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Thèses sur le sujet « Diritti religiousi »

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ALQAWASMI, AMAL YOUSEF OMAR. « Muslim Family Law in the Legal Pluralism System in Europe, Justifications and Conflicts ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/385020.

Texte intégral
Résumé :
Nella rivoluzione silenziosa che i diritti di famiglia stanno attraversando negli ultimi decenni in Europa a seguito delle nuove tendenze socio-culturali, il diritto di famiglia musulmano è stato al centro di particolare attenzione, in quanto la comunità musulmana sta diventando una realtà visibile delle società pluralistiche europee. I dati empirici evidenziano che le disposizioni del diritto di famiglia musulmano vengono applicate in modo non ufficiale, in quanto non accolte all’interno dei sistemi legali europei. Al contempo, vi è l’esigenza di applicare queste disposizioni per la famiglia, in quanto strettamente legate al diritto religioso sia della sfera familiare che dell’identità religiosa. Questa situazione sta generando nuove sfide legali e sociali in Europa in quanto la mancanza di ufficialità ha portato a diritti di famiglia non tutelati e ad incertezze in sede legale. Inoltre, vi è una seria preoccupazione che ciò possa dare luogo all’interno delle società europee a comunità segregate che regolano le questioni riguardanti la famiglia al di fuori del controllo dello Stato. Da qui emergono notevoli responsabilità e problematiche complesse per i sistemi giuridici europei. Questa tesi si propone di discutere le ragioni fondamentali e le reali sfide del diritto di famiglia musulmano in Europa all’interno delle principali tematiche che seguono: in primis, il quadro giuridico del diritto religioso e della famiglia nell’applicazione del codice religioso di famiglia. In secondo luogo, l’applicabilità del Diritto Privato Internazionale nel riconoscimento e implementazione delle disposizioni del diritto di famiglia musulmano in Europa. In terzo luogo, il caso studio dell’applicazione non ufficiale del diritto di famiglia musulmano in Italia, comparato con i risultati di studi effettuati in altri paesi europei. Infine, le principali sfide relative alle questioni del pluralismo legale e dei diritti umani, incluso il quadro giuridico del diritto di famiglia musulmano. Ciò che è principalmente emerso è la complessità della tematica, dove è fondamentale adottare un approccio interdisciplinare a livello socio-legale, per trovare soluzioni concrete nelle società pluralistiche europee attraverso un maggiore coinvolgimento della legge di stato e una migliore comprensione delle sfide che la giurisprudenza e i musulmani affrontano.
Abstract In the silent revolution that family laws in Europe have witnessed over the past decades as a result of new social and cultural tendencies, Muslim family law has been the focus of particular attention since Muslims are becoming a visible part of European pluralistic societies. Empirical data shows that Muslim family provisions are being applied unofficially since there is no official accommodation within the European legal system. At the same time there is a need for these family provisions which are strongly connected with religious rights in family life as well as religious identity. This situation is bringing new legal and social challenges in Europe since the lack of officiality has led to unprotected family rights and legal uncertainty. Moreover, there is deep concern of creating segregated communities within the European societies that regulate their family issues outside the control of the state. All this brings to the scene important responsibilities and challenging issues for the European legal system. This thesis discusses the meaningful justifications and real challenges of Muslim family law in Europe in the following main areas: First, the legal framework of religious and family rights when applying a religious family code. Second, the applicability of International Private Law when recognizing and implementing Muslim family law provisions within Europe. Third, the unofficial Muslim family law applied in Italy, as a study case, in comparison to the results of studies in other European countries. Fourth, the main challenges when addressing and dealing with legal pluralism and human rights concerns, including Muslim family law. The major finding is the complexity of this issue, where an interdisciplinary socio–legal approach is essential in order to find concrete solutions for pluralistic European societies through the greater engagement of state law and a better understanding of the challenges that face the legal system and individual Muslims.
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DI, MICCO GIUSEPPE. « MATRIMONIO E CONSUMAZIONE NEI DIRITTI RELIGIOSI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/352177.

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Résumé :
ABSTRACT Il tema della consumazione del matrimonio è alquanto risalente nel tempo. Esso accompagna tale istituto sin dalla sua origine. Questo è visibile analizzando i tre ordinamenti confessionali considerati nel presente lavoro, ossia quello ebraico, canonico ed islamico. Il contesto sociale in cui viviamo, caratterizzato oramai da un disgregarsi dei valori del matrimonio e della famiglia, ci spingono a dubitare se, forse, è ancora oggi necessario dare rilevanza giuridica alla consumazione. Nel diritto canonico esiste il matrimonio rato e non consumato, nonché il procedimento di scioglimento per inconsumazione del matrimonio, che nel 2011 ha subito un trasferimento di competenza nella fase apostolica dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ad un Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana. Una diversa importanza assume invece la consumazione nel diritto ebraico ed islamico. Parole chiave: matrimonio, consumazione, scioglimento, divorzio
ABSTRACT The theme of the consummation of the marriage is somewhat of long standing. It accompanies this institution since its origin. This can be seen by analyzing the three religious orders considered in this work, namely Jewish, and Islamic canon. The social context in which we live, now characterized by a disintegration of the values of marriage and the family, encourage us to doubt if, perhaps, it is still necessary to give legal force to the consummation. In canon law exists marriage which is not consummated, and the procedure for dissolution of marriage for materials presented, which in 2011 underwent a transfer of competence in apostolic phase by the Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments to an office set up at the Tribunal of the Roman Rota. A different importance is instead the consummation in Jewish and Islamic law. Keywords: marriage, consummation, dissolution, divorce
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GALLUCCIO, MARIANGELA. « IL DIVIETO DI MATRIMONIO MISTO NEI DIRITTI RELIGIOSI:DIRITTO CANONICO E DIRITTO EBRAICO A CONFRONTO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233988.

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Résumé :
Starting from an analysis of the discipline of the prohibition of mixed marriages in canon law and in jewish law, this research aims to clarify if, how and under what conditions the religious laws taken into consideration exceed the prohibition of mixed marriages and show characters of flexibility/dynamism and openness in attitude towards the followers of other faiths, and towards the followers of own faith, balancing authority and freedom.
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PICCINNI, MARIA. « Tempo di Dio e tempo degli uomini : la rilevanza della festività nel diritto delle religioni e nel diritto italiano ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/682.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca analizza in tutti i suoi aspetti la disciplina relativa alla rilevanza delle festività religiose nell'ordinamento italiano. Il primo capitolo è dedicato all'individuazione del valore che la festività assume nei diversi ordinamenti religiosi e in particolare nel diritto canonico, ebraico, islamico ed avventista. Il secondo capitolo analizza l'evoluzione della normativa unilaterale dello Stato italiano in materia di giorni festivi. Tra i vari problemi che interessano i rapporti tra confessioni religiose e Stato, quelli che più hanno dato luogo a dissensi, e che sono oggetto di trattazione nel terzo capitolo, riguardano essenzialmente la libertà di osservare il riposo festivo e di adempiere i doveri religiosi ad esso connessi, nonché l'obbligo dei datori di lavoro di rendere effettiva tale libertà organizzando l'attività lavorativa in modo che essa non ostacoli l'osservanza del riposo festivo. Nel quarto capitolo viene analizzata la disciplina pattizia, e in particolare le modalità di tutela del diritto alla festività e al riposo per i fedeli di confessioni che hanno stipulato un'Intesa con lo Stato italiano. Infine nell’ultima parte viene esaminata la normativa sulle celebrazioni pubbliche in occasione delle festività religiose in ambito statale, regionale e comunale.
This research analyses in all its aspects the importance of religious festivity in Italian law. The first chapter is dedicated to the individuation of the festivity value in religious rules, in particular in canon, islamic, jewish and adventist law. The second chapter analyses the evolution of unilateral italian rules of week days and holidays. One of the most important problem in the relationship between State and religious confessions regards the freedom of observe the weekly day off and connected religious duties. Employers must guarantee religious freedom, organizing working activity without preventing the observance of festive rest. In the fourth chapter has been analysed the pactional discipline, and in particular the way of protecting the right to observe holidays and rests for people who belong to a religious confession that stipulated an agreement with Italian State. In the last part of the thesis have been examined the norms about public celebrations on the occasion of religious festivity in statal, regional and communal laws.
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PICCINNI, MARIA. « Tempo di Dio e tempo degli uomini : la rilevanza della festività nel diritto delle religioni e nel diritto italiano ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/682.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca analizza in tutti i suoi aspetti la disciplina relativa alla rilevanza delle festività religiose nell'ordinamento italiano. Il primo capitolo è dedicato all'individuazione del valore che la festività assume nei diversi ordinamenti religiosi e in particolare nel diritto canonico, ebraico, islamico ed avventista. Il secondo capitolo analizza l'evoluzione della normativa unilaterale dello Stato italiano in materia di giorni festivi. Tra i vari problemi che interessano i rapporti tra confessioni religiose e Stato, quelli che più hanno dato luogo a dissensi, e che sono oggetto di trattazione nel terzo capitolo, riguardano essenzialmente la libertà di osservare il riposo festivo e di adempiere i doveri religiosi ad esso connessi, nonché l'obbligo dei datori di lavoro di rendere effettiva tale libertà organizzando l'attività lavorativa in modo che essa non ostacoli l'osservanza del riposo festivo. Nel quarto capitolo viene analizzata la disciplina pattizia, e in particolare le modalità di tutela del diritto alla festività e al riposo per i fedeli di confessioni che hanno stipulato un'Intesa con lo Stato italiano. Infine nell’ultima parte viene esaminata la normativa sulle celebrazioni pubbliche in occasione delle festività religiose in ambito statale, regionale e comunale.
This research analyses in all its aspects the importance of religious festivity in Italian law. The first chapter is dedicated to the individuation of the festivity value in religious rules, in particular in canon, islamic, jewish and adventist law. The second chapter analyses the evolution of unilateral italian rules of week days and holidays. One of the most important problem in the relationship between State and religious confessions regards the freedom of observe the weekly day off and connected religious duties. Employers must guarantee religious freedom, organizing working activity without preventing the observance of festive rest. In the fourth chapter has been analysed the pactional discipline, and in particular the way of protecting the right to observe holidays and rests for people who belong to a religious confession that stipulated an agreement with Italian State. In the last part of the thesis have been examined the norms about public celebrations on the occasion of religious festivity in statal, regional and communal laws.
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MAIONI, CORINNE. « L'accesso al sistema di intese e la discrezionalità del Governo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277369.

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Résumé :
La pronuncia della Corte costituzionale sul caso UAAR, che ha visto l'intervento delle più alte corti, consente di affrontare il tema dell'esistenza di un diritto all'intesa. Il ragionamento condotto dai giudici di legittimità trova le sue premesse nella rappresentazione dell’art. 8, 3 comma Cost. come disposizione meramente procedurale, autonoma e non servente rispetto agli altri due commi. In questa prospettiva la Corte Costituzionale ha ridefinito la ratio dell’intesa, individuandone lo scopo non già nella realizzazione dei principi di uguaglianza e pluralismo in materia religiosa, come fino a quel momento sostenuto da larga parte della dottrina e della stessa giurisprudenza, ma nella estensione del metodo della bilateralità alle confessioni acattoliche. Partendo da queste premesse, dopo una ricostruzione storica della politica ecclesiastica in materia di rapporti Stato-confessioni, che costituisce il contesto nel quale si è posta la questio iuris del "diritto" all'intesa, il presente lavoro intende procedere con un'analisi sistematica dei principi costituzionali che compongono il microsistema normativo riguardante la libertà religiosa, al fine di comprendere se vi siano principi atti a vincolare la discrezionalità dell'Esecutivo quanto all'avvio del procedimento bilaterale.
The ruling of the Constitutional Court on the case of UAAR makes it possible to speak about a right to an agreement with the State. The Constitutional Court has redefined the ratio of the agreement between State and religious group, identifying its purpose not in the realization of the principles of equality and pluralism, but in the extension of the method of bilaterality to acactolic confessions. Starting from these premises, after a historical reconstruction of the ecclesiastical policy, this work intends to proceed with a systematic analysis of the constitutional principles t, in order to understand whether there are principles that bind the freedom of the Government with regard to initiating the bilateral procedure.
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DANINI, FEDERICA. « La propaganda religiosa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1008934.

