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Corň, Giancarlo. « L'economia italiana nei sentieri del capitalismo imprenditoriale ». ARGOMENTI, no 30 (mars 2011) : 69–95. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030004.

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Résumé :
Questo articolo analizza i problemi della bassa crescita che l'economia italiana ha vissuto nell'ultimo decennio, aggravati da una recessione globale che ha colto la parte piů dinamica del tessuto produttivo in una fase di cambiamenti strutturali. Nella prima parte l'articolo si sofferma su alcune delle possibili cause della modesta dinamica della produttivitŕ, quali la persistenza di dualismi strutturali e geografici nell'economia nazionale, gli effetti della flessibilitŕ del lavoro e degli intensi fenomeni migratori, le specificitŕ del modello di innovazione senza ricerca. Nella seconda parte l'articolo propone una analisi dei diversi percorsi di trasformazione che da anni le imprese hanno avviato per rispondere ai cambiamenti del contesto competitivo. In particolare, l'incremento di qualitŕ e la ricerca di eccellenza nei prodotti e nel turismo, lo sviluppo e l'integrazione tecnologica nell'industria, l'organizzazione internazionale della produzione, la crescita dei servizi innovativi per le imprese e l'affermazione di una economia dei servizi di prossimitŕ collegati alla salute, alla cultura e all'ambiente.
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Migliardi, Andrea, et Davide Revelli. « Demografia delle imprese nelle aree ad elevata intensitŕ di agglomerazione produttiva ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juillet 2012) : 499–525. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003005.

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Questo lavoro si propone di analizzare l'evoluzione della demografia delle imprese italiane nelle aree ad elevata agglomerazione produttiva nel periodo 2000-08, di confrontarla con quella delle aziende insediate in aree non distrettuali, di esaminarne l'eterogeneitŕ intersettoriale e infrasettoriale, tenendo anche conto dell'impatto di fattori quali la forma giuridica, le dimensioni e la localizzazione geografica. Il lavoro si basa sull'utilizzo dei dati Infocamere-Movimprese e delle metodologie di individuazione dei distretti proposte da Sforzi e Iuzzolino. I nostri risultati mostrano che la nata-mortalitŕ netta delle imprese č peggiorata nel periodo considerato, per l'effetto congiunto di un piů alto tasso di uscita e di un piů basso tasso di entrata. La dinamica del saldo demografico netto č risultata peggiore nelle aree distrettuali rispetto a quelle non distrettuali, principalmente a causa del comportamento delle ditte individuali. In base all'analisi econometrica, la demografia netta risulta correlata statisticamente con la specializzazione produttiva delle imprese, mentre non emergono correlazioni significative con gli altri fattori considerati.
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Nifo, Annamaria, et Domenico Scalera. « Le trasformazioni dell'industria italiana e l'impatto della crisi. Un commento al libro di Laura Rondi e Francesco Silva ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 2 (juin 2011) : 111–29. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002005.

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Il recente volumecurato da Laura Rondi e Francesco Silva offre un interessante panorama su molteplici aspetti del cambiamento intrapreso dall'industria italiana nell'ultimo decennio. Questo commento si propone di presentare sinteticamente i diversi saggi, di evidenziarne i punti salienti e soprattutto di fornire una possibile lettura unitaria di essi, in riferimento alle caratteristiche complessive e alla dinamica recente dell'industria italiana. Inoltre, laddove reso possibile dalle prime frammentarie evidenze disponibili, si esamina l'impatto che la crisi ha prodotto e verosimilmente produrrŕ nel prossimo futuro sulle imprese manifatturiere italiane e sui processi di trasformazione da esse intrapresi.
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Pulignano, Valeria. « Ristrutturazioni di impresa e mercato del lavoro. Un'analisi comparata degli effetti sull'occupazione dei processi di cambiamento aziendale in Europa ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 489–512. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131008.

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Questo saggio si propone di sottolineare l'importanza delle differenze istituzionali del mercato del lavoro nell'analisi della diversitŕ dei processi di cambiamento aziendale in diversi contesti nazionali in Europa. Utilizzando i dati comparati di dodici, rappresentati da imprese multinazionali europee caratterizzate dall'avvio di un processo di ristrutturazione in Olanda, Italia, Francia, Austria, Danimarca, Irlanda e Svezia, si sostiene che i diversi contesti nazionali del mercato del lavoro influenzano le risposte dele del sindacato d'impresa alle ristrutturazioni. Tuttavia, l'indagine empirica mette in risalto l'esistenza di una variazionee-Paese. Ne risulta, pertanto, una visione piů dinamica del concetto di «variazioni istituzionali».
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5

Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Dalli, Daniele, Riccardo Resciniti et Annalisa Tunisini. « Sviluppo e competitivitÀ delle medie imprese italiane dell'era globale ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2010) : 19–46. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003004.

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Il saggio sintetizza i risultati della ricerca pubblicata nel volume "Un tesoro emergente. Le medie imprese italiane dell'era globale", curato da Riccardo Varaldo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti e Annalisa Tunisini e pubblicato da FrancoAngeli. La ricerca si č focalizzata sull'analisi qualitativa di medie imprese italiane dinamiche con lo scopo di identificare le basi su cui esse hanno fondato il loro successo di mercato. Tre sono le dimensioni che vengono analizzate: la dimensione imprenditoriale, la dimensione competitiva e la dimensione organizzativo/relazionale. Il lavoro analizza i principali connotati dei modelli di business originali che tali imprese hanno saputo sviluppare e discute le opportunitÀ e le difficoltÀ legate alla sostenibilitÀ della competitivitÀ di tali imprese nel prossimo futuro.
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Grandi, Alberto, et Stafano Magagnoli. « Ai margini dell'intervento straordinario. Le Marche tra la Cassa per il Mezzogiorno e la piccola impresa ». STORIA URBANA, no 130 (octobre 2011) : 169–91. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130007.

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Le politiche di sviluppo economico attuate nella regione marchigiana a partire dal secondo dopoguerra si confrontano con due variabili significative che definiscono il contesto di intervento. Da un lato, la caratteristica dimensionale e qualitativa del tessuto produttivo locale: esso č composto per lo piů da piccole imprese, sviluppatesi seguendo un percorso di industrializzazione di natura sostanzialmente endogena, ed č segnato dalla presenza di una imprenditoria diffusa, la cui origine si lega a strutture economiche e sociali formatesi nel lungo periodo. Dall'altro lato, la peculiaritŕ amministrativa e geografica, per cui la parte piů meridionale del territorio regionale č interessata dai provvedimenti della Cassa per il Mezzogiorno. Le politiche pubbliche a sostegno dell'industrializzazione intervengono in questo contesto secondo due differenti strategie. Nel primo trentennio dopo la Seconda guerra mondiale, esse sembrano soprattutto orientate a sostenere la competizione territoriale, nel quadro delle scelte nazionali di localizzazione industriale e di allocazione delle risorse; le Aree industriali attrezzate rappresentano, per tutto questo periodo, uno strumento attraverso il quale attrarre l'insediamento di imprese "esterne". L'istituzione del Consorzio per il Nucleo d'industrializzazione di Ascoli Piceno, nell'ambito degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno, si inquadra in questa prima fase. Una seconda fase, dalla metŕ degli anni Settanta, vede invece prevalere l'obiettivo di riequilibrare le asimmetrie createsi negli anni precedenti e rappresentate dal maggiore sviluppo economico, sociale e demografico della fascia costiera e delle zone d'imbocco delle valli. Le Aia di iniziativa regionale attivate in questa seconda fase mostrano una diversa declinazione dell'uso di questo strumento, mirata a interagire con le dinamiche della piccola impresa.
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De Nardis, Paolo. « Prefazione ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juin 2010) : 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-002001.

