Littérature scientifique sur le sujet « Disturbi neurologici »

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Articles de revues sur le sujet "Disturbi neurologici"

1

Saraceno, Benedetto. « The WHO World Health Report 2001 on mental health ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no 2 (juin 2002) : 83–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005546.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – La OMS stima che 450 milioni di persone soffrano di disturbi psichiatrici o neurologici e che fra il 10 e il 20% della popolazione infantile presenti qualche disturbo mentale o comportamentale. I disturbi mentali e neurologici rappresentano il 31% di tutte le disabilita. Tuttavia meno del 25% di coloro che soffrono di epilessia ricevono un trattamento e in paesi in via di sviluppo solo un quarto di coloro che soffrono di schizofrenia riceve un trattamento. Sono urgenti e necessarie misure per diminuire il gap nei trattamenti e per superare le barriere che impediscono l'accesso alle cure. I governi devono agire in coUaborazione con altri partner affinche tali barriere siano superate e l'assistenza per la salute mentale sia resa disponibile. Risultati – Il Rapporto Mondiale sulla Salute propone ai governi 10 raccomandazioni per l'azione. Le azioni suggerite sono classificate secondo tre scenari/paesi: a basso, medio e alto livello di risorse. Conclusioni – Il Rapporto rappresenta per i paesi uno strumento che consente di riconoscersi in uno dei tre scenari e di avviare azioni correttive conseguenti.
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2

Costici, Pierfrancesco. « La chirurgia ortopedica nelle gravi disabilitŕ ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 115–19. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003019.

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Résumé :
Nei pazienti affetti da disturbi neurologici gravi si riscontrano frequentemente deformitŕ ortopediche, spesso evolutive, dovute a disturbi del tono muscolare, alla difficoltŕ di controllo, all'assunzione di atteggiamenti scorretti. Esiste pertanto la necessitŕ di attuare trattamenti riabilitativi e chirurgici atti a prevenire e curare la comparsa delle deformitŕ ortopediche e a migliorare la funzionalitŕ di tali pazienti. L'autore riporta la propria esperienza sulla chirurgia ortopedica e il trattamento con pompa di baclofen, illustrando le varie tecniche chirurgiche e sottolineando la necessitŕ di valutare scrupolosamente le indicazioni all'intervento per evitare possibili danni ulteriori al paziente.
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3

De Benedittis, Giuseppe. « Ipnobioma : una nuova frontiera dell'ipnositerapia ? Uno studio pilota e una revisione della letteratura ». IPNOSI, no 2 (janvier 2022) : 5–25. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002001.

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Résumé :
Una crescente evidenza suggerisce che l'asse intestino-cervello possa svolgere un ruolo chiave nelle condizioni di salute e malattia attraverso una rete di comuni-cazioni bidirezionali che coinvolge percorsi neurali e immunoendocrini. Questa complessa interazione influenza profondamente sia il microbiota intestinale che il comportamento del cervello. La disbiosi del patobioma intestinale è rilevante per la patogenesi di disturbi gastrointestinali funzionali, sindromi dolorose croniche, disturbi neurologici e mentali. Di conseguenza, il targeting del microbiota intestina-le sta emergendo come una nuova, efficace prospettiva terapeutica. Tra le molte opzioni di trattamento, gli interventi psicologici, inclusa l'ipnosi, sono stati utilizzati per modulare lo Psicobioma e il suo analogo ipnotico, l'Ipnobioma. Oltre a una revisione della letteratura recente, viene riportato uno studio pilota su una paziente con Sindrome del colon irritabile (IBS) trattata con successo con ipnosi simil-quantica. L'esito positivo del trattamento è stato associato a una significativa di-minuzione di taxa microbici patologici concomitante con un aumento di taxa fi-siologici. Questi risultati preliminari suggeriscono che l'Ipnobioma può rappresentare una nuova promettente frontiera dell'ipnositerapia.
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4

Missonnier, Sylvain. « John, World of Warcraft e Second Life ». SETTING, no 30 (juin 2012) : 79–91. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030004.

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Résumé :
Nella comunitŕ dei professionisti delle cure psicologiche prevale la paura nei confronti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Cosa ancor piů dannosa, molti psicoterapeuti evitano l'"ambiente non umano" (H. Searles) dei loro pazienti e vi proiettano le loro percezioni negative e difensive. In un simile contesto, i videogames diventano una caricatura. Infatti, i videogames sono dei veri e propri test proiettivi per i professionisti, che riportano i dati dell'inevitabile pericolositŕ di questa attivitŕ: disturbi neurologici, dipendenza e violenza.. La storia clinica di John si propone di contestare sul piano clinico questa posizione oscurantista e di difendere un'autentica psico(pato)logia psicoanalitica del virtuale quotidiano.
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Alboreo, Carlo, Rossella Carneade, Annalisa Della Monica, Tatiana Bolgeo, Angela Carpentiere et Lucia Di Nardo. « Il nuovo codice colore per la valutazione della priorità nel triage infermieristico : studio pilota ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 63–70. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19427.

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Résumé :
INTRODUZIONE:Stante come il numero degli accessi dei pazienti in un dipartimento di emergenza (ED) non possa essere pianificato con precisione, le risorse disponibili possono essere talvolta sovraccariche ("affollamento"), con conseguenti rischi per la sicurezza dei pazienti. OBIETTIVO:L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l’efficacia di nuovo sistema di valutazione di triage presso il Pronto Soccorso di un’azienda ospedaliera italiana. MATERIALI E METODI: Studio pilota a due bracci; assegnazione ai due gruppi (valutazione standard –codice a 4 vs valutazione sperimentale – codice 5 colori) attraverso randomizzazione semplice. Sono state confrontate le valutazioni infermieristiche al momento del triage di ammissione con quelle al momento della dimissione.RISULTATI:Sono stati arruolati 1060 soggetti con “dolore toracico non traumatico” e 960 inquadrati come “disturbi neurologici acuti”; l’adozione del nuovo codice colore ha permesso una valutazione corretta del grado di gravità in oltre l’86% dei casi “cardiologici” e il 93% dei casi “neurologici”; il metodo standard ha permesso una valutazione corretta inferiore all’83% nei casi cardiologici e al 77% in quelli neurologici.CONCLUSIONI:I risultati emersi depongono a favore del nuovo sistema valutazione in triage infermieristico a cinque livelli; approfondimenti su campioni più ampi sono auspicabili.
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Chiuini, Emilia, et Ketty Savino. « Impatto del Long COVID sulla medicina di genere ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 3 (31 décembre 2022) : 165–73. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-3.

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Résumé :
Nei mesi successivi alla diffusione della pandemia da SARS-COV-2 molti pazienti hanno cominciato a riferire persistenza di sintomi dopo la guarigione dalla fase acuta, in prevalenza affaticamento, affanno, disturbi neurologici e psicologici. L’attenzione della comunità scientifica e delle strutture sanitarie si è dovuta quindi rivolgere a questa larga popolazione di individui con prolungamento della sintomatologia per analizzare l’impatto e le conseguenze del fenomeno, denominato “Long COVID”. I risultati delle raccolte dati a livello internazionale hanno mostrato una prevalenza netta del genere femminile in questa popolazione con sintomi persistenti. Il presente articolo passa in rassegna le caratteristiche del Long COVID, analizzando la sua incidenza sulla popolazione generale, la sua probabile eziologia, le differenze di genere e le conseguenze della pandemia in campo non solo sanitario ma anche socio-economico.
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Zito, M. P., S. Maldone, I. Capelli, F. Centofanti et C. Raimondi. « Impiego della dialisi peritoneale nell'encefalopatia mitochondriale neurogastrointestinale (MNGIE) : un Caso Clinico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no 2 (24 janvier 2018) : 13–17. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1429.

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Résumé :
L'Encefalomiopatia Mitocondriale Neurogastrointestinale (MNGIE) è una rara malattia autosomica recessiva causata da mutazioni del gene ECGF1 che codifica per l'enzima Timidina-Fosforilasi, il quale regola il catabolismo della timidina e della desossiuridina. Tali mutazioni causano la perdita della funzione dell'enzima, conseguente aumento dei livelli plasmatici di timidina e de-ossiuridina e alterazione dei meccanismi di riparazione e replicazione del DNA mitocondriale. La MNGIE è caratterizzata da deficit neurologici (neuropatia periferica, leucoencefalomiopatia), oftalmoplegia bilaterale, ptosi palpebrale, dismotilità/atonia gastrointestinale con malassorbimento e malnutrizione. Riportiamo un caso di trattamento combinato con Dialisi Peritoneale (DP) e Nutrizione Parenterale (NP) in una paziente affetta da MNGIE e severa malnutrizione, con disturbi gastrointestinali e dolori addominali complicati da occlusioni intestinali recidivanti e severo quadro di malnutrizione. È stata quindi iniziata una NP e, un trattamento mediante DP La scelta del tipo di soluzioni da utilizzare e delle modalità di scambio si è basata sul concetto di miglioramento della rimozione dei soluti nelle soste lunghe e del riassorbimento di glucosio e acqua dal liquido peritoneale, che, in questo caso, era auspicabile. La scelta della soluzione Nutrineal PD4 è stata fatta su base empirica e sulle esperienze effettuate nei pazienti con insufficienza renale cronica e MIA sindrome.
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Salvi, Elisa, Vincenzo Guideti et Andrea Lo Noce. « Temperamento, cefalea e psicopatologia in etŕ evolutiva ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 31 (décembre 2012) : 29–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031003.

