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Thèses sur le sujet « Dinamica Imprese »

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1

PIERSANTI, FABIO MASSIMO. « Essays on Investment-Specific Technology Progress and Endogenous Market Structure in DSGE Models ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/241297.

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Résumé :
L’attività di ricerca oggetto della mia tesi di dottorato è volta ad investigare, in un contesto macroeconomico ed in riferimento ad una modellistica Dinamico-Stocastica di Equilibrio Generale (DSGE) multisettoriale, il ruolo del progresso tecnico nella produzione dei beni di investimento (IST Shock) come fattore principale dietro le variazioni cicliche del Prodotto Interno Lordo (PIL) degli USA. Nel modello economico da me sviluppato la diffusione di tale progresso tecnico è potenziata dalla struttura di mercato che governa l’industria dei beni di investimento per mezzo di meccanismi endogeni di entrata/uscita dei produttori di tali beni e di emulazione tecnologica da parte delle imprese già attive nel mercato (incumbents) nei confronti delle imprese innovative che hanno appena avuto accesso al mercato (new entrants). La particolare struttura di mercato dell’industria produttrice di beni d’investimento permette di replicare, condizionatamente alla realizzazione di un avanzamento tecnologico nella produzione dei beni d’investimento, in maniera originale importanti regolarità empiriche relative agli Stati Uniti come la correlazione negativa tra le variazioni cicliche del PIL e del prezzo relativo dei beni di investimento. Nel corso della ricerca da me condotta si investiga anche l’impatto dell’introduzione nel modello economico precedentemente esposto di un settore bancario con vincoli endogeni di leva finanziaria alla concessione di prestiti ai produttori di beni finali da parte degli intermediari creditizi. Ciò che emerge è che l’interazione tra la struttura di mercato vigente nell’industria produttrice di beni di investimento e il settore finanziario di cui sopra rallenta la diffusione del progresso tecnologico all’interno del sistema economico in quanto riduce il valore delle attività finanziarie in possesso delle banche commerciali. Infine la formulazione di tale modello, con l’aggiunta del settore finanziario di cui sopra, è in grado di contribuire dal punto
We develop a stylized two-sector DSGE model with creative destruction and knowledge spillovers from endogenous firms entry/exit. A permanent IST shock affects volatility both at low and high frequencies. We interpret the IST shock as a sudden unexpected improvement of the new K-sector producers technology frontier, which then gradually spreads through incumbents. In addition, the endogeneity of the relative price of investment goods generates a feedback from the installation of investment into the stock of capital to the transformation of consumption- into investment goods. This mechanism potentialy invalidates the relevant contribution of the MEI shock as major business cycle driver in favor of the permanent IST shock. Further, we consider the role of financial intermediaries in a multi-sector DSGE model. We dig into the interactions between a financial friction and a stylized I-sector characterized by endogenous firm dynamics and technology spillovers. We find that the non-trivial banking frictions dampen the effect of an expansionary IST shock. In addition, the recovery from a banking crisis episode is substantialy weaker because the crisis dramatically reduces the inflow of new, more productive firms. These effects occur in consequence of the interactions between endogneous firms dynamics and banks profitability which, in turn, determines credit conditions.
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2

Trovato, Giovanni. « Il ruolo svolto dalle fonti di finanziamento pubbliche nella dinamica di impresa : un'indagine valutativa empirica sulle piccole e medie imprese italiane secondo i Modelli Autoregressivi Generalizzati / ». [S.l.] : [s.n.], 2001. http://aleph.unisg.ch/hsgscan/hm00026821.pdf.

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3

Mongiu, Clelia <1988&gt. « Impresa e cultura : un dialogo dinamico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6295.

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Résumé :
Il calo di produttività delle aziende italiane si presenta come una difficoltà e allo stesso tempo come uno stimolo alla ricerca di nuove soluzioni. L’investimento in cultura si pone perciò come un’opportunità per la crescita dell’innovazione e della creatività all’interno dell’ambito imprenditoriale. Ma in che modo le imprese italiane si possono avvicinare alla cultura? Le forme di interazione più utilizzate sono sicuramente forme di finanziamento che richiedono un impegno poco gravoso da parte delle aziende, ma che presentano un ritorno di immagine immediato. Parliamo quindi di sponsorizzazioni, erogazioni liberali, partnership e membership. In realtà è evidente che questi tipi di relazioni, pur portando profitti ad ambo le parti, non sono costanti e non modificano la struttura strategica dell’impresa. Sono infatti i progetti ideati e gestiti dalle imprese stesse che creano, nel medio-lungo periodo, benefici costanti e duraturi. L’approccio in questo caso è ben diverso e si riscontrano iniziative promosse dall’interno e inserite nelle politiche d’impresa. In questo caso gli esempi sono innumerevoli: musei e archivi d’impresa, collezioni aziendali, art-based training, artists in residence, coinvolgimento degli artisti nella creazione di nuovi prodotti.
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4

MECHELLI, RAJSSA. « Effetti Distributivi del Potere di Mercato ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/60174.