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Il presente rapporto di ricerca fornisce una lettura dei cambiamenti del mercato del lavoro che sono intervenuti in questi anni nella Capitale. Si affrontano le dinamiche dell'occupazione, i fabbisogni delle imprese, l'evoluzione delle modalitŕ contrattuali e gli strumenti di ricerca dell'impiego. Ne deriva un quadro complesso, in parte contraddittorio, che č necessario affrontare con un nuovo modello di governo del mercato del lavoro. Per questo la ricerca esamina le istituzioni e i servizi per il lavoro proponendo un modello di integrazione e di collaborazione tra le decine di attori e di strumenti che operano sul territorio e che possono dare riferimenti ai cittadini e alle imprese, cosě da superare l'attuale situazione di crisi.
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Duczkowska-Malysz, Katarzyna, et Malgorzata Piasecka. « Il commercio dei prodotti agroalimentari tra la Polonia e l'Unione europea, con particolare riferimento al commercio con l'Italia ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 3 (mars 2010) : 127–49. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003006.

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Il lavoro costituisce uno studio approfondito della situazione economica del settore agroalimentare polacco prima e dopo l'ingresso della Polonia nell'Unione europea. La prima parte si concentra sulla situazione delle imprese - tra cui quelle agroalimentari - dopo la loro adesione al Mercato unico e di fronte ai processi di globalizzazione. Sono indicate sia le conseguenze positive dell'apertura dei mercati per le imprese sia le loro debolezze. L'autrice formula, inoltre, delle sfide che devono essere affrontate dall'intero sistema agroalimentare polacco, nonchè delle chances che dovrebbero essere ancora sfruttate. La seconda e la terza parte del lavoro sono dedicate all'analisi dell'andamento del commercio agroalimentare polacco rispettivamente, nei primi anni dopo l'entrata della Polonia nell'Unione europea (parte seconda) e nel periodo più recente, ossia negli anni 2007-2008 (parte terza). Si riportano dettagliati dati statistici e si presentano delle dinamiche dello scambio commerciale dei prodotti di diversi comparti dei mercati agroalimentari. Sono individuati i mercati sui quali le imprese polacche sono più competitive. La quarta ed ultima parte del lavoro ha per oggetto i rapporti commerciali nel settore agroalimentare tra Italia e Polonia. Sono presentate la struttura e l'andamento di questi rapporti. In conclusione si constata che una probabile perdita dell'attuale vantaggio competitivo delle imprese agroalimentari polacche sui mercati dei prodotti "convenzionali" (c.d. commodities), le spingerà a orientarsi verso le produzioni di nicchia, ossia verso prodotti di qualità .
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Fortunato, Vincenzo. « Classe dirigente, cultura manageriale e sviluppo nel Mezzogiorno ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 162 (mars 2022) : 184–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162009.

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L'articolo analizza alcuni dei principali risultati che emergono da una recente ricerca sulla presenza di manager e dirigenti nelle imprese meridionali e, più in generale sulla scarsa diffusione della cultura manageriale al Sud. Il ruolo svolto dai dirigenti d'impresa nello sviluppo del Mezzogiorno è un tema tanto rilevante quanto poco o affatto esplorato dalla letteratura socioeconomica che focalizza, invece, l'attenzione soprattutto sul ruolo degli imprenditori, dei sindacati e delle istituzioni. I manager e i dirigenti aziendali costituiscono, invece, un banco di analisi privilegiato e utile a comprendere le dinamiche all'interno delle imprese, le tensioni con l'imprenditore, gli elementi di arretratezza e innovazione, le potenzialità e i vincoli allo sviluppo di imprese moderne, competitive e in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati globali. Utilizzando i dati, l'obiettivo è quello di approfondire la nostra conoscenza sul ruolo del management; di comprendere se e in quale misura la diffusione della cultura manageriale rappresenta un fattore in grado di influire sullo sviluppo; attraverso quali politiche e interventi è possibile rimuovere gli ostacoli e promuovere lo sviluppo della cultura manageriale nelle realtà del Mezzogiorno; qual è il ruolo dei contesti locali e degli altri attori dello sviluppo.
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Pozzi, Maura, et Silvio Carlo Ripamonti. « Le imprese di famiglia : una road map psicologica come strumento di lettura delle dinamiche intergenerazionali ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (août 2019) : 285–311. http://dx.doi.org/10.3280/rip2019-002004.

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Cozza, Claudio, et Daniele Paci. « La ricerca industriale nelle regioni italiane. Dinamiche recenti e nuovi indicatori ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2010) : 132–48. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-010010.

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Obiettivo del presente articolo č descrivere l'andamento della ricerca industriale svolta nelle regioni italiane nel recente passato. Utilizzando un dataset di imprese attive in ricerca e sviluppo (R&S), secondo l'indagine statistica Istat RS-1, vengono proposti approfondimenti su alcune dimensioni solitamente assenti nel dibattito sulla R&S regionale: la differenza fra proprietÀ ed esecuzione della R&S privata; la plurilocalizzazione degli investimenti in piů regioni; la caratterizzazione internazionale della R&S italiana. Sulla base di queste dimensioni, vengono costruiti tre nuovi indicatori che, presi in considerazione sia singolarmente che congiuntamente, forniscono un'immagine completa del differente coinvolgimento delle regioni italiane nella R&S privata e possono offrire supporto analitico alle scelte di politica in materia di sviluppo e innovazione a livello regionale.
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Boccardelli, Paolo, Chiara Acciarini et Enzo Peruffo. « Dinamismo ambientale, esperienza digitale del board, e cambiamento strategico delle imprese. L'integrazione tra Dynamic Managerial Capabilities e Resource Dependence Theory ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2022) : 25–43. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12343.

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A partire dalla considerazione che il cambiamento strategico rappresenta una tema centrale negli studi di management e strategia, lo studio si propone di investigare le decisioni strategiche delle imprese in contesti caratterizzati da elevati livelli di dinamismo. Inoltre, l'introduzione in letteratura della variabile che misura l'esperienza digitale del board, intesa come rapporto tra membri con esperienza professionale in ambiti digital-related e il totale dei componenti del board, consente di valutare l'impatto sul metodo (fusioni e acquisizioni, alleanze strategiche e joint venture) e sull'ampiezza (diversificazione e internazionalizzazione) del cambiamento strategico. I risultati dimostrano l'associazione non solo tra maggiore dinamismo ambientale e cambiamento esperienza digitale del board e lo stesso cambiamento strategico d'impresa. Le implicazioni teoriche e pratiche consentono di apprezzare il coinvolgimento del board non solo nel controllo, ma anche nella direzione strategica dell'impresa, e di comprendere come le imprese decidano di orchestrare il proprio set di capacità dinamiche per allinearsi ai cambiamenti esterni. 
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Penco, Laura, et Giovanni Satta. « Connotati strategici della media impresa operante nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services). Il caso CAP ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juillet 2012) : 475–98. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003004.

