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Littérature scientifique sur le sujet « Didattica del movimento »
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Articles de revues sur le sujet "Didattica del movimento"
Patrizia Lotti, Ottavia Bielli, Chiara Giunti, Caterina Mazza et Lorenza Orlandini. « Costruire comunità educanti : il ruolo della leadership nel processo di istituzionalizzazione del Service Learning ». IUL Research 3, no 5 (17 juin 2022) : 122–39. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.293.
Texte intégralGalli, Pier Francesco, Alberto Merini et Johannes Cremerius. « Tracce. Analisi didattica e potere. La trasformazione di un metodo di insegnamento-apprendimento in strumento di potere della psicoanalisi istituzionalizzata ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (août 2021) : 487–508. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-003005.
Texte intégralCuccaroni, Valerio. « Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19 ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.
Texte intégralPaschetto, Walter. « IL RIASSUNTO AL BIENNIO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 720–42. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18324.
Texte intégralFrancini, Giancarlo, Katia Giacometti, Conny Leporatti, Silvia Mugnaini, Nora Nelli, Luca Pappalardo et Francesca Vanon. « Il pensiero sistemico-relazionale tra rappresentazione e interazione : una proposta di corso teorico ». TERAPIA FAMILIARE, no 98 (mai 2012) : 37–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-098003.
Texte intégralBolko, Marianna. « Eppur si muove ? Forse, chissŕ ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2011) : 481–87. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004005.
Texte intégralDianetti, Michela, et Francesca Nicora. « DIDATTICA PERFORMATIVA NELLA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA IN IRLANDA. IL CORPO E LA DANZA COME STRUMENTI DI APPRENDIMENTO LINGUISTICO E PONTI TRA CULTURE ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 665–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17162.
Texte intégralSassone, Anna Maria. « Relazioni di supervisione, fantasmi interagenti e tempo sincronico ». STUDI JUNGHIANI, no 35 (février 2013) : 125–36. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035008.
Texte intégralBertollo, Sabrina. « Parlare di spazio in un mondo ubiquo. Un tour 3D nella sala Bruegel del Kunsthistorisches Museum di Vienna per la didattica della spazialità nel tedesco come lingua straniera ». Babylonia Journal of Language Education 3 (23 décembre 2022) : 98–103. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.211.
Texte intégralUgolini, Francesco Claudio. « Concezioni di Open Education e istanze di equità. Questioni didattiche e approcci val ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12486.
Texte intégralThèses sur le sujet "Didattica del movimento"
Carrozza, Stefania. « La funzione della performance analysis nella didattica del movimento ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/307.
Texte intégralQuesto lavoro di ricerca ha voluto studiare alcuni aspetti rilevanti del processo di analisi del movimento attraverso l'utilizzo di metodi scientifici che prendono in considerazione lo studio dei movimenti liberi, concentrandosi sui fattori che determinano la precisione del movimento, la scelta del movimento o schemi di azione. Sulla stessa linea, si e’ voluto studiare il movimento in un contesto ancora più globale in un ambiente predefinito, definendone l’analisi comportamentale, centrato sull'aspetto didattico e sul concetto del processo di miglioramento prestazionale. L’obiettivo principale e’ stato quello di capire le variabili che determinano l’efficacia delle prestazioni motorie e di evidenziare quelle più significative che agiscono sull’apprendimento dei comportamenti del movimento stesso, di capire anche in che modo tali informazioni possono essere utilizzate e in che misura possono aiutare a potenziare e migliorare l’aspetto motorio e dell’apprendimento. L'approccio adottato in questo studio di ricerca è stato quello di concentrarsi sulle mutevoli interazioni tra l’ambiente e il movimento, infatti esistono vari tipi di movimenti che includono diverse abilità e dove il risultato della prestazione è dovuto da fattori diversificati come ad esempio nel gioco degli scacchi dove l’abilità è di tipo intellettuale o in una maratona o nel sollevamento dei pesi dove i fattori sono più in relazione all’allenamento cardiovascolare e alla forza. Tutto questo ci mette difronte ad una scelta sul tipo di elementi da analizzare e al tipo di fattori da prendere in considerazione. L’analisi del movimento e quindi della performance, può essere applicata in diversi ambiti scientifici, educativi, clinici, di intrattenimento, consentendo la misurazione e la descrizione di differenti aspetti di un atto locomotorio, finalizzando i suoi obiettivi al miglioramento della prestazione motoria, all’approfondimento delle conoscenze fisiologiche, alla valutazione del recupero post-infortunio, all’apprendimento, al miglioramento tecnologico delle attrezzature presenti in ambiente sportivo e formativo. [a cura dell'autore]
X n.s.
