Littérature scientifique sur le sujet « Diffusione delle innovazioni »

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Articles de revues sur le sujet "Diffusione delle innovazioni"

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Ferrari, Maria Luisa. « La cittŕ e l'immagine del progresso : l'esposizione di Verona del 1900 ». STORIA IN LOMBARDIA, no 3 (septembre 2012) : 69–79. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-003005.

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Résumé :
Tra Otto e Novecento, le esposizioni costituirono momenti di grande importanza ed interesse sia per lo sviluppo dei settori produttivi tradizionali che per la diffusione delle innovazioni. Significativo in tal senso appare il caso dell'Esposizione provinciale di Verona del 1900. La manifestazione spicca per dimensioni, per complessitŕ organizzativa, per novitŕ e per l'impatto sulla cittŕ. L'area espositiva creata ex novo per la manifestazione era di 25.000 metri quadrati e gli edifici coprivano 10.313 metri quadrati.
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Tesoriere, Zeila. « Figure del contagio : dalle topografie mediche al contact tracing ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 152–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10258.

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Résumé :
Il tracciamento del contagio è fra le più efficaci forme di difesa dal coronavirus attuate oggi a scala planetaria. Si tratta di una pratica che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dal pensiero architettonico sullo spazio delle epidemie negli ultimi due secoli. Il rapporto fra la diffusione delle malattie e le forme del costruito è stato individuato attraverso le mappature tematiche, che hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento e sono ancora oggi in continua evoluzione. A partire dalle topografie mediche comparse per la prima volta in Francia, interpolate con le intuizioni di J. Snow sulla base delle mappe da lui elaborate nello stesso periodo in Inghilterra, si tracciano i modi di formazione di un regime di sapere teso fra sorveglianza e azione, che nel corso del Novecento ha progettato la riforma profonda dei tipi architettonici e del paesaggio urbano e che oggi evolve differentemente attraverso i sistemi dinamici, digitali e locativi del contact tracing usati per la pandemia in corso. Queste figure del contagio sono qui rilette in rapporto alle loro principali implicazioni progettuali, basandosi su un corpus di documenti grafici originali ed inediti. Estesa alla condizione in atto, una lettura comparativa del rapporto fra descrizioni spazializzate della diffusione dei virus e innovazioni nel progetto e nei modi di abitare, conduce ad alcune riflessioni conclusive relative all’architettura degli edifici e degli spazi pubblici del nostro prossimo futuro intra-pandemico.
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Sguglio, Alfredo. « Nuovi percorsi di socialitŕ e di relazione nello spazio urbano contemporaneo:l'esperienza delle "televisioni di strada" ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 90 (septembre 2010) : 147–64. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090009.

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Résumé :
L'autore si propone di interpretare la diffusione di un nuovo modello tecno-comunicativo, quello delle televisioni di strada, sia in termini di innovazione tecnologica che di innovazione sociale. Dopo una breve discussione sul tema della comunicazione pubblica, sono discussi i risultati dell'indagine quantitativa svolta sulle televisioni di strada nate in Italia nell'ambito del progetto Telestreet e i casi approfonditi con l'analisi qualitativa a Napoli e a Barcellona. L'articolo dimostra come un impiego delle televisioni di strada nell'ambito della comunicazione pubblica possa contribuire a creare nuovi luoghi di dibattito e confronto pubblico, riavvicinando, inoltre, i cittadini alle istituzioni.
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Fortunato, Vincenzo. « Classe dirigente, cultura manageriale e sviluppo nel Mezzogiorno ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 162 (mars 2022) : 184–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162009.