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Numerosa letteratura č stata prodotta sulle imprese di media dimensione mediante lo studio di casi aziendali, che sono tuttavia riconducibili prevalentemente ai diversi settori industriali. Il presente contributo č finalizzato a cogliere quali siano i principali fattori di successo e gli elementi di criticitŕ delle medie imprese (MI) operanti nei KIBS (Knowledge Intensive Business Services), attraverso l'analisi del comportamento strategico di un'impresa di successo nel comparto dell'Information Technology. Dopo aver investigato i contenuti delle strategie adottate dall'impresa oggetto di studio, e averne valutato l'appropriatezza rispetto ai mutamenti dell'ambiente competitivo, le indagini sono state dirette a valutare le modalitŕ di formulazione della strategia, verificando anche il livello di adozione di strumenti di formulazione e gestione strategica piů o meno formalizzati, rispetto al sussistere di processi decisionali di tipo implicito. Mediante l'analisi di questo caso rappresentativo ed emblematico di MI di servizi si tenta pertanto di comprendere quali siano le principali leve competitive attraverso cui le MI italiane possano competere in business altamente dinamici quali i KIBS. I risultati consentono di comprendere le analogie e le differenze del comportamento strategico delle MI operanti nei servizi rispetto alle MI industriali.
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Frosecchi, Giulia. « Il dumping sociale nel settore dell'autotrasporto europeo : in viaggio tra differenziali di costo e imprese cartiere ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 167 (octobre 2020) : 543–70. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167004.

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Il saggio ricostruisce alcune delle principali dinamiche che caratterizzano il lavoro subordinato nel settore dell'autotrasporto all'interno dell'Unione europea mettendole in relazione con il fe-nomeno del c.d dumping sociale. L'Autrice riflette sui differenziali di costo tra i Paesi dell'Unione e affronta la questione delle cc.dd. imprese cartiere, altamente diffuse nel settore dell'autotrasporto, analizzando il rilevante quadro normativo eurounitario al fine di evidenziar-ne contraddizioni e lacune. Infine, il saggio ripercorre le tecniche di contrasto al dumping so-ciale messe in atto dal legislatore europeo, applicabili anche al settore oggetto di analisi, con particolare attenzione al coordinamento dei servizi ispettivi.
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Shehi, Jasmina, Valentina De Marchi, Eleonora Di Maria, Andrea Pellizzari, Mirco Zerlottin et Davide Beltrame. « Performance ambientale nel distretto della concia di arzignano : tra iniziativa imprenditoriale e intervento istituzionale ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2021) : 152–78. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001012.

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Molto si è discusso sulla capacità dei distretti industriali italiani di fornire un vantaggio alle imprese che lo compongono in termini di capacità innovativa, flessibilità e produttività. Nell'ambito di questo dibattito, il presente lavoro si pone l'obiettivo di discutere se e come tale potenzialità possa portare non solo benefici economici ma anche vantaggi ambientali. L'agglomerazione in un territorio ristretto di attività produttive che insistono sulle stesse ri-sorse può portare a un forte degrado ambientale, ma anche a una maggiore pressione dagli stakeholder locali per invertire questa tendenza, portando a situazioni più virtuose che in altri territori. In questo scenario è presentato il contesto di Arzignano come esempio di come le dinamiche distrettuali possano innescare una propensione alla sostenibilità ambientale. Attra-verso l'analisi dei dati sul livello di inquinamento delle imprese e considerando le attività isti-tuzionali condotte da Acque del Chiampo Spa, l'ente gestore dell'impianto collettivo di depu-razione, si descrivono le attività di eco-innovazione introdotte e le performance ottenute, dan-do spunti utili per comprendere come i distretti industriali possano diventare attori del cam-biamento verso la sostenibilità e del contesto istituzionale di supporto in questa transizione.
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Lombardi, Mauro, et Nicolň Bellanca. « Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 122 (juin 2011) : 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

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Résumé :
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
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Paula, Márcio Gimenes de. « Kierkegaard como crítico da imprensa : O caso “Corsário” ». Revista de Filosofia Moderna e Contemporânea 2, no 1 (29 septembre 2014) : 72–82. http://dx.doi.org/10.26512/rfmc.v2i1.12392.

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Résumé :
A proposta do meu trabalho é apresentar, a partir de uma interpretação do caso Corsário, a crítica de Kierkegaard a um dado tipo de jornalismo que ocorria na Dinamarca de sua época. O intuito é compreender a polêmica do pensador para além de uma mera querela dinamarquesa e paroquial, situando-a num contexto maior de crítica à imprensa e, nessa mesma direção, almeja compreender o quanto o autor dinamarquês se enquadraria no modelo do típico intelectual do século XIX. Desse modo, o artigo divide-se em três partes: a) O caso Corsário - uma primeira explicação, b) Kierkegaard como intelectual do século XIX; c) Kierkegaard e outros autores da crise da modernidade: Balzac e Bernanos; d) Considerações finais.
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Monaci, Massimiliano. « Oltre i giochi di parole : Cittadinanza d'impresa e Csr ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 149–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117011.

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Résumé :
Benché da tempo utilizzato in letteratura e nella prassi d'impresa, il concetto di "cittadinanza d'impresa" rimane ancora relativamente indefinito e poco approfondito. Ispirandosi soprattutto a un recente filone del dibattito anglosassone, l'articolo propone di andare oltre la diffusa tendenza a usare questa espressione come semplice sinonimo di "responsabilitŕ sociale d'impresa". In particolare, si evidenziano tre ulteriori possibili declinazioni del concetto: cittadinanza d'impresa come pratica olistica della responsabilitŕ sociale; come interdipendenza nella comunitŕ locale di riferimento; e come ruolo di governo dei titoli di cittadinanza - tradizionali ma anche emergenti - dei soggetti individuali. Il quadro complessivo che ne scaturisce invita non solo a guardare sempre piů alle imprese come attori politici, ma, piů profondamente, a metterne in luce l'influenza nelle attuali dinamiche di trasformazione della cittadinanza stessa.
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Ocampo Álvarez, Ángel. « Presentación ». Revista humanidades 5, no 1 (1 juin 2015) : 1–4. http://dx.doi.org/10.15517/h.v5i1.19780.

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Résumé :
Con este volumen, la Revista humanidades inicia una nueva etapa de su existencia. Tal como lo habíamos anunciado en la edición anterior, a partir de este ejemplar humanidades se convierte en una publicación semestral; con este paso podremos ingresar a otros índices de mayor calidad. Queda establecido en este número, además, un nuevo formato de presentación que dinamiza su contenido, a la vez que hace más agradable su lectura, particularmente en su versión impresa. Asimismo, hemos procedido a ampliar el Consejo Asesor Externo, en procura de ampliar la internacionalización de nuestras publicaciones. Desde ahora redoblaremos esfuerzos para consolidar estos cambios perentorios y, de esa forma, fortalecer este espacio para las investigaciones que giran en torno al quehacer y pensar humano
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Pasquariello, Massimo, Michela Bia et Alberto Cassone. « Uno studio economico-territoriale del Nord-Ovest italiano tramite l'analisi delle componenti principali ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 1 (mars 2011) : 43–81. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001002.

