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Thèses sur le sujet « Di Personalità »

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1

Luca, Antonina. « I disturbi di personalità nella malattia di Parkinson. Studio caso-controllo ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/222.

Texte intégral
Résumé :
Obiettivi: In accordo al modello biopsicosociale di Cloninger, la personalita' del parkinsoniano si caratterizza per un'alta Harm Avoidance (HA) e per una bassa Novelty Seeking (NS). A tutt'oggi non esistono dati di letteratura relativi alla presenza di Disturbi di Personalita' (Personality Disorders, PeDs), definiti in accordo ai criteri del DSM-IV TR nei soggetti affetti da Malattia di Parkinson (MP). Metodi: sono stati arruolati 100 soggetti affetti da MP (57 uomini e 43 donne; eta' media 59.0±10.2 anni) e 100 controlli sani (52 uomini e 48 donne; eta' media 58.1±11.4 anni). I tratti temperamentali sono stati investigati attraverso il Temperament e Character Inventory (TCI) mentre la presenza di PeDs stata valutata attraverso la Structured Clinical Interview for Personality Disorders- DSM- IV Axis II (SCID II). Risultati: dei 100 soggetti con MP, 80 (80%) soddisfacevano i criteri del DSM-IV per almeno un PeD mentre, tra i controlli sani, solo 24 soggetti erano affetti da almeno un PeD (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Tra i casi,il PeD piu' frequente era il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalita' che si presentava nel 40% dei soggetti, seguito dal Disturbo Depressivo di Personalita' (13.7%). Dei 100 pazienti arruolati nello studio, 72 hanno completato il TCI. Le sottoscale del TCI hanno mostrato livelli elevati di HA (74.5±25.0), bassa NS (24±19.7) e RD (35.1±25.1). A differenza di quanto avviene per l'HA, la presenza di PeDs non sembra esser correlata con la durata di malattia con la terapia dopaminergica. Conclusioni: in accordo con i nostri dati i PeDs potrebbero esser presenti sin dagli stadi iniziali della malattia se non addirittura precederne l'esordio clinico rappresentando quindi un sintomo non-motorio precoce.
Objectives: According to Cloninger's biopsychosocial model, parkinsonian personality is characterised by a high Harm Avoidance (HA) and a low Novelty Seeking (NS). Nowadays, data on Personality disorders (PeDs) according to DSM-IV TR criteria are not available in literature. Methods: 100 PD patients (57 M and 43 F; mean age 59.0± 10.2 years) and a group of sex and age frequency matched healthy controls (52 M and 48 F; mean age 58.1±11.4 year) were enrolled in the study. Presence of PeDs defined according to the Axis II of the DSM-IV TR was investigated using the Structured Clinical Interview for Personality Disorders-II (SCID-II). Temperament traits were investigated by the Temperament e Character Inventory (TCI). Results: out of the 100 PD patients, 80 (80%) fulfilled the DSM-IV TR criteria for at least one PeDs versus 24 (24%) of the control group (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Among PD patients, the Obsessive Compulsive PeD (OC-PeD) was the most common (40%), followed by the Depressive PeD. Out of the 100 enrolled patients, 72 completed the TCI. A high HA (74.5± 25.0), a low NS (24± 19.7) and RD (35.1± 25.1) have been recorded. Contrary to what happens to HA, the presence of PeDs was not correlated neither with disease duration nor with dopaminergic therapy. Conclusion: according to our data, PeDs could be considered among the non-motor symptoms characterizing the early stage of PD.
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2

RODIGARI, TULLIA. « La personalità culturale e storica di Goliarda Sapienza ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42174.

Texte intégral
Résumé :
This research concerns a Sicilian writer, who is not well-known and is little valued, Goliarda Sapienza (1924-1996). My thesis will try to give voice to a writer from the margins of Italian literature and, if possible, try to explain her main literary themes and include her work in the cultural milieu, showing at the same time the originality and creativity. The Art of Joy is her most important and “scandalous” work. What strikes you, above all, is the close rapport that she exhibit between art and life. Through the construction of a grand family saga, that embraces the first fifty years of the twentieth century, Goliarda was able not only to portray herself, but also to deal with the awkward topics of the period such as sexual liberation, physical love, politics and feminism. The Art of Joy could possibly be called The Art of Life; but it is without doubt that “the life” in which Goliarda Sapienza believes is not a pure and natural abstract, because it is always interwoven with history. This history is always conceived with a Marxist accent, even if it is in great part a heretical Marxism (it is spoken of as a Marxism with Nietzschcean echoes).
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3

Castellucci, Michela. « "Poliglotti come camaleonti. Se parlano un'altra lingua cambiano personalità." Proposta di traduzione di un articolo di giornale e riflessione sul rapporto tra lingue e personalità distinte ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10777/.

Texte intégral
Résumé :
La presente tesi è volta a prospettare una proposta di traduzione dell’articolo di giornale «Poliglotti come camaleonti: Se parlano un’altra lingua cambiano personalità» pubblicato nel 2013 dal quotidiano nazionale La Repubblica, a seguito della diffusione di studi che dimostrano la fondatezza scientifica della compresenza di più identità socio-linguistico-culturali nei poliglotti, ritenute essere all’origine dell’insorgenza di tratti caratteriali anche contrastanti tra loro. Accanto alla traduzione, l’elaborato intende soffermarsi su aspetti cognitivi introdotti nell’articolo, con un approfondimento e una riflessione personale sugli studi sul cambiamento di personalità nei soggetti plurilingue. Nel dettaglio, la tesi si articola di 4 capitoli. In quello introduttivo (capitolo 1), mi propongo di instradare il lettore verso il campo della traduzione in ambito giornalistico, un settore poco analizzato ma degno di particolare attenzione per la sua unicità. Il capitolo 2 è interamente dedicato alla proposta di traduzione dell’articolo di La Repubblica di cui sopra, inserito in appendice. Segue un’analisi con commento alla traduzione (capitolo 3) all’interno della quale illustro la concatenazione di procedimenti tramite cui sono giunta alla realizzazione della traduzione, con conseguenti motivazioni concepite per giustificare determinate scelte traduttive. Il commento costituisce l'aggancio tra traduzione e riflessione sul contenuto tradotto. La tesi si conclude con il capitolo 4, dove appunto la questione di riferimento è “È possibile cambiare personalità nel passaggio da una lingua all’altra?”. A sostegno della mia riflessione ho consultato diverse fonti accademiche tra riviste, singoli articoli universitari e libri di testo.
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4

CORRIAS, DEBORAH. « "Ars medica" : dimensioni di personalità e percezione della professione medica in studenti di medicina ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/44800.

Texte intégral
Résumé :
A partire dal secolo scorso si assiste a un cambiamento cruciale del modello di riferimento medico, si passa da un modello definito biologico o disease centred a uno definito biopsicosociale o patient centred (Balint, 1957; Jaspers, 1953; Engel, 1977). Ciò che differenzia i due modelli è l’importanza attribuita alla relazione con il paziente, che diventa pertanto anche oggetto di formazione nelle facoltà mediche (Virzì, 2007). Alcune ricerche americane (Haidet, Dains, Paterniti, Hechtel, Chang, Tseng e Rogers, 2002; Hojat, Mangione, Nasca, Rattner; Erdmann, Gonnella e Magee; 2004) però sottolineano che a un avanzamento nel percorso universitario, corrisponde una diminuzione dell’importanza attribuita agli aspetti relazionali del rapporto con il paziente e dei livelli di empatia, che insieme alla motivazione costituiscono alcuni degli elementi che costituiscono dell’intelligenza emotiva (Goleman, 2005), impalcatura di qualsiasi relazione. Spesso questo cambiamento viene associato all’esperienza di tirocinio nei reparti ospedalieri (Neumann, Friedrich, Tauschel, Fischer, Wirtz, Woopen, Haramati e Scheffer, 2011) . Questo studio ha lo scopo di verificare se l’esperienza di tirocinio ha un’influenza sull’atteggiamento verso i pazienti anche negli studenti italiani di medicina, sui loro livelli di empatia e sulla motivazione a fare medicina. Il protocollo di ricerca è costituito da due questionari self report, il Jefferson Scale Physician Empathy (Hojat et al., 2001) e il Patient Pratictioner Orientation Scale (Krupat, 2000) e da una domanda aperta sul perché hanno scelto di fare medicina. La ricerca è suddivisa in due studi. Il primo studio è svolto su 326 studenti frequentanti il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca: 190 studenti hanno compilato il questionario durante il secondo anno, quindi senza esperienza di tirocinio in reparto, mentre 136 studenti hanno aderito alla ricerca durante il quinto anno di corso, quindi avendo esperienza di reparto. Il secondo studio prevede un disegno longitudinale: 40 soggetti hanno compilato il questionario al secondo anno e successivamente al quarto anno. Per il primo studio è stata svolta un’analisi multipla lineare, per il secondo è stata applicata l’analisi del T-test. L’esperienza di tirocinio non sembra influire sulle dimensioni prese in esame in questo studio. Le femmine sono maggiormente empatiche e attribuiscono maggiore importanza agli aspetti relazionali nella comunicazione con i pazienti rispetto ai colleghi maschi. A differenza di quanto evidenziato dagli studi americani, l’esperienza di tirocinio non sembra influenzare le dimensioni analizzate. Questo fenomeno potrebbe essere messo in relazione con un atteggiamento funzionale dei tutori a cui questi studenti si riferiscono durante il tirocinio e anche con il fatto che hanno la possibilità di riflettere su questi aspetti già durante il secondo anno di corso.
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5

De, Longhi Alice <1995&gt. « Il culto della personalità di Klement Gottwald nella cultura comunista cecoslovacca ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18277.

Texte intégral
Résumé :
La tesi magistrale presenta il culto della personalità dell’ex presidente cecoslovacco Klement Gottwald nella cultura comunista. L’obiettivo principale del lavoro è presentare gli aspetti principali del culto cecoslovacco, esclusivamente da un punto di vista storico e culturale, con particolare attenzione alla cultura audiovisiva (manifesti, fotografie, film e serie tv). Essenziali saranno i confronti con altri culti della personalità, in particolare con quello creato da Iosif Stalin, al quale Gottwald si ispira. Prima di analizzare nel dettaglio il caso cecoslovacco, verrà presentata un’analisi del culto della personalità come fenomeno generale, con particolare attenzione agli aspetti più interessanti o problematici del culto. Il lavoro presenterà poi un’analisi generale del culto di Gottwald, dando spazio soprattutto agli aspetti che lo differenziano dagli altri esempi citati, come la questione religiosa, la base storica del culto e la morte e funerale del leader. Sarà presente anche una panoramica sulla presenza di Gottwald nella cultura comunista nazionale dopo la sua morte, che avviene nel 1953, per sottolineare in che termini continua ad essere rappresentato dalla propaganda comunista. Lo scopo principale di questa ricerca è indagare se il culto di Gottwald cambia dopo la sua morte e a quella di Stalin e dopo eventi rilevanti di portata nazionale e internazionale, quali il “discorso segreto” di Kruscev (1956) e la Primavera di Praga (1968).
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6

GATTI, MONICA. « Preferenze pittoriche e personalità. Il ruolo della familiarità artistica come fattore di mediazione ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/155.