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Résumé :
L'articolo analizza alcuni dei principali risultati che emergono da una recente ricerca sulla presenza di manager e dirigenti nelle imprese meridionali e, più in generale sulla scarsa diffusione della cultura manageriale al Sud. Il ruolo svolto dai dirigenti d'impresa nello sviluppo del Mezzogiorno è un tema tanto rilevante quanto poco o affatto esplorato dalla letteratura socioeconomica che focalizza, invece, l'attenzione soprattutto sul ruolo degli imprenditori, dei sindacati e delle istituzioni. I manager e i dirigenti aziendali costituiscono, invece, un banco di analisi privilegiato e utile a comprendere le dinamiche all'interno delle imprese, le tensioni con l'imprenditore, gli elementi di arretratezza e innovazione, le potenzialità e i vincoli allo sviluppo di imprese moderne, competitive e in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati globali. Utilizzando i dati, l'obiettivo è quello di approfondire la nostra conoscenza sul ruolo del management; di comprendere se e in quale misura la diffusione della cultura manageriale rappresenta un fattore in grado di influire sullo sviluppo; attraverso quali politiche e interventi è possibile rimuovere gli ostacoli e promuovere lo sviluppo della cultura manageriale nelle realtà del Mezzogiorno; qual è il ruolo dei contesti locali e degli altri attori dello sviluppo.
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Papa, Anna. « La complessa realtŕ della Rete tra "creativitŕ" dei fornitori di servizi Internet ed esigenze regolatorie pubbliche : la sottile linea di demarcazione tra provider di servizi "content" e di "hosting attivo" ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (novembre 2012) : 221–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002004.

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Résumé :
La Rete Internet si presenta come una realtŕ complessa nell'ambito della quale alla funzione di trasmissione di dati si associano, acquisendo sempre maggiore rilevanza, funzioni legate all'utilizzo diffuso degli strumenti propri della societŕ dell'informazione e della comunicazione. In costante crescita sono anche i soggetti che offrono servizi legati alle funzioni ora citate, in particolare fornitori di connettivitŕ e gestori di applicazioni in grado di consentire la comunicazione e la diffusione in Internet di notizie, opinioni e contenuti. A fronte di una cosě complessa realtŕ, la legislazione nazionale, in linea con la normativa europea, in materia si presenta ancora poco sensibile alle differenziazioni dei ruoli ricoperti dai soggetti operanti in Rete, come fornitori di servizi e come utenti. Essa attribuisce centralitŕ, soprattutto sul piano della responsabilitŕ, all'Internet provider, considerato come il soggetto centrale della fruizione dei servizi Internet, pur nella tripartizione ora prevista dalla normativa nazionale (in ossequio a quella comunitaria) che distingue tra access, caching e hosting. In realtŕ, pur certi dell'importanza dei Service per il funzionamento (e il controllo) della Rete, appare ormai evidente che i fornitori di servizi Internet si presentano come un universo ben piů articolato e dinamico, con prestazioni che vanno a collocarsi nello spazio creato dalla Rete e non semplicemente nella funzione di trasmissione o conservazione dei dati immessi o prodotti. Una prima importante conseguenza č la difficoltŕ di distinguere tra "hosting" e "content" provider. Sono soprattutto questi ad essersi molto evoluti negli ultimi anni. Nel saggio ne vengono forniti tre esempi: siti istituzionali, gestori di piattaforma e curatori di luoghi di discussione. In assenza di una regolamentazione normativa, a livello europeo e nazionale, la giurisprudenza sta cercando di individuare un punto di bilanciamento tra i diversi interessi coinvolti che tenga conto delle caratteristiche e del carattere innovativo della Rete rispetto ad esperienze e contesti preesistenti. Appare tuttavia evidente che l'azione giurisprudenziale da sola non č in grado di stabilizzare e di dare affidabilitŕ ad un comparto che necessita invece di regole, frutto di una riflessione condivisa, idonee a garantire una operativitŕ "regolata", rispettosa dei diritti individuali, della concorrenza ma nel contempo capace di assecondare la profonda innovazione dell'informazione e della comunicazione che la Rete sta realizzando
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Achilli, Riccardo, et Gioacchino de Candia. « La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia : un'analisi settoriale ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 2 (juin 2010) : 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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Résumé :
L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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De Rossi, Marina, Mario Giampaolo, Claudio Riva, Cinzia Ferranti, Angelo Calň, Luigi Castelli et Cecilia Dal Bon. « Innovare la didattica universitaria attraverso l'integrazione delle ICT : l'esperienza del Progetto PRODID ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN TEACHING AND LEARNING, no 1 (février 2016) : 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/exi2016-001003.

