Littérature scientifique sur le sujet « Disturbi psichiatrici »

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les listes thématiques d’articles de revues, de livres, de thèses, de rapports de conférences et d’autres sources académiques sur le sujet « Disturbi psichiatrici ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Articles de revues sur le sujet "Disturbi psichiatrici"

1

Pompili, Maurizio. « Disturbo bipolare e trattamento con sali di litio ». AboutOpen 2, no 1 (10 septembre 2018) : 30–47. http://dx.doi.org/10.33393/ao.2016.25.

Texte intégral
Résumé :
I disturbi bipolari sono disturbi psichiatrici a elevata prevalenza, diffusi in tutto il mondo, che si presentano spesso in forma grave e con esiti a volte fatali. La prevalenza lifetime del disturbo bipolare I (caratterizzato da episodi maniacali spesso associati a condizioni psicotiche) è di circa l’1% e la stima della prevalenza lifetime dei disturbi bipolari in generale, compresi il disturbo bipolare II e la ciclotimia, può arrivare fino al 5%. La prevalenza annua di coloro che soffrono di disturbo bipolare e che si rivolgono a esperti per un trattamento psichiatrico può essere stimata intorno al 17,4%. Si tratta di pazienti che possono presentare importanti comorbilità, oltre a complicanze dovute all’abuso di sostanze e un tasso di suicidio di oltre 20 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. (Psychiatry)
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Speranza, Mario. « L'organizzazione dei dispositivi terapeutici per gli adolescenti con disturbi psichiatrici gravi in Francia ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2010) : 127–43. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002009.

Texte intégral
Résumé :
L'adolescenza č il periodo d'esordio potenziale dei principali disturbi psichiatrici dell'etŕ adulta. Ma l'adolescenza č anche un periodo di profonde trasformazioni dell'identitŕ che si traducono in manifestazioni sintomatiche piů meno acute non direttamente correlate con la gravitŕ del processo patologico implicato. A questa etŕ la prognosi č spesso una scommessa terapeutica che si propone di incidere sulla traiettoria naturale del disturbo. La profonda embricatura tra divenire clinico e dispositivi di presa in carico dei disturbi psichiatrici dell'adolescenza possiede una forte valenza etica. L'obiettivo di questo articolo č quello di descrivere i dispositivi terapeutici sviluppati in Francia negli ultimi anni per la presa in carico degli adolescenti con disturbi psichiatrici severi. Un'attenzione particolare sarŕ rivolta ai dispositivi di presa in carico in urgenza e a tempo pieno e al problema complesso dell'articolazione e della temporalitŕ degli interventi. Per concludere, verranno proposte alcune ri_ essioni sul lavoro istituzionale con gli adolescenti con disturbi psichiatrici severi, sul lavoro in rete e sulla necessitŕ di mantenere una prospettiva meta-osservativa della psicopatologia dell'adolescente.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore et Rosa Bruna Dall'Agnola. « Metodi ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (mars 1999) : 21–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000368.

Texte intégral
Résumé :
Verona-Sud è un'area che include la parte meridionale della città di Verona e 3 piccoli paesi situati nelle vicinanze. In essa vive una popolazione di circa 75.000 abitanti. I processi di immigrazione determinati dallo sviluppo industriale hanno provocato una crescita notevole della popolazione nel periodo 1951-1971, ma da allora i valori sono rimasti piuttosto stabili, con un leggero calo della popolazione totale. Il rapporto tra i sessi è tale per cui ogni 100 femmine vi sono 95 maschi; circa il 50% dei residenti è coniugato. Circa il 44% della popolazione adulta ha una attività economica, che si svolge soprattutto nel terziario (62% del settore economico).I servizi psichiatrici a cui si possono rivolgere i residenti di Verona-Sud sono costituiti dal Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT), da due cliniche private e un servizio per le tossicodipendenze. Il SPT è la principale agenzia psichiatrica di Verona-Sud ed è quella presa in considerazione in questo studio; ad essa si rivolge circa il 70% dei pazienti psichiatrici residenti nell'area di Verona-Sud e praticamente la larga maggioranza di pazienti con disturbi psichici gravi. Il SPT è entrato in funzione nel maggio 1978 ed è gestito dall'Istituto di Psichiatria dell'Università di Verona. I principi che stanno alla base della sua organizzazione sono quelli del riferimento ad una popolazione geograficamente definita, della continuità terapeutica dell'intervento, svolto quanto più possibile sul territorio, e della presa in carico longitudinale. Gli obiettivi e le caratteristiche dell'intervento svolto dal SPT sono descritti in vari lavori (Balestrieri, 1990; Tansella, 1991, 1993; Burti & Tansella, 1995; Tansella & Ruggeri, 1996).
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Caretti, Vincenzo, Stefano Ciulla et Adriano Schimmenti. « La diagnosi differenziale nella valutazione della psicopatia e del comportamento violento ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (mai 2012) : 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001009.

Texte intégral
Résumé :
La psicopatia č un disturbo di personalitŕ definito dalla presenza di tratti e comportamenti che hanno un impatto negativo sugli individui e sulla societŕ, tra cui egocentrismo patologico, fascino superficiale, senso di sé grandioso, bisogno di stimoli, uso patologico di menzogne e manipolazione, mancanza di rimorso e di senso di colpa, insensibilitŕ, mancanza di empatia, impulsivitŕ, irresponsabilitŕ, tendenza alla criminalitŕ. Sebbene il concetto di psicopatia sia da secoli discusso nella letteratura psichiatrica, la mancanza di una specifica categorizzazione nosografica nei manuali diagnostici, nonché l'erronea sovrapposizione con altri disturbi clinici (ad es., il disturbo antisociale di personalitŕ, o il disturbo narcisistico di personalitŕ nelle sue varianti maggiormente primitive e maligne), hanno contribuito a creare una certa confusione riguardo all'utilizzo appropriato di tale termine. In questo contributo, le caratteristiche della personalitŕ psicopatica vengono confrontate con quelle di altri disturbi di personalitŕ, allo scopo di chiarire quegli aspetti psicopatologici e comportamentali peculiari della psicopatia che consentono di effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi psichiatrici. La distinzione tra psicopatia e altri disturbi risulta infatti necessaria, considerato che i soggetti psicopatici sollevano problematiche particolarmente complesse sul piano sociale, dell'assessment clinico e dell'eventuale trattamento, molto diverse da quelle poste da altre categorie diagnostiche con le quali la psicopatia potrebbe essere erroneamente confusa.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Sebastiani, Giuseppe, et Annalisa Falcone. « Cultura e pratica psichiatrica nella medicina di base. Una indagine sui medici di Bari ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no 3 (décembre 1993) : 205–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000703x.

Texte intégral
Résumé :
RiassuntoScopo - Fornire informazioni sui rapporti tra medicina generale e psichiatria nelFItalia meridionale, facendo luce su attitudini, opinioni e comportamenti dei medici di base inerenti a problemi e situazioni di carattere psichiatrico o, in generale, emotivo. Disegno - Invio di un questionario contenente domande sulla gestione dei pazienti portatori di problemi psicologico/psichiatrici in relazione alle variabili demografiche e di formazione professionale dei medici stessi. Setting - Medicina di base di Bari. Principali misure utilizzate - Confronto fra le caratteristiche dei medici che hanno risposto al questionario e quelle della popolazione totale mediante il test del chi-quadrato nonché percentuali di risposte alle varie domande. Risultati - Ha restituito il questionario circa il 20% dei medici, fra i quali il numero di soggetti in possesso di specializzazione(-i) è significativamente maggiore che nella popolazione totale. Le attività formative in campo psichiatrico, ritenute necessarie dal 94% dei partecipanti, sono peraltro piu regolarmente praticate da non oltre il 13% degli stessi. Il 56% dei medici stima la morbilità psichiatrica nel 10-30% delle visite. Soltanto il 19% dei partecipanti è d'accordo nel considerare la legge 180 «un salto di qualita nell'assistenza del paziente psichiatrico». Il 53% dei medici inviano i pazienti allo psichiatra in meno del 10% dei casi (il 60% delle volte per problemi di tipo ansioso-depressivo). Nel 25% circa dei disturbi psicosomatici vengono prescritti antispastici, mentre «cerebroattivi» e «ricostituenti» sono utilizzati rispettivamente nel 75 e 23% delle condizioni di astenia psichica e scadimento della performance intellettuale. Conclusioni - La bassa percentuale di medici che hanno risposto al questionario limita la generalizzabilità dei dati ottenuti. In base al campione raccolto sembrano comunque doversi sottolineare la percezione della difficoltà di gestire il disagio emotivo (peraltro di comune riscontro nella pratica quotidiana), l'esigenza di disporre di piu ampie opportunita di formazione specifica e di coUaborazione con gli psichiatri (a fronte della scarsa integrazione attuale) e la necessità di una maggiore razionalizzazione dei trattamenti farmacologici.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Natrella, Laura, Enrica Bolognesi, Carolina Lo Sauro, Sara Batini et Carlo Faravelli. « Abuso infantile e disturbi psichiatrici : rassegna ». Quaderni Italiani di Psichiatria 28, no 2 (juin 2009) : 59–67. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.04.001.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Lasalvia, Antonio, Benedetta Stefani et Mirella Ruggeri. « Needs for care in psychiatric patients : a systematic review II. Needs for care on individual level ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no 4 (décembre 2000) : 282–307. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008411.