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Résumé :
La tesi studia l'interazione tra potere di mercato, disuguaglianza e benessere in un modello dinamico di equilibrio generale. A tal fine è necessario abbandonare due capisaldi della teoria Neoclassica: l'agente rappresentativo e la competizione perfetta. L'obiettivo del primo capitolo è capire come il potere di mercato influenza la distribuzine di ricchezza e reddito tra le famiglie. I risultati suggeriscono che una semplice estenzione del modello di Aiyagari, in particolare competizione oligopolistica con dinamica delle imprese endogena, riesce a replicare le distribuzioni osservate nei dati USA. Inoltre, un incremento del grado di concentrazione nel mercato dovuto a un aumento dei costi di entrata, implica una più bassa Labor Share e una più alta Profit Share. A loro volta queste dinamiche causano un incremento della disuguaglianza. Anche questi trend sono in linea con ciò che si può osservare dai dati USA. Il secondo capitolo estende il modello sviluppato nel primo per studiare il ruolo della tassazione dei dividendi nel redistribuire risorse. L'analisi considera due regimi alternativi. Una riduzione dell'aliquota sui dividendi, dallo Status Quo statunitense, comporta una perdita di benessere per la società. Una più bassa tassazione riduce i trasferimenti monetari alle famiglie, implicando alti costi per quelle più povere. Inoltre, una riduzione dei trasferimenti causa un incremento dei risparmi. Per poter risparmiare di più gli agenti meno abbienti devono sacrificare consumo. Dato che la ricchezza è molto concentrata, la maggior parte della popolazione soffre una perdita di benessere.
This work studies the interactions between market power, inequality, and welfare in a dynamic, general equilibrium framework. Doing so requires departing from two building blocks of the neoclassical general equilibrium model: the representative agent paradigm and perfect competition. The aim of the first chapter is to understand whether market power affects the distributions of wealth and income among households. Results suggest that a relatively simple extension of the Aiyagari model, namely oligopolistic competition with endogenous firms’ dynamics, is successful at reproducing the wealth and income distributions observed in the U.S. Additionally, an increase in concentration in the markets for final goods, due to an increase in entry costs, leads to a lower labor share and a higher profit share of income. These dynamics, in turn, imply higher income inequality. Importantly, these trends are broadly in line with those observed in the U.S. in the last thirty years. The second chapter extends the framework developed in chapter one to study the role of the dividend income tax as a redistributive tool. The analysis considers alternative redistribution regimes. The main finding is that a reduction of the dividend income tax rate, from the US Status Quo, is associated with a social welfare loss. A lower dividend income tax rate implies lower transfers to households. From a welfare point of view, this is particularly costly for poor households. Furthermore, a reduction in transfers forces households to save more for precautionary reasons. To do so, wealth poor households must sacrifice consumption. Given the high concentration of wealth, this implies that the majority of the population suffers a welfare loss.
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Mastrogiorgio, Antonio <1976&gt. « Dinamiche Comportamentali dell'Esplorazione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2625/1/Mastrogiorgio_Antonio_Tesi.pdf.

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Mastrogiorgio, Antonio <1976&gt. « Dinamiche Comportamentali dell'Esplorazione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2625/.

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Minuzzo, Eleonora <1995&gt. « Cloud Gaming e dinamiche competitive nelle network industries ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18428.

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Résumé :
Questa proposta di tesi trova giustificazione nella previsione dell’evoluzione dell’industria dei videogames, in particolare, attraverso lo studio combinato di avvenimenti passati e tecnologie presenti si vuole provare a cogliere i trend che potrebbero affermarsi nei prossimi anni. L’intento è quello di applicare le conoscenze teoriche apprese nel corso New Product Development e calarle in un contesto reale e pratico quale l’industria videoludica e le sue innovazioni tecnologiche, presenti e passate, provando così ad analizzare quali saranno quelle emergenti. Lo scopo della ricerca sarà quella di costruire la Technology S-Curve (o più di una, in base ai diversi fattori quali miglioramento tecnologico e diffusione della tecnologia) riferita alle tecnologie già conosciute dei principali competitors (Sony, Microsoft e Nintendo) e quella del cosiddetto “cloud gaming”, di possibili nuovi entranti (colossi come Amazon, Apple e Google). Se possibile, si vorrebbe approfondire la questione della Blue Ocean Strategy implementata da Nintendo con la console Wii, analizzandone le diverse sfaccettature in modo dettagliato. La research question della tesi vuole rispondere in maniera approfondita alle seguenti domande: - Quali sono i fattori che hanno influenzato il successo (o il fallimento) delle strategie adottate dai competitor (Sony, Microsoft e Nintendo)? - Quanto sono importanti le variabili quali la compatibilità e la presenza di beni complementari per il successo di un’innovazione nel settore dei videogames? - Da cosa è determinato il valore di un’innovazione tecnologica nella game industry? - Il cloud gaming rappresenta una tecnologia discontinua? Quali sono i punti di forza e debolezza? Così facendo, si vogliono collegare tutte le diverse innovazioni fino all’ultima generazione (si parla di ottava generazione dei videogames) e capire in quale stadio della curva del ciclo di vita della game industry ci si trova al momento attuale.
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ARRIGO, ELISA. « Responsabilità aziendale e dinamiche competitive ». Doctoral thesis, Università degli Studi Milano-Bicocca, 2006. http://hdl.handle.net/10281/91315.