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Résumé :
Lo scopo di questo studio e stato quello di indagare il rapporto tra cefalea, temperamento, e comportamento in un campione di bambini reclutati presso gli ambulatori di Neuropsichiatria di Roma. Si tratta di 150 bambini, 90 maschi e 60 femmine, di eta compresa tra i 6-11 anni, durante il 2011-2012. I problemi di comportamento sono stati valutati attraverso la Child Behaviour Check List (CBCL) e le dimensioni temperamento attraverso il "Questionario Italiano del Temperamento" (QUIT). QUIT e CBCL sono state somministrate ai genitori dei bambini. La diagnosi e stata effettuata in base ai criteri della Classificazione Internazionale della Cefalea (ICHD II). Emicrania e cefalea tensiva hanno mostrato punteggi simili per quanto riguarda le scale principali della CBCL, con differenze significative nella scale dei problemi internalizzanti, dove hanno riportato punteggi peggiori i bambini con cefalea tensiva, e in quella dei problemi esternalizzanti punteggi peggiori per i soggetti emicranici. La cefalea e uno dei sintomi neurologici piu comuni riportati durante l'infanzia, che porta ad alti livelli di assenze scolastiche e si associa a diverse patologie. In generale, emicrania e cefalea tensiva sono associate a depressione, disturbi d'ansia, e ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). I risultati, confermati dalla letteratura, sembrano sostenere l'ipotesi che ci sia una relazione tra cefalea e comportamenti psicopatologici. Lo sviluppo di una psicopatologia in soggetti con determinati profili temperamentali non e una regola. Dobbiamo porre attenzione nel lavoro quotidiano ad identificare i soggetti a rischio, sia per temperamento o fattori ambientali. L'identificazione precoce di questi fattori di rischio potrebbe dare la possibilita di interventi precoci che potrebbero tenere i bambini lontani dalla patologia.
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Webster, Ted. « Prefazione ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (mars 2002) : 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Résumé :
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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Mucci, Clara, et Andrea Scalabrini. « Sé e altri nel sistema mente-cervello-corpo : verso un'organizzazione intersoggettiva del Sé ». SETTING, no 44 (mars 2021) : 79–116. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044004.

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Résumé :
Il concetto di Sé sta assumendo un interesse sempre maggiore nelle Neuroscienze. Parecchi autori hanno approfondito i correlati neurologici del Sé ed affermato che il Sé potrebbe svolgere un ruolo central nell'architettura neurale del cervello (Panksepp, 1998; Northoff e Bermpohl, 2004; Northoff e Panksepp, 2008); ad esempio, nel porre a confronto gli stimoli Sé-specifici e non Sé-specifici, essi hanno scoperto le modificazioni principali nella struttura corticale mediana (CMS) e in quella sub-corticale mediana (SCMS). Il concetto di Sé sembra costituire una predisposizione alle differenze individuali di comportamenti, cognizioni, emozioni, ecc., ossia del profilo di personalità del singolo. La posizione teorica secondo la quale la relazionalità interpersonale e le caratteristiche della definizione del Sé sono determinanti nei disturbi di personalità e nello sviluppo della personalità è stata fortemente influenzata dalla Teoria dell'Attaccamento (Fonagy & Luyten, 2009; Fonagy et al., 2010; Levy, 2005) e dalle formulazioni dell'approccio contemporaneo interpersonalista (Pincus, 2005). Teoria e ricerca in questo campo hanno affermato il ruolo delle relazioni primarie di accudimento nello sviluppo delle rappresentazioni di sé e degli altri, sia nello sviluppo normale sia in quello non lineare (Blatt, Auerbach e Levy, 1997). Questa concettualizzazione ha un alto grado di concordanza con più formulazioni psicoanalitiche che evidenziano come esperienze di accudimento relativamente soddisfacenti siano potenzialmente facilitanti lo sviluppo di un senso del Sé differenziato e coeso, la capacità di una relazionalità interpersonale progressivamente sempre più matura e la capacità di intimità (Blatt & Blass, 1996; Kernberg, 1975; Kohut, 1971). Intersoggettività e concetto di Sé sembrano strettamente in relazione tra loro. Noi ci volgiamo agli altri come a simili a noi, cioè come dotati di esperienze mentali e corporee (sentimenti, sensazioni simili alle nostre e diverse da quelle del mondo inanimate). Stiamo andando verso un nuovo modello, che può sviluppare un ponte tra le neuroscienze, le formulazioni della Psicoanalisi e la prassi clinica. Il concetto neuroscientifico relazional-costruttivistico di Sé e lo studio della Resting State Activity nei test di laboratorio possono illuminare l'importanza dell'inter-soggettività e della risonanza intenzionale (Gallese, Eagle, Migone, 2007) tra soggetti. Il nostro intento è di proporre le nostre scoperte empiriche sulla relazione tra Resting State Activity e prove sperimentali basate sul tatto (intenzione di toccare la mano umana animata versus la mano inanimata di un manichino), assodato che il tatto gode di uno statuto privilegiato nel rendere possibile l'attribuzione sociale di una personalità viva agli altri. I nostri risultati indicano che il nostro cervello, durante lo stato di riposo, sembra essere inevitabilmente relazionale, di default: esso è dotato dell'autocoscienza necessaria alla relazione con gli altri soggetti ma non con gli oggetti inanimati. Specificatamente, queste scoperte riguardano la corteccia somato-sensoriale, un'area-chiave del cervello implicata nell'empatia e nella sensazione tattile.
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Thèses sur le sujet "Disturbi neurologici"

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SOUZA, CARNEIRO MAIRA IZZADORA. « NEUROMODULATION OF MOTOR LEARNING IN HEALTHY INDIVIDUALS AND PATIENTS WITH NEUROLOGICAL DISORDERS ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241229.

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Résumé :
Le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, come la stimolazione transcranica a correnti elettriche continue (tDCS) e la stimolazione transcranica magnetica ripetitiva (rTMS), sono strumenti ampiamente utilizzati per migliorare l’apprendimento motorio in individui sani. Le recenti ricerche neuro-scientifiche sono ora indirizzate ad una comprensione meccanicistica delle tecniche di NIBS, rispetto alla loro azione modulatoria sui diversi processi di apprendimento motorio (ad esempio l’apprendimento on-line, il mantenimento e la generalizzazione delle abilità apprese). Tale conoscenza ha anche l’obiettivo di ottimizzare i protocolli di stimolazione. Il potenziamento dell’apprendimento motorio indotto dalla tDCS ha anche guidato lo studio della sua potenziale applicazione terapeutica nell’ambito della riabilitazione dei disturbi motori nelle malattie neurologiche. Il presente elaborato ha le seguenti finalità: (i) estendere la letteratura attuale relativa all’efficacia clinica della tDCS e rTMS come interventi adiuvanti per aumentare la risposta del sistema motorio ai training comportamentali; (ii) esplorare il ruolo di diverse aree corticali nell’apprendimento motorio, che potrebbero configurarsi come sedi di stimolazione alternativa alla corteccia motoria primaria (i.e., corteccia premotoria e parietale posteriore) per facilitare l’apprendimento motorio in soggetti sani e (iii) esplorare il potenziale della tDCS per il trattamento dei disturbi motori nei bambini con paralisi cerebrale infantile (PCI). Nello specifico, nell’elaborato sono presentati quattro studi (una meta-analisi e tre indagini empiriche). I risultati dello Studio 1 mostrano che le evidenze sinora disponibili circa l’efficacia della tDCS e della rTMS come tecniche di potenziamento della riabilitazione motoria nei pazienti adulti colpiti da ictus non siano ampiamente predittive. Lo Studio 2 dimostra che, oltre alla corteccia motoria primaria che costituisce il tipico target della tDCS per la modulazione dell’apprendimento motorio, anche la stimolazione della corteccia premotoria può essere efficace, dal momento che migliora selettivamente la generalizzazione dell’apprendimento motorio ad abilità non addestrate in soggetti sani. Gli ultimi due studi dimostrano invece che nei bambini affetti da PCI l’apprendimento motorio può essere compromesso rispetto ai pari con sviluppo tipico e che i deficit di apprendimento motorio nella PCI dipendano dal tipo di riorganizzazione corticospinale che si instaura in seguito ad una lesione cerebrale (Studio 3). Nei partecipanti con PCI, l’esposizione ad una singola seduta di tDCS non sembra in grado di migliorare i deficit di apprendimento (Studio 4). Tali risultati suggeriscono che nella popolazione pediatrica in oggetto servono protocolli tDCS più intensivi e prolungati per il miglioramento dei deficit motori.
Non-invasive Brain Stimulation (NIBS) techniques, such as transcranial direct current stimulation (tDCS) and repetitive transcranial magnetic stimulation (rTMS), have been increasingly used as tools for improving motor learning in healthy individuals. Efforts of the current neuroscientific field are now directed to the mechanistic understanding of NIBS tools with respect to their modulatory effects on different motor learning processes, among which the on-line learning (improvements occurring during practice), the retention and generalization of the learned skills. This investigation is also relevant for optimizing stimulation protocols. The enhancement effects of tDCS on motor learning have also guided the investigation of its therapeutic potential for the rehabilitation of motor disorders in neurological diseases. The present thesis aims at: (i) enriching current evidence regarding the clinical effectiveness of tDCS and rTMS as adjuvant interventions to augment the response of the motor system to behavioral trainings; (ii) exploring the role of alternative routes (via premotor and posterior parietal cortices), beyond the primary motor cortex, for improving motor learning in healthy humans and (iii) uncovering the potential of tDCS for the treatment of upper-limb motor disorders in children with cerebral palsy (CP), which represents one of the most recent field of investigation in NIBS clinical literature. Within this framework, I have performed four studies (a meta-analysis, and three empirical investigations). Results from Study 1 indicate that the quality of available evidence for the use of tDCS and TMS as add-on interventions to boost motor training effects in adult stroke patients is still low, although some indications for the most effective stimulation protocols for either rTMS and tDCS are emerging. Study 2 shows that, beyond the primary motor cortex, the typical tDCS target for facilitating motor learning, premotor cortex stimulation has also a merit, since it can selectively improve the generalization of motor learning to untrained skills, at least in healthy individuals. The last two studies show that in children with CP, motor learning abilities may be impaired, as compared to those of age-matched typically-developing children; motor learning deficits in CP depends on the type of corticospinal reorganization that follows a brain injury (Study 3). In this pediatric population, tDCS seems unable to enhance motor learning of the affected hand, at least when the stimulation is delivered in a single session (Study 4), suggesting that more intensive and prolonged stimulation protocols are required for improving the chronic motor dysfunctions featuring CP.
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Picchetto, Livio <1981&gt. « Disturbi respiratori del sonno in pazienti con stroke emorragico : prevalenza e impatto sull'outcome ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7453/1/ICHOSA.pdf.