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Résumé :
This article deals with the theme of innovation in academic didactic through the use of technologies and is one of the outputs of a larger project, "Preparazione alla professionalitŕ docente e innovazione didattica" (PRODID), which aims to establish and develop strategies to support teaching profession at the University of Padua. The authors introduce the theoretical framework and the projects carried out in the University of Padua to take advantage of the potential of technology, then present the results obteined during the first year of the project. Data were collected using a structured questionnaire which involved professors of the University and semi-structured interviews conducted with 16 privileged witnesses forming part of the teaching staff. The questionnaire collects the level of diffusion of didactic solutions that rely on online resources and the quality of teaching experiences conducted by the teachers. The interviews relate to multiple aspects of teaching by highlighting best and innovative practices, resistances due to established practices, and teaching models adopted.
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Bralić, Snježana. « LE PAROLE CHIAVE DELLA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA E LE NUOVE TENDENZE LESSICALI ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 143–58. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.9.

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Résumé :
Tenendo presente che il progresso tecnologico ha inva so ogni ambito della nostra vita, questo intervento servirà a capire come le innovazioni tecnologiche, e il linguaggio cui danno vita, non siano più un settore o un gergo specialistici, ma un modo del vivere e del parlare contemporanei. Si tratta di una riflessione non solo linguistica in cui le parole e le espressioni nuove, formatesi come risultato del progresso e della rivoluzione tecnologica, costituiscono una ricchezza lessicale dell’italiano, tratta da quotidiani, fonti lessicografiche e siti internet. Dalla possibilità di far comunicare strumenti diversi o di racchiudere inun unico strumento funzioni finora disperse in più apparecchi, sono nati i termini che indicano l’orizzonte privilegiato della tecnologia moderna: multifunzione, compatibilità e interconnessione. Nell’italiano, che prima di adattarsi al mondo digitale ha ricavato dall’inglese la maggior parte dei termini legati alla tecnologia, rimangono ancora molte oscillazioni terminologiche. Secondo le parole di Gino Roncaglia “non si tratta semplicemente di analizzare prestiti e neologismi di un settore ‘alla moda’, ma di comprendere il funzionamento e i cambiamenti della lingua nel suo incontro con un ambiente comunicativo nuovo”. Quindi si pone la domanda se la tecnologia parla, se ha cambiato la lingua o vi ha aggiunto semplicemente un lessico che abbonda di sigle e anglismi, un linguaggio nuovo che rispetta le regole della velocità e della sintesi. Molti termini strettamente tecnologici, sentiti come ostici, suscitano resistenza nei singoli parlanti, tanto che si parla di distinzione fra tecnofoni e tecnoanalfabeti, cioè tra quelli che sanno quali nomi dare alle trasformazioni quotidiane e quelli che le usano, senza riuscire a nominarle. Ci riferiamo al fenomeno della diffusione di nuove forme, di veri e propri internazionalismi che si adattano o ricalcano in vario modo, elementi lessicali di origine inglese o angloamericana come in tanti altri settori.
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Cubeddu, Raimondo, et Raimondo Cubeddu. « Tempo, incertezza e istituzioni. Conseguenze dell’innovazione e ruolo della politica ». REVISTA PROCESOS DE MERCADO, 19 mars 2021, 185–203. http://dx.doi.org/10.52195/pm.v4i2.328.