Baldassarre, Giuseppe. « Analisi del movimento e nuove tecnologie ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/601.
Texte intégralMetodologia della Ricerca – Analisi del movimento e nuove tecnologie di Giuseppe Baldassarre Lo studio dell’analisi del movimento attraverso l’uso delle nuove tecnologie, ha negli ultimi decenni, avuto un notevole sviluppo anche se è ancora agli stadi primordiali. Il lavoro approfondirà la conoscenza delle tecniche e dei nuovi strumenti utilizzati nell’analisi del movimento degli esseri umani e come loro possono determinare una gamma vastissima di rilevazioni finalizzate alla comprensione della statica e della dinamica del corpo umano, sia per quanto riguarda gli aspetti biomeccanici (descrizione cinematica e dinamica, modelli muscolo-scheletrici, simulazione del movimento), sia per quelli neurali connessi al controllo motorio e alla coordinazione del movimento. L’uso delle moderne tecnologie per l’analisi del movimento, inoltre, riveste un ruolo importante in diverse aree della medicina e delle scienze umane. In neurofisiologia, in ortopedia e nella riabilitazione motoria, queste tecniche, consentono una più dettagliata diagnosi funzionale e un più adeguato trattamento terapeutico. Le ricerche e gli studi nel campo dell’analisi del movimento, possono sicuramente contribuire a fornire indicazioni e rappresentare nuovi filoni di studio per le loro applicazioni in ambito educativo. Le attività di movimento per la loro natura rientrano in tutti i campi d’interesse del genere umano, salutistico, sportivo, ricreativo, sociale, rappresentando un contesto formativo ad alto significato educativo e un valore aggiunto alla formazione della persona. Il lavoro basato sulla ricerca sperimentale cercherà di fornire utili informazioni in grado di unire il versante educativo e psicopedagogico dello sport, cogliendone gli aspetti salienti e le spinte emozionali, con quello cognitivo, per una loro piena utilizzazione in un ambiente educativo - formativo. Le nuove tecniche permettono di ricavare in modo non invasivo informazioni dettagliate e quantificate sulla funzionalità del nostro apparato locomotore. I nuovi sistemi come le telecamere video o a raggi infrarossi, le piattaforme stabilometriche/dinamometriche e i sistemi elettromiografici permettono di effettuare analisi multifattoriali statiche, dinamiche del cammino, mediante le quali si possono evidenziare e quantificare le alterazioni del gesto motorio rispetto ai pattern fisiologici di movimento, le asimmetrie e le anomale correlazioni tra grandezze biomeccaniche e attività muscolare. Uno dei punti forti di queste tecniche è la possibilità di poter confrontare quantitativamente le condizioni funzionali di un paziente nelle varie fasi di studio di patologie o trattamenti riabilitativi. L’adozione di tecniche e metodologie oggettive, ripetibili, misurabili, confrontabili e riproducibili, può aiutare a superare le difficoltà d’interpretazione e valutazione diagnostica nei diversi campi di applicazione Neurofisiologica, Ortopedica, Riabilitativa e Performativa. Gli studi negli anni novanta di tipo psicopedagogico e di tipo educativo erano finalizzati esclusivamente alla soluzione di problemi all’interno di contesti educativi, così come affermavano molti autori dell’epoca (J.B. Carroll, 1963, D. Ausubel, 1968, R.M.W. Travers, 1973) evidenziando che i contesti privilegiati dalla psicologia dell’educazione sono quelli scolastici, ma è grazie alle teorie di autori come G. Rizzolatti, C. Sinigaglia (2006), H. Gardner (1985), D. Goleman (2001), J. LeDoux (2003), M. Sibilio (2002), che hanno, attraverso i loro studi, ampliato questo tipo di ricerche fornendo risposte significative sui meccanismi cognitivi ed emotivi, sulla corporeità e sul movimento e sulle sorprendenti capacità del nostro cervello, aprendo nuovi orizzonti alla didattica e ai processi educativi sia in ambiente scolastico che in ambiente sportivo. L’approccio neurofisiologico elaborato da Donald Hebb ha evidenziato lo stretto rapporto tra emozione e apprendimento, orientando una ricerca dello stimolo forte nei processi formativi. Infatti, la sua teoria scarica-connetti ha aperto nuovi orizzonti per la didattica che trae spunto, per l’applicazione di nuove metodologie, dalle esperienze motorie e corporee. In quest’ottica le attività motorie e sportive diventano volano per l’accesso ai saperi e trasversali alle attività educative e formative della persona. Il lavoro è suddiviso in tre parti. Nella prima parte abbiamo tracciato la storia e l’evoluzione dell’analisi del movimento fino a oggi soffermandoci sugli aspetti legati ai segnali biomedicali necessari per la rilevazione di informazioni proveniente dal nostro corpo. La seconda parte del lavoro è stata dedicata all’analisi del movimento e alle varie branche della medicina che a vario titolo si occupano dello studio dei segnali emessi dal corpo e del movimento, descrivendo analiticamente le strumentazioni tecnologiche presenti nel Laboratorio di Analisi del Movimento dell’Università degli Studi di Salerno, e il loro utilizzo. Nell’ultima parte del lavoro sono state presentate le esperienze e le ricerche effettuate, con la strumentazione a disposizione, durante il dottorato e le relative riflessioni e conclusioni. [a cura dell'autore]
X n.s.