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Résumé :
In questo studio è con un grande campione di pazienti con emorragia cerebrale (111 soggetti) in cui è stata verificata una aumentata prevalenza di sospetto disturbo respiratorio del sonno valutat tramite la scala Berlin Questionnaire rispetto ad altrettanti con ischemia cerebrale (111 soggetti) e altrettanti controlli (n111). La metodica di appaiamento per variabili quali età, sesso, BMI e CCI ha permesso di escludere una eventuale influenza da parte di queste variabili. Dallo studio di variabili di outcome funzionale è risultata significativa la correlazione tra positività per disturbo respiratorio del sonno e un peggior outcome funzionale sia in termini di disabilità (mRS ≥ 3) che di mortalità (mRS =6) nei pazienti con BQ positivo, sia ischemici che emorragici. A riprova di questo ruolo prognosticamente negativo della sospetta OSAS nei pazienti con emorragia cerebrale anche un aumento della durata globale del ricovero in giorni dei pazienti nel gruppo dei positivi. Nel tentativo di esplorare il legame tra disturbi respiratori del sonno ed emorragia cerebrale sono state valutate le neuroimmagini e le caratteristiche di ipertensione arteriosa. E’ stato così riscontrato un tasso complessivo di peggioramento delle lesioni al controllo a 10 giorni circa, aumentato significativamente nei pazienti BQ positivi, con associata inoltre una tendenza all’aumento dell’edema perilesionale. L’ipotesi più probabile rimane comunque che il meccanismo principale con cui il disturbo respiratorio del sonno influisce sull’insorgenza e il peggioramento dell’emorragia cerebrale sia legato all’ipertensione arteriosa. Tale legame, facilmente intuibile considerate le discrete conoscenze sui tre fenomeni, è stato qui dimostrato tramite il riscontro di un tasso notevolmente e significativamente aumentato di ipertensione arteriosa, di profilo pressorio notturno alterato con prevalenza di pazienti non dipper e di aumentata pressione arteriosa farmaco resistente nei pazienti emorragici BQ positivi.
Background: Obstructive sleep apnea (OSA) is currently undertaken to impair ischemic stroke risk especially by intracranial pressure, blood flow, glucose metabolism, atherogenesis, blood coagulation, cardiac arrhythmia and arterial hypertension. In OSA patients hypertension is often related to drug resistance and modification in nocturnal blood pressure profile. In stroke patients with OSA has been observed an impairment of functional outcome. About OSA and intra cranial haemorrhage (ICH) few data are available in literature and most of them are anecdotal. We can speculate that OSA can affect on ICH by arterial hypertension. Methods: in this study we sought to test whether suspected OSA is more prevalent in ICH group than in control. In order to limit potential confounding variables associated with acute ICH, we tested by Berlin Questionnaire (BQ) and Epworth Sleepiness Scale (ESS) referring to the previous 3 months before ICH. Secondarily, we tried to assess if OSA in ICH could affect on functional outcome (mRS) like disability or mortality, as described in ischemic stroke. For these purposes we recruited 111 ICH patients matched by sex, age, Body Mass Index (BMI) and Charlson Comorbidity Index (CCI) with 111 ischemic stroke patients and 111 controls. Results: In ICH patients we found BQ positivity in 30,6% vs 25,2% in ischemic stroke patients vs 13,5% in controls (p 0.01). Moreover BQ positive ICH patients had more disability, mortality, length of recovery, arterial hypertension, drug resistance hypertension and nocturnal blood pressure profile alteration, especially non dipper pattern, than BQ negative ICH. Conclusion: The results suggest that OSA can be considered a risk factor and a negative prognostic factor in ICH patients, as described before in ischemic stroke patients. Moreover we can considered this fenomena probably related to blood pressure alteration caused by sleep breathing disorder.
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Picchetto, Livio <1981&gt. « Disturbi respiratori del sonno in pazienti con stroke emorragico : prevalenza e impatto sull'outcome ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7453/.

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Résumé :
In questo studio è con un grande campione di pazienti con emorragia cerebrale (111 soggetti) in cui è stata verificata una aumentata prevalenza di sospetto disturbo respiratorio del sonno valutat tramite la scala Berlin Questionnaire rispetto ad altrettanti con ischemia cerebrale (111 soggetti) e altrettanti controlli (n111). La metodica di appaiamento per variabili quali età, sesso, BMI e CCI ha permesso di escludere una eventuale influenza da parte di queste variabili. Dallo studio di variabili di outcome funzionale è risultata significativa la correlazione tra positività per disturbo respiratorio del sonno e un peggior outcome funzionale sia in termini di disabilità (mRS ≥ 3) che di mortalità (mRS =6) nei pazienti con BQ positivo, sia ischemici che emorragici. A riprova di questo ruolo prognosticamente negativo della sospetta OSAS nei pazienti con emorragia cerebrale anche un aumento della durata globale del ricovero in giorni dei pazienti nel gruppo dei positivi. Nel tentativo di esplorare il legame tra disturbi respiratori del sonno ed emorragia cerebrale sono state valutate le neuroimmagini e le caratteristiche di ipertensione arteriosa. E’ stato così riscontrato un tasso complessivo di peggioramento delle lesioni al controllo a 10 giorni circa, aumentato significativamente nei pazienti BQ positivi, con associata inoltre una tendenza all’aumento dell’edema perilesionale. L’ipotesi più probabile rimane comunque che il meccanismo principale con cui il disturbo respiratorio del sonno influisce sull’insorgenza e il peggioramento dell’emorragia cerebrale sia legato all’ipertensione arteriosa. Tale legame, facilmente intuibile considerate le discrete conoscenze sui tre fenomeni, è stato qui dimostrato tramite il riscontro di un tasso notevolmente e significativamente aumentato di ipertensione arteriosa, di profilo pressorio notturno alterato con prevalenza di pazienti non dipper e di aumentata pressione arteriosa farmaco resistente nei pazienti emorragici BQ positivi.
Background: Obstructive sleep apnea (OSA) is currently undertaken to impair ischemic stroke risk especially by intracranial pressure, blood flow, glucose metabolism, atherogenesis, blood coagulation, cardiac arrhythmia and arterial hypertension. In OSA patients hypertension is often related to drug resistance and modification in nocturnal blood pressure profile. In stroke patients with OSA has been observed an impairment of functional outcome. About OSA and intra cranial haemorrhage (ICH) few data are available in literature and most of them are anecdotal. We can speculate that OSA can affect on ICH by arterial hypertension. Methods: in this study we sought to test whether suspected OSA is more prevalent in ICH group than in control. In order to limit potential confounding variables associated with acute ICH, we tested by Berlin Questionnaire (BQ) and Epworth Sleepiness Scale (ESS) referring to the previous 3 months before ICH. Secondarily, we tried to assess if OSA in ICH could affect on functional outcome (mRS) like disability or mortality, as described in ischemic stroke. For these purposes we recruited 111 ICH patients matched by sex, age, Body Mass Index (BMI) and Charlson Comorbidity Index (CCI) with 111 ischemic stroke patients and 111 controls. Results: In ICH patients we found BQ positivity in 30,6% vs 25,2% in ischemic stroke patients vs 13,5% in controls (p 0.01). Moreover BQ positive ICH patients had more disability, mortality, length of recovery, arterial hypertension, drug resistance hypertension and nocturnal blood pressure profile alteration, especially non dipper pattern, than BQ negative ICH. Conclusion: The results suggest that OSA can be considered a risk factor and a negative prognostic factor in ICH patients, as described before in ischemic stroke patients. Moreover we can considered this fenomena probably related to blood pressure alteration caused by sleep breathing disorder.
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CESNIK, Edward. « Studi neuroepidemiologici in Epilessia e Disturbi del Sonno ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388811.