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ABIS, ALESSANDRA. « I REATI RELIGIOSAMENTE MOTIVATI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72217.

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Résumé :
In una prospettiva pluralista e post-secolare, un terreno fertile su cui riflettere a proposito di conflitti tra norma secolare e norma religiosa è rappresentato da quella particolare nicchia di fatti criminosi costituita dai cosiddetti reati religiosamente motivati. Si tratta di reati la cui realizzazione è consistita in un comportamento percepito dall’agente come religiosamente doveroso o, quanto meno, meritorio, pur configurandosi come illecito penale. Il presente lavoro si propone di indagare questo fenomeno criminoso, mettendo in luce lo spazio che l’ordinamento intende riservare al fattore religioso, ogniqualvolta quest’ultimo abbia ingenerato nell’individuo un conflitto tale da indurlo a infrangere la legge dello Stato. Esso consisterà, per buona parte, in una ricerca giurisprudenziale volta ad analizzare i percorsi argomentativi con cui i giudici hanno trattato il movente religioso nella commissione di reati, evidenziando le problematiche di tipo tecnico-operativo al fine di trovare spunti proficui per la creazione di un lessico giuridico positivo che sia rispettoso dei principi di uguaglianza, laicità e libertà religiosa.
In a pluralistic and post-secular perspective, fertile ground on which to reflect on conflicts between secular norm and religious norm is represented by the so-called religiously motivated crimes. These are crimes whose realization consisted of behavior perceived by the agent as religiously dutiful or, at least meritorious, even though it is considered a criminal offense. This work aims to investigate this criminal phenomenon, highlighting the space that the system intends to reserve for the religious factor, whenever the latter has engendered a conflict in the individual such as to induce him to break state law. It will consist, for the most part, in a jurisprudential research aimed at analyzing the argumentative paths with which the judges have treated the religious motive in the commission of crimes, highlighting the technical-operational problems in order to find fruitful ideas for the creation of a positive legal lexicon that is respectful of the principles of equality, secularism and religious freedom.
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NEGRI, ALESSANDRO. « IL CONTRASTO ALLA RADICALIZZAZIONE VIOLENTA DI MATRICE RELIGIOSA IN UN ORDINAMENTO LAICO E PLURALISTA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/816085.

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Résumé :
Nonostante il tema della lotta al terrorismo di matrice asseritamente religiosa, e dunque della radicalizzazione che precede il passaggio all’atto violento, sia al centro del dibattito politico e giuridico ormai da vent’anni, il nostro ordinamento non sembra essere stato ancora in grado di elaborare una risposta univoca e efficace a detti fenomeni. Il punto di partenza da cui prende le mosse questo lavoro è la convinzione che le difficoltà finora incontrate siano anzitutto legate alla lacuna di una definizione giuridica di radicalizzazione, foriera di confusione e criticità. Primo scopo di tale ricerca, quindi, è conferire a tale concetto un’autentica rilevanza giuridica, capace di indicare all’ordinamento il baricentro attorno al quale orientare la propria reazione. Alla luce della proposta qui elaborata, secondo cui il radicalizzato è colui che ha modellato la sua intera personalità attorno alla sua professione di fede e rifiuta di riconoscere pari dignità a chi non condivide la sua religiosità totalizzante, si vaglierà poi l’attuale modello italiano di contrasto alla radicalizzazione, evidenziandone in particolare i limiti e le debolezze. La seconda parte del lavoro suggerisce invece inedite strategie di prevenzione della radicalizzazione e di de-radicalizzazione attuabili in un ordinamento laico come quello italiano, prefigurando nuove ipotesi di collaborazione con le comunità religiose compatibili col quadro costituzionale e sottolineando la centralità del concetto di responsabilità in un piano laico di de-radicalizzazione.
Despite the fact that the fight against allegedly religious terrorism, and therefore the radicalisation that precedes the transition to violence, has been at the centre of the political and legal debate for twenty years now, our legal system does not yet seem to have been able to develop a univocal and effective response to these phenomena. The starting point for this work is the conviction that the difficulties encountered so far are first and foremost linked to the lack of a legal definition of radicalisation, a source of confusion and criticality. The first aim of this research, therefore, is to give this concept legal relevance, capable of indicating to the legal system the centre of gravity around which to orient its reaction. In the light of the proposal elaborated here, according to which the radicalised individual is he who has modelled his entire personality around his profession of faith and refuses to recognise equal dignity to those who do not share his totalising religiosity, the present Italian model of counteracting radicalisation will be examined, highlighting, in particular, its limits and weaknesses. The second part of the thesis, on the other hand, suggests new strategies for the prevention of radicalisation and de-radicalisation that can be implemented in a secular system such as the Italian one, prefiguring new hypotheses of collaboration with religious communities compatible with the constitutional framework and stressing the centrality of the concept of responsibility in a secular plan of de-radicalisation.
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Milani, D. « Autonomie regionali e interessi religiosi : i casi italiano e spagnolo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2002. http://hdl.handle.net/2434/47602.

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Solazzi, Letizia <1987&gt. « La fede assoluta. Monomania religiosa, medicina legale e diritto penale nell'Italia postunitaria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10482/1/LA%20FEDE%20ASSOLUTA.%20MONOMANIA%20RELIGIOSA%2C%20MEDICINA%20LEGALE%20E%20DIRITTO%20PENALE%20NELL%E2%80%99ITALIA%20POSTUNITARIA.pdf.

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Résumé :
Questo studio si concentra su tre direttrici fondamentali: la monomania religiosa, la medicina legale e il diritto penale nell'Italia postunitaria. Nell’ambito di un contesto temporale ben definito, i cui estremi cronologici coincidono con l’Unificazione italiana (1861) e con i primi anni del XX secolo, si sono approfondite le numerose implicazioni mediche e giuridiche della malattia mentale nella forma di monomania religiosa. In particolare, prendendo spunto da una serie di condotte criminali frutto di suggestione religiosa o di deliri ascetici in soggetti diagnosticati come ‛monomani’, si sono indagati i risvolti giuridico-processuali di alcune vicende fortemente rappresentative di tali percorsi. L'ampia documentazione d'archivio recuperata consente di verificare l'orientamento della magistratura all'indomani dell'entrata in vigore del Codice penale per il Regno d'Italia (1889). Nei casi esaminati, alla diagnosi di alienazione mentale degli imputati seguiva la dichiarazione di non imputabilità e l'affidamento degli stessi all'Autorità amministrativa che ne disponeva il ricovero in manicomio.
This study focuses on three fundamental guidelines: religious monomania, legal medicine and criminal law in italian post-unification. In a well-defined temporal context, whose chronological details concide with Italian unification (1861) and with the early decades of XX century, the author focuses on medical and legal aspects of mental illness in the form of religious monomania. In particular, from a series of criminal behaviors resulting from religious suggestions or ascetic delusions, the paper investigates the juridical-procedural implications of these events. The extensive archival documentation allows to verify Couts legale orientation in the years near by the approval of the Italian penal code (1889). In the cases focused, the diagnosis of mental alienation was followed by the declaration of non-imputability and by hospitalizarion into a mental hospital.
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GRECO, MARCO. « Il costo del diniego. Diritto, religione e sistema sanitario nell'esperienza americana tra giurisprudenza e dottrina ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/865.

Texte intégral
Résumé :
La tesi approfondisce il complesso rapporto tra diritto, religione e sanità nella realtà americana, concentrandosi in particolare sulle problematiche scaturenti dall’orientamento religioso del paziente, del care provider e della struttura sanitaria. La prima sezione si propone di studiare, sempre in chiave giuridica, l’evoluzione del rapporto tra fede e medicina, presentando altresì due casi di studio: i nativi americani e christian science. Nella seconda sezione, invece, si ricostruiscono le linee interpretative essenziali del primo emendamento con specifico approfondimento tanto della Free exercise clause che dalla establishment clause. Parimenti, viene tracciato un disegno di sintesi del sistema sanitario americano, soffermandosi tanto sugli aspetti pubblicistici che su quelli privatistici dello stesso. La ricerca, poi, si sofferma sull’analisi dettagliata delle problematiche evidenziate dalla giurisprudenza americana con riferimento al care receiver, al care provider e, soprattutto, al contenzioso in materia pediatrica. L’ultima parte è dedicata allo sviluppo di due distinti filoni, ovvero: il rapporto tra scienza e diritto ed il ruolo dell’economia. Questo ultimo aspetto viene approfondito sotto due diversi punti di vista. In primo luogo si ricostruisce l’impatto economico delle policy che garantiscono la libertà religiosa sul “sistema sanità”. In secondo luogo, si approfondisce il tema dell’influenza del dato economico sullo sviluppo della libertà religiosa in ambito sanitario.
This work deals with the complex relationship between law, religion and the sanitary system in the U.S. setting, by focusing on the problems emerging from the religious view of the patient, of the care provider and the religious orientation of the hospital or HMO. The first section of the work aims to study, from a legal point of view, the evolution of the relationship “medicine-religion”, and focuses on two case studies: native Americans and Christian science. In the second section the essential interpretative streamlines about the first amendment are presented, through a deep analysis of the Free Exercise Clause and of the Establishment Clause. At the same time, the American (U.S.) sanitary system is deeply studied both in the private sector and the public one. The research then focuses on a detailed analysis of the jurisprudence related to the care provider and the care receiver, while a specific section is dedicated to the litigation concerning pediatric patients and the related litigation cases. The last part develops two different subjects: the relationship between science and law, and the role of economy. This last subject is deeply analyzed under two different points of view: the economic impact of the religious freedom on the “sanitary system” on the one hand; and the influence of the economic data on the development of religious freedom in the health care system setting on the other.
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GRECO, MARCO. « Il costo del diniego. Diritto, religione e sistema sanitario nell'esperienza americana tra giurisprudenza e dottrina ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/865.

Texte intégral
Résumé :
La tesi approfondisce il complesso rapporto tra diritto, religione e sanità nella realtà americana, concentrandosi in particolare sulle problematiche scaturenti dall’orientamento religioso del paziente, del care provider e della struttura sanitaria. La prima sezione si propone di studiare, sempre in chiave giuridica, l’evoluzione del rapporto tra fede e medicina, presentando altresì due casi di studio: i nativi americani e christian science. Nella seconda sezione, invece, si ricostruiscono le linee interpretative essenziali del primo emendamento con specifico approfondimento tanto della Free exercise clause che dalla establishment clause. Parimenti, viene tracciato un disegno di sintesi del sistema sanitario americano, soffermandosi tanto sugli aspetti pubblicistici che su quelli privatistici dello stesso. La ricerca, poi, si sofferma sull’analisi dettagliata delle problematiche evidenziate dalla giurisprudenza americana con riferimento al care receiver, al care provider e, soprattutto, al contenzioso in materia pediatrica. L’ultima parte è dedicata allo sviluppo di due distinti filoni, ovvero: il rapporto tra scienza e diritto ed il ruolo dell’economia. Questo ultimo aspetto viene approfondito sotto due diversi punti di vista. In primo luogo si ricostruisce l’impatto economico delle policy che garantiscono la libertà religiosa sul “sistema sanità”. In secondo luogo, si approfondisce il tema dell’influenza del dato economico sullo sviluppo della libertà religiosa in ambito sanitario.
This work deals with the complex relationship between law, religion and the sanitary system in the U.S. setting, by focusing on the problems emerging from the religious view of the patient, of the care provider and the religious orientation of the hospital or HMO. The first section of the work aims to study, from a legal point of view, the evolution of the relationship “medicine-religion”, and focuses on two case studies: native Americans and Christian science. In the second section the essential interpretative streamlines about the first amendment are presented, through a deep analysis of the Free Exercise Clause and of the Establishment Clause. At the same time, the American (U.S.) sanitary system is deeply studied both in the private sector and the public one. The research then focuses on a detailed analysis of the jurisprudence related to the care provider and the care receiver, while a specific section is dedicated to the litigation concerning pediatric patients and the related litigation cases. The last part develops two different subjects: the relationship between science and law, and the role of economy. This last subject is deeply analyzed under two different points of view: the economic impact of the religious freedom on the “sanitary system” on the one hand; and the influence of the economic data on the development of religious freedom in the health care system setting on the other.
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PERSANO, DANIELE. « La rappresentanza degli interessi religiosi dei fedeli nelle comunità locali ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/216.