Vastola, Rodolfo. « Le potenzialità delle tecnologie dell'analisi del movimento nell'ambito della valutazione didattica ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1163.
Texte intégralL’analisi del movimento si avvale tradizionalmente di approcci quantitativi che hanno contribuito ad una conversione in unità numeriche di variabili della cinetica e della cinematica del movimento. L’attuale tendenza a fruire dei risultati emergenti in questi studi nell’ambito didattico impone una necessaria ibridazione di approcci e modelli di ricerca afferibili, al dominio delle hard sciences e delle soft sciences (Frith, 2007) nella piena consapevolezza dei rischi di un’applicazione tout court della spiegazione semplice all’interpretazione dei fenomeni didattici (Rivoltella, 2012). Il riconoscimento dell’interdipendenza tra quella parte della ricerca che si occupa del processo formativo e quella che è attenta alle caratteristiche funzionali che consentono le esecuzioni delle azioni, garantisce di disporre di una metodologia della ricerca che integra funzionalmente il tutto in un quadro concettuale comune (Sibilio, 2011). A partire da questa premessa la specifica attività di ricerca si inserisce nell’ambito delle azioni di screening della didattica speciale volte a evidenziare importanti informazioni che soggiacciono alla pianificazione e alla produzione del disegno. La pianificazione del disegno, soprattutto nei bambini, è stato oggetto di differenti studi. Il disegno nel bambino tende progressivamente ad essere più accurato nel corso dello sviluppo (Goodnow, 1977), in quanto il controllo motorio e la capacità di pianificazione diventano sempre più sofisticate, parallelamente a un miglioramento delle capacità percettive e attentive. Goodnow e Levine (1973) perseguono questa possibilità, evidenziando che il disegno, in quanto espressione antecedente alla scrittura, può fornire importanti indizi sulle abilità cognitive del bambino. Individuando alcune regole di pianificazione del disegno, relative alla copia di figure elementare, che permettono al disegnatore di semplificare il processo di pianificazione e realizzazione e di ridurre il numero di distinti programmi motori che devono essere mantenuti in memoria (Schmidt, 1975). È possibile riscontrare, nella produzione di figure elementari, alcune regolarità che mettono in relazione la forma da ricopiare con determinate ripetibili caratteristiche spazio temporali (Laquaniti et. al., 1983). Queste informazioni ci consentono di applicare specifici modelli matematici riguardanti la modalità in cui il disegno è stato prodotto. L’ obiettivo è coerente con la teoria di Flash e Hogan (1985) sul minimum Jerk, secondo cui le traiettorie sono pianificate così da minimizzare il valore quadratico medio della derivata terza dello spostamento. Gli strumenti utilizzati nella valutazione del disegno sono ancora prevalentemente qualitativi e basati sulla valutazione visiva effettuata dall'operatore. I test sono ‘’carta e matita ‘’ in cui il soggetto è tenuto a copiare una sequenza evolutiva di forme geometriche e viene assegnato un punteggio in relazione alla presenza o assenza di alcune caratteristiche. In questo esercizio, i valutatori possono incontrare delle difficoltà e ambiguità con l'aumentare della complessità della forma. Questa situazione diminuisce l'affidabilità dello scoring e l’osservazione non riesce a rivelare tutte le informazioni relative alla strategia di fondo di esecuzione del disegno (Rosenblum, 2003). L’utilizzo di sistemi tecnologici permette di ovviare a questa difficoltà e di accedere a quelle informazioni che non potrebbero essere ottenute tramite metodi di raccolta dati qualitativi come l’osservazione richiedendo l’intervento di approcci quantitativi che non riducono la complessità della traccia grafica. In un lavoro sperimentale realizzato tra il di gruppo di ricerca del “Laboratorio di analisi del movimento e di valutazione delle attitudini motorie” del Prof. Maurizio Sibilio e l’Istituto di riabilitazione Gambardella, nel quadro di un programma di implementazione dei test di valutazione tradizionali riguardante la disgrafia si è proceduto all’acquisizione e l’analisi del gesto grafico con un sistema optoelettronico con sei telecamere (BTS SMART-D, Italia), con una frequenza di acquisizione di 140 Hz, e con un sistema video integrato (Vixta, BTS, Italia) per videoregistrazione. Il sistema optoelettronico è un apparecchio che misura le coordinate 3D (X, Y, e Z) nel tempo di marcatori riflettenti. L’indagine compiuta, su un campione tre bambini diagnosticati disgrafici dell’età di 10 anni, ha evidenziato la potenzialità del sistema per una valutazione quantitativa del disegno. Le caratteristiche della tecnologia utilizzata potrà permettere in futuro di integrare altri segnali come quello elettromiografico (EMG) ed elettroencefalografico (EEG). [a cura dell'autore]
XI n.s.