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Résumé :
Neuroepidemiological studies on epilepsy and Restless Leg Syndrome conducted by the research group of Clinical Neurology of Ferrara are presented in the thesis. The first part of the work is dedicated to epidemiology of epilepsy. We made a study in order to calculate incidence rates in children and adult population in the District of Ferrara. We first investigate children population under fifteen years in order to estimate the incidence of epilepsy from 1996 to 2005; we estimated an overall annual rate of 46,4 cases x 100.000 inhabitants/year (95% C.I. 36.7-57-9). The second study calculated incidence of epilepsy in adult population over fifteen from 2007 to 2008. We found 125 incident cases with an overall annual rate of 45.7 cases x 100.000 inhabitants/year (95% C.I. 38.2-54.7). The second part of the thesis focus on epidemiology of Restless leg Syndrome (RLS). Pregnancy is a significant risk factor for transient form of RLS, we present a long-term follow-up study which investigate whether transient RLS during pregnancy represents a risk factor for later development of the syndrome. Women who experienced the transient pregnancy-RLS form showed a significant increased risk of developing a chronic form of the disease (O.R. 3.9, 95% CI: 1,7-9,4) and for a new transient symptomatology in a future pregnancy (O.R. 44,8; 95% CI: 6,2-98.1).
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Cagnetti, Claudia. « Distrofia miotonica tipo 1 (Malattia di Steinert) e disturbi del sonno : prevalenza e severità dei disturbi respiratori durante il sonno al momento della diagnosi e scarsa consapevolezza da parte del paziente ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241873.

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Résumé :
Introduzione ed obiettivi dello studio: La distrofia miotonica (DM), la distrofia più comune nell'adulto, è una malattia autosomica dominante caratterizzata da una ampia varietà di manifestazioni multisistemiche. La distrofia miotonica di tipo 1 (DM1) è causata da espansione della tripletta CTG all’estremità 3’ del gene della DM proteina chinasi. Tra le caratteristiche cliniche multisistemiche della DM1 vi è la compromissione respiratoria. Gli obiettivi di questo studio consistevano nel valutare la prevalenza e la gravità dei disturbi respiratori nei pazienti con DM1 al momento della diagnosi e nell'indagare sulla consapevolezza di malattia e di compromissione respiratoria da parte dei pazienti. Pazienti e Metodi: Tra i pazienti ricoverati presso la Clinica Neurologica di Ancona tra settembre 2007 e ottobre 2010 sono stati arruolati tutti i soggetti a cui veniva formulata la diagnosi genetica di DM1 confermata geneticamente. I pazienti sono stati sottoposti ad esame obiettivo generale e neurologico, visita oculistica, radiografia del torace e elettromiografia (EMG). Abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche dei pazienti, il motivo che ha portato alla diagnosi, la presenza di sintomi suggestivi di un disturbo respiratorio (come affaticamento, dispnea, cefalea mattutina, ecc.). Tutti i pazienti venivano sottoposti a monitoraggio cardiorespiratorio notturno, spirometria ed emogasanalisi. Miotonia ed ipostenia sono state valutate utilizzando la scala per la disabilità (MDRS) e l'eccessiva sonnolenza diurna è stata determinata mediante la scala di sonnolenza di Epworth (ESS). Sono stati considerati come affetti da alterata funzione polmonare, i pazienti che avevano almeno uno dei seguenti reperti: PaCO2 diurna ≥ 45 mm Hg, capacità vitale forzata (FVC) <80% del predetto, AHI> 10 eventi per ora di sonno, SaO2 <90% per ≥ 5% della notte. L'indicazione alla ventilazione a pressione positiva non invasiva (NIV) veniva posta in presenza di uno tra PaCO2 ≥ 45 mm Hg, saturazione di ossigeno notturna ≤ 88% per 5 minuti consecutivi, FVC <50% del predetto. Risultati: I dati sono stati raccolti su 21 pazienti (11 femmine/10 maschi), età media 39,7 anni (range 19-61 anni). L'EMG mostrava un quadro di distrofia miotonica in tutti i pazienti. Nessuno dei pazienti aveva deformità della gabbia toracica. Il motivo che ha portato alla diagnosi di DM1 è stata la presenza di un parente affetto in 7 casi (33,35%), il fenomeno miotonico in tre (14,3%), il rilievo di iperCKemia agli esami ematici in 2 (9, 5%), ipostenia in 7 (33,35%) e altri motivi (mal di testa e vertigini) in 2 (9,5%). Il 33% dei pazienti risultava avere emogasanalisi, spirometria e monitoraggio cardiorespiratorio notturno nella norma mentre il restante 67% presentava un’alterazione di almeno uno di tali esami. L’indagine che evidenziava compromissione della funzionalità respiratoria era il solo esame notturno in un paziente (5%), la sola spirometria in due pazienti (10%), emogasanalisi ed esame notturno in un paziente (5%), emogasanalisi e spirometria in tre pazienti (15%), spirometria ed esame notturno in tre pazienti (15%), tutti e tre gli esami in 4 pazienti (20%). Dei 14 soggetti con compromissione della funzione respiratoria 9 avevano una situazione così severa da soddisfare i criteri per NIV. Soltanto quattro dei 21 pazienti esaminati, adeguatamente interrogati, riportavano sintomi indicativi di alterazione della funzionalità respiratoria.Uno di questi pazienti non aveva compromissione della funzione respiratoria. Conclusioni: In tre anni, sono stati arruolati 21 pazienti con DM1. E' probabile che l'incidenza di DM1 nella nostra regione sia significativamente più elevata rispetto a quanto ci si possa aspettare in relazione ai dati epidemiologici della letteratura. La maggior parte dei pazienti arruolati aveva prove di funzionalità respiratoria alterate. Non è stata trovata nessuna relazione significativa tra sintomi soggettivi, caratteristiche clinico-demografiche dei pazienti e compromissione respiratoria (p> 0,005). Un tempestivo riconoscimento di una compromissione respiratoria può portare ad un miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita mediante l'applicazione di NIV. L'importanza del monitoraggio della funzione respiratoria nei pazienti affetti da DM1 ha lo scopo di evitare procedure d’urgenza come l’intubazione. In relazione alla disomogeneità del quadro strumentale respiratorio, i tre esami che indagano la funzionalità respiratoria nei pazienti con DM1 andrebbero eseguiti tutti sin dal momento della diagnosi. Le linee guida relative alla indicazione alla NIV non tengono inoltre conto delle differenze che esistono tra le diverse patologie neuromuscolari, sarebbe pertanto necessaria la stesura di linee guida specifiche per ciascuna patologia neuromuscolare ed in particolare per la DM1.
Background and purpose: Myotonic dystrophy (DM) is the most common dystrophy in adults. It is an autosomal dominant disease characterized by a variety of multisystemic features. Myotonic dystrophy type 1 (DM1) is caused by trinucleotide expansion of CTG in the myotonic dystrophy protein kinase gene. Clinical manifestations of DM1 include respiratory disorders. The goals of this study were to evaluate the prevalence and the severity of respiratory disorders in DM1 patients at diagnosis and to assess the awareness of the patients about the disease and the respiratory condition. Patients and Methods: Consecutive patients with a genetically confirmed diagnosis of DM1 admitted in Clinica Neurologica of Ancona from September 2007 to October 2010 were enrolled at diagnosis. Patients underwent general and neurological physical examination, ophthalomological assessment, chest X-ray and electromyography (EMG). We analysed the clinical features of patients, the reason that led to diagnosis, the presence of symptoms suggestive of a respiratory disorder (such as fatigue, dyspnea, morning headache, etc). Nocturnal cardiorespiratory monitoring as well as spirometry and blood gases were performed in all DM1 patients. Myotonia and muscle weakness were rated using the five point muscular disability rating scale (MDRS) and excessive daytime sleepness was assessed by the Epworth Sleepiness Scale (ESS). Were regarded as suffering from impaired lung function, patients who had at least one of the following: daytime PaCO2 ≥ 45 mm Hg, forced vital capacity (FVC) <80% predicted, AHI> 10 events per hour of sleep, SaO2 <90% for ≥ 5% of the night. Indication for Noninvasive Positive Pressure Ventilation (NIV) was one of PaCO2 ≥ 45 mm Hg, nocturnal oxygen saturation ≤ 88% for 5 consecutive minutes, FVC< 50% predicted. Results: Data were collected on 21 patients (11 female/10 male), mean age 39,7 years (range 19-61 years). EMG revealed typical myotonic changes in all patients. None of the patients had chest deformity. The reason that led to diagnosis of DM1 was the presence of a sick relative in 7 cases (33.35%), the myotonic phenomenon in 3 (14.3%), detection of iperCKemia to blood tests in 2 (9, 5%), weakness in 7 (33.35%) and other reasons (headache and dizziness) in 2 (9.5%). One third of patients appeared to have normal blood gases, spirometry and nocturnal parameters while the remaining 66,7% had impaired lung function. The impaired lung function test was just the nocturnal cardiorespiratory monitoring in one patient (5%), just the spirometry in two patients (10%), blood gases and nocturnal cardiorespiratory monitoring in one patient (5%), blood gases and spirometry in three patients (15%), spirometry and nocturnal cardiorespiratory monitoring in three patients (15%), all three tests in 4 patients (20%). Of the 14 subjects with impaired respiratory function 9 had a so severe situation to met the criteria for NIV. Only four of the 21 patients properly interrogated reported symptoms suggestive of impaired lung function. One of these patients had no impairment of lung function. Conclusions: We enrolled 21 DM1 patients in three years. Probably the incidence of DM1 in our region is significantly higher than expected according to the literature. The majority of the patients enrolled had evidence of impaired lung function. No significant relationships were found between subjective complaints, clinical-demographic features and respiratory compromission (p>0.005). Timely recognition of a respiratory compromission may lead to improved survival and quality of life by the application of non-invasive ventilatory support. Importance of monitoring respiratory function in patients with DM1 is designed to avoid emergency procedures such as intubation. In relation to the heterogeneity of respiratory involvement features, all the three pneumological tests should be performed in all DM1 patients from the time of diagnosis. The guidelines regarding the indication for NIV don't take into account the differences that exist between the various neuromuscular diseases, is therefore necessary to draw up specific guidelines for each neuromuscular disease and in particular for DM1.
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Loddo, Giuseppe <1985&gt. « Dai risvegli confusi al sonnambulismo : aspetti clinici, videopolisonnografici e diagnosi differenziale dei disturbi dell'arousal nell'adulto ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9146/1/Loddo%C2%AD_Giuseppe_Doa%C2%AD.pdf.

