. There was no statistical effect regarding the mediation of motivation on final learning performances; however, children reported high engagement and fun in the gamified activity. In conclusion, this strategy it can be a useful implementation both in the school and in the clinical environment to improve reading and writing abilities, also in children with SEN. L’uso della gamification per il potenziamento delle abilità di letto-scrittura nella Scuola Primaria. Questo studio ha come obiettivo quello di valutare l’efficacia, in termini di motivazione, coinvolgimento e potenziamento di alcune importanti life skills, quali la letto-scrittura, dell’utilizzo di strumenti digitali con caratteristiche di gamification. La presente ricerca ha coinvolto bambini frequentanti la Scuola Primaria sia a sviluppo tipico che con Bisogni Educativi Speciali (BES), in particolare Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Sono emerse differenze statisticamente significative – prima e dopo il training – evidenziando dei miglioramenti nelle abilità di letto-scrittura in tutti i gruppi indagati. Non sono emersi degli effetti significativi di mediazione della motivazione sulle performance finali, ma i bambini hanno riportato un elevato coinvolgimento e gradimento dell’attività gamificata. In conclusione, tale strategia può essere un’utile implementazione all’interno dell’ambito scolastico e clinico per potenziare le abilità di letto-scrittura, anche in bambini con BES.
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Eibenstein, Rebecca, et Adele Fabrizi. « Abuso sessuale e PTSD complesso : gli effetti dello stress traumatico cronico sul sistema immunitario. Strategie d'intervento ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (juin 2021) : 23–43. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-001002.

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Résumé :
Il lavoro presenta le principali caratteristiche del PTSD complesso nel contesto dell'abuso sessuale e l'impatto che questo disturbo e la condizione di stress cronico ad esso associata può avere sulla persona traumatizzata, in particolar modo sul sistema immunitario. Una caratteristica importante del sistema immunitario è la sua capacità di reagire in modo differente in base allo stimolo specifico, ma anche la capacità di apprendimento e di memoria, mostrando come questo sistema si strutturi fondamentalmente in rapporto con l'ambiente. È sempre più evidente che le diverse modalità di risposta del sistema immunitario non dipendono solo dal ti-po di stimolo (ad esempio, virus, batteri), ma anche dal microambiente e dalle condizioni generali dell'organismo, dunque anche dallo stress psicologico. È chiaro, pertanto, come il sistema immunitario sia in grado di interagire con il sistema ner-voso e quindi con i fenomeni mentali e relazionali. Lo stress psichico di tipo croni-co che si osserva in coloro che hanno subito un trauma cumulativo interpersonale può quindi costituire un importante fattore di disfunzione del sistema immunitario, con un'alterata risposta che è alla base di molte patologie in cui il sistema immunitario svolge un ruolo cruciale. Oltre a ciò, nelle persone vittime di abuso è stato rilevato uno sfasamento del sistema nervoso autonomo, per cui risultano essere iperattiva-te da un sistema viscerale che invia loro un continuo segnale di pericolo. Questa condizione ha importanti ripercussioni anche sulla capacità interattiva e sociale, con un grave impatto sul benessere psicofisico della persona. Per questo motivo, è necessario sviluppare interventi basati su un approccio multidisciplinare e biopsi-cosociale che aiutino le persone traumatizzate a risintonizzare la regolazione au-tonomica per favorire la fiducia e un coinvolgimento sociale spontaneo, e ad ela-borare le componenti emotive e somatiche dell'esperienza traumatica.
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Saltini, Anna, Davide Cappellari, Paola Cellerino, Lidia Del Piccolo et Christa Zimmermann. « An instrument for evaluating medical interview in general practice : the VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification System/Doctor) ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 210–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007405.