Texte intégral
Résumé :
RIASSUNTOScopo - Il presente articolo costituisce la seconda parte di un più ampio lavoro di revisione degli studi sui bisogni di cura in ambito psichiatrico. Nella prima parte sono stati analizzati i risultati degli studi sui bisogni di servizi nella popolazione generate. In questa seconda parte viene passata in rassegna la letteratura sui bisogni individuali e discusso il ruolo giocato dalla valutazione di tali bisogni nella pianificazione dell'assistenza psichiatrica. Metodo - Mediante ricerca computerizzata (effettuata con i database MEDLINE e PsycLit) integrata da una ricerca manuale (realizzata consultando gli indici analitici delle principali riviste psichiatriche internazionali) sono stati selezionati i lavori pubblicati sull'argomento da Gennaio 1980 a Giugno 1999. La revisione della letteratura è stata realizzata suddividendo gli studi condotti nella popolazione generale e quelli condotti su gruppi di pazienti psichiatrici. Questi ultimi studi, a loro volta, sono stati ulteriormente suddivisi in base alla categoria diagnostica (pazienti con disturbi psicotici e pazienti con disturbi non psicotici) e al setting (servizi territoriali e strutture di ricovero). Sono stati, inoltre, considerati gli studi condotti su particolari categorie di pazienti (senzatetto, bambini ed adolescenti, anziani e soggetti con comportamento violento). Risultati - I pazienti con disturbi di tipo psicotico presentano una vasta gamma di bisogni sia di tipo clinico che sociale. In quelli seguiti a livello territoriale, i bisogni clinici e sociali tendono ad equivalersi, mentre in quelli ricoverati (ad eccezione dei pazienti acuti) prevalgono i bisogni sociali. Sia a livello territoriale che di strutture di ricovero i bisogni di tipo sociale sono quelli in genere più di frequente insoddisfatti; le terapie psicofarmacologiche sono fornite con maggior frequenza rispetto agli interventi psicoterapeutici e riabilitativi. I pazienti non psicotici presentano un numero minore di bisogni rispetto ai pazienti psicotici; tali bisogni sono di tipo sia clinico che sociale, con una prevalenza dei primi, anche se i bisogni più frequentemente insoddisfatti sono quelli sociali. Conclusioni - Tali studi forniscono preziose informazioni sulle principali esigenze dei soggetti affetti da disturbi psichici attraverso una prospettiva nuova e spesso inesplorata. Nella pratica clinica l'identificazione dei bisogni di cura può costituire un ausilio indispensabile al fine di impostare strategie terapeutiche specifiche, individualizzate ed efficaci.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

Munk-Jørgensen, Povl. « Perspectives for psychiatric epidemiology : are we measuring the right things ? » Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 3 (décembre 1996) : 190–97. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004176.

Texte intégral
Résumé :
RIASSUNTOScopo - In questi ultimi anni l'epidemiologia è al centro dell'attenzione. La psichiatria è stata all'avanguardia nello sviluppo dei metodi epidemiologici e nella loro applicazione alia ricerca è alia pianificazione. La psichiatria epidemiologica si è occupata prevalentemente del servizi sanitari di secondo livello, cioè dei servizi ospedalieri. Scopo del presente lavoro è discutere quali sistemi di monitoraggio e quali tipi di dati saranno necessari in futuro. Metodo - La discussione e basata sull'esperienza e sui risultati ottenuti dai registri psichiatrici esistenti, principalmente dal Registro Psichiatrico dei Casi danese, presso il Dipartimento di Psichiatria demografica di Aarhus. Risultati - Alcuni Paesi hanno sviluppato sistemi di monitoraggio per la registrazione routinaria dei dati riguardanti il settore ospedaliero, la qualcosa comporta rilevanti benefici per garantire la qualita, per la ricercà e per la pianificazione. Peraltro, dopo l'introduzione della psichiatria decentratà, si deve riconoscere l'urgente necessita di spostare il punto focale affinche l'impiego dell'epidemiologia possa giovare anche alle attivita nel campo della psichiatria territoriale e della salute mentale fornita dai servizi di primo livello. Sebbene cio comporti grandi difficolta, devono essere sviluppati sistemi di monitoraggio per raccogliere informazioni valide e attendibili relative a tali mezzi di cura. E inoltre necessario sviluppare metodi epidemiologici da impiegare nella ricerca e nella garanzia di qualita in questo campo. Tali metodi di ricerca dovrebbero essere utilizzati non solo nell'indagine sull'eziologia. il decorso ed i risultati clinici dei disturbi mentali, ma anche, per esempio, nell'osservazione del funzionamento sociale e della disabilita dei pazienti psichiatrici, del bisogno di cura, della soddisfazione dei bisogni, dell'economia sanitaria e del flusso dei pazienti tra i differenti livelli del sistema di trattamento. Cio provoca numerose domande relative alia sicurezza dei dati, alia legislazione ed a problemi etici legati alia raccolta e all'impiego di dati nei modelli epidemiologici. Conclusioni - Si raccomanda di dare priorità ad un ampia utilizzazione dei dati dei registri esistenti; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di secondo livello nei Paesi che ne sono privi; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di primo livello; all'introduzione di sistemi di monitoraggio della disabilità; all'introduzione di sistemi per monitorare le risorse dei pazienti; ad una larga collaborazione in questo lavoro tra epidemiologi in campo psichiatrico, amministratori, economisti e tecnici.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Maria, Pozzi Monzo. « L'uso dell'osservazione nella psicoterapia genitori-bambini piccoli, quando i genitori hanno disturbi psichiatrici ». INTERAZIONI, no 2 (décembre 2011) : 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/int2011-002007.

Texte intégral
Résumé :
Questo articolo esplora il lavoro con genitori affetti da malattie mentali e con il loro bebč; lavoro che presenta grandi difficoltŕ. La famiglia era stata segnalata al Servizio per la Salute Mentale di Bambini e Adolescenti, alla periferia di Londra, dalla visitatrice per l'infanzia: era preoccupata dell'attaccamento dubbio fra una mamma e la sua bambina di 4 mesi. Un contratto limitato fu stipulato con la famiglia perché giŕ riceveva molti aiuti psichiatrici e di assistenza sociale da un numero di servizi locali. Il compito della terapeuta era di osservare l'emergere della mente della bambina e della sua relazione coi genitori nell'hic et nunc della seduta e condividerlo coi genitori. Il disturbo psichiatrico genitoriale inevitabilmente si era manifestato durante le sedute ed era stato in parte riconosciuto in un dialogo che si alternava fra la terapeuta, la bambina e i genitori. Vengono messe in rilievo le scissioni, le proiezioni e gli aspetti di controtransfert del terapeuta durante il lavoro con questi genitori.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

Vitrano, Francesco. « Il figlio adottivo : tra identità improbabili e disturbi psichiatrici ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (janvier 2018) : 64–73. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-004007.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Thèses sur le sujet "Disturbi psichiatrici"

1

COSSU, GIULIA. « L'associazione tra Celiachia e disturbi psichiatrici, il ruolo della dieta gluten-free e dell'autoimmunità tiroidea ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249591.