Aiello, Paola. « Corpo e movimento del corpo nella ricerca educativa : itinerari didattici per l'apprendimento linguistico ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/664.
Texte intégralIl lavoro ha affrontato il tema della relazione tra corpo, movimento del corpo e facoltà del linguaggio in una prospettiva interdisciplinare che ha consentito di cogliere la qualità educativa e formativa di tale interazione, al fine di prospettare possibili percorsi didattici che utilizzino il movimento nei processi di apprendimento linguistico. La ricerca di base ha permesso di argomentare sul piano teorico la valenza della didattica del movimento per l’apprendimento di saperi propri di altre aree disciplinari che caratterizzano il curricolo della scuola primaria italiana. La ricerca sperimentale si è proposta di verificare gli effetti della strategia didattica adottata, attraverso metodologie di indagine integrate che hanno consentito di “decifrare la complessità” che caratterizza l’oggetto di indagine. In particolare, obiettivo del lavoro è stato sperimentare la valenza di prassi didattiche incentrate su un uso consapevole e intenzionale del corpo e delle sue potenzialità motorie nel promuovere la memorizzazione e l’apprendimento di parole riferite a concetti chiave dell’area matematico-scientifico-tecnologica delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola primaria del 2007. La metodologia ha previsto una singolare integrazione di ricerca-azione e ricerca sperimentale che ha consentito di cogliere la natura dinamica e processuale dell’evento didattico e di raccogliere una quantità di dati empirici da sottoporre al vaglio di una riflessività critica in grado di conferire ad essi un significato. Lo strumento utilizzato per condurre la ricerca è stato il Test of Memory and Learning per verificare la ritenzione, attraverso la capacità di rievocazione, delle parole target. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione del test e successivo re-test a distanza di tre mesi dall’applicazione della metodologia didattica al campione sperimentale composto da 59 alunni frequentanti le classi seconda, terza e quarta della scuola primaria. I risultati della ricerca, sebbene abbiano mostrato una effettiva valenza delle attività di movimento nei processi di memorizzazione e apprendimento linguistico, non consentono la generalizzabilità alla popolazione di riferimento per la particolare variabilità inerente alle dinamiche di insegnamento-apprendimento, per le variabili intervenute durante la sperimentazione e per l’esiguo numero del campione sperimentale. Pertanto si ritiene necessario il ricorso a studi con campioni più ampi applicabili a diverse discipline e classi di età differenti. Questa esperienza di ricerca può aprire nuove prospettive alle sperimentazioni didattiche volte a riconoscere al corpo e la movimento del corpo una potenzialità nei processi di apprendimento linguistico implicati in azioni didattiche che realizzano modalità alternative di costruzione della conoscenza in favore di una maggiore ed effettiva individualizzazione dei percorsi formativi. [a cura dell'autore]
X n.s.
D'Elia, Francesca. « Il corpo e il movimento nella ricerca didattica. Il potenziale formativo dell’esperienza motoria e ludico-sportiva ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/237.