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RIASSUNTOScopo - Valutare l'attendibilita del VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification Systeml/Doctor) e identificare gli interventi adottati dai medici di medicina generale durante la conduzione dell'intervista con pazienti con disturbi organici e disagio emotivo. Setting - Lo studio e stato condotto nel territorio di Verona-Sud, presso due ambulatori di Medicina Generale. Campione - 100 pazienti che hanno consultato i medici per un problema di salute nuovo e che hanno riportato al GHQ-12 un punteggio > 3. I cinque medici coinvolti nello studio hanno contribuito ciascuno con 20 interviste audioregistrate (10 condotte con pazienti giudicati con disagio emotivo e 10 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Principali misure utilizzate — Il VR-MICS/D consente di classificare il comportamento verbale adottato dal medico durante la conduzione dell'intervista e consente di valutarne lo stile. Lo strumento à costituito da 16 categorie definite in base a formulazione (domanda, affermazdone) e contenuto. Procedura - Due rater hanno classificato 30 interviste (15 condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo e 15 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Dopo aver verificato l'attendibilita del VR-MICS/D, e stata valutata la performance dei medici (classificazione delle 100 interviste) e sono stati confrontati i comportamenti verbali adottati con pazienti giudicati con disagio emotivo e senza disagio, secondo il giudizio dei medici. Risultati - Il VR-MICS/D ha dimostrato una buona attendibilita (Kappa di Cohen 0.93). La percentuale di accordo delle categorie è compresa tra 78.2% e 96.4%. I comportamenti verbali piu frequenti sono «domande chiuse» e «dare informazioni» (55.0% sul totale dei comportamenti verbali classificati n = 5522). Ciò che contraddistingue le interviste condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo sono gli specifici contenuti affrontati (psicologico e psicosociale) e i commenti di chiarificazione e di facilitazione. Queste differenze non sono comunque marcate, nonostante siano statisticamente significative. Conclusioni - Il VR-MICS/D è uno strumento attendibile che permette di classificare il comportamento verbale adottato dai medici durante la conduzione delle interviste con pazienti con disagio emotivo. Lo stile di intervista dei medici che hanno partecipato allo studio e simile a quello descritto in letteratura per i medici che non hanno ricevuto una formazione alle tecniche comunicative ed è caratterizzato da un approccio essenzialmente centrato sul medico e sulle sue conoscenze. Questo tipo di approccio, in particolare con pazienti con disagio emotivo, comporta notevoli limitazioni ed evidenzia la necessita di introdurre interventi di formazione alle tecniche di intervista.
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Cardona, Mario. « Apprendere le lingue nella terza età è possibile ed è salutare. Il cervello ci dice perchè ». Revista Italiano UERJ 12, no 2 (13 juillet 2022) : 21. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67581.

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ABSTRACT: L’invecchiamento della popolazione è un dato demografico mondiale che assume carattere rilevante in molti Paesi del cosiddetto “primo mondo”, Il concetto di anzianità oggigiorno non può più basarsi su dati misurabili che stabiliscono quando un individuo, nell’arco della sua vita, entra nella fase della vecchiaia. Si tratta di un concetto molto più ampio e articolato che riguarda dimensioni socio-sanitarie, psico-affettive, cognitive e culturali. È necessario dunque ripensare il ruolo attivo della popolazione anziana in una società complessa e plurilingue. Nell’ottica dell’invecchiamento di successo (succesful ageing) e in base al principio di cittadinanza attiva (active citizenship) l’apprendimento delle lingue diviene un aspetto educativo rilevante sia per la partecipazione attiva nella società, sia per i vantaggi cognitivi specifici che tale tipo di apprendimento comporta. Oggi la ricerca neuropsicologica dimostra come l’apprendimento possa avvenire lungo tutto l’arco della vita e come il nostro cervello sia in grado di attivare importati fenomeni di compensazione in grado di arginare il declino cognitivo. In questo contributo si prenderanno in considerazione alcuni aspetti neuropsicologici che dimostrano come l’apprendimento linguistico nell’anziano non solo sia possibile, ma sia auspicabile. Su questi presupposti è importante che la linguistica educativa sviluppi un adeguato modello