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Résumé :
L’attività di ricerca contenuta nella tesi di dottorato si è sviluppata, dapprima, attraverso l’analisi a livello internazionale e nazionale dei principali contributi sulla corporate social responsibility (CSR), poi analizzando la responsabilità aziendale in un’ottica strategico-competitiva volta a comprendere perché le imprese tendano ad impegnarsi in attività che apparentemente esulano dalla loro funzione economica. Si è evidenziata la tesi secondo la quale una gestione strategica delle responsabilità aziendali consente alle imprese di intraprendere una crescita sostenibile generando consenso e acquisendo un vantaggio competitivo sui concorrenti.
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TZANNIS, Alessandra. « Processi di internazionalizzazione delle pmi e dinamiche culturali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2008. http://hdl.handle.net/10446/45.

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Albiero, Chiara <1988&gt. « Politiche di prodotto e dinamiche di innovazione nel settore automobilistico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3220.

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Résumé :
Grazie a una serie di dati raccolti analizzare le politiche di prodotto utilizzate dalle principali aziende del settore auto. Passare poi ad analizzare quello che è il ciclo di vita dei modelli che hanno un maggior peso nel portafoglio prodotto delle aziende.
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Mion, Anna <1989&gt. « Le dinamiche innovative della stampa 3D e l'impatto sui modelli produttivi esistenti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3747.

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Résumé :
L'obiettivo di questo documento è quello di analizzare la funzione del 3D printing nella produzione industriale. Dopo aver fornito una definizione e aver descritto la portata innovativa del 3D printing, si parlerà degli effetti che questo avrà sui modelli produttivi esistenti, della sua funzione e delle possibili applicazioni nei vari ambiti industriali.
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STARINIERI, FRANCESCO. « Investigating liver tissue dynamics to improve in vivo gene therapy ». Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2022. http://hdl.handle.net/20.500.11768/122896.