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Résumé :
Introduzione I disturbi dell’arousal (DOA) comprendono: risvegli confusi, sonnambulismo e terrore notturno. Tali disturbi, negli adulti, spesso non hanno le caratteristiche di benignità presenti nei bambini. Inoltre, vanno distinti da altri eventi motori in sonno come l’epilessia sonno-correlata con crisi ipermotorie (SHE), caratterizzata da manifestazioni motorie di intensità e durata crescente come gli arousal parossistici, le crisi ipermotorie complesse e il sonnambulismo epilettico. Obiettivi Obiettivo dello studio è: descrivere le caratteristiche cliniche e semeiologiche dei DOA nell’adulto; caratterizzare gli episodi da un punto di vista motorio con particolare riferimento alla diagnosi differenziale con la SHE. Metodi La popolazione comprende un gruppo di pazienti adulti affetti da DOA, SHE e soggetti sani sottoposti a videopolisonnografia notturna (VPSG). Le VPSG sono state analizzate da 2 neurologi con esperienza in disturbi del sonno ed epilessia che hanno identificato e classificato tutti i movimenti e gli episodi ad insorgenza dal sonno. Risultati Sono stati arruolati 60 pazienti affetti da DOA, 30 affetti da SHE e 15 soggetti sani. Sono state analizzate 114 VPSG in cui sono stati registrati 334 episodi di DOA e 140 arousal parossistici. Sono stati individuati tre diversi pattern motori specifici dei DOA in età adulta di complessità ed intensità crescente: i movimenti semplici associati all’arousal; i movimenti di sollevamento associati all’arousal; i movimenti complessi associati all’arousal. Gli episodi minori dei DOA differiscono da quelli della SHE per durata, fase d’esordio dal sonno, coinvolgimento degli arti e comportamenti. Nei pazienti con DOA gli episodi maggiori e minori esordiscono più frequentemente nella fase 3 di sonno NREM e, nei pazienti con SHE, nella fase 2 di sonno NREM. Conclusioni Lo studio ha permesso di descrivere le caratteristiche cliniche e videopolisonnografiche dei DOA negli adulti fornendo elementi essenziali per la diagnosi differenziale con la SHE.
Introduction Arousal Disorders (DOA) include Confusional Arousal, Sleepwalking and Sleep Terrors. Adult DOA do not seem to be harmless, as in childhood, and need to be differentiated from other sleep disorders such as Sleep Hypermotor Epilepsy (SHE) in which seizures have an increasing intensity and duration ranging from paroxysmal arousal to hyperkinetic seizures and epileptic nocturnal wandering. Objectives To describe the clinical and semeiological features of DOA in adulthood; to characterize the motor features of the episodes in order to identify key features that can assist in the differential diagnosis with SHE. Methods The study involved adult DOA and SHE patients and healthy subjects who underwent a full-night videopolysomnography (VPSG). All VPSGs were analyzed by 2 neurologists with experience in sleep disorders and epilepsy who identified all movements and episodes arising from sleep. Results Sixty DOA, 30 SHE patients, and 15 healthy subjects have been enrolled. A total of 114 VPSG have been analyzed, 334 DOA and 140 paroxysmal arousals have been recorded. Three semeiological motor patterns with increasing intensity and complexity have been identified: simple arousal movements, rising arousal movements and complex arousal with ambulatory movements. Duration, sleep stage at onset, limb involvement, movement progression and behaviours are different in the briefest episodes of SHE and DOA. Episodes occurred mostly during N3 and N2 NREM sleep stage in DOA and SHE patients respectively. Conclusions The study described clinical and semeiological features of DOA in adulthood identifying key features that can assist in the differential diagnosis with SHE.
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Cevoli, Sabina <1970&gt. « Cefalee e sonno : Comorbilità emicrania associata al ciclo mestruale e disturbi del sonno-uno studio caso-controllo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/489/1/tesi_dottorato.pdf.

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Cevoli, Sabina <1970&gt. « Cefalee e sonno : Comorbilità emicrania associata al ciclo mestruale e disturbi del sonno-uno studio caso-controllo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/489/.

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Carvalho, Maria Imaculada Merlin de. « Avaliação neurologica em escolares com dislexia do desenvolvimento ». [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/312212.

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Résumé :
Orientador: Vanda Maria Gimenes Gonçalves
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-14T15:33:08Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Carvalho_MariaImaculadaMerlinde_M.pdf: 5079620 bytes, checksum: 57af6f7ff10156c4b75c019bc0f1d9e2 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: Essa pesquisa foi proposta tendo como objetivo o estudo dos sinais neurológicos, utilizando semiologia neurológica detalhada, em um grupo de escolares portadores de dislexia do desenvolvimento, comparados a um grupo sem queixa escolar. O grupo disléxico foi constituído por 12 escolares com diagnóstico de dislexia do desenvolvimento comprovada pelas avaliações neuropsicológica, fonoaudiológica e neurológica; projeto de pesquisa aprovado pelo Comitê de Ética em Pesquisa da instituição e os pais assinaram o Termo de Consentimento Livre e Esclarecido; idade cronológica mínima de 8 anos. O grupo controle foi composto por escolares bons leitores, sem dificuldades ou distúrbios de aprendizagem, indicados por professores e avaliados pela fonoaudióloga, pareados com os disléxicos por gênero e idade. Foram excluídos os escolares com diagnóstico de distúrbio de aprendizagem, com deficiência auditiva e visual, deficiência mental, síndromes genéticas ou grandes malformações, não comparecimento à primeira avaliação após três convocações sucessivas. Foram avaliados pelo Exame Neurológico Tradicional (ENT), Exame Neurológico Evolutivo (ENE) e Quick Neurological Screening Test II (QNST-II). O ENT foi normal em todos os escolares do grupo controle e em três do grupo disléxico; a alteração mais freqüente foi leve hipotonia muscular global ou localizada em membros superiores, observada em oito escolares como um achado isolado ou associado a outras alterações. O ENE foi normal em todos os escolares do grupo controle e alterado em todos do grupo disléxico. Nenhum participante apresentou dificuldade em equilíbrio dinâmico. Dentre os setores alterados os mais freqüentes foram persistência motora e tono muscular. As alterações detectadas foram heterogêneas, não constituindo um padrão ao exame do grupo disléxico. O QNST-II foi normal em todos os escolares do grupo controle e alterado em todos os participantes do grupo disléxico. O QNST-II identificou o grupo disléxico, com mediana de pontuação total 33 ± 11,95, classificado como desvio moderado e o grupo controle com pontuação total de 13,5 ± 4,57, classificado como normal, com diferença significativa entre os grupos (p-valor = 0,0005, teste de Wilcoxon). Alguns subtestes mostraram mediana de pontuação significativamente maior no grupo disléxico: habilidade manual, reconhecimento e reprodução de figuras, reprodução de formas na palma da mão, padrões sonoros, movimentos manuais reversos rápidos e repetitivos, extensão de braços e pernas, ficar em uma só perna, irregularidades comportamentais. Concluiuse que o uso desta técnica de avaliação neurológica acrescentou novos elementos semióticos no estudo do grupo disléxico.
Abstract: The objective was to propose a study of neurological signs, using detailed neurological semiology in a group of school aged children that had developmental dyslexia, compared to a group without learning disabilities. A group of 12 students were identified as dyslexic group, (1 girl and 11 boys), after neuropsychological, speech therapist and neurological evaluations. Ethical approval was obtained from the Research Ethics Committee of the institution and the families provided full informed consent; minimal chronological age of 8 years. They were matched on age and sex with the control group recruited in regular classroom placement, who were reading at grade level according to their school-teacher and the evaluation of the speech therapist. Those with learning disabilities, mental retardation, visual deficiency and hearing loss, genetic syndromes or malformations, or absence after three invitations were excluded. The Traditional Neurological Examination (TNE), Neurological Evolutional Examination (NEE) and Quick Neurological Screening Test II (QNST II) were used. The TNE was normal in the control group and in three of the dyslexic group. Muscular hypotonia was the most frequent alteration, observed in 8 schoolchildren. The NEE was normal in the control group and showed alterations in the entire dyslexic group. Nobody showed alteration in dynamic balance. The most altered items were the motor persistence and muscle tone. There was heterogeneous alterations, without a standard examination for the dislexic group. QNST II was normal in the control group and showed alterations in the entire dyslexic group. QNST II total scores correctly identified the dyslexic group, with median punctuation of total score 33 ± 11,95, classified as moderate discrepancy (MD) and the control group with 13,5 ± 4,57, classified as normal range (NR). The dyslexic group showed significantly higher scores than the control group (p-value = 0,0005, Wilcoxon test). Some subtests acted as a discriminator between the groups, with significantly higher scores in the dyslexic group in the subtests: hand skill, figure recognition and production, palm form recognition, sound patterns, rapidly reversing repetitive hand movements, arm and leg extension, stand on one leg, behavioral irregularities. We concluded that this technique of neurological evaluation added new semiotic elements in the study of the dyslexic group.
Mestrado
Neurologia
Mestre em Ciências Médicas
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Oliveira, Karina Tamarozzi de. « Disturbio adquirido de linguagem em crianças com doença cerebrovascular : aquisição de linguagem em lactentes e pre-escolares ». [s.n.], 2002. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/311117.

