Thèses sur le sujet « Disturbi psichiatrici »
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COSSU, GIULIA. « L'associazione tra Celiachia e disturbi psichiatrici, il ruolo della dieta gluten-free e dell'autoimmunità tiroidea ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249591.
Texte intégralSimonetti, Giulia <1983>. « Lo sviluppo di disturbi psichiatrici in pazienti hcv+ sottoposti a terapia antivirale : L'impatto dei nuovi farmaci ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6755/1/SIMONETTI_GIULIA_TESI.pdf.
Texte intégralIntroduction : the interferon (IFN) used for the eradication of hepatitis C virus, causes psychiatric side effects. The data on adverse psychiatric events related to new antivirals (DAA) are limited. The aim of this study is to assess the development of psychiatric side effects during two distinct patterns of treatment: pegylated - IFN and ribavirin [dual therapy (standard or SOC ) ]; DAA in combination with pegylated - IFN and ribavirin (triple therapy). Methods: consecutive HCV+ patients treated at the Clinic of Chronic Hepatitis of the Medical Semiotics (Department of Medical and Surgical Sciences, University of Bologna) on the point of start an IFN-based treatment, underwent a psychodiagnostic exam composed of semi-structured clinical interview and self-administered tests : BDI , STAXI - 2 , Hamilton Anxiety Scale , MMPI - 2 . Results : We enrolled 84 patients, 57/84 ( 67.9 %) in the triple therapy group and 27/84 in the SOC . Almost all patients have performed the initial clinical interview ( 82/84 ; 97.6 % ) , while little has been adherence to the test ( missing values > 50 % ) . Generally , the prevalence of all psychiatric disorders increased during treatment. During the antiviral therapy 43/84 ( 51.2 % ) needed to use the service of psychiatric consultation and 48/84 ( 57.1 %) received a psychopharmacotherapy support, with no significant differences between the two treatment groups. Conclusion : One of the most important elements of the study was the lack of adherence to psychodiagnostic tests , despite the high prevalence of psychiatric symptoms . The results of this study as well as highlighting the importance of psychiatric symptoms during treatment and the importance of psychological and psychiatric counseling, has also shown the need to rethink the diagnostic tools probably adapting to this specific target
Simonetti, Giulia <1983>. « Lo sviluppo di disturbi psichiatrici in pazienti hcv+ sottoposti a terapia antivirale : L'impatto dei nuovi farmaci ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6755/.
Texte intégralIntroduction : the interferon (IFN) used for the eradication of hepatitis C virus, causes psychiatric side effects. The data on adverse psychiatric events related to new antivirals (DAA) are limited. The aim of this study is to assess the development of psychiatric side effects during two distinct patterns of treatment: pegylated - IFN and ribavirin [dual therapy (standard or SOC ) ]; DAA in combination with pegylated - IFN and ribavirin (triple therapy). Methods: consecutive HCV+ patients treated at the Clinic of Chronic Hepatitis of the Medical Semiotics (Department of Medical and Surgical Sciences, University of Bologna) on the point of start an IFN-based treatment, underwent a psychodiagnostic exam composed of semi-structured clinical interview and self-administered tests : BDI , STAXI - 2 , Hamilton Anxiety Scale , MMPI - 2 . Results : We enrolled 84 patients, 57/84 ( 67.9 %) in the triple therapy group and 27/84 in the SOC . Almost all patients have performed the initial clinical interview ( 82/84 ; 97.6 % ) , while little has been adherence to the test ( missing values > 50 % ) . Generally , the prevalence of all psychiatric disorders increased during treatment. During the antiviral therapy 43/84 ( 51.2 % ) needed to use the service of psychiatric consultation and 48/84 ( 57.1 %) received a psychopharmacotherapy support, with no significant differences between the two treatment groups. Conclusion : One of the most important elements of the study was the lack of adherence to psychodiagnostic tests , despite the high prevalence of psychiatric symptoms . The results of this study as well as highlighting the importance of psychiatric symptoms during treatment and the importance of psychological and psychiatric counseling, has also shown the need to rethink the diagnostic tools probably adapting to this specific target
Ferri, Ilaria. « Il ruolo degli operatori sanitari nel motivare all'attività fisica utenti dei servizi psichiatrici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424130.