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Résumé :
1. La mia relazione muove dalla riflessione che se per secoli, e per lo meno negli ultimi della vita dello stato moderno, abbiamo considerato la politica prevalentemente come una modalità di accelerazione di alcuni, o della generalità, dei processi sociali verso un fine che, in qualche o vario modo, era ritenuto possibile ed auspicabile, ora dobbiamo iniziare a riflettere sull’opportunità di continuare a farlo. Dobbiamo infatti chiederci se: a) il fatto che il lasso di tempo che intercorre tra una qualsiasi scoperta scientifica e la sua diffusione sociale tende da decenni a restringersi sempre di più; b) la circostanza che il tempo impiegato dalla politica a compiere delle scelte collettive è in costante e generale crescita; c) la tendenza delle aspettative individuali a formarsi in contesti socio-culturali che finiscono per avere sempre minori relazioni con quelli in cui si esprimono politicamente; e, d) il fatto che la grandi innovazioni e modificazioni riguardanti la vita individuale e sociale tendono a realizzarsi fuori dalla sfera pubblica, siano fenomeni che hanno trasformato e che muteranno ulteriormente tanto il tradizionale modo di intendere tanto la politica, quanto il modo e le forme istituzionali in cui si esprime. Di conseguenza —sempre che tutte queste assunzioni siano vere— non possiamo evitare di chiederci quale saranno i futuri ruoli della politica e dello stato, e se uno dei due potrà sopravvivere, ed eventualmente in quale forma, alla scomparsa dell’altro. Da secoli, infatti, siamo così avvezzi a identificare la teoria politica con lo stato (negli ultimi decenni, per di più, molti studiosi hanno compiuto anche un altro passo, per così dire, ‘in avanti’, scambiandola con la costituzione, e lasciando aperta soltanto l’opzione se si tratti di quella nazionale o di qualchedun altra) che fatichiamo ad immaginare la possibilità della politica senza lo stato. A mio avviso si tratta di una possibilità con la quale è il caso di misurarci per il fatto che —per lo meno per quella parte della filosofia politica che non dimentica i classici (o che almeno non pensa che tutti i classici siano tedeschi)— mentre lo stato è una forma storica di organizzazione politica, per ora (e mi associo a quanti se ne dispiacciono), la possibilità che si possa fare a meno della politica non è stata dimostrata in maniera convincente.
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Coviello, Roberto, et Carmine D'Antonio. « Risk Management Sanitario : governo dei rischi e coperture assicurative nel welfare italiano ». Journal of Advanced Health Care, 10 septembre 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1909-001.

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Résumé :
Il settore sanitario italiano appare attualmente sottoposto a notevoli rischi provenienti dalla continua ricerca di una “sostenibilità” complessiva del sistema. Si assiste, infatti, ad una domanda in continua evoluzione che impone l’adozione di modelli di servizio innovativi capaci di far fronte all’invecchiamento della popolazione, alla carenza di adeguata prevenzione, alla diffusione delle malattie croniche e alla maturazione di aspettative di cure personalizzate e sempre più evolute. Pertanto, anche per questi motivi, le aziende sanitarie sono sollecitate ad un salto culturale che mette in discussione abitudini e prassi consolidate. In questo quadro si assiste ad un altro fenomeno che sta investendo il settore, ovvero il moltiplicarsi delle denunce per malpractice medica, che colpiscono i singoli professionisti e le strutture sanitarie, con un conseguente incremento dei costi assicurativi e il rischio di una progressiva diffusione della cosiddetta “medicina difensiva”, a sua volta colpevole di ulteriori aggravi economici. Per arginare il problema, le aziende del settore sanitario stanno investendo su percorsi sistematici di risk management, finalizzati a minimizzare il rischio clinico/sanitario. Il lavoro qui presentato, inserito in un filone di ricerca specifico dell’IRISS-CNR (denominato “L’innovazione come opportunità per la gestione dinamica del rischio clinico/sanitario”, ndr), si propone di intercettare queste due tendenze convergenti, evidenziando come i due fenomeni (innovazione e gestione del rischio clinico/sanitario) possano essere gestiti con maggiore efficacia in modo coordinato. Infatti, l’innovazione implica un’evoluzione delle tecnologie, delle competenze, delle preferenze di tutti gli attori del sistema, che portano a nuove modalità di erogazione delle prestazioni e performance sempre più elevate e complesse. Tali modifiche si riflettono sui profili di rischio, inevitabilmente condizionati dai nuovi strumenti tecnologici, dalle nuove procedure e dai nuovi modelli di servizio.
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Thèses sur le sujet "Diffusione delle innovazioni"

