Littérature scientifique sur le sujet « Difensore »

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Articles de revues sur le sujet "Difensore"

1

Nowicka, Urszula. « "Animadversiones" obrońcy węzła małżeńskiego w trybunale apelacyjnym ». Prawo Kanoniczne 53, no 3-4 (15 octobre 2010) : 223–43. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.3-4.11.

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Résumé :
La presenza del difensore del vincolo al processo di nullità del matrimonio è sempre necessaria; in caso contrario gli atti sono nulli. Anche se si notano a volte posizioni che tendono a ridimensionare il suo ruolo o ridurlo a qualche insignificante adempimento formale. Il Santo Padre Giovanni Paolo II nei suoi discorsi al Tribunale della Rota Romana ha detto molte volte che sarebbe grave errore considerarla di minore importanza perché il suo intervento sarebbe di grave danno per la retta amministrazione della giustizia. Il difensore del vincolo non è in opposizione alle parti, ma collaboratore alla scoperta della verità oggettiva del matrimonio. Poiché la sua funzione non si limita al formale riassunto degli atti o ad alcune superficiali osservazioni. La funzione del difensore del vincolo assume importanza particolare nel tribunale di appello. Egli deve analizzare tutti gli atti e la sentenza della Ia istanza, contemporaneamente proponendo ed esponendo tutti gli argomenti che possono essere ragionevolmente addotti contro la nullità. I giudici, devono tener conto delle osservazioni del difensore del vincolo, decidono – secondo il can. 1682 § 2 CIC – della conferma della sentenza della Ia istanza con proprio decreto oppure ammettano la causa all’ordinario esame del nuovo grado. Questi obblighi del difensore del vincolo al tribunale di appello e anche gli elementi che egli deve tenere conto nel suo lavoro, sono lo scopo del seguente articolo.
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2

Leszczyński, Grzegorz. « Rola obrońcy węzła małżeńskiego w procesie o stwierdzenie nieważności małżeństwa ». Prawo Kanoniczne 49, no 3-4 (20 décembre 2006) : 51–61. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.3-4.04.

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Résumé :
Siccome il matrimonio gaudet favore iuris, il ruolo di difensore del vincolo è insostituibile e di massima importanza. Lo ripeteva parecchie volte il Santo Padre Giovanni Paolo II nei suoi discorsi alla Rota Romana. Si notano invece a volte le tendenze che purtroppo tendono a ridimensionare il suo ruolo fino a confonderlo con quello di altri partecipanti al processo, o a ridurlo a qualche insignificante adempimento formale, rendendo praticamente assente nella dialettica processuale. Questo articolo cerca di presentare l’importanza dell’ufficio del difensore del vincolo nel processo matrimoniale ed i suoi più importanti interventi processuali. Ho voluto soprattutto di sottolineare che l’intervento del difensore del vincolo deve essere davvero qualificato e perspicace, cosi da attribuire nelle cause concrete, una difesa della visione cristiana del matrimonio nel suo ruolo della ricerca della verità.
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Borgonovo Re, Donata. « Il difensore civico regionale in Italia ». Estudios constitucionales 20, especial (2022) : 244–63. http://dx.doi.org/10.4067/s0718-52002022000300244.

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4

Civinini, Maria Giuliana. « Cronache disciplinari di un difensore frustrato ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (février 2014) : 88–92. http://dx.doi.org/10.3280/qg2013-005009.

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5

Mugnai, Massimo. « Leibniz o la morte di un difensore del "cristianesimo universale" ». RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no 1 (février 2012) : 141–52. http://dx.doi.org/10.3280/sf2012-001011.