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Résumé :
The liver is a relevant target organ for in vivo gene therapy, being involved in several coagulation disorders and metabolic diseases. Adeno-associated viral (AAV) vectors have been extensively used for liver gene therapy, obtaining successful results in clinical trials. Despite AAV vector genomes remain mostly episomal, the transgene has been shown to be maintained for several years in the adult liver. However, active hepatocyte proliferation during liver growth currently challenges application of AAV-vector gene therapy to young individuals. We have previously developed lentiviral vectors (LV) that integrate their genome into host DNA and achieve stable transgene expression in adult mice, dogs, and non-human primates. Here we performed and in-depth analysis of maintenance of LV-transduced hepatocytes following post-natal liver growth and homeostasis and of the age-dependent impact on liver-directed LV gene therapy in mice. We observed a high hepatocyte proliferation rate in newborn mice that decreased over time, with only 25% of hepatocytes contributing to liver growth, generating the vast majority of the adult liver. No major differences have been observed between proliferation of LV-transduced and non-transduced hepatocytes. We then observed a higher hepatocyte transduction efficiency in young (newborn and juvenile) mice compared to adults, paralleled by a lower uptake of LV by non-parenchymal cells. By intravenously (i.v.) administering LV expressing a human coagulation factor IX (FIX) transgene we observed the highest FIX output in mice treated as juvenile, which substantially dropped when mice were treated from the 4th week of age. Newborn-treated mice showed an intermediate level of transgene output. Young mice also showed a higher percentage of multiple-transduced hepatocytes, that might contribute to the differences in transgene output. We then investigated the distribution of transduced hepatocytes in the liver lobule and observed a preferential transduction in the peri-central area in young-treated mice and in the peri-portal area in adult-treated mice. We observed that also Kupffer cells shift from the central to the portal area during growth, however their depletion did not reduce the peri-portal transduction bias in adult mice, indicating that they are not determining the LV transduction bias. Overall, our work showed that i.v. LV administration to young mice results in higher hepatocytes transduction and transgene output than in adult-treated mice, with maintenance of the transgene following cell proliferation during liver growth. These findings inform further development of liver-directed LV gene therapy towards application to pediatric patients and shed light on mechanisms of post-natal liver growth in mice, which are relevant also for genome editing strategies.
Il fegato è un importante organo bersaglio per la terapia genica in vivo, a causa del suo ruolo in diversi disordini della coagulazione e malattie metaboliche. I vettori adeno-associati (AAV) sono stati ampiamente usati per la terapia genica diretta al fegato, ottenendo significativi risultati terapeutici in diversi trial clinici. Nonostante il genoma dei vettori AAV rimane prevalentemente episomale, il transgene è mantenuto per diversi anni nel fegato adulto. Tuttavia, la proliferazione degli epatociti durante la crescita ostcola l’utilizzo dei vettori AAV in individui giovani. In passato abbiamo sviluppato vettori lentivirali (LV) che integrano il loro genoma in quello della cellula, e hanno mostrato espressione stabile in topi, cani e primati non umani adulti. Abbiamo effettuato un’analisi approfondita del mantenimento degli epatociti trasdotti con LV in seguito a crescita post-natale e omeostasi, e dell’impatto dell’età sulla terapiagenica con LV diretta al fegato nel topo. Abbiamo osservato una maggiore proliferazione degli epatociti in topi neonati, che decresce nel tempo fino, con solo il 25% degli epatociti che contribuisce alla crescita, generando la grande maggioranza del fegato adulto. Non abbiamo osservato differenze rilevanti tra la proliferazione di epatociti trasdotti e non trasdotti. Abbiamo poi osservato una maggiore efficienza di trasduzione degli epatociti in topi neonati o giovani rispetto agli adulti, in parallelo a un minor indirizzamento nelle cellule non parenchimali. Somministrando intravena (i.v.) un LV che esprime il fattore IX della coaglazione (FIX) umano abbiamo osservato la maggior produzione di FIX in topi trattai da giovani, che decresce sostanzialmente in quelli trattati dalla 4° settimana di vita. I topi neonati hanno mostrato invece un livello intermedio. I topi giovani hanno mostrato inoltre una percentuale più alta di epatociti trasdotti a multipla copia, che può contribuire alla differenza di secrezione. Abbiamo poi esaminato la distribuzione degli epatociti trasdotti nel lobulo epatico e abbiamo una preferenza di trasduzione per gli epatociti nell’area peri-centrale nei topi giovani e in quella peri-portale nei topi adulti. Queste differenze sono mantenute nel tempo, indicando che sono dovute a differenze di trasduzione e non causate da silenziamento del transgene. Abbiamo osservato che anche le cellule di Kupffer si spostano dalla zona centrale a quella portale durante la crescita, ma la loro deplezione aumenta la trasduzione della zona portale nei topi adulti, suggerendo che non determinano la distribuzine del LV nel lobulo. In conclusione, il nostro lavoro mostra che la somministrazione i.v. di LV in topi giovani porta a una maggiore trasduzione degli epatociti e secrezione del prodotto del transgene rispetto ai topi adulti, con mantenimento del transgene in seguito a proliferazione cellulare durante la crescita del fegato. Queste osservazioni forniscono informazioni sullo sviluppo della terapia genica con LV diretta al fegato verso l’applicazione in pazienti pediatrici, e gettano luce sui meccanismi di crescita post-natale del fegato nei topi, che sono rilevanti anche per strategie di modificazione sito-specifica del genoma.
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Baldotto, Giorgia <1988&gt. « CLOSED LOOP SYSTEM E SIMBIOSI INDUSTRIALE : REALTÀ DINAMICHE ED INNOVATIVE DELLA GREEN ECONOMY ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2897.

Texte intégral
Résumé :
La terra ci sta inviando segnali di indebolimento, e per evitare l’esaurimento delle risorse naturali l’uomo dovrebbe cercare di creare un rapporto mutualistico con essa. È necessario, quindi, che l’uomo riconsideri il proprio consumo ed impari a riciclare il più possibile, solo così si potranno preservare le risorse naturali e si ridurrà la quantità di rifiuti. Un’impresa che intraprende il proprio viaggio verso la sostenibilità dovrebbe, pertanto, attivarsi nell'ecologia industriale. L’economia, per essere sostenibile, dovrebbe imitare la natura; gli ecosistemi, funzionando come un ciclo chiuso, non producono rifiuti: gli scarti di un organismo diventano nutrimento per un altro. Questa è stata la logica di fondo che ha spinto l’azienda in esame ad adottare un impianto che le consente di attuare un “closed loop system”, un sistema in cui gli scarti di un’attività produttiva diventano input per un’altra attività, in rispetto al principio del cradle to cradle. I rifiuti non sono più considerati spazzatura, ma vengono valorizzati e convertiti in risorse preziose. Questi molteplici scambi di rifiuti-risorse tra imprese dissimili danno vita a sistema simbiotico, fondato sulla reciprocità e collaborazione. Nell’elaborato inizialmente si farà una visione panoramica incentrata sui concetti di ecologia industriale e di “cradle to cradle”; successivamente si tratterà il caso di un’azienda che è riuscita a cogliere il valore della sostenibilità, ed infine si cercherà di sviluppare un progetto di simbiosi industriale che potrebbe idealmente realizzarsi.
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Marino, Federico <1993&gt. « La Biblioteca Capitolare di Verona. Analisi delle dinamiche storiche, sociali ed economiche della più antica biblioteca d'Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16355.

