Thèses sur le sujet « Diritto dell'arte »

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1

D'Amore, Martina <1993&gt. « Il diritto di proprietà industriale e il mondo dell'arte : il caso Vantablack ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15169.

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Résumé :
L'elaborato vuole proporre una analisi del sistema delle fonti giuridiche in materia di brevetti e proprietà industriali a partire dalle prime convenzioni per arrivare alle leggi più recenti. Dopo aver analizzato nello specifico come funzioni il sistema di tutela da brevetto, si analizza il caso Vantablack. Studio della brevettabilità di un colore e la licenza che ne è scaturita tra la società produttrice e l'artista Anish Kapoor. Tutela e semplice business oppure una trovata pubblicitaria?
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2

Gonzato, Alessandro Maria <1981&gt. « La libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea : "stato dell'arte" e prospettive per il futuro ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1131.

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Résumé :
La tesi ha per oggetto il principio della libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea. Il principio, sancito dal Trattato di Roma più di cinquantanni or sono, ha sollevato nel corso del tempo importanti questioni applicative, alimentando costantemente il dibattito dottrinale e giurisprudenziale. L'analisi è stata condotta orientando la ricerca principalmente lungo due direttrici: la prima, volta a tracciare una riflessione sistematica sulle complesse problematiche connesse alla mobilità delle società nel mercato interno dell'Unione; la seconda diretta a fornire elementi di comprensione dello stato attuale del difficile processo di armonizzazione del diritto societario europeo, anche con riferimento agli effetti di sperimentata competizione tra ordinamenti. Con riguardo al primo filone, viene proposto un quadro espositivo che parte dall'analisi della normativa comunitaria, dalle direttive di armonizzazione societaria ai regolamenti che hanno introdotto i principali modelli societari europei, fino a giungere alla trattazione dei casi posti dalla disciplina in oggetto sul versante del diritto internazionale privato. Vengono così esposte le teorie dell'incorporazione e della sede reale, come operanti all'interno dei vari ordinamenti e i relativi criteri di collegamento nella disciplina internazionalprivatistica, sulla scorta delle più importanti pronunce giurisprudenziali della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e dei Tribunali nazionali. Muovendo l'orizzonte di analisi ad ulteriori forme societarie operanti nel territorio dell'Unione, ossia le società bancarie, finanziarie ed assicurative, lo spettro di indagine sulla mobilità transfrontaliera si è allargato ulteriormente, contribuendo al confronto con un diverso sistema di regole. Infatti, in tali settori, la libertà di stabilimento, operando attraverso il solo stabilimento secondario e scontando un apparato autorizzativo all'attività intracomunitaria ampiamente regolamentato, risulta peculiare rispetto a quanto succede invece per le società aventi ad oggetto lo svolgimento di attività diverse. Tale impostazione permette, alla fine del lavoro, di compiere un tentativo di sintesi del percorso intrapreso, su opposti versanti, dalla disciplina delle società con riguardo alla loro attività trasfrontaliera in regime di stabilimento; la traccia così segnata offre altresì la possibilità di delineare prospettive orientate alla risoluzione delle questioni ancora aperte, sia in termini di risultati normativi, sia in materia di scelta di una tecnica regolatoria utile al raggiungimento di tali risultati.
The subject of the present thesis is the principle of freedom of establishment under EU company law. This principle has involved relevant questions concerning its application within the internal market since the entering into force of the EC Treaty. Freedom of establishment has also generated a long debate over the last fifty years, in doctrine papers as well as in EU Court of Justice' judgements.The discussion on the principle of freedom of establishment is mainly related to the companies’ mobility in Europe. Secondly, the process between harmonization and liberalisation in EU company law has to be further devoloped, considering also the risks of “forum shopping” between EU member states. Referring to the mobility of companies in Europe, analysis has been enlarged with the discussion about european directives (i.e. Merger Directive 2005/56/CE) concerning the right to exercize mobility from one member state to another, european company statutes (i.e. SE), the proposal of “fourteenth directive” and European Private Company (SPE). The mobility of companies in EU implies international law matter referred to the important choice between “incorporation theory” or “real seat theory” as criteria in transferring company seat, and in cross-boarder mergers among industrial and commercial companies. Comparison between the above-mentioned subject of mobility in Europe with the freedom of establishment's principle, as defined in banking, insurance and financial law, is common so as to stress an in-depth difference in the legislative approach: registered office and administrative office must be positioned in the same member state, european authorisation admitted by the country of origin, establishing branches in other member states. The aforesaid conceptual framework allows to formulate some conclusions based on the right of free establishment next upgrade and fixing perspectives on balance between harmonisation and liberalisation in European company law.
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3

Carraro, Alberto <1996&gt. « Riciclaggio e Mercato dell'arte : analisi e studio del settore in termini di rischiosità ed elementi di criticità ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19064.