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Résumé :
At death's door, Leibniz firmly refused to see a priest. This seems to be in strong contrast with the central role that he attributes to God in his philosophy and with his explicit acceptance of the Christian religion. Thus, the circumstances surrounding Leibniz's death, as related by some direct and indirect witnesses, provide an opportunity to examine the sincerity of Leibniz's position on religion. The final conclusion is that Leibniz believed in a religion broadly inspired by Christian principles but that he was not a particularly pious believer, which is fully in line with his own kind of ante litteram deism.
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6

Giannelli, Vito. « La redazione delle Animadversiones nell’esperienza di un Difensore del Vincolo ». Scientia Canonica 4, no 8 (10 septembre 2022) : 79–104. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp79-104.

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Résumé :
Dopo alcuni cenni sulle modalità di stesura delle animadversiones, con riferimento anche a fattispecie concrete in riferimento ai singoli capi di nullità, si passano in rassegna i diversi mezzi di prova previsti dalla giurisprudenza rotale. Si affronta anche la stesura delle animadversiones sia nella procedura amministrativa del super rato che in quella in favor fidei.
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7

Ferrua, Paolo. « Il modello costituzionale del pubblico ministero e la curiosa proposta del processo breve ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 1 (mars 2010) : 22–35. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-001003.

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Résumé :
1. Il pubblico ministero: avvocato dell'accusa e difensore della legalitŕ2. Accusa e difesa davanti alla funzione cognitiva del processo: l'irriducibile asimmetria3. Funzioni e status del pubblico ministero: le critiche al vigente sistema4. I rimedi proposti5. Il "processo breve": dalla giustizia ritardata alla giustizia denegata6. Le scelte del disegno di legge Alfano: la ricerca della notizia di reato e i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria7. La separazione delle carriere: una scelta ingiustificata.
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Pozzoli, Tiziana, et Gianluca Gini. « Bullismo a scuola : fattori psico-sociali associati ai ruoli di difensore della vittima e osservatore passivo ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001013.

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Résumé :
Adottando l'approccio Ruoli dei Partecipanti allo studio del bullismo, il presente studio ha analizzato: (a) le caratteristiche individuali (atteggiamenti, responsabilitŕ personale e strategie di coping) di difensori e osservatori passivi; (b) la relazione esistente tra i due ruoli e l'accettazione da parte dei pari in bambini di scuola primaria e media. I risultati mostrano un atteggiamento piů positivo nei confronti delle vittime, una maggiore responsabilitŕ personale per l'intervento e un maggior utilizzo di strategie di problem solving e di internalizzazione da parte dei difensori ri- spetto agli osservatori passivi. Infine, i difensori risultano essere piů accettati dai compagni rispetto agli osservatori passivi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per i programmi anti-bullismo.
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9

Bacciagaluppi, Marco. « L'influenza di Ferenczi su Bowlby e Fromm ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002009.

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Résumé :
Ferenczi viene presentato come l'iniziatore del modello relazionale in psicoanalisi. In Inghilterra ha esercitato un'influenza per lo piů indiretta su Bowlby, mentre negli Stati Uniti la sua influenza si č esercitata in modo esplicito attraverso Clara Thompson sulla scuola interpersonale. Giŕ da prima Fromm era stato un ammiratore e difensore di Ferenczi. Nel confronto tra Fromm e Bowlby viene sottolineata soprattutto la loro convergenza sul paradigma evoluzionistico. Questi due autori convergono anche su due importanti temi ferencziani: il rapporto primario del bambino con la madre e l'importanza degli avvenimenti traumatici della vita reale. La qualitŕ dell'attaccamento puň contribuire al carattere sociale.
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10

Cesaro, Grazia. « Le nuove figure nei procedimenti civili : il difensore e il curatore del minore ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mai 2009) : 66–74. http://dx.doi.org/10.3280/mg2009-001008.

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Thèses sur le sujet "Difensore"

1

VIANELLO, Alessandro. « IL DIFENSORE CIVICO ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388790.

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Résumé :
The research aims to investigate the Australian Ombudsman of Commonwealth in order to understand if its experience is useful to relaunch the Italian Ombudsman. The opportunity to arrange a comparative study between Australia and Italy comes from a simple acknowledgement based on statistics: in Australia, a single Ombudsman is able to cover all the Commonwealth with very good results. In Italy, instead, an Italian national Ombudsman does not even exist and, despite of the commitment of many Regional Ombudsman, the results are really poor.
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2

CUNEO, Valentina. « La presa di contatto tra difensore e imputato in vinculis alla luce della direttiva 2013/48/UE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2488268.

