Articles de revues sur le sujet « Direzione e coordinamento di società »

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Fellegara, Anna Maria, Veronica Tibiletti et Pier Luigi Marchini. « La disclosure sulla corporate governance nei gruppi, strumento di tutela di interessi diffusi. Un'analisi critica nel contesto italiano ». FINANCIAL REPORTING, no 1 (février 2011) : 9–35. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-001002.

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Résumé :
Nella normativa nazionale, il concetto di gruppo aziendale non è precisamente definito. Di conseguenza, il riconoscimento dei confini di gruppo non è sempre immediato, il che può implicare difficoltà nell'individuazione delle responsabilità delle scelte economiche assunte al suo interno. Tale circostanza può danneggiare gli interessi dei soci di minoranza. Con riferimento a questi temi, in Italia sono state introdotte regole volte a rendere maggiormente trasparenti gli assetti proprietari nei gruppi aziendali. Gli autori si propongono di analizzare qualità ed efficacia della comunicazione in tema didei gruppi aziendali, con particolare riferimento agli effetti prodotti dalla normativa in materia di direzione e coordinamento di società.
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2

M. Caldarera, Angela, Chiara Baietto, Alessandro Zangari et Damiana Massara. « La disforia di genere in età evolutiva : la presa in carico a sostegno del benessere psicologico ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 153–65. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003016.

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Résumé :
La Legge 164 del 1982 regola la transizione di genere in Italia, e riconosce il diritto alla presa in carico presso il Ssn. A partire dagli anni Duemila, presso i centri specializzati è iniziata la richiesta di presa in carico dei soggetti minorenni e delle loro famiglie. L'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (Onig1) ha costituito un coordinamento dei Centri dedicati a bambini e adolescenti, e ha definito i principi di base della presa in carico sulla base dell'esperienza maturata, delle linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health (Wpath, 2012) e dell'Endocrine Society (Hembree, 2011). La presa in carico prevede un percorso multidisciplinare integrato in fasi successive (psicologico, neuropsichiatrico, endocrinologico) che riguarda i minorenni e le loro famiglie; può comportare, in casi accuratamente selezionati, l'utilizzo di bloccanti dello sviluppo ormonale puberale, e, dopo i 16 anni, di ormoni sessuali che possano trasformare il corpo nella direzione del genere percepito. La natura degli interventi medici solleva delicate questioni di carattere bioetico, in relazione, per esempio, alla competenza dei ragazzi a dare il consenso/assenso in ambiti tanto complessi.
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3

Chittolini, Giorgio, Alfio Cortonesi et Gian Maria Varanini. « In ricordo di Renato Bordone ». SOCIETÀ E STORIA, no 133 (octobre 2011) : 433–36. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133001.

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Santalucia, Giuseppe. « I rapporti tra Direzione nazionale antimafia e uffici di procura in una recente delibera del Csm ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (décembre 2011) : 208–14. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005014.

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Chiamato - in modo in veritŕ inusuale - a risolvere l'impasse sorta a seguito del diniego della Procura distrettuale di Palermo di soddisfare la richiesta della Procura nazionale antimafia di copia degli atti delle indagini relative alla cd. trattativa Stato-mafia, il Csm mostra di non avere dubbi. Il procuratore nazionale ha diritto di ottenere dai procuratori distrettuali copia degli atti d'indagine, al di lŕ dell'esistenza del segreto investigativo, e ciň per la decisiva ragione che, in difetto, non potrebbe esercitare le funzioni di impulso e coordinamento delle indagini che gli competono e, a fortiori, il potere di avocazione per accertata violazione dei doveri di coordinamento. Le cautele di un tempo sono accantonate, i poteri del procuratore nazionale sono ricostruiti nel modo piů ampio anche a dispetto di qualche non trascurabile forzatura, non suscitano piů timore i rischi di una interpretazione "espansionistica" degli stessi. Ma un approfondimento sulle ricadute istituzionali di questo orientamento non sarebbe inutile...
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De Giorgi, Fulvio. « Foreword ». Rivista di Storia dell’Educazione 7, no 1 (9 juillet 2020) : 3–4. http://dx.doi.org/10.36253/rse-9389.

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Résumé :
Fin dal suo insediamento, questa Direzione e tutto il Consiglio Direttivo del Cirse hanno messo in cima alle loro preoccupazioni il miglioramento della Rivista. Non è infatti da considerarsi ovvio che una “Società di categoria” possa disporre di una rivista di fascia A (non accade, per esempio, per altre Società storiche, anche molto titolate): si tratta, dunque, di un patrimonio importante di tutti i soci e a servizio di tutti, in particolare dei più giovani. Un passaggio decisivo di questa ‘politica di potenziamento’ è stato il cambio dell’editrice, resosi ormai indilazionabile per una serie di questioni di ordine organizzativo.
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Petrucciani, Stefano. « Theodor W. Adorno e la crisi dell'individuo ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 39 (janvier 2011) : 99–107. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039007.