Texte intégral
Résumé :
With a prevalence of 1% in the western population Celiac Disease (CD) is one of the most common autoimmune disorders and can present a variety of psychiatric comorbidities. These comorbidities often worsen quality of life and prognosis of patients. In the first part of this research the main scientific studies aiming to assess the association between CD and psychiatric disorders will be discussed. Studies concerning the impairment of quality of life and factors may play a role on dietary treatment adherence will be discussed. Some assumptions on the possible common pathogenesis between CD and psychiatric disorders with a particolar focus on the role of autoimmunity will be reported. Given the increasing attention to gluten-free diet treatment, studies where its effects has been evaluated on patients with psychiatric diagnosis will be reviewed. In the second part of this research the results of an observational study with the subsequent creation of cases-control involving 66 patients with CD recruited at the Gastroenterology Unit of the University Hospital of Cagliari, will be presented. The study has mainly stressed autoimmune comorbidities and the role of the late diet treatment introduction as determining the potential risk of developing a psychiatric disorder and specifically Major Depressive Disorder (MDD).
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Simonetti, Giulia <1983&gt. « Lo sviluppo di disturbi psichiatrici in pazienti hcv+ sottoposti a terapia antivirale : L'impatto dei nuovi farmaci ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6755/1/SIMONETTI_GIULIA_TESI.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Introduzione:l’interferone (IFN) usato per l’eradicazione del virus dell’Epatite C, induce effetti collaterali anche riferibili alla sfera psichica. I dati sugli eventi avversi di tipo psichiatrico dei nuovi farmaci antivirali (DAA) sono limitati. Lo scopo di questo studio è di valutare lo sviluppo di effetti collaterali di tipo psichiatrico in corso di due distinti schemi di trattamento: IFN-peghilato e ribavirina [terapia duplice (standard o SOC)]; DAA in associazione a IFN-peghilato e ribavirina (terapia triplice). Metodi: pazienti HCV+ consecutivi seguiti presso l’Ambulatorio delle Epatiti Croniche della Semeiotica Medica del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna in procinto di intraprendere un trattamento antivirale a base di IFN, sottoposti ad esame psicodiagnostico composto da intervista clinica semistrutturata e test autosomministrati: BDI, STAXI-2, Hamilton Anxiety Scale, MMPI – 2. Risultati: Sono stati arruolati 84 pazienti, 57/84 (67.9%) nel gruppo in triplice e 27/84 nel gruppo SOC. Quasi tutti i pazienti arruolati hanno eseguito l’intervista clinica iniziale (82/84; 97.6%), mentre scarsa è stata l’aderenza ai test (valori missing>50%). Ad eccezione dell’ansia, la prevalenza di tutti gli altri disturbi (irritabilità, astenia, disfunzioni neurocognitive, dissonnia) aumentava in corso di trattamento. In corso di terapia antivirale 43/84 (51.2%) hanno avuto bisogno di usufruire del servizio di consulenza psichiatrica e 48/84 (57.1%) hanno ricevuto una psicofarmacoterapia di supporto, senza differenze significative fra i due gruppi di trattamento. Conclusioni : uno degli elementi più salienti dello studio è stata la scarsa aderenza ai test psicodiagnostici, nonostante l’elevata prevalenza di sintomi psichiatrici. I risultati di questo studio oltre ad evidenziare l’importanza dei sintomi psichiatrici in corso di trattamento e la rilevanza della consulenza psicologica e psichiatrica per consentire di portare a termine il ciclo terapeutico previsto (migliorandone l’efficacia), ha anche dimostrato che occorre ripensare gli strumenti diagnostici adattandoli probabilmente a questo specifico target.
Introduction : the interferon (IFN) used for the eradication of hepatitis C virus, causes psychiatric side effects. The data on adverse psychiatric events related to new antivirals (DAA) are limited. The aim of this study is to assess the development of psychiatric side effects during two distinct patterns of treatment: pegylated - IFN and ribavirin [dual therapy (standard or SOC ) ]; DAA in combination with pegylated - IFN and ribavirin (triple therapy). Methods: consecutive HCV+ patients treated at the Clinic of Chronic Hepatitis of the Medical Semiotics (Department of Medical and Surgical Sciences, University of Bologna) on the point of start an IFN-based treatment, underwent a psychodiagnostic exam composed of semi-structured clinical interview and self-administered tests : BDI , STAXI - 2 , Hamilton Anxiety Scale , MMPI - 2 . Results : We enrolled 84 patients, 57/84 ( 67.9 %) in the triple therapy group and 27/84 in the SOC . Almost all patients have performed the initial clinical interview ( 82/84 ; 97.6 % ) , while little has been adherence to the test ( missing values > 50 % ) . Generally , the prevalence of all psychiatric disorders increased during treatment. During the antiviral therapy 43/84 ( 51.2 % ) needed to use the service of psychiatric consultation and 48/84 ( 57.1 %) received a psychopharmacotherapy support, with no significant differences between the two treatment groups. Conclusion : One of the most important elements of the study was the lack of adherence to psychodiagnostic tests , despite the high prevalence of psychiatric symptoms . The results of this study as well as highlighting the importance of psychiatric symptoms during treatment and the importance of psychological and psychiatric counseling, has also shown the need to rethink the diagnostic tools probably adapting to this specific target
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Simonetti, Giulia <1983&gt. « Lo sviluppo di disturbi psichiatrici in pazienti hcv+ sottoposti a terapia antivirale : L'impatto dei nuovi farmaci ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6755/.

Texte intégral
Résumé :
Introduzione:l’interferone (IFN) usato per l’eradicazione del virus dell’Epatite C, induce effetti collaterali anche riferibili alla sfera psichica. I dati sugli eventi avversi di tipo psichiatrico dei nuovi farmaci antivirali (DAA) sono limitati. Lo scopo di questo studio è di valutare lo sviluppo di effetti collaterali di tipo psichiatrico in corso di due distinti schemi di trattamento: IFN-peghilato e ribavirina [terapia duplice (standard o SOC)]; DAA in associazione a IFN-peghilato e ribavirina (terapia triplice). Metodi: pazienti HCV+ consecutivi seguiti presso l’Ambulatorio delle Epatiti Croniche della Semeiotica Medica del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna in procinto di intraprendere un trattamento antivirale a base di IFN, sottoposti ad esame psicodiagnostico composto da intervista clinica semistrutturata e test autosomministrati: BDI, STAXI-2, Hamilton Anxiety Scale, MMPI – 2. Risultati: Sono stati arruolati 84 pazienti, 57/84 (67.9%) nel gruppo in triplice e 27/84 nel gruppo SOC. Quasi tutti i pazienti arruolati hanno eseguito l’intervista clinica iniziale (82/84; 97.6%), mentre scarsa è stata l’aderenza ai test (valori missing>50%). Ad eccezione dell’ansia, la prevalenza di tutti gli altri disturbi (irritabilità, astenia, disfunzioni neurocognitive, dissonnia) aumentava in corso di trattamento. In corso di terapia antivirale 43/84 (51.2%) hanno avuto bisogno di usufruire del servizio di consulenza psichiatrica e 48/84 (57.1%) hanno ricevuto una psicofarmacoterapia di supporto, senza differenze significative fra i due gruppi di trattamento. Conclusioni : uno degli elementi più salienti dello studio è stata la scarsa aderenza ai test psicodiagnostici, nonostante l’elevata prevalenza di sintomi psichiatrici. I risultati di questo studio oltre ad evidenziare l’importanza dei sintomi psichiatrici in corso di trattamento e la rilevanza della consulenza psicologica e psichiatrica per consentire di portare a termine il ciclo terapeutico previsto (migliorandone l’efficacia), ha anche dimostrato che occorre ripensare gli strumenti diagnostici adattandoli probabilmente a questo specifico target.
Introduction : the interferon (IFN) used for the eradication of hepatitis C virus, causes psychiatric side effects. The data on adverse psychiatric events related to new antivirals (DAA) are limited. The aim of this study is to assess the development of psychiatric side effects during two distinct patterns of treatment: pegylated - IFN and ribavirin [dual therapy (standard or SOC ) ]; DAA in combination with pegylated - IFN and ribavirin (triple therapy). Methods: consecutive HCV+ patients treated at the Clinic of Chronic Hepatitis of the Medical Semiotics (Department of Medical and Surgical Sciences, University of Bologna) on the point of start an IFN-based treatment, underwent a psychodiagnostic exam composed of semi-structured clinical interview and self-administered tests : BDI , STAXI - 2 , Hamilton Anxiety Scale , MMPI - 2 . Results : We enrolled 84 patients, 57/84 ( 67.9 %) in the triple therapy group and 27/84 in the SOC . Almost all patients have performed the initial clinical interview ( 82/84 ; 97.6 % ) , while little has been adherence to the test ( missing values > 50 % ) . Generally , the prevalence of all psychiatric disorders increased during treatment. During the antiviral therapy 43/84 ( 51.2 % ) needed to use the service of psychiatric consultation and 48/84 ( 57.1 %) received a psychopharmacotherapy support, with no significant differences between the two treatment groups. Conclusion : One of the most important elements of the study was the lack of adherence to psychodiagnostic tests , despite the high prevalence of psychiatric symptoms . The results of this study as well as highlighting the importance of psychiatric symptoms during treatment and the importance of psychological and psychiatric counseling, has also shown the need to rethink the diagnostic tools probably adapting to this specific target
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Ferri, Ilaria. « Il ruolo degli operatori sanitari nel motivare all'attività fisica utenti dei servizi psichiatrici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424130.