Texte intégral
Résumé :
Ciascuno di noi, posto davanti a un'opera d'arte è in grado di esprimere una preferenza, anche se non l'ha mai vista prima. Child (1965) sosteneva come in questo processo di valutazione fosse determinante il ruolo giocato dalla personalità, tuttavia l'autore aggiungeva anche che la conoscenza o l'esperienza in campo artistico potrebbero ridurre se non annullare questo effetto. Furham e Walker (2001) hanno invece sottolineato come la personalità potrebbe essere maggiormente legata allo sviluppo della familiarità artistica invece che determinare direttamente le preferenze pittoriche. Il presente lavoro si pone dunque l'obiettivo di studiare la familiarità artistica in veste di mediatore tra le variabili di personalità e le preferenze pittoriche. I risultati mettono in luce come questa mediazione avviene per la ricerca di brivido e avventura, il bisogno di chiusura cognitiva e la sensibilità estetica (fattori di bellezza classica e rapimento estatico). Sempre attraverso questi modelli di mediazione, le preferenze pittoriche sono state analizzate considerando le principali caratteristiche dello stimolo: lo stile pittorico, il soggetto rappresentato e il livello di complessità. in particolare lo stile e il soggetto hanno messo in luce interessanti differenze. Si auspicano futuri studi che tengano conto degli effetti di interazione sia tra le variabili di personalità, sia tra le caratteristiche delle opere pittoriche.
Everyone could say if he likes or not a work of art, even if he never saw it before. Child (1965) stressed the importance of the personality traits for this process of evaluation, however he also suggested that personality variables become less important as knowledge of art increases. Furham e Walker (2001) proposed that personality variables predict exposure to art (galleries visited, art purchased, art studied) which in part predicts familiarity which is the most direct predictor of art preferences. The aim of this study is testing the role of artistic familiarity as mediator between personality traits (predictors) and pictorial preferences (outcome). Results show mediation for thrill and adventure seeking, need for cognitive closure and aesthetic sensitivity. Pictorial preferences are also studied in mediation models considering the characteristics of the works of art: style, represented subject and simplicity/complexity. In particular, the style and the represented subject show significant differences. Future research is needed, particularly on the study of the interaction between both personality variables and pictorial characteristics.
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7

POGGI, ANITA. « Trust in Borderline Personality Disorder ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330121.

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Résumé :
Il presente contributo propone un modello euristico per lo studio della fiducia interpersonale. Sulla base di precedenti concettualizzazioni sul tema della fiducia consideriamo la fiducia interpersonale un processo interattivo, circolare e che prevede più fasi. Di conseguenza, sottolineiamo l'importanza di considerare le espressioni comportamentali di fiducia come l'esito di un processo dinamico in continua evoluzione piuttosto che come una disposizione personale statica. Nella presente tesi, miriamo ad approfondire i processi che sottostanno una minore predisposizione a fidarsi del prossimo da parte dei soggetti con tratti di personalità borderline (il così detto, untrustworthiness bias). Lungo l'intero elaborato di tesi esemplifichiamo un utilizzo del modello proposto per esplorare l'untrustworthiness bias in soggetti con tratti di personalità borderline. Nel primo Capitolo, forniamo una presentazione dettagliata del modello già menzionato in precedenza e una revisione sistematica della letteratura precedente in merito a difficoltà a fidarsi del prossimo in soggetti con Disturbo Borderline di Personalità. Nei capitolo successivi presentiamo cinque studi empirici che approfondiscono alcune fasi specifiche suggerite nel modello. Nei capitoli 2, 3 e 4 esploriamo l'influenza di alcune differenze individuali sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti di personalità borderline. Più di preciso, un questi capitoli ci occupiamo di esplorare rispettivamente la sensibilità all'esclusione sociale, all'ingiustizia e la sospettosità. In questi capitoli dimostriamo empiricamente come diverse disposizioni individuali possono influenzare diversamente la disposizione individuale a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti borderline di personalità. Nel Capitolo 5, invece, esploriamo l'effetto che diversi indizi di fiducia (indizi diretti e indiretti) possono avere sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti borderline di personalità. I nostri risultati sottolineano come l'associazione tra tratti borderline e untrustworthiness bias non è stabile, bensì variabile. Infine, nel Capitolo 6, ci focalizziamo sull'influenza della situazione di Covid-19 sulle disposizioni individuali a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti di personalità borderline. Sorprendentemente, troviamo disposizioni alla fiducia interpersonale simili tra individui che hanno partecipato allo studio durante il periodo di lock-down nonostante livelli variabili di tratti borderline di personalità. Nelle conclusioni presentiamo i nostri risultati principali e le implicazioni dell'usare, sia in ambito clinico sia empirico, il modello suggerito per studiare il fenomeno della fiducia interpersonale.
The present work proposes a novel heuristic model for studying Interpersonal Trust. Building upon previous conceptualizations of trust, we recommend considering trust as an iterative, circular, and multi-step process. Hence, we stress the importance of considering trust expressions as a dynamic process in continuous evolution rather than a static personality disposition. In the present work, our main aim is to shed light on the processes underlying the lower propensity of individuals with Borderline Personality Disorder features to trust others (i.e., untrustworthiness bias). Throughout the thesis, we exemplify the use of the proposed model for exploring the well-established untrustworthiness bias of individuals with Borderline Personality Disorder (BPD) features. Chapter 1 provides a detailed illustration of the model mentioned above and a systematic review of the previous literature on trust impairments among individuals with BPD. In the following chapters, we present five empirical studies that elucidate the peculiar functioning of individuals with BPD features in some of the stages suggested by the model. In Chapters 2, 3, and 4, we investigate the influence of some individual differences on BPD’s untrustworthiness bias. We respectively focus on the exploration of Rejection Sensitivity, Justice Sensitivity, and Suspiciousness. In these chapters, we empirically prove that different trust-related personal dispositions have a typical influence on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. In Chapter 5, we explore the effects of diverse (i.e., direct or indirect) cues on the untrustworthiness bias of individuals with BPD features. Our findings remarkably suggest that the association between BPD features and untrustworthiness bias is not stable rather variable. Finally, in Chapter 6, we focus on the influence of Covid-19 circumstances on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. Surprisingly, we found similar interpersonal trust dispositions among individuals with different BPD features’ levels in a large community sample recruited during confinement. In conclusion, we discuss our findings and the implications of using the suggested model to study Interpersonal Trust both from an empirical and clinical perspective.
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8

BRUSADELLI, EMANUELA. « Disturbo da Binge-Eating : dalla diagnosi nosografico-descrittiva al funzionamento di personalità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/74225.

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Résumé :
Il Disturbo da Binge-Eating rientra fra i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione nell’ultima edizione del Manuale Statistico e Diagnostico per i Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013), riconosciuto come una diagnosi indipendente con un’importante utilità clinica, dotata di caratteristiche specifiche e di un considerevole valore prognostico. Negli ultimi decenni si è assistito a un crescente interesse scientifico nei confronti di tale disturbo. Le ricerche pubblicate si sono concentrate su specifiche aree di indagine quali lo studio delle caratteristiche dell’abbuffata e l’esplorazione dei diversi metodi di rilevazione del comportamento binge-eating; la valutazione di una comorbilità psichiatrica con quadri clinici, come ansia, depressione, disturbo da uso di sostanze, ADHD, e disturbi di personalità; l’indagine su possibili fattori di rischio, tra cui la presenza di life events stressanti, fattori genetici, pattern disfunzionali di attaccamento; l’impatto del disturbo sulla vita dei soggetti che ne sono affetti, in termini di bassa qualità della vita, legata alla presenza di complicanze mediche e a una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di queste; la presenza di un ridotto benessere psicologico, legato a difficoltà in ambito psicosociale, problemi connessi con la propria immagine corporea e bassa autostima; infine studi relativi alla valutazione dell’efficacia di trattamenti medico-chirurgici, farmacologici, e psicologici (Kraff, Bulik, Marcus, Striegel, Wilfley, Wonderlich, Hudson, 2013). Ridotti, invece, sono ad oggi gli studi volti a valutare il funzionamento di personalità dei soggetti binge-eaters. In questo ambito, le ricerche riguardano, in particolare, la concezione del comportamento alimentare disfunzionale come risposta a stimoli di natura emotiva, nell’ottica del cosiddetto “emotional eating”, ma con uno scarso approfondimento delle dinamiche sottostanti (Masheb, Grilo, 2006) Scopo del presente lavoro è esplorare quest’area di indagine della letteratura, al fine di comprendere i meccanismi psicologici sottesi al comportamento binge-eating e ipotizzare, così, possibili correlati eziopatogenetici. Tale obiettivo è stato perseguito, in primo luogo, attraverso il ricorso a uno strumento self-report di valutazione della personalità, il Millon Clinical Multiaxial Inventory-III (Millon, 1997), che ha messo in luce un profilo specifico del funzionamento di personalità dei pazienti binge-eaters. Tale studio è stato replicato su un campione di soggetti binge-eaters con un’altra provenienza geografica nazionale, al fine di sostenere la generalizzabilità dei risultati emersi. Successivamente, si è approfondito lo studio del funzionamento mentale attraverso l’utilizzo di uno strumento performance-based quale il test di Rorschach, secondo il Sistema Comprensivo di Exner (2003), per approfondire le difficoltà emotive connesse al comportamento alimentare dell’abbuffata e i sentimenti connessi a sè. I dati provenienti dai due strumenti sono stati integrati fra loro al fine di ottenere un quadro diagnostico quanto più esaustivo del funzionamento di personalità dei soggetti affetti da Disturbo da binge-eating, mettendo in luce la presenza di vissuti emotivi disturbanti non tollerati che contribuiscono a incrementare una visione frammentata di Sé. Tali aspetti sembrano influenzare la capacità dei pazienti di interpretare in maniera adeguata il mondo esterno (e interno). In conclusione, verranno discusse le implicazioni cliniche dei risultati emersi, i limiti delle ricerche condotte e le direzioni future degli studi sul Binge-eating Disorder.
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GIANCOLA, MARCO. « Fattori cognitivi, di personalità ed emotivi coinvolti nella creatività : dall'infanzia all'età adulta ». Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192068.

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Résumé :
Creativity is one of the four primary skills in the 21st century, along with critical thinking, communication, and collaboration. It represents a crucial factor for achieving social and economic growth and solving daily life problems. The current dissertation relies on seven studies and aims to deepen the roots of creativity, considering both creative potential (e.g., divergent and convergent thinking) and creative production at different developmental stages. The findings of the seven studies support the idea of creativity as a confluence of the multiplicative interaction amongst individual resources, including cognitive processes and personality traits. In particular, whereas cognition is crucial during the generation of creative thoughts, explaining how creativity is materialised, personality is responsible for the extent to which cognitive processes are used.
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Rota, Enrico <1990&gt. « Il profilo degli investitori socialmente responsabili : il ruolo dei tratti di personalità ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20610.

Texte intégral
Résumé :
Negli ultimi decenni, e in special modo negli anni più recenti, il tema della finanza sostenibile ha assunto una crescente rilevanza, destando l'interesse di un numero sempre maggiore di studiosi, governi, organizzazioni internazionali, operatori economici e, non da ultimo, del più vasto pubblico dei risparmiatori, desiderosi di contribuire alla risoluzione delle sfide poste in essere da fenomeni quali ad esempio i cambiamenti climatici, le diseguaglianze economiche e sociali e la tutela dei diritti umani. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di delineare il profilo degli investitori socialmente responsabili tramite l’esame dell’influenza esercitata dai tratti di personalità (Big Five e propensione al rischio) e dalle caratteristiche socio-demografiche relativamente alla determinazione delle preferenze di investimento. I dati sono stati acquisiti mediante la somministrazione di un questionario. Nella prima parte sono stati tracciati i lineamenti generali del fenomeno dell’investimento socialmente responsabile, ripercorrendone le origini e i principali sviluppi sino ai giorni nostri. Nella seconda parte si è proseguito con l'esame della letteratura inerente al profilo degli investitori socialmente responsabili, procedendo con la presentazione delle caratteristiche del campione intervistato e, infine, con la descrizione delle analisi effettuate e dei risultati ottenuti.
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PRETI, EMANUELE. « Il modello di O.F. Kernberg per lo studio dei disturbi di personalità. Validazione delle versioni italiane dell'inventory of personality organization (IPO) e della structured interview of personality organization (STIPO) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28335.