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Résumé :
La riforma del Titolo V della parte II Cost. ha aperto nuove prospettive per la tutela degli interessi religiosi dei fedeli nelle comunità locali, che trovano adeguata rappresentanza nelle Diocesi, Province e Regioni Ecclesiastiche.
The reform of Title V of Part II Const. He opened up new prospects for the protection of the interests of religious believers in local communities, which find adequate representation in the Diocese, Ecclesiastical Provinces and Regions.
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PERSANO, DANIELE. « La rappresentanza degli interessi religiosi dei fedeli nelle comunità locali ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/216.

Texte intégral
Résumé :
La riforma del Titolo V della parte II Cost. ha aperto nuove prospettive per la tutela degli interessi religiosi dei fedeli nelle comunità locali, che trovano adeguata rappresentanza nelle Diocesi, Province e Regioni Ecclesiastiche.
The reform of Title V of Part II Const. He opened up new prospects for the protection of the interests of religious believers in local communities, which find adequate representation in the Diocese, Ecclesiastical Provinces and Regions.
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ANGELUCCI, ANTONIO. « L'ASSOCIAZIONISMO MUSULMANO IN ITALIA : UNA SFIDA PER IL DIRITTO SPECIALE DI LIBERTA' RELIGIOSA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/225440.

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Résumé :
Le associazioni, che hanno finalità di religione e di culto, stanno crescendo, di pari passo con l’immigrazione e con la volontà di integrazione. Di fronte al fermento dell’associazionismo religioso, il legislatore è rimasto inerte tant’è che manca un testo unico o una legislazione sui culti non cattolici e si fa tuttora ricorso a quella del 1929-1930. Nella tesi si approfondisce il tema dell'associazionismo religioso in generale e di quello musulmano in particolare, sia per dar conto del diritto vigente sia per comprendere quali prospettive si possono delineare. Nel primo capitolo si fanno alcune considerazioni introduttive, illustrando le tracce interpretative seguite e il punto di partenza del lavoro. Nel secondo si dà conto del quadro costituzionale di riferimento. Nel terzo capitolo si illustrano le forme dell’associazionismo religioso nel diritto speciale e nel diritto comune; quindi, si tenta una definizione di confessione e di associazione oltre che di autonomia confessionale e negoziale. Nel quarto capitolo si prende atto degli strumenti civilistici utilizzati dalle associazioni musulmane per sfuggire alla “trappola” della legge sui culti ammessi, analizzando alcuni statuti di associazioni musulmane, indicando gli errori più comuni da evitare e tentando poi di proporne uno da cui si evinca con trasparenza il fine di religione e di culto. Si chiude poi con una riflessione sulla struttura giuridica di una possibile federazione di associazioni musulmane. Nel quinto capitolo, infine, si e' dato spazio a recenti aperture, ovvero all’esperienza del Comune di Milano che, nel luglio 2012, ha istituito l’Albo delle Associazioni e Organizzazioni religiose, a significare l’importanza del fenomeno associativo religioso nella realtà territoriale locale. In conclusione, si ipotizza una risposta alla domanda se l'associazionismo musulmano sia sfida per il diritto di libertà religiosa.
The associations, which have a religious and worship purpose, are growing, hand in hand with immigration and with the integration willingness. As regards the religious ferment of the associations, the legislature has remained inert so that there is no single text or legislation on non-Catholic cults and the legislation of the years 1929-1930 is still used. My thesis intends to explore the theme of religious associations, particularly of the Muslim ones, both to account for the existing law and to understand which prospects it is possible to outline. The first chapter contains some introductory remarks which illustrate the interpretive guidelines and the starting point of the work. In the second one the constitutional reference framework is given. In the third chapter I discuss the different forms of religious associations in the special law and in the civil law; then, I attempt a definition of confession and association as well as of confessional and contractual autonomy. The fourth one takes into account the instruments of civil law used by Muslim associations to escape the "trap" of the law on allowed cults, analyzing some statutes of Muslim associations and indicating the common mistakes to avoid, and then trying to propose one from which it is inferred with transparency the purpose of religion and worship. The final part of the chapter contains a reflection on the legal structure of a possible federation of Muslim associations. In the fifth chapter, finally, space is given to recent openings, that is to the experience of the Municipality of Milan, that established in July 2012 the Register of Associations and Religious Organizations, to signify the importance of the religious associative phenomenon in the local territorial area. In conclusion, I suggest an answer to the question of whether the Muslim association is challenge for the right of religious freedom.
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ANGELUCCI, ANTONIO. « L'associazionismo musulmano in Italia : una sfida per il diritto speciale di libertà religiosa ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/10281/135854.

Texte intégral
Résumé :
L’associazionismo religioso acattolico soffre di una crisi profonda dovuta, essenzialmente, all’assenza di una legge sulla libertà religiosa e, di contro, alla sopravvivenza della legge sui culti ammessi, che risale ad un contesto molto diverso da quello attuale, al biennio 1929-1930. Tale crisi si manifesta nel diffuso fenomeno del mimetismo. In altri termini, il polimorfico associazionismo religioso dell’età contemporanea si nasconde, fruendo degli istituti del diritto civile mascherandosi, pertanto, sotto forme che cultuali non sono, bensì culturali, di promozione sociale, di volontariato, ecc. Nello stesso tempo, tuttavia, le associazioni, che hanno effettivamente finalità di religione e di culto, stanno aumentando, di pari passo con l’accrescersi della complessità del panorama religioso italiano, anche per effetto dell’immigrazione e con la volontà di integrazione. Di fronte al fermento dell’associazionismo religioso, il legislatore è rimasto inerte tant’è che manca, come si scriveva poc’anzi, un testo unico o una legislazione sui culti non cattolici che non sia quella del secolo scorso. Alle omissioni di chi siede in Parlamento “suppliscono”, da un lato, la giurisprudenza, che resta, comunque, tuttora sostanzialmente vincolata alla logica sottesa alla vecchia legge e, dall’altro, con grande difficoltà e imbarazzo, gli enti locali . La tesi di dottorato approfondisce il tema in questione, sia per dar conto del diritto vigente, sia per comprenderne le prospettive anche alla luce di recenti “sperimentazioni” amministrative
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FERRERO, MATTIA FRANCESCO. « La Santa Sede ed il processo di Helsinki : la lotta per la libertà religiosa ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/214.

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Résumé :
La tesi esamina la partecipazione della Santa Sede alla Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (ora Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), concentrandosi sui documenti riguardanti la libertà religiosa. Premesse le circostanze geo-politiche che hanno portato alla convocazione della Conferenza e la posizione vaticana antecedente ad essa, vengono analizzati i lavori della Conferenza di Helsinki nonché delle Riunioni sui Seguiti di Belgrado, Madrid e Vienna. Inoltre, viene illustrata la trasformazione ed istituzionalizzazione della Conferenza e, quindi, l'attività dell'OSCE nell'ambito della dimensione umana dell'OSCE, esaminando le procedure e i meccanismi istituiti per la verifica degli impegni. Infine, viene preso in considerazione il programma promosso dall'OSCE sulla tolleranza e la non discriminazione verso gli appartenenti alle confessioni religiose.
The thesis investigates the Holy See's participation in the Conference for Security and Cooperation in Europe (now Organization for the Security and Cooperation in Europe), focusing on documents about religious freedom. After a brief description of the geo-politic scenery that brought to the Conference and the Holy See's position, the thesis analyzes the Helsinki Conference's works and thereafter the Follow-up Meetings of Belgrade, Madrid and Vienna. The thesis examines also the Conference's transformation and institutionalization and, then, the OSCE activity in the human dimension, focusing on procedures and mechanisms provided for the commitments' implementation. Finally, the thesis investigates the OSCE program for tolerance and non discrimination to religions' members.
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FERRERO, MATTIA FRANCESCO. « La Santa Sede ed il processo di Helsinki : la lotta per la libertà religiosa ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/214.

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Résumé :
La tesi esamina la partecipazione della Santa Sede alla Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (ora Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), concentrandosi sui documenti riguardanti la libertà religiosa. Premesse le circostanze geo-politiche che hanno portato alla convocazione della Conferenza e la posizione vaticana antecedente ad essa, vengono analizzati i lavori della Conferenza di Helsinki nonché delle Riunioni sui Seguiti di Belgrado, Madrid e Vienna. Inoltre, viene illustrata la trasformazione ed istituzionalizzazione della Conferenza e, quindi, l'attività dell'OSCE nell'ambito della dimensione umana dell'OSCE, esaminando le procedure e i meccanismi istituiti per la verifica degli impegni. Infine, viene preso in considerazione il programma promosso dall'OSCE sulla tolleranza e la non discriminazione verso gli appartenenti alle confessioni religiose.
The thesis investigates the Holy See's participation in the Conference for Security and Cooperation in Europe (now Organization for the Security and Cooperation in Europe), focusing on documents about religious freedom. After a brief description of the geo-politic scenery that brought to the Conference and the Holy See's position, the thesis analyzes the Helsinki Conference's works and thereafter the Follow-up Meetings of Belgrade, Madrid and Vienna. The thesis examines also the Conference's transformation and institutionalization and, then, the OSCE activity in the human dimension, focusing on procedures and mechanisms provided for the commitments' implementation. Finally, the thesis investigates the OSCE program for tolerance and non discrimination to religions' members.
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Cristofori, R. V. « IL FATTORE RELIGIOSO NELLA GIUSTIZIA DI TRANSIZIONE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153104.

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Résumé :
The dynamics of transitional justice have been shifting, in the past decade, from democratization towards a more reconciliation/truth approach. Many scholars have underlined a connection between the concept of reconciliation and that of Christian forgiveness. Some case studies do indicate that there may be a strong link between these two concepts (South Africa’s Truth and Reconciliation Commission is probably the most well known example). Nonetheless a number of more recent analysis, such as those dealing with Timor East and the Moroccan IER (Instance Equité et Réconciliation) seem to indicate that reconciliation is neither solely linked with Christian forgiveness nor is a solely religious concept. On the one hand the Timor East experience demonstrates that reconciliation is well known as a process even within other religious experiences and is, often, the outcome of a restitution/compensation process, properly ritualized to guarantee a local acknowledgment .On the other hand the Moroccan experience shows that reconciliation can have a more universal value, without any religious aspects. Furthermore reconciliation is a goal that can be achieved through a well structured legal and social reform and through acknowledgment of the past and compensation for victims. These different experiences may indicate that reconciliation, within transitional justice, may be very different from forgiveness, given the intensity and the high number of individuals involved; therefore defining the reconciliation process as a long term goal of a transitional society which can be obtained through a well defined political and juridical, or quasi juridical, plan and which aim is to guarantee a peaceful coexistence within society more than a personal and interior process like forgiveness. Certainly what we are witnessing today is a broad de-secularization of the transitional justice phenomena due to the increasing number of societies which choose local and traditional rituals/values to achieve reconciliation. Part I of this work concentrates on giving a definition of transitional justice, and its evolution, particularly engaging the issues arisen with the application of new instruments such as truth commissions. Part II concentrates on the religious elements of the Community Reconciliation Process (CRP), and how the traditional values influenced the out come: the importance given to the lisan, a traditional religion, which was the basis for the creation of the CRP and the meta-legal basis for the rituals implemented during the hearings. Furthermore it studies the South African experience, from the perspective of religious faith and religious actors, taking into consideration the role played in the creation and works of the Truth and Reconciliation Commission: from the concept of Ubuntu, which played a role in the provisional constitution and therefore in the creation of the Commission; to the importance of forgiveness, constantly indicated as the principal instrument by the president of the commission Archbishop Desmond Tutu. Part III deals with the Moroccan commission (IER) is taken in exam, as a third secular process towards reconciliation: the focus of the commission on human rights and reparation as only mean to obtain reconciliation and social stability. The final part, the conclusions, tries to identify if forgiveness is a universal concept or has a different meaning for different religions. If so, can there be a general instrument for transitional justice which focuses on forgiveness or, maybe, can religions, through their own definition of such concept, influence a transition towards those mechanism of reconciliation best suited for the local traditions.
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COGLIEVINA, STELLA. « Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/442.