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Résumé :
Orientador : Maria Valeriana L. de Moura-Ribeiro
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-01T12:57:51Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Oliveira_KarinaTamarozzide_M.pdf: 23621893 bytes, checksum: 65336e92834ced891f1ac2add7334c58 (MD5) Previous issue date: 2002
Resumo: A Doença Cérebrovascular (DCV) é uma das causas do Distúrbio Adquirido de Linguagem (DAL), acometendo entre outras funções mentais superiores, a linguagem. A literatura especializada nos mostra quadros de DAL sem caracterizar os subsistemas lingüísticos alterados nos sujeitos avaliados. Assim, objetivou-se nesta pesquisa a avaliação de linguagem contendo subsistemas fonético-fonológicos, morfossintáticos, semântico lexicais, pragmáticos e discursivo narrativos, incluindo também as noções perceptivacognitivascom o intuito de considerar os pré-requisitos para posterior aquisição da leitura e escrita favorecendo um mellior desempenho escolar. Buscou-se caracterizar o diagnóstico de DAL considerando a assimetria hemisférica precoce para linguagem em hemisfério esquerdo, paralelamente a comunicação pré-verbal como início do desenvolvimento da linguagem na criança. Foram avaliadas 10 crianças, sendo 5 sujeitos experimentais e 5 pareadas como controles, na ocasião da avaliação fonoaudiológica proposta estavam com a idade cronológica até 5 anos e 11 meses, formando um grupo pré-escolar. No grupo experimental (GE), 4 sujeitos são do sexo masculino e 1 do sexo feminino, e o grupo controle (GC) foi pareado em sexo, faixa etária e idade com o GE. No GE, 2 sujeitos tinham lesões no hemisfério esquerdo (SI e S5), um no hemisfério direito (S4) e dois com lesões bilaterais (S2 e S3). A DCV foi do tipo isquêmicaem SI, S2, S3 e S5 e hemorrágica em S4, confinnado na fase aguda através de exame neurológico clínico e de imagem, todos atendido nesta fase por médico neurologista infantilda Disciplina de Neurologia Infantil da FCMlUNICAMP. Todos os pacientes tiveram triagem audiológica indicativos de limiares normaIS. Na análise qualitativa dos 5 sujeitos experimentais do ponto de vista fonoaudiológico através da aplicação de protocolos, provas e testes padronizados de linguagem e para avaliação neurológica, por meio de exame neurológico com complementação de exames laboratoriais em líquidos orgânicos e exames de imagem, foi possível realizar diagnósticos e correlacioná-Iosem todos os sujeitos. Nosso estudo mostrou que a recuperação do DAL em 5 cnanças que apresentaram DCV avaliados na idade pré-escolar revelou comprometimentos da linguagemobjetivos e sutis nos processos de aprendizagem
Abstract: Cerebrovascular Disease (CVD) is an Acquired Aphasia in Children etiology (AAC), because can deteriorate among other abilities, the language. The AAC literature shows us language assessments without details of linguistic elements. Our objectives in this research was described the language evaluation with phonetic-phonological, syntactic, semantic lexical, pragmatic and discursive narrative characteristics. We also evaluated perceptive-cognitive notions to consider the basis for subsequent acquisitionof reading and writing favoring a better school development. It was looked for AAC diagnostic characteristics considering the precocious language hemispherical asymmetry in left hemisphere, paraliel to pre -verbal communication as beginning of language development children. We evaluated 10 children, being 5 experimental subjects and 5 controls, they were chronological age until 5 years and 11 months in language evaluation, composing a preschool group. In the experimental group (eG), 4 subjects are male and 1 female, and the control group (cG) respected same sex and age of eG. In eG, 2 subjects had lesions in the left hemisphere (SI and S5), one in the right hemisphere (S4) and two with bilaterallesions (S2 and S3). CVD was ischaemic type in SI, S2, S3 and S5 and haemorrhagic in S4, confirmed in the acute phase through clinical neurological exam and image. Ali children were assisted in this phase by child neurologist of the Discipline of Child Neurology of FCMIUNICAMP. Ali patients has normal thresholds hearing. In the qualitative ana1ysisof language for 5 children through the application of protocols, proofs and standardized tests of language and for neurological evaluation, through neurological exam with complementation of laboratory in organic liquids and imageexams, it was possible to accomplish diagnostics and correlate them in ali subjects. Our study showed that recovery of AAC in 5 children with CVD in preschool age revealed specificslanguage compromisingin learning processes
Mestrado
Ciencias Biomedicas
Mestre em Ciências Médicas
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Livres sur le sujet "Disturbi neurologici"

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Brancaccia, Marco. Senza capo né coda : Pensavo fosse amore invece era un grave disturbo neurologico. Independently Published, 2019.

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Grevitt, Michael, et John K. Webb. Kyphosis. Oxford University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199550647.003.003016.

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Résumé :
♦ Kyphosis may be a focal deformity limited to a few spinal segments or a more global problem involving the thoraco-lumbar spine♦ The causes are myriad and reflect all the disease processes that affect bone♦ As well as producing pain from disturbed sagittal balance, neurological complications can occur infrequently♦ Conservative treatment in established kyphotic deformity has a limited role♦ The aims of surgery are to correct the deformity, restore sagittal alignment and decompress the neural elements as required.
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Muñoz, George E., et Isabella Leoni Garcia. Functional Medicine Approach to Addiction. Sous la direction de Shahla J. Modir et George E. Muñoz. Oxford University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780190275334.003.0018.

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Résumé :
The functional medicine protocol complements and enhances the traditional approach to recovery. Seen from a functional medicine perspective, the path to substance/and or food addiction recovery involves a multimodal approach. It shifts the focus from the imbalances in the brain and neurotransmitters to treat the whole person. It does so by considering the metabolic, hormonal, psychologic, immunologic, and neurologic functions that have been disturbed by addiction and that further perpetuate the inflammatory state of active addiction and during recovery phases. The gut-brain axis is reviewed from all aspects. Specific microbiome interventions, micronutrient, and vitamin deficiency support is reviewed. These interventions can be addressed through lifestyle modifications (including stress-reduction techniques), nutrition, supplementation, and in-depth case protocols, which will be further reviewed in the chapter.
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Walder, Dave, et Paul Reading. Narcolepsy : still sleepy on CPAP. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199657742.003.0011.

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Sleep disorders are an increasingly common reason for referral to the respiratory clinic, and our understanding of the different aetiologies is increasing. The commonest sleep disorder is sleep apnoea, but other sleep disorders can cause similar symptoms. Narcolepsy is a neurological disorder that affects the brain’s ability to regulate the normal sleep-wake cycle and often presents with similar symptoms to obstructive sleep apnoea, daytime hypersomnolence, and disturbed night-time sleeping but is largely underdiagnosed. This chapter discusses a patient who presented with symptoms of daytime somnolence and witnessed apnoeas and details the investigations required for a diagnosis of narcolepsy. It covers the more specialized sleep studies required for a clinical diagnosis and the treatment options available for patients with this condition.
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Chopra, Amit, Piyush Das et Karl Doghramji, dir. Management of Sleep Disorders in Psychiatry. Oxford University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780190929671.001.0001.

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Résumé :
‘Management of Sleep Disorders in Psychiatry’ provides an in-depth and evidence-based review of sleep-wake disorders included in Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition (DSM-5) that are associated with a range of psychiatric disorders including mood, anxiety, psychotic, neurocognitive, eating, and substance use disorders. It also includes special sections on sleep-wake disorders associated with pediatric and neurological disorders, and reviews forensic issues encountered in the practice of psychiatry as they relate to sleep disorders. The book is unique in its focus on clinical assessment and management of sleep-wake disorders, and provides in-depth insight into the impact of disturbed sleep and wakefulness on clinical course and treatment outcomes of comorbid psychiatric conditions. Treatments reviewed include both evidence-based pharmacological and behavioral strategies to address sleep-wake disorders in patients with psychiatric disorders. Case vignettes are added to assist in the understanding of key clinical concepts of sleep and psychiatric comorbidity and multiple-choice questions are added for self-assessment. This comprehensive text aims to cater to the needs of the clinicians in a wide range of medical specialties including psychiatrists, sleep medicine physicians, psychologists, primary care physicians, and neurologists who strive to improve the sleep and clinical outcomes of their patients with psychiatric disorders.
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Eyre, Janet. Clinical approach to developmental neurology. Oxford University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198569381.003.0171.