Texte intégral
Résumé :
Psychotic disorders are among the chronic diseases with a major impact on the life of those affected, because of related disabilities, stigma and the difficulties involving family members and care services. Statistics report that 1.7% of the Italian population requires every year at least one treatment to mental health services: at least one-fifth of these treatments, is due to psychotic disorders. The therapeutic intervention is typically structured with a multidisciplinary approach to meet the different needs of these people: it involves the use of psychopharmacological therapies associated with psychotherapeutic, educational and rehabilitative treatment. In the last years research has shown that physical activity (PA) can positively influence the treatment of psychotic disorders. Compared to the general population, in fact, people suffering for severe mental illness have higher levels of overweight and obesity and present higher possibilities of developing chronic diseases such as type 2 diabetes, cardiovascular disease and metabolic syndrome. Moreover, these disorders are associated with higher levels of physical inactivity and lower levels of quality of life than the general population. Regular PA, on the other hand, improves lipid profiles, helps to regulate body composition and glucose metabolism, reduces blood pressure, increases fitness levels and has also positive effects on mood and anxiety levels. The main obstacles that these people encounter in adhering to regular PA programs are primarily related to the pathology and and to theirs socio-economic conditions. The side effects of antipsychotic drugs, the lack of motivation, poor concentration and difficulty in accessing the proposed activity, contribute to limit the exercise capacity of these persons and hinder their participation in regular PA programs long-lasting. Literature highlighted the importance and usefulness of educational interventions to support treatment compliance, helping people who suffer from psychotic disorders to deal with their disease and the correlated risks. Moreover, educational intervention are necessary to promote the insight of illness and to involve patients in tailored care. In addition, increasing evidence underline the crucial role of health professionals in health promotion interventions, that affect very significantly the healthy behaviors and physical habits of people with psychotic disorders. These observations are theoretically supported especially by Deci and Ryan in the theory of self-determination and by Hagger and Chatzisarantis in Trans-Contextual Model. The authors have shown that contextual factors such as social support, self-efficacy, autonomy, competence, social skills and the role of significant others are of fundamental importance in determining the motivation of people of being physically active. Even the enjoyment, defined as an emotional response positive sports experience, which reflects the general feelings of pleasure, satisfaction and fun, is considered one of the main determinants of adherence AF, as it is able to influence the will to begin and to maintain a program of regular exercise. Based on these findings, the research took into consideration some virtuous experiences operating in our country, offering regular PA programs as an integral part of the therapeutic treatments for users of psychiatric services. The purpose was to bring out the opinions of health professionals involved in regular PA programs with the users of psychiatric services, to highlight the benefits, barriers and facilitators of PA proposals. For this purpose it was decided to adopt a blended approach: participants completed a package of questionnaires which investigated the amount of PA, motivation, enjoyment, self-efficacy and quality of life reported by the participants. Therefore, a comparison was made between the two groups of participants on the basis of the variables examined. Moreover, four focus groups have been carried out, with health professionals involved in the study. They were asked to tell their personal experiences in PA with users of psychiatric services, highlighting the faced difficulties, the greatest benefits for users and the most important elements that can facilitate the implementation of PA proposals and to increasing their effectiveness. The results of the research are in line with literature. The content-analysis of focus groups, moreover, highlighted important data in support of the central role of the health care workers, in supporting users of the psychiatric services, to take part in the activities concerning health promotion. Results showed the need of a specific preparation, for these people, especially in what concern motivational processes and the management of strategies to promote active lifestyles. Finally, the statements reported by the health care workers confirmed and enriched the evidences about the utility of PA programs within the rehabilitative paths for people with severe mental disorders. They highlighted, in particular, the need to promote these initiatives making them an integral part of the therapeutic treatments. Moreover, it was highlighted the need to work on the network of contacts between the realities that promote these initiatives; health care workers underlined also the growing need for collaboration with local institutions at different levels, to promote and support the debate on this topic; finally they stressed that it is important to increase more effective PA proposals with the aim to respond to the needs of the users of psychiatric services.
I disturbi psicotici cronici si collocano tra le patologie a più alto impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto: per la disabilità che comportano, per lo stigma sociale cui è soggetto chi ne soffre e per le difficoltà che coinvolgono i familiari e i servizi assistenziali. Si stima che l’1.7% della popolazione italiana richieda almeno un trattamento all’anno ai servizi di salute mentale territoriale: di questi, almeno un quinto è a causa di disturbi psicotici. L’intervento terapeutico in genere prevede l'uso di terapie psicofarmacologiche associate a trattamenti psicoterapeutici, educativi e riabilitativi multidisciplinari, tra i quali assume sempre maggiore rilevanza l’attività fisica (AF). La ricerca ha infatti messo in evidenza come essa possa influenzare positivamente il trattamento dei disturbi psicotici, che sono fortemente associati a sovrappeso ed obesità e ad un elevato rischio di sviluppare patologie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. Inoltre questi disturbi sono associati a maggiori livelli di sedentarietà e a minori livelli di qualità della vita rispetto alla popolazione generale. L’AF regolare, per contro, migliora i profili lipidici, la composizione corporea e il metabolismo del glucosio, diminuisce la pressione arteriosa e ha effetti positivi sull’umore e sui livelli d’ansia. Gli ostacoli principali che queste persone incontrano nell’aderire a programmi di AF regolare sono collegati principalmente alla patologia e alle condizioni socioeconomiche ad essa correlate. Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, la mancanza di motivazione, la scarsa concentrazione e la difficoltà ad accedere a proposte di attività, limitano le capacità e le possibilità d’esercizio di queste persone e ostacolano la partecipazione a programmi di AF regolare in modo duraturo. La letteratura ha messo in evidenza l’importanza e l’utilità d’interventi educativi che aiutino le persone che soffrono per questi disturbi a prendere consapevolezza della malattia e a conoscerne i rischi correlati, per cercare di migliorare l’aderenza alle cure. Inoltre, crescenti evidenze sottolineano il ruolo fondamentale degli operatori sanitari negli interventi di promozione della salute, che influenzano in modo molto significativo i comportamenti salutari e le abitudini motorie di queste persone. Queste osservazioni trovano un supporto teorico in particolare in quanto affermato da Deci e Ryan nella Teoria dell’autodeterminazione e da Hagger e Chatzisarantis nel Modello Trans-Contestuale. Gli autori hanno dimostrato come fattori contestuali quali il supporto sociale, l’autoefficacia, l’autonomia, la competenza, le capacità relazionali e il ruolo degli altri significativi risultino fondamentali nel determinare la motivazione delle persone nei confronti dell’AF. Anche l’enjoyment, definito come una risposta emotiva positiva all’esperienza sportiva, che riflette sensazioni generali di piacere, gradimento e divertimento, viene considerato tra le principali determinanti dell’aderenza all’AF, in quanto è in grado d’influenzare la volontà di iniziare e di mantenere un programma di esercizio regolare e duraturo. Sulla base di queste evidenze la ricerca ha voluto prendere in esame alcune esperienze virtuose del territorio nazionale, che propongono l’AF come parte integrante del trattamento terapeutico per gli utenti dei servizi psichiatrici territoriali. Lo scopo è stato quello di far emergere il parere di operatori sanitari coinvolti in programmi regolari di AF con gli utenti, per mettere in evidenza benefici, barriere e facilitatori dell’AF proposta. A tale scopo è stato scelto di adottare un metodo misto: i partecipanti hanno compilato un pacchetto di questionari con i quali sono state indagate la quantità di AF svolta, la motivazione, l’enjoyment, l’auto-efficacia e la qualità della vita riportate dai partecipanti. É stato quindi realizzato un confronto tra i due gruppi di partecipanti sulla base delle variabili prese in esame. Inoltre sono stati realizzati quattro focus group, ai quali hanno preso parte gli operatori sanitari coinvolti nello studio. Agli operatori è stato chiesto di raccontare le loro personali esperienze nell’ambito dell’AF con gli utenti, mettendo in luce le difficoltà che incontrano, i maggiori benefici per gli utenti e gli elementi più rilevanti per facilitare la realizzazione delle proposte ed incrementarne l’efficacia. I risultati si pongono in linea con quanto già evidenziato dalla letteratura. Dall’analisi dei focus, in particolare, sono emersi dati importanti a sostegno della centralità del ruolo dell’operatore sanitario, nel supportare costantemente gli utenti nelle attività proposte che riguardano la promozione della salute. Inoltre è emersa la necessità di una preparazione specifica, per queste persone, soprattutto nell’ambito dei processi motivazionali e nella gestione delle strategie per promuovere stili di vita attivi. Infine le testimonianze degli operatori hanno confermato e arricchito le evidenze a sostegno dell’utilità dell’AF all’interno dei percorsi riabilitativi degli utenti con gravi disturbi psichiatrici. È stata messa in luce, in particolar modo, la necessità di promuovere queste iniziative e di renderle parte integrante dei trattamenti terapeutici. Non di meno, è stata evidenziata la necessità di lavorare sulla rete di contatti tra le realtà che promuovo queste iniziative ma soprattutto l’esigenza crescente di collaborazione con gli enti del territorio a livello locale, regionale e nazionale, per promuovere e sostenere il confronto sull’argomento e sviluppare proposte d’intervento sempre più efficaci e rispondenti alle esigenze degli utenti.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