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Résumé :
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali.
The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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COGLIEVINA, STELLA. « Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/442.

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Résumé :
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali.
The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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Cavagnini, Letizia <1988&gt. « Le religioni in Cina tra business e controllo : aspetti normativi ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2402.

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Résumé :
Partendo dall'osservazione che l'opera del riformatore cinese negli ultimi trent'anni è stata guidata principalmente dall'obbiettivo della crescita economica e che la posizione ufficiale del PCC nei confronti della religione è di negazione o controllo, la tesi analizza, nei loro contenuti economici, le politiche e le normative religiose, che sono finalizzate a favorire lo sviluppo economico reso possibile dal risveglio religioso e allo stesso tempo ad assicurare il controllo delle religioni da parte dello Stato. La principale conclusione è che le finalità economiche e politiche dello Stato possono portare, di fatto, ad una maggiore libertà religiosa in Cina. La tesi si compone di tre parti: Prima parte: situazione delle religioni in Cina oggi, definizione dei termini chiave, istituzioni dello Stato, libertà e divieti, posizione ufficiale del Partito Comunista Cinese. Seconda parte: normativa attuale (Costituzione, accordi internazionali, normativa centrale, normativa locale). Articoli significativi dal punto di vista economico. Analisi. Terza parte: descrizione di business legati alle religioni (turismo religioso, editoria religiosa, oggetti religiosi e opere di beneficenza); descrizione delle relative norme e politiche, esempi rappresentativi e interpretazione.
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DE, PASQUAL LAURA. « L'Unione Europea e la sfida del post-secolarismo : un'analisi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in materia di discriminazione religiosa sul luogo di lavoro ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/122310.

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Résumé :
L'obiettivo del presente lavoro è l'analisi dell'approccio che le istituzioni dell'Unione Europea hanno adottato fino ad oggi nei confronti del fenomeno religioso, indagando se l'applicazione fattuale degli strumenti regolatori dell'UE in materia di discriminazione religiosa sul luogo di lavoro sia adeguata al contesto post-secolare e pluralistico contemporaneo. Per raggiungere tale obiettivo, dopo aver discusso della nascita del concetto di post-secolarismo e aver indagato a livello preliminare se gli strumenti normativi europei in materia religiosa possano essere considerati adeguati all'attuale scenario post-secolare, il presente lavoro analizza e discute le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea riguardanti sia l'esibizione di simboli e abbigliamento religioso sul luogo di lavoro che il grado di autonomia riconosciuto agli Stati Membri nell'organizzare le proprie relazioni con le organizzazioni religiose. In aggiunta, verrà analizzata nel dettaglio la giurisprudenza sviluppata dalla Corte Europea dei Diritti Umani in materia di utilizzo di capi d'abbigliamento religiosamente connotati e di autonomia delle organizzazioni religiose.
The aim of the present work is to analyse the approach that the institutions of the European Union have developed so far with regards to the management of religion, evaluating whether the concrete application of EU regulatory instruments in matters of religious discrimination in the workplace can be considered adequate to a post-secular and pluralistic context. In order to answer such question, after having discussed the emergence of post-secularism and having conducted a preliminary assessment of whether or not the EU normative instruments concerning religion can be considered appropriate to the contemporary post-secular context, the present work analyses and makes considerations on the CJEU judgments concerning both the exhibition of religious apparel in the workplace and the degree of autonomy left to Member States in organizing their relations with religious organizations in the occupational field. In addition, a thorough examination of the jurisprudence developed by the European Court of Human Rights on the use of religious symbols and apparel and on religious organizations’ autonomy will be conducted.
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PROVERA, ALESSANDRO. « TUTELA DEL SENTIMENTO RELIGIOSO E REATI CULTURALMENTE ORIENTATI. IL DIRITTO PENALE E IL CONFINE DEL MULTICULTURALISMO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1228.

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Résumé :
L’ordinamento giuridico e il diritto penale non possono rimanere estranei alle dinamiche del multiculturalismo, per poter garantire effettivamente la pacifica convivenza. Il sentimento religioso e quello di appartenenza culturale, che sono modalità cognitive e presupposti per la formazione identitaria, caratterizzano la società multiculturale e plurireligiosa. L’analisi di tali sentimenti in rapporto con i principi dell’ordinamento liberale e del diritto penale, come elaborati dalla dottrina italiana e tedesca, dimostra la loro tutelabilità a livello penale. Sul versante sanzionatorio lo studio giunge per tali reati a prevedere un percorso di restorative justice. Il diritto penale deve affrontare anche il problema dei reati che sono orientati dall’appartenenza culturale (cultural offence) o religiosa. Nell’esperienza statunitense il reato culturalmente orientato è stato disciplinato mediante la cultural defense, ovvero l’applicazione di diversi istituti di diritto positivo in funzione attenuante o di esclusione della responsabilità. Il presente lavoro si propone di individuare i caratteri essenziali di una riforma legislativa per attribuire riconoscimento all’orientamento culturale o religioso nelle categorie del diritto penale italiano. Elemento essenziale in questa valutazione è la considerazione dell’orientamento culturale o religioso come una delle finalità proprie dell’ordinamento, caratteristica che permette di valutare l’illiceità dei reati culturalmente o religiosamente orientati.
The legal system and criminal law can not remain strangers to the dynamics of multiculturalism, if they want to effectively ensure the peaceful coexistence. The feeling of religious and cultural belonging, which is both a cognitive procedure and a prerequisite for the formation of identity, does characterize multicultural and multireligious society. This feeling has been considered in relation with the principles of the liberal legal system and of the criminal law, as developed by the Italian and German doctrine. The research has shown that it can be protected by criminal law itself. From the sanctionatory point of view the analysis leads to deem appropriate paths of restorative justice. Criminal law also needs to face the problem represented by crimes which are caused by cultural or religious affiliation (so called cultural offences). The American experience has dealt with such crimes through the so called cultural defences. This means that various institutions of positive law are used in order to mitigate or even exclude liability. This work aims to identify the essential characteristics of a legislative reform in order to give recognition, within the categories of Italian criminal law, to the cultural or religious orientation. An essential element in this evaluation is the consideration of the cultural orientation or religious order as one of the true purposes of the legal system, which would help to assess the wrongfulness of crimes which are culturally or religiously oriented.
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PROVERA, ALESSANDRO. « TUTELA DEL SENTIMENTO RELIGIOSO E REATI CULTURALMENTE ORIENTATI. IL DIRITTO PENALE E IL CONFINE DEL MULTICULTURALISMO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1228.

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Résumé :
L’ordinamento giuridico e il diritto penale non possono rimanere estranei alle dinamiche del multiculturalismo, per poter garantire effettivamente la pacifica convivenza. Il sentimento religioso e quello di appartenenza culturale, che sono modalità cognitive e presupposti per la formazione identitaria, caratterizzano la società multiculturale e plurireligiosa. L’analisi di tali sentimenti in rapporto con i principi dell’ordinamento liberale e del diritto penale, come elaborati dalla dottrina italiana e tedesca, dimostra la loro tutelabilità a livello penale. Sul versante sanzionatorio lo studio giunge per tali reati a prevedere un percorso di restorative justice. Il diritto penale deve affrontare anche il problema dei reati che sono orientati dall’appartenenza culturale (cultural offence) o religiosa. Nell’esperienza statunitense il reato culturalmente orientato è stato disciplinato mediante la cultural defense, ovvero l’applicazione di diversi istituti di diritto positivo in funzione attenuante o di esclusione della responsabilità. Il presente lavoro si propone di individuare i caratteri essenziali di una riforma legislativa per attribuire riconoscimento all’orientamento culturale o religioso nelle categorie del diritto penale italiano. Elemento essenziale in questa valutazione è la considerazione dell’orientamento culturale o religioso come una delle finalità proprie dell’ordinamento, caratteristica che permette di valutare l’illiceità dei reati culturalmente o religiosamente orientati.
The legal system and criminal law can not remain strangers to the dynamics of multiculturalism, if they want to effectively ensure the peaceful coexistence. The feeling of religious and cultural belonging, which is both a cognitive procedure and a prerequisite for the formation of identity, does characterize multicultural and multireligious society. This feeling has been considered in relation with the principles of the liberal legal system and of the criminal law, as developed by the Italian and German doctrine. The research has shown that it can be protected by criminal law itself. From the sanctionatory point of view the analysis leads to deem appropriate paths of restorative justice. Criminal law also needs to face the problem represented by crimes which are caused by cultural or religious affiliation (so called cultural offences). The American experience has dealt with such crimes through the so called cultural defences. This means that various institutions of positive law are used in order to mitigate or even exclude liability. This work aims to identify the essential characteristics of a legislative reform in order to give recognition, within the categories of Italian criminal law, to the cultural or religious orientation. An essential element in this evaluation is the consideration of the cultural orientation or religious order as one of the true purposes of the legal system, which would help to assess the wrongfulness of crimes which are culturally or religiously oriented.
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Postiglione, Veronica. « Libertà e identità religiosa nei rapporti di lavoro. Diritto interno e giurisprudenza della corte di Strasburgo ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2568.

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Résumé :
2015 - 2016
The globalization process (in the socio-economic and ethical-cultural perspective), medical scientific progress (redefining the contents of the right to live and die) and the emergence and spread of the new social needs (e.g. the legal recognition of same-sex union and family formation) are socio-cultural phenomena which require a new consideration under the traditional legal systems based on the peculiar national values and identity... [edit by author]
XV n.s.
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MONTALBANO, Alessandro. « LA RILEVANZA DELLE RAGIONI RELIGIOSE NELLA SFERA PUBBLICA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90644.

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Galiano, Mariangela. « Libertà religiosa e dimensione collettiva della libertà di non credere. Nuove tensioni e prospettive ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2019. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4292.