Texte intégralIl presente lavoro di tesi si configura come un resoconto dell’attività scientifica svolta nel triennio dedicato alla formazione in "Metodologia della ricerca educativa"; un'attività che si è caratterizzata per un costante interesse e uno specifico impegno euristico sulla “dimensione educativo-formativa” delle attività motorie e ludico-sportive nel periodo dell’infanzia e della preadolescenza. È stato predisposto uno studio sul tema della trasferibilità dei saperi in rapporto alle esperienze motorie e ludico-sportive, offrendo uno spazio di indagine complesso che mette in relazione i campi dei meccanismi di accesso ai saperi e costruzione della conoscenza e quelli delle esperienze corporee all’interno della pratica motoria e ludico-sportiva nella scuola primaria. L'attività di ricerca svolta si fonda sull’ipotesi che il corpo ed il movimento nelle sue diverse forme motorie e ludico-sportive nella scuola primaria possano svolgere una originale funzione nell’individuazione di accessi alternativi alla conoscenza. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare, preliminarmente attraverso una fase teorico-argomentativa e successivamente utilizzando un protocollo di ricerca-azione, la funzione “facilitatrice” di metodologie didattiche centrate sull’esperienza motoria per l’accesso alla conoscenza nel segmento della scuola primaria. L’attività di ricerca si è sviluppata sia sul piano teorico-argomentativo che sperimentale, fondandosi sullo studio dell’insegnamento delle attività di movimento ed evidenziando le complessità e le specificità richieste dai contesti educativi, compreso lo studio della dimensione formativa, integrativa ed inclusiva della didattica del movimento. La ricerca si è sviluppata in tre fasi: Nel corso della prima fase è stata sviluppata una ricerca di base finalizzata alla definizione di una cornice teorica che potesse circoscrivere il versante educativo delle attività motorie, tracciando un itinerario di ricerca che, partendo da una riflessione interdisciplinare sul piano epistemologico, potesse offrire una prospettiva dell’insegnamento delle attività motorie e ludico-sportive, riconoscendone la originale funzionalità metodologica ed il possibile impiego come “motore alternativo” della prassi didattica nel periodo dell’età evolutiva. Questa prospettiva ha reso indispensabile esaminare, anche attraverso forme di analisi storico-descrittiva e teorico-comparativa, la funzione educativo-formativa delle attività motorio-sportive e le potenzialità didattiche del corpo e del movimento per favorire l’accesso alla conoscenza. La seconda fase di lavoro invece è stata impegnata nell’identificazione delle caratteristiche e degli strumenti per la realizzazione di percorsi di ricerca in ambito scolastico centrati sul versante motorio e ludico-sportivo e nella definizione di protocolli specifici per l’attuazione di percorsi di ricerca da realizzarsi presso le Istituzioni scolastiche centrati sul versante motorio e ludico-sportivo. L’attività di studio svolta ha analizzato le caratteristiche ed i vincoli richiesti per investigare scientificamente sulla didattica delle attività educativo-motorie attraverso i modelli e le tradizioni euristiche tipici della ricerca educativa. In linea con questa esigenza scientifica sono state esaminate le metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa sul movimento applicabili ai contesti educativo-formativi. La terza fase di lavoro è stato impegnata nell’analisi dei risultati relativi alle esperienze di ricerca svolte secondo il modello della ricerca azione presso istituzioni scolastiche convenzionate con il Dipartimento. I risultati hanno evidenziato che alcuni obiettivi educativi, tradizionalmente oggetto del dibattito pedagogico sulle pratiche di insegnamento più efficaci, sono conseguibili anche attraverso metodologie didattiche alternative da integrare alla comunicazione diretta da parte dell’insegnante e all’uso dei libri di testo. La produttività sul piano dell’apprendimento delle metodologie didattiche proposte è stata misurata sulla base della capacità del laboratorio basato sulla significatività dell’esperienza corporea di facilitare l’organizzazione di un sistema di relazioni che ha messo in comunicazione lo stile cognitivo di ogni singolo alunno, la struttura delle conoscenze da acquisire e l’insieme delle operazioni intellettuali e motorie necessarie all’incorporazione del contenuto dell’apprendimento nella struttura conoscitiva di ogni singolo alunno. Si è trattato, nello specifico, di impiegare le potenzialità corporee e motorie dei soggetti destinatari dell’azione formativa come strategie cognitive e relazionali attraverso una valutazione degli effetti prodotti sulla memoria e sul benessere psico-fisico individuale attraverso un’esperienza di apprendimento che ha coinvolto ciascun alunno naturalmente già dotato di un proprio bagaglio di conoscenze, di un proprio stile cognitivo e soprattutto di modalità singolari di risoluzione di situazioni problematiche. La consapevolezza della non generalizzabilità dei risultati emersi ha indotto però a trarre la conclusione che non esiste un metodo didattico ottimale e definitivo che possa dare risultati positivi e costanti in differenti