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Résumé :
Il reato di riciclaggio e finanziamento al terrorismo ha acquisito nel corso del tempo un'importanza sempre più preponderante all'interno del dibattito economico, in virtù all'evidente aumento delle attività ad esse connesse ed alle distorsioni che esso provoca all'interno dell'economia legale. L'attenzione dei Legislatori internazionali, come conseguenza del susseguirsi delle Convezioni avvenute precedentemete, si è posta in primo luogo al rischio di utilizzo improprio del mercato finanziario, per poi migrare verso altri settori dell'economia considerati ad alto rischio. Con l'emanazione e il conseguente recepimento della V direttiva europea antiriciclaggio, il Legislatore comunitario evidenzia l'elevato rischio di propagazione del reato all'interno del mercato dell'arte determinando l'inserimento degli operatori del commercio di opere d'arte e oggetti d'antiquariato nella platea dei soggetti destinatari degli obblighi di antiriciclaggio. Con il seguente elaborato si cerca di cogliere i motivi per cui vi sia stata l'introduzione di tale settore all'interno della normativa cogliendone gli elementi di criticità e le caratteristiche intrinseche che garantiscono al mercato una forte attrazione verso questi soggetti criminosi. In virtù di ciò, l'elaboratosi presenta suddiviso in tre parti. Nel primo capitolo viene trattato un primo approccio al reato spiegandone le caratteristiche, le rappresentazioni, i metodi di propagazione e i danni macroeconomici indotti al sistema. Nel secondo capitolo si tratta la normativa' italiana e europea, rivolta al contrasto del fenomeno analizzandone i metodi operativi e i soggetti protagonisti di tale attività. Nell'ultimo capitolo si svolgerà un focus sul mercato dell'arte e sui motivi per cui venga utilizzato questo settore economico come strumento di propagazione.
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4

Babini, Sofia <1997&gt. « Lo sfruttamento dell'animale non umano nelle pratiche artistiche : storia e sviluppo dell'utilizzo degli animali, del diritto animale e degli Animal Studies all'interno dell'arte contemporanea ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21555.

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Résumé :
In questa tesi analizzo il tema dello sfruttamento degli animali nell’ambito dell’arte contemporanea, analizzando lo status giuridico degli animali non umani e le misure volte alla loro protezione all’interno della pratica artistica. Nel primo capitolo contestualizzo la pratica dell’ “arte viva” lungo la storia della performance: introduco l’Arte Povera in Italia per poi analizzare l’opera di Jannis Koiunellis e il suo rapporto con la materia animale; nello stesso capitolo sono analizzate anche le pratiche di altri artisti canonizzati come Joseph Beuys, Jan Fabre, Hermann Nitsch, Gli artisti che tratto sono figure fondamentali del panorama contemporaneo che hanno rivoluzionato il rapporto dell’artista con il pubblico e con la materia artistica. In particolare, analizzo i casi in cui questa materia è un animale non umano, materia viva per l’artista da utilizzare nella sua opera. Gli animali sono stati oggetto dell’arte fin dalle prime espressioni artistiche, come i dipinti rupestri e costumi cerimoniali delle antiche comunità indigene. Tuttavia, l’arte contemporanea ha portato il coinvolgimento degli animali nell’arte un passo oltre: alcuni artisti hanno deciso di includerli direttamente come parte dell’opera per fare dichiarazioni politiche e sociali sulla nostra relazione con il mondo animale. Nel secondo capitolo affrontiamo il tema della legislazione attorno all’essere animale non umano e dell’attivismo animalista. Constatiamo lo stato della legislazione attuale – europeo e italiano –, mettendone in risalto difetti e riportando proposte di legislazione di espriti di diritto animale come Rachel Share. La trattazione è accompagnata dalle voci eminenti degli Animal Studies come Peter Singer e Tom Regan, che scrivono sul tema dagli anni Ottanta, ma anche da personalità del contemporaneo come Donna Haraway, Kari Weil, Cary Wolfe, di cui viene sottolineata l’importanza in questo panorama accademico. Approfondisco in particolare il tema della tassidermia, forma in cui il corpo animale viene utilizzato nelle opere degli artisti trattati, distinguendo in particolare fra due tipi, la tassidermia “pasticciata” e quella “speculativa” teorizzata da Giovanni Aloi. Per quanto rigurarda l’ambito italiano, svolgo una breve storia dell’attivismo animalista che possa contestualizzare il quadro legislativo odierno e le modifiche che ci sono state negli ultimi decenni. L’ultimo capitolo dell’elaborato è dedicato all’analisi della pratica artistica di personalità dell’arte contemporanea come Adel Abdessemed, Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, Wim Delvoye, Damien Hirst, gli attriti che hanno avuto con le associazioni animaliste, con la legge, con il pubblico. L’approccio che adotto è antispecista e critico nei confronti della posizione subalterna dell’animale non umano rispetto a quello umano, della sua mercificazione e del suo sfruttamento.
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5

BERTI, NICOLA. « La modifica dell'atto amministrativo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277365.

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Résumé :
La tesi ha ad oggetto il regime giuridico della modifica (o riforma) dell'atto amministrativo, la quale costituisce una figura priva di una disciplina giuridica generale all'interno dell'ordinamento italiano. Si indagano, in primo luogo, le strutture giuridiche che consentono la modificazione di un atto amministrativo, al fine di comprendere se essa possa ritenersi compatibile con il principio di legalità. Se ne affrontano, successivamente, le peculiari declinazioni procedimentali, nonché i riflessi in ordine alla tutela del legittimo affidamento del beneficiario dell'atto modificato.
The object of the thesis is the legal regime of the modification (or reformation) of the administrative act, which is an institute devoid of a general discipline inside the legal Italian system. Firstly, the thesis investigates juridical structures which allow the modification of an administrative act, to understand if it can be compatible with the rule of law. Subsequently, the thesis deals with the peculiar procedural declinations of the modification, as well as the consequences regarding the protection of the legitimate expectation of the beneficiaries of the administrative activities.
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6

Mineo, Giulia <1994&gt. « L'attività estera dell'Arma dei Carabinieri ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13322.

