Littérature scientifique sur le sujet « Didattiche disciplinari »

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Articles de revues sur le sujet "Didattiche disciplinari"

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Todisco, Vincenzo, et Francesca Cangemi. « “Tandem” : una sperimentazione didattica per promuovere il doppio profilo di competenza ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 207–18. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.08.

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Résumé :
Grazie al doppio profilo di competenza, chi opera nel campo dell’insegnamento e delle didattiche disciplinari dispone di conoscenze e abilità sia teorico-scientifiche sia applicative. Un tale profilo è sempre più richiesto nell’ambito delle Alte scuole pedagogiche (ASP). Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile avvicinare la pratica alla teoria. Con il progetto “QUATTRO/Tandem_PHGR” l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni sta lavorando a un modello che prevede la collaborazione tra docenti, insegnanti di scuola elementare, ricercatrici/ricercatori e studenti/studentesse nell’ambito della didattica disciplinare italiano lingua straniera (L2). L’articolo presenta il progetto nel suo insieme e le modalità secondo le quali, in una prima fase sperimentale, gli e le insegnanti di scuola elementare hanno avuto la possibilità di partecipare alla ricerca didattica e all’insegnamento di moduli di glottodidattica dell’italiano L2. Si presentano e discutono inoltre i dati raccolti per la valutazione della fase sperimentale del progetto.
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Piazza, Roberta, et Simona Rizzari. « Il peer mentoring per favorire lo sviluppo professionale della docenza universitaria : l'esperienza dell'Universit&agrave ; di ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 100–112. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13026.

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Il contributo descrive l'esperienza di ricerca e formazione di peer mentoring condotta dall'Ateneo di Catania per il miglioramento delle competenze didattiche dei docenti "esperti" (senior) dell'Ateneo. L'azione ha riguardato la formazione di figure esperte chiamate a supportare i colleghi nella costruzione di esperienze di sviluppo personale e di innovazione didattica. Vengono descritte le scelte teorico-metodologiche che hanno fatto da sfondo al percorso di ricerca-azione progettato e al modello formativo adottato. Sono analizzate le varie fasi che hanno visto la realizzazione dell'esperienza in Ateneo, che ha coinvolto numerosi docenti appartenenti a diverse aree disciplinari.
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Zollo, Iolanda. « Il rapporto tra Didattica generale e Didattiche disciplinari : la teoria della semplessità come possibile trait-d'union ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (janvier 2019) : 258–71. http://dx.doi.org/10.3280/erp2018-002017.

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Ferrari, Luca. « Il questioning mediato digitalmente come alleato del feedback ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 327–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12480.

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Résumé :
La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. A partire da una breve analisi della letteratura, il contributo presenta una serie di indicazioni metodologiche e operative con l'intento di fare emergere la stretta relazione tra la capacità del docente di creare "buone domande" e l'implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l'uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d'insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all'apprendimento significativo.
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D’Ascenzo, Mirella. « Sherlock Holmes inside a textbook. Archaeology of a teacher training text from the early 19th century ». Cadernos de História da Educação 17, no 1 (16 mai 2018) : 7. http://dx.doi.org/10.14393/che-v17n1-2018-2.

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Résumé :
ABSTRACTIn Italy, since the late 1990s there have been many research works on school and educational publishing, interlacing with the current fields of investigation common in Europe and beyond. Numerous earlier studies offered historians deeper knowledge of school publishing, in terms of the production and distribution of school textbooks between the 19th and 20th centuries, school publishers, legislation on school textbooks and the ideologies and values underlying school text. However, very few studies have investigated the aspects specifically linked to the history of the subject teaching methods in these books, and their everyday practical use and application by the teachers in the class. This essay analyses a teacher training manual to identify the words and expressions that offer clues and signs of the underlying methodologicaland teaching traditions, revealing the pedagogic and educational knowledge used for teacher education. The work analyses a teacher training manual, like a young Sherlock Holmes searching with a magnifying glass for clues among single words or sentences that can reveal the archeologically stratified teaching traditions of the early 19th century.Keywords: Primary school. Textbooks. Teacher training. Material school culture.Resumo: Pesquisas sobre a história da editoria pedagógica e acadêmica conheceram um fecundo período de estudos, a partir do final dos anos de 1990, na Itália, entrelaçando-se com uma linha comum de investigação generalizada em nível europeu e internacional. Os numerosos estudos já realizados nos permitiram alcançar um conhecimento mais profundo da editoria educacional, ao nível de produção editorial e da circulação de manuais escolares entre o Oitocentos e Novecentos, sobre os editores para a escola, sobre disposições normativas relacionadas ao livro escolar e sobre aspectos ideológicos e valorativos subjacentes aos livros-texto. Todavía poco estudiados son los aspectos más relacionados a la historia de las metodologías y de la enseñanza disciplinar presentes en los libros destinados al aula y el uso real, la práctica concreta del libro en el aula en la mediación desarrollada por los docentes. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases eveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palavras-chave: Escola Elementar. Livro-texto. Formação de Professores. Cultura Material Escolar.Resumen: Investigaciones sobre la historia de la editorial pedagógica y académica conocieron un fecundo período de estudios, a partir de finales de los años 1990, en Italia, entrelazándose con una línea común de investigación generalizada a nivel europeo e internacional. Los numerosos estudios ya realizados nos permitieron alcanzar un conocimiento más profundo de la editorial educativa, al nivel de producción editorial y de circulación de manuales escolares entre los Ochocientos y Novecientos, sobre los editores para la escuela, sobre disposiciones normativas relacionadas al libro escolar y sobre aspectos ideológicos y valorativos subyacentes a los libros-texto. En el caso de los alumnos de la escuela primaria, los alumnos de la escuela primaria y secundaria de la escuela primaria y secundaria. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases reveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palabras clave: Escuela elemental; libro de texto; Formación de profesores; Cultura material de la escuela.Sommario: Le ricerche sulla storia dell’editoria pedagogica e scolastica hanno conosciuto una feconda stagione di studi dalla fine degli anni Novanta in poi in Italia, intrecciando il coevo filone di indagine diffuso a livello europeo e internazionale. Le numerose ricerche già svolte hanno permesso di giungere ad una conoscenza più approfondita dell’editoria scolastica, a livello di produzione editoriale e di circolazione dei manuali scolastici tra Ottocento e Novecento, sugli editori per la scuola, sulle disposizioni normative legate al libro scolastico e sugli aspetti ideologici e valoriali sottesi ai libri di testo. Ancora poco studiati appaiono gli aspetti più squisitamente legati alla storia delle metodologie e delle didattiche disciplinari presenti nei libri nonché l’uso reale, la pratica concreta del libro in classe nella mediazione didattica svolta dai docenti. In questo contributo si offre l’analisi di un manuale scolastico per coglierne parole e frasi rivelatrici di ‘indizi’ e spie’ di tradizioni metodologiche e didattiche sottese, capaci di rivelare la circolazione del sapere pedagogico e didattico destinato alla formazione dei docenti. Si analizzerà in particolare un manuale per maestri come novelli Sherlock Holmes, alla ricerca di tracce con la lente del detective sulle singole parole o frasi rivelatrici tradizioni didattiche archeologicamente stratificate nella prima metà dell’Ottocento.Parole chiave: Scuola Elementare; Libri di Testo; Formazione dei Maestri; Cultura materiale della scuola.
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Roccia, Manuela. « LE PROVE INVALSI E LA RIFLESSIONE SULLA LINGUA NELLA SCUOLA PRIMARIA : UN’INDAGINE SULLA PERCEZIONE DEGLI INSEGNANTI ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 182–226. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17135.