Texte intégralI disturbi psicotici cronici si collocano tra le patologie a più alto impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto: per la disabilità che comportano, per lo stigma sociale cui è soggetto chi ne soffre e per le difficoltà che coinvolgono i familiari e i servizi assistenziali. Si stima che l’1.7% della popolazione italiana richieda almeno un trattamento all’anno ai servizi di salute mentale territoriale: di questi, almeno un quinto è a causa di disturbi psicotici. L’intervento terapeutico in genere prevede l'uso di terapie psicofarmacologiche associate a trattamenti psicoterapeutici, educativi e riabilitativi multidisciplinari, tra i quali assume sempre maggiore rilevanza l’attività fisica (AF). La ricerca ha infatti messo in evidenza come essa possa influenzare positivamente il trattamento dei disturbi psicotici, che sono fortemente associati a sovrappeso ed obesità e ad un elevato rischio di sviluppare patologie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. Inoltre questi disturbi sono associati a maggiori livelli di sedentarietà e a minori livelli di qualità della vita rispetto alla popolazione generale. L’AF regolare, per contro, migliora i profili lipidici, la composizione corporea e il metabolismo del glucosio, diminuisce la pressione arteriosa e ha effetti positivi sull’umore e sui livelli d’ansia. Gli ostacoli principali che queste persone incontrano nell’aderire a programmi di AF regolare sono collegati principalmente alla patologia e alle condizioni socioeconomiche ad essa correlate. Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, la mancanza di motivazione, la scarsa concentrazione e la difficoltà ad accedere a proposte di attività, limitano le capacità e le possibilità d’esercizio di queste persone e ostacolano la partecipazione a programmi di AF regolare in modo duraturo. La letteratura ha messo in evidenza l’importanza e l’utilità d’interventi educativi che aiutino le persone che soffrono per questi disturbi a prendere consapevolezza della malattia e a conoscerne i rischi correlati, per cercare di migliorare l’aderenza alle cure. Inoltre, crescenti evidenze sottolineano il ruolo fondamentale degli operatori sanitari negli interventi di promozione della salute, che influenzano in modo molto significativo i comportamenti salutari e le abitudini motorie di queste persone. Queste osservazioni trovano un supporto teorico in particolare in quanto affermato da Deci e Ryan nella Teoria dell’autodeterminazione e da Hagger e Chatzisarantis nel Modello Trans-Contestuale. Gli autori hanno dimostrato come fattori contestuali quali il supporto sociale, l’autoefficacia, l’autonomia, la competenza, le capacità relazionali e il ruolo degli altri significativi risultino fondamentali nel determinare la motivazione delle persone nei confronti dell’AF. Anche l’enjoyment, definito come una risposta emotiva positiva all’esperienza sportiva, che riflette sensazioni generali di piacere, gradimento e divertimento, viene considerato tra le principali determinanti dell’aderenza all’AF, in quanto è in grado d’influenzare la volontà di iniziare e di mantenere un programma di esercizio regolare e duraturo. Sulla base di queste evidenze la ricerca ha voluto prendere in esame alcune esperienze virtuose del territorio nazionale, che propongono l’AF come parte integrante del trattamento terapeutico per gli utenti dei servizi psichiatrici territoriali. Lo scopo è stato quello di far emergere il parere di operatori sanitari coinvolti in programmi regolari di AF con gli utenti, per mettere in evidenza benefici, barriere e facilitatori dell’AF proposta. A tale scopo è stato scelto di adottare un metodo misto: i partecipanti hanno compilato un pacchetto di questionari con i quali sono state indagate la quantità di AF svolta, la motivazione, l’enjoyment, l’auto-efficacia e la qualità della vita riportate dai partecipanti. É stato quindi realizzato un confronto tra i due gruppi di partecipanti sulla base delle variabili prese in esame. Inoltre sono stati realizzati quattro focus group, ai quali hanno preso parte gli operatori sanitari coinvolti nello studio. Agli operatori è stato chiesto di raccontare le loro personali esperienze nell’ambito dell’AF con gli utenti, mettendo in luce le difficoltà che incontrano, i maggiori benefici per gli utenti e gli elementi più rilevanti per facilitare la realizzazione delle proposte ed incrementarne l’efficacia. I risultati si pongono in linea con quanto già evidenziato dalla letteratura. Dall’analisi dei focus, in particolare, sono emersi dati importanti a sostegno della centralità del ruolo dell’operatore sanitario, nel supportare costantemente gli utenti nelle attività proposte che riguardano la promozione della salute. Inoltre è emersa la necessità di una preparazione specifica, per queste persone, soprattutto nell’ambito dei processi motivazionali e nella gestione delle strategie per promuovere stili di vita attivi. Infine le testimonianze degli operatori hanno confermato e arricchito le evidenze a sostegno dell’utilità dell’AF all’interno dei percorsi riabilitativi degli utenti con gravi disturbi psichiatrici. È stata messa in luce, in particolar modo, la necessità di promuovere queste iniziative e di renderle parte integrante dei trattamenti terapeutici. Non di meno, è stata evidenziata la necessità di lavorare sulla rete di contatti tra le realtà che promuovo queste iniziative ma soprattutto l’esigenza crescente di collaborazione con gli enti del territorio a livello locale, regionale e nazionale, per promuovere e sostenere il confronto sull’argomento e sviluppare proposte d’intervento sempre più efficaci e rispondenti alle esigenze degli utenti.