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Résumé :
2017 - 2018
Il lavoro di tesi affronta il tema della libertà religiosa collettiva, con particolare riguardo alla posizione che oggi occupano all’interno del panorama nazionale ed europeo i soggetti atei, per via dei profili di ambiguità che caratterizzano il loro inquadramento giuridico. Manca infatti, all’interno della nostra Carta Costituzionale, un esplicito riferimento alla non credenza ed all’ateismo, in linea con l’assenza di qualsiasi riferimento al profilo negativo della libertà religiosa. Se infatti quest’ultimo non si riconosce espressamente, la sua esistenza è divenuta ormai innegabile per via della diffusione non soltanto di tutta una serie di nuovi fenomeni religiosi (ben lontani dalle religioni tradizionali di maggioranza), quanto soprattutto per via dell’emersione di nuove esigenze collettive, volte al riconoscimento della libertà di non credere o di credere. La parte centrale del lavoro è focalizzata sull’analisi dell’ormai celebre vicenda giudiziaria dell’Associazione degli Atei Agnostici Razionalisti Italiani (UAAR), avviata per il riconoscimento di un generale diritto all’accesso all’intesa ex art. 8, comma 3, della Costituzione, anche in assenza dell’elemento confessionale, e conclusasi dinnanzi alla Corte Costituzionale con sentenza 52/2016. Partendo dal disconoscimento ad opera della Consulta dell’esistenza di una pretesa di avvio alle trattative per l’intesa, passando per l’inquadramento della funzione dello strumento intesa ex art. 8, comma 3 Cost. e per l’attribuzione al Consiglio dei Ministri circa l’opportunità di stipulare intesa con lo Stato, si è arrivati ad affermare l’esistenza di un generale diritto all’eguale libertà per le confessioni religiose, anche in attesa di intesa. Il lavoro ha poi cercato di inquadrare la questione alla luce dell’art. 9 della CEDU, anche in vista della prossima pronuncia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dovrà rendere sul ricorso presentato dall’UAAR. Attraverso una disamina della giurisprudenza convenzionale e dottrinale sul punto, nonché degli ipotetici riflessi indiretti che sulla stessa potrebbero derivare dal diritto comunitario e dall’art. 17 TFUE, il lavoro è giunto alla conclusione che verosimilmente l’esito del ricorso sarà difficilmente favorevole all’associazione atea, in quanto difficilmente si prevede un deciso cambio di rotta nella direzione di un innalzamento qualitativo del grado di tutela della libertà religiosa. Il lavoro non si è limitato ad analizzare la questione de iure condito, ma ha anche analizzato la recente bozza del progetto di legge proposta della Fondazione Astrid per regolamentare l’intero fenomeno religioso in Italia, basato sulla volontà di sviluppare il principio di laicità in maniera più condivisa ed armonica con il sistema pattizio, attraverso il respingimento della tendenza a relegare la religiosità all’interno della generale ed asettica categoria del “no profit”, nonché di riaffermare il principio di distinzione degli ordini, ritenuto essenziale per il rafforzamento delle democrazie contemporanee. [a cura dell'autore]
XXXI ciclo
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Panchetti, Benedetta <1983&gt. « L'istituto del matrimonio negli statuti personali delle comunità religiose in Libano ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8314.

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Résumé :
Scopo di questa tesi è l’indagine delle diverse problematiche giuridiche che sorgono nel diritto libanese nell’ambito del diritto matrimoniale poiché manca una normativa statale che ammetta la forma civile del matrimonio. Erede del sistema ottomano delle millet e del diritto personale, il Libano si caratterizza, infatti, sul piano giuridico come l’ordinamento statale che riconosce la più ampia autonomia normativa e giurisdizionale alle comunità religiose nella regione mediorientale nel diritto matrimoniale. Pertanto, il lavoro si è focalizzato nello studio delle problematiche sorgenti nel rapporto tra diritto statale e diritti religiosi, ed in particolare sui matrimoni tra membri di comunità diverse e sui matrimoni celebrati all’estero. Inoltre, la ricerca si occupa delle problematiche giuridiche sorte con la trascrizione del primo matrimonio civile celebrato nel paese da due cittadini che avevano ottenuto l’eliminazione dell’ appartenenza confessionale dai registri di stato civile.
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RESTA, VALENTINA. « Società digitale e libertà religiosa ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/215.

Texte intégral
Résumé :
Gli sviluppi tecnologici vissuti nell'ultimo quarto di secolo hanno determinato forti mutamenti non solo nella materialità dell'esistere, ma anche nella dimensione spirituale della persona. L'avvento della cittadinanza digitale ha obbligato ad un ripensamento del catalogo dei diritti e delle forme di esercizio degli stessi. La libertà religiosa, tanto nella sua dimensione individuale quanto in quella associata non solo ha subito l'influenza di tali cambiamenti, ma si è dimostrata in molti casi settore privilegiato per verificare la validità delle nuove forme di governo derivanti dallo sviluppo sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. A partire, dunque, da un ripensamento dei rapporti tra diritto e religione sono stati individuati alcuni settori specifici di analisi al cui interno saggiare le nuove forme di governo elettronico, per comprendere le nuove declinazioni del diritto di libertà religiosa nella società digitale. Tali settori sono: la presenza delle confessioni nel sistema della stampa nazionale; il nuovo mondo di Internet e le problematiche connesse alla tutela dei marchi e del sentimento religioso; la presenza delle confessioni religiose nel sistema radio televisivo; la tutela dei dati sensibili religiosi nel nuovo Codice sulla privacy.
Last 25 years, technological developments have determined very important changes both on the material side and on the spiritual one of the people. The introduction of digital citizenship has obliged to rethink the bunch of rights and the way to apply them. The religious freedom, both individually and in association, has suffered the effects of these changes, but moreover has been a preferred sector where testing new governance rules needed to manage the innovations due to constantly increasing presence of information technologies in day by day life. Therefore, starting from a deep rethinking of the relationships between law and religion, some sectors of analysis, where testing new electronic governance rules, has been identified, in order to understand new evolutions of religious freedom rights in the digital society. These sectors are: presence of religious denominations in the national press; Internet world and issues related both to the trademark management and to religious sentiments; presence of religious denominations in radio-TV system; protection of religious sensitive personal data in agreement with the new privacy Code.
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RESTA, VALENTINA. « Società digitale e libertà religiosa ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/215.

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Résumé :
Gli sviluppi tecnologici vissuti nell'ultimo quarto di secolo hanno determinato forti mutamenti non solo nella materialità dell'esistere, ma anche nella dimensione spirituale della persona. L'avvento della cittadinanza digitale ha obbligato ad un ripensamento del catalogo dei diritti e delle forme di esercizio degli stessi. La libertà religiosa, tanto nella sua dimensione individuale quanto in quella associata non solo ha subito l'influenza di tali cambiamenti, ma si è dimostrata in molti casi settore privilegiato per verificare la validità delle nuove forme di governo derivanti dallo sviluppo sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. A partire, dunque, da un ripensamento dei rapporti tra diritto e religione sono stati individuati alcuni settori specifici di analisi al cui interno saggiare le nuove forme di governo elettronico, per comprendere le nuove declinazioni del diritto di libertà religiosa nella società digitale. Tali settori sono: la presenza delle confessioni nel sistema della stampa nazionale; il nuovo mondo di Internet e le problematiche connesse alla tutela dei marchi e del sentimento religioso; la presenza delle confessioni religiose nel sistema radio televisivo; la tutela dei dati sensibili religiosi nel nuovo Codice sulla privacy.
Last 25 years, technological developments have determined very important changes both on the material side and on the spiritual one of the people. The introduction of digital citizenship has obliged to rethink the bunch of rights and the way to apply them. The religious freedom, both individually and in association, has suffered the effects of these changes, but moreover has been a preferred sector where testing new governance rules needed to manage the innovations due to constantly increasing presence of information technologies in day by day life. Therefore, starting from a deep rethinking of the relationships between law and religion, some sectors of analysis, where testing new electronic governance rules, has been identified, in order to understand new evolutions of religious freedom rights in the digital society. These sectors are: presence of religious denominations in the national press; Internet world and issues related both to the trademark management and to religious sentiments; presence of religious denominations in radio-TV system; protection of religious sensitive personal data in agreement with the new privacy Code.
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MINARDI, GIAN MARCO. « LELIO BASSO E LA QUESTIONE RELIGIOSA : IL CONCORDATO DEL 1929 E IL SUO SUPERAMENTO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153115.

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Résumé :
The doctoral thesis “Lelio Basso and the religious question: the 1929’ s concordat and its crossing” deals with the religious question, and the relationship between catholic church and italian state, in the thought of Lelio Basso in general and his political action about the abrogation or the modification of the 1929’s concordat in particular.
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MORELLI, DARIO. « LA PROPAGANDA DI CARATTERE RELIGIOSO NEI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI E RADIOFONICI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233995.

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Résumé :
This work's focus is on the religious propaganda - as referred to by Article 19 of the Italian Constitution – through audiovisual and radio media services in Italy. In order to assess whether a specific regulation would be useful to be implemented in Italy in respect of the religious propaganda by the abovementioned means, this works intends to identify the concept of “religious broadcasting” via radio and TV from an Italian law standpoint. The final part of the work analyses regulations in force in certain foreign countries in respect of religious propaganda.
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Triggiano, Daniela. « Muslim women and families between law of God and secular law : Italian and European debate ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/1525.

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2009 - 2010
My work is stuctured in four closely related parts. In the the first one, titled Religion and Modernity, I dwell on the importance of religious phenomenon for the sociology that since its origins has had a strong interest for religion, its meaning and its rule in the modern societies. Subsequently I focus on cultural pluralism of our contemporary societies, in particular on religious one. I upfront aim to stress that cohabitation of different cultural groups in the same country is a relatively new issue. Cultural differences are today more evident compared with the past and they are subject of claims of recognition that States have difficulty to give legitimacy. Similarly the cohabitation of different religious groups is not an exclusive mark of our contemporary societies. However religious pluralism that characterizes our contemporary societies is a very dynamic and complex process: new religious movements originated from USA, Japan, and India spread beside traditional religions followed in Europe. The research of new strategies by manage the new form of social and cultural pluralism, that aim to guarantee the participation of different cultural groups in the public sphere and the recognition of particular legal autonomy in these social areas that are crucial in the process of definition and preservation of cultural identity, is the subject of the lively debate on multiculturalism. So in this part I reconstruct the secularization theory on which liberal model is based, the different perspective of multiculturalism debate and I focus on the de-secularization theories elaborated by authoritative scholars as Jurgen Habermas, Peter Berger and Josè Casanova. My aim is to stress that we have to revisit the traditional and liberal model of separation of religious sphere and secular one... [edited by Author]
IX n.s.
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Pontes, Luis Paulo dos Santos. « A liberdade religiosa das crianças e adolescentes na legalidade constitucional : o dirieto de decisão em situações subjetivas existenciais ». Universidade de Fortaleza, 2016. http://dspace.unifor.br/handle/tede/103331.

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Made available in DSpace on 2019-03-30T00:09:50Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2016-11-30
The present research proposes an analysis of the possible tension between the exercise of parental authority and the protection of the autonomy and integrity of the child and adolescent, especially when it impairs the psychophysical integrity and general freedom, especially with respect to their freedom of belief and with a view to the possible conciliation of the principles in apparent conflict, in order to construct criteria of argumentation that help the judges in the solution of eventual cases put to the resolution. In this context, the recognition of the minor as a subject of law and the instrumental function of the family in favor of the well-being and development of the person of its members caused changes in the institute of family power, in which parents collect legal positions. With the advancement of the child's development, his ability to make free and responsible choices broadens, while conversely, parental authority is reduced. In considering the general clause of guardianship of the human person, one has to ask about the child's decisional ability to deal with existential aspects, as would be the case with religious options. The research inquires about the eventual right to religious freedom of children and adolescents in the face of parents, ascertaining the child's ability to decide on belief and worship and / or to submit to the effects of that decision by the parents. The central premise adopted was that the person endowed with the capacity for discernment should have his choices respected, especially on the level of existential questions. Through bibliographic and documentary research, based on the methodology of civil-constitutional law, it is concluded that the principle of best interest should be used as an interpretative vector in cases of conflict involving the protection of children and adolescents, in order to optimize the promote the development of the personality of children. Thus, in early childhood, parental authority will prevail, absent discernment, and adolescence will prevail self-determination of adolescents in matters relating to their privacy, except when another fundamental right of these children and adolescents is better suited to the promotion of their integral development. Keywords: Parental authority. Self-determination. Religious freedom. Children and adolescents. Ability to discern.
A presente pesquisa propõe uma análise da eventual tensão existente entre o exercício da autoridade parental e a proteção à autonomia e integridade da criança e adolescente, especialmente quando implicar prejuízo à integridade psicofísica e liberdade geral, notadamente no que diz respeito à sua liberdade de crença e culto, visando a possível conciliação dos princípios em aparente conflito, de modo a construir critérios de argumentação que ajudem os julgadores na solução de eventuais casos postos à resolução. Nesse contexto, o reconhecimento do menor como sujeito de direito e a função instrumental da família em favor do bem estar e do desenvolvimento da pessoa dos seus membros provocaram alterações no instituto do poder familiar, em que os pais colecionam posições jurídicas. Com o avançar do desenvolvimento da criança, sua capacidade de realizar escolhas livres e responsáveis se amplia, ao passo que inversamente reduz-se a autoridade parental. A considerar a cláusula geral de tutela da pessoa humana, é de se perguntar sobre a capacidade decisional da criança para tratar de aspectos existenciais, como seria o caso das opções religiosas. A pesquisa indaga sobre eventual direito à liberdade religiosa das crianças e adolescentes em face dos pais, averiguando a capacidade da criança para decidir sobre crença e culto e/ou para se submeter aos efeitos dessa decisão por parte dos pais. Adotou-se a premissa central de que a pessoa dotada da capacidade de discernimento deve ter suas escolhas respeitadas, mormente no plano das questões existenciais. Por meio de pesquisa bibliográfica e documental, fundada na metodologia do direito civil-constitucional, conclui-se que o princípio do melhor interesse deve ser utilizado como vetor interpretativo nos casos de conflito envolvendo a tutela das crianças e adolescentes, de modo a otimizar a promoção do desenvolvimento da personalidade das crianças. Assim, na primeira infância, prevalecerá a autoridade parental, eis que ausente discernimento, e na adolescência prevalecerá a autodeterminação dos adolescentes em matérias relativas a sua privacidade, salvo quando outro direito fundamental dessas crianças e adolescentes melhor se adequar à promoção de seu desenvolvimento integral. Palavras-chave: Autoridade parental. Autodeterminação. Liberdade religiosa. Crianças e adolescentes. Capacidade de discernimento.
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SCATTONE, CHIARA. « Le religioni del Libro : divieto delle usure e prassi bancaria ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/741.