Texte intégral
Résumé :
Objective. This work aims at assessing the psychometric properties of the Italian versions of the Inventory of Personality Organization (IPO; Lenzenweger et al. 2001), a self-report instrument for the assessment of personality organization, according to Otto Kernberg’s model, and the Structured Interview of Personality Organization (STIPO), the interview-version of the IPO. Study 1 and Study 2 (Chapter 2) evaluated the psychometric properties of the IPO. Methods. 696 university students and people from the community (Study 1; males 37%; mean age=36.51 ys; SD=±14.08; range: 18-74) and 121 psychiatric patients (Study 2; males 43.8%; mean age=37.22 ys; SD=±10.54; range: 18-66) completed a set of questionnaires including the IPO, the Severity Indices of Personality Problems (SIPP-118; Verheul et al., 2008), the Borderline Personality Disorder Checklist (Giesen-Bloo et al., unpublished manuscript), the Response Evaluation Measure 71 (Steiner et al., 2001), and the Symptom Checklist 90-R (Derogatis, 1977). Results. Confirmatory factor-analyses conveyed results similar to those obtained by Ellison and Levy (2011) and supporting a 4-factor solution (instability of sense of self and others, instability of goals, instability of behaviors, and psychosis). The factor structure proved to be invariant across samples (non clinical and clinical) and gender. The four IPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .72 and .91), and good test-retest reliability in the non clinical sample (time frame: one month; ICC ranging between .80 and .96). Patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis, emerged in line with theoretical expectations. The first factor, Instability of sense of self and others, showed associations with measures of identity integration and defensive functioning, as well as associations with borderline symptoms and psychopathological distress. The second factor, Instability of goals, showed associations with coherent measures of the capacity to set realistic goals and to achieve them. The third factor, Psychosis, showed the expected associations with paranoid/dissociative symptomatology only in the clinical sample. Finally, the fourth factor, Instability of behaviors, was found to be associated with personality functions and symptom clusters connected with difficulties in the regulation of anger, impulses, and aggression. The four factors showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Instability of sense of self and others and Instabilty of goals discriminate between borderline patients and non borderline patients. The study presented in Chapter 3 evaluated the psychometric properties of the STIPO. Methods 30 university students and people from the community (males 23%; mean age=40.97 ys; SD=±14.35; range: 22-63) and 49 psychiatric patients (males 46.8%; mean age=36.60 ys; SD=±9.45; range: 20-53) were interviewed through the STIPO and completed a set of questionnaires including the IPO, REM 71 (Steiner et al., 2001), and the SIPP-118 (Verheul et al., 2008); psychiatric patients were also interviewed through the Structured Clinical Interview for Axis II Disorders (SCID II; First et al., 2001). Results Confirmatory factor-analyses confirmed the theoretical 7-factor dimensionality of the interview (Identity, Object relations, Defenses, Coping, Aggression, Moral values, and Reality testing). The STIPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .78 and .91), and good inter-rater reliability (ICC ranging between .82 and .97). For what concerns the three primary scales of the STIPO (Identity, Defenses, and Reality testing), the patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis and regressions, were in line with theoretical expectations. The Identity scale showed associations with measures of the stability of self image and the capacity of pursuing goals. The Defenses scale resulted to be associated with the external measure of primitive defenses and with the domains of the IPO concerning the Instability of the sense of self and others and the Instability of goals, as well as with measures of lack of self-control and emotional instability. Finally, the Reality testing scale showed coherent associations with the Psychosis factor of the IPO. The three primary scales of the STIPO also showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Identity and Defenses, and not Reality testing, discriminate between borderline patients and non borderline patients. Conclusions. Our results suggest that the Italian versions of the IPO and the STIPO are reliable and valid tools for the assessment of personality organization according to Kernberg’s model. Results are discussed in terms of their implications regarding research and clinical practice, as well as in the context of the new conception of personality disorders proposed for the DSM V.
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VINCETI, GIULIA. « Personalità premorbosa nello spettro Demenza Frontotemporale – Sclerosi Laterale Amiotrofica (DFT-SLA) : correlati comportamentali e di imaging cerebrale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1273443.

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Résumé :
Background: la Demenza Frontotemporale (FTD) e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (ALS) sono considerati due fenotipi dello stresso continuum neurodegenerativo (lo spettro FTD-ALS) caratterizzato da un substrato patologico e genetico comune. I pazienti possono presentare forme cliniche “pure”, cognitivo/comportamentali (FTD) o motorie (ALS), o forme miste (FTD-ALS). I fattori che determinano lo sviluppo di uno fenotipo piuttosto che un altro sono attualmente sconosciuti. Tuttavia, alcune caratteristiche della personalità dei pazienti sono percepite dai terapeuti come ricorrenti in entrambi i fenotipi: i pazienti ALS tendono a mostrare un comportamento pro-sociale caratterizzato da gentilezza e gradevolezza; al contrario, i pazienti FTD presentano disinibizione, comportamenti antisociali e mancanza di empatia. Questi tratti sono spesso descritti dai congiunti come già presenti e strutturali della personalità del paziente, sebbene attenuati. Obiettivo del presente studio è indagare se pazienti con FTD e ALS siano caratterizzati da differenti profili di personalità nella loro vita premorbosa, con l'ipotesi che la personalità premorbosa rifletta una vulnerabilità specifica dei circuiti cerebrali legati al comportamento sociale e alla funzione motoria. Metodo: sono stati reclutati prospetticamente 46 pazienti (30 FTD, 13 ALS, e 3 FTD-ALS, questi ultimi assegnati al gruppo FTD sulla base del sintomo di presentazione). La personalità dei pazienti è stata valutata attraverso il NEO Personality Inventory 3 (NEO-PI-3), che analizza cinque fattori di personalità (nevroticismo, estroversione, apertura, gradevolezza, coscienziosità). Il NEO-PI-3 è stato somministrato ai familiari dei pazienti, chiedendone la compilazione in duplice copia, con riferimento alla personalità del paziente alla diagnosi e 15 anni prima dell'inizio dei sintomi, rispettivamente. I pazienti sono stati inoltre sottoposti a risonanza magnetica cerebrale (MRI), con acquisizione di sequenze T1 ad alta risoluzione e sequenze di risonanza magnetica funzionale a riposo (rsfMRI) per successive analisi di Voxel based morphometry (VBM) e Probabilistic Independent Component Analysis (ICA), rispettivamente. Risultati: Una differenza significativa nella personalità premorbosa è emersa nel dominio Apertura, evidenziando come i pazienti ALS presentino maggiore apertura alle esperienze, idee ed emozioni rispetto ai pazienti FTD (150 vs 133, p=0.020), così come nel dominio dell'Estroversione, evidenziando come i pazienti ALS si siano caratterizzati, nella vita premorbosa, per maggiore socievolezza, loquacità e ottimismo (150 vs 134, p = 0,006). L'analisi di VBM ha mostrato una correlazione positiva tra il dominio di Nevroticismo premorboso e il volume GM nelle aree dell'ippocampo sinistro e del nucleo accumbens bilaterale. Nell'analisi tra gruppi dei resting state networks (RSNs) precedentemente identificati, il gruppo ALS ha mostrato una maggiore connettività funzionale (FC) rispetto ai soggetti FTD nel RSN sensori-motorio. Nel salience RSN, il gruppo ALS e il gruppo dei controlli hanno mostrato una maggiore FC rispetto alla FTD nel lobo parietale destro e nel cervelletto. Nell'analisi di correlazione tra FC e personalità premorbosa, nel gruppo FTD è emersa una correlazione negativa tra FC nel RSN sensori-motorio ed Estroversione e Apertura, al contrario nel gruppo ALS è emersa una tendenza alla correlazione positiva. Conclusione: il profilo di personalità premorbosa differisce nei pazienti FTD e ALS in due domini, Apertura ed Estroversione, sostenendo l'ipotesi che la personalità premorbosa possa rappresentare un marcatore di vulnerabilità allo sviluppo di disturbi comportamentali o motori.
Background: Frontotemporal dementia (FTD) and amyotrophic lateral sclerosis (ALS) are two clinical expressions of the same neurodegenerative continuum (FTD-ALS spectrum) with common underlying pathology and genetic background. Patients can present with pure behavioural/cognitive (FTD), pure motor (ALS) or mixed (FTD-ALS) forms. What determines the development of one rather than the other phenotype is unknown. However, it is common observation that patients’ personality differs between the phenotypes: ALS patients tend to display a prosocial behavior characterized by kindness and agreeableness; FTD patients tend to present with disinhibition, anti-social behaviors and lack of empathy. These traits are often described by patients’ relatives as having always characterized the patients’ personality. We therefore aimed at testing if FTD and ALS patients had different personality profiles in their premorbid life, with the hypothesis that premorbid personality reflects a specific vulnerability to damage of brain circuits related to social behavior or motor function. Method: We prospectively recruited consecutive eligible FTD and ALS patients presenting to our Neurology Clinics. Patients’ personality was assessed through the NEO Personality Inventory 3 (NEO-PI-3), which analyses the five main personality factors (Neuroticism, Extraversion, Openness, Agreeableness, Conscientiousness). NEO-PI-3 was administered to patients’ caregivers with reference to the patient’s personality at two timepoints: at diagnosis and 15 years prior to symptoms onset. Patients also underwent MRI scan of the brain including High resolution T1-weighted and resting state functional MRI (rsfMRI) sequences. Imaging data were analyzed with FSL tools including voxel-based morphometry (VBM) and probabilistic independent component analysis (ICA). Result: 46 patients (30 FTD, 13 ALS, and 3 FTD-ALS assigned to the FTD group, based on their first symptom) were recruited. A significant difference in premorbid personality emerged in the Openness domain, showing that ALS patients had been more open to new experience, ideas and emotions than FTD patients (150 vs 133, p=0.020), even many years before symptoms onset. Also, a significant difference between groups emerged in the Extraversion domain, showing that ALS patients were characterized, in premorbid life, by higher sociability, loquacity, and optimism (150 vs 134, p = 0.006). The VBM analysis showed a positive correlation between premorbid Neuroticism and GM volume in the areas of left hippocampus-parahippocampal gyrus and left and right nucleus accumbens. In the between-group analysis of the previously identified RSNs, in the sensory-motor RSN ALS showed greater functional connectivity than both FTD and control subjects in the right motor cortex. In the salience RSN, controls and ALS showed increased functional connectivity compared to FTD in the right parietal lobe and in the cerebellum. In the correlation analysis between functional connectivity and premorbid personality scores, a negative correlation between FC in sensory-motor RSN and Extraversion and Openness emerged in FTD, conversely a trend to positive correlation emerged in the ALS group. Conclusion: premorbid personality profile differ in FTD and ALS patients in two domains, Openness and Extraversion, supporting the hypothesis that premorbid personality may represent a vulnerability marker to the development of behavioral or motor disturbances.
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Musitano, Egidio <1987&gt. « La personalità di un'azienda e il suo Sé. L'immagine di quattro aziende venete interpretata alla luce dei tipi junghiani ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9282.