PILUDU, MARIA ANTONIETTA. « Characterization of the Roman lines/strains of rats as a genetic model of psychiatric disorders : a behavioral and brain dialysis study ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266712.
Texte intégralSIMONCINI, ANNALISA. « Disturbi della Condotta Alimentare e Amenorrea : correlati psicopatologici ed endocrinologici ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241913.
Texte intégralBACKGROUND: Hypothalamic amenorrhea is one of the necessary criteria for a diagnosis of Nervous Anorexia (NA) and in this psychopathologic condition it has been interpreted as secondary to weight loss rather than to a primitive deficit of the hypothalamic function. On the other hand amenorrhea in NA may develop even before a relevant weight loss, or it may persist despite weight recovery. This seems to point out that the nutritional component and the relating energetic balance are not to be considered as the only pathogenetic factors in the onset and maintenance of amenorrhea. A situation of amenorrhea where no organic cause can be identified is not exclusively characteristic of NA, but can be present also in women without any Eating Disorders (ED) who keep steady weight and who do not perform any intense physical activity. This condition, defined as Functional Hypothalamic Amenorrhea (FRA), is generally given a psychogenic origin: the impaired ability to cognitively regulate high emotional levels can originate an abnormal response of the autonomous nervous system and of the neuro-endocrine systems, thus creating the conditions for the development of somatic disorders. Thus psychic factors seem to play a basic role in the genesis and maintaining of amenorrhea both hypothalamic and in anorexic patients, probably acting together with hormones and particu1ar peptides such as Leptin. OBJECTIVE: The aims of the present study are the following: l. to establish the correlation between amenorrhea and any psychopathologic aspects common to both clinical groups under investigation (Amenorrhea in NA and FRA) and to a control group; 2. to evaluate the hormonal profile of levels of the Leptin, in the two groups under investigation and in the control group; METHODS: Twenty patients with Restrictive Anorexia, fifteen women with Functional Amenorrhea and twenty healthy eumenorrheic women having a normal weight have been considered. Each subject bas been evaluated trough a clinical interview and through the following psychological tests (E.D.I.2 (Eating Disorders Inventory 2), B.D.T. (Body Uneasiness Test) and T.A.S. (Toronto Alexithymia Scale). For each subject BMI (Body Mass Index) has been calcu1ated and the following hormonal parameters have been measured: 17Betaestradiole, IGFl, TSH, FT3, FT4, basal plasmatic levels of LH e FSH and after GnRH stimulation, leptin. Results have been analysed by SPSS (Statistical software package version 13). CONCLUSIONS: The results of our study have pointed out a more severe psychopathological profile in patients affected by NA in comparison with the other two groups, but some impaired psychic functions have also been detected in the subjects affected by hypothalamic functional amenorrhea. Our data seem to confirm the hypothesis of a common psychopathologic background underlying ED and the condition of Hypothalamic functional amenorrhea, though phenomenically expressed at different degrees. At a biological level significant differences have been detected in the thyroid hormonal profile while Leptin levels have been confirmed as directly related to BMI.
Degortes, Daniela. « Funzioni esecutive e comportamento bulimico nei disturbi del comportamento alimentare : uno studio su 459 soggetti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423003.