PILUDU, MARIA ANTONIETTA. « Characterization of the Roman lines/strains of rats as a genetic model of psychiatric disorders : a behavioral and brain dialysis study ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266712.

Texte intégral
Résumé :
State of the art Depressive disorders are fairly prevalent in the general population, with a higher rate in women compared to men, are disabling, since they can significantly impair psychosocial functioning, and are typically associated with high mortality due mainly to the high rate of suicides but also to the negative impact that depression has on the course of co-occurring illnesses. In addition, pharmacological and psychological antidepressant therapies in use have a limited efficacy and/or are associated with side effects that reduce the compliance in many patients. Although the etiology and pathogenesis of depression are poorly understood, it is most likely that the combination of genetics, early life adverse events, and ongoing stress may ultimately determine the individual vulnerability to stress-related disorders, such as depression. Therefore, the development and characterization of animal models of vulnerability and resistance to the effects of stress, including early life stress, is a major challenge for depression research. One such model is represented by the Roman high- (RHA) and low-avoidance (RLA) lines/strains of rats, which are psychogenetically selected for, respectively, rapid versus extremely poor acquisition of active avoidance in a shuttle box. A large body of evidence indicates that a major reason for their divergent performance in this test is their different reactivity to stressful stimuli, that is, their coping style. Thus, when exposed to aversive stimuli, RLA rats display a reactive coping strategy, associated with a strong activation of the HPA axis; moreover, they display robust depressive-like behaviors in the forced swim test (FST) that are normalized by the subacute administration of antidepressants. In contrast, compared with their RLA counterparts, RHA rats display a proactive coping strategy in the face of aversive conditions, associated with higher baseline levels of impulsivity, a more robust sensation/novelty seeking profile, a marked preference for, and intake of, natural and drug rewards along with a greater responsiveness of the mesolimbic dopaminergic system.Aims The behavioral and neurochemical traits that distinguish the two lines/strains suggest that RLA rats may represent a model of vulnerability to stress-induced depression, whereas RHA rats may model resistance to stress-induced depression-like behaviour. To test this hypothesis, in the first study we evaluated the performance of RLA and RHA rats in the FST in response to chronic antidepressant treatments, since clinical evidence indicates that several weeks of treatment with antidepressant drugs are required to achieve an adequate therapeutic response. Furthermore, one of the cardinal symptoms of depression observed in many patients is anhedonia, which is defined as the loss of interest in once enjoyable activities, including sexual activity. Accordingly, depressive episodes are frequently associated with sexual dysfunctions. In consideration of this clinical evidence, and given the well-established role of dopamine in sexual behavior, the second study was aimed at characterizing the sexual behavior of RHA and RLA rats and its correlation with the functional state of their mesolimbic dopaminergic system. In keeping with the long-term consequences on mental health elicited by early-life adverse events, it has been observed that post weaning social isolation in rodents may lead to a later increment in the prevalence of anxiety/fear related behaviors. Thus, in the third study we evaluated the impact of post weaning isolation on the anxiety-related behaviors of inbred RHA and RLA rats in the Elevated Zero Maze, and in motility cages used to asssess locomotor activity in a new environment. Results In study I we demonstrated that chronic treatments with low doses of antidepressants, that were ineffective when given subacutely, were able to decrease immobility and also to increase climbing (desipramine) or swimming (fluoxetine) in RLA rats. Conversely, neither subacute nor chronic antidepressant treatments affected the behavior of RHA rats in the FST. iii In addition, the results of study II showed that, compared with their RLA counterparts, RHA rats displayed higher levels of sexual motivation and a better copulatory performance, associated with a greater release of DA in the AcbSh. These line-related differences were attenuated but not abolished by sexual experience. Moreover, RLA rats were more responsive than their RHA counterparts to both, the facilitatory effect of apomorphine and the inhibitory effect of haloperidol on sexual behavior. Finally, in study III we found that the isolation-rearing procedure significantly increased the level of anxiety of RHA-I rats in the EZM, as reflected by a smaller number of entries and a shorter time spent in the open space, associated with decreased head dipping, increased latency to enter in the open space, and reduced novelty-induced locomotor activation, whereas it failed to produce significant changes in the behavior of RLA-I rats. Conclusions The results of these studies show that the Roman lines/strains of rats may represent a valid experimental approach to investigate the neural substrates and molecular mechanisms involved in the individual vulnerability and resistance to stress-induced depression, with the aim of identifying both, potential biomarkers for an early diagnosis of depression and potential molecular targets for novel antidepressant treatments. Moreover, the Roman lines/strains may be used to study the neurophysiology of the appetitive and consummatory aspects of sexual behaviour, in order to better understand the mechanisms underlying the psychological and pathological causes of sexual dysfunctions. Finally, the Roman rats may provide a useful model to identify the mechanisms whereby early-life adverse events interact with the genetic make up to induce psychiatric disorders in adulthood.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

SIMONCINI, ANNALISA. « Disturbi della Condotta Alimentare e Amenorrea : correlati psicopatologici ed endocrinologici ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241913.