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Résumé :
L'analisi economica di contesti micro-territoriali č di grande interesse per le scienze sociali, in quanto capace di contribuire all'interpretazione di processi sociali ed economici complessi spesso sottostanti a dinamiche macro-economiche. Scopo di questo studio č descrivere e analizzare una realtŕ economica e sociale articolata, attraverso l'utilizzo di adeguati indicatori. In particolare il presente lavoro sviluppa un'analisi empirica dei Sistemi locali del lavoro. L'area geografica presa in considerazione č il Nord-Ovest dell'Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d'Aosta). Allo scopo di individuare i principali fattori economici descrittivi delle diverse realtŕ locali, applichiamo la tecnica dell'analisi delle componenti principali. In particolare i risultati ottenuti mettono in evidenza tre componenti che risultano meglio descrivere le aree studiate: la componente, la componentee la componente. La prima segnala la relazione positiva tra la numerositŕ delle imprese manifatturiere, livelli occupazionali piů elevati e infrastrutture piů diffuse nell'area oggetto di studio; la seconda individua una relazione positiva tra i settori dei servizi alle imprese, il commercio e piů alti tassi di disoccupazione; la terza rileva la correlazione positiva tra il valore aggiunto, il tasso di occupazione e la densitŕ imprenditoriale ma negativa se ci si condiziona alle strutture imprenditoriali di tipo micro. L'articolo pone in evidenza le relazioni esistenti tra il territorio, le specializzazioni produttive e il posizionamento geografico delle unitŕ di osservazione. Particolare attenzione č stata data all'aspetto geo-spaziale individuando aree di analisi omogenee che trascendono i meri confini amministrativi.
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Biagiotti, Andrea, et Natalia Faraoni. « Brevetti provetti : un'analisi esplorativa dei brevetti "di rottura" italiani del settore farmaceutico ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 122 (juin 2011) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122006.

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Résumé :
Il saggio presenta i risultati di un'indagine esplorativa su un campione di brevetti farmaceutici dello. Il brevetto viene analizzato come un processo di costruzione sociale dell'innovazione. Dopo aver classificato il campione in base al giudizio di una giuria di esperti, gli autori prendono in considerazione una serie di variabili che possono influenzare la capacitŕ "di rottura" dei brevetti in termini di una discontinuitŕ scientifico-tecnologica: il profilo formativo e professionale degli inventori; le caratteristiche generali dell'organizzazione in cui il brevetto è maturato; le risorse esterne alle imprese ma interne al territorio su cui l'organizzazione ha fatto affidamento; le dinamiche del gruppo di ricerca autore del brevetto. La comparazione tra i brevetti "di rottura" e quelli di contenuto innovativo più ordinario permette di individuare le dimensioni rilevanti nello spiegare la distribuzione del contenuto innovativo all'interno del campione.
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Berta, Giuseppe. « Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 260 (février 2011) : 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

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Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
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Iannone, Roberta. « Oltre la crisi ? Condizioni e prospettive del lavoro a Roma ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juin 2011) : 5–129. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-002001.

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Résumé :
Lo studio analizza, dal punto di vista sociologico e nell'esame delle dinamiche dello sviluppo, le modalitŕ con cui il territorio romano si organizza rispetto ai criteri di competitivitŕ, inclusione e crescita. Si considerano in particolare come riferimenti guida quelli ritenuti determinanti per lo sviluppo sostenibile in una societŕ postmoderna: capacitŕ di agire, opportunitŕ, servizi e strumenti, diritti, competenze. L'analisi considera anche il confronto tra Roma e altre aree metropolitane italiane ed europee e valuta politiche, strumenti, servizi e condizioni dell'economia e della societŕ romana rispetto al tema guida della competitivitŕ dei sistemi locali attraverso i dati della Camera di Commercio, delle organizzazioni di impresa, della banca dati Excelsior, dei Fondi interprofessionali e dei dati sul lavoro e sulla formazione istituzionali.
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Rollandi, Maria Stella. « Mimetismo di bandiera nel Mediterraneo del secondo settecento. Il caso del Giorgio inglese ». SOCIETÀ E STORIA, no 130 (février 2011) : 721–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130003.

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Résumé :
L'autrice esamina alcuni aspetti dei viaggi effettuati fra il 1767 e il 1769 dalla nave Giorgio, battente bandiera inglese, ma di proprietÀ di Gian Tommaso Balbi, un aristo- cratico genovese. Scopo principale dell'investimento: trasportare cereali dall'Arcipelago alla Spagna con un'operazione che si inserisce nella consolidata pratica di rifornimento dei granai spagnoli, in un momento di salita dei prezzi, con specifici fini speculativi. L'investitore ricorre alla pratica del mimetismo di bandiera molto diffusa in quel periodo presso la marineria genovese a causa della fragilitÀ politica e militare della Repubblica. L'attivitÀ non si rivela profittevole e i viaggi si concludono nel momento in cui viene meno l'interesse del Balbi. La documentazione correlata a questa impresa presenta interessanti aspetti per quanto concerne il meccanismo degli imbarchi e degli sbarchi in vista dei luoghi di destinazione della nave e della tipologia della navigazione; fornisce dati relativi al dinamico e differenziato mercato del lavoro marittimo di quel periodo e, in particolare alla luce del caso esaminato, delle oscillazioni nelle retribuzioni sia all'interno dei gruppi omogenei che formano l'equipaggio sia fra marinai italiani e stranieri.
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Magagnoli, Stafano. « Le aree industriali attrezzate : genealogia ed evoluzione di un modello di sostegno allo sviluppo locale ». STORIA URBANA, no 130 (octobre 2011) : 11–43. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130002.

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Dopo aver indicato i principali assunti teorici e le esperienze salienti che contrassegnano la genealogia del concetto di Area industriale attrezzata (Aia), il saggio si sofferma sulla sua applicazione in Italia, interrogandosi sulla natura del modello istituzionale che nel nostro paese č stato alla base delle politiche di creazione di aree per l'industria. Quali scopi ha avuto, in Italia, la realizzazione delle Aia? Esse sono state usate al fine di sostenere l'industrializzazione, agevolando la nascita e la crescita delle imprese, oppure come semplici strumenti amministrativi atti a consentire l'utilizzo razionale di una risorsa scarsa quale č il territorio? Quella delle Aia č stata una politica a sostegno delle dinamiche evolutive dell'impresa (ovvero una politica di promozione dello sviluppo delle risorse endogene) o esse sono state uno strumento di competizione territoriale? Qual č stato, infine, il ruolo delle aree industriali attrezzate nel processo di sviluppo manifatturiero italiano? Proponendo queste domande come possibili chiavi di lettura delle vicende osservate, il saggio rimarca, nella conclusione, come il "modello italiano" si riveli estremamente sfaccettato, composto di esperienze particolari e impossibili da ricondurre a paradigmi unificanti. La stretta relazione tra capitale e Stato appare, tuttavia, come una componente di forte continuitŕ.
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Rocco, Antonietta. « L'Internazionalizzazione delle Universit& ; ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2022) : 109–23. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15084.

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Résumé :
Oggi le Università sono chiamate a provvedere ad una rapida innovazione delle proprie competenze al fine di sostenere la competitività internazionale in una società sempre più globalizzata dai punti di vista economico, sociale, politico, culturale, scientifico e tecnologico. L'internazionalizzazione delle imprese, l'apertura delle frontiere, le nuove tecnologie hanno indotto gli Atenei ad adottare politiche di internazionalizzazione che promuovono la mobilità di studenti, docenti e personale amministrativo, l'uso veicolare delle lingue straniere e in particolare dell'inglese, la crescita di programmi internazionali di scambio, di studio e di ricerca, l'introduzione di titoli doppi, multipli e congiunti. Ci si chiede se l'internazionalizzazione sia sempre e comunque un elemento qualificante o possa assumere anche connotati negativi e risvolti inattesi. Si assiste ad un ripensamento della missione delle Università, come centri propulsori di progresso, sviluppo ed evoluzione. L'internazionalizzazione per un Ateneo non significa dimenticare o svalutare la propria storia e la propria tradizione, ma al contrario, va interpretata come una sfida per progettare nuove dinamiche di crescita e strategie di valorizzazione e per riqualificarsi come Università inclusiva e universalistica.
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Gasperini, Massimo. « Pisae Forma Urbis. Digital drawing and ‘reading’ of the city ». ZARCH, no 8 (2 octobre 2017) : 200. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.201782156.