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Résumé :
The objectives and principles of neurological history and examination in children are the same as those in adults. This chapter therefore, will not provide an all-encompassing description of the neurological assessment of children, but highlights where the approach must differ substantially from that used in adults. Further it aims to provide a practical and useful approach to the examination of children, who may be preverbal and certainly will show less stamina for cooperation than adults. Of course as children get older, the examination can become more conventional and systematized. By adolescence the examination can be the same as the adult examination.The first and overriding factor for success is to be flexible and to make observations when the opportunity arises rather than to wait for abnormalities to arise during the course of a more systematic approach. Nonetheless a systematic approach to recording these results is essential, so as to bring together related observations made disparately in time. The history is of paramount importance in guiding the examination. Since it is unlikely that you will be able to complete a full examination, it is important to prioritize the observations needed in light of a differential diagnosis before you begin examining. Rather than rushing straight into the examination it is rewarding to gain a young child’s confidence by playing briefly with them. Also, instead of insisting on examining the child on a couch, it helps to become adept at examining young children on their parent’s or caretaker’s knee. Finally, no matter how cooperative a child is, potentially disturbing investigations should be left until last, including tendon reflexes or examination of the tongue, fundi, and ears. Otherwise all subsequent cooperation from the child may be lost after these examinations.The examination room environment is the key to a successful neurological examination and requires careful thought. There should be sufficient space to accommodate families and for the children to play. The room needs to be friendly and conducive to encouraging play. It needs to be equipped with carefully selected toys, pictures, pencils and paper, and books of interest to children over a wide age range. Observation of the child’s play whilst you are taking a history from the parents or caregivers will allow assessment of the child’s motor skills and developmental stage. Their use of play material can yield important clues to the nature of a deficit, by revealing ataxia, weakness, involuntary movements, tics, or spasticity. Play also provides an opportunity to assess the child’s behaviour, for instance their impulsivity, distractibility, and attention span. Interaction of the child with parents or caregivers can be observed also. If the child participates actively in the history taking, their understanding and contribution to the session allows you to make assessments of their language and intellectual skills.
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Costandi, Moheb. Body Am I. The MIT Press, 2022. http://dx.doi.org/10.7551/mitpress/10500.001.0001.

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Résumé :
How the way we perceive our bodies plays a critical role in the way we perceive ourselves: stories of phantom limbs, rubber hands, anorexia, and other phenomena. The body is central to our sense of identity. It can be a canvas for self-expression, decorated with clothing, jewelry, cosmetics, tattoos, and piercings. But the body is more than that. Bodily awareness, says scientist-writer Moheb Costandi, is key to self-consciousness. In Body Am I, Costandi examines how the brain perceives the body, how that perception translates into our conscious experience of the body, and how that experience contributes to our sense of self. Along the way, he explores what can happen when the mechanisms of bodily awareness are disturbed, leading to such phenomena as phantom limbs, alien hands, and amputee fetishes. Costandi explains that the brain generates maps and models of the body that guide how we perceive and use it, and that these maps and models are repeatedly modified and reconstructed. Drawing on recent bodily awareness research, the new science of self-consciousness, and historical milestones in neurology, he describes a range of psychiatric and neurological disorders that result when body and brain are out of sync, including not only the well-known phantom limb syndrome but also phantom breast and phantom penis syndromes; body integrity identity disorder, which compels a person to disown and then amputate a healthy arm or leg; and such eating disorders as anorexia. Wide-ranging and meticulously researched, Body Am I (the title comes from Nietzsche's Thus Spoke Zarathustra) offers new insight into self-consciousness by describing it in terms of bodily awareness.
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8

Fletcher, Nicholas. Movement disorders. Oxford University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198569381.003.0926.

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Résumé :
Almost any neurological disorder can produce a disorder of movement but the ‘movement disorders’ include the akinetic rigid syndromes, hyperkinesias, and some tremors. It can sometimes seem, especially with the use of videotape recordings, that diagnosis of movement disorders is mainly a matter of correct visual recognition. Such an approach is not recommended and can lead to mistakes unless, as in other areas of medicine, the history is considered first and the physical signs second. Obvious examples include the family history in Huntington’s disease, developmental history in dystonic cerebral palsy, and neuroleptic drug treatment in patients with tardive dyskinesia. In addition, a single disorder may give rise to several different types of involuntary movement. For example, Huntington’s disease may give rise to an akinetic rigid state, chorea, myoclonus, tics, or dystonia. Patients with Parkinson’s disease taking levodopa may show different types of movement disorder at different times of the day.In akinetic rigid states the diagnostic issue will be whether the patient has idiopathic Parkinson’s disease or one of the other Parkinsonian syndromes. With involuntary movements, the first step in diagnosis is to classify these as dystonia, tics, tremor, chorea, or myoclonus. It must be remembered that involuntary movements are merely physical signs, not diagnostic entities, and that they do not always occur in a pure form; for example, patients with dystonia may have additional choreiform movements or tremor. If more than one form of abnormal movement seems to be present, the diagnosis should be based on the most obvious one. The next step is to decide on the cause of the movements and at this stage the diagnosis must be based upon an accurate and complete history as noted above.The movement disorders are often associated with abnormalities of the basal ganglia and, to some extent, vice versa. This is not entirely correct. Disturbances of basal ganglia function certainly have profound effects on movement with the development of bradykinesia, rigidity, tremor, or the various forms of dyskinesia. However, it is not correct when considering the pathophysiology of movement disorders to regard the basal ganglia as an isolated movement control centre. In fact, they are an important but poorly understood component of a much wider motor system. It is also important to remember that the basal ganglia are involved in the processing of limbic and other cognitive processes which may also be disturbed by basal ganglia dysfunction.
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Chapitres de livres sur le sujet "Disturbi neurologici"

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Anderson, K. E., et J. M. Silver. « Disturbi neurologici e organici ». Dans Valutazione e gestione della violenza, 165–88. Milano : Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_10.

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Ferini-Strambi, Luigi. « Disturbi del sonno ». Dans Terapia delle malattie neurologiche, 69–79. Milano : Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_6.

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Antozzi, Carlo. « Disturbi della giunzione neuromuscolare ». Dans Terapia delle malattie neurologiche, 511–24. Milano : Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_39.

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Sghirlanzoni, Angelo, et Umberto Genovese. « Disturbi del sonno e ipotensione ortostatica neurogena ». Dans Guida alla valutazione medico-legale del danno neurologico, 159–64. Milano : Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2074-0_16.

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Sghirlanzoni, Angelo, et Umberto Genovese. « Disturbi dello stato di coscienza, coma e morte cerebrale ». Dans Guida alla valutazione medico-legale del danno neurologico, 173–77. Milano : Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2074-0_18.

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Perri, Damiano, Marco Simonetti, Osvaldo Gervasi et Natale Amato. « A Mobile App to Help People Affected by Visual Snow ». Dans Computational Science and Its Applications – ICCSA 2022 Workshops, 473–85. Cham : Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-10592-0_34.

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Résumé :
AbstractVisual Snow Syndrome is a neurological disease that causes flashing dots to appear throughout the visual field. Patients claim to see an endless stream of flashing dots throughout their visual area. Although patients frequently experience concurrent migraine, visual snow appears to be a distinct phenomenon from prolonged migraine aura. VSS has been linked to eye illness, thalamic dysfunctions, pure cortical phenomena, and disturbing connections between optical networks and nervous system networks. Any process may interact with or be causative of various symptoms and clinical aspects associated with VSS. The pathophysiology of Visual Snow Syndrome (VSS) and its likely location are currently being debated. In this work, the goal we have set as a team is to create an Android software application capable of representing what people with Visual Snow Syndrome perceive. The aim is to help patients to describe (and even show) the symptomatology of their problem to their doctor. That may be a non-trivial problem since sharing with somebody the shapes, the colours, and the movement of artefacts due to VS-related pathology(s) is a highly complex and, in some cases, frustrating task since this pathology is still little known.
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7

Hoffbrand, A. V. « Megaloblastic anaemia and miscellaneous deficiency anaemias ». Dans Oxford Textbook of Medicine, sous la direction de Chris Hatton et Deborah Hay, 5407–26. Oxford University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198746690.003.0536.

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Résumé :
Megaloblastic anaemias are characterized by red blood cell macrocytosis. They arise because of inhibition of DNA synthesis in the bone marrow, usually due to deficiency of one or other of vitamin B12 (cobalamin) or folate, but sometimes as a consequence of a drug or a congenital or acquired biochemical defect that disturbs vitamin B12 or folate metabolism, or affects DNA synthesis independent of vitamin B12 or folate. Acquired pernicious anaemia—antibodies in serum and gastric juice directed against parietal cells (85–90% of cases) and intrinsic factor (50%), and raised serum gastrin are associated with autoimmune gastritis and failure of absorption of vitamin B12. Treatment and prevention of megaloblastic anaemia—vitamin B12 deficiency—may be treated with intramuscular hydroxocobalamin (1-mg doses, six given in the first 2–3 weeks, then every 3 months). Oral therapy is practised by a minority and is unlikely to be useful in pernicious anaemia. Neurological complications are irreversible unless treated early. Folate deficiency—high-dose oral folic acid (5 mg daily) overcomes folate malabsorption, but this should not be given alone where vitamin B12 deficiency coexists because neurological disease may be precipitated or exacerbated (although the haematological abnormalities improve). Where folate metabolism is disturbed by methotrexate, oral or parenteral folinic acid is given to restore DNA synthesis. Prevention—dietary folate fortification is an accepted and highly effective public health measure in many countries (none in Europe) for reducing the incidence of neural tube birth defects.
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« Neurological Disorders Associated with Disturbed Sleep and Circadian Rhythms ». Dans Regulation of Sleep and Circadian Rhythms, 583–622. CRC Press, 1999. http://dx.doi.org/10.1201/9781420001211-22.