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Résumé :
Sebbene le biblioteche vengano generalmente percepite come luoghi di conservazione e trasmissione del sapere, queste istituzioni negli ultimi decenni si stanno sempre più trasformando in veri centri culturali cittadini, promotori di iniziative quali mostre, convegni e ricerche. Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare il suddetto fenomeno prendendo come caso studio la Capitolare di Verona, la più antica biblioteca italiana. Dopo aver delineato le caratteristiche principali delle biblioteche in Italia, declinate nelle loro varie tipologie, si proseguirà con un’analisi storica della Biblioteca Capitolare e delle dinamiche che hanno permesso, nell’ultimo decennio, di considerarla una dei centri culturali veronesi. Infine il lavoro prenderà in esame la collaborazione tra la biblioteca e la Fondazione Discanto, una fondazione culturale che ha collaborato con la Capitolare al fine di realizzare concretamente questo obiettivo.
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Chiusso, Nicolo' <1994&gt. « Le dinamiche di Corporate Governace strumentali all’incremento in investimenti di R&S e allo sviluppo aziendale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19590.

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Résumé :
La tesi di Laurea in oggetto nasce dal mio interesse e per il management aziendale e per il filone di studi riguardante la strategia d’impresa nonché il controllo di gestione. L’elaborato si propone di studiare, attraverso una review della letteratura economico-scientifica, il rapporto di interrelazione che esiste tra Corporate governance e le strategie di investimento in ricerca e sviluppo. A tal proposito si andrà inizialmente a definire nello specifico cosa si intende sia per governo societario sia per ricerca e sviluppo, al fine di evincere l’importanza strategica di questi elementi. In seguito, avvalendosi della suddetta letteratura, si andrà a verificare la relazione che intercorre tra le decisioni assunte dal Corporate governance e le strategie di investimento in ricerca e sviluppo e comprendere quali sono i vantaggi in termini di efficienza e efficacia per l’impresa che i piani strategici del governance posso portare alle strategie di investimento in R&S.
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DEL, PIZZO Antonella. « Sinergie di potere e d’immagine tra politica e lobby : uno studio teorico e pratico sulle dinamiche di scambio presso il Parlamento europeo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28763.

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Toraldo, Ilaria. « Dinamiche dell'e-commerce : confronto comparativo fra siti ed applicazioni mobili per un campione tipologico di imprese italiane ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8394/.

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Résumé :
Studio sulla diffusione di Internet, le attività svolte in rete e lo sviluppo dell'E-commerce in Italia. Analisi comparativa tra un campione tipologico di imprese italiane (i 100 siti di E-commerce più popolare in Italia) e relative conclusioni.
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GUZZO, ROSA. « Gestione della conoscenza e capacità di assorbimento nelle imprese biotech ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1299.

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Résumé :
La ricerca s'inserisce in una recente conversazione scientifica riguardante i campi disciplinari del knowledge management e dell'approccio delle capacità dinamiche. Lo scopo e' quello di comprendere come specifici determinanti organizzative possano influenzare la capacità di assorbimento potenziale e realizzata (che viene qui considerata una capacità dinamica) di imprese operanti nell'industria delle biotecnologie (un ambiente competitivo turbolento). La metodologia muove da un'approfondita analisi sistematica della letteratura, in base alla quale viene inquadrato il problema della ricerca e successivamente proposto il modello teorico di riferimento. Segue un test sul campo attraverso il metodo dello studio di caso multiplo di due imprese del comparto red-biotech. I principali risultati dell'analisi confermano che la formalizzazione delle procedure ha un impatto positivo sia sulla capacità di assorbimento realizzata sia potenziale delle imprese esaminate. Discorso analogo è a dirsi per i fattori organizzativi del coordinamento inter-funzionale e dei meeting. Sorprendentemente, e a differenza di altre ricerche, la job rotation non sembra sortire un impatto significativo sulla capacità di assorbimento. In chiusura del lavoro, discutiamo le principali limitazioni e implicazioni dell'analisi, e proponiamo alcune direzioni di ricerca futura.
The research joins a recent scholarly conversation in the fields of knowledge management, and dynamic capabilities approach. The aim is to understand how specific organizational determinants can influence the potential and realized absorptive capacity (which is considered as a dynamic capability) in firms operating in biotech industry (a high-velocity environment). The methodology starts from a literary review, following which we frame the research problem and then we propose a theoretical model that has been field-tested through the (qualitative) method of multiple case study analysis, applied in two Italian red-biotech firms. The main findings are that the formalization of procedures has a positive impact either on potential and realized absorptive capacity of the firms. Cross-functional coordination and meetings have a positive effect as well. Surprisingly, job rotation does not seem to be a significant variable, unlike other empirical studies. Finally, we discuss the main limitations and implications of our work, and suggest some directions for future research.
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MARTINO, ANTONELLA. « Responsabilità sociale d'impresa e stakeholder view ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7789.