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Se il territorio costituisce il supporto materiale sul quale si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo attraverso i secoli, la città può essere a ragione considerata la massima manifestazione dell’intervento dell’uomo su di esso. I processi urbani che determinano un impianto con tutte le sue modificazioni dinamiche sono interconnessi senza soluzione di continuità storica tanto da essere riassunti e rinvenuti nella trama stessa della città. Possedere gli strumenti per cercare di comprenderne i contenuti costituisce un primo atto cognitivo di fondamentale importanza qualora si intenda partecipare consapevolmente all’accumulazione di nuove proposte all’interno del tessuto storicizzato.La fase analitica della lettura conduce alla comprensione di questi processi dinamici che hanno determinato storicamente gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. In analogia con la letteratura possiamo asserire che il palinsesto territoriale corrisponde al testo della storia dell’uomo e per essere compreso deve essere letto con la logica del progetto, lo strumento eletto della disciplina dell’architettura. Il documento principale per la lettura è il rilievo. Sottoporre la forma urbana di Pisa all’indagine sperimentale della lettura mediante l’adozione di nuovi strumenti digitali costituisce un momento di approfondimento e di sintesi delle conoscenze acquisite oltre ad esperire nuove metodologie analitiche sia nel campo degli studi storico-archeologici che in quelli dell’urbanistica e dell’architettura. I modelli tridimensionali digitali di Pisa e del suo territorio entrano per la prima volta a far parte di tale apparato strumentale, potenzialmente aperto verso nuovi possibili modi di utilizzazione. In particolare la Pianta della città si pone come supporto tecnico per molteplici e multiformi applicazioni.If the territory is the material support on where the marks left by man through the centuries are impressed and superimposed, the city could be rightly considerated as the greatest manifestation of the human intervention on it. The process that determine an urban system with all its dynamic changes are interconnected in a historical continuum so as to be summarized and found in the same interlaced city. To have the means in such a way as to try to understand its contents is primary importance if one intends to participate with good knowledge of a case in proposing new plans within the historical tissue. The analytical phase of reading leads to understand these dynamic process that have historically caused the settling down order and the territorial structure. On the analogy of the literature we can assert that the territorial palimpsest accords with the man history text and to be understood should be read with the logic of the plan, the elect instrument of the architectonic discipline. The main document for reading is the survey. To submit the urban form of Pisa to the experimental research of the reading by using new digital instruments is an opportunity of search and synthesis of the acquired knowledges besides to test new analithical methodologies both in the field of historical and archaeologic studies and in those of the town-planning and architecture. For the first time the digital threedimensional models of Pisa and its territory take part of this instrumental system, potentially open to new modes of use. Particularly the 3D representation of the town is a technical support for many and multiform applications. However, these new instruments of representation need to be connected with new methods of ‘reading’ and interpretation.KEYWORDS: 3D city model, G.I.S., territory and town, reading and typological interpretation
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Grandinetti, Roberto, et Valentina De Marchi. « Dove stanno andando i distretti industriali ? Un tentativo di risposta a partire da un'indagine in Veneto ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 142–75. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002006.

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Nel lontano 1989, con grande luciditŕ e lungimiranza, Giacomo Becattini invitava a concepire il distretto industriale marshalliano "come una fase evolutiva lungo uno fra i diversi, possibili, sentieri di industrializzazione" (Becattini, 1989c, p. 409). Oggi numerosi osservatori qualificati della articolata realtŕ distrettuale italiana, accademici e non, affermano che quella fase si č definitivamente conclusa. L'obiettivo di questo lavoro č argomentare la progressiva dissoluzione della configurazione marshalliana di distretto analizzando una serie di fenomeni dei quali esiste riscontro nella letteratura empirica: l'incremento della concentrazione, all'interno delle popolazioni di imprese distrettuali, degli occupati e di altre variabili indicative della produzione di valore; il venire meno del fattore "filiera localizzata", ossia di quell'insieme di mercati di input intermedi che distingue un distretto industriale (non solo di tipo marshalliano) da una semplice area di specializzazione produttiva; la crescita relazionale delle imprese piů dinamiche di un distretto oltre i suoi confini; l'emergere nei distretti di una societŕ multietnica; la disomogeneitŕ socio-culturale della struttura sociale dei distretti introdotta dal cambio generazionale; l'accresciuta eterogeneitŕ settoriale dei territori distrettuali. Ciascuno dei fenomeni citati viene approfondito nell'ampia sezione 2 del lavoro. Questa analisi č preceduta da una sezione "propedeutica" dedicata a delineare in modo preciso i contorni distintivi dell'unitŕ di indagine, il distretto industriale marshalliano, un termine che in letteratura viene spesso considerato erroneamente sinonimo di cluster oppure di distretto industriale (genericamente inteso). L'insieme dei fenomeni presi in considerazione ha profondamente modificato i sistemi distrettuali, determinando la fuoriuscita dalla fase o dal modello marshalliano. A questo punto si pone la domanda contenuta nel titolo del nostro contributo, che abbiamo ripreso da un recente lavoro di Rabellotti, Carabelli e Hirsch (2009): dove stanno andando i distretti industriali (non piů marshalliani)? Abbiamo cercato di avviare un filone di ricerca empirica su questo tema partendo da tre dei maggiori distretti presenti in Veneto: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l'occhialeria di Belluno e l'orafo di Vicenza (sezione 4). A tal fine sono state individuate alcune variabili, misurabili sulla base delle fonti informative disponibili, capaci di segnalare un aspetto importante della "vita" di un distretto industriale. I risultati ottenuti da questa analisi comparata di tipo quantitativo - integrati da quelli desumibili da altri lavori, anche qualitativi, prodotti su ciascuno dei tre distretti indagati - porta a confermare le tre traiettorie evolutive ipotizzate in un nostro precedente contributo (De Marchi e Grandinetti, 2012): il declino del distretto industriale in quanto tale, la "gerarchizzazione" dello stesso in poche imprese di grandi dimensioni, e infine la riproduzione evolutiva del distretto. Questi modelli vengono illustrati nella sezione 5, mentre la sezione conclusiva ricorda la domanda di ricerca e riassume il nostro tentativo di risposta, sottolineando le implicazioni di politica industriale che ne derivano.
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Frangi, Lorenzo. « Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations : a comparison between Italy and Brazil ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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Fadhilah, Iman. « APLIKASI HERMENEUTIKA DALAM FIQH PEREMPUAN (Studi Pemikiran Khaled Abou el Fadl tentang fiqh Perempuan dalam Fatwa CRLO) ». IQTISAD 3, no 1 (1 octobre 2016) : 22. http://dx.doi.org/10.31942/iq.v3i1.2459.