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Résumé :
Il lavoro si propone di fornire un possibile modello d'interpretazione per l'immagine di un'azienda. A tal fine, è esposta un'analisi dell'immagine di quattro aziende con base in Veneto basata sulle nozioni dei "tipi psicologici" di Jung.
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Magdalena, Brocvielle-Moenens. « La personalità e l'epoca di Carlo Levi attraverso la sua opera letteraria e pittorica ». Lille 3, 1985. http://www.theses.fr/1985LIL30031.

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Dossola, Francesco <1963&gt. « La personalità di Nicolae Titulescu nella politica estera rumena tra le due guerre mondiali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1544.

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DI, FRANCESCO NICCOLÒ ETTORE. « Valutazione con MMPI 2 Di. Un campione di pazienti borderline della comunità terapeutica "Villa Ratti" e relazione con le percentuali di interventi del progetto terapeutico-riabilitativo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43714.

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Résumé :
ABSTRACT: PERSONALITÀ E RIABILITAZIONE PSICHIATRICA INTRODUZIONE: i percorsi riabilitativi delle comunità terapeutiche sono mirati a riacquisire un’adeguata funzionalità personale, relazionale e lavorativa, consentendo il reinserimento sociale dei pazienti. Tuttavia in letteratura non sono presenti dati sulla predisposizione alla partecipazione alle attività previste dai piani di cura individualizzati. Pertanto si indaga la relazione tra i tratti di personalità dei pazienti della Comunità Terapeutica per borderline “Villa Ratti”, valutati tramite MMPI 2, e le percentuali degli interventi realizzati nella struttura. METODI: Si considerano per 62 pazienti (27 M, 35 F, età media=28, DS=6,6) 14540 attività svolte nel biennio 2009-2010, suddivise in 24 categorie. Per 50 di questi pazienti (20 M, 30 F) sono disponibili titolo di studio e punteggi alle scale MMPI-2. 4 donne risultano chiaramente outlier per i punteggi estremamente bassi su tutte le scale. Per i rimanenti 46 (20 M, 26 F) si analizzano le correlazioni e le regressioni multiple per valutare la predittività dei punteggi mmpi-2 sulle percentuali di interventi. RISULTATI: alcune scale mmpi-2 correlano significativamente con 8 dei 24 interventi (espressi in percentuale). Inoltre, i valori di R2 delle regressioni multiple vanno da 0,1 a 0,4. Tuttavia non tutte le scale risultano predittive: Menzogna (L), Ipocondria (Hs) e Deviazione Psicopatica (Pd) non mostrano effetti significativi sulla partecipazione agli interventi. CONCLUSIONI: Sono state trovate relazioni significative tra i punteggi mmpi 2 e le percentuali di interventi effettuati. Questi risultati fanno luce sulle caratteristiche di personalità che possono influenzare la tendenza dei pazienti a partecipare o meno alle attività, indipendentemente da ciò che è concordato nel Progetto Terapeutico Riabilitativo individualizzato per ogni ospite della Comunità Villa Ratti. I limiti e le prospettive future sono discussi.
ABSTRACT: PERSONALITY AND PSYCHIATRIC REHABILITATION INTRODUCTION: psychiatric rehabilitation in Therapeutic Communities is aimed to let in care patients regain an adequate relational and occupational functionality, allowing their social reintegration. However, there are no reports in the literature concerning the predisposition to participate to the activities that have been previously agreed upon, according to patients’ individual care plans. Therefore, the relationship between personality traits of borderline inpatients of the Therapeutic Community “Villa Ratti”, assessed using MMPI-2, and percent of interventions performed, is investigated. METHODS: 62 patients (27 Men, 35 Women, mean age=28, sd=6,6) have performed a total of 14540 interventions, comprising 24 categories, between January 2009 and December 2010. MMPI-2 scores and school degree were available only for 50 patients (20 M, 30 W). 4 women of them were clearly outliers because of their extremely low scores in all scales. For the remaining 46 patients (20 M, 26 W), correlations and multiple regressions were analyzed, in order to evaluate predictive values of mmpi 2 scores on the percentiles of interventions. RESULTS: some mmpi-2 scales were significantly correlated with 8 out of 24 percent interventions. Moreover, some scales were significantly predictive, with R2 values spanning the range 0,1 - 0,4. However, not all scales resulted to be predictive: Lie (L), Hypochondria (Hs) and Psychopathic Deviate (Pd) do not exert significant effects onto the attendance to activities. CONCLUSIONS: In this study, significant relationships between some of the mmpi-2 scores and percentiles of interventions performed, were found. These results give an indication of which aspects of personality can affect the tendency of patients to partecipate in specific activities, independently of what had been previously decided in the Therapeuthic-Rehabilitative Project. The limits of this approach and the future potential developments are discussed.
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CERMISONI, ROBERTA. « L'effetto Tau di Vittorio Benussi come modello di studio del presente fenomenico : nuove prospettive di ricerca per l'esame della percezione del tempo e della personalità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43699.

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Résumé :
This thesis investigates the concept of psychological time and, in particular, the concept of psychological present. Starting by the studies of the main authors who dealt with these issues, I delved into the relationship that space and time have within the present. The tau effect, a perceptual phenomenon discovered by Vittorio Benussi in 1907, is of particular interest for this field. The tau effect indeed shows that the duration of temporal intervals influences the perception of spatial distances in the sense of “equation” (e.g. briefer temporal intervals corresponded to perceptual shorter spatial distances). Even though this effect has been extensively investigated in the last decades, a conclusive theory doesn’t exist. Five experiments were hence performed to better understand this effect. The main result is that the tau effect could be found only when the Standard Stimulus (i.e. the Stimulus that does not vary during the whole experiment, Ss) is presented as first. Furthermore, results proved that this effect emerged only within the temporal limits of the psychological present (i.e. 2‐3 sec. on average). Since, according to the authors examined in this work, one of the features of present is its flexibility depending on individual differences, the possible correlations between the tau effect and personality traits have been also investigated. Results proved that the way space and time are intertwined is linked to Extroversion and Emotional Stability, as defined by the Big Five model. These results are in line with the literature on time perception. To explain the results about the order of presentation of Ss, an alternative explanation based on the general theories developed by Benussi is discussed. According to this alternative explanation, in our experiments the tau effect occurs only when Ss is presented as first because its temporal interval used is perceived as “indifferent” or “indeterminate”, that is not “long‐” or “short‐lived”. This condition would allow participants to judge only the spatial distances without being influenced by the corresponding temporal intervals of the first stimulus presented.
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Mamazza, Luciana. « Lo studio della personalità in una prospettiva longitudinale : Misura e relazioni con intelligenza, profitto scolastico e indicatori di buono/cattivo adattamento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422445.

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Résumé :
This study evaluates the relationship between the dimensions of personality, intelligence and indicators of adjustment. The research is part of a longitudinal study devoted to the identification of risk factors and protective factors for the wellbeing of adolescents. In particular, the work is divided into three different studies. First is dedicated to the validation of two alternative forms of Big Five Questionnaire for Children, in particular a reduced form of 30 items and an application of the technique of Peer Nomination to the Five Factor Model. Second study evaluated the development of personality traits during the age considered, using the methodology of Growth Curve Analysis. Finally, the third part deals with the predictive value of intelligence and personality variables in relation to indicators of adaptation and with the relationships among the variables. Were considered for personality the Big Five dimensions and self-efficacy beliefs, rather to measure the adaptation were used academic achievement and test scores of Achenbach’s Youth Self-Report. In general results confirm the validity of the new scales, which can be particularly useful in the study of children and adolescents due to their characteristics of brevity and capacity to capture aspects that more objective scales can’t take.Development paths of the big five agree with scientific research although sometimes our subjects have anticipated changes expected. Correlations and regressions analysis also provide the expected results, but also bring some interesting information
Lo scopo di questo lavoro è investigare la struttura e l’andamento dei tratti di personalità dei ragazzi nella delicata fase preadolescenziale e le loro relazioni con altre variabili importanti per la previsione di fenomeni quali il profitto scolastico e l’insorgenza di problemi di comportamento. I tre studi presentati riguardano la validazione di due versioni alternative del Big Five Questionnaire for Children, BFQ-C (Barbaranelli, Caprara e Rabasca, 1998), una ridotta ed una di eterovalutazione, l’analisi dell’andamento dei tratti di personalità nel periodo tra gli 11 ed i 15 anni e la valutazione dell’impatto della personalità, dell’intelligenza e di alcune misure dell’autoefficacia su domini comportamentali rilevanti quali la performance scolastica e la presenza di comportamenti esternalizzanti ed internalizzanti nei ragazzi
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Borsetti, Simone. « Dallo stress lavoro correlato al burnout negli operatori sanitari : studio pilota per la valutazione di un protocollo di ricerca ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2015. http://hdl.handle.net/11566/243055.

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DALLO STRESS LAVORO CORRELATO AL BURNOUT NEGLI OPERATORI SANITARI: STUDIO PILOTA PER LA VALUTAZIONE DI UN PROTOCOLLO DI RICERCA Dr. Simone Borsetti* * Psicologo – Psicoterapeuta, Clinica di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari, Università Politecnica delle Marche, Italia PAROLE CHIAVE: Stress lavoro-correlato; burnout; caratteristiche di personalità; operatori sanitari RIASSUNTO “Dallo stress lavoro correlato al burnout negli operatori sanitari: studio pilota per la valutazione di un protocollo di ricerca”. Introduzione: Numerosi sono gli studi sullo stress e sul burnout ed altrettanto diffuse sono ormai le ricerche sullo stress lavoro correlato in vari ambiti occupazionali. Anche le ricerche più accreditate non permettono però di valutare quanto la personalità influisca positivamente o negativamente nella percezione dello stress, collegando i tratti personologici agli effetti dell’esposizione allo stress. Né spesso si è preso in adeguata considerazione il fattore extra-lavorativo che può affiancarsi ai fattori di stress occupazionali, diventando un moltiplicatore od, al contrario, un fattore di protezione. Gli studi finora effettuati si sono limitati a valutare segmenti separati del fenomeno (lo stress lavoro- correlato, il burnout di certi operatori ecc.) che è invece multidimensionale ed ciascun elemento è strettamente collegato all’altro in un equilibrio dinamico. Manca in letteratura una ricerca che si estenda contemporaneamente in più direzioni e che permetta di esaminare le possibili correlazioni di fattori lavorativi, extra-lavorativi, ambientali, relazionali e psicologici. Obiettivi e Metodi: In assenza di lavori che permettano di effettuare un’adeguata sintesi ed analisi delle correlazioni dei fattori succitati, l’obiettivo di questo studio pilota è di valutare quantomeno l’efficacia di una metodologia e l’adeguatezza degli strumenti di rilevazione per raggiungere tale obiettivo. Risultati: Dare un contributo alla soluzione di alcuni interrogativi che ruotano intorno allo stress lavoro-correlato, quali il peso e l’interazione dei diversi fattori nel determinismo del disagio dell’operatore fino alla comparsa di quadri clinici o di burnout. Conclusioni: Dallo studio emerge la molteplicità dei fattori implicati nello stress lavoro-correlato e nel fenomeno del burnout e l’utilità di uno strumento d’indagine multidimensionale per la loro diagnosi e per la successiva programmazione d’interventi di gestione dei disagi dei lavoratori.
From work-repeated stress to burnout in health operators: a pilot study evaluating a research protocol Dr. Simone Borsetti* * Psychologist-Psychotherapist, Clinic of Occupational Medicine, Department of Molecular and Clinical Sciences, Polytechnic University of Marche, Italy KEYWORDS: Work-related stress; burnout; personality characteristics; health operators Background: There are numerous studies on stress, burnout, and on the link of stress with a variety of job sectors. However, existing work does not explore how strongly personality may positively or negatively affect the perception of stress, linking personological traits to the effect of exposure to stress. Likewise, factors outside the work sphere, that may combine with work-related factors to either increase or decrease stress, have not been adequately taken into account. Research to date has been limited to the independent analysis of individual aspects (e.g. work-related stress, the burnout of certain operators, etc.) of a phenomenon which is, instead, multidimensional with components tightly coupled in a dynamical equilibrium. In particular, no study has yet looked at multiple factors simultaneously examining the possible correlations between work-related, work-exogenous, environmental, relational, and psychological factors. Objectives and Methods: Given the lack of research investigating and analysing the correlation between the aforementioned factors, the objective of this pilot study is to propose and evaluate the effectiveness of a methodology and corresponding detection tools to do so. Results: Answers to certain questions about work-related stress, such as the importance and interaction of different factors in causing the discomfort of operators up to the appearance of clinical disorders or burnout. Conclusions: This study reveals the diversity of factors involved in work-related stress and burnout and demonstrates the usefulness of a tool for multidimensional investigation in their diagnosis and in the subsequent planning for the management of problems faced by workers.
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Gallinaro, Ludovica <1985&gt. « L'integrità del loto. Per una biografia critica di Zhou Dunyi (1017-1073) tra figura storica e personalità neoconfuciana ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3297.