glotto-geragogico.Parole chiave: Glotto-geragogia. Anziani. Linguistica educativa. Plasticità neuronale. Riserva cognitiva. Modello STAC (Scaffolding Theory of Aging and Cognition). RESUMO: O envelhecimento da população é um dado demográfico global que assume um caráter relevante em muitos países do chamado "primeiro mundo". Hoje o conceito de antiguidade não pode mais ser baseado em dados mensuráveis que estabelecem quando um indivíduo, durante sua vida, entra na fase da velhice. É um conceito muito mais amplo e articulado que diz respeito às dimensões sócio-saúde, psicoafetiva, cognitiva e cultural. É, pois, necessário repensar o papel ativo da população idosa numa sociedade complexa e multilingue. Com vista a um envelhecimento bem sucedido e com base no princípio da cidadania ativa, a aprendizagem de línguas torna-se um aspecto educativo relevante tanto para a participação ativa na sociedade como para as vantagens cognitivas específicas que tal tipo de aprendizagem acarreta. Hoje, a pesquisa neuropsicológica demonstra como o aprendizado pode ocorrer ao longo da vida e como nosso cérebro é capaz de ativar importantes fenômenos de compensação capazes de conter o declínio cognitivo. Neste artigo, serão levados em consideração alguns aspectos neuropsicológicos que demonstram como a aprendizagem de linguagem em idosos não é apenas possível, mas desejável. Com base nesses pressupostos, é importante que a linguística educacional desenvolva um modelo gloto-hieragógico adequado.Palavras-chave: Gloto-hieragogia. Idosos. Linguística educacional. Plasticidade neuronal. Reserva cognitive. Modelo STAC (Scaffolding Theory of Aging and Cognition). ABSTRACT: Population aging is a world demographic data which assumes a relevant character in many of the countries of the so called “first world”. The concept of aging, nowadays, cannot be anymore based on measurable data that establish when a human being, throughout his life, enters the stage of old age. It deals with a much wider and more complex concept that concerns socio-health, psycho-affective, cognitive and cultural dimensions. It is therefore necessary to rethink the active role of old population in a complicated and multilingual society. With a view to a successful aging and according to the principle of active citizenship, language learning becomes an educational aspect relevant both in order to achieve an active social participation and for the specific cognitive advantages that type of learning provides with. Nowadays, the neuropsychological research shows how learning could happen throughout the entire life and how our brain is capable to activate important cognitive compensation phenomena capable of stemming the cognitive decline. This essay will take into consideration some neuropsychological aspects that demonstrate how language learning in old people is not only possible, but desirable. On these assumptions it is important that educational linguistic develops an adequate foreign language learning geragogic model. Keywords: Foreign language learning geragogic model. Old age. Educational linguistics. Neural plasticity. Brain reserve. STAC Model (Scaffolding Theory of Aging and Cognition).
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Guendalina Peconio, Federica Doronzo et Piergiorgio Guarini. « Ambienti di apprendimento transmediali inclusivi : gli effetti della DaD sugli studenti con DSA e BES ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.100.

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Résumé :
Il presente contributo mira a indagare le percezioni e gli effetti che la Didattica a Distanza ha prodotto sugli individui con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Speciali (BES). Durante l’ultimo anno, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha promosso una rimodulazione repentina delle metodologie didattiche e degli ambienti di apprendimento verso l’ubiquitous learning. Tuttavia, già da diversi anni, si avvertiva l’impellente necessità di innovare il fare pedagogico attraverso l’applicazione di nuove tecnologie inclusive e l’accomodamento della didattica al funzionamento cerebrale del singolo alunno. A tal fine, si riflette sulla prevenzione delle difficoltà cognitive e si evidenziano le statistiche scolastiche, riferite all’a.s. 2019/2020, circa le misure compensative adottate per fronteggiare i DSA e BES.
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Francesco Paolo Romeo. « Investimento affettivo nei processi di insegnamento- apprendimento. Tre criteri per la didattica a distanza nelle emergenze ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.98.