contesti di apprendimento, con qualsiasi alunno o insegnante, ma che è consigliabile considerare alternative metodologiche nella progettazione degli interventi formativi che tengano conto delle potenzialità del corpo e del movimento nell’accesso alla conoscenza. La necessità di considerare i diversi stili cognitivi e di apprendimento nella popolazione scolastica impone di variare non solo i materiali ma anche i metodi didattici in modo da allargare lo spettro delle possibilità di accesso alle conoscenze soprattutto in presenza di alunni diversamente abili. La ricerca infatti rinunciando a qualsiasi posizione deterministica e non proponendosi come indagine finalizzata all’identificazione di rapporti causali tra metodi didattici e obiettivi educativi è stata condotta nella consapevolezza che “così come una serie di obiettivi potrebbero essere raggiunti attraverso diversi contenuti, parimenti diversi metodi potrebbero essere utili al raggiungimento dei medesimi obiettivi.”1 Ciò permette di allargare il ventaglio delle possibilità di scelta da parte dei docenti e di adottare con variabilità e flessibilità alternative metodologiche che si può ritenere, con un buon grado di certezza, che possono costituire strumenti didattici efficaci nella progettazione degli itinerari formativi per ciascun allievo. La sperimentazione condotta, dunque, ha fornito il proprio piccolissimo contributo alla ricerca didattica orientata all’individuazione di possibili strategie per rendere più efficace l’insegnamento in risposta ai problemi e alle domande emergenti da chi è costantemente impegnato nell’azione educativa senza la pretesa di indicare metodologie universali e pertanto uniche, ma suggerendo attraverso le evidenze empiriche e la significatività dei risultati, supportati da una specifica teoria di riferimento, itinerari formativi collegati agli obiettivi da raggiungere e ai contenuti da proporre. [a cura dell'autore]
IX n.s.
NASONE, ANGELA. « Il contributo dei componenti C.I.O in Italia nello sviluppo internazionale del movimento olimpico ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/214323.
Texte intégralViscione, Ilaria. « Le categorie spazio-temporali del movimento : prospettive semplesse e vicarianti ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2589.
Texte intégralSpace-time orientation is closely dependent on input, and therefore on perception. As learning progresses, the consolidation of acquisitions and the transformation of abilities into competencies takes place. Motor skills can be identified as abilities that adapt to changing environmental contexts. An example of this is the execution of an action for which one has the acquired ability but of which it is obviously impossible to experiment the infinite number of variables that may intervene. A competence can be performed during the execution of a motor task, which envisages knowing ‘how to do’ and knowing ‘how to act’ effectively especially in heterogeneous environmental conditions. In this respect, the degree of competence achieved is carried out based on the success of the task and implies a high level of quality of the action which is put into practice with mastery, effectiveness, safety, automaticity and systematically. Therefore, these represent the natural evolution of the acquisition and consolidation of motor skills and abilities. These represent the functional prerequisite for developing competent motor action. Motor skills are a complex field of research which is further enriched by theoretical knowledge, personal inclinations and masteries, which allow the achievement of results that promote versatility in action and adaptation to the environment. From nursery through to primary school, motility is a crucial time when the child’s corporeity is enhanced by communicative and expressive meanings that contribute to the achievement of autonomy. Through the child’s experience of motor and postural schema that are adapted to an array of playsituations, the child progressively gains recognition of his own body and its parts, both in static as well as in dynamic form. Motor, intellectual, affective, relational, social and moral development in childhood proceeds in parallel with the rapid acquisition of competencies that cannot be separated from the motor area if they are to be considered significant. As claimed in the National Curriculum Guidelines for nursery and primary school, acquiring a competence means play, move, manipulate, be curious, ask questions, learn to reflect on experience through exploration, observation and contrasting different properties, quantities, characteristics, facts; it entails listening and understanding, narrations and discussions, accounting and revoking actions and experiences and translating them into personal and shared records; being able to describe, represent and imagine, repeat situations and events through simulation and role play using different forms of language”. From this what emerges is the potential of didactics concentrated on movement in preschool years with the aim of offering children an array of motor opportunities to refine their competencies. The objective is that of reaching full autonomy of their own corporeity in pre-school through a wide spectrum of