Texte intégralIntroduzione Negli ultimi anni un crescente interesse è stato rivolto allo studio del funzionamento neurocognitivo nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA). Pochi studi però hanno indagato le caratteristiche neuropsicologiche della bulimia nervosa (BN) e i risultati riportati in letteratura sono spesso ambigui e poco esaustivi. Lo scopo del presente studio è quello di indagare le principali funzioni esecutive in un campione di pazienti con BN in fase acuta rispetto ad un campione di pazienti con AN, in fase acuta di malattia e in remissione e rispetto a controlli sani. Inoltre, è stata esplorata la differenza tra la diagnosi acuta e la diagnosi lifetime in relazione alla performance neurocognitiva. Materiali e metodi Il campione dello studio è costituito da 459 soggetti suddiviso in 62 pazienti con diagnosi acuta di BN, 143 pazienti con diagnosi acuta di anoressia nervosa (AN), 50 pazienti AN in remissione e 204 soggetti di controllo sani. A tutti i soggetti è stata somministrata una batteria di test neuropsicologici per l’indagine delle principali funzioni esecutive: Edinburgh Handedness Inventory, Wisconsin Card Sorting Test, Figura Complessa di Rey-Osterrieth, il Disegno con i Cubi, il test di memoria con interferenza a 10” e a 30”, l’Iowa Gambling Task e lo Stop Signal task. Il campione dei pazienti è stato ulteriormente suddiviso in pazienti con diagnosi lifetime di BN senza storia di AN (n=18), pazienti con storia di AN restrittiva (AN-R; n=135) e pazienti con una storia di AN con condotte bulimiche e/o purgative o BN con storia di AN (n=112). Risultati Le pazienti BN in fase acuta di malattia riportano una scarsa performance nella flessibilità cognitiva e nell’abilità decisionale. Una maggiore percentuale di pazienti BN ha un punteggio deficitario nella memoria implicita visuo-spaziale, rispetto alle pazienti AN e ai controlli. Nessuna alterazione è emersa in relazione alla memoria di lavoro, al controllo inibitorio e alla coerenza centrale. Le pazienti DCA hanno una percentuale di mancinismo significativamente superiore rispetto ai controlli. Dall’analisi della varianza non è emersa nessuna alterazione significativa per le pazienti con una storia di BN senza AN, tuttavia una più alta percentuale di queste pazienti rispetto ai controlli ha un punteggio deficitario nella memoria visuo-spaziale e nella flessibilità cognitiva (minore performance globale al WCST e maggior numero di errori perseverativi). Una percentuale più alta di pazienti AN-R e AN + BN riporta un punteggio deficitario nella flessibilità e negli errori non perseverativi, nell’abilità decisionale, nell’abilità visuo-spaziale e nel controllo inibitorio. Conclusioni Anche la BN in fase acuta è caratterizzata da debole flessibilità e scarsa abilità decisionale. Inoltre, alcune pazienti BN hanno deficit perseverativi e difficoltà visuo-spaziali in percentuale maggiore rispetto ai controlli, ma non è possibile sostenere che sia una caratteristica comune a tutti i pazienti. Le pazienti BN non sembrano avere problemi nel controllo motorio e nelle funzioni esecutive generali (errori non perseverativi), probabilmente per una loro maggiore capacità di mantenere l’attenzione. La presenza di una scarsa performance nelle pazienti BN e nelle pazienti AN in fase di remissione supportano l’ipotesi che le alterazioni non siano solo delle conseguenze dello stato nutrizionale e del basso peso. Le difficoltà visuo-spaziali e una scarsa flessibilità possono rappresentare non solo degli importanti fattori di predisposizione e di mantenimento per la BN, ma potrebbero interferire anche con il trattamento e l’esito della malattia
SALZA, ANNA. « Valutazione multidimensionale degli esiti di interventi web-based in utenti affetti da disturbi mentali ». Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2020. http://hdl.handle.net/11697/144329.
Texte intégralAccardo, Vivian. « EFFICACIA DELLA RIABILITAZIONE FUNZIONALE SUL FUNZIONAMENTO COGNITIVO E PSICOSOCIALE NEI PAZIENTI CON DISTURBO BIPOLARE : UNO STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO ». Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. http://hdl.handle.net/11379/563600.