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Résumé :
La materia dei colloqui dell’imputato in vinculis col difensore è disciplinata dall’art. 104 c.p.p. La disposizione regolamenta in termini formalmente rigorosi il rapporto di regola/eccezione che sussiste, rispettivamente, tra il diritto ai colloqui ed il suo differimento. Più nel dettaglio, solo specifiche ed eccezionali ragioni di cautela legittimano la dilazione del diritto di conferire col difensore. A seguito della riforma Orlando, peraltro, la deroga riguarda solo talune gravi forme di criminalità. L’interesse per le questioni sottese alla disciplina dei colloqui dell’indagato in vinculis si rinnova alla luce della direttiva n. 48 del 2013, che disciplina, per quanto ai presenti fini principalmente rileva, il diritto di accesso al difensore. La normativa europea attribuisce all’indagato in vinculis il diritto di incontrare in privato e di comunicare riservatamente col proprio legale, senza indebito ritardo dopo la privazione della libertà personale. Alcuni motivi imperativi possono giustificare una deroga temporanea a tale diritto, tra cui la «necessità indispensabile di un intervento immediato delle autorità inquirenti per evitare di compromettere in modo sostanziale un procedimento penale». Nel recepire la direttiva il legislatore non è intervenuto sull’art. 104. A livello astratto, in effetti, l’ordinamento nazionale risulta conforme agli obblighi europei. Tuttavia, alla luce dell’importanza riservata dalla direttiva all’effettività dei diritti in essa contemplati, l’atteggiamento del legislatore avrebbe dovuto essere diverso. Le letture giurisprudenziali della clausola derogatoria prevista dall’art. 104 sovvertono infatti, in maniera del tutto evidente, il rapporto di regola/eccezione tra esercizio immediato del diritto ai colloqui e sua dilazione. La direttiva n. 48 del 2013 (nonostante per alcuni aspetti sia deludente e forse addirittura al di sotto del livello di tutela apprestato dall’ordinamento CEDU) sotto determinati profili offre al diritto di difesa un livello di tutela più elevato rispetto all’ordinamento interno. Il lavoro di tesi si incentra sulla disamina dei vari aspetti di difformità tra livelli di garanzia nell’ordinamento interno e sovranazionale, per poi focalizzare l’attenzione sui rimedi posti dal diritto UE per risolvere i contrasti tra la norma nazionale ed europea. Oltre alla strada della procedura d’infrazione, extrema ratio dell’ordinamento europeo, si valuta in particolare la percorribilità dell’interpretazione conforme. Tale strumento esegetico consente di risolvere solo talune delle antinomie individuate. Rispetto ad altri profili, invece, i deficit di tutela sussistenti a livello nazionale non possono essere risolti ricorrendo all’esegesi conforme alla direttiva. Vi osta il tenore letterale delle disposizioni interne. Il primo limite dell’interpretazione conforme va infatti individuato nel divieto di giungere ad esegesi contra legem, poiché altrimenti l’attività ermeneutica si tradurrebbe in una vera e propria normazione mascherata. Nonostante determinati esiti interpretativi permettano di garantire l’effettività del diritto di difesa, non possono raggiungersi sacrificando il valore della legalità. Data l’impraticabilità dell’interpretazione conforme, la sola alternativa per risolvere i contrasti tra norma interna ed europea rimane la sottoposizione di una questione di costituzionalità alla Consulta. La disposizione italiana non in linea con quella della direttiva, infatti, si pone in contrasto con gli artt. 11 e 117 della Costituzione.
Article 104 of Italian Code of Criminal Procedure regulates the right to comunicate with a lawyer when the accused person is deprived of his liberty. The relationship between the right and its derogations is formally strict in terms of rule and exception. Only when excpetional circumstances occur it is possible to delay the contact between the suspect and his lawyer. Moreover, after a recent reform, derogations are limited only to certain serious criminal offences. For what is most important to the present purposes, the Directive 2013/48/UE ensures the right of access to a lawyer and provides that any accused person has the right to meet and communicate with a lawyer without undue delay after deprivation of liberty. Only some compelling reasons may allow temporary derogation to this right, such as the need of immediate action by the investigating authorities in order to prevent substantial jeopardy to criminal proceedings. When transposing the Directive, Italian legislator did not amend Art. 104. From a formal point of view, indeed, the internal level of protection of defense rights is compliant with European provisions. However, the Directive focuses on the effective aspects of the right of access to a lawyer and thus Italian legislator should have act differently. Italian Courts, indeed, interpreting Art. 104.3, literally overturn the relation of rule/exception formally existing between right to communicate with the lawyer and its derogations. Even if Directive 2013/48/UE is anything but ambitious to certain extent, to other extent it offers a greater protection if compared with Italian legal order. The thesis critically addresses the single aspects in which Italian provisions seem to breach European legislation. The attention is then drawn to the remedies offered by EU legal order to address inconsistencies between a Directive and a national provision. Besides infringement procedure, extrema ratio of EU legal order, it is specifically considered the possibility to interpret Italian provisions in a way consistent with EU Directive. Through consistent interpretation a number of analyzed issues can be solved. With regard to other issues, instead, the possibility to offer a consistent interpretation is not allowed because of the need to respect the rule of law principle, according to which no interpretation can overcome the literal meaning of a legislative provision. The only chance to solve the contrasts between EU norms and national law is thus to bring the issue before Italian Constitutional Court, which might declare the unconstitutionality of the internal provision because of the breach of Art. 11 and 117 of the Constitution.
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MEDDIS, DOMENICO FRANCESCO. « Il procedimento di esecuzione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/36460.