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Abstrak Evolusi konsep fiqh yang masih sering dipermasalahkan adalah tentang “fiqh perempuan”. Selama ini, product fiqh dianggap diskriminatif, tidak menghargai hak-hak perempuan bahkan terkesan melecehkan perempuan, ayat-ayat tentang waris, kesaksian dan wali banyak disinyalir hanya mengunggulkan kaum laki-laki. Dari segala lini kehidupan, proses metamorfosis fiqh mulai terasa, terlebih di abad modern sekarang ini. Dengan pesatnya ilmu pengetahuan dan teknologi maka isu-isu persamaan hak, kebebasan, keadilan gender dan lain-lain terus menggejala di berbagai belahan dunia. Pemikiran Khaled Abou el Fadl telah melihat mekanisme perumusan dan pengambilan keputusan fatwa-fatwa yang dikeluarkan baik oleh pribadi-pribadi, tokoh-tokoh masyarakat dan lebih-lebih lembaga-lembagaa dan organisasi keagamaan pada umumnya. Salah satu kritik Khaled Abou el Fadl tentang fiqh perempuan adalah kritik dari fatwa yang dikeluarkan oleh CRLO yang cenderung mendiskriminasikan perempuan dalam berbagai aktivitas kehidupannya. Dalam konteks tersebut, pada dasarnya hal yang terpenting untuk dipahami dalam hermeneutik adalah bagaimana sesungguhnya hubungang teks (text) atau nash, penulis atau pengarang (author) dan pembaca (reader) dalam dinamika pergumulan pemikiran hukum Islam. Dengan demikian hal yang diperlukan adalah fiqh yang humanis dan tidak diskriminatif terhadap perempuan.Kata kunci: Hermeneutika, fiqh, perempuan AbstractThe evolution of fiqh concept which still questionable is about “women fiqh”. During this time, fiqh product is considered discriminative, not respect to the women rights and even impressed harassed the women, verses about inheritance, testimony and trustee many allegedly only favor the men. By from all life aspects, the process of fiqh metamorphosis begin to feel, especially in modern century. By the rapid development of science and technology, issues of equality, freedom, justice, gender and etc keeps implicated in various parts of the world. Khaled Abou el Fadl’s thought has seen the formulation mechanism and decision making of the (fatwa2) issued by personal, public figures, and even religius foundation and institutions in general. One of Khaled Abou el Fadls critics about the women fiqh is a critic from (fatwa) issued by CRLO that tend to discriminate the women in their various life activities. In that context, basically the most important thing to understand in hermeneutics is how the written text (text) or script, the writer or authors and the readers in dynamics of the struggle of Islamic legal thought. Thus the things needed is humanist fiqh and discriminative against the womenKeywords: hermeneutics, fiqh, woman
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Jayantoro, Setyawan. « TRANSFORMASI KONFRONTATIF KOMPOSISI GAMELAN BARU : Revitalisasi Penciptaan Inovatif dan Peran Vital Perguruan Tinggi Seni ». Keteg : Jurnal Pengetahuan, Pemikiran dan Kajian Tentang Bunyi 18, no 1 (26 mars 2019) : 25–38. http://dx.doi.org/10.33153/keteg.v18i1.2394.

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AbstrakInovasi sebebas-bebasnya tanpa batas adalah persoalan konfrontatif yang sesungguhnya tengah mengancam eksistensi musik tradisi dalam korelasinya dengan masalah jati diri beserta dinamika konservasinya di era tuntutan yang serba mutakhir. Sejatinya orientasi komposisi gamelan baru itu berbasis pada akar tradisinya yang utuh, sebagai wujud inovasi kreatif, puncak dari akumulasi keilmuan karya-karya tradisi sebelumnya, karena desakan dominasi tuntutan kepentingan materialistik, atau memang sebatas ajang pelarian atas sikap frustasinya sebab ketidakmampuan mengusai basis tradisi yang mumpuni – berbagai model kontradiksi semacam ini tentu menjadi persoalan urgensif untuk ditelaah serius. Saat ini kita dapat melihat substansi masalahnya pada wujud karya gamelan non tradisi. Dorongan kuat semangat “modernisasi” berbalut lebat ideologi materialisme memang telah mengkonstruksi kesadaran kuat bahwa gamelan seolah dapat disandingkan dengan instrumen musik apapun, dicampur-sarikan dengan sistem musik apapun, dikolaborasikan dengan hitungan frekuensi apapun, fleksibel ditransformasikan ke dalam bentuk komposisi apapun, dan bahkan bebas direkayasa liar tanpa perlu pertimbangan kognitif yang didasarkan pada pengetahuan yang holistik. Perguruan Tinggi Seni tentu memiliki peran vital dan inheren dengan masalah konfrontasi ini sehingga perlu merumuskan rekonsiliasi ideologis melalui dialektika kritis yang berkesinambungan. Transformasi inovatif gamelan dalam entitas apapun idealnya dapat berjalan konsisten di atas konservasi kemapanan yang dinamis. Tiap hembusan nafas kebaruan yang diciptakan adalah kreasi inovatif yang berbasis pada sintesis dengan progresi intelektualitas yang dinamis, atraktif, impresif, dan konstruktif sehingga memperkaya eksistensi seni tradisi di era mutakhir.Kata Kunci: Konfrontasi, Komposisi, Transformasi, GamelanAbstract Unlimited freedom in innovation is a confronting problem that is seriously threatening the existence of traditional music in with regards to the issue of identity and the dynamics of its conservation in an era that demands one keeps up to date. By right, the orientation of new gamelan compositions should be based on its intact traditional roots: as a form of creative innovation they are the culmination of knowledge found in previous traditional works. However, because of the dominating pressures of materialistic concerns, or indeed as an excuse for the inability to achieve mastery in traditional competencies, this type of contraindicative model is certainly an urgent matter for serious study. At present we can see the substance of the problem in the form of non-traditional gamelan works. The strong impulse of the spirit of “modernization” clad in the ideology of materialism has indeed constructed a strong awareness that the gamelan seems to be juxtaposed with any musical instrument, mixed with any music system, collaborated with any frequency count, flexibly transformed into any composition, and even wildly engineered without the need for cognitive consideration based on holistic knowledge. Higher Education in the Arts certainly has a vital and inherent role with this confronting problem, making it necessary to formulate ideological reconciliation through continuous critical dialectics. The innovative transformation of gamelan in any entity can ideally run consistently above dynamic establishment conservation. Every breath of novelty created is an innovative creation based on synthesis with dynamic, attractive, impressive and constructive intellectual progressions that enrich the existence of traditional art in the current era.Keywords: Confrontation, Composition, Transformation, Gamelan.
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Aranha, Angelo Sottovia, et Giovani Vieira Miranda. « O jornalismo hiperlocal como mediador do empoderamento feminino ». Revista Observatório 1, no 3 (26 décembre 2015) : 160. http://dx.doi.org/10.20873/uft.2447-4266.2015v1n3p160.