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Résumé :
La questione della decadenza dell'individuo, o addirittura della sua liquidazione nella societÀ di massa, č un teai centrale della teoria critica della societÀ di Adorno e Horkheimer, sviluppato non solo nella, ma anche in molti testi di Adorno e negli importanti scritti pubblicati ora in italiano. Il problema che emerge da tali testi č: mentre la teoria adorniana insiste fortemente sul tema della decadenza dell'individuo, la teoria sociale contemporanea sembra invece a prima vista andare in una direzione opposta. Oggi molti scienziati sociali, come per esempio Zygmunt Bauman, descrivono la societÀ contemporanea come caratterizzata da crescenti processi di individualizzazione. Nasce dunque la domanda: chi ha ragione? I teorici della obsolescenza dell'individuo o quelli della crescente individualizzazione? Il testo cerca, ripartendo da Adorno, di svolgere qualche considerazione su questo tema.
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Doria, Marco. « La storia economica contemporanea in quaranta anni di "Società e storia" ». SOCIETÀ E STORIA, no 178 (janvier 2023) : 783–817. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-178007.

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Résumé :
L'articolo si propone di analizzare i diversi saggi e interventi su temi di storia economica dell'età contemporanea pubblicati in oltre quaranta anni di vita di "Società e storia". In primo luogo si osserva quale sia, nella cultura e nella visione della storia dei componenti della prima direzione della rivista, il ruolo attribuito ai fatti e alle dinamiche economiche nei processi storici. A un'impostazione iniziale che spesso si richiamava, sebbene in maniera non dogmatica, al marxismo segue una visione della storia più eclettica e aperta a suggestioni molteplici. Si guarda poi alla evoluzione e agli orientamenti di ricerca affermatisi nella storiografia economica italiana dagli anni settanta del novecento a oggi. Infine si individuano le molte e diverse tematiche al centro dei contributi comparsi nella rivista.
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Ingrosso, Marco. « Alle sorgenti della cura. Ricerca di idee guida per le societÀ della salute ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038007.

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Il testo ripercorre il passaggio dalle forme di cura antiche a quelle moderne e contemporanee, interrogandosi sulle idee motivanti e generatrici che hanno sostenuto, nei diversi contesti e ambienti storico-sociali, le specifiche pratiche di cura compresenti. Tale analisi costituisce la premessa della domanda su quali siano o possano essere le sorgenti della cura in un'epoca planetaria e secondo-moderna, nella quale si sono prodotte crescenti aspettative di vita e di salute e una maggiore articolazione delle offerte di cura, tanto da far parlare della formazione di societÀ della salute. In esse sembrano entrare in crisi le motivazione profonde, diffuse e condivise, del ‘prendersi cura' tanto nell'ambito familiare e interpersonale quanto in quello professionale, con esiti critici sul piano della qualitÀ e delle relazioni, ma anche del faticoso coordinamento fra i diversi saperi e forme di cura.
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Varchetta, Giuseppe. « Giustizia e "Passaggio a Nord Ovest" ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 78–93. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036008.

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Résumé :
Nella contemporanea società del rischio le pratiche della Giustizia, bloccate ancora perlopiù su istanze "liberali e conservatrice", sembrano impermeabili ad una riflessione su ipotesi di un accostarsi a istanze di una "giustizia riparativa". Per favorire questo transito il riconoscimento della funzione cognitiva e comunicativa delle emozioni è essenziale e in questa direzione l'ibridazione delle norme del diritto positivo con le soggettualità della letteratura, può essere una prospettiva feconda. Sullo sfondo le voci e il pensiero di Hume, Smith e Whitman e le ipotesi della psicosocioanalisi come aiuto a reggere il trauma del confronto con vertici disciplinari diversi, sono un non rinunciabile quadro di riferimento.
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Palazzani, Laura. « La vaccinazione contro il Covid-19 nei pareri del Comitato Nazionale per la Bioetica ». Medicina e Morale 69, no 4 (29 décembre 2020) : 431–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.849.

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Résumé :
In luogo dell’Editoriale presentiamo qui un intervento della professoressa Laura Palazzani, Vice-Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, che presenta i pareri del CNB in tema di vaccinazione contro il Covid-19, data l’attualità del tema. La Direzione della Rivista si riserva di presentare successivamente una propria posizione al riguardo. In tema di Covid-19, in questo stesso numero vengono pubblicati anche l’articolo di P.M. Cattorini: Quale patto per la scienza? Etica, sanità pubblica e comunicazione con i cittadini, che affronta il tema nell’ambito generale del rapporto scienza e società anche applicato alla specificità della pandemia, e l’articolo di P. Refolo, D. Sacchini, A.G. Spagnolo: Triage in emergenza pandemica: sui rischi di una carrellologia, che tratta il tema della questione etica del triage, particolarmente acuto nell’attuale emergenza pandemica e che impone una riflessione di fronte alla limitatezza delle risorse e alla necessità che i cittadini vengano informati sui criteri adottati per la loro assegnazione (NdR).
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Gabriella Pediconi, Maria, et Glauco Maria Genga. « La concezione giuridica dell'amore. Giacomo B. Contri, freudiano dopo Lacan ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (février 2022) : 87–94. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001011.