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Résumé :
Oggetto d’indagine del presente lavoro è il procedimento di esecuzione disciplinato dall’art. 666 c.p.p., attraverso il quale il giudice dell’esecuzione statuisce sulle questioni attinenti al titolo esecutivo. L’analisi della procedura de qua – condotta mediante la costante verifica della tenuta costituzionale della disciplina codicistica, sotto il profilo della sua compatibilità con i canoni del “giusto processo” – è preceduta da un inquadramento storico-sistematico dell’esecuzione penale, volto a mettere in luce le tappe evolutive essenziali che hanno portato alla sua progressiva giurisdizionalizzazione. Segue, quindi, il vaglio delle cadenze procedurali del rito camerale: individuati i soggetti legittimati alla sua attivazione e i contenuti minimi della richiesta introduttiva, l’attenzione si sposta sulla fase preliminare all’udienza camerale, con specifico riguardo alla declaratoria d’inammissibilità della richiesta e alla forma e ai contenuti dell’avviso d’udienza. Particolare attenzione è poi riservata alla disciplina dell’udienza in camera di consiglio – che, specie sotto i profili della partecipazione dell’interessato e dell’assenza di pubblicità dell’udienza, è vagliata anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo – e all’esame del procedimento probatorio, la cui frammentaria normativa – già ad una prima lettura – svela problematiche del tutto particolari, soprattutto con riferimento al ruolo che sembrerebbe essere riservato dalle disposizioni in materia al giudice, in punto di iniziativa probatoria, e alle prove precostituite, ai fini della decisione. Segue l’analisi della fase decisoria del procedimento – con particolare riferimento ai profili contenutistici dell’ordinanza conclusiva e a quelli, peculiari, che connotano il giudicato esecutivo – e del ricorso per cassazione, unico rimedio esperibile avverso il provvedimento emesso dal giudice all’esito del procedimento. Chiude la trattazione l’esame del rito de plano di cui all’art. 667 c.p.p., quale procedura a contraddittorio eventuale e differito – attivabile nei casi espressamente previsti dalla legge – che si affianca al procedimento tipico per soddisfare esigenze di economia e di celerità processuale.
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4

ZANNONI, ILARIA. « La tutela penale delle indagini nell'Amministrazione della giustizia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1058038.