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Résumé :
Il presente contributo nasce da un’indagine esplorativa condotta nel mese di febbraio 2021, con l’intento di cogliere gli atteggiamenti, le conoscenze e le esperienze professionali dei docenti di scuola primaria, del territorio cuneese e della città di Torino, rispetto alle prove Invalsi ed al loro utilizzo nella pratica didattica con un’attenzione specifica nei confronti della sezione dedicata alla Riflessione sulla lingua. La ricerca si concentra sulle caratteristiche degli approcci metodologici adottati, evidenziando le tipologie di attività utilizzate per stimolare la riflessione sulla lingua, e la quantità di spazio dedicato a ciascun contenuto grammaticale previsto dalle Indicazioni Nazionali del curricolo per l’infanzia e la scuola del primo ciclo del 2012 e dal Quadro di Riferimento delle prove Invalsi di italiano del 2018. Il contributo è articolato in tre sezioni: nella prima, si illustrano i legami esistenti tra teoria disciplinare e prospettiva didattica, si prosegue con un’analisi dei nessi presenti tra didattica della grammatica e prove Invalsi, individuando possibili affinità elettive tra i documenti ministeriali del 2012 ed il Quadro di Riferimento del 2018. Nella seconda sezione, si offre una fotografia della realtà emersa dallo studio delle evidenze, rilevate tramite un questionario proposto agli insegnanti, strutturato su cinque differenti macrotemi: l’organizzazione di un istituto scolastico come sistema complesso; la percezione rispetto all’inclusione dei bisogni educativi; l’utilizzo degli esiti delle prove Invalsi nella progettazione didattica d’istituto e curricolare; le finalità e gli obiettivi generali dell’Invalsi e, in particolare, per la riflessione linguistica; infine, le scelte metodologico didattiche utilizzate nell’insegnamento della grammatica ed i contenuti proposti nel percorso didattico. Nella terza parte, l’analisi si concentra sugli ambiti e sui contenuti della riflessione linguistica, con un’attenzione dedicata ai risultati ricavati dall’indagine e ad un loro approfondimento sia disciplinare sia didattico. Invalsi tests and reflection on language in elementary school: a survey of teachers’ perceptions This contribution is the result of an exploratory survey conducted in February 2021, with the aim of understanding the attitudes, knowledge and professional experiences of primary school teachers in the Cuneo area and the city of Turin with respect to the Invalsi tests and their use in teaching practice in a perspective of improvement, with specific attention to the section dedicated to Reflection on language. The research focuses on the characteristics of the methodological approaches adopted, highlighting the types of activities used to stimulate reflection on the language and the amount of space dedicated to each grammatical content provided for by the Indicazioni Nazionali del curricolo per l’infanzia e la scuola del primo ciclo of 2012 and the elements indicated in the Quadro di Riferimento delle prove Invalsi di italiano of 2018. The proposal is divided into three sections: in the first, we illustrate the links between disciplinary theory and didactic perspective, subsequently there is an analysis of the links between grammar teaching and Invalsi tests, identifying possible elective affinities between the ministerial documents of 2012 and the Quadro di Riferimento of 2018. In the second section, we offer a snapshot of the reality that emerged from the evidence, detected through a questionnaire completed by teachers, from which five different macro-themes emerged: the organization of schools as complex systems; perception with respect to the inclusion of educational needs; the use of the Invalsi test outcomes in the school and curricular educational planning; the general aims and objectives of Invalsi and, in particular, for linguistic reflection; finally, the methodological teaching choices used in teaching grammar and the content educational proposed. In the third part, the examination focuses on the areas and contents of linguistic reflection, with attention dedicated to the results obtained and their in-depth study, both from disciplinary and didactic viewpoints.
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Piccardi, Duccio. « TEACHING SOUND SYMBOLISM THROUGH JAPANESE POP CULTURE. A RESPONSE TO KAWAHARA (2018) ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (19 janvier 2023) : 724–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19725.