Texte intégral
Résumé :
PREMESSE: L'amenorrea ipotalamica è uno dei criteri necessari per la diagnosi di Anoressia Nervosa (AN) e in questa condizione psicopatologica è stata interpretata come secondaria alla perdita di peso, piuttosto che a un deficit primitivo della funzione ipotalamica. D'altra parte l'amenorrea in corso di AN può comparire anche prima di un significativo calo ponderale cosi come può persistere nonostante il recupero di peso. Questo sembra indicare come la componente nutrizionale e il relativo bilancio energetico non possano essere l'unico fattore patogenetico nell'insorgenza e nel mantenimento della amenorrea. Un quadro di amenorrea in cui non sia identificabile una causa organica non è esclusivo dell' AN, ma può verificarsi anche in donne senza Disturbi della Condotta Alimentare (DCA), stabili di peso e che non svolgono intensa attività fisica. A tale quadro, definito come amenorrea ipotalamica funzionale, è generalmente attribuita un'origine psicogena: l'alterata capacità di regolare cognitivamente alti livelli emozionali può dare origine ad una risposta abnorme del sistema nervoso autonomo e dei sistemi neuroendocrini, creando le condizioni per lo sviluppo di disturbi somatici. Fattori psichici sembrano dunque avere un ruolo fondamentale nella genesi e nel mantenimento dell'amenorrea sia funzionale ipotalamica che nei soggetti con AN, agendo probabilmente in concomitanza con ormoni e particolari peptidi come la Leptina. OBIETTIVI: Lo studio si propone di indagare: 1. la correlazione fra amenorrea ed eventuali aspetti psicopatologici comuni nei due gruppi clinici in esame (amenorrea in AN e amenorrea funzionale) e rispetto ad un gruppo controllo; 2. la valutazione del quadro ormonale e dei livelli di Leptina, nei due gruppi clinici in esame e nel gruppo controllo; MATERIALI E METODI: Sono state reclutate 20 pazienti con AN Restrittiva, 15 donne con amenorrea funzionale e 20 donne eumenorroiche sane e normopeso. Ogni soggetto è stato valutato con un colloquio clinico e con una batteria di test psicologici: E.D.I.2 (Eating Disorders Inventory 2), B.U.T. (Body Uneasiness Test) e T.A.S. (Toronto Alexithymia Scale). Per ogni partecipante è stato calcolato il BMI e sono stati rilevati alcuni parametri ormonali: 17~estradiolo, IGFl, TSH, FT3, FT4, livelli plasmatici di LH e FSH basali e dopo stimolazione con GnRH, leptina. I risultati sono stati analizzati utilizzando l'SPSS (Statistical software package version 13). CONCLUSIONI: I risultati della nostra indagine hanno evidenziato un profilo psicopatologico più severo nelle pazienti con AN rispetto agli altri due gruppi, ma sono emerse alcune funzioni psichiche deficitarie anche nei soggetti con amenorrea funzionale ipotalamica. I nostri dati sembrano confermare l'ipotesi di uno sfondo psicopatologico comune sottostante i DCA e la condizione di amenorrea funzionale ipotalamica, anche se fenomenicamente espresso in grado differente. Sul piano biologico si riscontrano differenze significative rispetto al quadro ormonale tiroideo ed i livelli di Leptina si confermano direttamente proporzionali al BMI.
BACKGROUND: Hypothalamic amenorrhea is one of the necessary criteria for a diagnosis of Nervous Anorexia (NA) and in this psychopathologic condition it has been interpreted as secondary to weight loss rather than to a primitive deficit of the hypothalamic function. On the other hand amenorrhea in NA may develop even before a relevant weight loss, or it may persist despite weight recovery. This seems to point out that the nutritional component and the relating energetic balance are not to be considered as the only pathogenetic factors in the onset and maintenance of amenorrhea. A situation of amenorrhea where no organic cause can be identified is not exclusively characteristic of NA, but can be present also in women without any Eating Disorders (ED) who keep steady weight and who do not perform any intense physical activity. This condition, defined as Functional Hypothalamic Amenorrhea (FRA), is generally given a psychogenic origin: the impaired ability to cognitively regulate high emotional levels can originate an abnormal response of the autonomous nervous system and of the neuro-endocrine systems, thus creating the conditions for the development of somatic disorders. Thus psychic factors seem to play a basic role in the genesis and maintaining of amenorrhea both hypothalamic and in anorexic patients, probably acting together with hormones and particu1ar peptides such as Leptin. OBJECTIVE: The aims of the present study are the following: l. to establish the correlation between amenorrhea and any psychopathologic aspects common to both clinical groups under investigation (Amenorrhea in NA and FRA) and to a control group; 2. to evaluate the hormonal profile of levels of the Leptin, in the two groups under investigation and in the control group; METHODS: Twenty patients with Restrictive Anorexia, fifteen women with Functional Amenorrhea and twenty healthy eumenorrheic women having a normal weight have been considered. Each subject bas been evaluated trough a clinical interview and through the following psychological tests (E.D.I.2 (Eating Disorders Inventory 2), B.D.T. (Body Uneasiness Test) and T.A.S. (Toronto Alexithymia Scale). For each subject BMI (Body Mass Index) has been calcu1ated and the following hormonal parameters have been measured: 17Betaestradiole, IGFl, TSH, FT3, FT4, basal plasmatic levels of LH e FSH and after GnRH stimulation, leptin. Results have been analysed by SPSS (Statistical software package version 13). CONCLUSIONS: The results of our study have pointed out a more severe psychopathological profile in patients affected by NA in comparison with the other two groups, but some impaired psychic functions have also been detected in the subjects affected by hypothalamic functional amenorrhea. Our data seem to confirm the hypothesis of a common psychopathologic background underlying ED and the condition of Hypothalamic functional amenorrhea, though phenomenically expressed at different degrees. At a biological level significant differences have been detected in the thyroid hormonal profile while Leptin levels have been confirmed as directly related to BMI.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Degortes, Daniela. « Funzioni esecutive e comportamento bulimico nei disturbi del comportamento alimentare : uno studio su 459 soggetti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423003.

Texte intégral
Résumé :
Introduction In the last years, cognitive functioning in eating disorder patients has received increased attention in the literature. However, few studies have investigated the neuropsychological characteristics of bulimia nervosa (BN) and the results reported in the literature are often ambiguous and inconclusive. The aim of this study was to investigate the main executive functions in a sample of patients with BN and address similarities and differences with patients with anorexia nervosa (AN) and healthy controls. In addition, it has been explored the difference between the acute diagnosis and lifetime diagnosis in relation to neurocognitive performance. Methods The subjects of the study were 459 female patients divided into 62 patients with a diagnosis of acute BN, 143 patients with acute AN, 50 patients in remission from AN, and 204 healthy control subjects. All subjects were administered a battery of neuropsychological tests for the investigation of the main executive functions: Edinburgh Handedness Inventory, Wisconsin Card Sorting Test, Rey-Osterrieth Complex Figure, Block Design Test, Memory test with Interference 10 "and 30", Iowa Gambling Task and Stop Signal Task. The sample was further classified into patients with lifetime diagnosis of BN with no history of AN (n = 18), patients with a history of restrictive AN (AN-R, n = 135) and patients with a history of AN with binge eating or purging behavior and BN with a history of AN (n = 112). Results The acute BN patients showed poor performance in the task investigating set shifting and decision-making. A higher rate of patients BN reported impaired scores in visuo-spatial memory. No impairment was found in relation to working memory, inhibitory control and central coherence. All DCA patients were significantly more likely to be left-handed than healthy controls. The analysis of the variance showed no significant cognitive impairment for BN patients without a lifetime diagnosis of AN, but a higher rate of these patients than controls reported impaired scores in visual-spatial memory and in set shifting tasks (lower WCST global performance and greater number of perseverative errors). A higher number of patients AN-R and AN + BN reported deficit scores in flexibility and perseverative errors, decision-making, visuo-spatial ability and inhibitory response. Conclusions Even the BN in the acute phase of illness is characterized by poor set shifting and impaired decision-making. In addition, some BN patients have perseverative deficits and visual-spatial difficulties in greater proportion than healthy controls, also if these deficits are not common feature in all patients. The BN patients do not seem to have difficulties in motor control and in executive functions in general (non-perseverative errors), probably due to their greater ability to maintain the attention. The presence of a poor performance in patients BN and AN patients in remission support the hypothesis that alterations are not only the consequences of nutritional status and low weight. The visual-spatial difficulties and poor set shifting may not only represent important predisposing and maintenance factors to BN, but they may also interfere with treatment curse and outcome of the disease
Introduzione Negli ultimi anni un crescente interesse è stato rivolto allo studio del funzionamento neurocognitivo nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA). Pochi studi però hanno indagato le caratteristiche neuropsicologiche della bulimia nervosa (BN) e i risultati riportati in letteratura sono spesso ambigui e poco esaustivi. Lo scopo del presente studio è quello di indagare le principali funzioni esecutive in un campione di pazienti con BN in fase acuta rispetto ad un campione di pazienti con AN, in fase acuta di malattia e in remissione e rispetto a controlli sani. Inoltre, è stata esplorata la differenza tra la diagnosi acuta e la diagnosi lifetime in relazione alla performance neurocognitiva. Materiali e metodi Il campione dello studio è costituito da 459 soggetti suddiviso in 62 pazienti con diagnosi acuta di BN, 143 pazienti con diagnosi acuta di anoressia nervosa (AN), 50 pazienti AN in remissione e 204 soggetti di controllo sani. A tutti i soggetti è stata somministrata una batteria di test neuropsicologici per l’indagine delle principali funzioni esecutive: Edinburgh Handedness Inventory, Wisconsin Card Sorting Test, Figura Complessa di Rey-Osterrieth, il Disegno con i Cubi, il test di memoria con interferenza a 10” e a 30”, l’Iowa Gambling Task e lo Stop Signal task. Il campione dei pazienti è stato ulteriormente suddiviso in pazienti con diagnosi lifetime di BN senza storia di AN (n=18), pazienti con storia di AN restrittiva (AN-R; n=135) e pazienti con una storia di AN con condotte bulimiche e/o purgative o BN con storia di AN (n=112). Risultati Le pazienti BN in fase acuta di malattia riportano una scarsa performance nella flessibilità cognitiva e nell’abilità decisionale. Una maggiore percentuale di pazienti BN ha un punteggio deficitario nella memoria implicita visuo-spaziale, rispetto alle pazienti AN e ai controlli. Nessuna alterazione è emersa in relazione alla memoria di lavoro, al controllo inibitorio e alla coerenza centrale. Le pazienti DCA hanno una percentuale di mancinismo significativamente superiore rispetto ai controlli. Dall’analisi della varianza non è emersa nessuna alterazione significativa per le pazienti con una storia di BN senza AN, tuttavia una più alta percentuale di queste pazienti rispetto ai controlli ha un punteggio deficitario nella memoria visuo-spaziale e nella flessibilità cognitiva (minore performance globale al WCST e maggior numero di errori perseverativi). Una percentuale più alta di pazienti AN-R e AN + BN riporta un punteggio deficitario nella flessibilità e negli errori non perseverativi, nell’abilità decisionale, nell’abilità visuo-spaziale e nel controllo inibitorio. Conclusioni Anche la BN in fase acuta è caratterizzata da debole flessibilità e scarsa abilità decisionale. Inoltre, alcune pazienti BN hanno deficit perseverativi e difficoltà visuo-spaziali in percentuale maggiore rispetto ai controlli, ma non è possibile sostenere che sia una caratteristica comune a tutti i pazienti. Le pazienti BN non sembrano avere problemi nel controllo motorio e nelle funzioni esecutive generali (errori non perseverativi), probabilmente per una loro maggiore capacità di mantenere l’attenzione. La presenza di una scarsa performance nelle pazienti BN e nelle pazienti AN in fase di remissione supportano l’ipotesi che le alterazioni non siano solo delle conseguenze dello stato nutrizionale e del basso peso. Le difficoltà visuo-spaziali e una scarsa flessibilità possono rappresentare non solo degli importanti fattori di predisposizione e di mantenimento per la BN, ma potrebbero interferire anche con il trattamento e l’esito della malattia
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