Texte intégralIntroduction: Cognitive dysfunction is a major feature of bipolar disorder (BD), strongly associated with patients’ functional outcome. Functional Remediation (FR) is a psychosocial intervention, developed by the Bipolar and Depressive Disorders Unit of the Hospital Clinic of Barcelona, exclusively designed on the specific characteristics of bipolar patients, aimed at improving neurocognition in order to achieve a functional recovery (Martinez-Arán et al., 2011). FR program is built on a neuro-cognitive-behavioral approach, manualized and evidence-based, and its distinctive feature is that it focuses on the overall psychosocial functioning, in a group format (Martinez-Arán et al., 2011; Torrent & Vieta 2016). FR, within a highly ecological context, provide neurocognitive strategies and techniques, including psychoeducation about the main neurocognitive impairments associated with BD, such as attention, memory and executive functions (Martinez-Aran et al. 2004) and their influence on everyday life, which can result in psychosocial difficulties (Vieta et al., 2018). The main aim of FR is to facilitate generalization and the transfer of learned cognitive abilities and useful strategies to better manage daily life, with the ultimate goal to restore psychosocial functioning in BD (Martínez-Arán et al., 2011; Bonnin et al., 2014). FR efficacy was validated in a multicentric, randomized, rater-blind trial, comparing FR with psychoeducation and treatment as usual - TAU, which indicated an improvement in general psychosocial functioning, principally in the interpersonal and occupational domains (Torrent et al., 2013). FR is also effective in improving psychosocial functioning in both bipolar disorder type I and II (Solé et al., 2015).¬¬ Objectives: to evaluate the effectiveness of FR in improving psychosocial functioning (measured by Functioning Assessment Short Test - FAST) and neurocognitive impairments (measured by Brief Assessment of Cognition in Affective Disorders - BAC-A), in a sample of euthymic patients with BD. Methods: In a randomized, rater-blinded, controlled study of 24 out-patients with BD-I and BD-II, according to DSM-5 criteria, FR (N=12) was compared with TAU (N=12) over 21 weeks. Pharmacological treatment was kept stable in both two groups. The primary outcome was change in psychosocial functioning measured by means of the FAST, from baseline to endpoint. Results: At the end of the study, all 24 patients finalized the treatment phase. Statistical analyses revealed that the FR group improved significantly with respect to functional outcome variables (p=.011), from the baseline to the end of the programme, at 6 months, compared to the TAU group. Significant improvements have been identified in the FAST sub-domains relating to autonomy, professional functioning, financial issues and interpersonal relations. No significant effects of the FR intervention group on neurocognitive variables were detected. Conclusions: Findings are promising and confirm the importance to new personalized non-pharmacological interventions in BD, in order to improve not only affective symptoms, but also cognitive and functional dysfunctions, with the final goal to achieve full functional recovery and ameliorate the quality of life of BD patients’.
ZUGLIAN, PABLO. « Ruolo della corteccia prefrontale mediale (mPFC) nei processi di alimentazione e nei disturbi ad essa associate ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/93781.
Texte intégralIn our society weight-related diseases and eating disorders are growing problems for health and a field of great interest for researchers and clinicians with a 5% lifetime prevalence of this disorders (Treasure et al., 2010). Recent neuroimaging studies have investigated which brain regions are involved in food representation and which are the neural mechanisms underlying motivations and attitudes towards food. The visual presentation of food images typically produces activation in cortical and subcortical regions and many data are consistent with the hypothesis that orbitofrontal and prefrontal cortex are crucial areas for reward anticipation and behavioral control (Killgore et al., 2003; Hollmann et al., 2012). These results have led researchers to selected medial and dorsolateral pre- frontal cortices as target sites in studies with transcranial direct current stimulation (tDCS) or transcranial magnetic stimulation (TMS) showing that stimulation sessions reduced food craving in healthy participants (Goldman et al., 2011) and pathological feelings and behavior in participants with eating disorders (Downar et al., 2012; Van den Eynde et al., 2013). However, the mechanisms underlying the behavioral outcome and how stimulation of specific target areas could modulate attitudes towards food are not yet completely understood. The implicit association test (IAT; Greenwald et al., 1998) is one of the most used tools to measure implicit attitudes. It assumes that a stronger association between categories and attributes causes increased difficulty in categorizing stimuli in a specific condition. In this study we combined IAT and TMS and this one was applied while participants performed an IAT with tasty and tasteless food associated with positive and negative valence words. A different IAT, assessing positive and negative valence towards self and others, was also included in the experiment because neuroimaging findings showing that cortical midline structures are involved in explicit and implicit self-related concepts (Moran et al., 2009). Experimental design also included stimulation of the left parietal cortex (lPA) as control site and a third IAT on valence for insects and flowers in order to check the site specificity of mPFC. Results revealed that mPFC-TMS selectively affected IAT on food, increasing implicit preference for tasty than tasteless food, only in a subgroup of participants who did not show extreme explicit evaluation for tasty and tasteless food. This demonstrates that mPFC has a critical causal role in monitoring food preference and highlights the relevance of considering individual differences in studying food representation and neural mechanisms associated with eating behavior.