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Résumé :
La tesi di laurea magistrale, il cui titolo è “L’attività estera dell’Arma dei Carabinieri”, si focalizza su tutte quelle attività e quei ruoli strategici svolti dagli uomini dell’Arma oltreconfine. Vi sarà un accenno alla storia della nascita dell’Arma per capire meglio quando e perché è stata fondata per poi passare nel concreto al suo effettivo impiego e alla sua efficienza sul campo. Ci sarà un excursus delle missioni di pace a cui ha partecipato l’Arma dei Carabinieri dal lontano ‘800 fino ai giorni nostri, l’attività dell’Europol , dell'Interpol e dell’EuroGendFor. Di particolare spicco si rivela essere il ruolo degli uomini dell’Arma per ciò che concerne la tutela del patrimonio artistico e culturale nonché l’attività di intelligence con la cyber secutiry. Affinché tutto questo possa essere ben reso, tuttavia, è necessario fare un passo indietro e guardare dapprima all’ambito internazionale e solo successivamente all’ambito interno. Di fatto, relativamente alle missioni di pace saranno diversi i capitoli dedicati a quelle organizzazioni internazionali che si occupano della loro giuda nonché gestione, come: l’ONU, la NATO, l’UE ed anche gli accordi internazionali. Infine, prima di giungere al vero cuore della tesi, vi sarà un accenno alle altre forze armate italiane, l’Esercito, la Marina Militare e l’Aeronautica, che pure svolgono missioni all’estero e ricoprono ruoli molto importanti oltreconfine.
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7

Iuffrida, Marco <1982&gt. « Il cane e l'uomo nella cultura e nel diritto dell'alto medioevo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5011/1/Iuffrida_Marco_Tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Attraverso l’indagine di fonti altomedievali come le Leges dei barbari si è potuto valutare, da un punto di vista pragmatico e fattuale, l’intenzione umana – a volte incidentale e pure difficoltosa – di inquadrare e definire il rapporto con un animale domestico come il cane, che continua e si evolve tra Antichità ed Alto Medioevo e senza una cesura netta. Per completare il quadro culturale e storico-sociale della ricerca, oltre alla trattatistica antica e alla letteratura medievale sugli animali, si è passato in rassegna espressioni documentarie come i capitularia mundana ed ecclasiastica, che hanno destato ulteriore interesse in quanto in esse sussiste il riflesso di un’attenzione tutta “altomedievale” per il cane e per quell’attività che da millenni lega l’uomo a questo animale: la caccia. L’argomento venatorio presuppone l’associazione con il cane nella quasi totalità dei provvedimenti sulla caccia, trasmettendo testimonianze stimabili del connubio homo cum canibus. Ne risulta ora un’amicitia, ora un legame impedito come nelle continue interdizioni venatorie rivolte agli ecclesiastici, uomini – e donne – di Chiesa che andavano a caccia. Pur non fornendo le stesse informazioni minuziose sui cani delle Leggi dei barbari, i capitularia propongono suggestivi scorci di un mondo in cui la caccia, forse la sola attività attraverso cui uomo e cane condividono le medesime trepidazioni primordiali, non era violenza gratuita ma un fondamento della cultura, soprattutto, ma non solo, di ambito aristocratico.
This thesis analyzes the relationship between man and dog through a novel interpretative grid informed by the cultural approach adopted by a complex assemblage of barbarians (Visigoths, Franks, Lombards, Frisians, etc.). Solidarity or otherness? Examination of the early medieval Leges of the barbarians and the capitularia has facilitated a pragmatic and fact-based assessment of humanity’s fraught and somewhat haphazard attempts at understanding and defining its relations with domestic animals such as dogs. This analysis also allows us to bring to light the new roles that increased the significance of the dog in daily life (different types of dogs listed, i.e. barmbraccus, petrunculus, canis acceptoricius, triphunt, hovawart, etc.). The intrinsic peculiarity of the Laws of the barbarians means we can now underscore the substantial difference between classical civilization and the barbarian world in the context of which the dog took on a specific role that was complementary to man’s activities, above all hunting.
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Iuffrida, Marco <1982&gt. « Il cane e l'uomo nella cultura e nel diritto dell'alto medioevo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5011/.

