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Todisco, Vincenzo, et Francesca Cangemi. « “Tandem” : una sperimentazione didattica per promuovere il doppio profilo di competenza ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 207–18. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.08.

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Résumé :
Grazie al doppio profilo di competenza, chi opera nel campo dell’insegnamento e delle didattiche disciplinari dispone di conoscenze e abilità sia teorico-scientifiche sia applicative. Un tale profilo è sempre più richiesto nell’ambito delle Alte scuole pedagogiche (ASP). Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile avvicinare la pratica alla teoria. Con il progetto “QUATTRO/Tandem_PHGR” l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni sta lavorando a un modello che prevede la collaborazione tra docenti, insegnanti di scuola elementare, ricercatrici/ricercatori e studenti/studentesse nell’ambito della didattica disciplinare italiano lingua straniera (L2). L’articolo presenta il progetto nel suo insieme e le modalità secondo le quali, in una prima fase sperimentale, gli e le insegnanti di scuola elementare hanno avuto la possibilità di partecipare alla ricerca didattica e all’insegnamento di moduli di glottodidattica dell’italiano L2. Si presentano e discutono inoltre i dati raccolti per la valutazione della fase sperimentale del progetto.
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Piazza, Roberta, et Simona Rizzari. « Il peer mentoring per favorire lo sviluppo professionale della docenza universitaria : l'esperienza dell'Universit&agrave ; di ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 100–112. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13026.

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Il contributo descrive l'esperienza di ricerca e formazione di peer mentoring condotta dall'Ateneo di Catania per il miglioramento delle competenze didattiche dei docenti "esperti" (senior) dell'Ateneo. L'azione ha riguardato la formazione di figure esperte chiamate a supportare i colleghi nella costruzione di esperienze di sviluppo personale e di innovazione didattica. Vengono descritte le scelte teorico-metodologiche che hanno fatto da sfondo al percorso di ricerca-azione progettato e al modello formativo adottato. Sono analizzate le varie fasi che hanno visto la realizzazione dell'esperienza in Ateneo, che ha coinvolto numerosi docenti appartenenti a diverse aree disciplinari.
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Zollo, Iolanda. « Il rapporto tra Didattica generale e Didattiche disciplinari : la teoria della semplessità come possibile trait-d'union ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (janvier 2019) : 258–71. http://dx.doi.org/10.3280/erp2018-002017.

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Ferrari, Luca. « Il questioning mediato digitalmente come alleato del feedback ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 327–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12480.

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La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. A partire da una breve analisi della letteratura, il contributo presenta una serie di indicazioni metodologiche e operative con l'intento di fare emergere la stretta relazione tra la capacità del docente di creare "buone domande" e l'implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l'uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d'insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all'apprendimento significativo.
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D’Ascenzo, Mirella. « Sherlock Holmes inside a textbook. Archaeology of a teacher training text from the early 19th century ». Cadernos de História da Educação 17, no 1 (16 mai 2018) : 7. http://dx.doi.org/10.14393/che-v17n1-2018-2.

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ABSTRACTIn Italy, since the late 1990s there have been many research works on school and educational publishing, interlacing with the current fields of investigation common in Europe and beyond. Numerous earlier studies offered historians deeper knowledge of school publishing, in terms of the production and distribution of school textbooks between the 19th and 20th centuries, school publishers, legislation on school textbooks and the ideologies and values underlying school text. However, very few studies have investigated the aspects specifically linked to the history of the subject teaching methods in these books, and their everyday practical use and application by the teachers in the class. This essay analyses a teacher training manual to identify the words and expressions that offer clues and signs of the underlying methodologicaland teaching traditions, revealing the pedagogic and educational knowledge used for teacher education. The work analyses a teacher training manual, like a young Sherlock Holmes searching with a magnifying glass for clues among single words or sentences that can reveal the archeologically stratified teaching traditions of the early 19th century.Keywords: Primary school. Textbooks. Teacher training. Material school culture.Resumo: Pesquisas sobre a história da editoria pedagógica e acadêmica conheceram um fecundo período de estudos, a partir do final dos anos de 1990, na Itália, entrelaçando-se com uma linha comum de investigação generalizada em nível europeu e internacional. Os numerosos estudos já realizados nos permitiram alcançar um conhecimento mais profundo da editoria educacional, ao nível de produção editorial e da circulação de manuais escolares entre o Oitocentos e Novecentos, sobre os editores para a escola, sobre disposições normativas relacionadas ao livro escolar e sobre aspectos ideológicos e valorativos subjacentes aos livros-texto. Todavía poco estudiados son los aspectos más relacionados a la historia de las metodologías y de la enseñanza disciplinar presentes en los libros destinados al aula y el uso real, la práctica concreta del libro en el aula en la mediación desarrollada por los docentes. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases eveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palavras-chave: Escola Elementar. Livro-texto. Formação de Professores. Cultura Material Escolar.Resumen: Investigaciones sobre la historia de la editorial pedagógica y académica conocieron un fecundo período de estudios, a partir de finales de los años 1990, en Italia, entrelazándose con una línea común de investigación generalizada a nivel europeo e internacional. Los numerosos estudios ya realizados nos permitieron alcanzar un conocimiento más profundo de la editorial educativa, al nivel de producción editorial y de circulación de manuales escolares entre los Ochocientos y Novecientos, sobre los editores para la escuela, sobre disposiciones normativas relacionadas al libro escolar y sobre aspectos ideológicos y valorativos subyacentes a los libros-texto. En el caso de los alumnos de la escuela primaria, los alumnos de la escuela primaria y secundaria de la escuela primaria y secundaria. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases reveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palabras clave: Escuela elemental; libro de texto; Formación de profesores; Cultura material de la escuela.Sommario: Le ricerche sulla storia dell’editoria pedagogica e scolastica hanno conosciuto una feconda stagione di studi dalla fine degli anni Novanta in poi in Italia, intrecciando il coevo filone di indagine diffuso a livello europeo e internazionale. Le numerose ricerche già svolte hanno permesso di giungere ad una conoscenza più approfondita dell’editoria scolastica, a livello di produzione editoriale e di circolazione dei manuali scolastici tra Ottocento e Novecento, sugli editori per la scuola, sulle disposizioni normative legate al libro scolastico e sugli aspetti ideologici e valoriali sottesi ai libri di testo. Ancora poco studiati appaiono gli aspetti più squisitamente legati alla storia delle metodologie e delle didattiche disciplinari presenti nei libri nonché l’uso reale, la pratica concreta del libro in classe nella mediazione didattica svolta dai docenti. In questo contributo si offre l’analisi di un manuale scolastico per coglierne parole e frasi rivelatrici di ‘indizi’ e spie’ di tradizioni metodologiche e didattiche sottese, capaci di rivelare la circolazione del sapere pedagogico e didattico destinato alla formazione dei docenti. Si analizzerà in particolare un manuale per maestri come novelli Sherlock Holmes, alla ricerca di tracce con la lente del detective sulle singole parole o frasi rivelatrici tradizioni didattiche archeologicamente stratificate nella prima metà dell’Ottocento.Parole chiave: Scuola Elementare; Libri di Testo; Formazione dei Maestri; Cultura materiale della scuola.
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Roccia, Manuela. « LE PROVE INVALSI E LA RIFLESSIONE SULLA LINGUA NELLA SCUOLA PRIMARIA : UN’INDAGINE SULLA PERCEZIONE DEGLI INSEGNANTI ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 182–226. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17135.