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Résumé :
A fronte di una delle legislazioni più avanzate nel panorama internazionale, la scuola italiana fatica ancora a rendere lo “sguardo” sulla disabilità, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e lo svantaggio di varia natura pienamente inclusivo. Molti autori hanno infatti osservato come lo studente con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali (BES) sia visto spesso per la sua patologia e non già nella globalità della sua persona, con il rischio di ridurlo all’etichetta nosografica indicata nella diagnosi clinica. In accordo con chi afferma che l’insegnante non deve andare a caccia di sintomi e disturbi (Goussot, 2014), ma piuttosto rilevare e in qualche modo rivelare le potenzialità insita in ogni problematica, la via per l’inclusione da percorrere deve essere allora quella suggerita da Cottini (2017), cioè lungo la quale formare nuovi profili di insegnanti che sappiano essere per i loro studenti prima di tutto dei leader emotivi. Specialmente in Pedagogia e Didattica Speciale, la focalizzazione dello “sguardo” educativo sulla dimensione affettiva risulta quanto mai attuale, dal momento che studenti e famiglie fronteggiano ancora l’emergenza sanitaria per Covid-19 e le sue varianti. L’articolo, a partire da un’esperienza didattico-educativa tuttora in atto, testimonia come una criteriologia minima espressamente pensata per un agire didattico ad orientamento emotivo e narrativo (Romeo, 2020), possa migliorare ad un tempo la condizione esistenziale e la resilienza di studenti, famiglie e insegnanti, oltre che favorire l’acquisizione dei diversi saperi disciplinari.
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Chiappetta Cajola, Lucia, et Marianna Traversetti. « Il metodo di studio a scuola per allievi con DSA nella prospettiva dell'ICF-CY. Dati di ricerca ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juillet 2018). http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2018oa6120.

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Résumé :
Nel presente contributo si illustrano i risultati di una ricerca esplorativa delle scelte inclusive della scuola, ai fini dell'acquisizione del metodo di studio nelle classi frequentate anche da allievi con disturbi specifici di apprendimento-DSA. Il metodo di studio è di importanza fondamentale per tutti gli allievi in relazione alla necessità di sviluppare sia le potenzialità individuali sia la capacità di"imparare ad imparare".  I riferimenti teorici che lo pongono quale prima misura compensativa sollecitano la riflessione sulla responsabilità della scuola e degli insegnanti, in termini di promozione di fattori ambientali facilitanti, quali atteggiamenti, strategie e strumenti, in grado di sviluppare positivamente il "funzionamento umano" (WHO, 2001, 2007). Quest'ultimo, che risulta dall'interazione tra le caratteristiche individuali e i fattori facilitanti-ostacolanti dell'ambiente in cui la persona vive, trova rispondenze culturali e pedagogiche con il metodo di studio, in quanto quegli stessi fattori ne determinano la costruzione, che è di natura ambientale, sociale, relazionale e strumentale.
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« Lettere ». Medico e Bambino 41, no 4 (21 avril 2022) : 218–21. http://dx.doi.org/10.53126/meb41218.

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Pubblicata la Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento - Screening della celiachia e la diagnosi al Bar Sport - La Pediatria di famiglia - I bambini della felicità - Accogliere: un’azione attiva
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Popolo, Raffaele, Antonio Semerari, Antonino Carcione, Donatella Fiore, Giuseppe Nicolò, Laura Conti, Roberto Pedone, Michele Procacci, Stefania D'Angerio et Giancarlo Dimaggio. « Le disfunzioni metacognitive nei disturbi di personalit Una review delle ricerche del III Centro di Psicoterapia Cognitiva ». Research in Psychotherapy : Psychopathology, Process and Outcome 13, no 2 (22 février 2011). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.19.

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Dagli anni '90, il III Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma si è impegnato nell'attività clinica e di ricerca sul trattamento di pazienti gravi e difficili da trattare. In questo lavoro verranno analizzati alcuni tra i più importanti lavori pubblicati dal Gruppo in questo ambito. Si tratta di ricerche sul processo terapeutico condotte a partire dall’osservazione clinica secondo cui la presenza di specifici malfunzionamenti metacognitivi ostacolerebbe la costruzione della rappresentazione degli stati mentali propri e altrui; la regolazione della relazione terapeutica potrebbe migliorare tali malfunzionamenti rendendo così possibili gli interventi sugli aspetti sintomatici del paziente. Sono state portate, quindi, prove sufficienti a sostenere che la metacognizione sia una grandezza composta da sottofunzioni distinte semi-indipendenti. Altri studi del Gruppo hanno mostrato poi come la realtà clinica del paziente grave sia influenzata in modo diverso dalla presenza di specifici malfunzionamenti metacognitivi.