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«Dalla psicoanalisi al pensiero giuridico» (Contri, 1994): è questa la direzione dell'elaborazione di Giacomo B. Contri (1941-2022), freudiano dopo Lacan, così come risulta dagli articoli e dalle interviste pubblicate sulla rivista Psicoterapia e Scienze Umane dal 1989 al 2016, che qui riper-corriamo. Contri mette a punto un paradigma rivoluzionario, con il duplice risultato di far progre-dire la scienza dell'inconscio inaugurata da Freud e correggere gli errori del suo maestro: «Da Lacan ho imparato a essere freudiano» (Guerrieri & Contri, 1993, p. 103). Se l'inconscio è una legge terza rispetto a natura e cultura, in quanto il pensiero elabora fin dagli inizi le condizioni del-la soddisfazione per mezzo di un altro, lo psicoanalista cura l'inconscio in crisi per mezzo del pensiero stesso. Decisivo il passo del 2010: constatando che una Scuola lascia intatto il modello maestro/allievo - psicologia delle masse - Contri fonda la Società Amici del Pensiero "Sigmund Freud", radicalizzando così il distacco dal paradigma lacaniano.
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Bagnasco, Arnaldo. « Per una sociologia ragionevole nel cambiamento sociale. Considerazioni sul lavoro dei sociologi ». Sociología del Trabajo, no 100 (13 mai 2022) : 33–44. http://dx.doi.org/10.5209/stra.81998.

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L’articolo propone una breve ricostruzione delle vicende economiche e sociali negli anni di Sociologia del Trabajo. Il primo paragrafo è un riassunto del cambiamento economico, elaborato dal punto di vista della sociologia economica, vale a dire con riferimento agli assetti istituzionali che hanno regolato l’interazione degli interessi in gioco in momenti successivi; il secondo paragrafo prova invece a rendere conto di come è cambiata in quel processo la società, mostra l’evoluzione della sua struttura con riferimento alla ricerca sulla disuguaglianza sociale. L’ultima parte è una riflessione sul tipo di sociologia utile da praticare oggi, nel cambiamento descritto in precedenza. Con la scelta di alcuni riferimenti disponibili in una vasta letteratura di ricerca, cercati come segnavia o indizi, è proposto un percorso in direzione di una sociologia ragionevole, vale a dire una sociologia che ha senso della misura, è realista, riformista, impegnata. In un momento in cui ci sono segni ovunque di arretramento istituzionale, compito dei sociologi è collaborare al rafforzamento e rinnovamento delle istituzioni democratiche costruite con fatica, e a contribuire, per la loro parte, al progetto di assetti condivisi di regolazione nel cambiamento.
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Fusar Poli, Elisabetta. « “L’impronta esterna del nostro Io”. Note intorno ai primi lineamenti del diritto sulla propria immagine ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 377–417. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16893.

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Résumé :
Lo scritto affronta il «modernissimo» diritto sulla propria immagine, nello svolgersi delle sue dinamiche attraverso il caleidoscopico e cruciale tornante otto-novecentesco. L’attenzione è rivolta agli apporti dottrinali e giurisprudenziali che hanno contribuito a tratteggiare e poi definire un diritto soggettivo autonomo avente ad oggetto la propria immagine personale, e a trovare per esso una collocazione all’interno dell’ordine giuridico, dalla fine dell’Ottocento alla pubblicazione del Libro primo del Codice Civile. Il tema è sollecitato dall’innovazione tecnica in corso nel periodo considerato e dagli stimoli di una società ormai in fase protomediatica, nella quale la riproduzione della fisionomia umana, agevolata dalle potenzialità dei moderni mezzi di comunicazione, acuisce l’urgenza di una tutela per ciò che appare strettamente inerente alla persona e, al contempo, proiezione sociale dell’individuo, interfaccia fra la sua dimensione privata e quella pubblica. Dalla tutela dell’onore e della reputazione, alla protezione dalle incursioni indebite nella sfera personale, il complesso tema è al crocevia fra diversi spazi giuridici e si apre nel Novecento a inattesi sviluppi e trasformazioni. Si inserisce, infatti, gradualmente, entro una più complessa concezione di persona, che emerge da una riflessione scientifica trasversale ai campi della sociologia, antropologia, filosofia, biologia, e volge in direzione della ‘identità personale’.
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Conti, Giuseppe, et Maria Carmela Schisani. « I banchieri italiani e la haute banque nel Risorgimento e dopo l'UnitÀ ». SOCIETÀ E STORIA, no 131 (mai 2011) : 133–70. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001005.