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Résumé :
Lo studio affronta l’evoluzione nel corso dei secoli del divieto delle usure nelle religioni del Libro. Partendo dall’analisi dei testi sacri, Antico e Nuovo Testamento e Corano, e ripercorrendo in chiave storica e critica le elaborazioni dottrinali dei Padri della Chiesa, e dei teologi e giuristi di fede islamica, si cerca di fare luce sul filo rosso che lega, unisce e distanzia i diversi dettami religiosi, le azioni dei credenti, e le diverse impostazioni della vita mondana, e che arriva fino ai nostri giorni. La ricerca si propone quindi di ricostruire il divieto delle usure in una prospettiva evolutiva che con la nascita dei Monti di pietà nel XV secolo in Italia, perviene al suo definitivo superamento nel mondo europeo, cattolico, ebraico e protestante. Nel diffondersi di pratiche e tecniche commerciali e bancarie regolate dalla richiesta di interessi si rinviene uno dei principali fattori di espansione dei mercati e dei commerci. Nel mondo islamico, invece, il mantenimento fino ai nostri giorni del divieto si presenta con tipologie e sviluppi propri, che hanno condotto l’intero sistema economico ad un’evoluzione atipica per le concezioni europee, di matrice cristiano-giudaica. Il divieto delle usure, nato e sancito nel Corano attraversa i secoli dal VII ad oggi senza deroghe o limitazioni. Ad oggi si presenta com’era ieri, perché il divieto divino delle usure non rappresenta un limite per la fantasia e la libertà imprenditoriale dell’individuo, ma incarna uno dei cardini sui quali si fonda l’intero sistema di pensiero del credente islamico. Il divieto dell’usura si inserisce in una rete di dettami religiosi, etici e morali che rappresentano la stessa natura dell’islam e che non possono subire deroghe o limitazioni. Il credente musulmano opera quindi nella propria comunità nel rispetto di regole e limiti morali che non hanno peraltro impedito lo svolgersi nel tempo di un percorso che ha condotto ad una originale elaborazione di pratiche commerciali e bancarie, che ha consentito all’economia del mondo islamico di porsi con pieno diritto a confronto con il mondo occidentale, proponendo modelli operativi e concorrenziali sugli stessi mercati internazionali dei capitali.
The research tackles a problem about the evolution, during the centuries, of the prohibition of usury into the Book’s religions. Starting with the analysis of sacred texts, Old and New Testament and Qu’ran, and to the doctrinal elaborations of Church’s Fathers, and to the Islamics theologians and jurists, this study is to examine the common element that unifies and, at the same time, moves away the different religion’s dictates, the different duties’s believers and the different life’s impositions, that comes even until our days. This study reconstructs the prohibition of usury wit a new and evolutionary view, that arrives at the definitive usury’s abolishment on the XV century with the birth of the Monti di pietà bank. So that, the interest request becomes one of the main factors for the spread and growth of the international markets. On the contrary, the observance, until now, of this interdiction on the Islamic world appears with their ranges and their developments, that took the entire economic system to an atypical evolution for the European ideologies, for the Judaico-Christian concepts. The interdiction of usury was born and was notifies into the Qu’ran, the unchangeable and perfect word of God, that crossed the centuries until now without changes and exceptions. In our days this interdiction appears to be the same as in the past, because the divine interdiction of usury doesn’t represent a limit for the fantasy or for the individual freedom entrepreneurship, but the interdiction of usury is one’s of cornerstones on which the entire Islamic believer doctrine is founded. The interdiction of usury is a fundamental part of Islamic doctrine: religious dictates, ethics and morals, which represent the real nature of Islam, and which are unchangeable and impossible to derogate. A muslim believer works in a membership community and hi respects these dictates, these moral limitations which didn’t stop him to build an original and efficient economic, banking and commercial system on the international markets.
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Polli, Susanna <1988&gt. « La libertà religiosa e la diversità culturale islamica : limiti e sfide in Italia. Un approfondimento sulla realtà del Trentino Alto - Adige ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3272.

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Résumé :
Questa dissertazione elabora l’insieme di problemi e di sfide che derivano dalla connessione tra la libertà religiosa e la diversità culturale islamica, con particolare attenzione alla realtà dell’Italia. Il nuovo contesto socio-politico mondiale è caratterizzato da un’intensa pluralità culturale, dovuta ad un crescente fenomeno migratorio; è importante quindi cercare di comprendere il valore della libertà religiosa e il significato della diversità culturale. Questi due concetti si intersecano in maniera singolare in contesti democratici e laici propri degli stati europei che non possono privarsi dei principi fondanti delle loro costituzioni, ma che, al contempo sono tenuti a tutelare i diritti umani di ogni singolo individuo. Analizzando la specificità islamica, si rileva come queste considerazioni assumono delle connotazioni particolari. L’islam non è infatti soltanto una religione, ma piuttosto un insieme di codici morali, religiosi, sociali e giuridici che regolano l’intera vita del musulmano. Alcuni principi islamici risultano però non conformi ai valori manifestati dagli stati occidentali che ospitano consistenti comunità di musulmani. Quindi la libertà religiosa, uno dei diritti umani universali, uno dei fondamenti dell’Unione Europea e della democrazia, difesa dagli ordinamenti europei, deve necessariamente rispondere alla sfida islamica. Alcune questioni sollevano alcune difficoltà, in particolare quelle relative alla manifestazione delle pratiche religiose. Alcune sono già state affrontate, per esempio, esistono alcune esperienze a proposito della macellazione rituale ed in parte quella relativa al matrimonio; in tali casi, sarebbe quindi sufficiente adottare le stesse misure. Per quanto concerne altre materie, al contrario, non è ancora stata sviluppata una tendenza uniforme: gli Stati gestiscono la materia della manifestazione religiosa in maniera distinta. È questo il caso della regolamentazione del dibattito sul velo islamico, e più in generale della questione dei simboli religiosi, e quello del rispetto di festività religiose a scuola o in sede di lavoro. Attraverso la lettura di sentenze e di decisioni su casi particolari, la trattazione intende approfondire tali questioni e sollevare possibili soluzioni. L’Italia, che è ha conosciuto i primi flussi migratori relativamente tardi, non ha ancora affrontato in maniera dettagliata alcune questioni che altri stati europei, caratterizzati da una migrazione di più vecchio insediamento, hanno già dovuto esaminare. La dissertazione si divide in tre parti: la prima intende descrivere i caratteri generali relativi al diritto alla libertà religiosa ed alla diversità culturale islamica, con particolare attenzione alla realtà italiana; la seconda parte si occupa di approfondire alcune questioni che derivano dal complicato bilanciamento tra libertà religiosa e diversità culturale; un’ultima parte delinea alcuni elementi che caratterizzano la realtà del Trentino Alto – Adige. Le informazioni ed i dati sono stati tratti da libri, siti internet, riviste e giornali. Grazie alle informazioni raccolte, la dissertazione cerca di capire quali siano i limiti del diritto alla libertà religione con riferimento alla diversità culturale islamica e quali siano le sfide che, a diversi livelli, la comunità internazionale deve saper affrontare e vincere in una realtà multiculturale.
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Ervas, Elena <1988&gt. « La tutela della libertà religiosa da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte Suprema Statunitense : tra scelte politiche e tecniche di scrutinio giudiziario ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12900.

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In un mondo caratterizzato da un crescente pluralismo religioso, crescono anche le istanze dei singoli di vedersi riconoscere maggiori diritti in ambito religioso, talvolta creando dei contrasti con le previsioni del diritto. La ricerca ha come obiettivo l’analisi delle attuali problematiche connesse all’esercizio della libertà religiosa e soprattutto dei principi e metodi interpretativi che sono stati sviluppati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Corte Suprema Statunitense per affrontare tali questioni.
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COLOMBO, ROBERTA. « CIRCONCISIONE RITUALE DEI MINORI E ORDINAMENTO GIURIDICO ITALIANO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/719941.

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Résumé :
The research concerns the juridical problems connected to the practice of male ritual circumcision performed on children. In a European context where there aren’t shared normative references, the most important problems emerge where there are overlapping ethical-cultural systems in the same geographical context. The research assesses the legitimacy of ritual circumcisions within the Italian legal system. These practices, variously classified, can constitute an instrument of demarcation of the person and of identifying the single with the "group"; this is what occurs, for example, in two great monotheistic religions: Judaism and Islam. Religiously motivated circumcisions practiced on children are the subject of the research, which focuses on the main legal questions concerning the right to religious freedom and the right to physical integrity. After investigating the issues relating to the entitlement of the right to religious freedom of children and the limits about parents' religious education, the research analyzes the path that led to the current legal configuration of the phenomenon. A chronological criterion is followed. Finally, the research examines the practical transposition of the detected problems; the study finds that legal issues resulted in regional health choices and it analyzes the conflict resolution mechanisms.
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DE, AMBROSIS ADRIANO. « Il rapporto tra etica e fisco al centro della riflessione del pensiero laico e religioso. Un'analisi dei principali contributi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30748.