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Résumé :
The work analyzes the evolution of Corporate Social Responsibility (CSR) concept and the importance of CSR for companies operating in ipercompetitive contexts. Carroll defines that companies must respect four responsibilities (economic, legal, ethic and philanthropic) and therefore they must respect people who are affected by their choices (Stakeholder view). Companies implementing CSR actions believe that organizations are successful when they satisfy requests of different stakeholders; organizations to achieve success and improve their competitive advantage by using corporate resources and capabilities (Resource-Based view). The originality of the proposed work lies in considering CSR as a dynamic capability. Resources and capabilities must be adapted to changes of the environment. Finally, companies must reconfigure their resources and capabilities to face the context in which they operate, so as satisfy stakeholder expectations before and better than competitors (Market-Driven Management) through innovative actions needed to increase their competitive advantage.
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CORNIANI, MARGHERITA. « Sistema informativo di marketing e modelli competitivi d'impresa ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2000. http://hdl.handle.net/10281/33464.

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Résumé :
Il sistema informativo aziendale ha coinciso per lungo tempo con il sistema delle rilevazioni interne di gestione. Con l'apertura progressiva dei mercati e l'intensificarsi della concorrenza, il sistema informativo aziendale ha dovuto essere potenziato con riferimento ad alcuni ambiti di analisi che coincidono principalmente con le attività di marketing. Si è quindi iniziato a parlare di sistema informativo di marketing, come di un elemento essenziale dei sistemi informativi aziendali, in essi perfettamente integrati. In particolare, il sistema informativo di marketing si compone di una pluralità di sottosistemi che sono diversamente sviluppati in rapporto alle dinamiche di concorrenza prevalenti in ciascun mercato. La tesi esamina queste tematiche e le approfondisce alla luce della principale letteratura di management italiana ed internazionale.
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SEPE, GIORGIA. « Alcuni insight nel definire le strategie di marketing nel settore food & ; beverage ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39863.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei diversi aspetti del marketing del food & beverage, in considerazione dei molteplici cambiamenti occorsi e derivanti non solo dalla tecnologia ma anche dalle preferenze dei consumatori. A tal proposito, la ricerca adotta una triplice prospettiva, prendendo in considerazione l’analisi degli attori fondamentali esperti delle dinamiche del settore: gli insegnanti di educazione alimentare nelle scuole italiene; i professionisti di marketing, trade marketing e vendite nei loro processi di integrazione; le startup digitali coinvolte nello sviluppo di progetti che innovano i canali e le modalità distributivi. Pertanto, ogni capitolo di questo lavoro si focalizza in modo indipendente su ognuno degli attori proposti, presentando evidenze empiriche e spunti di ricerca futuri. L’obiettivo dell’intero studio è dunque di analizzare l’evoluzione del settore food & beverage a livello empirico e di fornire degli avanzamenti dal punto di vista teorico.
This research project deepens the knowledge around many aspects of the marketing of the food and beverage industry to address the new challenges deriving from both incremental and disruptive changes and more unpredictable consumers’ preferences. The research adopts different perspectives of three fundamental actors: consumers, established firms, and new ventures. The first study examines teachers’ perceptions and feelings around nutrition education, to what extent these professional figures can affect students’ behavior and how they perceive the relationship with families. The second study focuses on the integration of marketing, trade marketing, and sales functions within established firms. The third paper analyzes digital startups, and it contributes to the entrepreneurial literature on startups development and survival and the development of dynamic capabilities. The aim of the study is twofold, both empirical and theoretical. At a more empirical level, the goal is to provide an in-depth understanding of the evolution of marketing in the changing and complex environment of the food and beverage system, regarding competition, channels and institutions and consumers. At a theoretical level, it tries to provide some explanatory propositions for each analyzed setting.
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Adamo, Giuseppe Emanuele. « Tra impresa e consumatore : le dinamiche e le potenzialità delle comunità di marca ». Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/799.

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BARONE, TIZIANA. « Dinamiche e forme di comunicazione degli spazi espositivi. Innesti, contaminazioni e innovazioni dal marketing retail alla musealizzazione ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1084739.