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Résumé :
This paper provides a quantitative assessment of Shigeto Kawahara’s phonetics teaching method. A senior high school class from a liceo scientifico in Scandicci (Florence) was involved in a small language awareness program. The students were taught about basic concepts concerning sound symbolism and social meaning through two lessons differing in modality of presentation, i.e., a “standard” lesson vs. a lesson containing multiple Japanese pop examples (Kawahara method). Students attending the latter performed better in an assessment test; moreover, their response accuracy grew along with the number of Japanese pop examples used to explain the related concepts. A statistical interaction between modality of presentation and student attitude towards the Florentine speech variety used to teach during the awareness program was also retrieved: students benefited from Kawahara’s method only when they manifested a positive attitude towards the teacher’s speech variety. Overall, this paper suggests a compact experimental procedure to test for the effectiveness of specific teaching methods in linguistics and beyond. Various strategies for achieving control in teaching experiments are advanced, concerning, among other factors, the evaluation of the individual student’s involvement in acquiring new knowledge, the teacher’s demeanor, and the scoring method. Lastly, future intersections between the scholarship of teaching and learning and sociophonetics are sketched out and promoted. Insegnare il simbolismo sonoro attraverso la cultura pop giapponese. Una risposta A Kawahara (2018) L’articolo esamina quantitativamente l’efficacia del metodo di insegnamento della fonetica di Shigeto Kawahara. Una classe quinta di un liceo scientifico a Scandicci (Firenze) è stata coinvolta in un breve programma di restituzione in seguito a un esperimento linguistico. Agli studenti sono stati insegnati concetti di base relativi al fonosimbolismo e al significato sociale durante due lezioni diverse per stile di presentazione, ovvero una lezione “standard” vs. una lezione con vari esempi presi dalla cultura pop giapponese (metodo Kawahara). Gli studenti che hanno assistito a quest’ultima hanno ottenuto risultati migliori in una successiva prova di valutazione; inoltre, le loro probabilità di rispondere correttamente sono state più alte qualora i concetti fossero stati spiegati con un numero consistente di esempi giapponesi pop. I risultati hanno anche messo in luce un’interazione statistica tra il metodo di insegnamento e l’atteggiamento dimostrato dagli studenti nei confronti della varietà linguistica fiorentina usata dall’insegnante durante le lezioni: il metodo di Kawahara è stato fruttuoso soprattutto per quegli studenti con atteggiamento positivo nei confronti della varietà dell’insegnante. In generale, l’articolo propone un protocollo sperimentale compatto per esaminare l’efficacia di metodi d’insegnamento in linguistica e oltre. Vengono inoltre suggerite varie strategie per ottenere controllo sperimentale nelle ricerche didattiche (quantificazione del coinvolgimento degli studenti nell’acquisizione di nuove conoscenze; comportamento e aspetto del docente; metodo di assegnazione di punteggi). L’articolo promuove infine future possibili intersezioni disciplinari tra la ricerca sulla didattica e la sociofonetica.
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Sbaragli, Silvia, Michele Canducci et Silvia Demartini. « Le modalità logico-argomentative nei testi scolastici di geometria della scuola elementare e media in lingua italiana ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 44–71. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.3.

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Résumé :
In quest’articolo si intende portare l’attenzione sulle modalità logico-argomentative presenti nei testi scolastici di matematica, focalizzandosi sulla parte di geometria e, nello specifico, sul tema poligoni, considerando la ricorsività dell’argomento in continuità fra gli ordini scolastici (dalla II elementare alla III media). L’indagine è strettamente interdisciplinare fra matematica e linguistica, con particolare attenzione alla didattica, e si inserisce nei lavori di un più vasto progetto di ricerca in corso. Dopo alcuni paragrafi iniziali dedicati a illustrare il corpus di libri e i criteri di analisi del testo adottati, si passerà a una parte di inquadramento storico-disciplinare del tema, per addentrarsi poi nella descrizione delle diverse modalità logico-argomentative (legate al far “fare”, al far “immaginare” e al far “astrarre”); di queste saranno anche offerti dati quantitativi relativi alla distribuzione nel corpus. Alcune possibili implicazioni didattiche emerse dalle analisi saranno accennate nelle conclusioni.
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Canducci, Michele. « Un percorso di peer education nella scuola superiore incentrato sulla parabola ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula 3 (20 mars 2020) : 64–87. http://dx.doi.org/10.33683/10.33683/ddm.18.3.4.