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Nell'Europa di metÀ ottocento i mercanti banchieri furono gli artefici principali della rivoluzione finanziaria, ossia della formazione della banca ‘moderna' e dei mercati finanziari collegati allo sviluppo di societÀ anonime. In Italia ebbero difficoltÀ ad affermare forme di specializzazione, coordinamento, conquista di spazi e di ruoli. La loro azione risentě di un ambiente politico e economico parcellizzato e chiuso in ambiti locali. La concorrenza dei banchieri dellacontribuě al cambiamento ma anche a indebolire potenzialitÀ e dinamiche autonome. Il frazionamento politico, in particolare, ebbe conseguenze rilevanti sulla formazione di un mercato nazionale di titoli pubblici e ritardň la crescita dell'emissione stessa di titoli privati (di ferrovie e banche). Negli stati preunitari molte furono le iniziative, poche quelle che andarono a buon fine. Il debito pubblico e lo sviluppo di alcune istituzioni bancarie seguě percorsi differenziati tra prima e dopo il 1848 per Regno delle Due Sicilie e Stato pontificio, da una parte, e gli altri stati, dall'altra. Per primi l'esposizione debitoria fu particolarmente rilevante dopo la Restaurazione per ragioni diverse dal crescente indebitamento che dopo il 1848 interessň i secondi, Regno di Sardegna, in particolare, dove servě a finanziare guerre e ferrovie. Con l'UnitÀ il peso delle divisioni continuň a disgregare gli interessi e le istanze sociali e territoriali, contribuendo all'insuccesso del programma di centralizzazione del credito (banca d'emissione unica, un grande istituto di credito fondiario e agricolo) secondo un disegno coerente e ambizioso. Prevalsero invece soluzioni di ripiego che finirono per limitare le possibilitÀ di crescita della banca privata in Italia, senza ridurre ancora l'influenza della finanza estera.
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Viafora, Corrado. « La dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie : i comitati di etica clinica ». Medicina e Morale 53, no 5 (31 octobre 2004) : 903–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.625.

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Il saggio propone una ricognizione del processo di istituzionalizzazione dei Comitati etici per la pratica clinica prendendo in considerazione la prospettiva nord-americana, segnata dall’evoluzione dal paradigma orientato alla difesa dei diritti al paradigma orientato all’etica dell’organizzazione; la prospettiva europea, orientata verso una duplice direzione: Comitati come forum per il dibattito sulle questioni etiche all’interno dell’ospedale o Comitati etici come strutture direttamente di supporto al processo decisionale; la prospettiva italiana, marcata ancora da una situazione di incertezza e fragilità. Partendo dalla convinzione che l’istituzione di Comitati etici per la pratica clinica comporta importanti potenzialità per ravvivare la dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie, il saggio individua e discute tre modelli attraverso cui potrebbero prendere corpo queste potenzialità. Un primo modello di Comitato si sviluppa in una prospettiva professionale, con la prevalenza delle seguenti funzioni: a. fornire un aiuto alle decisioni per gli operatori sanitari alle prese con problemi etici sempre più complessi; b. istituire uno spazio dedicato all’integrazione delle diverse istanze etico-professionali. Un secondo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva organizzativa, ed ha le seguenti funzioni: a. fornire all’Amministrazione una consulenza che dia credibilità pubblica a indirizzi e direttive istituzionali che abbiano implicanze etiche; b. sensibilizzare alla dimensione etica, con la speranza di coinvolgere maggiormente la responsabilità diretta di ogni operatore sanitario. Un terzo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva pubblica, con le funzioni di: a. contribuire a dare pubblicità e profondità al dibattito relativo alle questioni bioetiche e istituire procedure e occasioni di una reale comunicazione tra la società in generale e i gruppi di professionisti coinvolti nella produzione e nell’utilizzazione del nuovo sapere biomedico.
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DI PASQUALE, GIOVANNI. « CARLO SANTINI (direzione e coordinamento), IDA MASTROROSA, ANTONINO ZUMBO (a cura di), Letteratura scientifica e tecnica di Grecia e Roma, Roma, Carocci, 2003, 604 pp., ISBN 88-430-2142-7, € 40,00. » Nuncius 18, no 2 (2003) : 872–74. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00279.

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DI PASQUALE, GIOVANNI. « CARLO SANTINI (direzione e coordinamento), IDA MASTROROSA, ANTONINO ZUMBO (a cura di), Letteratura scientifica e tecnica di Grecia e Roma, Roma, Carocci, 2003, 604 pp., ISBN 88-430-2142-7, € 40,00. » Nuncius 18, no 2 (1 janvier 2003) : 872–74. http://dx.doi.org/10.1163/221058703x00273.

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Furlan, Enrico, Corrado Viafora, Nadia Oprandi et Sabrina Cipolletta. « Creare e coordinare una rete regionale di comitati etici per la pratica clinica. Risultati e lezioni apprese da uno studio qualitativo svolto in Veneto / Establishing and coordinating a regional network of healthcare ethics committees. Findings and lessons learnt from a qualitative research in the Veneto Region (Italy) ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 11–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.564.