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Résumé :
The Rocco code for the first time gave protection to the "good of justice" by dedicating to it a special title entitled "crimes against the Administration of justice". In particular, within this group of crimes, the cases that incriminate false statements not only to the judicial authority, but also to subjects who, although not part of it, operate in close collaboration with the organs of the jurisdiction or, more generally, of the judicial power, assume a certain importance. The purpose of this work is to analyze the lights and the shadows of this discipline by looking at the legislative interventions of the last thirty years, driven by our Constitutional Charter which has given greater value to the "good justice" as well as the pronouncements of the supreme courts.
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GARAVANI, CHIARA. « Lo "sciopero" dei difensori nel processo penale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1227790.

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Résumé :
Oggetto della presente tesi dottorale sono le implicazioni sul processo penale del fenomeno dell’astensione collettiva forense. La trattazione si apre dando conto dell’emersione delle proteste degli avvocati nella realtà giudiziaria quale strumento di pressione politica e mezzo di autotutela collettiva; sin da subito si evidenzia l’impatto che le suddette manifestazioni dispiegano su beni costituzionalmente protetti, come il diritto di difesa (art. 24 Cost.) e il principio di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.). Alla luce di tale considerazione, ci si interroga circa la possibilità di ravvedere nell’astensione del difensore l’esercizio di un diritto garantito nella Costituzione: difatti, una simile qualificazione è presupposto indefettibile per il suo bilanciamento con i summenzionati interessi confliggenti. In questa prospettiva, si esaminano i risultati raggiunti dalla giurisprudenza costituzionale e le principali opinioni dottrinali; punto di approdo è la sentenza n. 171 del 1996, la quale riconosce dignità costituzionale del diritto di astensione collettiva in capo al difensore. Successivamente si illustrano le conseguenze che l’esercizio del diritto ad astenersi del difensore dispiega nell’ambito del processo penale. In particolare, si analizzano le molteplici problematiche – emerse soprattutto dopo l’entrata in vigore del codice del 1989 – che sono provocate dalle ripetute e prolungate astensioni collettive dei difensori (prescrizione, termini della misura cautelare, dilatazione della durata media dei processi), per poi esaminare le soluzioni - invero insoddisfacenti - che gli interpreti hanno elaborato in mancanza di una disciplina specifica. Quindi, si passano in rassegna i successivi orientamenti giurisprudenziali e gli interventi legislativi che hanno accordato all’istituto dell’adesione all’astensione collettiva una sistemazione definitiva. Nella prosecuzione della trattazione si illustrano i principali provvedimenti normativi intervenuti sul tema e gli approdi raggiunti dalla più recente giurisprudenza di legittimità, concentrando l’attenzione sui rapporti tra l’esercizio del diritto di azione collettiva dei difensori e le esigenze della giurisdizione penale. Si prende quindi atto del consolidamento, nel nostro ordinamento, del principio secondo il quale in tema di astensione collettiva dalle udienze si deve ritenere che il legislatore abbia provveduto “a monte”, ossia a livello di legge ordinaria e secondaria, a effettuare il necessario contemperamento tra il diritto di azione collettiva del difensore e gli altri diritti e valori costituzionali con quello confliggenti, sicché al giudice spetta un ruolo marginale, essendogli preclusa la possibilità di dirigere lo svolgimento del procedimento secondo un suo autonomo apprezzamento. In definitiva, il difensore ha oggi un vero e proprio diritto di astensione costituzionalmente tutelato; ne consegue, sul piano processuale, che l’atto di adesione del difensore a un’iniziativa collettiva di categoria integra una causa di rinvio non codificata, essendo la sua disciplina è contenuta nella legge n. 146 del 1990 e nelle ulteriori fonti secondarie a cui la stessa legge rinvia. Nella parte conclusiva del lavoro ci si interroga sulla tenuta costituzionale dell’attuale sistema alla luce soprattutto della legge n. 83 del 2000, che ha attribuito alla categoria forense il potere di dettare delle regole di contemperamento del diritto di astensione degli avvocati e dei diritti degli utenti. Tale sistema sembra lasciare del tutto impregiudicata la tutela degli altri diritti, non annoverabili tra quelli soggettivi inerenti alla persona. L’attenzione del legislatore appare, infatti, completamente assorbita dalla volontà di risolvere la contrapposizione tra i diritti dall’avvocatura e quelli dell’utenza, così trascurando le peculiari caratteristiche ed esigenze immanenti al processo penale.
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Calore, Mattia <1996&gt. « Alleanze difensive nel territorio euroasiatico : il caso della CSTO ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21454.