BARTOLI, FRANCESCO. « Disturbi mentali gravi e sindrome metabolica : meta-analisi e studio trasversale comparativo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/42833.
Texte intégralD'URSO, NAZARIO. « Profili epidemiologici e clinici di pazienti affetti da disturbi mentali in regime di detenzione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/49730.
Texte intégralPavan, Chiara. « Impianto di ICD (cardiodefibrillatore impiantabile) e sviluppo di sintomi psicici : uno studio prospettico su 66 pazienti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426007.
Texte intégralIntroduzione Nei pazienti sottoposti ad impianto ICD (cardiodefibrillatore impiantabile) è stata osservata un’alta percentuale di sintomi ansiosi e depressivi, in relazione soprattutto al vissuto di precarietà e impotenza indotto dal verificarsi di aritmie potenzialmente letali. Sintomi psicopatologici di tipo ansioso e depressivo sono stati rilevati nel 24-87% dei pazienti, con un 13-38% di disturbi dello spettro ansioso, tra cui il disturbo da stress post-traumatico. Da molti studi emerge una correlazione positiva tra gli episodi di scarica sperimentati e lo sviluppo di sintomi o disturbi psicopatologici. Tale correlazione andrebbe attribuita in parte all’esperienza della scarica in sé, in parte alla preoccupazione di malfunzionamento del dispositivo, essendo la scarica vissuta dalla maggior parte dei soggetti come un salva-vita. Non appare ancora chiaro se i disturbi di tipo ansioso e depressivo siano la diretta conseguenza dell’impianto o se siano preesistenti. A questo scopo è importante effettuare degli studi di tipo prospettico. Gli obiettivi del nostro studio sono la valutazione della presenza di diagnosi psichiatriche e delle caratteristiche di personalità dei soggetti candidati all’impianto; valutare il rischio di sviluppare sintomi ansiosi e depressivi rivalutandoli a distanza di 6 mesi e infine esaminare l’impatto delle caratteristiche psicopatologiche pre-impianto sul rischio di sviluppare disturbi ansiosi e depressivi e sul numero di scariche. Materiali e metodi Da Maggio 2006 a Settembre 2008 sono stati valutati 66 pazienti candidati all’impianto ICD afferenti alla Clinica Cardiologia dell’Università di Padova. Due pazienti hanno rifiutato di partecipare allo studio e un paziente è stato escluso dalla valutazione perché affetto da disturbo psicotico. I pazienti sono stati sottoposti ad un’intervista diagnostica strutturata e alla compilazione di alcuni questionari autosomministrati allo scopo di valutare la presenza di disturbi dell’umore e d’ansia (MINI), la presenza di sintomi post traumatici (IES), la presenza di personalità di tipo D (DS16), aspetti temperamentali (sottoscala attaccamento del TPQ), l’alessitimia (TAS-20) e la qualità del supporto sociale percepito (MPSS). Per quanto riguarda i punteggi ai questionari, i pazienti ICD sono stati confrontati con un gruppo di controllo di 76 ipertesi senza cardiopatia che hanno fatto IES, DS16 e TPQ attachment. Risultati Alla prima valutazione, nei pazienti candidati ad impianto ICD, è stata rilevata un’ alta prevalenza di disturbi psichiatrici; solo il 30% dei pazienti non avevano né disturbi dell’ umore, né di ansia, né fobie. Alla diagnosi di disturbi dello spettro ansioso e depressivo sono risultati correlati i punteggi delle sottoscale “pensieri intrusivi” e di “sintomi di iperattivazione” rilevati dalla IES, dell’ “affettività negativa” rilevata dalla DS16 e della “difficoltà ad identificare i propri sentimenti” (“Fattore 1”) della TAS. La valutazione a 6 mesi di distanza dall’impianto è stata effettuata sul 57.5% del campione. Tra i soggetti asintomatici dal punto di vista psichiatrico alla prima valutazione (n=27), 8 hanno sviluppato, dopo l’impianto ICD, sintomi psichiatrici tali da essere inquadrati in una diagnosi di disturbo d’ansia e/o disturbo dell’umore. Una analisi di regressione logistica per individuare i fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi psichici al follow-up, non ha dimostrato un ruolo diretto delle scariche del dispositivo, ma ha evidenziato come fattore di rischio la presenza di caratteristiche alessitimiche (p=.04). La scarsa numerosità di questo campione e la rarità degli eventi di scarica nei primi 6 mesi di follow-up impedisce però di valutare l’effetto psicopatologico delle scariche su questo gruppo di pazienti. Al contrario, il nostro