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Mentre i comitati etici per la ricerca sono diffusi in tutta Italia, comitati etici esclusivamente dedicati alla pratica clinica sono piuttosto rari. Un’eccezione significativa è costituita dalla Regione Veneto, ove il governo regionale ha promosso fin dal 2004 la creazione di una rete di oltre 20 comitati etici per la pratica clinica (CEPC), al servizio di una popolazione di circa 5 milioni di abitanti. Questa notevole esperienza, tuttavia, non era stata finora studiata. Per colmare tale lacuna, sono stati progettati e realizzati quattro focus group (FG), al fine di indagare le opinioni di componenti esperti di questa tipologia di comitati, relativamente al modo in cui operano, alla rilevanza del lavoro svolto dai CEPC e ai bisogni da soddisfare per migliorare la qualità del servizio. L’analisi qualitativa di quanto emerso dai FG ha portato all’identificazione di tre temi principali, che sono presentati e discussi, vista la rilevanza che potrebbero avere per simili reti: 1) una dicotomia tra la rilevanza dei CEPC, sperimentata dai componenti dei comitati stessi, e lo scetticismo che circonda questi organismi; 2) una mancanza di omogeneità tra comitati, sia in merito alla loro attività principale, sia rispetto al loro rapporto con la direzione e al modo in cui sono selezionati i componenti; 3) la consapevolezza che i CEPC hanno bisogno di coordinamento e supporto. Dopo aver proposto un’interpretazione di questi temi, vengono offerte alcune raccomandazioni alle istituzioni sanitarie che volessero istituire una rete di CEPC che contribuisca a radicare e rafforzare la riflessione etica all’interno del mondo sanitario. ---------- While research ethics committees (RECs) are well established and widespread all over Italy, self-standing healthcare ethics committees (HECs) are relatively rare. A notable exception is the Veneto Region, where the Regional Government has promoted the creation of a network of over 20 HECs since 2004, serving a population of approximately 5 million inhabitants. This remarkable undertaking has not, however, been studied yet. To fill this gap, four focus groups (FGs) have been designed and carried out to investigate the opinions of expert HEC members as to the way HECs operate, the relevance of the work performed by the committees, and their most important needs in order to improve the quality of the services they provide. The qualitative content analysis has led to the identification of three main recurrent themes, which are presented and critically discussed, since they may be relevant for similar networks: 1) a dichotomy between the perceived importance of the ethics committee by HEC members and the widespread scepticism or indifference among healthcare professionals; 2) a lack of homogeneity among committees, as to their main activity, their relationship with the management of the hosting institution, and the way HEC members are recruited; 3) the awareness that these HECs need stronger coordination and support. After proposing an interpretation of these main themes, we conclude by giving recommendations to healthcare institutions wishing to set up a network of HECs with the aim of rooting and straightening ethical reflection within the healthcare setting.
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Bowles, Karissa, et Josh Brown. « ON THE TRANSFER OF LOANWORDS AND CODE-INTERMEDIATE PHENOMENA FROM ENGLISH TO ITALIAN, 1392-1401 ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (17 janvier 2023) : 651–74. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19633.

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Résumé :
This article identifies and analyses a catalogue of English loanwords from Italian merchant texts; specifically commercial letters (1392-1401) sent to employees in the service of the ‘merchant of Prato’, Francesco Datini, and his company. Research on loanwords in late medieval London has already shown a significant degree of linguistic exchange between Italy and England. The corpus studied here consists of seventy-eight letters published by Nicolini (2020) which are subjected to a linguistic analysis for the first time in the paper. Within the corpus, twenty-five English loanwords were identified, revealing a far greater degree of lexical exchange than what has previously been recorded in the literature. However, there were occurrences of loanword transfer where the etyma or direction of transfer was unclear and therefore not easily identifiable. Italian morphological changes of English loanwords include but are not limited to: adjectival and noun case marking, gemination, deletion of double consonants, apocope, and phonological reduction. The results provide insight into the extent of language and cultural exchange between local English speakers and Italian merchant immigrants in the period immediately preceding the Renaissance. Sul trasferimento di prestiti e fenomeni di scambio linguistico dall’inglese all’italiano, 1392-1401 In questo articolo si identifica e analizza un catalogo di prestiti inglesi da testi commerciali italiani; in particolare, lettere commerciali (1392-1401) inviate ai lavoratori al servizio del “mercante di Prato”, Francesco Datini, e alla sua società. Gli studi sui prestiti nella Londra del tardo medioevo hanno già mostrato una presenza significativa di scambi linguistici tra l’Italia e l’Inghilterra. Il corpus qui analizzato consiste di 78 lettere pubblicate da Nicolini (2020) e che, per la prima volta, in questo studio, sono oggetto di analisi linguistica. Nel corpus, sono stati individuati 25 prestiti inglesi che testimoniano un livello di scambio lessicale superiore a quanto registrato dalla precedente letteratura. Tuttavia, ci sono casi in cui l’etimo o la direzione dello scambio è dubbia e di conseguenza non facilmente identificabile. I cambiamenti morfologici dell’italiano applicati ai prestiti inglesi includono, tra i vari, anche i seguenti: la flessione aggettivale e nominale, il raddoppiamento, lo scempiamento delle consonanti doppie, l’apocope e la riduzione fonologica. I risultati offrono una prospettiva sulle proporzioni degli scambi linguistici e culturali tra nativi inglesi e mercanti italiani immigrati nel periodo immediatamente precedente il Rinascimento.
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Maio, Nicola, Francesco Pollaro, Fabio Di Nocera, Esterina De Carlo et Giorgio Galiero. « Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania dal 2006 al 2011 (Mammalia : Cetacea) ». Natural History Sciences 153, no 2 (1 septembre 2012) : 241. http://dx.doi.org/10.4081/18.