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Résumé :
La Guerra Fredda, oltre a vedere contrapposti Stati Uniti ed Unione Sovietica, ha avuto come protagonisti due organizzazioni militari difensive: l’occidentale NATO e l’orientale Patto di Varsavia. Si è soliti pensare che dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia ed il successivo crollo dell’Unione Sovietica, la NATO sia rimasta l’unica Organizzazione Internazionale specializzata nella difesa reciproca nel territorio europeo. Tuttavia, nel 2002, nello spazio post-sovietico, conosciuto anche con il nome di Eurasia, si è sviluppata un’alleanza militare difensiva che ha coinvolto alcuni Stati nati dalle ceneri dell’URSS. Questa organizzazione è conosciuta con il nome di Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva o CSTO. Negli ultimi anni, le tensioni tra Stati Uniti e Russia hanno scatenato l’ipotesi di una nuova Guerra Fredda, dove NATO e CSTO possono essere coinvolte, ma è davvero così? In questo elaborato, non solo si cercherà di rispondere a questa domanda, ma si analizzeranno i motivi che hanno spinto la Russia a creare questa organizzazione e come quest’ultima abbia agito nei principali eventi bellici che hanno coinvolto il territorio euroasiatico. Infine, si cercherà di capire la veridicità di due definizioni che descrivono la CSTO come la NATO russa o l’erede del Patto di Varsavia attraverso l’analisi di similitudini e differenze tra di loro.
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Mettica, V. F. « LA COOPERAZIONE INVESTIGATIVA NELL'UE E LE GARANZIE DIFENSIVE DELL'ACCUSATO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/371602.

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Résumé :
Ricostruite le forme della cooperazione investigativa in materia penale nel panorama europeo, anche alla luce dei più recenti sviluppi, sembra potersi concludere che, sebbene gli indicatori normativi testimonino una volontà di integrazione di strutture e apparati al fine di imporre regole giuridiche tendenzialmente uniformi, la dimensione applicativa registra ancora un limitato intervento del diritto dell'Unione Europea sul piano processuale, confinandolo negli ambiti della cooperazione su base volontaria e del principio del mutuo riconoscimento, così di fatto esasperando le difficoltà operative del coordinamento investigativo e dello scambio di dati a contenuto probatorio.
Completed the picture of the attitudes of European investigative cooperation in criminal matters, especially in light of recent developments, it seems possible to conclude that, although the regulatory indicators testify the volition to come to an integration of structures and systems in order to acquire uniform legal rules, the application still faces a limited intervention of the European law on the criminal procedural level, which is confined in the areas of voluntary cooperation and mutual recognition, exacerbating the operational difficulties of investigative coordination and exchange of evidential records.
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Di, Lieto Giuseppe <1966&gt. « Politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali in deroga : misure difensive o di promozione delle capacità ? » Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5859/1/Di_Lieto_Giuseppe_Tesi.pdf.