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Résumé :
Nel contesto neoconfuciano, il valore di Zhou Dunyi si esplica tramite la costruzione della personalità intellettuale. La legittimità del suo ruolo di pensatore si fonda sull’importanza della connessione tra valore personale e insegnamento filosofico, e in tal senso si giustifica l’assoluta rilevanza del contenuto biografico. Nella ricostruzione critica della biografia qui proposta è possibile fornire sia un quadro delle dinamiche sottese alla costruzione della personalità di Zhou Dunyi, sia quindi riconoscere il valore della sua figura storica sulla quale si è attuato quel processo di legittimazione.
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PEPE, NOEMI LUCREZIA. « Storia di un viaggio : valutazione multistrumentale del processo analitico in uno studio single-case ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1709.

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Résumé :
Utilizzando il disegno single-case si indaga il processo terapeutico di una psicoterapia ad orientamento psicodinamico con sedute a cadenza settimanale della durata di un anno di un paziente con Depressione Anaclitica (secondo la definizione di Blatt, 2003); il processo ed i fattori che concorrono a determinarlo sono indagati nel conte-sto della valutazione della personalità del paziente. L’obiettivo consiste nel mostrare come sia possibile ottenere, utilizzando strumenti come la DMRS, la SWAP, la CALPAS, il CT-Q, il PRQ ed il CCRT, una valutazione che non si limiti solo al cambiamento sintomatico, in questo caso depressivo, ma fornisca un’idea più sfaccettata delle trasformazioni intrapsichiche ed interpersonali correlate al processo terapeutico, integrando la valutazione macroanalitica del cambiamento, ricavata dalle variazioni degli indici globali degli strumenti, alla valutazione microanalitica delle variabili.
The therapeutic process of a psychodynamic psychotherapy is evaluated through a single-case design. The patient, a 26-year-old man with Anaclitic Depression (as defined by Blatt, 2003) was followed on a weekly based therapy for one year. The factors that contribute to determine the therapeutic process are investigated in the context of the patient's personality assessment. The objective is to show how it is possible to obtain, using tools such as the DMRS, the SWAP, the CALPAS, the CT-Q, the PRQ and the CCRT, an assessment that is not limited only to the symptomatic change, in this case depressive, but provides a more multifaceted view of the intrapsychic and interpersonal transformations related to the therapeutic process, incorporating the macroanalytic evaluation of changement, derived from the global scores of the instruments, to the micro-analytic evaluation of the variables.
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Dentilli, Abramo. « Il rapporto fra territorialità e personalità, nell'€ottica dell'organizzazione gerarchica, specialmente canonica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3425361.

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Résumé :
The thesis focuses on the territoriality and personality as connecting factors, especially in the canon law. Basic is this issue whether, before the last Council, there wasn't interest in particular churches or, at least, those were considered constitutionally made up by the territory. So, in the first chapter, the analysis of territoriality and personality from the "secular"€ point of view; then the study about biblical sources and some historical aspects. In the fourth chapter is considered the last Council and norms connected. In the last chapter, there is a study about territoriality and personality from the point of view of the canon law. At the end, after having considered that the issue about particular churches isn't right, there is a personal suggestion about how to structure the Church.
La tesi verte sulla territorialità  e personalità quali criterî di collegamento, specialmente dal punto di vista del Diritto canonico. In particolare, si verifica la fondatezza della diffusa opinione dottrinale per cui, sino al Vaticano II, la categoria della Chiesa particolare sarebbe stata trascurata od, almeno, intesa come avente il territorio quale elemento costitutivo. Così, nel primo capitolo, si studiano i concetti della territorialità  e della personalità  dal punto di vista "laico"; segue, nel secondo capitolo, la trattazione circa le fonti bibliche, mentre, nel terzo, si forniscono alcune coordinate storiche. Nel quarto capitolo, vengono analizzati l'€ultimo Concilio e gli sviluppi normativi derivanti; infine, nel quinto capitolo, si affrontano i criterî territoriale e personale dal punto di vista dell'organizzazione gerarchica canonica. Nelle conclusioni, preso atto che il livello dell'€ecclesia particularis non era assente prima del Vaticano II e che, soprattutto, non vigeva una concezione del territorio quale elemento costitutivo della Chiesa, si propone una personale soluzione con cui affrontare il tema dell'organizzazione gerarchica canonica.
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Pozzoli, Luca <1990&gt. « Le dimensioni della personalità di marca nel settore birrario italiano : un'analisi fattoriale esplorativa e confermativa per individuare la percezione del consumatore ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7887.

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Lo scopo di tale tesi di ricerca sperimentale, è quello di creare e validare nel territorio italiano una scala di personalità delle marche di birra, ottenendo una struttura dimensionale della personalità di marca che possa essere determinante in questo specifico settore. Questo sarà utile per constatare come il consumatore italiano percepisce la personalità delle marche che operano nel settore birrario. Infatti, tale settore, risulta avere notevoli opportunità di crescita in Italia e tende a competere con il tanto acclamato settore vinicolo. Sino ad ora, scarsa importanza è stata data alla creazione di una scala di personalità di marca che abbracci una concezione micro, ovvero che studi uno specifico settore o prodotto, tantomeno nel settore della birra. Inoltre, molti degli studi riguardanti l’analisi della personalità di marca sono stati svolti da ricercatori stranieri, mentre molto pochi in Italia. Per tali ragioni, si è reputato importante colmare tale lacuna, effettuando uno studio esplorativo nel mercato italiano della birra. Si vuole sottolineare che la ricerca di Jennifer Aaker rappresenterà il punto di partenza per l’individuazione della personalità di marca nel contesto birrario italiano.
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BELLA, ANDREE'. « Genealogia del disturbo borderline come problematizzazione dell'autonomia nel mondo contemporaneo. Un tentativo di analisi della medicalizzazione delle condotte impulsive e dei problemi di autorolazione nelle odierne "istituzioni del sè" ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20372.

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Résumé :
Starting from the recognition of the significant ethical importance, on an individual and collective level, of the problem of self-regulation in the contemporary world, I attempted to carry out a genealogical analysis of Borderline Personality Disorder, with a specific focus on the question of impulsiveness and of the relationship with limits. Looking at the relations between the philosophical, psychological-clinical, educational and political dimensions, and examining how the possibility of constructing an autonomous subjectivity has become a central problem with the onset of modernity, I reconstructed a critical history of the borderline disorder as a subject of psychological and psychiatric discourse, as a means to reflect epistemologically upon this field of knowledge and on the historical articulations of psychological distress and of its treatment. I divided my historical inquiry into three parts, corresponding to the main forms that BPD, a hard to define clinical entity always on the threshold of diagnostic impossibility, took on over time. Firstly, I analysed moral insanity during the course of the 1800s (also using a research on the confinement and psychiatrisation of insane people/moral idiots between 1873 and 1939 in Venice’s former mental hospitals, carried out through a qualitative analysis of some clinical case histories found in the archives of the San Servolo and San Clemente institutions). Secondly, I considered the borderline syndrome between the 1930s and 1970s. Psychoanalytic theories are the main reference for this period, during which the borderline label will come eventually to designate a personality organisation, a stably unstable identity structure. Thirdly, I examined the Borderline Personality Disorder from the 1980s, when some temperamental dimensions of a biochemical origin such as impulsiveness became central in this diagnostic category.
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GRECO, ANDREA. « Fattori psicologici associati alle malattie cardiovascolari. Differenze tra condizioni acute e croniche e impatto della gravità della malattia sul benessere del paziente ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28330.

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Résumé :
This thesis is devoted to the study of psychological factors associated with cardiovascular diseases. It is made up by five theoretical chapters and four empirical studies. The first chapter presents a brief description of the different cardiovascular diseases that are still the main cause of death and disability in Western countries. The second chapter is focused on the role of psychology with respect to the different cardiovascular diseases. It ranges from the psychosomatic approach, branch of medicine interested in organic disorders without an anatomic lesion or functional problems, to the most recent area of psychocardiology. The third chapter is on the Type A Behavior Pattern, on the variables of hostility and anger, and on type D personality. It deals with a description of these factors, an evaluation of the methods mostly used for their assessment, and the main empirical findings relative to the association with cardiovascular disease; the hypothesized physiological mechanisms behind these relationships have been also addressed. The fourth chapter is devoted to depression and anxiety as crucial variables which can predict cardiovascular diseases and a worse prognosis in already present diseases; methods and instruments of their evaluation are also presented, together with the main findings on their association with cardiovascular disease and associated physiological and behavioral mechanisms. The fifth chapter is focused on the psychological factors that exert a protective against cardiovascular diseases, namely self-efficacy beliefs, representation of illness, and perceived social support; also for these variables evaluation methods and main findings from the literature are presented. The first study compared the psychological profile of a group of patients with cardiovascular disease with a “healthy” group, not affected by cardiovascular diseases. Similarly to previous research, our results showed significant differences in some dimensions of Type A Behavior Pattern, as well as in anxiety and depression. The second study compared the psychological profiles of patients with different cardiovascular diseases, differentiating between acute and chronic diagnosis. Results showed important differences between the two groups in some of the dimensions of Type A behavior pattern, in social withdrawal, anxiety, depression, subjective wellbeing, perceived social support, perception of illness, and self-efficacy beliefs in managing the disease.The third study investigated, with a cross-sectional research design, the role of the representations of illness and self-efficacy beliefs in the impact exerted by the severity of illness on health satisfaction, depression and life satisfaction of patients with cardiovascular diseases. Self-efficacy beliefs and representation of illness were found to be valid mediators of the relationship between the objective indicator of illness severity and the different indicators of patient’s well-being. The fourth study was aimed at investigating longitudinally, through a two-monthsstudy, the role of illness representations, self-efficacy beliefs, and perceived social support in mediating the impact of illness severity on depression. In line with previous research, our results confirmed the relevant role of the three protective factors.
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GRILLI, STEFANO. « La residenza delle società dotate di personalità giuridica ai fini delle imposte dirette in base al diritto tributario interno e alle convenzioni per evitare le doppie imposizioni sottoscritte dall'Italia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26690.