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Il presente contributo nasce da un’indagine esplorativa condotta nel mese di febbraio 2021, con l’intento di cogliere gli atteggiamenti, le conoscenze e le esperienze professionali dei docenti di scuola primaria, del territorio cuneese e della città di Torino, rispetto alle prove Invalsi ed al loro utilizzo nella pratica didattica con un’attenzione specifica nei confronti della sezione dedicata alla Riflessione sulla lingua. La ricerca si concentra sulle caratteristiche degli approcci metodologici adottati, evidenziando le tipologie di attività utilizzate per stimolare la riflessione sulla lingua, e la quantità di spazio dedicato a ciascun contenuto grammaticale previsto dalle Indicazioni Nazionali del curricolo per l’infanzia e la scuola del primo ciclo del 2012 e dal Quadro di Riferimento delle prove Invalsi di italiano del 2018. Il contributo è articolato in tre sezioni: nella prima, si illustrano i legami esistenti tra teoria disciplinare e prospettiva didattica, si prosegue con un’analisi dei nessi presenti tra didattica della grammatica e prove Invalsi, individuando possibili affinità elettive tra i documenti ministeriali del 2012 ed il Quadro di Riferimento del 2018. Nella seconda sezione, si offre una fotografia della realtà emersa dallo studio delle evidenze, rilevate tramite un questionario proposto agli insegnanti, strutturato su cinque differenti macrotemi: l’organizzazione di un istituto scolastico come sistema complesso; la percezione rispetto all’inclusione dei bisogni educativi; l’utilizzo degli esiti delle prove Invalsi nella progettazione didattica d’istituto e curricolare; le finalità e gli obiettivi generali dell’Invalsi e, in particolare, per la riflessione linguistica; infine, le scelte metodologico didattiche utilizzate nell’insegnamento della grammatica ed i contenuti proposti nel percorso didattico. Nella terza parte, l’analisi si concentra sugli ambiti e sui contenuti della riflessione linguistica, con un’attenzione dedicata ai risultati ricavati dall’indagine e ad un loro approfondimento sia disciplinare sia didattico. Invalsi tests and reflection on language in elementary school: a survey of teachers’ perceptions This contribution is the result of an exploratory survey conducted in February 2021, with the aim of understanding the attitudes, knowledge and professional experiences of primary school teachers in the Cuneo area and the city of Turin with respect to the Invalsi tests and their use in teaching practice in a perspective of improvement, with specific attention to the section dedicated to Reflection on language. The research focuses on the characteristics of the methodological approaches adopted, highlighting the types of activities used to stimulate reflection on the language and the amount of space dedicated to each grammatical content provided for by the Indicazioni Nazionali del curricolo per l’infanzia e la scuola del primo ciclo of 2012 and the elements indicated in the Quadro di Riferimento delle prove Invalsi di italiano of 2018. The proposal is divided into three sections: in the first, we illustrate the links between disciplinary theory and didactic perspective, subsequently there is an analysis of the links between grammar teaching and Invalsi tests, identifying possible elective affinities between the ministerial documents of 2012 and the Quadro di Riferimento of 2018. In the second section, we offer a snapshot of the reality that emerged from the evidence, detected through a questionnaire completed by teachers, from which five different macro-themes emerged: the organization of schools as complex systems; perception with respect to the inclusion of educational needs; the use of the Invalsi test outcomes in the school and curricular educational planning; the general aims and objectives of Invalsi and, in particular, for linguistic reflection; finally, the methodological teaching choices used in teaching grammar and the content educational proposed. In the third part, the examination focuses on the areas and contents of linguistic reflection, with attention dedicated to the results obtained and their in-depth study, both from disciplinary and didactic viewpoints.
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Piccardi, Duccio. « TEACHING SOUND SYMBOLISM THROUGH JAPANESE POP CULTURE. A RESPONSE TO KAWAHARA (2018) ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (19 janvier 2023) : 724–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19725.