Texte intégral
Résumé :
Attraverso l’indagine di fonti altomedievali come le Leges dei barbari si è potuto valutare, da un punto di vista pragmatico e fattuale, l’intenzione umana – a volte incidentale e pure difficoltosa – di inquadrare e definire il rapporto con un animale domestico come il cane, che continua e si evolve tra Antichità ed Alto Medioevo e senza una cesura netta. Per completare il quadro culturale e storico-sociale della ricerca, oltre alla trattatistica antica e alla letteratura medievale sugli animali, si è passato in rassegna espressioni documentarie come i capitularia mundana ed ecclasiastica, che hanno destato ulteriore interesse in quanto in esse sussiste il riflesso di un’attenzione tutta “altomedievale” per il cane e per quell’attività che da millenni lega l’uomo a questo animale: la caccia. L’argomento venatorio presuppone l’associazione con il cane nella quasi totalità dei provvedimenti sulla caccia, trasmettendo testimonianze stimabili del connubio homo cum canibus. Ne risulta ora un’amicitia, ora un legame impedito come nelle continue interdizioni venatorie rivolte agli ecclesiastici, uomini – e donne – di Chiesa che andavano a caccia. Pur non fornendo le stesse informazioni minuziose sui cani delle Leggi dei barbari, i capitularia propongono suggestivi scorci di un mondo in cui la caccia, forse la sola attività attraverso cui uomo e cane condividono le medesime trepidazioni primordiali, non era violenza gratuita ma un fondamento della cultura, soprattutto, ma non solo, di ambito aristocratico.
This thesis analyzes the relationship between man and dog through a novel interpretative grid informed by the cultural approach adopted by a complex assemblage of barbarians (Visigoths, Franks, Lombards, Frisians, etc.). Solidarity or otherness? Examination of the early medieval Leges of the barbarians and the capitularia has facilitated a pragmatic and fact-based assessment of humanity’s fraught and somewhat haphazard attempts at understanding and defining its relations with domestic animals such as dogs. This analysis also allows us to bring to light the new roles that increased the significance of the dog in daily life (different types of dogs listed, i.e. barmbraccus, petrunculus, canis acceptoricius, triphunt, hovawart, etc.). The intrinsic peculiarity of the Laws of the barbarians means we can now underscore the substantial difference between classical civilization and the barbarian world in the context of which the dog took on a specific role that was complementary to man’s activities, above all hunting.
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Bertolin, Alessandro <1989&gt. « AZIONI DI RESPONSABILITA' DEL CURATORE AI SENSI DELL'ART. 146 L.F ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5386.

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CONFORTINI, GIULIO. « Il reclamo dell'art. 26 legge fallimentare : funzione e struttura ». Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054145.

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Mocchegiani, Maria <1990&gt. « Potere giudiziario e sapere tecnico-scientifico : per un'interpretazione evolutiva dell'art. 101 Cost ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8508/1/Mocchegiani_Maria_tesi.pdf.

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Résumé :
La presente trattazione si propone l’obiettivo di indagare le trasformazioni cui il ruolo del giudice è esposto per effetto dell’ingresso nel processo delle cosiddette conoscenze esperte. Assumendo l’art. 101 Cost. quale punto di partenza e di arrivo dell’intera ricerca, l’intenzione di chi scrive è quella di ricostruire il complesso rapporto tra il potere giudiziario e il sapere tecnico-scientifico adottando una prospettiva di analisi che consenta di osservare il fenomeno nel suo concreto atteggiarsi nel perimetro elettivo di azione del giudice: il processo. Si è dunque scelto di suddividere il lavoro in due parti: la prima, dedicata allo studio della funzione giudiziaria nel suo dover essere secondo una duplice direttrice di matrice storico-costituzionalistica e dogmatico-processualistica; la seconda, rivolta all’indagine dell’essere e dunque all’osservazione empirica delle più emblematiche e dibattute manifestazioni dell’interazione tra il giudice e il dato tecnico-scientifico nelle singole realtà processuali del nostro ordinamento giuridico, ossia il processo penale, il processo civile, il processo amministrativo e il processo costituzionale. Tale opzione ha imposto l’adozione di un metodo di analisi di tipo induttivo, atto ad approdare a conclusioni di carattere sistematico sulla base di un’attenta osservazione empirica delle peculiarità proprie di ciascuno dei contesti processuali di volta in volta esaminati. Nelle conclusioni, ci spingeremo a proporre un’interpretazione evolutiva dell’art. 101 Cost. e del brocardo – iudex peritus peritorum – che ne rappresenta il precipitato per misurare i principi fondamentali ivi consacrati sulle istanze del progresso tecnico-scientifico e attualizzarne il significato in un’epoca storica in cui la scienza e la tecnica permeano e condizionano le relazioni intersoggettive in modo senz’altro più incisivo che non in passato.
The present dissertation aims to investigate if and how the role of the judge is transformed due to the entry into the process of the expert knowledge. Assuming the art. 101 of the Constitution as the point of departure and arrival of the whole research, the intention of the writer is to reconstruct the complex relationship between judicial power and technical-scientific knowledge by adopting a perspective of analysis that allows to observe the phenomenon in the elective perimeter of the judge's action: the process. We have therefore chosen to divide the work into two parts: the first, dedicated to the study of the judicial function in its “sollen” according to a double directrix of historical-constitutionalist and dogmatic-proceduralist matrix; the second, addressed to the investigation of the “sein” and therefore to the empirical observation of the most emblematic and controversial manifestations of the interaction between the judge and the technical-scientific data in the single procedural contexts of our legal system, ie the criminal trial, the civil trial, the administrative trial and the constitutional trial. By adopting an inductive analysis method, we will try to propose a systematic reconstruction that allows us to identify the outcomes and the trends of our interdisciplinary research, and therefore to collect the distortions to which the role of the judge is exposed in the era of scientific-technological progress. Aware of the risk of yielding to simplifying temptations or to scientistic illusions, as well as to surrender to technocratic drifts, we will try to propose some solutions in order to preserve the most authentic meaning of art. 101 of the Constitution, which requires the judge both to administer justice "in the name of the people" and to be subjected "only to the law", in the tireless pursuit of truth and justice.
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Chihai, Corina <1991&gt. « Applicazione dell'art. 35 del Regolamento UE n. 2016/679 - Data Protection Impact Assessment ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15645.