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A convergência e o hiperlocal podem ser analisados como elementos que impulsionam o desenvolvimento jornalístico nos ambientes digitais possibilitando a valorização do local e o reforço de identidades, que passam a configurar como fonte básica de significado social em contraste ao processo habitual dos mass media. A efetivação desse cenário emergente será observada como possível novo espaço para o reforço da representação feminina e a ampliação de espaços para os processos de empoderamento e compartilhamento de identidades. Para tanto, serão revistas as literaturas sobre os temas apresentados e uma análise do caso observado nos media online de Bauru, cidade do interior paulista.PALAVRAS-CHAVE: Jornalismo Hiperlocal. Economia Política da Comunicação. Cultura Digital. Identidade. Feminismo. ABSTRACTConvergence and hyperlocal can be analyzed as elements that drive the journalistic development in the digital environment enabling the development of local and strengthening of identities, bringing the set as a basic source of social meaning in contrast to the usual process of the media. The effectiveness of this emerging scenario is seen as a possible new area for strengthening women's representation and expansion of spaces for empowerment processes and identity sharing. For this, we review the literature on the topics presented and a case analysis observed in online media of Bauru, a city in São Paulo State.KEYWORDS: Hyperlocal Journalism. Political Economy of Communication. Digital Culture. Identity. Feminism. RESUMENConvergencia y hiperlocal pueden analizarse como elementos que impulsan el desarrollo periodístico en el entorno digital que permita el desarrollo de los locales y el fortalecimiento de las identidades, con lo que el conjunto como una fuente básica de significado social, en contraste con el proceso habitual de los medios de comunicación. La eficacia de este escenario que emerge es visto como un posible nuevo área para el fortalecimiento de la representación y la expansión de los espacios para los procesos de empoderamiento y participación de la identidad de la mujer. Para ello, se revisa la literatura sobre los temas presentados y un análisis de casos observados en los medios de comunicación en línea de Bauru, una ciudad en el estado de São Paulo.PALABRAS CLAVE: Periodismo hiperlocal. Economía Política de la Comunicación. La cultura digital. Identidad. El feminismo. ReferênciasALBORNOZ, Luis. 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Ma’arif, Syamsul. « PEMAHAMAN KEBERAGAMAAN DAN GERAKAN KELOMPOK FPI SURABAYA ». Jurnal THEOLOGIA 23, no 2 (24 août 2017) : 309. http://dx.doi.org/10.21580/teo.2012.23.2.1671.

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<p align="justify"><em>Attitudes of</em><em> </em><em>FPI</em><em> </em><em>(</em><em>Islamic </em><em>Defenders Front</em><em>) </em><em>in</em><em> </em><em>Indonesia</em><em> </em><em>so far </em><em> </em><em>impressed '</em><em>frontal' and </em><em>against</em><em> </em><em>any form of</em><em> </em><em>indecent behavior.</em><em> </em><em>Their action</em><em>, </em><em>in fact</em><em> </em><em>it can be said</em><em> </em><em>as one of the</em><em> </em><em>deepest</em><em> </em><em>expression</em><em> </em><em>of</em><em> </em><em>a group of</em><em> </em><em>Muslims</em><em> </em><em>in articulating</em><em> </em><em>religious teachings</em><em> </em><em>are</em><em> </em><em>embraced</em><em>, or as </em><em>an attitude of "</em><em>piety" </em><em>in viewing of</em><em> </em><em>all</em><em> </em><em>the different faiths</em><em> </em><em>in the belief</em><em> </em><em>that he believes</em><em>. </em><em>Especially</em><em> </em><em>in view of</em><em> </em><em>problems</em><em> </em><em>that are clearly</em><em> </em><em>regarded</em><em> </em><em>as a form of</em><em> </em><em>disobedience</em><em>, </em><em>apostasy</em><em> </em><em>and</em><em> </em><em>blasphemy.</em><em> </em><em>The responses</em><em> </em><em>and reactions</em><em>, </em><em>as well as</em><em> </em><em>research that has been</em><em> </em><em>conducted by the author</em><em> </em><em>in</em><em> </em><em>Surabaya</em><em> </em><em>is in order to</em><em> </em><em>uphold the</em><em> </em><em>principles of</em><em> </em><em>faith</em><em> </em><em>are</em><em> </em><em>considered "</em><em>correct" earlier. </em><em>This paper aims</em><em> </em><em>to</em><em> </em><em>provide</em><em> </em><em>comprehensive information on</em><em> </em><em>what factors</em><em> </em><em>underlie</em><em> </em><em>the birth of</em><em> </em><em>contemporary</em><em> </em><em>religious</em><em> </em><em>groups</em><em>-</em><em>particularly </em><em>FPI</em><em> </em><em>in</em><em> </em><em>Surabaya</em><em>. </em><em>And find the</em><em> </em><em>religious understanding</em><em>, </em><em>activity</em><em> </em><em>and movements</em><em> </em><em>FPI</em><em> </em><em>group</em><em> </em><em>in the area.</em><em> </em><em>Overview of</em><em> </em><em>the results</em><em> </em><em>of this study</em><em> </em><em>are expected to</em><em> </em><em>eventually</em><em> </em><em>be able to</em><em> </em><em>eliminate</em><em> </em><em>the possibility of</em><em> </em><em>misunderstanding</em><em> </em><em>information</em><em> </em><em>is the cause of</em><em> </em><em>the onset of</em><em> </em><em>prejudice</em><em> </em><em>and</em><em> </em><em>stereotypes</em><em> </em><em>is the first step</em><em> </em><em>in conflict or</em><em> </em><em>resolve</em><em> </em><em>conflicts between</em><em> </em><em>religious</em><em> </em><em>communities</em><em> </em><em>in a comprehensive manner</em><em>. </em><em>Therefore</em><em>, </em><em>the</em><em> </em><em>known</em><em> </em><em>diversity of</em><em> </em><em>religious groups</em><em> </em><em>with the dynamics of</em><em> </em><em>movements will</em><em> </em><em>make it easier for</em><em> </em><em>religious</em><em> </em><em>communities</em><em> </em><em>to</em><em> </em><em>learn from each</em><em> </em><em>other</em><em>.</em><em></em></p><p align="justify"><strong> </strong></p><p><em>Sikap-sikap FPI (Front Pembela Islam) di Indonesia selama ini terkesan ‘frontal’ dan melawan setiap bentuk kemunkaran. Aksi mereka, sebenarnya bisa dikatakan sebagai salah satu bentuk ekspresi terdalam dari sekelompok orang muslim dalam mengartikulasikan ajaran-ajaran agama yang dipeluknya, atau sebagai bentuk sikap “kesalehan” dalam memandang setiap keyakinan yang berbeda dengan keyakinan yang diyakininya. Apalagi dalam memandang persoalan yang jelas-jelas dianggap sebagai bentuk kemaksiatan, kesesatan dan penodaan agama. Maka respons dan reaksi mereka, sebagaimana hasil penelitian yang telah dilakukan penulis di Surabaya adalah dalam rangka menegakkan prinsip keimanan yang dianggap “benar” tadi. Tulisan ini bertujuan untuk memberikan informasi yang komprehensif tentang faktor apa saja yang melatari lahirnya kelompok-kelompok keagamaan kontemporer—terutama sekali FPI di Surabaya. Sekaligus mengetahui pemahaman keagamaan, aktifitas dan gerakan-gerakan kelompok FPI di daerah tersebut. Gambaran hasil penelitian ini pada akhirnya diharapkan mampu mengeliminasi kemungkinan kesalahpahaman informasi yang menjadi sebab timbulnya prejudice, dan stereotype yang merupakan langkah awal terjadinya konflik atau mengatasi konflik antar komunitas agama secara komprehensif. Sebab, dengan diketahui keanekaragaman kelompok-kelompok keagamaan dengan</em><strong><em> </em></strong><em>dinamika gerakannya akan lebih memudahkan masyarakat agama untuk saling belajar satu sama lain.</em></p>
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Valeri, Marco, et Leslie Fadlon. « Co-evoluzione tra la destinazione turistica e le imprese turistiche ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt2-2017oa5463.