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This paper provides a quantitative assessment of Shigeto Kawahara’s phonetics teaching method. A senior high school class from a liceo scientifico in Scandicci (Florence) was involved in a small language awareness program. The students were taught about basic concepts concerning sound symbolism and social meaning through two lessons differing in modality of presentation, i.e., a “standard” lesson vs. a lesson containing multiple Japanese pop examples (Kawahara method). Students attending the latter performed better in an assessment test; moreover, their response accuracy grew along with the number of Japanese pop examples used to explain the related concepts. A statistical interaction between modality of presentation and student attitude towards the Florentine speech variety used to teach during the awareness program was also retrieved: students benefited from Kawahara’s method only when they manifested a positive attitude towards the teacher’s speech variety. Overall, this paper suggests a compact experimental procedure to test for the effectiveness of specific teaching methods in linguistics and beyond. Various strategies for achieving control in teaching experiments are advanced, concerning, among other factors, the evaluation of the individual student’s involvement in acquiring new knowledge, the teacher’s demeanor, and the scoring method. Lastly, future intersections between the scholarship of teaching and learning and sociophonetics are sketched out and promoted. Insegnare il simbolismo sonoro attraverso la cultura pop giapponese. Una risposta A Kawahara (2018) L’articolo esamina quantitativamente l’efficacia del metodo di insegnamento della fonetica di Shigeto Kawahara. Una classe quinta di un liceo scientifico a Scandicci (Firenze) è stata coinvolta in un breve programma di restituzione in seguito a un esperimento linguistico. Agli studenti sono stati insegnati concetti di base relativi al fonosimbolismo e al significato sociale durante due lezioni diverse per stile di presentazione, ovvero una lezione “standard” vs. una lezione con vari esempi presi dalla cultura pop giapponese (metodo Kawahara). Gli studenti che hanno assistito a quest’ultima hanno ottenuto risultati migliori in una successiva prova di valutazione; inoltre, le loro probabilità di rispondere correttamente sono state più alte qualora i concetti fossero stati spiegati con un numero consistente di esempi giapponesi pop. I risultati hanno anche messo in luce un’interazione statistica tra il metodo di insegnamento e l’atteggiamento dimostrato dagli studenti nei confronti della varietà linguistica fiorentina usata dall’insegnante durante le lezioni: il metodo di Kawahara è stato fruttuoso soprattutto per quegli studenti con atteggiamento positivo nei confronti della varietà dell’insegnante. In generale, l’articolo propone un protocollo sperimentale compatto per esaminare l’efficacia di metodi d’insegnamento in linguistica e oltre. Vengono inoltre suggerite varie strategie per ottenere controllo sperimentale nelle ricerche didattiche (quantificazione del coinvolgimento degli studenti nell’acquisizione di nuove conoscenze; comportamento e aspetto del docente; metodo di assegnazione di punteggi). L’articolo promuove infine future possibili intersezioni disciplinari tra la ricerca sulla didattica e la sociofonetica.
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Sbaragli, Silvia, Michele Canducci et Silvia Demartini. « Le modalità logico-argomentative nei testi scolastici di geometria della scuola elementare e media in lingua italiana ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 44–71. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.3.

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In quest’articolo si intende portare l’attenzione sulle modalità logico-argomentative presenti nei testi scolastici di matematica, focalizzandosi sulla parte di geometria e, nello specifico, sul tema poligoni, considerando la ricorsività dell’argomento in continuità fra gli ordini scolastici (dalla II elementare alla III media). L’indagine è strettamente interdisciplinare fra matematica e linguistica, con particolare attenzione alla didattica, e si inserisce nei lavori di un più vasto progetto di ricerca in corso. Dopo alcuni paragrafi iniziali dedicati a illustrare il corpus di libri e i criteri di analisi del testo adottati, si passerà a una parte di inquadramento storico-disciplinare del tema, per addentrarsi poi nella descrizione delle diverse modalità logico-argomentative (legate al far “fare”, al far “immaginare” e al far “astrarre”); di queste saranno anche offerti dati quantitativi relativi alla distribuzione nel corpus. Alcune possibili implicazioni didattiche emerse dalle analisi saranno accennate nelle conclusioni.
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Canducci, Michele. « Un percorso di peer education nella scuola superiore incentrato sulla parabola ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula 3 (20 mars 2020) : 64–87. http://dx.doi.org/10.33683/10.33683/ddm.18.3.4.

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L’articolo presenta l’esperienza di un primo approccio alla peer education, sia per il docente sia per gli studenti, realizzato in una classe di III liceo. La metodologia utilizzata è quella della peer tutoring, caratterizzata dal lavoro in gruppi composti da studenti tutor di livello disciplinare più alto e da studenti tutorandi di livello disciplinare più basso. Le giornate del percorso sono commentate sulla base dell’analisi di registrazioni effettuate durante i lavori; inoltre si analizzano qualitativamente i questionari e la discussione collettiva realizzate a fine percorso, al fine di individuare i punti di forza e di criticità dell’esperienza. Il focus dell’analisi riguarda principalmente aspetti legati alla metodologia applicata, e non al ruolo giocato dal contesto matematico. Si evidenziano da un lato il carattere di criticità che la peer tutoring riveste laddove non siano mai state realizzate attività cooperative, dall’altro la necessità, per un’efficace azione didattica, di una commistione di approcci didattici sia cooperativi (fra alunni) sia orchestrati dall’insegnante, in un’ottica dialogica che non preveda l’utilizzo esclusivo di un metodo piuttosto che un altro.
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Bocci, Fabio, et Ines Guerini. « La formazione degli insegnanti in era Covid. Descrizione e analisi di una esperienza laboratoriale sui temi della pedagogia e della didattica inclusiva ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 271–86. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11990.