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Résumé :
Questa ricerca si propone di modellizzare la variabilità dei consumi nella società odierna attraverso il meccanismo comunicativo degli spazi espositivi, con particolare riferimento al retail contaminato dai processi di musealizzazione. Lo spazio espositivo del retail, non sempre dedicato alla “vendita fisica” dei prodotti, è comunque un luogo di consumo ed uno spazio di esperienza estetica. Questi luoghi presentano oltremodo una congiunzione con lo spazio architettonico e nella maggior parte dei casi, con la collezione di prodotti e la proposta di visione e fruizione degli stessi. Se riflettiamo sulla natura del ruolo dei musei, anche questi avanzano le medesime caratteristiche, ovvero si ritrovano all’interno di una struttura architettonica, presentano le collezioni di opere socialmente classificate come artistiche, e la loro proposta di fruizione. Il dibattito sul ruolo dei musei esiste già da diverso tempo, in questa ricerca però prenderemo in considerazione solo i tratti caratteristici pertinenti dei musei contemporanei. In essi più che nei musei tradizionali, l’arte e la spettacolarizzazione si fondono e si confondono, lasciando primeggiare la dimensione economica e mettendo in secondo piano quella estetica. Questo è l’assunto di base della tesi proposta: se per i musei contemporanei il cambio di strategia ha visto un aumento dell’interesse di massa per i fenomeni artistici e la necessità di un ritorno economico, per il retail ipermoderno si è imposto il progetto di traslare e sovrapporre il significato di oggetto estetico su di un prodotto. In entrambi i casi l’incontro e la mediazione tra consumatore/spettatore e oggetto esposto avrà luogo nel contenitore spaziale che ne diverrà teatro. Lo spazio, in quanto linguaggio comunica e lo farà attraverso le sue dimensioni sensibile e percettiva. È indubbio che a questa attività comunicativa dello spazio segue un continuo adeguamento delle strategie aziendali come uno dei momenti centrali del rapporto esistente tra branding management e consumatore. In questa ricerca si vogliono superare le posizioni interpretative che tendono a valorizzare soltanto alcuni aspetti dello spazio espositivo a discapito di altri, senza considerare la natura multidisciplinare dell’oggetto d’indagine. L’obiettivo sarà pertanto, spiegare come le strutture spaziali del retail e dei musei contemporanei siano sovrapponibili, alla luce di una più ampia strategia di marca che volge verso l’internazionalizzazione. L’intera tesi, oltretutto orienta lo sguardo alla significazione e alla comunicazione delle pratiche di consumo all’interno di uno spazio, nonché la dialettica tra produzione e consumo di senso, che vogliono convergere verso la definizione di nuovi scenari di mercato. Per giungere a tale risultato si è reso necessario sistematizzare l’indagine verso più direzioni: una visione analitica tesa all’esplorazione delle diverse forme di retail e degli elementi fisici, concettuali e tecnici che 2 lo concepiscono. E in un altro verso l’analisi del funzionamento e dei tratti distintivi di ogni singolo spazio, e della sua capacità di narrazione e di dialogo. Il costante adattamento delle tecniche di marketing retail all’evoluzione socioculturale è vincente in un mercato sempre più complesso, il quale non può ignorare la prospettiva del consumo. Lo studio di questo fenomeno presenta varie sfaccettature, e rappresenta il contesto base di questa ricerca. L’approccio che verrà adottato in questa tesi sarà prevalentemente di tipo semiotico, pur riservando un significativo spazio anche agli importanti contributi elaborati dalle altre discipline. D’altronde, essendo i comportamenti di consumo dei fenomeni che si presentano in un contesto socioculturale dato, appare evidente come, per guardare ad essi e alla loro trasformazione, nonché ai legami che intrattengono con altri settori scientifici, sia necessario adottare uno sguardo multidisciplinare orientato all’analisi del contesto sociale quale quello sociologico e ad un approccio di tipo economico/finanziario all’interno del quale ritroveremo una revisione delle tecniche di marketing e di branding. D’altra parte bisogna pure considerare variabili esterne come l’avanzare della finanza e all’introduzione di tecnologie digitali, che hanno reso ancora più incisivo “il superamento del dualismo corpo vs anima e materiale vs spirituale”; termini e concetti non a caso ripresi da Kotler nel suo Marketing 3.0 e dall’approccio relazionale H2H, ovvero Human to Human facendo un passo avanti rispetto alla ripartizione B2C e B2B. Proprio a partire da questa evoluzione insieme alla “dematerializzazione” della ricchezza economica, e ai cambiamenti delle funzioni e delle figure professionali, si arriva oggi a dovere gestire delle componenti che sono produttrici di significati nonché oggetti comunicazionali. Infine i progressi della tecnologia elettronica e dell’espansione dell’uso di internet, hanno permesso l’accesso al mercato ai prodotti smaterializzati e ai servizi, i quali hanno creato una semiosfera propria e inglobante del quotidiano. Alla luce di questo sfondo multidisciplinare, la lettura e dunque l’analisi di uno spazio espositivo permettono di entrare all’interno di meccanismi relazionali tra superficie espositiva, strategie di marca e mercato di riferimento, che sarà vagliato secondo l’aspetto dell’internazionalizzazione. Al centro di questi studi verrà posto il concetto di spazialità inteso come linguaggio, e il retail sarà concepito come luogo privilegiato di comunicazione integrata del discorso di marca e di valorizzazione delle pratiche di consumo. Questo percorso di studio si è sviluppato attraverso una ricerca a monte delle singole identità dei brand appartenenti a settori diversificati: luxury fashion, digitale e food, con chiaro riferimento ai propri spazi espositivi, al fine di indagare gli effetti di senso che essi riescono a costruire. Il corpus analizzato vedrà dei brand come: Louis Vuitton, Hermès, Fendi, Google, Ebay e Illy caffè. La pratica dell’osservazione è dunque il primo strumento utilizzato durante l’analisi, a cui è seguita una fase di descrizione finalizzata a far emergere i sistemi di pertinenza utili per affrontare lo studio di quest’oggetto. Il quesito ultimo del lavoro, riguarda la modalità con cui gli spazi espositivi si manifestano nel discorso di marca, e nella cultura attraverso le attività di branding management, e contestualmente dalle pratiche d’uso on-site o attraverso il mobile. Pratica posta in essere prima ancora che vi sia il fisico accesso al punto vendita o all’esposizione, seguito spesso dalla condivisione sui social.
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BASILI, Silvia. « Gli attuali scenari del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, tra vecchie e nuove questioni di sicurezza alimentare : una riflessone comparatistica ta UE, USA e CINA ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251081.