studio dimostra la presenza di un effetto diretto della presenza di diagnosi psichiatriche alla prima valutazione sul rischio di scariche nei mesi successivi all’impianto ICD. La diagnosi di Disturbo d’ansia generalizzato (DAG) e la presenza di depressione maggiore lifetime aumentano rispettivamente di 12 volte e di 5.6 volte il rischio di avere scariche o aritmie dopo l’intervento di impianto. Confrontando infine i tests nei due gruppi considerati (pazienti ICD e pazienti ipertesi) emergono delle differenze statisticamente significative: il gruppo ipertesi presenta rispetto al gruppo ICD punteggi significativamente più alti alla sottoscala Attachment della TPQ (p=.00), che indica una maggiore capacità di attaccamento sociale. Inoltre, i pazienti con ipertensione senza cardiopatia riportano punteggi significativamente più alti alle sottoscale “pensieri intrusivi” (p=.00) e “sintomi di iperattivazione” (p=.00) della IES e alla IES totale (p=.00). Conclusioni I risultati confermano i dati sull’alta prevalenza di disturbi psichiatrici nella popolazione con patologia cardiaca. In particolare le caratteristiche psicopatologiche si concentrano sulla predisposizione a percepire l’ impianto come evento stressante ed i disturbi psichiatrici sono legati a caratteristiche di personalità di tipo D. E’ emerso che la presenza di una diagnosi psichiatrica di DAG e /o di depressione lifetime alla prima valutazione si associa ad un aumentato rischio di avere scariche o aritmie. Alcuni pazienti, inizialmente “sani” dal punto di vista psicologico, presentano una diagnosi psichiatrica al follow-up. Tali soggetti, rispetto ai pazienti senza diagnosi psichiatrica né alla prima valutazione né al follow-up, presentano una maggiore difficoltà ad esprimere i propri sentimenti e, in generale, appaiono maggiormente alessitimici. Quindi la difficoltà ad esprimere i propri sentimenti è predittiva dello sviluppo di un disturbo psichiatrico al follow-up. Per quanto riguarda il confronto tra gruppo ICD e gruppo pazienti ipertesi senza cardiopatia, alla scala IES, in particolare alle sottoscale “intrusivi” e “attivazione”, il “gruppo ipertesi” manifesta una sintomatologia più grave, ma alla sottoscala attachment della TPQ, tale gruppo presenta un temperamento più incline a chiedere aiuto ed a appoggiarsi a figure significative dimostrando cosi di reagire in modo migliore e più adattivo alla malattia rispetto al “gruppo ICD”. Da qui l’importanza di condurre degli interventi di tipo psicoeducativo per migliorare la capacità di adattamento ad un evento stressante e la necessità di una diagnosi psicologica precoce al fine di identificare i pazienti a maggior rischio di complicazioni psicopatologiche
LA, PAGLIA Filippo. « Valutazione delle funzioni esecutive in ambienti di Realtà Virtuale (RV) : uno studio sui pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91051.
Texte intégralThis study is aimed at evaluation the reliability and validity of the Virtual Reality as tool for the neuropsychological assessment in OCD patients. Was used neuropsychological battery and the virtual version of the Multiple Errand Test (V-MET)- developed using the NeuroVR software, in order to evaluate the executive functions, the ability to plan ahead on complex problem solving tasks in daily life in obsessive compulsive disorder (OCD) patients and healthy controls. The results showed the presence of difficulties of OCD patients: lower level of divided attention and higher levels of errors; higher mean rank of inefficiencies, interpretation failures and rule breaks and longer time of execution of the whole task. By contrast, controls have higher level of efficiency and better performance. In addition, significant correlation found between the V-MET and the neuropsychological battery confirm and support the ecological validity of neurocognitive assessment through NeuroVirtual Reality
BELLA, ANDREE'. « Genealogia del disturbo borderline come problematizzazione dell'autonomia nel mondo contemporaneo. Un tentativo di analisi della medicalizzazione delle condotte impulsive e dei problemi di autorolazione nelle odierne "istituzioni del sè" ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20372.
Texte intégralCAPUZZI, ENRICO. « RECENT SUICIDE ATTEMPTS AND SERUM LIPID PROFILE IN SUBJECTS WITH MENTAL DISORDERS : A CROSS-SECTIONAL STUDY ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241289.