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La Pandemia Covid-19, com'è ormai ampiamente noto, ha costretto a un ripensamento degli spazi sociali della relazione anche educativa e formativa, facendo emergere tutta una serie di criticità e di questioni già presenti in era pre-pandemica ma che i confinamenti obbligati e i limiti imposti dal distanziamento hanno amplificato. In tal senso, anche in ambito universitario si è dovuto operare una riconfigurazione non solo degli spazi (presenza vs distanza) ma del paradigma della formazione stessa. Questo ha rappresentato e sta rappresentando una opportunità per chi ha raccolto positivamente tale sfida, aprendosi a esperienze che - pur nella loro tendenza a ri-adattare il vecchio nel nuovo - hanno comunque introdotto alcuni elementi innovativi e la sperimentazione di campi d'azione poco o non del tutto esplorati. È quanto accaduto anche agli autori del presente contributo nel quale si descrivono alcune esperienze laboratoriali condotte nell'ambito della formazione iniziale degli insegnanti del ciclo primario. Lo sfondo è dato dall'ambito di riferimento: quello della pedagogia e della didattica inclusiva, che hanno rappresentato non solo il contenuto disciplinare da veicolare ma l'orizzonte di senso per le scelte metodologico-didattiche adottate e per la scelta dello stesso oggetto di studio proposto ai partecipanti.
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Storai, Francesca, et Valentina Pedani. « Uno studio sul gradimento del feedback in due corsi universitari online ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 296–308. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12487.

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In questo studio che prende in esame gli insegnamenti online Pianificazione e Valutazione della didattica e Attività sperimentali per la prima infanzia dell'Università Telematica degli Studi IUL, si sono analizzate le schede di valutazione compilate dai corsisti al termine del percorso di formazione nel corso di quattro anni accademici (2017/2018, 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021) al fine di osservare il gradimento di un approccio didattico fortemente orientato verso un processo di feedback molto strutturato. Si sono analizzati i giudizi dei corsisti su aspetti inerenti a: l'appropriatezza degli strumenti di comunicazione di gruppo e di telecomunicazione previsti dalla piattaforma di formazione, i mezzi e i linguaggi multimediali predisposti dai docenti e dalla tutor, la capacità dei docenti di motivare interesse verso la disciplina. Il principale risultato a cui si è giunti è che la soddisfazione generale degli studenti sia preponderante soprattutto in presenza di elementi quali: la facilitazione del confronto con i pari (feedback interno); la restituzione continua dei docenti e la mediazione della tutor disciplinare (feedback esterni).
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Tagliagambe, Silvano. « Ricerca e didattica in rete ». PARADIGMI, no 1 (avril 2010) : 165–79. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001014.

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La didattica in rete comporta, per il docente, l'acquisizione di capacitŕ e conoscenze che vanno al di lŕ delle sue specifiche competenze disciplinari e sono sintetizzate nel concetto di e-teaching. Questo passaggio esige la costruzione di un ambiente ad hoc e un piů spiccato orientamento verso il processo di organizzazione della conoscenza, basata sull'uso sistematico di metadati atti a descrivere un dato individuale o una collezione di dati comprendente materiali molteplici articolati in piů livelli gerarchici. Esige inoltre una flessibilitŕ che permetta di articolare l'insegnamento secondo gli stili di apprendimento dei destinatari. Il ricorso a testi digitali, inoltre, accentua l'importanza della dimensione pragmatica e olistica del linguaggio e segna una marcata presa di distanza dalla "building blocks theory".
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Morando, Paola, et Maria Luisa Spreafico. « Origami e strategie di apprendimento ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 11 (18 mai 2022) : 121–34. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.6.

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L’attività descritta in questo articolo si propone di stimolare, attraverso la pratica della piegatura origami, una riflessione metacognitiva sul tema dell’apprendimento e consiste in un’azione creativa che consente di sperimentare alcune delle difficoltà comuni nel percorso di studi universitario, individuando fin da subito strategie utili per affrontarle.L’esperienza, da svolgersi nelle prime settimane di lezione, mette in luce l’importanza di sviluppare un atteggiamento consapevole nei confronti dello studio e affronta due temi cruciali per l’efficacia dell’apprendimento: il ruolo della curiosità come spinta motivazionale a imparare cose nuove e l’importanza della fiducia nel docente e nelle sue proposte didattiche. In questa sede si presentano i risultati di un’applicazione nell’ambito di un corso universitario di matematica, benché l’attività, che per sua natura insiste più sul piano metodologico che non su quello strettamente disciplinare, possa essere trasferita efficacemente anche ad altri insegnamenti.
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Levrini, Olivia, Alessia Cattabriga et Silvia Prati. « Declinare il modello dell'Alma Mater Studiorum-Università di Bologna sulla didattica disciplinare in ambito STEM ». FOR - Rivista per la formazione, no 2 (septembre 2021) : 15–19. http://dx.doi.org/10.3280/for2021-002002.

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Demartini, Silvia, Silvia Sbaragli et Elena Franchini. « Il lessico specialistico della matematica in prospettiva interdisciplinare : rilievi dalle prove standardizzate ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 99–136. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.04.

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Il presente lavoro propone un’analisi interdisciplinare di 6 item inclusi nel pre-test delle prove standardizzate di matematica di quinta elementare del Canton Ticino (Svizzera). Il pre-test è stato somministrato nell’ottobre 2019 a un campione significativo di circa 440 studenti in ingresso in prima media e gli item qui esaminati riguardano la conoscenza del lessico specialistico. I risultati mostrano una diffusa difficoltà nella comprensione e nella gestione dei termini geometrici. In conclusione, questo articolo vuole ricordare che il lessico rappresenta un livello linguistico ricco e complesso, sul quale è importante investire tempo e attenzione nella didattica disciplinare.
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Fianchini, Maria, Mariagrazia Marcarini et Franca Zuccoli. « Valutazione post occupativa della scuola P. Mattarella di Modena ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 194–207. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13605.