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<div class="page" title="Page 1"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Nel presente lavoro viene riportato il risultato del rilevamento degli spiaggiamenti e dei rinvenimenti in mare di Cetacei avvenuti negli anni 2006 - 2011 lungo le coste della Campania. I dati sono stati raccolti in base ad una collaborazione scientifica tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, il Centro Studi Cetacei e il Centro Studi Ecosistemi Marini, collaborazione, che nel 2008 è stata ratificata da un protocollo di intesa finalizzato agli interventi sui Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania. Nel 2009 la Giunta Regionale della Campania, su richiesta del Settore Veterinario dell’Assessorato alla Sanità, ha decre</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">tato la “Costituzione di un Comitato di Coordinamento per l’attuazione del protocollo di intesa per gli interventi in caso di Cetacei e tartarughe spiaggiate” formato dai rappresentanti dei citati enti, delle AA.SS.LL. costiere, della Direzione Marittima di Napoli e dell’A.R.P.A.C. al fine di </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">approvare le linee </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">guida relative alla procedura operativa da adottarsi in caso di intervento per il recupero di carcasse di Cetacei spiaggiati. In totale sono stati raccolti i dati riguardanti 73 esemplari di almeno 6 specie, così </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">suddivisi: 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera acutorostrata</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 4 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera physalus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 2 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Grampus griseus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Delphinus delphis</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 9 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Tursiops truncatus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 40 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Stenella coeruleoalba; </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">10 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Delfinidi indeterminati e 6 Cetacei inde</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">terminati. Si riporta anche il primo caso di mal rossino diagnosticato in un esemplare di Stenella striata mai segnalato prima per le coste dell’Italia continentale. </span></p></div></div></div>
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Pasquino, Gianfranco. « Il Modello Westminster ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 3 (décembre 2002) : 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Bueno, Beatriz Cardoso, et Roberta Donini Favalessa. « Relazioni socioeconomiche e impatti sull’ambiente ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 9 avril 2021, 132–52. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/impatti-sullambiente.

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La società si sviluppa ogni giorno e, insieme ai cambiamenti positivi nell’evoluzione, si osserva che ci sono problemi interconnessi, non solo urbani, ma anche socioeconomici e ambientali. La qualità della vita dell’individuo è legata all’attitudine del suo ambiente, e le società si adattano a questi mezzi, quindi, ci sono società formate in zone rurali, urbane e persino che vivono in luoghi lontani e isolati da altre civiltà, come i villaggi indigeni del Parco Xingu. L’obiettivo di questo lavoro è quello di esporre alcune relazioni socio-ambientali, dimostrando che le società che si sviluppano in grandi centri hanno un maggior numero di dispositivi tecnologici, con possibilità che spesso non si trovano in altri tipi di società, ma in entrambi i luoghi si verificano problemi socio-ambientali ed economici. A causa dei cambiamenti che derivano dalle azioni dell’uomo, è chiaro che qualsiasi forma di esperienza modifica la portata naturale, se effettuata inconsciamente, in modo inopportuno e illegale, i problemi saranno sempre interconnessi alla società, causando cambiamenti negativi nella qualità della vita, portando con essa difficoltà al minimo necessario per la dignità umana, poiché ci sarà una carenza di servizi igienico-sanitari di base, che causa diverse malattie , con conseguente mancanza di opportunità e disoccupazione di massa. Il lavoro è stato sviluppato attraverso la lettura e la ricerca sul campo, tra cui un’intervista concessa dal responsabile del coordinamento tecnico locale del Pole Wawi di Funai, con sede nel comune di Canarana, Stato del Mato Grosso.
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Guzzo, Luigi Mariano. « Prime annotazioni sull’Intesa tra Repubblica italiana e Santa Sede per l’assistenza spirituale ai militari cattolici : una riforma gattopardesca ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 27 février 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17430.