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Résumé :
In 1789 the representatives of the French people, constituted in the National Assembly made the following solemn statement: " Whereas the violation of human rights are the sole causes of public malaise and the corruption of governments," recognized and proclaimed the "Rights of ' man and of the citizen " and, among these, there were also those related to the state budget: art. 13 of the Declaration, "To cover the expenses necessary to ensure public order and the administrative action is essential that all citizens contribute owing to their ability to pay". There is no difference in particular in the field of public governance, which falls between the management and administration of taxation, between the Ethical behavior required of all: taxpayers, tax authorities and tax Courts and the administration of fair taxation. In taxation we can make the following statements. First, there is no clear separation between ethics and tax law. Second, ethics means respect for the principles powered of equality, solidarity and ability to pay as they are carved in our Constitution, as it has been taught by the great scholars also Italian tax law and financial science. In fact, economists have been the first who have investigated the phenomenon of the Ethical foundation in the tax ratio. The four fiscal rules laid down by Adam Smith (equality, certainty, convenience of payment, economy in collection) are in fact still quite valid. The first and perhaps one of the most importants economists who analyzed the concept of ability to pay in doctrine was the Italian Ezio Vanoni. Ezio Vanoni in the nineteen explained that "tax must be based on the wealth of the individual, but must discriminate the given amount of wealth with other factors taken from the very dynamics of wealth (income, production, exchange and consumption) or by personal circumstances of the subject. In Vanoni point of view, everyone taxpayer should pay a fair and contribute to the expenditure amount in reason of their economic capacity. The Study of the Ethical foundation of the tax ratio can not be separated from the analysis of the function of the charge in parallel with the Birth and development of the state organization. The theory of taxation appreciates "the practical effect of redistribution, equality and solidarity according to Articles 2, 3 53 of the Italian Constitution. The theory of taxation can not even leave the analysis of the effects of taxes on the economy: development, investment, consumption, as it is analyzed in the framework of the Science of Finance. The tax law found its historical justification in terms in which state has favoured its economic policy in one of the two traditional strands of liberal thought. The two theories, one classical liberal (more inclined to favor the proprietary rights in the face of public levy), devaluing at the same time the state intervention and regulation of mediation. And conversely, that egalitarian advocate of the "welfare state" substantially rejecting the concept of minimal state, which assesses the tax rules in the distribution function (and redistributive) than property rights. In the first theory, state organization the individual identifies with its property and its assets acquired its own moral legitimacy. State Leviathan (see T. Hobbes ) repudiated considering all forms of unjust "tax benefit" that was not based on the criterion of benefit, or that did not involve remuneration contracts with a view to the enjoyment of the public services offered to the individual (understood as private). At that time, on the other hand, the State had to correct the extreme limit of the state of nature, i.e. to deal with protecting the public safety and private property, it was forbidden that the State having to purchase and manage funds, monitor the private activities, and finally, to manage industrial and commercial activities. Otherwise the rule captures the most important of which tasks is to increase of the volume of expenditure for the maintenance of the bureaucracy organization and the military. It creates the need for the introduction of a taxation system. Taxes will no longer be temporary but will assume the characteristics of stability and ordinariness. The only purpose of taxation now becomes contributory and redistributive. Hovewer the fight against tax evasion and mandate the special privileges continues unabated, as the Italian Scholar Allorio said, “a tax system has to be fair or, otherwise, simply is not”.
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GIMELLI, NADIA. « La libertà di religione nel disegno della Costituzione italiana ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2004. http://hdl.handle.net/2108/202223.

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Résumé :
L’art. 19 Cost. garantisce la libertà di religione negli aspetti che essa ha tradizionalmente assunto, cioè come libertà di professare la propria fede religiosa, di farne propaganda e di esercitarne il culto. Ma prima di esaminare le singole facoltà riconosciute dall’articolo 19 Cost., occorre chiedersi anzitutto che cosa si intenda per religione, e, in particolare, da domandarsi se l’ateismo possa o meno essere ricompreso nel nomen iuris della religione e se, anche in mancanza di qualunque norma espressa legislativa che lo sancisca, ricada automaticamente nella sua regolamentazione giuridica sotto la disciplina normativa dettata per assicurare e tutelare la libertà religiosa in un determinato ordinamento giuridico. Dopo essersi posto l’interrogativo se il «buon costume», unico limite esplicitamente previsto nella Costituzione italiana, si riferisca esclusivamente alla sola celebrazione di riti oppure operi anche nei confronti della professione della fede e della propaganda, se ne evidenzia la differente sfera di operatività, rispetto all’omologo limite contenuto nell’art. 21 Cost. per le manifestazioni di pensiero. Altro punto discusso è se le espressioni della libertà religiosa soggiacciano al limite dell’ordine pubblico. Viene, da ultimo, analizzata la figura dell’obiezione di coscienza con particolare riguardo a quella relativa al servizio militare, all’interruzione della gravidanza, alla formula del giuramento nel processo ed, infine, quella relativa alla sperimentazione animale.
Article 19 of Italian Constitution guarantees freedom of religion in its traditional aspects, i.e. freedom of confessing and disseminating one’s faith and of following the worship. However, before considering every single right recognized by article 19 of Italian Constitution, it’s necessary to ask oneself what is meant by “religion” and in particular whether atheism can be accounted in the religion nomen iuris or not and if, missing any other law that sanctions it, atheism happens to be automatically regulated by the law about the freedom of religion in a determined juridical system. Once asked if “morality”, only restriction expressly set by the Italian Constitution, refers exclusively to rites performing or applies both to faith profession and dissemination, it’s highlighted the different sphere of action compared to the analogous restriction belonging to article 21 of the Italian Constitution about the freedom of opinion. Another issue here debated is whether the freedom of religion has to be subjected to public order limitations. Eventually, it’s analysed the institution of conscientious objection with special regard to military service, abortion, wording of the oath in trials and animal testing.
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CAPRARA, LEONARDO. « 'FAITH-BASED APPROACHES TO DISPUTE RESOLUTION' L'ESPERIENZA INGLESE DEL RICONOSCIMENTO DELLA GIURISDIZIONE CONFESSIONALE NELLA GESTIONE DELLE CONTROVERSIE RIGUARDANTI I CIVES-FIDELES ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/66570.

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Résumé :
In un Paese come l’Inghilterra che, a differenza dell’Italia, non conosce, strumenti di gestione del pluralismo religioso come le intese e/o i concordati, l’istituto giuridico prescelto da legislatore per raggiungere questo risultato anche in campo giurisdizionale, è stato l’arbitrato: alle comunità religiose presenti nel Regno Unito, è stato concessa la facoltà di poter istituire propri organi giudiziari in conformità all’Arbitration Act del 1996 le cui decisioni potranno, ad alcune condizion, spiegare efficacia esecutiva nell’ordinamento statale. All’approfondimento dell’originalità di questa scelta è dedicato il presente elaborato che, partendo da un’analisi storica di alcune esperienze passate di gestione del pluralismo religioso (Capitolo I), che dimostrano che il tema non è affatto nuovo, passa a delineare i principi cardine degli arbitrati religiosi legati indissolubilmente al carattere multiculturale della società inglese in quanto finalizzati a garantire il principio di uguaglianza in una società di “diversi” (Capitolo II).Oltre che all’analisi dell’Arbitration Act del 1996, che rappresenta la cornice normativa di riferimento dei faith-based approaches to dispute resolution, il terzo capitolo è dedicato alla descrizione della struttura e del funzionamento dei tribunali religiosi islamici ed ebraici. Nella parte finale della ricerca saranno prese in considerazione le criticità dell’istituto dell’arbitrato religioso e alcune proposte in senso migliorativo.
In a country like England which, unlike Italy, does not know, instruments of management of religious pluralism such as agreements and Concordats, the legal institution chosen by the legislator to achieve this result also in the jurisdictional field, has been arbitration: the religious communities present in the United Kingdom have been granted the right to establish their own judicial bodies in accordance with the Arbitration Act of 1996, whose decisions may, to some conditions, explain their enforceability in state law. To the deepening of the originality of this choice the present paper is dedicated which, starting from a historical analysis of some past experiences of managing religious pluralism (Chapter I), which show that the subject is not new at all, goes on to outline the cardinal principles of religious arbitrations inextricably linked to the multicultural character of English society as they are aimed at guaranteeing the principle of equality in a society of "different" (Chapter II). In addition to the Arbitration Act of 1996, which represents the framework reference legislation of the faith-based approaches to dispute resolution, the third chapter is dedicated to the description of the structure and functioning of Islamic and Jewish religious courts. In the final part of the research the critical aspects of the institution of religious arbitration and some proposals in an improvement sense will be taken into consideration.
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CAPRARA, LEONARDO. « 'FAITH-BASED APPROACHES TO DISPUTE RESOLUTION' L'ESPERIENZA INGLESE DEL RICONOSCIMENTO DELLA GIURISDIZIONE CONFESSIONALE NELLA GESTIONE DELLE CONTROVERSIE RIGUARDANTI I CIVES-FIDELES ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/66570.

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Résumé :
In un Paese come l’Inghilterra che, a differenza dell’Italia, non conosce, strumenti di gestione del pluralismo religioso come le intese e/o i concordati, l’istituto giuridico prescelto da legislatore per raggiungere questo risultato anche in campo giurisdizionale, è stato l’arbitrato: alle comunità religiose presenti nel Regno Unito, è stato concessa la facoltà di poter istituire propri organi giudiziari in conformità all’Arbitration Act del 1996 le cui decisioni potranno, ad alcune condizion, spiegare efficacia esecutiva nell’ordinamento statale. All’approfondimento dell’originalità di questa scelta è dedicato il presente elaborato che, partendo da un’analisi storica di alcune esperienze passate di gestione del pluralismo religioso (Capitolo I), che dimostrano che il tema non è affatto nuovo, passa a delineare i principi cardine degli arbitrati religiosi legati indissolubilmente al carattere multiculturale della società inglese in quanto finalizzati a garantire il principio di uguaglianza in una società di “diversi” (Capitolo II).Oltre che all’analisi dell’Arbitration Act del 1996, che rappresenta la cornice normativa di riferimento dei faith-based approaches to dispute resolution, il terzo capitolo è dedicato alla descrizione della struttura e del funzionamento dei tribunali religiosi islamici ed ebraici. Nella parte finale della ricerca saranno prese in considerazione le criticità dell’istituto dell’arbitrato religioso e alcune proposte in senso migliorativo.
In a country like England which, unlike Italy, does not know, instruments of management of religious pluralism such as agreements and Concordats, the legal institution chosen by the legislator to achieve this result also in the jurisdictional field, has been arbitration: the religious communities present in the United Kingdom have been granted the right to establish their own judicial bodies in accordance with the Arbitration Act of 1996, whose decisions may, to some conditions, explain their enforceability in state law. To the deepening of the originality of this choice the present paper is dedicated which, starting from a historical analysis of some past experiences of managing religious pluralism (Chapter I), which show that the subject is not new at all, goes on to outline the cardinal principles of religious arbitrations inextricably linked to the multicultural character of English society as they are aimed at guaranteeing the principle of equality in a society of "different" (Chapter II). In addition to the Arbitration Act of 1996, which represents the framework reference legislation of the faith-based approaches to dispute resolution, the third chapter is dedicated to the description of the structure and functioning of Islamic and Jewish religious courts. In the final part of the research the critical aspects of the institution of religious arbitration and some proposals in an improvement sense will be taken into consideration.
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LAZZERINI, VALERIA. « I RITI FUNEBRI E LE SEPOLTURE ISLAMICHE IN ITALIA E IN EUROPA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/726.

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Résumé :
Nella tesi si approfondisce in cosa consistano effettivamente le pratiche e le esigenze funebri dei musulmani, valutando in che misura esse siano compatibili con la legislazione statale dei Paesi occidentali (esaminando in particolare i casi di Italia, Francia e Svizzera). Nell'affrontare il tema si è adottata una prospettiva di tipo interdisciplinare, considerando la questione delle sepolture islamiche sia dal punto di vista del diritto musulmano (per definire in che misura e secondo quali modalità possano essere effettuati gli adattamenti richiesti dalla presenza di comunità musulmane in contesti non islamici), sia dal punto di vista del diritto statale laico, nel più ampio quadro dei rapporti tra Stato e religioni attualmente vigenti nei Paesi considerati.
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LAZZERINI, VALERIA. « I RITI FUNEBRI E LE SEPOLTURE ISLAMICHE IN ITALIA E IN EUROPA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/726.

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Résumé :
Nella tesi si approfondisce in cosa consistano effettivamente le pratiche e le esigenze funebri dei musulmani, valutando in che misura esse siano compatibili con la legislazione statale dei Paesi occidentali (esaminando in particolare i casi di Italia, Francia e Svizzera). Nell'affrontare il tema si è adottata una prospettiva di tipo interdisciplinare, considerando la questione delle sepolture islamiche sia dal punto di vista del diritto musulmano (per definire in che misura e secondo quali modalità possano essere effettuati gli adattamenti richiesti dalla presenza di comunità musulmane in contesti non islamici), sia dal punto di vista del diritto statale laico, nel più ampio quadro dei rapporti tra Stato e religioni attualmente vigenti nei Paesi considerati.
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ACQUAVIVA, ANNA. « Gli Edifici e i luoghi del culto tra Stato, Chiesa cattolica e confessioni di minoranza ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1111.