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L’articolo presenta l’esperienza di un primo approccio alla peer education, sia per il docente sia per gli studenti, realizzato in una classe di III liceo. La metodologia utilizzata è quella della peer tutoring, caratterizzata dal lavoro in gruppi composti da studenti tutor di livello disciplinare più alto e da studenti tutorandi di livello disciplinare più basso. Le giornate del percorso sono commentate sulla base dell’analisi di registrazioni effettuate durante i lavori; inoltre si analizzano qualitativamente i questionari e la discussione collettiva realizzate a fine percorso, al fine di individuare i punti di forza e di criticità dell’esperienza. Il focus dell’analisi riguarda principalmente aspetti legati alla metodologia applicata, e non al ruolo giocato dal contesto matematico. Si evidenziano da un lato il carattere di criticità che la peer tutoring riveste laddove non siano mai state realizzate attività cooperative, dall’altro la necessità, per un’efficace azione didattica, di una commistione di approcci didattici sia cooperativi (fra alunni) sia orchestrati dall’insegnante, in un’ottica dialogica che non preveda l’utilizzo esclusivo di un metodo piuttosto che un altro.
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Bocci, Fabio, et Ines Guerini. « La formazione degli insegnanti in era Covid. Descrizione e analisi di una esperienza laboratoriale sui temi della pedagogia e della didattica inclusiva ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 271–86. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11990.

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La Pandemia Covid-19, com'è ormai ampiamente noto, ha costretto a un ripensamento degli spazi sociali della relazione anche educativa e formativa, facendo emergere tutta una serie di criticità e di questioni già presenti in era pre-pandemica ma che i confinamenti obbligati e i limiti imposti dal distanziamento hanno amplificato. In tal senso, anche in ambito universitario si è dovuto operare una riconfigurazione non solo degli spazi (presenza vs distanza) ma del paradigma della formazione stessa. Questo ha rappresentato e sta rappresentando una opportunità per chi ha raccolto positivamente tale sfida, aprendosi a esperienze che - pur nella loro tendenza a ri-adattare il vecchio nel nuovo - hanno comunque introdotto alcuni elementi innovativi e la sperimentazione di campi d'azione poco o non del tutto esplorati. È quanto accaduto anche agli autori del presente contributo nel quale si descrivono alcune esperienze laboratoriali condotte nell'ambito della formazione iniziale degli insegnanti del ciclo primario. Lo sfondo è dato dall'ambito di riferimento: quello della pedagogia e della didattica inclusiva, che hanno rappresentato non solo il contenuto disciplinare da veicolare ma l'orizzonte di senso per le scelte metodologico-didattiche adottate e per la scelta dello stesso oggetto di studio proposto ai partecipanti.
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Thèses sur le sujet "Didattiche disciplinari"

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Zollo, Iolanda. « La teoria della semplessità come prospettiva non lineare delle Didattiche disciplinari ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2624.

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Résumé :
2015 - 2016
Il rapporto tra la Didattica generale e la pluralità delle Didattiche disciplinari rappresenta una vexata quaestio che interessa, ormai da decenni, la ricerca didattica europea con posizioni differenti riconducibili, in Italia, a due linee di indirizzo principali: da un lato, ci sono i sostenitori della Didattica generale, intesa come scienza in grado di individuare strategie e metodologie idonee ad assicurare che tutti gli allievi acquisiscano abilità e competenze indispensabili per padroneggiare i diversi saperi; dall’altro, prevale l’idea secondo la quale non ci possa essere insegnamento senza che vi sia un quid da insegnare. In questa querelle epistemologica emerge la necessità di un’interazione tra il “polo generale” ed il “polo disciplinare” al fine di giungere ad una piena realizzazione del processo di insegnamento-apprendimento. L’insegnante, tenendo conto delle esigenze dei suoi discenti ed adattandosi al contesto in cui si trova ad agire, deve trasporre didatticamente un determinato sapere sulla base dei fondamenti contenutistici e metodologici della materia di riferimento. La chiave pedagogico-didattica consente il superamento di logiche tendenzialmente trasmissive e routinarie, focalizzando l’attenzione sull’intenzionalità pedagogica che risponde ai bisogni educativi ed apre la strada alla progettazione di percorsi formativi scolastici ed extrascolastici. Sulla base di tali riflessioni, il presente lavoro di tesi è volto ad individuare nella teoria della semplessità di Alain Berthoz un possibile trait d’union tra la Didattica generale e le Didattiche disciplinari: tale teoria, infatti, potrebbe costituire il quadro teorico-metodologico di riferimento per le Didattiche disciplinari nonché un’utile guida operativa per i docenti che, attraverso la declinazione in ambito didattico di principi regolatori, si aprono alla sperimentazione e all’innovazione, deviano da azioni stereotipate e destrutturano continuamente gli scenari e le situazioni che gli si presentano. [a cura dell'autore]
The relationship between general didactics and the plurality of disciplinary didactics is a vexed question that, for decades, has generated interest in European educational research giving rise to different positions. In Italy, two main schools of thought prevail.On the one hand, there are the supporters of general didactics, which can be defined as a science able to identify appropriate strategies and methodologies to ensure that all students acquire the necessary skills and expertise to master different types of knowledge. On the other hand, supporters of disciplinary didactics sustain that there can be no teaching without “something” to teach, thus concentrating on how to teach the subject content. In this epistemological controversy,what emerges is the need for an interaction between the "general pole" and the "disciplinary pole" with the aim of putting into action an effective teaching-learning process. Taking into account the learners’ needs and adapting to the context in which they work in, teachers must transpose didactically a certain knowledge on the basis of content and the methodological foundations of the subject being taught. The pedagogical-didactic key allows to overcome those viewpoints and behaviours which tend to be transmissive and routine-based by focusing the attention on the pedagogical intention which precedes the actual action of teaching. This is essential to respond to the learners’ educational needs and paves the way for the planning of school curricula and extracurricular activities. On the basis of these considerations, the present work is aimed at identifying a possible link between general didactics and disciplinary didactics in Alain Berthoz’s theory of simplexity. In fact, it is argued that this theorymay constitute the theoretical and methodological framework of reference for disciplinary didactics as well as a useful operational guide for the teachers who, through the application of regulatory principles in teaching, there is more openness to experimentation and innovation, taking detoursto move away from stereotyped actions and deconstructingthe scenarios and situations that arise. [edited by author]
XV n.s.
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Ferroni, Mara <1974&gt. « Le metodologie nell'interazione tra didattica generale e didattica disciplinare. L'utilizzo del role playing per l'analisi del testo letterario ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1006/1/Tesi_Ferroni_Mara.pdf.