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SOMMARIO: 1. Premessa - 2. La forma: la qualificazione dell’Intesa come accordo di natura internazionalistica - 3. La ratifica e l’esecuzione dell’Intesa nell’ordinamento dello Stato, con le relative norme di adeguamento: l’esito paradossale di una disciplina “duplicata” - 4. Le ondivaghe “vicissitudini” dell’art. 17 C.O.M.: un “termostato” delle tensioni sociali e giuridiche riguardanti la materia e l’esigenza di una riforma - 5. Politica concordataria della Santa Sede e attribuzioni alle Conferenze episcopali nazionali. Alcune considerazioni sulla polarizzazione del dibattito pubblico in Italia - 6. I contenuti dell’Intesa; 7. Le norme di adeguamento dell’ordinamento interno: novità e rilievi critici - 7.1. La direzione e il coordinamento del Servizio di assistenza spirituale: una titolarità giuridica diretta in capo all’Ordinario militare per l’Italia - 7.2. L’introduzione della figura dei Cappellani militari coordinatori, in luogo degli Ispettori: alcuni problemi di sicurezza per le istituzioni militari dello Stato- 7.3. Il concetto canonico di “sede vacante” entra nell’ordinamento militare - 7.4. La procedura di individuazione e di determinazione delle sedi per i cappellani militari - 7.5. L’art. 1533-bis C.O.M.: il divieto di corresponsione di emolumenti accessori e la materia “spirituale e pastorale” - 7.6. La nomina dell’Ordinario militare e del Vicario generale - 7.7. Il regime di assimilazione ai gradi gerarchici per i cappellani militari: nella sostanza non cambia nulla - 7.8. Altre novelle legislative: l’organico dei cappellani; la procedura di nomina; la dismissione dallo stato clericale - 8. Prime tensioni tra Ordinariato militare e amministrazione della Difesa sull’applicazione della legge - 9. Perché nell’Intesa non c’è alcun riferimento alle donne consacrate che operano negli stabilimenti militari? - 10. Conclusioni: il Capo I della legge n. 70 del 2021 come “caso-studio” del decadimento normativo e della crisi del Parlamento. Some comments on the agreement between the Italian Republic and the Holy See for spiritual assistance to the Catholic members of the Armed Forces ABSTRACT: Through the application of the Italian Law no. 70/2021, we see the long-awaited revision of the institute of religious assistance to Catholics within the Armed Forces, with the authorization of the ratification of the Exchange of Letters between the President of the Council of Ministers and the Secretary of the Vatican City State (on February 13, 2018) and the related rules for the adaptation of the internal legal system. The new aspects, however, are very limited in scope.
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Iannone, M. T., F. Bordin, C. Magnani, C. Mastroianni, G. Casale et D. Sacchini. « Ruolo ed attività di un Comitato di Bioetica in un Centro di cure palliative : l’esperienza di Antea ». Medicina e Morale 62, no 1 (28 février 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.112.

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L’articolo esamina l’attività del Comitato di Bioetica di Antea (CB-Antea), Associazione onlus dedicata all’assistenza gratuita a domicilio ai pazienti in fase avanzata di malattia, istituito nel 2008. Il CB-Antea si propone di proteggere e promuovere i valori della persona umana in tutte le attività assistenziali e scientifiche che si svolgono all’interno dell’Associazione. Tale attività si estrinseca attraverso la formulazione di linee-guida comportamentali per problemi clinico-assistenziali, l’espressione di pareri per rispondere a quesiti specifici su temi di bioetica, l’attenta valutazione dei princìpi e dei canoni che sottendono ad una buona relazione operatore-paziente, anche attraverso l’informazione e il consenso agli atti medici che vi si svolgono. Questo organismo si è proposto, sin dall’inizio, come il luogo di condivisione dell’attività assistenziale, in cui esperti di varie discipline potessero contribuire a supportare tanto il personale sanitario, motivandolo ad assumere uno stile etico condiviso e individuando percorsi di sensibilizzazione alle problematiche di etica e di bioetica di fine vita, quanto i pazienti ed i familiari per riflettere ed affrontare al meglio tutte le questioni potenzialmente conflittuali. Il CB-Antea, organizzato ai sensi della normativa italiana vigente, è organo consultivo per la direzione sanitaria, l’amministrazione, il personale – sanitario e non – di Antea, ed eventualmente di enti diversi ed altre persone interessate che ne facciano richiesta. I principali ambiti di attività del Comitato di Bioetica del Centro Antea sono: formazione e sensibilizzazione bioetica; analisi etica di casi clinici; ideazione, approvazione, coordinamento e attuazione di progetti di ricerca in ambito farmacologico, clinico non farmacologico, assistenziale, sociale, psicologico e formativo; formulazione di linee guida comportamentali e raccomandazioni per problemi clinico-assistenziali interni ad Antea. Dalla sua istituzione ad oggi, il CB-Antea si è dedicato ad alcuni temi importanti, quali la Carta dei Valori Antea; la promozione e riconoscimento di Antea come Centro di Ricerca; la produzione di protocolli, procedure operative e materiale facilmente fruibile per il personale della struttura; supporto alla stesura dei progetti di ricerca; rivalutazione dei processi informativi e di consenso. ---------- The article deals with the activities of the “Antea” Ethics Committee (CB-Antea), a non-profit association dedicated to providing free care for advanced/ terminal patients. CB-Antea was established in 2008, aimed to protect and promote the values of the human person in all scientific and charitable activities that take place within the Association. This activity is expressed through the formulation of behavioral guidelines and the expression of advices for addressing issues in palliative medicine and care; the careful evaluation of the principles and standards that underlie a good health professional – patient relationship, through information and consent to medical procedures that take place in Antea. This body has been proposed, from the outset, as the place for sharing the care process, in which experts from different disciplines could help support both the medical staff to assume a shared ethical professional style and the patients and their families to better address all potentially conflicting issues. The CB-Antea has an advisory role for the Antea healthcare work and administration. The main activities are: training in bioethics; clinical ethics consultation; support for designing and conducting of Antea clinical-sociale research projects; development of internal behavioral guidelines and recommendations. From 2008, CB-Antea is devoted to some important issues, such as the drafting of Antea Charter of Values; the promotion of Antea as Research Centre; the production of protocols, operating procedures and material easily accessible for clinical staff; support for the preparation of research projects; revaluation of information processes and consent
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Reich, Warren T. « La bioetica : il punto di vista dell'outsider ». Medicina e Morale 56, no 3 (30 juin 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.318.