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Emerge a livello internazionale la necessità di verificare gli esiti delle nuove scuole innovative in termini di prestazioni edilizie e di efficacia nel favorire i cambiamenti della didattica. La scuola secondaria di primo grado P. Mattarella di Modena è stata aperta nel 2016, con un modello organizzativo ad aule disciplinari proposto dai docenti, che ha richiesto una revisione partecipata del progetto in corso di sviluppo. L’articolo presenta un percorso di valutazione condotto da un gruppo multidisciplinare con il coinvolgimento della comunità scolastica per sviluppare processi di apprendimento sul campo e fornire feedback sull’esperienza in corso. Gli esiti dell’indagine mostrano una situazione particolarmente avanzata e in continua evoluzione, in cui la qualità dell’ambiente fisico risulta una componente essenziale per l’innovazione in atto dei processi educativi, grazie anche alla capacità di cura, valorizzazione, ricerca di nuove soluzioni e risorse da parte del dirigente e dello staff della scuola. At an international level, the need emerges to verify outcomes of the new innovative schools in terms of building performance and effectiveness in favoring the teaching change. The P. Mattarella lower secondary school in Modena was opened in 2016, with an organizational model based on disciplinary classrooms proposed by a group of teachers, which required a participatory review of the design under development. This paper presents an evaluation activity carried out by a multidisciplinary group with the involvement of the school community to develop learning processes in the design field and provide feedback on the current experience. The results show a particularly advanced and constantly evolving situation. Indeed, the quality of the physical environment looks like an essential component for the innovation of educational project, thanks also to the ability to care, enhance, search for new solutions and resources of both the school manager and staff.
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Elia, Domenico F. A. « Le origini della ginnastica nella scuola elementare Italiana : normativa e didattica di una nuova disciplina ». Paedagogica Historica 56, no 1-2 (31 août 2018) : 228–31. http://dx.doi.org/10.1080/00309230.2018.1499783.

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Tekavčić, Pavao. « Carla Ciseri Montemagno, Dai linguaggi alla lingua, Introduzione all'educazione ». Linguistica 29, no 1 (1 décembre 1989) : 169–72. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.169-172.

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L'opera recensita (vol. 106 della collana Didattica viva) tratta l'educazione linguistica (EL), argomento oggi centrale in Italia. L'autrice, gia insegnante nella scuola elementare, lavora attualmente presso l'Istituto Regionale per la Ricerca, la Sperimentazione e l' Aggiornamento Educativo dedicandosi all'aggiornamento degli insegnanti della scuola elementare per l'area linguistica (dalla copertina). Il presente agile volumetto si rivolge agli insegnanti «che presto dovranno affrontare la seconda f.ase di aggiornamento obbligatorio sulle discipline» (p. IX), ma anche ai giovani colleghi che «in vista dei prossimi concorsi magistrali, vorranno avere una preparazione abbastanza puntuale anche sugli aspetti disciplinari» (ib.). Il libro cerca di essere «semplice e facilmente fruibile anche da chi incontra per la prima volta le problematiche dell'EL» (ib.), perciò si serve di schemi grafici per facilitare l'orientamento e per sintetizzare, malo fa in maniera «poco pedante» (ib.). Inutile dire, tuttavia, che le nozioni fondamentali della linguistica odierna sono anche qui indispensabili, pertanto presenti.
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Petrucco, Corrado, et Marina De Rossi. « Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio : il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento ». Swiss Journal of Educational Research 36, no 3 (20 septembre 2018) : 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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Rossi, Nicolino, et Giancarlo Trombini. « Renzo Canestrari e lo sviluppo della Psicologia clinica ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 157–73. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12604.

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Résumé :
Nel lavoro vengono sinteticamente tracciati gli sviluppi della dimensione clinica della Psicologia, avviati e portati avanti da Renzo Canestrari, a partire dal suo ingresso nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, nel 1961. Vengono descritti gli obiettivi formativi perseguiti, le linee di ricerca esplorate, l'espansione della didattica in ambito accademico. Un percorso che ha trovato nella Medicina psicosomatica, come ambito di ricerca e come area disciplinare, un punto di incontro tra le esigenze della scienza medica e di quella psicologica, in grado di favorire l'integrazione tra prospettive teoriche e impostazioni metodologiche diverse, come la psicologia della Gestalt, la psicoanalisi, la psicometria, la psicofisiologia. Questa lettura delle vicende scientifiche, istituzionali e professionali rivela gli stretti legami tra medicina e psicologia, caratterizzati da un rapporto di reciproco vantaggio e arricchimento, che hanno favorito l'affermazione della Psicologia clinica nel suo versante accademico, scientifico e professionale.
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Parisini, Roberto. « Per un bilancio dell'insegnamento nella storia delle Ssis ». SOCIETÀ E STORIA, no 128 (septembre 2010) : 311–21. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-128004.

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La necessitÀ di elaborare, anche in Italia un nuovo modello di formazione all'insegnamento ha portato alla creazione delle SSIS, all'interno delle quali un notevole spazio ha avuto la storia. In questo ambito, le Scuole avrebbero dovuto diventare il luogo di elaborazione, a metÀ strada tra universitÀ e scuola, di un nuovo, specifico sapere disciplinare, in grado di ricomporre ricerca scientifica e prassi didattica in un sapere autonomo, connesso a ricerche e pratiche proprie. Le Scuole tuttavia, frammentate e poco comunicanti tra loro, spesso hanno fallito il loro obiettivo. Ma ci sono state anche esperienze positive, dove sono maturati, a vari gradi, percorsi di grande interesse e originalitÀ. Il saggio propone una prima riflessione comparata su diverse esperienze delle Scuole, nella convinzione che esse costituiscano un importante livello di confronto, imprescindibile, nel bene e nel male, per poter proseguire lungo un cammino che rimane indubbiamente per molti versi complesso e accidentato.
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Perla, Loredana, et Viviana Vinci. « Videovalutare l'agire competente dello studente ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2021) : 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12075.