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The paper analyzes the notion of residence provided for by Italian domestic law, doctrine and jurisprudence. It also analyses the issue of the interaction of the residence concept with that of “management and coordination” which is a typical feature of multinational group of enterprises. More precisely, an analysis has been conducted in order to ascertain if and in what measure the “management and coordination” feature may have an impact on the issue of residence as interpreted in Italy. The analysis also concern the notion of residence in the context of the OECD Model to conclude that this notion mainly rests on the requirement of the liability to tax. Particular emphasis has been given to the ascertainment of the true meaning of the concept of place of effective management reported in Art. 4(3). In this respect, an in-dept historical analysis has been conducted with respect to the relevant League of Nations’ and OEEC’s (subsequently become OECD) documents. The (ab)use of double resident companies in triangular situation is deeply analyzed with respect to principles set out in the jurisprudence of some important States as well as on those ultimately expressed by the OECD in the 2008 Model Commentary and the OECD position has been criticised. Moreover, with particular reference to Italy, an extensive analysis has been carried out with respect to the double tax treaties entered into by it that somehow deviate from the OECD Model Convention with respect to the residence of companies especially in cases of dual resident companies. Finally, in relation to some features of the Italian income tax law, the access to double tax treaties has been verified with particular reference to entities which have opted for the tax consolidation (consolidato fiscale) or for the tax transparency (trasparenza fiscale) regimes.
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DE, AMBROGI FRANCESCO PAOLO GUIDO. « RESILIENZA E DISADATTAMENTO LAVORATIVO. ASPETTI DI SVILUPPO LUNGO L'ARCO DI VITA, CLINICI, FORENSI E DI PERSONALITA' ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1330.

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Seguendo l’approccio metodologico della grounded theory sono stati esplorati i dati relativi a 32 relazioni psicodiagnostiche a fini peritali per casi di disadattamento lavorativo. I dati sembrano evidenziare ipotesi teoriche riguardanti dinamiche e caratteristiche intrapsichiche coinvolte nei processi di fronteggiamento degli eventi avversativi in ambito lavorativo, come ad esempio il mobbing. In particolare il costrutto di resilienza e le concettualizzazioni tipiche della psicologia dello sviluppo lungo l’arco di vita sembrano essere elementi teorici che integrati nelle tradizioni di ricerca sul disadattamento lavorativo tipiche della psicologia clinica, psicologia sociale e medicina legale possono apportare nuove prospettive, ipotesi di ricerca e proposte operative. Parallelamente viene presentato uno studio di caso singolo che comprende un arco temporale di osservazione di più di 3 anni dal termine di un mobbing fino a due anni dopo il termine di un percorso psicoterapeutico cognitivo-comportamentale.
According to grounded theory methodology 32 psychodiagnostic assessments of compensation claimants who present with complaints of bullying, burnout or work related stress. Data analysis shows possible new theoretical hypothesis about intrapsychic dynamics and characteristics involved in coping with occupational stressor. Resilience and life-long developmental theories fit with data and emerging hypothesis. This theoretical development and traditional research approach in fields like clinical psychology, social psychology and forensic medicine, when integrated on each other give new prospectives, research hypothesis and working proposals. At the same time a single case study is analyzed. A 3 years long monitoring of a bullying victim started up at the end of the harassment and concluded 2 years after the end of a Cognitive and Behavioural Therapy.
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ALBANESE, DARIO. « MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI E GIUSTO PROCESSO. UN EQUILIBRIO POSSIBILE IN UN SISTEMA AI CONFINI DELLA GIURISDIZIONE PENALE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/713487.

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La tesi, intitolata “Misure di prevenzione personali e giusto processo”, ha ad oggetto i profili processuali del sistema di prevenzione personale disciplinato dal d.lgs. 159/2011. L’elaborato si articola in quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato all’evoluzione storica del procedimento di prevenzione. In particolare, viene messo in luce come, dalla fine del XIX secolo a oggi, si sia lentamente passati da un procedimento avente natura amministrativa – quello delle misure di polizia – a un processo cui è pacificamente riconosciuta natura giurisdizionale. Il secondo e il terzo capitolo sono dedicati alla ricostruzione della disciplina vigente. In particolare, nel secondo capitolo vengono analizzati i profili “statici” della materia e vengono messe in luce le interferenze tra il processo di prevenzione e il processo penale, mentre nel terzo capitolo viene illustrata la disciplina del procedimento, alla luce dell’elaborazione giurisprudenziale. Il quarto capitolo, infine, è dedicato ad alcuni spunti di riflessione per la costruzione di un “giusto processo di prevenzione personale”. In un’ottica de jure condendo, si propone di seguire tre diverse linee evolutive. Per prima cosa, viene auspicata una “riscoperta” del principio di proporzionalità in materia preventiva, in modo da consentire l’applicazione delle sole misure ritenute idonee a fronteggiare le diverse forme di pericolosità prese in considerazione dal legislatore. In secondo luogo, l’autore indica quali passi in avanti potrebbero essere ancora compiuti sul piano delle garanzie difensive, al fine di attuare i principi del giusto processo sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Infine, l’autore osserva che per porre rimedio alle interferenze tra processo penale e processo di prevenzione occorrerebbe un mutamento delle fattispecie preventive, individuando delle condotte sintomatiche di pericolosità che non si identificano con fatti penalmente rilevanti.
The dissertation, entitled “Personal preventive measures and fair trial”, concerns procedural aspects of the personal preventive system as regulated by Legislative Decree 159/2011. The dissertation is structured in four chapters. The first chapter deals with the historical evolution of prevention trial. In particular, it underlines how, from the end of XIX century up to the present days, the prevention trial slowly passed from having administrative nature – that of police measures – to having indisputably recognized jurisdictional nature. The second and the third chapters are aimed at providing a reconstruction of the current legislation in force. In particular, the second chapter analyses the “static” aspects of the subject matter and focus the attention on the interference between prevention trial and criminal trial, while the third chapter illustrates the rules governing the prevention trial, in light of the case law. The fourth chapter is aimed at providing some insights for the structuring of a “fair personal prevention trial”. In a de jure condendo perspective, the author proposes to follow three different evolution lines. First, the author wishes a “re-discovery” of the principle of proportionality in the preventive sector, so as to allow the application of only those measures deemed appropriate to deal with the different forms of danger taken into account by the legislator. Secondly, the author indicates what progress could still be made in terms of defensive guarantees, in order to implement the principles of fair trial established by the Constitution and the European Convention on Human Rights. Finally, the author observes that in order to remedy the interference between the criminal trial and the prevention trial, a change in the type of offence would need to be made, by identifying behaviours which are symptomatic of danger and which are not associated with criminally relevant facts.
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PANCANI, LUCA. « Il comportamento di fumo nei giovani adulti : fattori psicologici, motivazionali e contestuali nella individuazione di diverse tipologie di fumatori ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/102750.

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The World Health Organization (WHO, 2015) considers tobacco consumption as one of the major health threats which kills 6 million individuals every year. For the purpose of prevention, it is important to better understand how to stop the tobacco epidemic especially among young people. The first part of the present dissertation presents the tobacco epidemiology, an overview of psychological research on tobacco addiction, and a review of the main behavioral change theories concerning the adoption of healthy behaviors. The second part of the dissertation presents four studies conducted within this PhD project which aims at deepen the knowledge of smoking behavior among young people. Studies 1 and 2 show how motives behind tobacco use allow to identify different typologies of smokers. Study 1 highlights the good psychometric properties of a recent scale that measures 11 smoking motives (B-WISDM; Smith et al., 2010) on which five motivational profiles have been identified. The profiles are further classified in two macro-categories: social smokers, who show a higher level of secondary extrinsic motives than primary motives, and highly motivated smokers, for whom the levels of the different motives are similar. Adopting a longitudinal design with two follow-up assessments (at 3 and 9 months from the baseline), Study 2 validates the results of the previous study, exactly replicating three out of five profiles, showing their strong temporal stability, and highlighting the same macro-categories previously found. Tobacco consumption, dependence level, and social-cognitive factors that predicts behavioral change are different among the profiles and these differences are consistent across the two studies and in line with the literature. Study 3 shows that the development of an intention to quit smoking is influenced by the Big Five personality profile as well as by the social-cognitive factors theorized by the Health Action Process Approach (Schwazer, 1992, 2008). Generally speaking, the more adaptive the profile is, the higher the intention level. Furthermore, the effect of risk perception on intention is positive for all the profiles except for the less adaptive ones. Adopting an experience sampling method, Study 4 points out the interactive effect of emotional state, social context, and activity type on the craving for smoking. Among factory-made cigarette smokers, as the positive emotions increase the craving decreases, regardless from social context and activity type. A similar relationship is observed for handmade cigarette smokers too, except during social interactions in which craving and positive emotions are positively related. The knowledge originated from these studies could be useful in identifying important factors and strategies on which develop personalized and more effective interventions to help people stop smoking.
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GUIDDI, PAOLO. « Donazione di sangue, dono di vita. Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all'azione donativa ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1022.