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Feemster, John C., et Erik K. St Louis. « Chorea, Ataxia, and Disturbed Sleep ». Dans Mayo Clinic Cases in Neuroimmunology, sous la direction de Andrew McKeon, B. Mark Keegan et W. Oliver Tobin, 108–10. Oxford University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780197583425.003.0033.

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Résumé :
A 72-year-old man sought care for predominant choreiform movements, mild gait ataxia, urinary dysfunction, and abnormal nocturnal behaviors. Choreiform movements were nearly constant while awake, vanished during sleep, and predominantly involved his lower extremities and trunk. He also had urinary dysfunction, with urinary hesitancy and frequency. Sleep-related behaviors included sleep talking, sleep singing, sudden single-limb jerking movements, and complex hand movements. He also had daytime sleepiness. On neurologic examination, abnormal findings included postural instability at baseline with eyes open and a slightly wide-based tentative gait and inability to execute tandem walking. He had intermittent choreiform movements of the legs and the left shoulder. He also had occasional repetitive, periodic, voluntary-appearing, triple flexion–type movements of both legs. Overnight polysomnography was ordered to evaluate nocturnal movements. Polysomnography revealed rapid periodic leg movements of sleep and rapid eye movement sleep without atonia. Sleep architecture was mildly deranged, with electroencephalographic alpha intrusion throughout nonrapid eye movement sleep, as well as absent slow-wave sleep. Ferritin level was suboptimal. Evaluation of serum for autoimmune encephalitis demonstrated IgLON family member 5 antibody positivity by tissue immunofluorescence assay, confirmed by cell-based assay. The patient was diagnosed with IgLON family member 5 autoimmune encephalitis and symptomatic rapid eye movement sleep behavior disorder. The patient was instructed to maintain a safe sleep environment at home and to begin taking melatonin at bedtime. A therapeutic trial of intravenous methylprednisolone, together with mycophenolate mofetil, was followed by improvement in memory, confusion, and hallucinations, waking involuntary movements, bladder dysfunction, and sleep quality. Rapid eye movement sleep behavior disorder is a parasomnia characterized by rapid eye movement sleep without atonia, the loss or dysregulation of normal rapid eye movement sleep atonia, which is its pathophysiologic signature, and which is permissive for dream enactment behaviors during rapid eye movement sleep.
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Gielen, M., I. Vanhorebeek, M. Boussemaere, PJ Wouters, D. Mesotten et G. Van den Berghe. « Disturbed Glucose Homeostasis and Markers of Neurological Injury in Critically Ill Children. » Dans Posters XV, P3–710—P3–710. Endocrine Society, 2010. http://dx.doi.org/10.1210/endo-meetings.2010.part3.p15.p3-710.

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Actes de conférences sur le sujet "Disturbi neurologici"

1

Nunes, Lília Tereza Diniz, Flávia S. Silva, Karyme G. Aota, Maria Beatriz Miranda S. B. de Assis, João Fellipe B. Bento, Ronan Fernando de Andrade et Pedro Henrique C. V. Silva. « Percheron Artery Ischemia : Case Report ». Dans XIII Congresso Paulista de Neurologia. Zeppelini Editorial e Comunicação, 2021. http://dx.doi.org/10.5327/1516-3180.393.

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Résumé :
Context: The Artery of Percheron (AOP) is an uncommon anatomic vascular variation derivated from posterior cerebral artery segment P1, wich branchs to irrigate bilaterally the thalamus in it is paramedian portion. Amidst vascular cerebral events of the ischemic type, thalamic infarction occour in 11% of the cases. The typical clinical presentation is constituted by the triad: cogniyivebehavior comitente, oculomotors and consience disturbs. Case report: J.F.M.L, 51 years old, male, was found unconscious in his residence by SAMU and then interned in Stroke Room of HGP in 02/06/2020 with a lowered level of consciousness (Glasgow 8). The tests demonstrated a bilateral thalamic infarct due to Artery of Percheron Ischemia. In 02/09/2020 it evolved into a Glasgow 9 being extubated. The CT after 3 days demonstrated absence of bleeding and prophylatically initiated simvastatin, clexane, physiotherapy and phonoaudiology. In 02/15/2020, during physical exam, the pacient was lucid, presented behavior alterations, had left cervical dystonia and ataxia. The patient progressed well and was discharged the next day. Conclusions: The AOP, when occluded, results in bilateral paramedian thalamic and the rostral midbrain infarctions wich may cause diagnosis issues, mainly because of the vast specter of diferential diagnosis. In the presence of triad signals characteritic of bilateral thalamic infarction in CT, it must suspect the manifestation of such entity.
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Baltazar, Ana Catarini Lopes, Amanda Mansur Rosa, Ana Luiza Soares Henriques de Almeida, Isabela Guedes, Luciana Maria Campos e. Silva, Suelen Darlane Vieira, Rafael Felipe Silva Rodrigues et Maíssa Ferreira Diniz. « Non-pharmacological therapy in the management of behavioral and cognitive symptoms of dementia : a literature review ». Dans XIII Congresso Paulista de Neurologia. Zeppelini Editorial e Comunicação, 2021. http://dx.doi.org/10.5327/1516-3180.494.

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Résumé :
Background: Pharmacological treatments for dementia, such as antipsychotics and benzodiazepines, cause significant side effects. Therefore, the search for non-pharmacological alternatives for relieving behavioral and psychological symptoms of dementia is increasing. Up to 90% of patients with dementia are affected by one or more symptoms: behavior change, disturbing vocalization, restlessness, rambling, apathy, among others. Objectives: Analyze the effectiveness of non-pharmacological measures in the management of dementia. Design and Setting: Review of the literature. Methods: The PubMed database was used with the descriptors “non pharmacological interventions”, and “dementia”. From the 450 found, 9 articles published between 2015 and 2019 were selected. Results: Some non-pharmacological measures reported were art therapy, music therapy, aromatherapy, behavioral therapy and physical exercises. However, intervention methods varied between studies as they used different teoric bases and investigated individually the effect of personalized activities. The best results were found when the treatment was adapted to the interests and skills of the participants, mainly regarding apathy and agitation. In addition, a study has shown that an organized non-pharmacological intervention program was also effective in controlling external and intrinsic symptoms, including hallucination and delirium. Conclusion: Studies focusing on alternative approaches reveal that different non-pharmacological interventions are able to reduce psychological symptoms and behavioral disorders. Therefore, they should be considered as first option interventions for treatment. In addition, these variants of precise treatment for greater visibility and more comprehensive studies.
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Tosta, Iara Ramos, Giulia Martini, Larissa Moreira Ribeiro, Vinicius Batista Corrêa da Silva, Amanda Cintra Pires et Elaine Rodrigues Rosa. « Association between Burnout Syndrome and the SARSCov-2 pandemic in healthcare professionals - a literature review ». Dans XIII Congresso Paulista de Neurologia. Zeppelini Editorial e Comunicação, 2021. http://dx.doi.org/10.5327/1516-3180.573.

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Résumé :
Background: The SARS-Cov-2 pandemic has presented numerous challenges to health systems. Exposure to stress scenarios by frontline workers has generated the exhaustion of this group as a response. Consequently, there was an increase in the incidence of Burnout Syndrome (BS) amongst these professionals. Objectives: Analysis of the correlation between BS in the healthcare professionals and the SARS-Cov-2 pandemic. Design and setting: Narrative literature review conducted by Centro Universitário de Mineiros, Campus Trindade. Methods: Articles selected from the PubMed and Scielo database between 2020 and 2021, with the descriptors “Burnout” AND “SARS-CoV-2”. 9 articles were analyzed. Results: The quantitative study carried out by the Jornal Brasileiro de Psiquiatria with 94 nursing technicians working in the SARS-CoV-2 pandemic indicated that 25% had BS (p ≤ 0.25). Another study carried out by the same magazine identified health problems as impaired mental health workers. The study was carried out with 123 professionals, using scores from the Self-Reporting Questionnaire, in which approximately 45% had a score compatible with BS (p <0.05). Amongst the causalities, the professionals’ lack of emotional preparation, extended shifts, limited resources, lack of access to updated information, disturbed sleep patterns, anxiety and depression stood out. The increase in these stressors during the pandemic exposed professionals to a greater risk of developing Burnout Conclusions: This study suggests a strong association between the SARSCov-2 pandemic and the development of BS among health professionals, emphasizing the importance of measures to minimize the impact on these professionals’ mental health.
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Jiang, Jingfeng, et Zhengfu Xu. « Regularization of Phase-Contrast MRI Velocity Measurements : Initial In Vivo Experience in a Canine Aneurysm Model ». Dans ASME 2013 Summer Bioengineering Conference. American Society of Mechanical Engineers, 2013. http://dx.doi.org/10.1115/sbc2013-14752.

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Résumé :
According to the US National Institute of Neurological Disorders and Stroke, incidence of reported intracranial aneurysm (IA) rupture is about 0.001%. In other words, there are thus about 27,000 people who may suffer stroke from ruptured cerebral aneurysms each year. The origin and natural history of IAs are closely associated with disturbed hemodynamics though exact mechanisms are unknown.[1, 2] Consequently, blood flow parameters measured from phase-contrast magnetic resonance imaging (PC-MRI) [3, 4] may provide insight not only into factors relevant to the development and progression of IAs but also into their short and long term responses to therapeutic interventions (e.g. coil embolization and stent deployment).
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