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Résumé :
Il presente elaborato viene focalizzato sul diritto alla privacy nel nuovo “Pacchetto protezione dati”, soprattutto nel Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, obbligando l’adeguamento della normativa nazionale di ogni Stato membro entro il 24 maggio 2018. Il GDPR (General Data Protection Regulation) introduce delle significative novità in tema di privacy, come ad esempio il principio dell’accountability (responsabilizzazione) in capo al Titolare del trattamento dati e al responsabile del trattamento dati, la figura del Responsabile Protezione Dati (RPD o DPO), il diritto alla portabilità dei dati, il diritto all’oblio, la protezione dei dati fin dalla progettazione (Privacy by design) e protezione per impostazione predefinita (Privacy by Default), cambiando completamente la prospettiva della Direttiva 95/46/CE – la cosiddetta Direttiva “madre”. Ma il cuore dell’intera dissertazione è l’articolo 35 del GDPR, ai sensi del quale viene prevista la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, o la c.d. Data Protection Impact Assessment (DPIA). Tale valutazione è un processo finalizzato a valutare il rispetto dei principi privacy – come i principi di necessità e proporzionalità – e a valutare e gestire i rischi inerenti al trattamento. In merito, si terrà conto delle Linee guida del Gruppo di Lavoro articolo 29, in special modo dei criteri per stabilire se un trattamento “possa presentare un rischio elevato” in base al Regolamento UE n. 2016/679. Al riguardo verrà sviluppato un modello di valutazione di impatto sulla protezione dei dati, nonché la sua applicazione all'interno di cinque realtà diverse, ovvero la videosorveglianza sul posto di lavoro, i dati medici in azienda ospedaliera, la richiesta del casellario giudiziario a fini assuntivi, il trattamento dei dati nel settore del telemarketing, il trattamento dei dati nell'ambito bancario.
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Aspergh, Giulia <1987&gt. « La sospensione dell'efficacia giuridica dell'atto e della sentenza nel processo tributario ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4807.

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Résumé :
Analisi degli atti impugnabili attraverso il ricorso con particolare attenzione agli atti che possono essere "sospendibili". Focus sulle problematiche attuali riguardanti la tutela cautelare nel processo tributario e la possibilità di chiedere la sospensione dell'esecuzione di atti e sentenze all'interno dello stesso.
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Provenzano, P. « LA DISCIPLINA DEI VIZI PROCEDIMENTALI ALLA LUCE DELL'ART. 41 DELLA CARTA DEI DIRITTI DELL'UNIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171329.

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Résumé :
The aim of this essay is to analyse, in light of the article 41 of the Charter of fundamental rights of the European Union, the italian discipline of procedural deficiencies in administrative law. The first part is devoted to the study of the case law of the European Courts reagarding the right of good administration. In the second part se will focus on the different theories about the importance of formal defects developed in Italy after the adoption of law n. 241/1990. In the final part of the essay we will analyse the art. 21-octies L. n. 241/1990, and we will underline how this provision should be construed to prevent the violation of EU law.
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PASSERINI, GLAZEL LORENZO. « Tipo, tipicità, atipicità nella pragmatica dell'atto giuridico ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2003. http://hdl.handle.net/10281/1590.

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Résumé :
The classification of phenomena into different types is constitutive of every scientific inquiry. But what is a type? What is the peculiarity of the concept of “type” compared with other classificatory concepts (the concepts of “class”, of “universal”, of “concept”, for instance)? And what is the relationship between a type and its concrete occurrences? In the present book, two researches intersect: the epistemological research on the specificity of the concepts of “type” and “prototype” in the theory of categorization, and the research on the role of type and typicalness in the theory of legal acts. The relationship between a type and its occurrences reveals, in legal phenomena, a peculiar normative force: on the one side, it is through the type of a legal act that the rules applying to every occurrence of that act are defined; on the other side, it is through the type of a legal act that the effects produced by every occurrence of that act are determined. In some contexts, a legal act has in its type its proper condition of possibility. Through the analysis of the normative function of types, the author examines the role played by types in the structure of social behaviour, in an inquiry that transcends the limits of the theory of categorization and the theory of legal acts, to provide original contributions to the philosophy of institutional phenomena and to social ontology.
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Lia, Giulia <1989&gt. « LA CONVENZIONE UNIDROIT : BENI CULTURALI RUBATI O ILLECITAMENTE ESPORTATI. LE PROBLEMATICHE NEI PAESI DELL'AREA MEDITERRANEA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2070.

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Favero, Silvia <1997&gt. « Il caso Cappato ed il diritto a morire. Indagine sulla costituzionalità dell'art. 580 c.p., dall'ideologia di Alfredo Rocco ai moderni principi liberali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17059.

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Résumé :
"Rapida e indolore" è la morte che desideriamo tutti quanti, ma a chi è concessa veramente? Ne abbiamo tutti diritto in misura uguale? E ancora prima, abbiamo diritto a morire? Perché disprezziamo colui che si toglie la vita da sé, ma proviamo compassione per coloro che dopo anni trascorsi su di un letto di ospedale non riescono a morire in maniera dignitosa? Perché concediamo la morte solo sotto determinate condizioni? E quali sono queste condizioni che rendono dignitosa e legittima la dipartita? Poter morire è una condizione insita nell'essere umano come in ciascun essere vivente di questo mondo, ma voler morire no: il desiderio di morte, ed in particolare quello di una morte dignitosa, appartiene solamente all'uomo... Nel nostro percorso cercheremo di rispondere a questa domanda: la legge italiana tutela questa controversa concessione della natura?
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Todeschini, Premuda Andrea. « La fattispecie acquisitiva dell'art. 2644 c.c. - Sul concetto di acquisto a titolo derivativo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422146.