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Zanussi, Vittoria <1994&gt. « IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE NEL PROCESSO DI ADOZIONE E DIFFUSIONE DI INNOVAZIONI RADICALI. IL CASO APPLE INC ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16476.

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Résumé :
La tesi si pone l’obiettivo di analizzare come la comunicazione dell’innovazione possa influenzare i processi di diffusione e di adozione di prodotti tecnologici radicali. Una tecnologia dirompente introduce un’innovazione rivoluzionaria, una nuova concezione di prodotto che modifica le abitudini degli utilizzatori. In quanto radicale, e quindi diversa da quanto già esistente, porta con sé applicazioni nuove, sconosciute al mercato fino a quel momento. Ed è proprio qui che entra in gioco l’importanza di comunicare l’innovazione in modo adeguato. L’innovazione si misura infatti, non solo dalla sua novità tecnica, ma anche dall’impatto che ha sul mercato. La diffusione di nuovi prodotti è sempre legata alla capacità dei consumatori di comprenderne il valore d’uso e di acquisirne le logiche e le modalità di funzionamento. La comunicazione, pertanto, non è separabile dall’innovazione stessa, ma anzi ne rappresenta un aspetto assolutamente costitutivo. Il risultato della ricerca dimostra l’essenzialità della comunicazione nell’introdurre un’innovazione. Una strategia comunicativa efficace può ridurre il grado di incertezza legato al nuovo prodotto e accelerare i processi di diffusione e di adozione. Una strategia sbagliata, invece, può provocare l’insuccesso anche delle innovazioni tecnologiche più brillanti. Analizzando il caso Apple, oggetto di studio, si dimostra appunto come un’azienda leader di mercato, conosciuta per i suoi prodotti rivoluzionari, possa sia aver successo grazie a un’eccellente strategia comunicativa sia incorrere in un flop commerciale causato da un’errata comunicazione del prodotto innovativo.
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D'Eusanio, Luca. « La diffusione delle start-up eco-innovative in Emilia-Romagna ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
Il mio elaborato ha come scopo quello di creare un quadro della situazione regionale dal punto di vista delle start-up eco-innovative. Per fare questo ho utilizzato un sito/piattaforma internet contenente il registro delle start-up innovative in Italia. A partire da tale supporto ho analizzato 700 start-up situate nella regione Emilia-Romagna. Tra queste, ho individuato 78 start-up eco-innovative. Lo studio vuole comprendere le tendenze e la diffusione di tali start-up, studiandone, nell' ordine, la distribuzione geografica, l’inizio delle attività, il codice Ateco, la tecnologia OECD di riferimento. Con questo studio si arriverà poi in definitiva a capire quanto l’ambito della Green Economy sia diffuso in Emilia-Romagna.
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Gazzani, Marinelli Alessandra. « Organizational technology acceptance and use : a relational perspective ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200795.

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Résumé :
Theoretical background. Hypotesis. Research design. Results. Discussion and conclusions. Appendix 1: Descriptive network statistics. Appendix 2: Questionnaire. Appendix 3: Graphical representation of the networks.
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Cardamone, Paola. « Un'analisi microeconometrica della diffusione tecnologica in Italia ». Thesis, 2008. http://hdl.handle.net/10955/320.

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CECCHERINI, NELLI LUCIA. « Integrazione dei sistemi fotovoltaici negli edifici. Uno studio per lo sviluppo r la diffusione delle energie rinnovabili negli edifici ». Doctoral thesis, 2003. http://hdl.handle.net/2158/655954.