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Aquila, Isabella, Matteo Antonio Sacco, Carmen Scalise, Salvatore Savastano, Irene Iezzi, Miriam Sirianni, Pasquale De Fazio et Pietrantonio Ricci. « Violent behaviors and Klinefelter syndrome : Two forensic cases from the past to the future / Comportamenti violenti e sindrome di Klinefelter : Due casi forensi dal passato al futuro / Comportamientos violentos y síndrome de Klinefelter : Dos casos forenses del pasado al futuro ». Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 30 septembre 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.43.

Texte intégral
Résumé :
Klinefelter Syndrome (KS) (XXY) is the most common sex-chromosome aberration among men. The cognitive phenotype includes language learning problems, mental retardation, and psychiatric disorders. Patients can show criminal personality and psychosocial problems. The most common offences reported are sexual abuse, arson, burglary, homicide, drug-related crimes. KS very often goes under-diagnosed. The aim of our study is to verify the hypothesis of correlation between chromosomal abnormalities and criminal behaviors through the analysis of a forensic case of uxoricide/suicide. We report the case of an old man, found dead in his cottage with a gun in the right hand. Judicial inspection demonstrated suicidal single gunshot injuries. Data analysis highlighted a personal story of uxoricide. Autopsy investigation showed the typical KS phenotype. The post-mortem clinical diagnosis was confirmed through the genetic analysis of the karyotype. The retrospective analysis of literature with this case showed a possible correlation between KS and psychiatric traits, with criminal personality and sexual disorders. RiassuntoLa Sindrome di Klinefelter (KS) (XXY) è l'aberrazione cromosomica più comune tra gli uomini. Il fenotipo cognitivo include problemi di apprendimento linguistico, ritardo mentale e disturbi psichiatrici. I pazienti possono mostrare personalità criminale e problemi psicosociali. I reati più comuni riportati sono abusi sessuali, incendio doloso, furto con scasso, omicidio, reati connessi alla droga. KS molto spesso va sotto-diagnosticato. Lo scopo del nostro studio è verificare l'ipotesi di correlazione tra anomalie cromosomiche e comportamenti criminali attraverso l'analisi di un caso forense di uxoricide / suicidio. Riportiamo il caso di un vecchio, trovato morto nella sua casetta con una pistola nella mano destra. Ispezioni giudiziarie hanno dimostrato lesioni suicide con singolo colpo d'arma da fuoco. L'analisi dei dati ha evidenziato una storia personale di uxoricide. L'indagine dell'autopsia ha mostrato il tipico fenotipo KS. La diagnosi clinica post-mortem è stata confermata attraverso l'analisi genetica del cariotipo. L'analisi retrospettiva della letteratura con questo caso ha mostrato una possibile correlazione tra KS e tratti psichiatrici, con personalità criminale e disturbi sessuali. ResumenEl síndrome de Klinefelter (KS) (XXY) es la aberración de cromosomas sexuales más común entre los hombres. El fenotipo cognitivo incluye problemas de aprendizaje del lenguaje, retraso mental y trastornos psiquiátricos. Los pacientes pueden mostrar personalidad criminal y problemas psicosociales. Los delitos más comunes reportados son abuso sexual, incendio premeditado, robo, homicidio, delitos relacionados con drogas. KS muy a menudo va bajo diagnosticado. El objetivo de nuestro estudio es verificar la hipótesis de correlación entre las anomalías cromosómicas y las conductas delictivas mediante el análisis de un caso forense de uxoricida / suicidio. Informamos el caso de un anciano, encontrado muerto en su casa con un arma en la mano derecha. La inspección judicial demostró lesiones suicidas con un solo disparo. El análisis de datos resaltó una historia personal de uxoricidio. La investigación autopsia mostró el fenotipo típico de KS. El diagnóstico clínico post mortem se confirmó mediante el análisis genético del cariotipo. El análisis retrospectivo de la literatura con este caso mostró una posible correlación entre el SK y los rasgos psiquiátricos, con personalidad criminal y trastornos sexuales.