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Ferroni, Mara <1974&gt. « Le metodologie nell'interazione tra didattica generale e didattica disciplinare. L'utilizzo del role playing per l'analisi del testo letterario ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1006/.

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Stevanato, Eleonora <1997&gt. « L'italiano come lingua dello studio per gli studenti stranieri : una proposta pratica per gli insegnanti disciplinari della scuola Secondaria di II grado. / El italiano como lengua de estudio para los estudiantes extranjeros : una propuesta práctica para los docentes de la escuela Secundaria de II grado ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21270.

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Résumé :
La presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana ha fatto emergere la necessità di elaborare dei percorsi adatti allo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative, disciplinari e cognitive nella lingua seconda. L’ancora scarsa attenzione per l’italiano dello studio ha dato il via a questo progetto di elaborazione di materiale didattico rivolto alla sensibilizzazione e al supporto dei docenti disciplinari. Nel primo capitolo si delinea la situazione attuale degli alunni stranieri nella scuola italiana, considerando le norme che regolano l’iscrizione, il fenomeno della dispersione scolastica, gli obiettivi della scuola in ambito di integrazione e le soluzioni da essa elaborate. Nel secondo capitolo si pongono le basi teoriche per la costruzione della proposta pratica, facendo riferimento alla didattica umanistica e analizzando le criticità della lingua dello studio, comparandola all’insegnamento delle microlingue e alla metodologia CLIL. Nel terzo capitolo si espone la proposta pratica, specificandone destinatari e obiettivi didattici. Verranno adottate tecniche di semplificazione e facilitazione con l’obiettivo di costruire un’unità di apprendimento che risponda alle esigenze di un contesto pluriculturale e plurilingue. Verrà fatta infine una valutazione del lavoro svolto sulla base della teoria di riferimento.
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Favaloro, Frine Beba. « La didactique de la culture chinoise dans le cadre de construction disciplinaire de l’enseignement de Lingua e cultura cinese ». Thesis, Paris, INALCO, 2020. http://www.theses.fr/2020INAL0003.