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Résumé :
Ricerca sui componenti fotovoltaici per l'integrazione architettonica negli edifici, produzione e casi studio. Progetto di integrazione architettonica del fotovoltaico nell'edificio universitario Aule e Biblioteca a Sesto Fiorentino. Fra le diverse tecnologie messe a punto per lo sfruttamento dell’energia solare, quella fotovoltaica è la più innovativa e promettente, a medio e lungo termine, in virtù delle sue caratteristiche di modularità, semplicità, affidabilità, ridotte esigenze di manutenzione ed in continuo progresso. L’integrazione strutturale, elettrica e architettonica dei sistemi fotovoltaici negli edifici, permette di ridurre in maniera consistente il costo degli impianti, per la parte relativa al generatore vero e proprio, che costituisce una parte rilevante dell’installazione. A causa della continua crescita della popola¬zione mondiale e dei relativi fabbisogni, la proble¬matica energetico - ambientale rappresenta negli ultimi anni uno degli argomenti di maggiore inte¬resse, a livello tanto scientifico, quanto politico e sociale. I paesi industrializzati si trovano oggi a dover elaborare, improrogabilmente, delle soluzio¬ni contro il progressivo degrado dell’ecosistema del pianeta, dovuto all’evoluzione intensiva delle attività umane Nel solo settore edilizio, il fotovoltaico rappre¬senta, al giorno d’oggi, una tecnologia prossima alla maturità e caratterizzata da innumerevoli van¬taggi che consistono: nel ridotto impatto ambienta¬le, nella possibilità di produzione decentrata dell’elettricità direttamente nei luoghi di utilizzo (con particolare riferimento alle utenze remote o isola¬te), nella modularità delle realizzazioni possibili (che possono variare la propria taglia da installa¬zioni della potenza di pochi watt alle grandi cen¬trali da alcuni megawatt). Il progressivo sviluppo del settore, inoltre, lascia prevedere buone prospet¬tive commerciali e occupazionali, che andrebbero a sommarsi ai benefici ambientali ottenibili. Il mercato della tecnologia fotovoltaica, tutta¬via, è ancora penalizzato dalla distanza tra il costo attuale degli impianti (e quindi, dell’energia ottenibile) e la competitività rispetto alle fonti convenzionali. Per ridurre questo divario, oltre che sui risultati della ricerca bisogna poter contare su di un’efficace strategia economica in grado di con¬vincere i produttori e possibili utenti. Lo sviluppo della tecnologia FV, soprattutto sotto il profilo economi¬co, non rende nell’immediato signi¬ficativi risultati, anche se negli ultimi anni, il prezzo dei moduli FV è diminuito in modo determinante. Questa tecnologia e’ da ritenersi di una valenza strategica tanto elevata che molti governi nazionali hanno deciso di utilizzarla in importanti progetti, come ad esempio alcuni edifici governativi della Germania. II sole è un’inesauribile fonte di energia che utilizziamo in maniera sempre più efficiente. Tramite le celle fotovoltaiche siamo in grado di generare elettricità direttamente dal sole. La tecnologia fotovoltaica, soprattutto se utilizzata come elemento integrante degli edifici, offre elevate possibilità di utilizzo. Per questo motivo lo sviluppo del mercato di questa tecnologia innovativa ricopre un ruolo importante e decisivo nel cammino verso un futuro più sostenibile e nel comune impegno per scongiurare il pericolo delle alterazioni climatiche. Attualmente è possibile assistere in tutta Europa alla realizzazione di un grande numero di progetti fotovoltaici che presentano caratteristiche diverse per progettazione, applicazioni e meccanismi di finanziamento; in molti casi è risultato decisivo il ruolo svolto dalle Amministrazioni Pubbliche. E’ riscontrabile una tendenza positiva del numero di Amministrazioni Pubbliche che puntano all’inserimento dei sistemi fotovoltaici integrati negli edifici nell’ambito delle politiche di pianificazione urbanistica.
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BELLETTI, Eleonora. « SUSTAINABLE TOURISM AND VALUE CO-CRATION : CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR RURAL AREAS ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251118.