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Résumé :
La videoanalisi è un oggetto di studio che vanta una consolidata tradizione. Pratica multimetodologica e area di studio interdisciplinare, essa risponde a numerosi problemi conoscitivi posti dalla complessità dei fenomeni didattici da indagare e propone strumenti e tecnologie che hanno un potenziale di descrizione, riproduzione e comprensione dei fenomeni molto alto. L'analisi video di un compito autentico costituisce un dispositivo di "supporto" per realizzare la valutazione dell'agire competente dello studente: un prototipo in grado di supportare la focalizzazione delle azioni che strutturano la competenza da valutare, per identificarne dimensioni, indicatori e livelli. Si descrive un percorso di ricerca-formazione che ha coinvolto 30 insegnanti di 11 Istituti scolastici della regione Puglia. Esito del progetto la descrizione del prototipo di videovalutazione che supporta gli insegnanti nella costruzione della rubrica valutativa e l'espressione del giudizio finale per livelli. L'attività riflessiva sollecitata nelle docenti, attraverso l'uso del dispositivo proposto, ha avuto l'obiettivo di accompagnare gli insegnanti a riconsiderare criticamente il proprio l'agire, sollecitando lo sviluppo e il consolidamento della propria professionalità. La ricerca ha consentito di promuovere negli insegnanti un habitus di riflessione sul proprio "fare scuola" e sulle proprie strategie valutative, sul modo in cui si gestisce la mediazione tra soggetti in apprendimento, contenuti disciplinari, metodologie, strategie e dispositivi adottati.
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Giglioni, Cinzia, et Ellen Patat. « Pedagogical implications of teaching codes of ethics at tertiary level : An Italian case study ». EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no 2 (30 octobre 2020) : 51–69. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.12.206.

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EN The study investigates the use of codes of ethics in teaching English as a Foreign Language (EFL) to students enrolled in a first-level master’s course in Marketing Management in an Italian public university. According to Bhatia (2002), genre-specific documents such as codes of ethics have the potential to “sensitise and prepare students to meet the communicative demands of disciplinary communication” (p. 13). Within the theoretical framework of genre analysis and its possible implications for language teaching, this paper focuses on learners’ perceptions and achievements in EFL learning using corporate codes of ethics, presented to students both theoretically and on a practical level. A pre-questionnaire, pre- and post-test, and abridged post-treatment questionnaire were used to collect data. The goal of the five-week study was to demonstrate that genre pedagogy caters to learners’ needs, raises rhetorical and genre awareness, and fosters language awareness at a micro-textual, lexico-syntactical level. Key words: CODES OF ETHICS, LANGUAGE TEACHING, ENGLISH FOR SPECIFIC PURPOSES, GENRE-BASED INSTRUCTION ES Este estudio es investiga el uso de los códigos de ética en la enseñanza del inglés como lengua extranjera (LE) a los alumnos de un Máster en mercadotecnia en una universidad pública italiana. Se espera que los códigos revelen su potencial de “sensibilizar y preparar a los alumnos a fin de poder estar a las alturas de las exigencias comunicativas en comunicación disciplinaria” (Bhatia, 2002, p.13 [traducción nuestra]). Dentro del marco teórico del análisis de género y sus posibles implicaciones para la enseñanza de idiomas, este trabajo se enfoca en las percepciones y resultados de los estudiantes de inglés LE, a quienes se les han presentado códigos de ética empresarial desde un punto de vista tanto teórico como práctico. Para obtener los datos, se han utilizado una encuesta antes del tratamiento, una prueba tanto antes como después y una versión reducida de la encuesta post tratamiento. El objetivo de este estudio de cinco semanas es demostrar que la pedagogía de los géneros se vincula con las necesidades de los principiantes, porque, por un lado, solicita su conocimiento retórico y de género, y, por otro, favorece, a nivel microtextual, su conocimiento del léxico y de la sintaxis de la lengua extranjera. Palabras claves: CÓDIGOS DE ÉTICA, DIDÁCTICA DE IDIOMAS, INGLÉS ESPECIALÍSTICO, ENSEÑANZA BASADA EN EL GÉNERO IT Questo studio indaga l’uso dei codici etici nell’insegnamento dell’inglese come lingua straniera (LS) a studenti di un master in marketing management di un’università pubblica italiana. Ci si aspetta che i codici rivelino la loro potenzialità nel “sensibilizzare e preparare gli studenti a soddisfare i bisogni comunicativi della comunicazione di una data disciplina” (Bhatia, 2002, p. 13 [traduzione nostra]). Avendo come quadro teorico di riferimento l’analisi del genere e le sue possibili implicazioni nella didattica delle lingue, il presente studio si focalizza sulle percezioni e i risultati di studenti di inglese LS, ai quali vengono presentati i codici etici aziendali da un punto di vista sia teorico sia pratico. Per raccogliere i dati sono stati impiegati un questionario preliminare, un pre-test, un post-test e un questionario ridotto finale. Questo studio, durato cinque settimane, si è proposto di dimostrare che la pedagogia dei generi testuali va incontro ai bisogni dei discenti, perché, da una parte, sollecita la loro consapevolezza retorica e dei generi testuali, dall’altra favorisce, a livello microtestuale, la loro consapevolezza del lessico e della sintassi della lingua straniera. Parole chiave: CODICI ETICI, DIDATTICA DELLE LINGUE, INGLESE PER SCOPI SPECIFICI, INSEGNAMENTO BASATO SUI GENERI TESTUALI
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Latino, Francesca. « The teaching of Life Skills through School Physical Education ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 50–65. http://dx.doi.org/10.36253/form-13577.