SALZA, ANNA. « Valutazione multidimensionale degli esiti di interventi web-based in utenti affetti da disturbi mentali ». Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2020. http://hdl.handle.net/11697/144329.

Texte intégral
Résumé :
L’argomento principale del mio progetto di ricerca è stato quello di valutare l’impatto di un intervento cognitivo-comportamentale (CBT) erogato tramite una clinica virtuale in una popolazione di giovani utenti affetti da disturbi mentali. Gli esiti sono stati valutati in relazione alla sintomatologia, al funzionamento personale e sociale, considerando le risorse personali e inerenti al contesto. Nello studio sono stati inclusi gli utenti di entrambi i sessi (18-40 anni) affetti da disturbi della sfera affettiva secondo i criteri del DSM-5 e afferenti presso l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale Trattamenti Riabilitativi psichiatrici, Interventi Precoci nella salute mentale a Direzione Universitaria (TRIP, DU), Unità Operativa dell’Ospedale Civile San Salvatore di L’Aquila diretta dalla Professoressa Rita Roncone. L’ipotesi di partenza è stata quella che la modalità di erogazione ed il monitoraggio tramite web di un trattamento CBT per disturbi della sfera affettiva migliori l’adesione al trattamento stesso, in relazione alla familiarità dei giovani utenti con la rete.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Accardo, Vivian. « EFFICACIA DELLA RIABILITAZIONE FUNZIONALE SUL FUNZIONAMENTO COGNITIVO E PSICOSOCIALE NEI PAZIENTI CON DISTURBO BIPOLARE : UNO STUDIO CONTROLLATO RANDOMIZZATO ». Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. http://hdl.handle.net/11379/563600.

Texte intégral
Résumé :
Introduzione: La compromissione cognitiva è una caratteristica fondamentale del disturbo bipolare (DB), fortemente associata all'esito funzionale dei pazienti. La Riabilitazione Funzionale (RF) è un intervento psicosociale, sviluppato dall'Unità Disturbi Bipolari e Depressivi dell’Hospital Clinic di Barcelona, progettato esclusivamente sulle caratteristiche specifiche dei pazienti bipolari, finalizzato a migliorare la neurocognizione al fine di raggiungere il recupero funzionale (Martinez-Arán et al., 2011). Il programma RF si basa su un approccio neuro-cognitivo-comportamentale, manualizzato e basato sull'evidenza, e la sua caratteristica distintiva è che si concentra sul funzionamento psicosociale complessivo, in un formato di gruppo (Martinez-Arán et al., 2011; Torrent & Vieta 2016). RF, in un contesto altamente ecologico, fornisce strategie e tecniche neurocognitive, includendo la psicoeducazione sui principali disturbi neurocognitivi associati al DB, come l'attenzione, la memoria e le funzioni esecutive (Martinez-Aran et al. 2004) e la loro influenza sulla vita quotidiana, che può portare a difficoltà psicosociali (Vieta et al., 2018). L'obiettivo principale della RF è di facilitare la generalizzazione e il trasferimento delle abilità cognitive apprese e le strategie utili per gestire meglio la vita quotidiana, con l'obiettivo finale di ripristinare il funzionamento psicosociale nel DB (Martínez-Arán et al., 2011; Bonnin et al., 2014). L'efficacia della RF è stata dimostrata in uno studio multicentrico, randomizzato, in cieco, che ha confrontato la RF con la psicoeducazione e il trattamento come al solito - TAU, e ha indicato un miglioramento generale del funzionamento psicosociale, principalmente nel campo interpersonale e professionale (Torrent et al., 2013). RF è inoltre efficace nel migliorare il funzionamento psicosociale sia nel disturbo bipolare di tipo I che II (Solé et al., 2015). Obiettivo: valutare l'efficacia della RF nel migliorare il funzionamento psicosociale (misurato con il Functioning Assessment Short Test - FAST) e i disturbi neurocognitivi (stimati con l’utilizzo della Brief Assessment of Cognition in Affective Disorders - BAC-A), in un campione di pazienti eutimici con DB. Metodo: Studio randomizzato, controllato, in singolo cieco, che ha coinvolto 24 pazienti con BD-I e BD-II, secondo i criteri del DSM-5, RF (N=12) è stata confrontata con TAU (N=12) durante 21 settimane. Il trattamento farmacologico è stato mantenuto stabile in entrambi i gruppi. Il principale obiettivo è stato il cambiamento nel funzionamento psicosociale misurato attraverso il FAST, dal basale al termine dell’intervento. Risultati: Al termine dello studio, tutti i 24 pazienti hanno finalizzato la fase di trattamento. Le analisi statistiche hanno rivelato che il gruppo RF è migliorato significativamente rispetto alle variabili funzionali di esito (p=.011), dal basale alla fine del programma, a 6 mesi, rispetto al gruppo TAU. Miglioramenti significativi sono stati individuati nei sotto-domini del FAST relativamente all'autonomia, al funzionamento professionale, alle questioni finanziarie e alle relazioni interpersonali. Non sono stati rilevati effetti significativi del gruppo di intervento RF sulle variabili neurocognitive. Conclusioni: I risultati sono promettenti e confermano l'importanza di nuovi interventi non farmacologici personalizzati nel DB, al fine di migliorare non solo i sintomi affettivi, ma anche le disfunzioni cognitive e funzionali, con l'obiettivo finale di ottenere il pieno recupero funzionale e migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da DB.
Introduction: Cognitive dysfunction is a major feature of bipolar disorder (BD), strongly associated with patients’ functional outcome. Functional Remediation (FR) is a psychosocial intervention, developed by the Bipolar and Depressive Disorders Unit of the Hospital Clinic of Barcelona, exclusively designed on the specific characteristics of bipolar patients, aimed at improving neurocognition in order to achieve a functional recovery (Martinez-Arán et al., 2011). FR program is built on a neuro-cognitive-behavioral approach, manualized and evidence-based, and its distinctive feature is that it focuses on the overall psychosocial functioning, in a group format (Martinez-Arán et al., 2011; Torrent & Vieta 2016). FR, within a highly ecological context, provide neurocognitive strategies and techniques, including psychoeducation about the main neurocognitive impairments associated with BD, such as attention, memory and executive functions (Martinez-Aran et al. 2004) and their influence on everyday life, which can result in psychosocial difficulties (Vieta et al., 2018). The main aim of FR is to facilitate generalization and the transfer of learned cognitive abilities and useful strategies to better manage daily life, with the ultimate goal to restore psychosocial functioning in BD (Martínez-Arán et al., 2011; Bonnin et al., 2014). FR efficacy was validated in a multicentric, randomized, rater-blind trial, comparing FR with psychoeducation and treatment as usual - TAU, which indicated an improvement in general psychosocial functioning, principally in the interpersonal and occupational domains (Torrent et al., 2013). FR is also effective in improving psychosocial functioning in both bipolar disorder type I and II (Solé et al., 2015).¬¬ Objectives: to evaluate the effectiveness of FR in improving psychosocial functioning (measured by Functioning Assessment Short Test - FAST) and neurocognitive impairments (measured by Brief Assessment of Cognition in Affective Disorders - BAC-A), in a sample of euthymic patients with BD. Methods: In a randomized, rater-blinded, controlled study of 24 out-patients with BD-I and BD-II, according to DSM-5 criteria, FR (N=12) was compared with TAU (N=12) over 21 weeks. Pharmacological treatment was kept stable in both two groups. The primary outcome was change in psychosocial functioning measured by means of the FAST, from baseline to endpoint. Results: At the end of the study, all 24 patients finalized the treatment phase. Statistical analyses revealed that the FR group improved significantly with respect to functional outcome variables (p=.011), from the baseline to the end of the programme, at 6 months, compared to the TAU group. Significant improvements have been identified in the FAST sub-domains relating to autonomy, professional functioning, financial issues and interpersonal relations. No significant effects of the FR intervention group on neurocognitive variables were detected. Conclusions: Findings are promising and confirm the importance to new personalized non-pharmacological interventions in BD, in order to improve not only affective symptoms, but also cognitive and functional dysfunctions, with the final goal to achieve full functional recovery and ameliorate the quality of life of BD patients’.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