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A quarant’anni dall’inizio del dialogo fecondo tra scienze della vita e studi umani, che la nascita della bioetica ha reso possibile, si avverte la necessità di valutarne taluni aspetti – tra cui le possibilità future della bioetica, ed anche la sua origine – da un punto di vista particolare: quello dell’outsider. Si tratta di accettare la sfida, per la nostra identità morale, di spostare l’attenzione dallo studio di casi particolari, dal punto di vista dell’insider, allo studio di problemi ai margini della disciplina. L’outsider intellettuale sfida la bioetica convenzionale, prendendo in esame gli avvenimenti deprecabili del nostro tempo, permettendo in questo modo di valutare, a volte ripensandole e riformulandole, le responsabilità delle nostre discipline normative. Un esempio in questa direzione è dato da un Professore di Anestesia all’università di Harvard: Henry Beecher che uscendo dai ranghi della professione medica s’interessò della condizione di vulnerabilità dei soggetti sperimentali denunciando le numerose sperimentazione nelle quali i pazienti non avevano prestato un consenso o che non erano stati avvisati dei rischi. Altri filosofi e scienziati hanno superato, come Beecher, i confini della bioetica convenzionale, approfondendo i c.d. “problemi di frontiera”: la responsabilità di offrire o meno le cure necessarie, mediche e sociali, ai rifugiati disperatamente in cerca di asilo; la cura delle vittime della tortura. Questo modo di identificare le questioni è stato sovente affrontato da filosofi e teologi concordi sulla necessità di ampliare la portata delle domande che la bioetica si pone, per arricchirne la discussione e l’analisi. Questa esperienza di “outsider” permette agli studiosi di offrire risposte razionali alla società, sviluppando al tempo stesso un’etica pubblica credibile arricchendo il contenuto e la riflessione di quella che negli anni ’70 è stata definita come “lo studio delle dimensioni morali di ogni condotta umana, nell’area delle scienze della vita e della salute”. ---------- Forty years from the beginning of the rich dialogue between life sciences and human studies, introduced by bioethics, we feel the necessity of a deeper evaluation of some aspects related to bioethics, among others the future possibilities, the origin, in a particular perspective: that of the outsider. It is to move the attention from the special case study, in the perspective of the insider, to the study of issue related to the “border bioethics”. The intellectual outsider challenges the conventional bioethics. He takes the deplorable events of our time and allows a further and deeper evaluation, recalling or sometimes reformulating, the responsibilities of normative disciplines. In this direction, an example has been given by Henry Beecher Anaesthesia Professor at the University of Harvard, in 1966. Going out of the ranks of the medical profession, he was interested in the vulnerability condition of experimental subjects; he denounced the numerous experimentations where the patients did not give their consent or had not been informed about the risks. Other philosophers and scientists went beyond, as Beecher, the borders of the conventional bioethics, examining in detail the so called “border issues”: for example, the responsibility to offer the necessary cares, medical and social, to the refugees desperately searching for kindergarten; the care of the torture victims. This experience of “outsider” gives the possibility to offer rational answers to the society, developing, at the same time, a believable public ethics, also enriching bioethical contents and reflections, defined, in the 70s, as “the study of the moral dimension of each human conduct, in the field of the science of life and health”.
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