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La tesi si focalizza sui donatori di sangue.Obiettivo del lavoro è quindi la trattazione del fenomeno donazione di sangue al fine di cogliere, nella complessità plurale delle variabili che incidono su questo gesto, la rilevanza degli elementi personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativa. L’impianto di ricerca è stato costruito procedendo in particolare da un’intuizione di Ferguson (2005): la donazione di sangue dev’essere studiata come un processo di stadi sequenziali. Questo approccio deriva dalla revisione del Transtheoretical Model di Prochaska e collaboratori (1982) sulla donazione di sangue (Ferguson, 1996; Ferguson e Chandler, 2005)e dal Volunteer Process Model di Omoto e Snyder (1995, 2000). L’azione donativa è quindi studiabile come un processo che, dall’avvicinamento iniziale, può portare alla nascita dell’Identità di Ruolo di donatore (Piliavin et al., 1999), alla ripetitività cadenzata del gesto e, quindi, alla fidelizzazione. Alla luce dell’obiettivo generale e della scelta di questi approcci, la popolazione di interesse del lavoro è ampia e varia: i primi studi si incentrano, infatti, su neodonatori; il terzo studio confronta neodonatori e donatori fidelizzati; il quarto studio, incentrato su donatori fidelizzati. La logica sequenziale “a scatole cinesi” con cui gli studi sono costruiti ha seguito anche l’altro elemento rilevante dell’obiettivo generale di questo lavoro: l’affondo sulle variabili personali, familiari ed organizzative connesse alla donazione di sangue.Il 1 studio, il cui obiettivo era Identificare tipologie specifiche di persone alla luce delle variabili della Scala Stadi di Cambiamento, mostra come coloro che si avvicinano a donare non possano essere considerati un gruppo omogeneo rispetto alla loro “prontezza” a donare. Evidente, allora, la necessità di costruire strategie di accoglienza differenziate.Il 2 studio, il cui obiettivo era Testare un modello Predittivo dell’Intenzione a Donare sangue con neodonatori, ha la peculiarità di contribuire a comprendere quali variabili intervengono nell’Intenzione a donare per i NEODONATORI.Il 3 studio conferma l’influenza della famiglia di impegnarsi in questo gesto, ed approfondisce le costellazioni motivazionali che avvicinano e che sostengono questo gesto nel tempo.Il 4 studio evidenzia, forse per la prima volta in modo chiaro, il ruolo delle variabili organizzative nell’influenzare non solo l’integrazione in associazione, ma anche la soddisfazione percepita per l’atto della donazione.La donazione di sangue, pur essendo un atto personalmente scelto, quindi, deriva da una costellazione di variabili personali, familiari ed organizzative complementari e mutualmente intersecantisi, che necessitano di essere approfondite e studiate nella loro globalità al fine di arrivare alla creazione di strategie di reclutamento e di fidelizzazione che portino alla soddisfazione totale del bisogno di scorte di sangue.
This work is focused on blood donors. This research’s purpose is the discussion of the blood donation’s phenomenon in order to grasp the complexity of plural variables affecting this gesture, the significance of personal, family and organizational action related gifts. The research starts by the revision of the Transtheoretical Model by Prochaska and colleagues (1982) on blood donation (Ferguson, 1996, Ferguson and Chandler, 2005) and the Volunteer Process Model by Omoto and Snyder (1995; 2000). The donation action has been studied as a process: by the approach, the birth of Role Identity of donor (Piliavin et al., 1999), the rhythmic repetition of the gesture, and therefore loyalty. Participants are wide and varied: the first studies focus, in fact, on neodonors; the third study compares neodonors and retained donors, the fourth study, is focused on Retained donors. The thesis is composed by four research studies. The first study’s aim is to identify genders of people on the basis of the variables of the Stages of Change Scale. It shows how the subjects who donate cannot be considered as a homogeneous group considering their "readiness" to donate. It is evident, then, the need of building strategies for different reception. The second study develops a model of the explanatory factors determining the predisposition to donate blood in neodonors will. The third study confirms the influence of the family to engage in this act, and explores the motivations that substained this act. The fourth study shows clearly, maybe for the first time, the role of organizational variables in influencing not only the integration in Avis, but also the perceived satisfaction for the act of donation. The blood donation, in spite of being a personal choice action, derives from a constellation of personal variables, complementary and mutually intersecting. this complex systems here studied in its entirety in order to create more proper recruitment and maintaining strategies that can lead to the total satisfaction of blood supply needs.
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TAGLIABUE, LORENZO. « La formazione alla relazione degli studenti di medicina. Aspetti teorici, metodologici e di ricerca applicata ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/10349.

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The “patient centred” medicine empathizes the role of relationship and communication between physician and patient (Shorter, 1986; Mead e Bower, 2000). Teaching and learning clinical and communication skills are now recognized as essential components in medical school because they allow students to pay attention to their own emotions, attitudes and behaviour in response to specific situations (Smith, 2004; Benbassat e Baumal, 2005). Situated learning, role playing in particular, is widely adopted to foster self reflexivity in medical student (Vettore, 1996). The aim of this research is to inquire medical students’ communication style and if some dimensions affect it, in order to plan more useful training. 29 role playing are videotaped and then analysed through a small version of Roter’s Interaction Analysis System (RIAS) and Verona Network on Sequence Analysis. Then 21 role playing were linked with some questionnaires that investigate some personality dimensions. Data analysis show that students, that attended relational courses, have a patient oriented communication style. Finally empathy and clinical practice’ representation influence students’ communication style.
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Parrinello, Angelo. « Studio e sviluppo di tecniche di password cracking targettizzato ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24315/.

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L'autenticazione via password è il metodo più comune per accedere a servizi e dati grazie alla sua semplicità: presenta però difetti ben documentati, primo fra tutti il fattore umano. Le persone tendono ad usare termini comuni o dati anagrafici: questa caratteristica risulta una potenziale vulnerabilità in caso di attacco informatico. Lo scopo di questa tesi è quello di sviluppare e studiare tecniche di password cracking targettizzato: tali tecniche consistono nell'attaccare una password di un utente-target sfruttando i suoi dati personali. Gli esperimenti effettuati sono basati su molteplici obiettivi e non su di un singolo attacco: vengono raccolti in un unico file sia le informazioni personali sia le password di migliaia di utenti. Alcune di queste persone sono usate per allenare i modelli mentre altre sono usate come target. I sistemi valutati cercano dei pattern nei dati in ingresso generando in uscita delle regole che definiscano tali comportamenti. Dopo aver creato queste regole, univoche per ogni file in input, i tool generano ipotesi di password basate su di esse; le password generate vengono messe a loro volta in input in uno strumento che le confronterà con quelle target da recuperare. I test evidenziano che uno strumento in grado di sfruttare al meglio (ovvero in maniera efficiente e scalabile) le informazioni personali, legate ad un target, non esiste. Il tool che ha dato risultati migliori si chiama PCFG-Cracker: ha recuperato quasi il 50% di un set di password in un’ora. Il dizionario di input, che ha permesso al PCFG-Cracker di ottenere il primato, è basato su informazioni personali degli individui target oltre che su delle password. Il metodo proposto, benchè non sia risultato il migliore ha ottenuto buoni risultati e può essere ulteriormente sviluppato mediante una politica di attacchi più mirati verso pochi utenti anziché molti.
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PEDRONI, ANDREA. « Obbligo di dimora : profili di incostituzionalità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/202087.

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Dopo una generale disamina dei presupposti e dei criteri applicativi comuni a tutte le misure cautelari personali – con particolare riferimento alla tutela costituzionale ed internazionale del diritto alla libertà personale nonché alle condizioni di applicabilità e alle esigenze cautelari – il lavoro affronta più nello specifico le tematiche relative alle misure degli arresti domiciliari e del divieto e obbligo di dimora. Attraverso la comparazione delle appena citate misure, nelle particolari possibili applicazioni in concreto degli arresti domiciliari con permesso di recarsi al lavoro e dell’obbligo di dimora “con prescrizioni”, si giunge all’enucleazione delle possibili criticità, in un ottica costituzionalmente orientata, derivanti dalla sovrapponibilità di fatto delle due dette misure, anche alla luce della sentenza n. 215 del 1999 della Corte Costituzionale.
After a preliminary assessment of the requirements and of the application criteria that are common to all the precautionary measures – with specific reference to the constitutional and international protection of the right to personal liberty and to the terms of applicability as well as to the precautionary requirements – the Author’s work more specifically II appraises the topics regarding the house arrest and the prohibition and obligation of abode. Through the comparison between the aforesaid measures, in the peculiar possible concrete applications of the house arrest with the permit to go to work and of the obligation of abode “with accessory measures”, the Author identifies the possible criticalities, in a constitutional view, arising from the factual assimilation of the two said measures, also considering the Constitutional Court decision no. 215 of 1999.
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Zanon, Stefano. « Narrazione e Valutazione di un evento personale del bambino secondo il punto di vista di bambini, madri e padri ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426869.

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The main purpose of the present investigation was to explore how 5 and 9 years old children conceptualize their personal, physical or psychological, negative and positive event. We would observe how mothers and fathers narrate personal events experienced by their children. A second propose was investigate how children evaluate their personal events in terms of importance and seriousness and if their mothers and father are aware about and share their child’s evaluations. Finally we would investigate if children and parents’ evaluations affect the construction of their narratives.
L'obiettivo di questo lavoro era osservare come bambini e geniori si rappresentato esperienze positive e negative di tipo fisico e psicologico accadute ai bambini osservando la struttura narrativa dei racconti e se il grado di importanza attribuito a ciascun evento dai bambini fosse condiviso anche dalle loro madri e dai loro padri. Si è inoltre osservato se l'importanza attribuita agli eventi influenzasse la struttura narrativa dei racconti.
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Borficchia, Davide. « Progettazione e implementazione di un sistema di recommendation per video digitali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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In questa tesi è stato progettato e implementato un sistema di raccomandazione per video digitali con l'obiettivo di andare a suggerire agli utilizzatori di una famosa Indoor Bike quali siano i video allenamenti più inerenti ai loro gusti e abitudini. Per la realizzazione di questa tesi è stato necessario comprendere il dominio applicativo aziendale, studiare lo stato dell'arte dei sistemi di raccomandazioni, valutare gli strumenti a disposizione ed infine implementare l'intera architettura. Il sistema è sviluppato in-cloud e utilizza strumenti come: BigQuery, Google Cloud Functions, Aws Personalize e Aws Lambda
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Basso, Andrea <1991&gt. « La gestione informatica dei dati personali nei servizi di sharing economy ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17907.

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La sharing economy risulta aver preso sempre più visibilità ed importanza negli ultimi anni, in maniera particolare dall’inizio della crisi mondiale del 2008. Tale fenomeno si è affacciato come un modello economico alternativo a quelli classici, favorendo il passaggio da un’economia di consumo ad un’economia di accesso al fine di ridurre gli sprechi, offrire più servizi ed aiutare la salvaguardia ambientale. In questo contesto si sono affacciate anche le varie amministrazioni pubbliche, le quali hanno iniziato ad investire in maniera esponenziale in progetti di sharing divenendo così sempre più smart city. Il seguente elaborato ha lo scopo di illustrare il fenomeno, con uno sguardo particolare alla PA, per analizzare la gestione informatica dei dati personali dei cittadini che usufruiscono di tali servizi. A tal scopo verranno presi in esame alcuni esempi rappresentanti più tipologie di servizi presenti in diverse realtà, al fine di svolgere un’analisi comparativa in chiave di privacy dei dati personali. Per far ciò sarà necessario studiare i vari regolamenti e le normative vigenti riguardante tale materia, come ad esempio il GDPR in vigore in Europa da maggio 2018. Nell’ultimo capitolo verrà poi presentato come caso studio un servizio di car sharing presente a Milano, città più smart d’Italia, il quale verrà analizzato in maniera più approfondita e dettagliata.
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GHEZZO, DONATELLO. « I DELITTI COLPOSI DI LESIONI PERSONALI E OMICIDIO DA INSIDIA STRADALE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388898.

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This thesis deals with the injuries, or even the death, of public places' users caused by the public place itself, concerned from a criminal point of view. The majority of jurisprudence has deeply discussed punitive damages caused by bad manteinance of the roads, whereas few judgements regarded the possible criminal consequences. This work aims to focus on the criminal liability descendant from these cases, first of all by frame them into the reati omissivi impropri system, and also by analizing judgments. Yet the criminal approach is still connected with the civil one. The civil code, artt. 2043 and 2051, is still the landmark, particulary concerning the guarantee duty by penal code art. 40, paragraph 2. Some civil concepts, like the concurrence of the damaged or the so-called “trap” or “snare”, have heavily been affecting the criminal approach until recent years, when the Court of Cassation seems to have understood that the remedy of damages is inconsistent with the infliction of a penalty. The work focus both on the road owner body corporate and the contractor company. Above all on the Municipalities, because they own and administer the large part of public palces. Finally, the thesis examines the internal subdivisions, the functions and the assignment of the Municipality, in order to single out who is potentially charged with the guarantee duty and who may be involved by complicity, giving particular attention to political and to administrative management.
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di, Napoli Ester. « I criteri di collegamento personali nel diritto internazionale privato europeo della famiglia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423051.