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Obiettivo del paper &egrave; verificare se il rapporto tra la destinazione turistica e le imprese turistiche, che di essa fanno parte, pu&ograve; essere definito di natura co-evolutiva.Il paper &egrave; il frutto della prosecuzione di precedenti nostre ricerche sul tema del destination management e destination governance. La research question su cui si fonda l'impianto teorico del paper &egrave;: nello scenario turistico nazionale esistono modelli di ospitalit&agrave; turistica concepiti come esempi di co-evoluzione tra la destinazione turistica ed il territorio? In un contesto turistico, divenuto da tempo complesso, le imprese si trovano a relazionarsi sempre pi&ugrave; con turisti, sia italiani sia stranieri, attenti alla qualit&agrave; del proprio tempo libero da dedicare all'esperienza turistica ed a riscoprire le autenticit&agrave; del territorio che visitano. La necessit&agrave; disoddisfare le esigenze pi&ugrave; disparate ha favorito l'affermazione e lo sviluppo di particolariformule imprenditoriali turistiche sostenibili e coerenti con le evoluzioni delle esigenze dei turisti. A tal proposito, per intercettare e governare le dinamiche emergenti nel settore turistico, &egrave; necessario partire da una analisi delle problematiche di governance e di management della destinazione e dell'impresa turistica. Nel paper la prospettiva di analisi che risulta essere pi&ugrave; appropriata per qualificare meglio la natura del rapporto tra la destinazione turistica e le imprese turistiche &egrave; la prospettiva co-evolutiva. Secondo tale prospettiva le imprese turistiche co-evolvono con le destinazioni turistiche nella ricerca di vantaggi competitivi duraturi nel tempo: le imprese turistiche sono considerate risorse critiche per lo sviluppo del territorio e viceversa. Il processo di co-evoluzione presuppone l'individuazione di un organo di governo capace di valorizzare le componenti di dotazione e sistemiche di cui dispone il territorio e di stimolare i comportamenti organizzativi delle diverse imprese turistiche. L'assenza di case studies costituisce un limite del paper. Pertanto in una prospettiva di ricerca futura si intender&agrave; proseguire l'analisi proposta arricchendola di evidenze empiriche, ritenute utili per alimentare il dibattito sulla tematica affrontata e per le conseguenti implicazioni imprenditoriali e manageriali.
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Barón Pulido, Mireya. « El hombre relacional, comunicación y elementos estratégicos en el discurso de minas antipersonal, Colombia una realidad ». POLIANTEA 6, no 10 (12 juin 2013). http://dx.doi.org/10.15765/plnt.v6i10.228.

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El presente artículo expone los resultados de la investigación que evidencian el comportamiento de elementos estratégicos en el discurso mediático sobre minas antipersonal en cuatro regiones de Colombia. Al hacer uso de la metodología cualitativa, se realizaron las siguientes fases: (1) análisis de contenido (AC) a través del software Qualrus/Atlas-ti en registros discursivos impresos y sonoros, (2) aplicación de instrumentos entrevistas intensivas a grupos focales con Dircom ONG en Bogotá y líderes regionales del país, y (3) triangulación de datos. El proyecto contó con la colaboración del semillero de investigación constituido por cuatro estudiantes del Programa de Comunicación Social-Periodismo (Paloma Jiménez, Margarita Uribe, Pamela Zabala y Luis Palomino). El respectivo cotejo de datos permite constatar el componente relacional del sujeto, toda vez que se interactúa en diversos escenarios según las necesidades a comunicar en una cultura de la prevención, del fortalecimiento y de la educación ante la situación vulnerable de las minas antipersonal en Antioquia, Cundinamarca, Nariño y Meta. Los datos arrojados pretenden destacar que diseñar significados es, a la vez, crear realidades, propiciar accio- nes con propósitos específicos y lograr lecturas e interacciones simbólicas desde y para la educación, la prevención y el acompañamiento a la situación-conflicto. Destacamos con esta investigación que la propuesta de una teoría de la estrategia de la comunicación, solo es viable en tanto se dinamice desde y para sujetos en escenarios específicos; pues es allí donde las necesidades comunicativas de los individuos perciben el discurso como acción, mas no como metalenguaje. Para la actual investigación, el discurso-taller con los ciudadanos de la región, resulta ser la estrategia-acción adecuada y eficaz por excelencia, apoyada de registros mediáticos, como la producción sonora e impresa narrada para los usuarios actores de dicha realidad en diversas formas, según el nivel de conflicto.
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« Conoscenza, lavoro, formazione nel tempo della complessitŕ ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 23–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120002.

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Il dialogo con Gianluca Bocchi affronta i fenomeni che hanno segnato l'avvento della societŕ della conoscenza, offendo una prospettiva di lettura che ci permette di uscire da una rappresentazione semplicistica e riduttiva delle dinamiche di trasformazione che collegano in modo inedito i processi di apprendimento alla nostra vita quotidiana, al nostro modo di lavorare, al nostro essere cittadini. Ciň rende necessario rivedere strutture consolidate di rappresentazioni, prendendo le distanze da categorie che fanno riferimento a modalitŕ statiche di trasmissione di saperi e di mero possesso e privatizzazione della conoscenza, per collocarsi in una dimensione processuale, che valorizzi invece riflessivitŕ, generativitŕ, creativitŕ ed intersoggettivitŕ dei percorsi di apprendimento, la diffusione nei tempi e negli spazi di vita, l'integrazione tra attori con potenzialitŕ formative fino ad ora non sufficientemente esplorate, a partire da soggetti economici quali le imprese, per la promozione di personalitŕ evolutive costantemente in grado di intraprendere tracciati alternativi.
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Souza, Keulle Oliveira da, Inailza Barata Silva, Nadabe de Jesus da Silva Cordeiro, Lúcio Osvaldo Rabelo Mendes Neto, Jucimeire Rocha Macêdo, Elisângela Claudia de Medeiros Moreira, Carla Viana Dendasck et al. « Crollo del porto di Santana-AP nel marzo 2013 : prospettive di impatto socio-ambientale sul Rio delle Amazzoni, Brasile ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 30 décembre 2019, 48–64. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ambiente/crollo-del-porto-di-santana-ap.

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Résumé :
Questo articolo consiste in un’analisi del crollo del porto di esportazione del minerale di ferro, situato nel comune di Santana/AP, avvenuto nel marzo 2013, e delle sue conseguenze, in particolare sociali e ambientali. Sulla base di questi aspetti, questo articolo mirava ad analizzare quali erano e sono ancora le implicazioni di un impatto socio-ambientale sul Rio delle Amazzoni, sei anni dopo il crollo del porto di Santana-AP. Dal punto di vista metodologico, è stato condotto uno studio qualitativo, descrittivo-analitico ed esplorativo, sviluppato attraverso una ricerca bibliografica di revisione, sulla letteratura pubblicata in libri, articoli scientifici pubblicati su riviste, nonché analisi di documenti e rapporti ufficiali, relativi a studi sul disastro. Una nuova fase di esplorazione mineraria fu innescata nello stato di Amapá nei primi decenni del XXI secolo. In questo contesto, i comuni di Santana e Pedra Branca do Amapari erano e sono ancora città strategiche per il funzionamento delle dinamiche di esplorazione mineraria nello Stato. Il crollo della struttura portuale ha ucciso sei persone, versato un’alta quantità di minerale di ferro sul Rio delle Amazzoni, influenzando direttamente le caratteristiche ambientali di Rio, così come lo stile di vita delle comunità che da esso dipendono, perché questi popoli hanno rapporti culturali di utilità diretta e sopravvivenza con esso. A lungo termine, il disastro ha colpito l’economia mineraria amapaense, causato licenziamenti di massa, fallimento di molti fornitori di servizi, tra gli altri. Date le debolezze evidenziate e aggravate dal crollo del Porto di Santana, si conclude che è fondamentale riformattare le politiche urbani-territoriali che investono, dall’insediamento di queste imprese, anche nella prevenzione e nella segnalazione di possibili disastri, soprattutto nelle regioni che hanno grandi progetti minerari, come il caso in esame.
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