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Résumé :
ABSTRACT After a brief historical analysis of the different methods of selling real estate, starting from the classical Roman times, we have investigated the delicate issue of the relationship between translative consensu, as provided for in art.1376 Civil Code, and the laws relating to the transcription of real estate purchases, with particular attention to the laws indicated under art. 2644 Civil Code. The problem is co-ordinating the two norms and detecting a solution which does not erase the relevance of consensus (exclusively) to sell real estate, during the application of the transcription laws. By means of a critical ascertainment of the main theoretical analyses involved, we end up negating the value not only of the clearly anti-consent theories but also of the so-called relative theories – confirming, on the contrary, the suitability of the consensus itself (before and regardless of transcription) to sell real estate. We have then analyzed the so called theory of resultory legal condition, which creates the previous transcription of the second purchase as a resolutory condicio iuris of the first purchase; especially in order to save the retroactive power of such a resolution, which is considered the only instrument compatible with the derivative nature of the second purchase. The study then goes in two directions. First, it continues in an attempt to demonstrate that the provisions laid down in the field of voluntary termination condition are inapplicable to the phenomenon involved. Secondly, the research aims to define more precisely the boundaries between original purchases and derivative purchases, coming to claim that the ascription to one or the other category disregards the requirement of the seller’s prior ownership of the right, and has instead its foundation in the discipline that law reserves to the position of the successor. When the law status that applies to the latter is in compliance with the one already recognized for the seller, it will be possible to consider the second buyer first transcriber as a successor, though a non domino, still derivative; and at the same time it will be possible to qualify the purchase of the first purchaser, as ineffective because not promptly transcribed. The results of the reconstruction are then tested (and confirmed) by comparing them with some situations that may occur in the concrete case of a double alienation of real property, in particular the interference of the discipline of art. 2644 Civil Code is analyzed considering the existence or creation of rights (both real and personal) on the asset to which the double act of disposal is referred. The phenomenon is finally compared with another (in some ways similar) purchase: the abbreviated usucapio of real estate, the occurance of which requires, however, additional requirements, such as good faith, the possession and the passing of time. We have concluded by saying that the difference of discipline is but the expression of a structural diversity of the two events: being the purchase by the first transcriber second buyer a derivative purchase, anyway deriving from an ex dominus, and being, on the other hand, necessary to ascribe the abbreviated usucapio to the category of the original purchases.
ESPOSIZIONE RIASSUNTIVA Dopo una breve analisi preliminare di carattere storico, condotta a partire dal diritto romano classico, sulle modalità attuative del trasferimento della proprietà, l'indagine affronta la delicata problematica del rapporto tra il principio del consenso traslativo, come codificato dall’art. 1376 c.c., e le norme in materia di trascrizione degli acquisti immobiliari, con particolare riguardo al sistema normativo delineato dall’art. 2644 c.c. Il problema è quello del coordinamento delle due norme e dell’individuazione di una soluzione che, nell’applicazione della disciplina dettata in materia di trascrizione, finisca per non obliterare la rilevanza del (solo) consenso al fine del verificarsi della vicenda reale. Attraverso una verifica critica delle principali elaborazioni teoriche sul punto, si giunge a negare valenza non solo alle teorie marcatamente anticonsensualistiche ma anche alle c.d. teorie relativistiche, viceversa confermando l’idoneità del solo consenso (prima e a prescindere dalla formalità pubblicitaria) al trasferimento di un diritto reale immobiliare. Si prende poi in esame la c.d. teoria della condizione legale risolutiva, che costruisce la prioritaria trascrizione del secondo acquisto come condicio iuris risolutiva della prima vicenda, specie al fine di salvare la retroattività di tale risoluzione, considerata come l’unico strumento compatibile con la natura derivativa del secondo acquisto. Anche di questa ricostruzione si criticano gli esiti, e in ispecie la (supposta) necessaria correlazione tra provenienza a domino e derivatività dell’acquisto, considerata quale logico presupposto della retroattività della risoluzione. Lo studio prosegue quindi in una duplice direzione. In primo luogo esso prosegue nel tentativo di dimostrare l’inapplicabilità al fenomeno in esame della disciplina dettata in materia di condizione volontaria risolutiva. In secondo luogo la ricerca si propone di delineare con maggior precisione i confini tra acquisti a titolo derivativo e acquisti a titolo originario, giungendo a sostenere che l’ascrizione all’una o all’altra categoria prescinda dal requisito della previa titolarità del diritto ceduto in capo al dante causa e trovi, invece, il suo fondamento nella disciplina normativa riservata alla posizione dell’avente causa. Qualora lo statuto normativo applicabile a quest'ultimo sia conforme a quello già riconosciuto al dante causa, sarà possibile ritenere il secondo acquirente primo trascrivente avente causa, ancorché a non domino, pur sempre a titolo derivativo; e nel contempo si potrà giungere a qualificare l’acquisto del primo acquirente, non tempestivamente trascritto come colpito da inefficacia successiva non retroattiva di fonte legale. Gli esiti della ricostruzione vengono quindi messi alla prova (e confermati) mediante il raffronto con alcune situazioni che potrebbero in concreto verificarsi in presenza di una doppia alienazione immobiliare; in particolare viene verificata l’interferenza della disciplina dell’art. 2644 c.c. con l’esistenza o la costituzione di diritti (sia reali sia personali) di godimento sul bene oggetto del duplice atto di disposizione. Il fenomeno così ricostruito viene, infine, posto a confronto con la vicenda acquisitiva (per certi versi assimilabile) dell’usucapione abbreviata immobiliare, il cui operare presuppone, tuttavia, requisiti ulteriori, come la buona fede, il possesso e il decorso del tempo. E sul punto si conclude, affermando che la differenza di disciplina altro non è se non l’espressione di una diversità strutturale delle due vicende, essendo quello del secondo acquirente primo trascrivente un acquisto a titolo derivativo, proveniente pur sempre da un ex dominus, e dovendosi, viceversa, ricondurre l’usucapione abbreviata nell’alveo dei fenomeni acquisitivi di tipo originario.
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Stefenelli, Beatrice. « Il n. 12-bis dell'art. 2643 c.c. : la trascrizione degli accordi di mediazione che accertano l'usucapione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3424560.