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Résumé :
Il tema generale del dottorato di ricerca è l'analisi delle politiche di attivazione in Italia durante la crisi economica. La combinazione di politiche attive e passive del lavoro viene interpretata ricorrendo al quadro teorico proposto da Amartya Sen e basato sul concetto di capability. Abbiamo considerato le misure nazionali e regionali nel quadro delle linee guida europee e analizzato le tendenze verso l'empowerment dei beneficiari di politiche del lavoro attraverso il concetto di capability proposto da Sen. La ricerca empirica ha utilizzato diversi strumenti per la raccolta dei dati: focus group, un questionario inviato ad un campione di 1.200 lavoratori, e interviste.
The general theme of the Ph.D. thesis is the analysis of activation policies in Italy during the current economic crises. The combination of active and passive labour policies is interpreted recurring to the theoretical framework proposed by Amartya Sen and based on the concept of capability. We have considered the design of the national and regional measures in the framework of European guidelines and we have analyzed trends towards the empowerment of the beneficiaries of labour policies in the sense proposed by Sen with the concept of capability. The empirical research has used different tools for data collection: focus group, a questionnaire sent to a sample of 1,200 workers, and interviews.
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Di, Lieto Giuseppe <1966&gt. « Politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali in deroga : misure difensive o di promozione delle capacità ? » Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5859/.

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Résumé :
Il tema generale del dottorato di ricerca è l'analisi delle politiche di attivazione in Italia durante la crisi economica. La combinazione di politiche attive e passive del lavoro viene interpretata ricorrendo al quadro teorico proposto da Amartya Sen e basato sul concetto di capability. Abbiamo considerato le misure nazionali e regionali nel quadro delle linee guida europee e analizzato le tendenze verso l'empowerment dei beneficiari di politiche del lavoro attraverso il concetto di capability proposto da Sen. La ricerca empirica ha utilizzato diversi strumenti per la raccolta dei dati: focus group, un questionario inviato ad un campione di 1.200 lavoratori, e interviste.
The general theme of the Ph.D. thesis is the analysis of activation policies in Italy during the current economic crises. The combination of active and passive labour policies is interpreted recurring to the theoretical framework proposed by Amartya Sen and based on the concept of capability. We have considered the design of the national and regional measures in the framework of European guidelines and we have analyzed trends towards the empowerment of the beneficiaries of labour policies in the sense proposed by Sen with the concept of capability. The empirical research has used different tools for data collection: focus group, a questionnaire sent to a sample of 1,200 workers, and interviews.
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Galanti, Federico. « Analisi dei vettori di attacco alle architetture a Microservizi e definizione di strategie di contrasto per i Blue Team ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22317/.

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Résumé :
Con la diffusione delle nuove architetture di sviluppo software, come Service-Oriented Architecture e Microservice, l’applicazione web cessa di essere un semplice programma su un server, ma diventa sempre più simile ad una rete di applicazioni che cooperano tra loro. Attualmente le minacce informatiche si fanno sempre più aggressive e feroci. Per evitare di diventare vittime in questo cambiamento architetturale, è necessario fornire conoscenza, metodi e strumenti per rendere sempre più efficaci i team di sicurezza informatica e scongiurare possibili minacce. Questa tesi rappresenta un documento di partenza per fornire metodi e strumenti adeguati per un Blue Team, i difensori. A questo proposito, verrà prima presentato lo stato dell’arte dell’architettura Microservice, con le tecnologie e la conoscenza alla base. Successivamente, si analizzeranno le vulnerabilità, le criticità e i vettori d’attacco a architetture a microservizi, e le differenze, in termini di sicurezza, con un’architettura monolitica, al fine di individuare una strategia generale con cui affrontare l’argomento di difesa di un’architettura a microservizi.
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Livres sur le sujet "Difensore"

1

Pilieri, Antonio. Il difensore civico. Roma : Editrice Ianua, 1990.

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2

Ferragina, Maria Rita. Il difensore civico : Ombudsman. Soveria Mannelli (CZ) : Rubbettino, 1991.