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The current complexity characterising modern society imposes the need to look at the education of the citizens of tomorrow, its principles can in fact be applied not only to school subjects but also to everyday behaviour. The International organisations involved in social development recommend the support and development, from early childhood, of a range of transferrable life skills to ensure they are capable of facing life’s challenges in a pragmatic and resilient way. The understanding of this framework sees school as an ideal setting to instil an education that meets the real needs of children and adolescents. Thus, the present work focuses on the importance of life skills and on the influence and contribution of school, in particular physical education, for the development of students’ physical, social, emotional and reasoning skills, in order to prepare them to become strong citizens and able to face life’s challenges in a positive and effective way. L’insegnamento delle Life Skills attraverso l’Educazione Fisica Scolastica. L’attuale complessità che caratterizza la società moderna impone sempre più la necessità di guardare alla formazione dei futuri cittadini non solo verso la trasmissione di contenuti didattici disciplinari, ma di attrezzare l’individuo di strumenti di adattamento adeguati al contesto. Le stesse organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo sociale raccomandano ormai da tempo di sostenere e sviluppare, sin dalla prima infanzia, una serie di competenze che rimandano ad abilità trasversali di vita e che rendono l’individuo capace di affrontare in maniera pragmatica e resiliente le sfide che la vita gli riserva. In questo quadro interpretativo la scuola rappresenta il setting ideale dove poter mettere in atto una formazione che risponda a pieno ai reali bisogni dei bambini e dei ragazzi. Il presente lavoro si concentra, pertanto, sull’importanza dell’educazione alle life skills e sul contributo offerto dalla scuola ed in particolare dall’educazione fisica per lo sviluppo delle capacità sociali, emotive e di pensiero negli studenti, al fine di preparare i giovani a diventare cittadini dinamici in grado di affrontare in maniera positiva e adattiva le sfide della vita di tutti i giorni.
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Nuovo, Angela. « Profilo di Storia della Bibliografia. Alfredo Serrai , Fiammetta SabbaStoria della Bibliografia. (Il bibliotecario, n. s. 4) Vol. 1 : Bibliografia e cabala. Le enciclopedie rinascimentali, Vol. 2 : Le enciclopedie rinascimentali, II. Bibliografi universali, Vol. 3 : Vicende ed ammaestramenti della Historia literaria, Vol. 4 : Cataloghi a stampa. Bibliografie teologiche. Bibliografie filosofiche. Antonio Possevino, Vol. 5 : Trattatistica biblioteconomica, Vol. 6 : La maturità disciplinare. Indice dei volumi I—VI. Vol. 7 : Storia e critica della catalogazione bibliografica, Vol. 8 : Sistemi e tassonomie, Con un'appendice sulla storia della catalogazione delle stampe. Vol. 9 : Manualistica, didattica, e riforme nel sec. XVIII, Vol. 10 : Specializzazione e pragmatismo : i nuovi cardini della attività bibliografica. Vol. 11 : Indici dei volumi I–X. Alfredo Serrai , Maria Cochetti , Maria Grazia Ceccarelli , Margherita Palumbo , Gabriella Miggiano , Marco Menato , Vesna Stunic ». Papers of the Bibliographical Society of America 101, no 2 (juin 2007) : 249–52. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.101.2.24293951.

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Iannuzzi, Giulia. « NELLA CLASSE A MICROLINGUE DIFFERENZIATE. PROGETTAZIONE DIDATTICA PER L’ITALIANO LINGUA SECONDA, DI STUDIO E DI SPECIALIZZAZIONE DISCIPLINARE ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (17 janvier 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19715.

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Résumé :
Questo articolo argomenta la possibilità di contemperare l’apprendimento dell’italiano generale con quello dell’italiano come lingua dello studio e di microlingue specialistiche nella formazione di studentesse e studenti universitari di madrelingua non italiana in corsi di livello A2 e B1 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue. Dati un monte ore e una classe (quest’ultima con determinati livello di conoscenza in ingresso, provenienza geografica spesso mista, afferenza dei partecipanti a diversi corsi di laurea), come includere in un corso almeno un primo approccio alle microlingue scientifico-disciplinari di interesse delle studentesse/studenti? Il lavoro di progettazione può rispondere a questa domanda concentrando la propria azione sul design del curricolo e di alcune attività didattiche specifiche. Nel delineare questa possibilità, questo articolo intende fornire uno spunto utile a quelle/i insegnanti e coordinatrici/ori che si trovano a operare entro precisi organizzativi, senza voler rinunciare a un’offerta didattica che tenga conto delle plurime dimensioni in cui studentesse e studenti di madrelingua non italiana hanno esigenza di integrarsi, socializzare, autopromuoversi, se si vuole che abbiano, negli atenei della penisola, un’esperienza eccellente. Italian as a second language and as a language for academic and specific purposes. Disciplinary specialisation(s) and language curriculum design in higher education contexts This article discusses the possibility of including Italian for everyday purposes and as a language for academic and specific purposes in courses aimed at achieving levels A2 and B1 of the Common European Framework of Reference for Languages, organised by Italian universities for students whose first language is not Italian. Is it possible to promote an initial approach to scientific-disciplinary languages as part of a language course, given a fixed number of learning hours and classes composed of students of mixed first languages and disciplinary affiliations? The affirmative answer to this question lies in the design of the curriculum and specific learning activities. By outlining these, this article aims to facilitate the work of those teachers and coordinators who find themselves operating within given organisational limits, and trying to take into account the multiple dimensions in which students whose first language is not Italian need to integrate, socialise, and succeed in their studies, if we want them to have an excellent experience in the Peninsula’s universities.
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Francesco Paolo Romeo. « Investimento affettivo nei processi di insegnamento- apprendimento. Tre criteri per la didattica a distanza nelle emergenze ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.98.