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Résumé :
La tesi riguarda complessivamente il trattamento giuridico degli spazi dedicati al culto delle confessioni religiose, tutti meritevoli di essere favoriti come luoghi di libertà, nonostante il diritto civile si occupi solo di "edifici destinati all’esercizio pubblico del culto cattolico", e delle relative pertinenze. La parte iniziale, oltre a citare le innumerevoli definizioni di dottrina e di giurisprudenza per l’individuazione di tali spazi, ripercorre la genesi storica e normativa dell’istituto. Se per la Chiesa cattolica vi sono da sempre "edifici" ben identificati, per altri gruppi religiosi, considerata la variegata pratica cultuale espletata, risulta più appropriato riferirsi ad onnicomprensivi “luoghi per il culto”: il loro trattamento giuridico è divenuto sempre più egalitario rispetto agli “edifici” cattolici, soprattutto grazie ai molteplici interventi della Corte costituzionale, che ha giudicato incostituzionali le leggi regionali sul finanziamento dell’edilizia di culto, richiedenti un’”intesa” (art. 8 della Cost.) alle confessioni destinatarie del contributo. Vi è inoltre uno studio dei “luoghi sacri” per il diritto canonico, e della loro destinazione al culto, menzionata dall’art. 831 cod. civ., con riferimenti alla proprietà e alla loro natura giuridica. Va poi considerato il problema della pianificazione urbanistica, in quanto gli attuali piani di organizzazione del territorio, non si adeguano totalmente alle nuove esigenze religiose. L’ultima parte è dedicata alle “pertinenze” di culto, che sono legate funzionalmente all’edificio principale e soggette al medesimo regime normativo. Nelle conclusioni si evidenzia la necessità di una “Legge generale sulla libertà religiosa”, in quanto la disponibilità di edifici di culto, come un aspetto della libertà individuale di religione, nella sua dimensione collettiva di esercizio associato del culto, va garantita non da singole e sporadiche intese, bensì da una legge applicabile a tutte le confessioni.
The argument concerns the legal treatment of the space devoted to the worship of religious denominations, all deserve to be favored as places of freedom, despite the civil law only deal with to public buildings for Catholic worship, and related appliances. The initial part, in addition to citing the many definitions of doctrine and jurisprudence for the detection of these spaces, traces the genesis and history of the legislation. If the Catholic Church there have always been "Buildings" clearly marked, for other religious groups, given the varied practice of worship performed, it is more appropriate to refer to inclusive "places for worship": their legal treatment has become more and more egalitarian than the "buildings" Catholics, largely due to multiple interventions by the Constitutional Court, which has held unconstitutional laws on the financing of regional worship, applicants' "Intese" (Article 8 of the Constitution) the confessions of the target contribution. There is also a study of "sacred places" to the canon law, and their devotion to the destination mentioned by. 831 cod. civ., with references to the property and their legal nature. It should also be considered the problem of urban planning, as the current plans of organization of territory, not completely adapt to the new demands of religion. The last part is devoted to "appliances" of worship, which are functionally linked to the main building and subject to the same regulatory regime. The findings highlighted the need for a "General Law on Religious Freedom", as the availability of places of worship, as an aspect of individual freedom of religion, in its collective pursuit of the cult involved, it should be guaranteed not by individual and sporadic “Intese”, but by a law applicable to all denominations.
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LAZZARINI, EMILIA. « L¿EDILIZIA DI CULTO TRA LIBERTÀ COSTITUZIONALI E GOVERNO DEL TERRITORIO : LA LEGGE N. 12 DEL 2005 DELLA REGIONE LOMBARDIA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/352130.

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Résumé :
This study concerns the construction and the preservation of religious buildings, mainly from an historical point of view by reconstructing the urban city laws since the Italian Unification, through Fascism, the two World Wars and finally the rebuilding during the second postwar period. At the beginning of the Seventies, the first devolution occurred and places of worship, that had been constructed or consecrated for religious purposes, began to be provided with city plans and each federalist intervention occurred without any constitutional changes. It was only at the beginning of the new Millennium that the most significant constitutional reform happened with the overturning of the State and the Regions' legislative competences: the general legislative competence had been conferred to the Regions, while the State remained in charge of specific topics listed in the Constitution. However, even if the competence of the State and the religious Confessions relationships continued to be regulated by the State's laws, the construction of religious buildings began to be controlled by the local authorities. In the last chapter I have focused my attention on the specific case of Lombardia's law for the governance of territories (legge per il governo del territorio), in which five articles concerns the construction of religious buildings. The Lombard law maker demands a long series of requirements of religious Confessions in order to consider a probable construction of a religious edifice or a change in the use of an existing building. There seems to be no problem at present if the religious faith has stipulated an "agreement" with the State. However, the attempt to exclude the Islamic faith is evident, since that it has not made any agreements with the Public Authority. The unconstitutionality of Lombardia's urban city law is therefore evident because it is in contrast with the Italian Constitution articles 3,8, 19 and 20, which represent Italian Secularism and therefore an equal treatment for every religious faith without discrimination or preference for any of them.
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Decimo, Ludovica. « La disciplina giuridica della destinazione al culto degli edifici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422833.

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Résumé :
La ricerca si incentra sullo studio statuto giuridico degli edifici di culto, ponendo particolare attenzione anche alle evoluzioni della fenomenologia religiosa della società  contemporanea. Gli edifici di culto, per la loro particolare destinazione, assumono una rilevante funzione sociale e religiosa, la cui promozione e tutela è assicurata dall'ordinamento attraverso le limitazioni di pubblici poteri e delle facoltà  connesse al diritto di proprietà, nonché la predisposizione di una particolare disciplina giuridica. La destinazione cultuale concorre alla costruzione di un complesso regime giuridico dell'edificio di culto, il quale è frutto della stratificazione delle fonti giuridiche unilaterali e pattizie e delle norme religiose. L'individuazione di soluzioni giuridiche che soddisfino le esigenze cultuali e che promuovano il concreto esercizio della libertà  di culto costituisce uno dei principali obiettivi dell'attività  del legislatore e del giurista. Il pluralismo religioso dell'attuale società  impone all'interprete una costante rilettura delle norme giuridiche e costituzionali relative ai luoghi di culto nonché l'individuazione di nuovi strumenti giuridici, anche di natura negoziale, al fine di garantire l'effettivo esercizio della libertà  religiosa.
The research focuses on study of "legal status" of religious buildings, with particular attention to the evolution of the religious phenomenology of contemporary society. Religious buildings, due to their particular purpose, assume a significant social and religious function, whose promotion and protection is ensured by law through the limitations of public powers and the faculties connected with the right of property, as well as the provision of a particular discipline legal. The destination for worship contributes to the construction of a complex legal regime of the religious building, which is the result of the stratification of unilateral juridical sources and agreements and religious norms. The identification of juridical solutions that satisfy the cultural needs and that promote the concrete exercise of freedom of worship is one of the main objectives of the activity of the legislator and the jurist. The religious pluralism of the society imposes to the interpreter a constant re-reading of the juridical and constitutional norms relative to places of worship as well as the identification of new juridical instruments, also of a negotiating nature, in order to guarantee the effective exercise of religious freedom.
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Marinho, Sérgio Augusto Lima. « A liberdade de expressão religiosa no rádio e na televisão : soluções constitucionalmente adequadas para a colisão entre o direito à liberdade de expressão religiosa e os demais direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores ». Universidade Federal de Uberlândia, 2015. https://repositorio.ufu.br/handle/123456789/13229.

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Résumé :
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
La garanzia del diritto fondamentale alla libertà religiosa è condizione essenziale per lo stato costituzionale e assicura l\'individuo a prendere qualsiasi posizione in materia di fede, tra cui la negazione o di opposizione. Allo stesso modo, il titolare del diritto alla libertà religiosa ha il diritto di comportarsi secondo i dettami della religione e di cercare nuovi adepti alla loro fede.Di conseguenza, il diritto alla libertà di espressione religiose, non rare volte, è in conflitto con altri diritti fondamentali, in particolare quando esercitata nei mezzi di comunicazione di massa come la radio e la televisione. Pertanto, questo studio ha l\'obiettivo di esaminare come lo Stato può risolvere i conflitti che coinvolgono il diritto fondamentale alla libertà di espressione religiosa, quando esercitata su radio e televisione, e gli altri diritti fondamentali di ascoltatori e telespettatori. Per raggiungere l\'obiettivo generale proposto, tre obiettivi specifici saranno necessari, ciascuno corrispondente a un capitolo della dissertazione. Essi sono: (i) Definire il diritto fondamentale alla libertà religiosa, che deflui il diritto alla libertà di espressione religiosa e la possibilità di utilizzo dei mass media per la diffusione di dottrine e credenze religiose; (ii) analizzare la radiodiffusione e la televisione come strumenti al servizio delle confessioni religiose per la diffusione di dottrine e credenze religiose; (iii) per studiare le modalità di ricerca di soluzioni adeguate costituzionalmente ai conflitti che coinvolgono il diritto fondamentale alla libertà di espressione religiosa di individui e organizzazioni religiose, che può essere esercitato attraverso la radio e la televisione, e altri diritti fondamentali di ascoltatori e gli spettatori che possono essere colpiti da discorso religioso. La ricerca è stato sviluppato con l\'aiuto del metodo deduttivo, con particolare enfasi su argomentazione giuridici, data la necessità di bilanciare i principie, in parallelo, il metodo induttivo con considerazione della giurisprudenza della Corte Suprema. La conclusione dimostra che le soluzioni adeguate al conflitto tra la libertà di espressione religiosa e altri diritti fondamentali sono il rispetto per lo stato a regola che vieta censura e l\'obbligo di licenza preventiva e per lo promuocione de un ampio accesso dei privati e confessioni religiose per i mass media. Inoltre, sembra che qualsiasi restrizione alla libertà di espressione religiosa solo può essere considerata costituzionale se resistere alla prova di proporzionalità
A garantia do direito fundamental à liberdade religiosa é condição imprescindível ao Estado de Constitucional e assegura ao individuo adotar qualquer posição em matéria de fé, inclusive a negação ou a oposição. Semelhantemente, o titular do direito de liberdade religiosa tem o direito de comporta-se de acordo com os ditames da religião que escolheu e de buscar novos adeptos à sua fé. Via de consequência o direito à liberdade de expressão religiosa, não raras vezes,entra em conflito com outros direitos fundamentais, em especial quando exercida em veículos de comunicação em massa como o rádio e a televisão. Por isto, o presente trabalho tem por objetivo geral analisar de que forma o Estado poderá solucionar os conflitos envolvendo o direito fundamental à liberdade de expressão religiosa, quando exercido no rádio e na televisão, e outros direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores. Para alcançar o objetivo geral proposto,será necessária a observação de três objetivos específicos, cada qual correspondendo a um capítulo da dissertação. São eles: (i) Delimitar o direito fundamental à liberdade religiosa, extraindo-se dele o direito à liberdade de expressão religiosa e a possibilidade da utilização dos meios de comunicação em massa para difusão das doutrinas e crenças religiosas; (ii) analisar o rádio e a teledifusão como instrumentos à serviço das confissões religiosas para difusão das doutrinas e da crença religiosa;(iii) investigar os caminhos em busca de soluções constitucionalmente adequadas para os conflitos envolvendo o direito fundamental à liberdade de expressão religiosa dos indivíduos e das confissões religiosas, o qual pode ser exercido por intermédio do rádio e da televisão, e outros direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores que podem ser atingidos pelo discurso religioso. A pesquisa é desenvolvida com auxílio do método dedutivo, com especial ênfase à argumentação jurídica dada a necessidade de ponderação de princípios, e, paralelamente, do método indutivo com a consideração da jurisprudência do Supremo Tribunal Federal. A conclusão mostra que as soluções adequadas para o confronto entre a liberdade de expressão religiosa e outros direitos fundamentais passam pelo respeito à regra da vedação da censura e da licença prévia e pela promoção do amplo acesso dos indivíduos e confissões religiosas aos meios de comunicação em massa. Ademais, verifica-se que qualquer restrição à liberdade de expressão religiosa somente pode ser considerada constitucionalmente adequada se resistir ao teste da proporcionalidade
Mestre em Direito Público
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