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Résumé :
Notre thèse s’inscrit dans le domaine de la didactique des langues étrangères et a pour objet la construction de la discipline scolaire de Lingua e cultura cinese et le développement de la didactique de la culture chinoise dans l’enseignement secondaire du deuxième cycle italien. S’appuyant sur les notions de construction disciplinaire et de transposition didactique, elle se développe avec l’observation du parcours analogue de disciplinarisation de l’enseignement de la langue et de la culture chinoises en France. L’objectif de l’enquête est d’exposer la constitution particulière de la discipline scolaire italienne par rapport aux autres langues et au contexte français, en montrant l’écart entre le processus de transposition didactique des objets à enseigner-enseignables relatifs à la langue, largement développés, et ceux concernant la culture, pour lesquels les objets à enseigner ont été identifiés mais où la réflexion sur la méthode pour les rendre enseignables est encore à un stade initial. La représentation de distance culturelle associée à la culture chinoise renforce ce processus, rendant plus complexe l’intégration des composantes de la didactique. Cette intégration concerne notamment les thèmes culturels, proposés de manière compartimentée, et la didactique de la langue et de la culture, encore insuffisamment mises en communication. Enfin, tout cela montre que l’intégration des champs de référence et de réflexion de la discipline dans son ensemble est encore en cours d’élaboration
Our thesis places itself in the domain of foreign language teaching. Its object is the construction of the scholastic discipline of Lingua e cultura cinese and the development of the teaching of Chinese culture in Italian upper secondary school. Based on the concepts of discipline construction and didactic transposition, the thesis develops from the observation of disciplinarisation process of Chinese language and culture teaching completed in France. The goal of the research is twofold. First, we want to show how the Italian discipline took unique shape compared to other languages and to the French context, and secondly, to show how there is a divide between the process of didactic transposition of objects to teach-teachable related to Chinese language and the corresponding one related to Chinese culture. While the former is widely developed, the objects to be taught have been identified for the latter but a reflection on how to make them teachable is still at an early stage. This process is influenced by the representation of cultural distance associated with Chinese culture, which makes the integration of the teaching components more complex. Specifically, this integration concerns cultural themes, proposed in a compartmentalized way, and the teaching of language and culture, which are not yet sufficiently connected. Finally, this shows how the integration of reference components and conceptual issues of the discipline as a whole are yet being defined
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di Lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e trasposizione didattica, essa si sviluppa a partire dall’osservazione del percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Obiettivo dell’indagine è mostrare come la disciplina scolastica italiana si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, ampiamente sviluppati, e quelli relativi alla cultura, rispetto a cui sono stati individuati gli oggetti da insegnare ma la riflessione su come renderli insegnabili è ancora agli inizi. Influisce su questo processo la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso integrare le componenti della didattica. Nello specifico, tale integrazione riguarda i temi culturali, che sono proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, che non sono sufficientemente poste in comunicazione. Tutto questo, infine, mostra come l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione della disciplina nel suo complesso sia ancora in corso di definizione
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PASQUARIELLO, MARIO. « APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE : LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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Résumé :
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.
Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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PASQUARIELLO, MARIO. « APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE : LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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Résumé :
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.
Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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BIONDI, Silvia. « Didattica generale e didattiche disciplinari : due prospettive o un diverso equilibrio ? » Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11393/192829.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca è iniziato interrogandoci sulla relazione esistente tra la Didattica Generale e le Didattiche Disciplinari. Tra le diverse posizioni attualmente presenti in letteratura, quella che prevale richiama l’esistenza di una Didattica a canne d’organo: la Didattica Generale e le Didattiche Disciplinari possiedono propri statuti epistemici (Frabboni, 1999), hanno specifici oggetti, metodi di studio e linguaggio. Gli autori che sostengono questa posizione (D’Amore e Frabboni, 1996; Martini 2000; D’Amore e Fandiño Pinilla, 2007) affermano che entrambe studiano l’azione didattica, ma la Didattica Generale si occupa maggiormente dell’interazione tra il docente e l’allievo, mentre le Didattiche Disciplinari guardano con maggiore attenzione gli aspetti connessi al sapere disciplinare. La difficoltà di conciliazione tra le due prospettive deriva anche dalla reciproca diffidenza con cui i docenti si relazionano tra loro a causa della differente formazione iniziale e del diverso contesto nel quale operano. Per comprendere le diversità profonde tra Didattica Generale e Didattiche Disciplinari si è pensato di indagare come i docenti dei due settori analizzano la medesima azione didattica. Il percorso ha come finalità quello di favorire percorsi di ricerca condivisi tra la DG e la DD, che andranno a supporto della formazione, iniziale e in itinere, degli insegnanti di scuola. I docenti universitari delle due categorie analizzano le pratiche didattiche che sono oggetti di ricerca complessi: l’azione dell’insegnante competente si articola mediante schemi d’azione, repertori di comportamenti e di routines (Altet et al., 2006). Gli interventi che l’insegnante attua in aula sono caratterizzati da saperi legati ad aspetti relazionali e di comunicazione, ma anche connessi alle singole discipline. Per l’analisi dell’azione didattica si è utilizzato il modello di Joseph Rèzeau (2004) che supera la visione di Hussaye ripresa poi da molti disciplinaristi. Se per Hussaye nella relazione tra docente, studente e sapere si hanno tre diverse posture, i lati del triangolo, per Rèzeau la mediazione viene all’interno del triangolo e le azioni sono in continua equilibratura tra leva pedagogica e leva didattica, usando la terminalogia francofona. La posizione di Rèzeau è stata ripresa e ampliata da Damiano (2013) che da essa parte per definire la didattica come mediazione. Per comprendere come i docenti di DD e di DG si pongano nei confronti dell’azione e come si differenzino le due prospettive, abbiamo video-registrato cinque episodi connessi a diverse discipline – Storia, Scienze, Matematica, Geografia e Italiano – e per ogni video abbiamo individuato 4 docenti, due di DD e due di DG, e abbiamo chiesto loro di analizzare l’azione didattica. I docenti dovevano inizialmente osservare il video, inteso come documento, che mostrava una sessione didattica di 20-40 minuti ambientata in una scuola primaria e, successivamente, sono stati sottoporsi a un’intervista biografica (Bichi, 2000) semi-strutturata. Le interviste sono state poi analizzate avendo come riferimento le quattro logiche di analisi (Rossi e Pezzimenti, 2012): dell’apprendimento, dell’epistemologia disciplinare, valoriale, dell’ingegneria didattica. Abbiamo quindi adottato un atteggiamento di tipo “illustrativo” (Demazière, Dubar, 2000) operando un’analisi tematica delle interviste, ossia scomponendo ciascuna intervista in unità di analisi che fanno riferimento alle categorie concettuali inerenti gli indicatori delle quattro logiche. L’analisi ha permesso di rilevare alcune diversità e alcuni punti di tangenza. Innanzitutto è emerso che nella maggioranza dei casi i docenti ritengono come rilevanti per l’apprendimento le medesime situazioni didattiche. Inoltre sia i docenti di DD, sia quelli di DG affrontano tematiche connesse alle epsitemologie disciplinari, alle relazioni in classe, al fare dei docenti e alle strategie scelte. È assolutamente impossibile distinguere i campi di intervento delle due categorie. Lo sguardo che hanno i quattro docenti è sinergico e rimanda a quelli che sono i diversi elementi della trasposizione, anche se, in generale, i disciplinaristi hanno uno sguardo più attento ai saperi disciplinari, mente quello dei generalisti al fare degli insegnanti. In alcuni casi si notano maggiori diversità che, secondo noi, sono da attribuire alla formazione dei docenti disciplinaristi. I disciplinaristi intervistati si dividono in due categorie: quelli che insegnano la disciplina in corsi di laurea non connessi all’insegnamento e coloro che insegnano anche la didattica della disciplina. Le analisi dei docenti di Didattica Generale e quelle dei disciplinaristi, che operano nella formazione, sono molto simili; vi è una grande differenza tra le analisi di queste due categorie e quella dei disciplinaristi che non operano nella formazione. Questa constatazione ha rafforzato la nostra idea: i docenti di DD e di DG possano avere una medesima epistemologia come riferimento, anche se poi hanno un bagaglio di consocenze differenti. Il riferiemento è relativo a un costrutto epistemologico che nasce dalla collaborazione, in egual misura, sia di esperti di DG, sia di esperti di DD. I contributi di Brousseau, Develay, Chevallard, Viennot e Radford, solo per citarne alcuni, non possono essere relegati a settori disciplinari specifici. Il concetto di trasposizione didattica, nato nel mondo della didattica della matematica, è oggi un riferimento comune. Se è possibile parlare di un edificio epistemologico comune, diverse sono invece le conoscenze. Tale specificità di contenuti non preclude la possibilità per i vari docenti di essere parte dello stesso ambito di ricerca, con medesime metodologie e un medesimo linguaggio. L’ambito comune non è sicuramente quello della DG, né quello delle DD, ma un settore prodotto dalla loro interazione e sinergia. Contemporaneamente le diverse consocenze di cui ciascun settore è portatore determinano, nella formazione degli insegnanti, sia iniziale che in servizio, l’esigenza di lavorare in comune e, partendo dalla centralità dell’azione didattica in cui si intrecciano le diverse dimensioni, effettuare analisi poliprospettiche. Ritorniamo così alla proposta di Altet che vede nell’analisi plurale uno strumento indispensabile per comprendere l’azione stessa, i fili complessi in essa connessi, le trame in cui è impossibile separare strategie e contenuti disciplinari, finalità e obbietivi. Se l’insegnante è l’operatore centrale della mediazione e deve equilibrare in azione i vari aspetti, la leva pedagogica e quella didattica debbono trovare un continuo equilibrio che non deriva dalla sommatoria di due punti di vista, ma dal loro sguardo sinergico, in cui le scelte relative alla trasposizione prevedono elementi intrecciati e difficilmente attribuibili o alla sfera disciplinare, o a quella didattica. La tesi pertanto sembra aver sottolineato come Didattica Disciplinare e Didattiche Generali hanno una base epistemologicica comune, anche se ciscuna ha un diverso bagaglio di consocenze. Ha anche evidenziato come nella formazione degli insegnanti siano entrambe necessarie, ma ancor più sia necessario che operino in modo sinergico nell’analisi dell’azione didattica.
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FAVALORO, Frine Beba. « La didattica della cultura cinese nel quadro della costruzione disciplinare dell’insegnamento di lingua e cultura cinese ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11393/265870.