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A fronte di una delle legislazioni più avanzate nel panorama internazionale, la scuola italiana fatica ancora a rendere lo “sguardo” sulla disabilità, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e lo svantaggio di varia natura pienamente inclusivo. Molti autori hanno infatti osservato come lo studente con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali (BES) sia visto spesso per la sua patologia e non già nella globalità della sua persona, con il rischio di ridurlo all’etichetta nosografica indicata nella diagnosi clinica. In accordo con chi afferma che l’insegnante non deve andare a caccia di sintomi e disturbi (Goussot, 2014), ma piuttosto rilevare e in qualche modo rivelare le potenzialità insita in ogni problematica, la via per l’inclusione da percorrere deve essere allora quella suggerita da Cottini (2017), cioè lungo la quale formare nuovi profili di insegnanti che sappiano essere per i loro studenti prima di tutto dei leader emotivi. Specialmente in Pedagogia e Didattica Speciale, la focalizzazione dello “sguardo” educativo sulla dimensione affettiva risulta quanto mai attuale, dal momento che studenti e famiglie fronteggiano ancora l’emergenza sanitaria per Covid-19 e le sue varianti. L’articolo, a partire da un’esperienza didattico-educativa tuttora in atto, testimonia come una criteriologia minima espressamente pensata per un agire didattico ad orientamento emotivo e narrativo (Romeo, 2020), possa migliorare ad un tempo la condizione esistenziale e la resilienza di studenti, famiglie e insegnanti, oltre che favorire l’acquisizione dei diversi saperi disciplinari.
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Sabrina Bertollo. « XXI secolo e 4K. Formare i docenti per raccogliere la sfida delle competenze al tempo del digitale : l’esempio del docente di tedesco ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.121.

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Résumé :
4K è il nome con cui le competenze descritte dal Framework for 21st century learning – Comunicazione, Cooperazione, Creatività e Pensiero Critico – sono note nel mondo germanofono, ma è anche sinonimo di innovazione tecnologica e di progresso. Il presente contributo si configura come una riflessione sulle potenzialità offerte dall’integrazione delle competenze del XXI secolo nella formazione dei docenti e nella didattica disciplinare attraverso l’esempio del docente di tedesco. Si evidenzierà come lo sviluppo di ciascuna di queste competenze possa essere concretamente e utilmente integrato nella didattica della lingua tedesca, a partire da una formazione dell’insegnante di natura esperienziale che valorizzi le potenzialità offerte dal digitale e dai nuovi ambienti di apprendimento.
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Perla, Loredana, et Viviana Vinci. « Modellistiche co-epistemologiche per la formazione del docente universitario : il progetto Prodid Uniba ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, janvier 2021, 11–30. http://dx.doi.org/10.3280/exioa0-2021oa11125.

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Résumé :
Lo sviluppo professionale della docenza universitaria rappresenta una leva strategica per migliorare i risultati di apprendimento degli studenti e contribuire al progresso sociale. Le istituzioni universitarie hanno la responsabilità di sostenere - attraverso azioni di Faculty Development - processi di innovazione didattica e di qualificazione della docenza. Una delle competenze chiave da implementare nei percorsi di formazione universitari è quella relativa alla progettazione dell'insegnamento.È la stesura attenta del Syllabus che permette un lavoro di allineamento e di coerenza interna fra obiettivi formativi, risultati di apprendimento e strategie di valutazione. Si presentano i risultati di un'analisi comparativa fra Syllabi di insegnamento di area pedagogica e disciplinare (N: 94), specificatamente di quattro corsi di laurea dell'Università di Bari: due di area pedagogica (L19, LM85); due di aree disciplinari (LMG/01, L30). L'analisi comparativa dei Syllabi è stata condotta per comprendere il grado di chiarezza, coerenza e di eterogeneità nella strutturazione documentale di Ateneo e individuare elementi di criticitàe aree di possibile miglioramento. L'analisi ha reso evidenti alcune risultanze capaci di orientare future prospettive di sviluppo sia a livello di indagine, che nell'ambito della formazione della docenza universitaria: fra tutte, quella di strutturare, all'interno dei Teaching and Learning Center, team interdisciplinari composti da docenti di prospettive epistemologiche differenti che possano cooperare alla redazione del Syllabus e nelle pratiche di peer learning.
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Francesco, Crisafulli. « Attività professionalizzanti nei corsi di Laurea in Educazione Professionale – SNT-2. Studio trasversale delle 14 esperienze universitarie italiane di Medicina e Chirurgia per la formazione dell’Educatore Professionale ». Journal of Advanced Health Care, 2 août 2021. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2108-001.

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Résumé :
Lo studio svolge un’analisi trasversale dell’offertaformativa, delle attività professionalizzanti e di alcuni indicatori di andamento, dei 17 Corsi di Laurea per Educatore Professionale Snt-2, attivi in 14 atenei in Italia. Le proposte didattiche del settore scientifico disciplinare di riferimento MED/48 e le esperienze del tirocinio curriculare, sono esaminate in forma comparata tra i corsi con l’obiettivo di verificarne la coerenza con i problemi prioritari socio sanitari, le funzioni e attività delle “Core competence” della professione. Peculiarità, punti di forza e alcune criticità sono evidenziati nello studio relativamente alla situazione complessiva della figura professionale. I Corsi di Laurea fanno registrare un buon andamento di alcuni indicatori strategici come l’occupabilità dei laureati e la coerenza con le “Core Competence” dell’EP, nel ventesimo anno accademico di istituzione del corso sanitario in ambito accademico.
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