motor opportunities. Moreover, the importance of the theme of motor evaluation is highlighted, more particularly, the monitoring of psycho-motor characteristics in childhood and the organisation of space and time. Methodology The sample consisted of 379 children, aged between 3 and 6 years (mean age 4.75 years), attending nursery and primary schools in the province of Salerno. The sample was subjected to psychomotor observations to investigate difficulty in coordination, levels of autonomy, motor skills and gender differences in the development of coordination. The tool used is the Movement ABC Checklist (Assessment Battery for Children), administered by class teachers, previously subjected to targeted training. The evaluation methods are an integral part of accurate observations of the child’s daily activities in the school environment. The first four sessions of the Checklist (48 items) were taken into consideration. These are related to psychomotor behavior of the child's interaction with the surrounding environment in order to highlight motor performance in progressively more complex situations. Results The study conducted demonstrates that the females tend to be more coordinated, both with respect to the males as well as when age progresses. Another aspect that emerged was the discontinuity of the results with respect to the linear progression, in terms of difficulty, of the motor tasks as presented in the standardised checklist. In fact, the results go against the continuity element of the sessions, thus showing incompatible results with a linear progression model. The findings reveal a lack of motor skills that are performed through the autonomy of each child. This condition sheds lights on which daily and school life characteristics should guide the teaching for the recovery, development and strengthening of psychomotor skills. References Berthoz, A. (2015). La vicarianza. Il nostro cervello creatore di mondi. Torino: Codice Edizioni. Calabrese, L. (2001). L’apprendimento motorio tra i cinque e i dieci anni. Roma: Armando. Camerucci, M. (2008). Psicomotricità: equilibrio tra mente e corpo. Identità e modelli educativi. Perugia: Morlacchi. Casolo, F. (2011). Didattica delle attività motorie per l'età evolutiva. Milano: Vita e pensiero. Casolo, F. (2007). Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano. Milano: Vita e Pensiero. Cornoldi, C. et al. (1998). Abilità Visuospaziali. Trento: Erickson. Coste, J. C., & Soubiran, G. B. (2010). Psicomotricità e rilassamento psicosomatico. Roma: Armando Editore. D'Elia, F.(2014). La valutazione motoria nella scuola primaria. Scuola Italiana Moderna. Vol. 4. Pag.81-84 ISSN:0036-9888. ID:63912 Articolo in rivista (262) D'Elia, F. (2009). Corporeità e didattica nella scuola primaria. Chiavi teorico-interpretative per l'insegnamento delle attività motorie. Lecce: Pensa Editore Henderson, S.E., Sugden, D.A. & Barnett, A.L. (2007). Movement ABC: Movement Assessment Battery for Children. London: Harcourt Assessment. Le Boulch, J. (1991). Verso una scienza del movimento umano. Introduzione alla psicocinetica. Roma: Armando Editore. Sibilio, M., Aiello, P., Carlomagno, N., D'Elia, F. & Tore, S. (2014). "Moving Body": The Impact of "Simplexity" and "Educational Corporeality" in Italy. In Physical Education and Health-Global Perspectives and Best Practice Pag.231-242 , Sagamore Publishing. Nicolodi, G. (2011). 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L’orientamento spazio-temporale è strettamente dipendente dalle afferenze, e quindi dalla percezione. Man mano che si procede con gli apprendimenti, avviene il consolidamento delle acquisizioni e la trasformazione delle abilità in competenze. Le competenze motorie possono essere identificate come abilità che si adattano ai contesti ambientali mutevoli, così come avviene durante un’esecuzione motoria di cui si è acquisita l’abilità, ma di cui è ovviamente impossibile sperimentarne le infinite variabili che possono intervenire. La competenza può esplicarsi durante l’esecuzione di un compito motorio che presupponga il saper fare e il saper agire in maniera efficace, specialmente nelle situazioni ambientali eterogenee. In tal senso, il grado di competenza raggiunto si esplica in base alla riuscita del compito, e sottende un alto livello della qualità dell’azione, che viene messa in pratica con maestria, efficacia, sicurezza, automaticità e sistematicità. Esse, dunque, rappresentano la naturale evoluzione dell’acquisizione e del consolidamento delle abilità e delle capacità motorie; queste ultime rappresentano il prerequisito funzionale per sviluppare un’azione motoria competente. Le competenze motorie rappresentano un ambito complesso, arricchito, inoltre, di nozioni teoriche, inclinazioni personali, padronanze, che permettono il conseguimento di risultati in grado di favorire versatilità nelle azioni e adattamento all’ambiente. Nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, la motricità rappresenta un momento essenziale in cui la corporeità si arricchisce di significati comunicativi ed espressivi che contribuiscono al raggiungimento dell’autonomia dell’allievo. Il processo evolutivo del bambino, tramite l’esperire di schemi posturali e motori che vengono