Texte intégral
Résumé :
Il commercio dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una dimensione globale, che pone una serie di questioni su cui è necessario riflettere. Una di queste riguarda la sicurezza alimentare intesa nell'accezione di food safety, ossia come il diritto di ogni individuo a consumare cibo sano e sicuro. La sicurezza alimentare implica l'assenza di elementi estranei che sono riconducibili ai residui dei trattamenti antiparassitari, veterinari, contaminanti ambientali o ancora l'assenza di adulterazioni nel processo di produzione, che possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. La tesi analizza le principali dinamiche internazionali relative all'attuale commercio dei prodotti agroalimentari, focalizzando l'attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, che da un lato deve garantire senza compromessi la tutela di tutti i consumatori, e dall'altro però, le misure adottate non devono costituire inutili ostacoli commerciali per le imprese alimentari esportatrici. L'analisi inizia dagli accordi nati nell'ambito della WTO, con la firma del Trattato di Marrakech nel 1994, con lo scopo di favorire gli scambi commerciali internazionali attraverso una maggiore armonizzazione delle differenti normative di riferimento. Per quanto riguarda specificamente la sicurezza alimentare si fa riferimento all'Accordo SPS sulle misure sanitarie e fitosanitarie e al Codex Alimentarius, che hanno lo scopo di creare un sistema di norme internazionali valido all'interno dei paesi membri della WTO per tutelare la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio degli alimenti. Dal contesto multilaterale della WTO si procede ad analizzare il ruolo degli accordi bilaterali o regionali, nati in seguito alla crisi del multilateralismo, iniziata con il round di Doha nel 2001e dovuta principalmente all'eterogeneità delle posizioni dei Paesi membri. In particolare nell'ambito degli accordi bilaterali si fa riferimento al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) recentemente negoziato tra UE e USA, e fermo per ora a tale fase. Si tratta di un accordo di libero scambio volto ad abbattere molte barriere commerciali esistenti tra le due sponde dell'Atlantico, con particolare riferimento a quelle non tariffarie consistenti in divergenze normative che ostacolano le esportazioni, tra cui vanno sicuramente ricomprese le misure sanitarie e fitosanitarie, che si sono rivelate le questioni maggiormente dibattute nel corso delle trattative del TTIP, offrendo lo spunto per analizzare in chiave comparatistica le due diverse tradizioni giuridiche di food safety, delineate attraverso la tematica degli OGM, dove emerge la distanza dell'approccio giuridico tra le due potenze transatlantiche. L'uso delle moderne tecniche di ingegneria genetica in campo alimentare è stato uno dei temi particolarmente discussi nell'ambito delle negoziazioni; gli OGM erano già stati oggetto di una controversia tra Europa e USA nell'ambito della WTO. In ogni caso il TTIP, nonostante il suo fallimento, segna comunque la volontà delle due potenze di trovare una base normativa comune. L'ultima parte della tesi riguarda invece l'evoluzione della sicurezza alimentare in Cina, che grazie alla rapida crescita economica degli ultimi anni, si attesta ad essere una delle potenze protagoniste degli scambi commerciali mondiali, completando in tal modo il quadro internazionale di riferimento. L'introduzione nel 2009 della prima legge sulla sicurezza alimentare, poi modifica nel 2015, rappresenta un primo avvicinamento ai sistemi normativi occidentali. L'analisi delle diverse normative di food safety nel contesto europeo, statunitense e cinese mostra come la globalizzazione economica abbia determinato anche una globalizzazione giuridica o meglio un progressivo allineamento dei diversi sistemi normativi. La necessità di facilitare gli scambi commerciali per competere a livello mondiale ha favorito l'avvicinamento dei vari ordinamenti giuridici. Pertanto si assiste a una sorta di "contaminazione legislativa" estranea alla politica commerciale comune della WTO, ferma da tempo ad una fase di completa stagnazione. In particolare per quanto riguarda il settore alimentare si auspica che il progressivo avvicinamento dei sistemi normativi sul tema della sicurezza alimentare possa favorire la nascita di una food law unitaria a livello globale, che sappia rispondere alle esigenze economiche - commerciali della libera circolazione dei prodotti, e contemporaneamente garantire la tutela di tutti i consumatori, assicurando un elevato livello di qualità e sicurezza.
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BULGINI, Giulia. « Il progetto pedagogico della Rai : la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo›› ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

Texte intégral
Résumé :
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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