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Résumé :
This study aims to analyse the n. 12-bis which has been recently introduced in the article n. 2643 of the Italian Codice Civile and states the registration, in the real estate registers, of agreements through which private people, instead of accessing to justice, with the assistance of a mediator, can make certain the accomplishment of an acquisition by adverse possession. The analysis starts from the study of the traditional debate about the admissibility and the effects of the contract through which private people can ascertain an uncertain – or even contentious – situation, as well as of the critical issues regarding the circulation of real estate rights which has been acquired through adverse possession. Following the sequence of the article n. 1325 of the Italian Codice Civile, which identifies the essential elements of the contract, the analysis starts from the structural definition of the «agreement». Wide part of the analysis is focused on the cause of this sort of ADR agreement and on the definition of the role of the adverse possession and, consequently, on the relationship with the access to justice, on the relevance of the vices which eventually occurred, on simulation and on the termination of the contract and on the definition of the effects towards people who hadn’t been part of the agreement. In the last chapter of the thesis, the analysis is focused, in the former part, on the definition and qualification of the acquisition of the property or other real estate rights and, in the latter part, on the circulatory conflicts which can involve this sort of ADR agreements about adverse possession.
Con il presente lavoro di ricerca, si è inteso ricostruire la figura dell’accordo di mediazione accertativo dell’usucapione, la cui trascrizione è stata prevista dall’art. 84-bis del d. l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito dalla l. 9 agosto 2013, n. 98. Il percorso di ricerca ha preso avvio dalla ricognizione del dibattito tradizionale sull’ammissibilità e sugli effetti del negozio di accertamento nonché delle principali criticità relative alla circolazione degli immobili acquistati per usucapione. Nel ricostruire la figura contrattuale di cui al n. 12-bis dell’art. 2643 c.c., seguendo idealmente l’ordine tracciato dall’art. 1325 c.c., si è considerata, in primo luogo, la struttura dell’«accordo». Larga parte dell’analisi è stata quindi dedicata alla causa dell’accordo accertativo dell’usucapione e alla correlata ricostruzione della vicenda dispositiva. Adottando un approccio ricostruttivo di tipo analitico, si sono vagliate le principali prospettazioni elaborate sia con riferimento all’accordo di mediazione che accerta l’usucapione, sia relativamente, più in generale, al negozio di accertamento. Si è quindi proceduto all’autonoma analisi del ruolo dell’usucapione all’interno della figura contrattuale di cui al n. 12-bis dell’art. 2643 c.c., prospettando una triplice alternativa qualificatoria: l’usucapione potrebbe astrattamente costituire, in primo luogo, oggetto di una c.d. expressio causae, in secondo luogo, oggetto tout court dell’accordo accertativo e, infine, potrebbe rilevare quale presupposizione. Ricostruita la vicenda dispositiva, si sono approfondite le tematiche del rapporto dell’accordo di mediazione accertativo dell’usucapione con il processo ordinario, della contestabilità del medesimo per vizi del consenso, della risoluzione, della simulazione e, infine, della sua efficacia nei confronti dei terzi. L’ultimo capitolo della tesi è stato dedicato all’analisi dei conflitti circolatori che possono riguardare un accordo di mediazione accertativo dell’usucapione e alla definizione della vicenda giuridica dell’acquisto del diritto, avuto riguardo, in primo luogo, alla possibilità di inquadrare tale contratto quale titolo d’acquisto e, in secondo luogo, alla qualificabilità dell’acquisto dell’usucapiente accertato secondo le tradizionali categorie della derivatività e dell’originarietà.
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Ferrone, Giada. « Il linguaggio giuridico dell'atto notarile : proposta di traduzione di una procura dallo spagnolo all'italiano con strumenti di traduzione assistita ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9495/.