adattati a molteplici situazioni-gioco, progressivamente gli consente il riconoscimento del proprio corpo e delle sue parti, sia in forma statica che dinamica. Nel bambino, lo sviluppo motorio, intellettivo-cognitivo, affettivo, relazionale, sociale e morale procede parallelamente alla rapida conquista di competenze che, per risultare significative, non possono prescindere dall’area motoria. “Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare , domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, ripetere, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi1” 1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012. Emerge il potenziale della didattica incentrata sul movimento in età prescolare, al fine di offrire ai bambini una vasta gamma di opportunità motorie per l’affinamento delle competenze, con l’obiettivo del raggiungimento della piena autonomia corporea nell’età prescolare attraverso un’ampia gamma di opportunità motorie. Si evince l’importanza del tema della valutazione motoria e, in particolare, del monitoraggio delle caratteristiche psicomotorie in età evolutiva e dell’organizzazione spazio-temporale. Metodologia Il campione è composto da 379 bambini, di età compresa tra i 3 e i 6 anni (con età media di 4,75 anni), frequentanti le scuole dell’infanzia e primarie della provincia di Salerno. Il campione è stato sottoposto ad osservazioni psicomotorie per indagare difficoltà coordinative, livelli di autonomia, le competenze motorie e le differenze di genere nello sviluppo della coordinazione. Lo strumento utilizzato è la Checklist del Movement ABC (Assessment Battery for Children), somministrata dai docenti di classe, precedentemente sottoposti ad una formazione mirata. Le modalità di valutazione sono parte integrante di accurate osservazioni delle attività quotidiane del bambino in ambiente scolastico. Sono state prese in esame le prime 4 sessioni della Checklist (48 items) relative al comportamento psicomotorio del bambino nell’interazione con l’ambiente circostante, al fine di evidenziare le prestazioni motorie in situazioni progressivamente più complesse. Risultati attesi Lo studio condotto dimostra che le femmine risultano più coordinate, sia rispetto ai maschi, sia con il progredire dell’età. Emerge, inoltre, una discontinuità dei risultati in rapporto alla progressione lineare, in termini di difficoltà, dei compiti motori così come presentati nella Checklist. Infatti i risultati vanno contro l’elemento di continuità delle sessioni, mostrando risultati inconciliabili con la progressione lineare proposta. Le evidenze rivelano una carenza delle competenze motorie che si esplicano attraverso l’autonomia di ciascun bambino. Tale condizione suggerisce quali siano le caratteristiche della vita quotidiana e di classe che dovrebbero orientare la programmazione didattica per il recupero, lo sviluppo e il potenziamento delle abilità psicomotorie. Riferimenti bibliografici Berthoz, A. (2015). La vicarianza. Il nostro cervello creatore di mondi. Torino: Codice Edizioni. Calabrese, L. (2001). L’apprendimento motorio tra i cinque e i dieci anni. Roma: Armando. Camerucci, M. (2008). Psicomotricità: equilibrio tra mente e corpo. Identità e modelli educativi. Perugia: Morlacchi. Casolo, F. (2011). Didattica delle attività motorie per l'età evolutiva. Milano: Vita e pensiero. Casolo, F. (2007). Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano. Milano: Vita e Pensiero. Cornoldi, C. et al. (1998). Abilità Visuospaziali. Trento: Erickson. Coste, J. C., & Soubiran, G. B. (2010). Psicomotricità e rilassamento psicosomatico. Roma: Armando Editore. D'Elia, F.(2014). La valutazione motoria nella scuola primaria. Scuola Italiana Moderna. Vol. 4. Pag.81-84 ISSN:0036-9888. ID:63912 Articolo in rivista (262) D'Elia, F. (2009). Corporeità e didattica nella scuola primaria. Chiavi teorico-interpretative per l'insegnamento delle attività motorie. Lecce: Pensa Editore Henderson, S.E., Sugden, D.A. & Barnett, A.L. (2007). Movement ABC: Movement Assessment Battery for Children. London: Harcourt Assessment. Le Boulch, J. (1991). Verso una scienza del movimento umano. Introduzione alla psicocinetica. Roma: Armando Editore. Sibilio, M., Aiello, P., Carlomagno, N., D'Elia, F. & Tore, S. (2014). "Moving Body": The Impact of "Simplexity" and "Educational Corporeality" in Italy. 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Elementi di complessità della valutazione motoria in ambiente educativo. Giornale Italiano Della Ricerca Educativa. Vol. 8. Pag.163-174 Sibilio, M. (2013). La didattica semplessa. Napoli: Liguori. Sorzio, P. (2005). La ricerca qualitativa in educazione. Roma: Carocci. Vayer, P. (1992). Educazione psicomotoria nell'età scolastica. Roma: Armando. [a cura dell'autore]
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Livres sur le sujet "Didattica del movimento"
Freschi, Anna Maria. Movimento e misura : Esperienza e didattica del ritmo. Torino : EDT, 2006.
Trouver le texte intégralPedagogia e didattica del movimento corporeo nell'educazione musicale di base : XX convegno europeo promosso e organizzato dall'Associazione Corale Goriziana "C.A Seghizzi.". Gorizia : Sala congressi, 1989.
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