Texte intégralBackground: Subjects with mental disorders have a higher risk of suicide behaviors than the general population. So, to date, researchers have investigated some biomarkers possibly related to suicidality. Despite many studies have reported a possible relationship between low lipid serum levels and suicide attempt, conflicting results have emerged. Aim We investigated whether serum total cholesterol, LDL cholesterol and triglycerides are associated with recent suicide attempts in subjects with different mental disorders. Methods We conducted a cross-sectional study, including 593 consecutively admitted inpatients with schizophrenia spectrum, bipolar, major depressive, and personality disorders. Serum lipid levels were compared between subjects admitted for a recent suicide attempt and those without such recent history. Moreover, according to hypothesis that links impulsivity and violence with low serum lipid levels, the association between lipid levels and violent suicide attempt was assessed. Results We did not find any association of total and LDL cholesterol and triglycerides with suicide attempts, also considering diagnosis and suicide methods. In addition, a post-hoc analysis showed a trend toward significance (p=0.06) in the association between high cholesterol level (≥160mg/dL) and recent suicide attempt. Conclusions Our results do not support the hypothesis of association between lipid profiles and suicide attempts in subjects with different mental disorders. Further research is needed to clarify the role of biomarkers in suicidal behaviors.
DI, FRANCESCO NICCOLÒ ETTORE. « Valutazione con MMPI 2 Di. Un campione di pazienti borderline della comunità terapeutica "Villa Ratti" e relazione con le percentuali di interventi del progetto terapeutico-riabilitativo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43714.
Texte intégralABSTRACT: PERSONALITY AND PSYCHIATRIC REHABILITATION INTRODUCTION: psychiatric rehabilitation in Therapeutic Communities is aimed to let in care patients regain an adequate relational and occupational functionality, allowing their social reintegration. However, there are no reports in the literature concerning the predisposition to participate to the activities that have been previously agreed upon, according to patients’ individual care plans. Therefore, the relationship between personality traits of borderline inpatients of the Therapeutic Community “Villa Ratti”, assessed using MMPI-2, and percent of interventions performed, is investigated. METHODS: 62 patients (27 Men, 35 Women, mean age=28, sd=6,6) have performed a total of 14540 interventions, comprising 24 categories, between January 2009 and December 2010. MMPI-2 scores and school degree were available only for 50 patients (20 M, 30 W). 4 women of them were clearly outliers because of their extremely low scores in all scales. For the remaining 46 patients (20 M, 26 W), correlations and multiple regressions were analyzed, in order to evaluate predictive values of mmpi 2 scores on the percentiles of interventions. RESULTS: some mmpi-2 scales were significantly correlated with 8 out of 24 percent interventions. Moreover, some scales were significantly predictive, with R2 values spanning the range 0,1 - 0,4. However, not all scales resulted to be predictive: Lie (L), Hypochondria (Hs) and Psychopathic Deviate (Pd) do not exert significant effects onto the attendance to activities. CONCLUSIONS: In this study, significant relationships between some of the mmpi-2 scores and percentiles of interventions performed, were found. These results give an indication of which aspects of personality can affect the tendency of patients to partecipate in specific activities, independently of what had been previously decided in the Therapeuthic-Rehabilitative Project. The limits of this approach and the future potential developments are discussed.
Pertegato, Camilla. « Ruolo dell’intervento fisioterapico nell’equipe multidisciplinare di pazienti con Anoressia Nervosa ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19336/.
Texte intégralMarras, Anna. « Stimolazione magnetica transcranica : una terapia individualizzata nelle forme resistenti dei disturbi della connettività psichiatrici ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1124558.
Texte intégralLO, SAURO CAROLINA. « Eventi di vita stressanti, asse HPA e psicopatologia : un’indagine sugli antecedenti del disturbo psichiatrico ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/855496.
Texte intégralMORRONE, ANNALUCIA. « Effetti della Psicoterapia Psicodinamica breve sui disturbi depressivi e sui domini cognitivi nei pazienti con malattia di Parkinson : studio pilota ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/875314.
Texte intégralMARRAZZO, Giovanna. « “Stress e iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene nella patogenesi dei disturbi psicotici” ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10447/87208.
Texte intégralMARAONE, ANNALISA. « Relazione tra le dimensioni nucleari del Typus Melancholicus di Tellenbach e i disturbi depressivi unipolari : uno studio trasversale ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1476132.
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