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Résumé :
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana, alla luce dell’analogo percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e di trasposizione didattica, essa declina i due assi principali proponendo un’interpretazione della storia della disciplina scolastica in chiave epistemologica e la definizione di strumenti per lo sviluppo della didattica della cultura cinese, in considerazione dello stato di avanzamento nel processo di trasposizione dei saperi e della rappresentazione di distanza che viene facilmente associata alla cultura cinese in Italia. Attraverso l’osservazione dei meccanismi di disciplinarizzazione in ambito francese, la nostra indagine mira innanzitutto a illustrare le condizioni esterne che hanno reso possibile l’istituzionalizzazione dell’insegnamento nel contesto d’istruzione secondaria, e le condizioni interne che determinano la standardizzazione e la stabilizzazione dei saperi da insegnare-insegnabili, come frutto della negoziazione tra fattori derivati dal sistema educativo in cui l’insegnamento si innesta e fattori determinati dalle caratteristiche della lingua e della cultura cinese. In secondo luogo, poggiando sull’analisi comparata di manuali di lingua e di cultura pubblicati in anni recenti in Italia e in Francia, la ricerca si propone di rilevare aspetti della trasposizione didattica per ciò che riguarda l’insegnamento della cultura, in termini di selezione e gerarchizzazione degli oggetti del sapere e integrazione tra didattica della lingua e didattica della cultura, individuazione di forme di peculiarizzazione e omologazione culturale come poli opposti nella gestione della distanza culturale, proposizione di rappresentazioni della cultura cinese secondo la forma della descrizione tradizionale o di una descrizione problematizzata. Obiettivo dell’indagine è esporre come la disciplina scolastica di lingua e cultura cinese si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, che sono ampiamente sviluppati, e il processo corrispondente che riguarda la cultura, rispetto a cui si è giunti ad individuare gli oggetti da insegnare, ma si è ancora in una fase iniziale di riflessione su come rendere tali oggetti insegnabili. Influisce su questo funzionamento di costruzione la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso il meccanismo di messa in relazione delle componenti della didattica. Nello specifico, questo processo di integrazione delle componenti riguarda i temi culturali, proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, non ancora sufficientemente poste in comunicazione. Esso trova, infine, una corrispondenza sul piano della costruzione della disciplina nel suo complesso, nella misura in cui l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione è ancora in corso di definizione.
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Livres sur le sujet "Didattiche disciplinari"

1

Ferrara, Guido, Giulio Gino Rizzo et Mariella Zoppi, dir. Paesaggio : didattica, ricerche e progetti (1997-2007). Florence : Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-123-6.

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Résumé :
A collection of essays such as this is intended primarily as evidence of a disciplinary process, a path that is moreover similar to that pursued in other Italian universities, while also being unique in its evolution and as specific as every experience must be. Ten years of scientific and educational work on the landscape were deserving of comment, and we have made this in the only way we know: in writing. Hence there is no celebratory intention. It is simply one of many ways of making a sort of self-analysis, of gaining a deeper insight into ourselves and expounding our experience to others, explaining what we have produced, how we did it and what the results were, with the aim of putting our experience at the disposal of those who deal with the same disciplinary areas or with analogous issues.
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Rizzo, Giulio Gino, et Antonella Valentini, dir. Luoghi e paesaggi in Italia. Florence : Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-144-6.

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Résumé :
Primo volume di una collana del Dottorato di Ricerca in Progettazione Paesistica dell'Università di Firenze - settore disciplinare innovativo per il suo coinvolgimento politico e sociale - illustra le potenzialità di tale ambito di studio con il frutto di un ampio laboratorio didattico-creativo. Le varie esperienze progettuali vengono raggruppate in sei sezioni tematiche: Parchi e paesaggio; Parchi metropolitani; Spazi urbani; Sistemi fortificati; Luoghi per l'arte; Paesaggi storici; Idee e progetti (quest'ultima dedicata a temi centrali nella ricerca italiana, come il paesaggio agrario e quello fluviale).
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3

Riondino, Antonio. Ludovico Quaroni e la didattica dell'architettura nella Facoltà di Roma tra gli anni '60 e '70 : Il progetto della città e l'ampliamento dei confini disciplinari. Roma : Gangemi, 2012.

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Chapitres de livres sur le sujet "Didattiche disciplinari"

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Ballarin, Elena. « Insegnare (lessico del)le microlingue : specificità nell’insegnamento e nelle strategie didattiche ». Dans Competenza lessicale e apprendimento dell’Italiano L2, 97–108. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-403-8.08.

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Résumé :
In the teaching of micro-languages, vocabulary teaching constitutes the main challenge for teachers. The ideal micro-language teacher should be a competent professional both in the discipline of specialization and in the corresponding micro-language. This type of teacher should be a graduate in languages with specialized training also in a different disciplinary sector, or a specialist with language and teacher training. In the Italian educational reality the micro-language teacher is (it is hoped) a graduate in languages - but not necessarily specialized in language teaching. The teacher-learner relationship is vitiated by a sense of imperfection due to the teacher's lack of training in the discipline concerned and the learner's lack of training in the language. This limit can be overcome in the teaching of scientific-professional micro-languages by means of a collaborative teaching model. The challenge becomes more difficult, when teaching disciplinary micro-languages, because learners do not have full mastery of the non-language discipline they are acquiring. This contribution aims to explore the specificities that arise when different didactic realities manifest critical aspects.
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Balboni, Paolo E. « 12 • Le microlingue scientifico-professionali e quelle disciplinari ». Dans Thesaurus di Linguistica Educativa : guida, testi, video. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/012.

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Résumé :
Negli anni Ottanta esplode la formazione tecnico-scientifica nelle scuole superiori e nelle università e l’inglese settoriale diventa qualificante nel paniere delle competenze. Nasce quindi una forte richiesta di formazione da parte degli insegnanti e di materiali innovativi da parte degli editori. Ho studiato le varietà scientifico-professionale-disciplinari tra il 1982 e il 2000, quando ho scritto un libro di sintesi ‘conclusiva’, i cui principi sono poi stati assunti un po’ da tutti. Credo di aver offerto tre contributi originali alla discussione su queste varietà e il loro insegnamento: l’accentuazione del ruolo della microlingua come strumento di riconoscimento come membri di una comunità scientifica; l’impianto di una didattica cooperativa tra il docente – che conosce la lingua – e lo studente di ambito tecnico-scientifico, che conosce i contenuti; lo spostamento della logica CLIL dalle lingue straniere all’italiano L1.
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CAMILLERI, MARCO. « TECNOLOGIA E INNOVAZIONE DIDATTICA NEL CAMPO DELLE SCIENZE SOCIALI E GIURIDICHE AI TEMPI DEL COVID-19 : ». Dans Innovación docente en ciencias sociales, jurídicas y otras disciplinas con contenido normativo, 30–33. Dykinson, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1ks0g9z.7.

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Actes de conférences sur le sujet "Didattiche disciplinari"

1

« Überlegungen zu einem Perspektivrahmen Medien & ; Informatik ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.78.

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2

« Diskussion erster Ergebnisse des Projekts : «Differenzierung im lehrwerkbasierten Französischunterricht : Eine Fallstudie in vier jahrgangsübergreifenden Klassen» ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.55.

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« Zur Konstitution der Fachdidaktiken als Wissenschaft ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.85.

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4

« Textverstehensstrategien von SuS der Sekundarstufe I beim Lesen komplexer Biologietexte – Eine multimethodische Rekonstruktion von Textverstehensstrategien mittels Beobachtungsdaten, Selbstaussagen und Verstehensdaten ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.56.

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5

« Fachspezifisches professionelles Wissen und Können von Sportlehrpersonen – Empirische Validierung eines theoretischen Modells ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.29.

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6

« La place des compétences interculturelles dans les didactiques disciplinaires ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.22.

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7

« Migrationsgesellschaftliche Mehrsprachigkeit in der Lehrer*innenbildung – welche Perspektiven eröffnen die Erstsprachen innerhalb der Sprach(en)didaktik ? » Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.88.

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8

« Parole e immagini nella didattica delle lingue e culture antiche. Linee generali, resoconto, bilancio intermedio e prospettive di un’esperienza di ricerca sul campo in Svizzera Romanda ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.19.

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9

« Programming concepts and misconceptions in grade 5 and 6 children : Developing and testing a new assessment tool ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.59.

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10

« Leggere il “non-scritto”. Uno studio circa l’impiego delle abilità inferenziali nella comprensione del testo scritto nelle scuole post-obbligatorie del Cantone Ticino ». Dans 5° Convegno sulle didattiche disciplinari. Dipartimento formazione e apprendimento – SUPSI, Svizzera / swissuniversities, Svizzera, 2022. http://dx.doi.org/10.33683/dida.22.05.69.

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