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Résumé :
El objetivo de este trabajo es investigar el lenguaje jurídico de las actas notariales y presentar la traducción de un poder del español al italiano mediante el uso de programas de traducción asistida. La finalidad del presente estudio es la de proporcionar un análisis del género textual del acta notarial en clave contrastiva, es decir, teniendo en cuenta el derecho italiano y el español, y delinear las fases del proceso traductivo que el traductor jurídico tiene que llevar a cabo. El trabajo consta de seis capítulos. El Capítulo I se centra en el análisis del lenguaje jurídico con sus características léxicas, sintácticas y textuales. Se describen también algunos conceptos básicos de derecho privado que son necesarios para entender y traducir actas notariales. El Capítulo II se focaliza en la traducción jurídica analizando las fases, las dificultades y las estrategias que caracterizan el proceso traductivo de un texto jurídico y las fuentes de documentación útiles para llevarlo a cabo. El Capítulo III trata del género textual del acta notarial y de la individuación de la macroestructura que está a la base de este tipo de documento. En el Capítulo IV se ilustran los programas de traducción asistida y los recursos creados para realizar la traducción del acta notarial objeto de este trabajo: corpora, termbase y memorias de traducción. El Capítulo V presenta un análisis del texto origen con la individuación de las características del lenguaje jurídico español y la propuesta de traducción del documento. El Capítulo VI consiste en un comentario de las diferentes fases del trabajo, junto a una reflexión sobre las principales dificultades de traducción y las estrategias empleadas para solucionarlas. Por último, se proporciona la evaluación de la traducción por parte de un experto del dominio jurídico, los resultados obtenidos y los cambios realizados en la traducción.
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LAVATELLI, MARCO. « IL RUOLO DELL'ATTO AMMINISTRATIVO NELL’AMBITO DELL’ACCERTAMENTO PENALE. Valenza sistemica della nozione e delle relative categorie per l’epistemologia giudiziaria ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241125.

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L’argomento di ricerca verte sullo studio delle “interferenze” e dei punti di contatto fra attività amministrativa e processo penale. Ritenendo che la cognizione del giudice penale non possa pensarsi come totalmente autonoma o rispondente solo a principi e regole proprie, dovendo il risultato concreto del processo porsi in una linea di continuità e coerenza con l’ordinamento giuridico nel suo complesso considerato, la ricostruzione muove dalla volontà di individuare in quali termini sia predicabile la fruibilità delle categorie dell’atto amministrativo al di fuori della giurisdizione amministrativa. Lo scopo è quello di individuare una traccia che consenta una sintesi razionalizzante rispetto ai quesiti che riguardano la dimensione che l’atto amministrativo può/deve assumere all’interno della sfera della cognizione penale. Questione che pare debba portare al superamento della logica della soluzione “caso per caso”.
This research is focused on the study of the “interferences” in criminal trial due to the incidental judicial review – by the same criminal judges – on the legitimacy of administrative acts. The cognition of the judge in criminal trial can’t be imagined as an island, estranged by the rules that bind the public administration and subjected only to principles and provisions of the penal law. The purpose of the thesis is to comprehend in which terms the illegitimacy of the administrative act can be questioned in criminal proceedings, trying to find into the categories of administrative law a path to resolve the questions about the role of the administrative acts in criminal investigation and trial.
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BORGNI, DAVIDE. « La definitività dell'accertamento tributario ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29817.

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Muovendo dalla constatazione dell'indeterminatezza propria del rapporto d'imposta, sia sul versante fattuale, sia su quello normativo, la ricerca condotta ha ad oggetto la definitività dell'accertamento, quale forma di attuazione all'interno dell'ordinamento tributario del principio di stabilità dei rapporti giuridici, che si concretizza nell'insieme delle disposizioni che conducono la pretesa fiscale verso l'intangibilità, precludendo l'esercizio dei poteri di intervento in ordine alla determinazione del tributo concessi, tanto all'Amministrazione finanziaria, quanto al contribuente. All'esito della disamina, si è ravvisata la sussistenza di una vocazione ordinamentale tendente alla progressiva erosione delle preclusioni all'esercizio dei poteri concessi agli Uffici e dei diritti riconosciuti al contribuente, al fine di incidere sulla quantificazione dell'obbligazione tributaria. Si è verificato, inoltre, che, a cagione della pressoché illimitata potestà concessa agli Uffici di rideterminare e reiterare la pretesa fiscale entro i termini di decadenza per l'adozione dei provvedimenti accertativi, l'ordinamento tributario, nel dare attuazione al principio dell'equo riparto dei carichi pubblici, mira prevalentemente a preservare l'interesse erariale, in tal modo inducendo l'interprete a guardare alle preclusioni all'esercizio dei diritti che consentono al contribuente di incidere sulla quantificazione del prelievo come a mere minorazioni defensionali, non in grado di condurre alla cristallizzazione del rapporto tributario, la quale insorge soltanto a seguito dello spirare dei termini di decadenza per l'adozione dei provvedimenti d'imposizione, unica effettiva soglia procedimentale della definitività. Nondimeno, qualora il soggetto passivo dia corso alla contestazione della pretesa mediante il tempestivo esercizio del diritto d'azione dinanzi al Giudice tributario, il conseguimento della condizione della definitività dell'accertamento viene ulteriormente postergato sino alla formazione della res iudicata, che rappresenta la forma di stabilizzazione del rapporto tributario, in vista del cui raggiungimento l'ordinamento attua la più compiuta parità delle armi tra l'Amministrazione finanziaria ed il contribuente.
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PALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

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Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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DE, SANTIS CHIARA. « L'argomento comparativo nella giurisprudenza costituzionale degli ordinamenti c.d. misti dell'area extra-europea ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1567666.

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Résumé :
Il lavoro si propone di indagare le dinamiche della comparazione costituzionale e dell'uso dell'argomento comparativo nella giurisprudenza costituzionale assumendo, come punto di osservazione, gli ordinamenti c.d. misti dell'area extra-europea. Per "ordinamenti misti" si intendono, in questo caso, gli ordinamenti propri di quei Paesi che presentano l'abbinamento di un sistema di common law alla presenza di una Costituzione scritta e rigida. In particolare, si è scelto di analizzare l'utilizzo della comparazione costituzionale da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti, da parte della Corte Suprema canadese e della Corte Costituzionale sudafricana.
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