ZUGLIAN, PABLO. « Ruolo della corteccia prefrontale mediale (mPFC) nei processi di alimentazione e nei disturbi ad essa associate ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/93781.

Texte intégral
Résumé :
Nella nostra società le patologie legate al peso e i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono problematiche sempre più emergenti e ricoprono un campo di grande interesse sia sanitario sia nel campo della ricerca, avendo una prevalenza lifetime stimata del 5% (Treasure et al., 2010). Recenti studi di neuroimaging hanno investigato quali aree cerebrali siano coinvolte nella rappresentazione del cibo e quali i meccanismi neurali che sottendono allo stimolo e all’atteggiamento verso il cibo. La presentazione di immagini di cibi produce tipicamente un’attivazione in diverse regioni corticali e sottocorticali e si sono evidenziati diversi dati consistenti con l’ipotesi che la corteccia orbitofrontale e quella prefrontale siano aree cruciali nei fenomeni di anticipazione della ricompensa e di controllo comportamentale (Killgore et al., 2003; Hollmann et al., 2012). Questi risultati hanno condotto i ricercatori a scegliere le aree prefrontali mediale e dorsolaterale come siti bersaglio in studi con la transcranial direct current stimulation (tDCS) o la transcranial magnetic stimulation (TMS) mostrando che la stimolazione riduceva la ricerca di cibo nei soggetti sani (Goldman et al., 2011) e le sensazioni e I comportamenti patologici nei soggetti con DCA (Downar et al., 2012; Van den Eynde et al., 2013). Nonostante questi risultati i meccanismi alla base del comportamento osservato non sono ancora stati completamente chiariti. Il Test di Associazione Implicita (IAT; Greenwald et al., 1998) è uno dei più utilizzati per misurare le tendenze implicite. Presuppone che una forte associazione tra categorie e attributi generi una maggiore difficoltà nel categorizzare gli stimoli in una condizione specifica. In questo studio abbiamo associato lo IAT con la TMS applicando quest’ultima a soggetti sani durante lo svolgimento di un test in cui si categorizzavano cibi gustosi e non gustosi con parole a valenza positiva o negativa. Abbiamo incluso un ulteriore IAT, che categorizzava termini positivi e negativi in relazione al se o agli altri, in quanto alcuni risultati di neuroimaging mostravano che le strutture corticali mediali fossero implicate in aspetti legati all’autostima, sia espliciti sia impliciti (Moran et al., 2009). Il disegno sperimentale include inoltre anche la stimolazione della corteccia parietale sinistra (lPA) come sito di controllo ed un terzo IAT su fiori ed insetti per valutare la sito specificità della mPFC. I risultati mostrano che la mPFC-TMS selettivamente influenza lo IAT sui cibi aumentando la preferenza implicita per i cibi gustosi piuttosto che i non gustosi solo in un sottogruppo nei quali non si evidenziavano in precedenza differenze di gustosità nei cibi. Questo dimostra il ruolo causale della mPFC nei processi di monitoraggio dell’alimentazione ed evidenzia la rilevanza di considerare le differenze individuali nello studiare le rappresentazioni del cibo ed i meccanismi neurali associati con il comportamento alimentare.
In our society weight-related diseases and eating disorders are growing problems for health and a field of great interest for researchers and clinicians with a 5% lifetime prevalence of this disorders (Treasure et al., 2010). Recent neuroimaging studies have investigated which brain regions are involved in food representation and which are the neural mechanisms underlying motivations and attitudes towards food. The visual presentation of food images typically produces activation in cortical and subcortical regions and many data are consistent with the hypothesis that orbitofrontal and prefrontal cortex are crucial areas for reward anticipation and behavioral control (Killgore et al., 2003; Hollmann et al., 2012). These results have led researchers to selected medial and dorsolateral pre- frontal cortices as target sites in studies with transcranial direct current stimulation (tDCS) or transcranial magnetic stimulation (TMS) showing that stimulation sessions reduced food craving in healthy participants (Goldman et al., 2011) and pathological feelings and behavior in participants with eating disorders (Downar et al., 2012; Van den Eynde et al., 2013). However, the mechanisms underlying the behavioral outcome and how stimulation of specific target areas could modulate attitudes towards food are not yet completely understood. The implicit association test (IAT; Greenwald et al., 1998) is one of the most used tools to measure implicit attitudes. It assumes that a stronger association between categories and attributes causes increased difficulty in categorizing stimuli in a specific condition. In this study we combined IAT and TMS and this one was applied while participants performed an IAT with tasty and tasteless food associated with positive and negative valence words. A different IAT, assessing positive and negative valence towards self and others, was also included in the experiment because neuroimaging findings showing that cortical midline structures are involved in explicit and implicit self-related concepts (Moran et al., 2009). Experimental design also included stimulation of the left parietal cortex (lPA) as control site and a third IAT on valence for insects and flowers in order to check the site specificity of mPFC. Results revealed that mPFC-TMS selectively affected IAT on food, increasing implicit preference for tasty than tasteless food, only in a subgroup of participants who did not show extreme explicit evaluation for tasty and tasteless food. This demonstrates that mPFC has a critical causal role in monitoring food preference and highlights the relevance of considering individual differences in studying food representation and neural mechanisms associated with eating behavior.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Livres sur le sujet "Disturbi psichiatrici"

1

D'Agostini, Corrado, dir. Disturbi del comportamento alimentare : dagli stili di vita alla patologia. Florence : Firenze University Press, 2002. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-035-0.

Texte intégral
Résumé :
Il Convegno di cui il volume costituisce gli Atti, ha rappresentato un significativo punto di incontro tra esperienze di ricerca psicologiche e sociali (volte a delineare comportamenti e tendenze), ed aspetti dell'esperienza sul campo clinica e psichiatrica. Le tematiche affrontate nel corso del Convegno sono stati i principali disturbi atipici del comportamento alimentare tra i quali l'Anoressia Nervosa Atipica, la Bulimia Nervosa Atipica e le Condotte Iperfagiche associate con altre alterazioni psicologiche.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Zipoli, V., et M. P. Amato. Disturbi psichiatrici (Aspetti psico-sociali della sclerosi multipla). Springer, 2004.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Mazzoleni, Stefano. Punto Di Vista Sui Disturbi Mentali : Appunti per Psicologi, Psichiatri, Pazienti e Filosofi. Independently Published, 2019.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie