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Articles de revues sur le sujet « Didattica del movimento »

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Patrizia Lotti, Ottavia Bielli, Chiara Giunti, Caterina Mazza et Lorenza Orlandini. « Costruire comunità educanti : il ruolo della leadership nel processo di istituzionalizzazione del Service Learning ». IUL Research 3, no 5 (17 juin 2022) : 122–39. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.293.

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Résumé :
Con la pandemia da COVID-19, le scuole hanno dovuto ri-progettare le attività con Didattica a Distanza e Didattica Digitale Integrata. In questo contesto, è stata realizzata l’indagine con la Griglia per l’autovalutazione del livello di istituzionalizzazione del Service Learning di Andrew Furco, adattata al contesto italiano integrandola con le dimensioni dell’innovazione del Movimento delle Avanguardie Educative. Il contributo presenta gli elementi di leadership della Griglia nella prospettiva della comunità educante, basata su partecipazione e condivisione come leve del cambiamento organizzativo e didattico, oltre a un approfondimento sull’Istituto “C. Caniana” di Bergamo per inquadrare l’istituzionalizzazione nello scenario dell’emergenza sanitaria.
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Galli, Pier Francesco, Alberto Merini et Johannes Cremerius. « Tracce. Analisi didattica e potere. La trasformazione di un metodo di insegnamento-apprendimento in strumento di potere della psicoanalisi istituzionalizzata ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (août 2021) : 487–508. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-003005.

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Résumé :
L'analisi didattica ha il compito di favorire la crescita di esseri umani autonomi e indipendenti. Questo compito non viene realizzato all'interno del sistema di training psicoanalitico "chiuso" (in cui l'analista fa parte dell'istituto del candidato ed è insieme formatore e terapeuta), che invece trasforma i candidati in analisti allineati e acritici nei confronti dell'istituzione e ciechi per quanto riguarda le contraddizioni intrinseche al sistema. Il fallimento dell'analisi didattica viene ricondotto alla istituzionalizzazione della psicoanalisi da parte di Freud e dei suoi collaboratori, e viene mo-strato come l'analisi didattica diventi uno strumento della politica di potere del movimento psicoa-nalitico, un rituale di sottomissione e uno strumento di indottrinamento. Vengono infine fatte al-cune considerazioni sul modo con cui è possibile risolvere questo problema.
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Cuccaroni, Valerio. « Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19 ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Résumé :
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Paschetto, Walter. « IL RIASSUNTO AL BIENNIO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 720–42. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18324.

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Résumé :
Questo lavoro illustra un’esperienza di didattica del riassunto svolta in una classe seconda di Liceo Linguistico nell’anno scolastico 2020/2021. Il modello teorico di riferimento per l’analisi del testo è quello proposto da Angela Ferrari nel libro Linguistica del testo, 2017. Il percorso è stato realizzato su tre testi di tipo informativo con lezioni settimanali di due ore, per un totale di 26 ore complessive. Il percorso è stato dedicato alla comprensione del testo di partenza, alla sua divisione secondo i concetti di “Enunciato”, “Unità Informativa”, “Movimento Testuale”, all'individuazione della frase topica/tematica, alle relazioni logiche tra Enunciati. Durante tutto il percorso gli studenti hanno scritto dei riassunti. L’obiettivo del percorso didattico era di dare agli studenti una guida per le operazioni di riassunto: scegliere le informazioni principali, capire con quale logica le varie parti e le varie informazioni del testo fossero legate tra loro, cercare di restituire il testo di partenza ristrutturandolo, evitando la procedura del “copia-incolla”. L’analisi dei riassunti finali conferma l’efficacia della proposta didattica. Summary writing during the high school biennio This paper illustrates an experience of teaching summary writing carried out in a second-year Liceo Linguistico class during the 2020/2021 school year. The theoretical reference model for text analysis is the one proposed by Angela Ferrari in the book Linguistica del testo, 2017. The course was carried out on three informational texts with weekly two-hour lessons for 26 hours in total. The course was devoted to understanding the source text, dividing it according to the concepts of “Utterance,” “Information Unit,” “Textual Movement”, identifying the topical/thematic sentence, and logical relations between Utterances. Throughout the course, students wrote summaries. The goal of the course was to give students a guide for summary operations: to choose the main information, to understand the logic connecting the various parts and the information in the text, to restate the source text by restructuring it, avoiding the “copy-paste” procedure. Analysis of the final summaries confirms the effectiveness of this teaching proposal.
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Francini, Giancarlo, Katia Giacometti, Conny Leporatti, Silvia Mugnaini, Nora Nelli, Luca Pappalardo et Francesca Vanon. « Il pensiero sistemico-relazionale tra rappresentazione e interazione : una proposta di corso teorico ». TERAPIA FAMILIARE, no 98 (mai 2012) : 37–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-098003.

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Résumé :
In questo articolo viene avviata una riflessione sulla didattica in psicoterapia, partendo dalla proposta di nuova impostazione dei corsi introduttivi all'ottica sistemico- relazionale. L'idea di fondo č quella di partire dalle trasformazioni sociali in atto e, nello stesso tempo, di tornare alle radici del movimento di terapia familiare per recuperare la cultura sistemico-relazionale al di lŕ delle divisioni e dei riduzionismi. In particolare gli autori si soffermano a rileggere i contributi del cosiddetto approccio psicodinamico alla luce di nuovi stimoli culturali e scientifici. Su queste basi propongono un programma diverso per il CIOR, che sostituisce la centralitŕ delle fasi del ciclo vitale della famiglia con quella delle dimensioni chiave del familiare: coniugalitŕ, genitorialitŕ e legame intergenerazionale.
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Bolko, Marianna. « Eppur si muove ? Forse, chissŕ ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2011) : 481–87. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004005.

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Résumé :
Viene ripercorsa la storia del movimento psicoanalitico dissidente, formato prevalentemente da colleghi del "Seminario Psicoanalitico di Zurigo" e del gruppo italiano di Psicoterapia e Scienze Umane, che culminň con la contestazione del congresso dell'International Psychoanalytic Association (IPA) di Roma del 1969 e la organizzazione di un contro-congresso allo scopo di criticare il sistema dell'analisi didattica e del training psicoanalitico tradizionale. I problemi sollevati allora rimangono oggi irrisolti, dopo piů di quarant'anni, come mostra anche la relazione di Otto F. Kernberg (vedi pp. 460-470 di questo n. 4/2011 di Psicoterapia e Scienze Umane). I membri del Seminario Psicoanalitico di Zurigo decisero di non entrare nella Societŕ svizzera di psicoanalisi ma di rimanere, come scelta teorica e politica, "analisti in formazione" a vita (Analytiker in Ausbildung). Infine, vengono discussi i motivi della cultura di sottomissione che č molto diffusa negli allievi in formazione presso le istituzioni psicoanalitiche.
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Dianetti, Michela, et Francesca Nicora. « DIDATTICA PERFORMATIVA NELLA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA IN IRLANDA. IL CORPO E LA DANZA COME STRUMENTI DI APPRENDIMENTO LINGUISTICO E PONTI TRA CULTURE ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 665–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17162.

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Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo interesse riguardo all’impiego delle arti performative in campo glottodidattico. Tale tendenza è dovuta ad approcci didattici sempre più orientati alla dimensione sociale e non verbale della comunicazione. Tuttavia, per il momento ci sono ancora pochi studi nell’ambito glottodidattico sull’utilizzo del corpo, immobile o in movimento, e della danza nella lezione di lingua straniera. Il contributo intende presentare il progetto Tra-balliamo, un percorso formativo incentrato sulla didattica ludico-performativa e finalizzato alla promozione della lingua e cultura italiana nelle scuole secondarie di Galway, in Irlanda. Dopo una breve introduzione sulla DPLS, viene delineato l’approccio fenomenologico che sottende a una glottodidattica di tipo esperienziale che promuove la danza come strumento di apprendimento linguistico e ponte metaforico tra culture. Una seconda sezione viene poi dedicata alla struttura della proposta didattica, alla progettazione delle fasi che la costituiscono e alla descrizione dettagliata delle attività svolte in classe, con l’intento di offrire un esempio di esperienza formativa che sia facilmente trasponibile in altri contesti o a lingue diverse. Perforative didactics in the promotion of Italian language and culture in Ireland: body and dance as language learning tools and bridges between cultures In recent years there has been progressive interest in the use of the performing arts in the field of educational glottodidactics. This tendency is due to educational approaches increasingly oriented to the social and non-verbal dimension of communication. At present, however, there are relatively few studies in the field of glottodidactics on the use of the body, motionless or in motion, and of the dance in learning a foreign language. The contribution aims to present the project Tra-balliamo, an educational course focused on ludic-performative learning and aimed at the promotion of Italian language and culture in secondary schools in Galway, Ireland. After a brief introduction on the DPLS, the phenomenological approach that underlies an experiential type of glottodidactics which promotes dance as a tool for linguistic learning and a metaphorical bridge between cultures is outlined. The second section presents the structure of the teaching proposal, the design of the phases that constitute it and a detailed description of the activities carried out in the classroom. Thus, the intention is to offer an example of an educational experience that is easily transposable in other contexts or to different languages.
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Sassone, Anna Maria. « Relazioni di supervisione, fantasmi interagenti e tempo sincronico ». STUDI JUNGHIANI, no 35 (février 2013) : 125–36. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035008.

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In linea con i suoi ultimi scritti, l'Autrice considera la relazione di supervisione come un macrocampo, un sistema complesso che racchiude al proprio interno i sottosistemi dialettici di tutte le parti, sia realmente presenti (allievo e analista con funzione didattica) che virtualmente presenti, (pazienti dell'allievo, pazienti del didatta, istituzione), denominati dall'Autrice "fantasmi interagenti", capaci di dar luogo a "coincidenze significative". Ricorrendo alla fisica come ponte immaginifico di corrispondenze tra psiche e materia, in rapporto anche a una prospettiva etica, nell'articolo sono riportati alcuni esempi di movimenti spaziotemporali sincronici tratti dalle esperienze di supervisione.
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Bertollo, Sabrina. « Parlare di spazio in un mondo ubiquo. Un tour 3D nella sala Bruegel del Kunsthistorisches Museum di Vienna per la didattica della spazialità nel tedesco come lingua straniera ». Babylonia Journal of Language Education 3 (23 décembre 2022) : 98–103. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.211.

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Nel presente contributo verranno esplorate le potenzialità della didattica delle espressioni spaziali nel tedesco come lingua straniera a partire da un tour virtuale 3D nella sala Bruegel del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Nello specifico, la simultanea attivazione del canale visuale e del canale linguistico consentirà di mettere a fuoco per studenti di livello A2 stati e movimenti direzionati, che verranno descritti impiegando in un contesto realistico la lingua tedesca. Lo spostamento virtuale nella sala, ma anche la descrizione delle opere, consentiranno di proporre riflessioni sulla codifica linguistica della spazialità, con particolare riferimento all’impiego delle Wechselpräpositionen e alla corretta selezione dei casi dativo e accusativo, argomento tradizionalmente ostico per gli apprendenti.
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Ugolini, Francesco Claudio. « Concezioni di Open Education e istanze di equità. Questioni didattiche e approcci val ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12486.

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L'articolo analizza l'evoluzione del concetto di openness nell'istruzione superiore negli ultimi cinquanta anni, in base alla chiave di lettura dell'equità. A partire da cinque istanze normative di tale concetto, il contributo offre un'analisi di due differenti concezioni di openness, dedicando particolare attenzione al tema della valutazione: la prima concezione si sviluppa a partire dalla fondazione della UK Open University nel 1969 e trova piena maturazione negli anni Novanta e primi anni 2000 con il concetto di Open Distance Learning; la seconda prende le mosse dal movimento del Software Open Source e si fonda principalmente sul libero accesso a risorse e corsi, trovando compimento nelle Open Educational Resources e nei Massive Open Online Courses. Il contributo mostra come tutte le forme di openness analizzate perseguano un ideale di equità, ma con approcci di quest'ultima molto diversi e talvolta divergenti. 
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D’Agostino, Mari. « GIOVANI IN MOVIMENTO : MULTILINGUI, CONNESSI, SPESSO ANALFABETI. UNA NUOVA MIGRAZIONE FRA RISORSE E BISOGNI ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (20 juillet 2022) : 5–13. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18148.

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Le recenti migrazioni di giovani che viaggiano da soli, arrivati di recente in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo, mostrano nuove caratteristiche in termini di profili individuali e di esperienze di connessioni digitali. Essi hanno acquisito nuove competenze, saperi e punti di vista durante il lungo periodo di spostamento e al momento dell’arrivo in Italia. Inoltre, la mobilità è spesso accompagnata da una segregazione fisica e spaziale nei contesti di transito e di arrivo. Questo articolo focalizza l’attenzione sulle risorse e sulle necessità (anche di tipo linguistico) di questi giovani e sulle esperienze didattiche di ItaStra. Young people on the move: multilingual, connected, often without literacy. A new migration between resources and needs Recent migrations of young people who travel alone and who have recently arrived in Italy via the Mediterranean route show new characteristics in terms of individual profiles and experience of digital connections. These young people acquired new skills, knowledge, and points of view during the long period of displacement and upon arrival in Italy. Moreover, mobility is often accompanied by physical and spatial segregation in transit and arrival contexts. This paper focuses on resources and needs (also linguistic) of these young people during ItaStra’s ten-year teaching experience.
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Marinetto, Paola. « INDIVIDUARE LA POLIFONIA NEI TESTI ESPOSITIVI-ARGOMENTATIVI : QUANDO IL CAPOVERSO AIUTA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 660–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18320.

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L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione del testo che sono segnali della sua polifonia, ossia della compresenza di voci e pensieri diversi, affiancati o sovrapposti a quelli dell’autore. Nei testi vi sono infatti a volte, oltre al Discorso Riportato, elementi più nascosti e sfuggenti, che lasciano intravedere un distanziamento (o, viceversa, un’accettazione) dell’autore rispetto a dei punti di vista diversi dal suo. L’articolo ha intenti didattici e, attraverso l’analisi di due testi di tipo espositivo/argomentativo utilizzati nei corsi di scrittura di sintesi con gli studenti universitari, mette in luce come l’utilizzo dei capoversi (segnali a loro volta dei Movimenti Testuali), e alcune scelte lessicali e sintattiche possano aiutare il lettore nell’individuazione della polifonia. Identifying polyphony in expository-argumentative texts: when the paragraphs help The article aims at identifying the “tools” related to text language and organization that signal polyphony, that is, of the coexistence of different voices and thoughts, side by side or superimposed on those of the author. In the texts there are, in addition to Reported Speech, more hidden and elusive elements, which allow us to glimpse at a distancing (or, vice versa, an acceptance) by the author with respect to points of view different from his/her own. The article has didactic purposes and, through the analysis of two expository/argumentative texts used in writing synthesis courses with university students, it highlights how the use of paragraphs (which are in turn signals of Textual Movement), and some lexical and syntactic choices help the reader identify polyphony.
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Russo, Maria Antonella. « UNO STRUMENTO PER DE-INVISIBILIZZARE LE IDENTITÀ E LE LINGUE DEGLI STUDENTI : AUTOBIOGRAFIE LINGUISTICHE IN UNA SCUOLA SUPERIORE DI PADOVA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 1115–41. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18340.

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Résumé :
Il quadro linguistico italiano legato all’atavico plurilinguismo proprio del nostro Paese – per la ricchissima presenza di dialetti e minoranze linguistiche storiche – negli ultimi decenni si è ulteriorimente complicato per l’aggiunta di ulteriori lingue, che hanno dato vita a quello che viene definito da Vedovelli “neoplurilinguismo” dovuto proprio al nuovo ruolo centripeto dell’Italia rispetto ai movimenti migratori. In questo contesto la scuola, luogo di formazione e crescita per eccellenza, ha il ruolo importantissimo di valorizzare e di promuovere un’educazione plurilingue e interculturale affinché non si corra il rischio di lasciare alcuni studenti nel solco di una rottura che potrebbe dar vita ad identità monche. Tuttavia, spesso essa incontra difficoltà nell’attuazione di quelle che pur sono direttive e indicazioni che vengono da più parti. Come dar voce, dunque, a queste nuove presenze? L’autobiografia, nello specifico linguistica, è un valido strumento che ha avuto una buona diffusione negli ultimi decenni come dispositivo per affrontare il passato, risanare e proiettare in avanti l’individuo che scrive migliorando il rapporto con il proprio bagaglio linguistico nel riconoscimento di un’identità multipla. In questo articolo si riporta un’esperienza didattica che ha visto la realizzazione di un percorso in una scuola superiore di un quartiere periferico di Padova nell’a. s. 2020-2021 in cui si è avuto come punto di arrivo finale proprio la scrittura da parte degli studenti della propria autobiografia linguistica. Sfruttando il doppio filone in cui le AL sono state impiegate già precedentemente, cioè quello più proprio della realtà italiana legato alla dimensione dialettale e quello nell’insegnamento dell’italiano L2, si è potuto coinvolgere interamente il gruppo classe di tre sezioni diverse dando agli studenti la possibilità di raccontarsi attraverso le lingue in cui “abitano”. A tool for de-invisibilizing students' identities and languages: linguistic autobiographies in a high school in Padua The Italian linguistic framework linked to the atavistic multilingualism of our country – due to the very rich presence of dialects and historical linguistic minorities – has been further complicated in recent decades by the addition of more languages, which have given rise to what Vedovelli calls “neoplurilingualism” due precisely to Italy’s new centripetal role with respect to migratory movements. In this context, the school, the place for training and growth par excellence, has the very important role of valuing and promoting plurilingual and intercultural education so that there is no risk of leaving some students in a rut that could give rise to stunted identities. However, it often encounters difficulties in implementing what are nevertheless directives and directions coming from many quarters. How, then, to give voice to these new presences? Autobiography, specifically linguistic autobiography, is a valuable tool that has been popular in recent decades as a device for dealing with the past, healing and projecting forward for the individual through writing, by improving the relationship with one's linguistic background as recognition of a multiple identity. In this paper, we report on an educational experience that involved the implementation of a course in a high school in a suburban district of Padua during the 2020-2021 school year where the students’ writing on their linguistic autobiography was the final point of arrival. Taking advantage of the double thread in which ALs have been employed before, namely the one more specific to the Italian reality related to the dialectal dimension and one to the teaching of Italian L2, it was possible to fully involve three different class groups by giving students the opportunity to tell their stories through the languages in which they “live”.
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Pellerey, Roberto. « Corpi nel bosco ». Revista Acta Semiotica, 22 décembre 2021, 342–55. http://dx.doi.org/10.23925/2763-700x.2021n2.56804.

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Résumé :
Gli asili e le scuole nel bosco, un’esperienza considerata marginale e stravagante, hanno avuto a sorpresa grande fortuna dal 2020 come reazione all’emergenza sanitaria imposta dal Covid e come ricerca di un’esperienza di didattica attiva alternativa all’insegnamento cattedratico in aula nella didattica scolastica ordinaria. Queste scuole in cui i bambini stanno sempre all’aperto in un ambiente naturale selvatico stanno sperimentando una didattica attiva basata su esperienze dirette che sfociano poi in conoscenza teorica acquisita: tale didattica è oggi percepita come esperimento libertario, attivo e innovativo benché esistano dal 1954 in Europa e abbiano una riflessione teorica precedente di riferimento consolidata e consistente. Di tale didattica ricostruiamo l’ideologia implicita, il sistema di valori su cui è fondata, le sue trasformazioni attuali, e l’atmosfera di fervore ed entusiasmo che caratterizza gli incontri nazionali dei suoi praticanti e sostenitori, dando conto dell’insieme di domande, dubbi, questioni, ipotesi e proposte che oggi attraversano questo movimento pedagogico-culturale.
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Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta et Elena Mosa. « Quando la webcam è accesa e la testa spenta. Strategie per una didattica attiva in DAD e DDI ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.126.

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Résumé :
La crisi sanitaria generata dalla pandemia sta avendo un impatto profondo e trasformativo sugli assetti globali in ogni settore dell’organizzazione sociale. Il settore dell’istruzione è stato tra quelli più duramente colpiti dal lockdown generalizzato e dalle varie chiusure totali o parziali che si sono susseguite a livello regionale. Le principali problematiche iniziali sono state connesse al digital divide e all’enorme difficoltà, da parte delle scuole, di includere gli studenti più fragili in una situazione di Didattica a Distanza o di Didattica Digitale Integrata. Un ulteriore aspetto critico è emerso in relazione al totale spaesamento di gran parte del personale docente di fronte ad una situazione inedita per la scuola sul panorama mondiale che ha disorientato anche quei docenti che erano già soliti lavorare con le tecnologie a scuola. I dati della prima indagine condotta da Indire durante il lockdown (periodo marzo-giugno 2020, Report pubblicati a luglio e dicembre 2020) confermano queste difficoltà evidenziando che nella maggior parte dei casi, la didattica a distanza si è tradotta in “lezione frontale a distanza”, come nella fase “Substitution”, del modello SAMR di R. Puentedura (2006). I Movimenti di Indire delle Avanguardie educative e delle Piccole Scuole, insieme ad eTwinning, hanno tenuto oltre 200 webinar per le scuole in difficoltà al fine di condividere l’applicazione virtuosa di metodologie didattiche attive quali il Debate, la Flipped Classroom, Making Learning and Thinking Visible o il Digital storytelling. Il Debate consente agli studenti un lavoro che ben si adatta al lavoro in autonomia e in gruppo da remoto. Consiste nel confronto regolamentato tra due o più squadre che sostengono posizioni diverse rispetto ad un tema. La preparazione al Debate, che ha uno specifico protocollo, prevede di realizzare laboratori di ricerca sulle fonti, reperendo esempi, dati ed evidenze per sostenere la propria tesi. Questo lavoro può essere svolto inizialmente in maniera individuale e poi nel piccolo gruppo, all’interno del quale la squadra (PRO o CONTRO) mette a punto la propria strategia argomentativa. La condivisione di fonti, strategie, tecniche di public speaking può senz’altro essere realizzata anche a distanza, attraverso l’uso di piattaforme che aiutano a strutturare le informazioni, così come a realizzare la performance vera e propria. La Flipped è un altro esempio di metodologia che consente una diversa strutturazione del lavoro, che alterna momenti in presenza (in classe) o in sincrono (in DAD) e momenti in asincrono, individuale o in gruppo. Il docente, organizzando dei veri e propri “learning cycles”, può ripensare i tempi della lezione dedicati all’attivazione delle conoscenze, alla costruzione di artefatti o alla problematizzazione di quanto elaborato ibridando momenti di didattica sincrona/asincrona e in presenza/in remoto. Dalla combinazione di queste modalità possiamo avere diverse configurazioni che potrebbero ulteriormente avvalersi anche di gruppi di studenti appartenenti a classi diverse (gruppi eterogenei per età, classi parallele, ecc.). Con MLTV, invece, abbiamo l’utilizzo di particolari protocolli che stimolano il group learning e aiutano ad appropriarsi di particolari forme di pensiero profondo, come le Thinking Routine, ottimi dispositivi per imparare a partire dalle idee e dal pensiero degli altri, anche a distanza. Inoltre, grazie alla documentazione educativa come chiave di valutazione formativa, offre importanti elementi per la fornitura di feedback efficaci agli studenti. Infine, il lavoro sul curricolo, riorganizzando i nuclei fondanti delle discipline in forma di storytelling, offre una modalità di ricucire i saperi attraverso la lente della scrittura creativa. Tali metodologie hanno contribuito ad un ripensamento delle pratiche di insegnamento/apprendimento e valutazione e hanno restituito quella centralità dello studente che mai, come adesso, era necessaria per tenere acceso l’interesse (oltre che la webcam!). Nell’articolo verranno esemplificate alcune buone pratiche di applicazione di queste metodologie.
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