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Résumé :
La co-creazione di valore in ottica di sviluppo turistico di una destinazione è oggi un hot topic della ricerca scientifica sul destination management. L’obiettivo del presente lavoro è, da un lato, quello di fornire a studiosi ed operatori di settore alcuni spunti critici di riflessione sulle relazioni, le interazioni tra stakeholder e la gestione delle risorse del territorio in un’ottica di sviluppo turistico; dall’altro lato è quello di mostrare il ruolo, in tale contesto, che la nascita di modelli innovativi di agribusiness basati su un approccio culturale e sul supporto delle nuove tecnologie possono giocare, in particolare nelle aree rurali delle Marche. Al fine di comprendere le dinamiche, le idee e le spinte motivazionali dei soggetti coinvolti nel processo di ricerca, si è scelto di optare per un approccio qualitativo, nel quale i metodi privilegiati sono stati il case study e l’etnografia. Sono stati quindi analizzati dialoghi, interazioni, materiale informativo di vario genere, documenti ufficiali, field notes ed interviste semi-strutturate con soggetti chiave. La ricerca mette in evidenza come un cambio di paradigma culturale sia necessario per apportare reale innovazione e sviluppo sul territorio, sia in termini di relazioni ed interazioni tra stakeholder, sia in termini di gestione delle risorse. Questo cambiamento può favorire inoltre l’affermazione di modelli di agribusiness innovativi, che in parte stanno già iniziando a diffondersi, che rispondono a nuovi principi economici ed istanze sociali e culturali diverse rispetto al passato. Una successiva ricerca quantitativa potrebbe essere utile per una generalizzazione delle evidenze emerse dal presente lavoro e misurare l’effettiva ampiezza e diffusione dei vari argomenti qui descritti e discussi. La presente indagine contribuisce in particolare a sottolineare il valore di un approccio culturale e creativo anche in ambiti apparentemente distanti e guidati da logiche diverse.
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Livres sur le sujet "Diffusione delle innovazioni"

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Ciciotti, Enrico. Natalità delle imprese e diffusione delle innovazioni di processo in un distretto tecnologico. Torino : Fondazione Giovanni Agnelli, 1986.

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Ciciotti, Enrico. Natalità delle imprese e diffusione delle innovazioni di processo in un distretto tecnologico. Torino : Fondazione Giovanni Agnelli, 1986.

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Vincenzo, Cesareo, et Ambrosini Maurizio, dir. L' Icona tecnologica : Immagini del progresso, struttura sociale e diffusione delle innovazioni in Italia. Torino : Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1989.

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Chapitres de livres sur le sujet "Diffusione delle innovazioni"

1

Stocchetti, Andrea. « 3 • Tratti evolutivi di una transizione necessaria ». Dans Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano 2022. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-703-6/003.

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Résumé :
In questo capitolo si cerca di dare una lettura sistemica alla transizione verso la trazione elettrica, cioè una lettura che metta in luce come l’aspetto tecnologico e quello strategico contribuiscano insieme a rimodellare il settore automotive in modo ben più radicale di quanto non avverrebbe se l’innovazione avesse impatti esclusivamente sulla tecnologia di prodotto. L’ipotesi di partenza è che sebbene il cambiamento di paradigma che il settore automobilistico sta vivendo non sia solo un effetto dell’innovazione nei propulsori, ciononostante quest’ultima rappresenta l’elemento catalizzatore di una opportunità strategica, e cioè il poter ripensare radicalmente sia il concetto di veicolo sia il modello di business complessivo, ben oltre la semplice elettrificazione del gruppo propulsore. In questa chiave di lettura il passaggio dell’elettrico da soluzione di nicchia a tecnologia di massa è una esperienza dalla quale, a parere di chi scrive, si possono trarre nuovi insegnamenti in merito ai processi di diffusione delle innovazioni.
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