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« The Italian PROGRES project on non-hospital residential facilities ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no 4 (décembre 2001) : 260–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005431.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – 1. Effettuare un censimento di tutte le Strutture Residenziali (SR) psichiatriche presenti in Italia (Fase 1); 2. Condurre una approfondita valutazione delle strutture e dei pazienti ospitati in un campione rappresentativo pan al 20% delle SR censite (Fase 2); 3. Attivare programmi specifici di formazione per il personale delle SR (Fase 3). Metodi – Per la raccolta dei dati di Fase 1 e stata elaborata una scheda apposita. Questa scheda e stata somministrata, sotto forma di intervista strutturata, direttamente ai responsabili delle SR; in molti casi le informazioni sono state integrate con quelle fornite direttamente da operatori delle SR o dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Risultati – Al termine della Fase 1 sono state censite (maggio 2000) 1370 SR con 4 o più posti residenziali, con un numero totale di posti pari a 17138, un numero medio di 12.5 posti per SR ed un tasso di posti residenziali per 10000 abitanti pari a 2.98 (superiore allo standard del Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale 1998-2000, pari a 2/10.000). II tasso di posti residenziali e pari a poco meno di 3/4 del tasso stimato da Ruggeri et al. (2000) di pazienti con disturbi mentali gravi e persistenti di tipo psicotico (13.9 per 10000). La dotazione di SR e risultata molto variabile tra le varie aree d'Italia. La maggioranza delle SR (51%) e stata attivata dal gennaio 1997 in poi; circa i tre quarti delle SR hanno una copertura assistenziale 24 ore su 24. I DSM gestiscono direttamente oltre la meta delle SR; la grande maggioranza delle SR (78%) e finanziata direttamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La meta circa delle SR (49%) ospita prevalentemente pazienti compresi nella fascia di eta tra 40 e 59 anni. Per quanto riguarda gli operatori, nelle SR lavorano 11240 operatori a tempo pieno, più una quota significativa di operatori a tempo parziale; il numero medio totale di operatori per SR e di 13.6. Circa il 40% degli operatori delle SR non ha una qualificazione specifica di tipo psichiatrico. Il totale dei pazienti ospitati nelle SR e di 15943; di essi, il 58% non e mai stato ricoverato in Ospedale Psichiatrico (OP), mentre il 40% circa lo e stato; una piccola quota (1.6%) e stata ricoverata in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). Infine, nel corso del 1999 il 38% delle SR non ha dimesso nessun ospite, il 31% ha dimesso un massimo di due ospiti, e soltanto nel 31% circa delle SR sono stati dimessi tre o più ospiti. Discussione – Dal PROGRES emerge un'ampia variabilita nella dotazione di SR tra le varie Regioni e P.A., che e correlata alia dotazione di altre strutture assistenziali psichiatriche. La maggior parte delle SR fornisce un'assistenza di tipo intensivo, e sembra mancare quel range differenziato di strutture, in termini di intensita assistenziale, livelli di autonomia, ecc, da molti considerato come ottimale per il trattamento prolungato di pazienti gravi con livelli di disabilita che fluttuano nel tempo. Le SR hanno un ridotto turn-over, il che pone dei problemi rispetto alia possibility di una futura, ulteriore espansione di queste strutture. Conclusioni – Il progetto PROGRES sta fornendo importanti informazioni relative ad un'intera tipologia di strutture, che riveste un particolare rilievo per l'attuale sistema dei servizi psichiatrici. L'esperienza fatta con il PROGRES dimostra inoltre che e possibile, utilizzando le risorse disponibili all'interno del SSN, progettare e portare avanti, con efficienza e in tempi rapidi, progetti di ricerca multicentrici di ampia portata.
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