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3

Mestitz, Anna. Il difensore per i minorenni. Roma : Carocci, 2003.

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4

Sica, Marco. Il difensore civico nell'ordinamento regionale. Milano : Giuffrè, 1993.

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5

Marafioti, Domenico. Toga sommersa : Interno di un difensore. Padova : CEDAM, 1990.

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6

Duchini, Anna. Dall'ombudsman al difensore civico : L'esperienza toscana. Prato : Omnia minima editrice, 1994.

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7

Prima della notte : Stilicone, l'ultimo difensore dell'impero romano : romanzo. Milano : Ares, 2001.

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8

Magrı̀, Rosario. Prima della notte : Stilicone, l'ultimo difensore dell'impero romano : romanzo. Milano : Ares, 2001.

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9

Bene, Teresa. Il difensore d'ufficio : Profili sistematici e prospettive di riforma. Napoli : Editoriale scientifica, 2012.

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10

1965-, Anastasia Stefano, et Cogliano A, dir. Diritti in carcere : Il difensore civico nella tutela dei detenuti. [Roma] : Associazione Antigone, 2000.

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Chapitres de livres sur le sujet "Difensore"

1

« 4 Negative Feedback Assessing the Impact if US. Missile Difense on Chinese Arms-Control and Nonproliferation Policies ». Dans Reluctant Restraint, 175–209. Stanford University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.1515/9780804768245-006.

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Actes de conférences sur le sujet "Difensore"

1

Arena, Marinella, et Paola Raffa. « Architetture difensive nelle valli dello Ziz e del Todhra in Marocco ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11385.

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Résumé :
Defensive architecture in the Ziz and Todhra valleys in MoroccoThe earthen architecture of the Todhra and Ziz Valleys in Southern Morocco takes us back to the basic and archetypal forms of building in the Mediterranean. Architectural typology and language together form a cultural background that is strongly rooted in the territory and its inhabitants: the Berbers. The architectures, fragile and in constant decay, represent a treatise of living architecture in which the shapes, proportions and decorations are repeated over time with continuity.This research tries to verify, with data coming from direct and instrumental surveys, the quality and diffusion of the architectures that dot the valleys of the Todhra and the Ziz which, at same time, host the population and defend the most precious asset: water. Along the valleys, united by the same language, we find: igherm, fortified citadels; tighremt, fortress houses.
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2

Ficarelli, Loredana, et Valentina Vacca. « Torri difensive e territori fluviali : architetture d’acque nel bacino del fiume Zhujiang, Guangdong ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11529.

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Résumé :
Defensive towers and river territories: water architecture in the Zhujiang river basin, GuangdongThe contribution intends to provide a reading and an in-depth study of the defensive heritage located in the Zhujiang river basin and its delta in Guangdong, China. The paper focuses on the case of diaolou, defensive towers already listed as UNESCO since 2007, built from the sixteenth century until the first half of the twentieth century in Kaiping country. These buildings show an interesting mixture of some local models and typologies and specific characters and styles borrowed from western examples. The research takes as a privileged point of view the relationships that these settlement systems forge with the hydrographic resource, which generates a territorial groove that determines the morphology of the territory and constitutes a historical vehicle of crossings. The arrangement of the fortified towers with respect to the river line is influenced by centripetal and centrifugal actions aimed at responding to defensive needs in the geography of this territory. The heritage of the diaolou seems to respond to two types of defensive demands: one linked to historical facts and the frequent bandit raids that took place in the Guangdong area in the nineteenth century; the other connected to geographical and hydraulic data, as the protection from the phenomenon of inundation and the consequent placement of the towers in the floodplain of the Zhujiang river. The course of the river gets in shape through the architectural technique, in the construction of towers and defensive works and, in the same way, some aspects of the design of this territory are defined through the description of the forms of the river. Architecture, hydraulic engineering and geography work together in defining the form of the settlement and invest the scale of the buildings, generating specific architectural types and morphological characters suitable for responding to the problem of water control, conservation and distribution.
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