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Recently, European private international law in family matters has deeply developed. The structure of conflict-of-laws rules reflects the needs of mobility of the “post-modern” family. Presently, families move, benefiting from the “constitutional” freedom of movement within the Union, establishing a fragmented and unstable relationship with the territory. In the era of the retour des sentiments, the “post-modern” man “suffers” from a pluralism of identities: he is linked to the traditions of his ancestors, he is integrated within the social context of the different country where he is established, he takes part to the community of those who believe in the religion that he has embraced. In Europe, the conflict-of-laws rules which regulate family matters – allocated on three “levels” (national, conventional, supranational) – respond to complex schemes, and undergo a wider tension to specialization, flexibilitation and materialization of private international law. The use of the personal connecting factors of nationality, domicile and habitual residence, demonstrates that private international law changes following the political, social and economic changes. The European legislator and the interpreter, when elaborating and applying the relevant conflict-of-law rule, need to satisfy multiple needs. On one side, the European policies, such as, among others, the social integration of the individual in the legal order of the requested State; on the other side, the protection of the “moving” person’s cultural identity. Such “axiological” tension (translated, in the macro-context, in the search for a balance between the “right to an international mobility”, and the respect of one’s own “roots”) reveals itself, in the micro-context, through the use of some personal connecting factors by the supranational conflict-of-laws rules which apply in family matters. It is mostly the habitual residence that appears to satisfy such balances. The European legislator has taken the expression from the language of “the Hague”, and has shaped it according to the needs of the European legal order. Habitual residence raises delicate issues concerning its definition: such problems show that this concept is of a complex and composite nature, which goes beyond the mere fact (as it was originally conceived in the “law of the Hague”). The questions surrounding the habitual residence, and its widespread use (as the principal connecting factor, but also the principle head of jurisdiction in EU regulations regulating family matters) reflect the development that undergoes European private international law. Such evolution, together with its present dynamics, seen from the internal perspective of the personal connecting factors used by conflict-of-laws rules in family matters, leads one to think – with renovated interest – about the European competences in the field of private international law, and on the nature of European private international law
Negli ultimi anni il diritto internazionale privato dell’Unione ha conosciuto uno sviluppo significativo, anche nel settore familiare. Le esigenze della “famiglia postmoderna” si riverberano sulla struttura della norma di conflitto, che si appresta a seguirla nel suo dinamismo. La famiglia odierna partecipa del fenomeno di mobilità attraverso le frontiere, “costituzionalmente” garantito dai Trattati, intrattiene col territorio un rapporto frammentato, precario: la famiglia si stabilisce nel tessuto sociale dello Stato d’accoglienza, vi si integra, riparte. Così, nell’epoca del retour des sentiments, l’uomo postmoderno è eclettico, “soffre” di un pluralismo identitario: è ancorato alle tradizioni dei propri avi, si inserisce nel tessuto sociale del diverso paese in cui è stabilito, si riconosce nella comunità di quanti credono nella religione che ha abbracciato. Le norme di conflitto che disciplinano la materia familiare in Europa – distribuite su più “livelli” (interno, convenzionale, sovranazionale) – rispondono così a schemi articolati, attraversate dalla più ampia tendenza alla specializzazione, alla flessibilizzazione ed alla materializzazione del diritto internazionale privato, che interessa ogni settore. L’evoluzione dell’impiego nel tempo dei criteri di collegamento personali della cittadinanza, del domicilio e della residenza abituale mostra come il diritto internazionale privato non resti insensibile agli sviluppi politici, sociali ed economici della società. Il legislatore dell’Unione, nella fase genetica, e l’interprete, nella fase applicativa della norma di conflitto, devono soddisfare multiple esigenze. Da una parte, le politiche dell’Unione (di cui la libertà di circolazione costituisce lo “scheletro”), l’integrazione sociale della persona nell’ordinamento dello Stato d’arrivo; dall’altra, la tutela dell’identità culturale dell’individuo “mobile”. Questa tensione assiologica, che nel macro-contesto si traduce nella ricerca di un equilibrio tra il “diritto alla mobilità internazionale” ed il valore del rispetto delle proprie origini, si manifesta nel micro-contesto nell’impiego di alcuni criteri di collegamento personali da parte delle norme di conflitto preposte alla disciplina dei rapporti e delle situazioni familiari, nel contesto sovranazionale. È soprattutto il criterio di collegamento basato sulla residenza abituale che parafrasa questo gioco di equilibri. Il legislatore dell’Unione ha trasposto “a Bruxelles” questa espressione, tratta dal linguaggio “dell’Aja”, plasmandolo in parte su “bisogni” propri dell’ordinamento europeo: il criterio di collegamento della residenza abituale dimostra di soddisfare, più dei criteri del domicilio e della cittadinanza, gli obiettivi cui è informato il diritto internazionale privato dell’Unione, strumentale, a sua volta, al raggiungimento delle politiche dell’Unione. La residenza abituale solleva delicate problematiche ricostruttive, che ne lasciano intendere una natura complessa, composita, che va oltre al mero fatto (come originariamente intesa nel “diritto dell’Aja”). Le questioni che circondano questo concetto e l’impiego diffuso che ne fanno le norme dell’Unione (che lo elevano a criterio di collegamento, nonché a titolo di giurisdizione principale anche nei regolamenti in corso di adozione in materia familiare), rispecchiano in parte lo sviluppo che fronteggia il diritto internazionale privato dell’Unione nel suo insieme. Questa evoluzione, con le sue dinamiche attuali, osservata dal micro-contesto, dalla prospettiva dei criteri di collegamento personali impiegati dalle norme di conflitto in materia familiare, ci inducono riflettere con rinnovato interesse sulle competenze dell’Unione nella disciplina internazionalprivatistica, sulla natura del diritto internazionale privato dell’Unione
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Farioli, Andrea <1981&gt. « Malattie cardiovascolari tra i lavoratori dei servizi di emergenza. Fattori di rischio personali e professionali, impatto e strategie preventive ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7663/1/Farioli_Andrea_tesi.pdf.

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Résumé :
Introduzione. La morte cardiaca improvvisa (MCI) è una delle principali cause di morte in servizio tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Il nostro progetto di ricerca mirava a : 1) valutare l’incidenza della MCI; 2) identificare i trigger occupazionali di MCI; 3) descrivere la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari personali tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Metodi. Sono stati condotti studi indipendenti tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Abbiamo consultato delle banche dati gestite da agenzie federali statunitensi e condotto ad hoc sondaggi nazionali (USA). Risultati principali. Tra il 1998 ed il 2012, il tasso di incidenza di MCI tra i vigili del fuoco in carriera è stato pari a 18.1 eventi per 100.000 anni-persona. La causa sottostante di morte più comune è stata la malattia coronarica. Tra i giovani vigili del fuoco (≤ 45 anni), il 63% delle MCI è stato osservato tra soggetti obesi. Questo dato è in linea con lo studio della dieta dei vigili del fuoco, che ha rivelato la necessità di condurre interventi per migliorare le abitudini alimentari in questa popolazione per diminuire la prevalenza dei comuni fattori di rischio cardiovascolare. Due studi hanno dimostrato che l’esecuzione di compiti fisicamente ed emotivamente intensi (ad esempio, lo spegnimento di incendi e le colluttazioni con sospetti) sono trigger importanti (rischi relativi superiori a 30) di MCI tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Conclusioni. La riduzione dell’incidenza di MCI tra i lavoratori dei servizi di emergenza rappresenta una priorità assoluta. L’alto carico di malattia è imputabile alla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali superiore a quanto comunemente pensato e all’esposizione a fattori di rischio professionali. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria (es. variazioni delle abitudini alimentari) e secondarie (valutazione dell’idoneità alla mansione).
Background. Sudden cardiac death (SCD) is a major cause of on-duty death among US emergency workers. We conducted a research project aimed to: 1) assessing the incidence of cardiovascular diseases; 2) identifying occupational triggers of SCD; 3) describing the prevalence of personal cardiovascular risk factors among US emergency workers. Methods. We performed separate investigations among firefighters and law enforcement officers. We obtained data on cardiovascular deaths from national databases maintained by federal agencies and we conducted a series of nationwide surveys. Main results. Between 1998 and 2012, the incidence rate of SCD among US career firefighters was 18.1 per 100,000 person-years. Coronary heart disease was the leading underlying cause of death. Among young firefighters (≤ 45 years), 63% of deaths were observed among obese subjects. This observation is in line with our study on firefighters’ diet, which highlighted the need for dietary intervention in order to decrease the extremely high prevalence of traditional cardiovascular risk factors in a cohort of active firefighters. Two independent studies showed that stressful duties (e.g. fire suppression or restraints and physical altercation) are important trigger of SCD (relative risks>30) among firefighters and law enforcement officers. Conclusions. The burden of sudden cardiac death among emergency workers is a major concern. On the one hand, emergency workers showed an unacceptably high prevalence of traditional risk factors, which were the main contributors of the observed incidence of coronary artery disease. On the other hand, law enforcement and firefighting involve extremely strenuous duties with may trigger cardiovascular events among susceptible individuals. The primary prevention of cardiovascular diseases in these populations must be considered a priority. In particular, dietary intervention might be particularly effective in decreasing the burden of SCD among emergency workers. As a secondary prevention strategy, emergency workers should receive sufficient evaluation to exclude underlying heart disease.
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Farioli, Andrea <1981&gt. « Malattie cardiovascolari tra i lavoratori dei servizi di emergenza. Fattori di rischio personali e professionali, impatto e strategie preventive ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7663/.

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Résumé :
Introduzione. La morte cardiaca improvvisa (MCI) è una delle principali cause di morte in servizio tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Il nostro progetto di ricerca mirava a : 1) valutare l’incidenza della MCI; 2) identificare i trigger occupazionali di MCI; 3) descrivere la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari personali tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Metodi. Sono stati condotti studi indipendenti tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Abbiamo consultato delle banche dati gestite da agenzie federali statunitensi e condotto ad hoc sondaggi nazionali (USA). Risultati principali. Tra il 1998 ed il 2012, il tasso di incidenza di MCI tra i vigili del fuoco in carriera è stato pari a 18.1 eventi per 100.000 anni-persona. La causa sottostante di morte più comune è stata la malattia coronarica. Tra i giovani vigili del fuoco (≤ 45 anni), il 63% delle MCI è stato osservato tra soggetti obesi. Questo dato è in linea con lo studio della dieta dei vigili del fuoco, che ha rivelato la necessità di condurre interventi per migliorare le abitudini alimentari in questa popolazione per diminuire la prevalenza dei comuni fattori di rischio cardiovascolare. Due studi hanno dimostrato che l’esecuzione di compiti fisicamente ed emotivamente intensi (ad esempio, lo spegnimento di incendi e le colluttazioni con sospetti) sono trigger importanti (rischi relativi superiori a 30) di MCI tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Conclusioni. La riduzione dell’incidenza di MCI tra i lavoratori dei servizi di emergenza rappresenta una priorità assoluta. L’alto carico di malattia è imputabile alla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali superiore a quanto comunemente pensato e all’esposizione a fattori di rischio professionali. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria (es. variazioni delle abitudini alimentari) e secondarie (valutazione dell’idoneità alla mansione).
Background. Sudden cardiac death (SCD) is a major cause of on-duty death among US emergency workers. We conducted a research project aimed to: 1) assessing the incidence of cardiovascular diseases; 2) identifying occupational triggers of SCD; 3) describing the prevalence of personal cardiovascular risk factors among US emergency workers. Methods. We performed separate investigations among firefighters and law enforcement officers. We obtained data on cardiovascular deaths from national databases maintained by federal agencies and we conducted a series of nationwide surveys. Main results. Between 1998 and 2012, the incidence rate of SCD among US career firefighters was 18.1 per 100,000 person-years. Coronary heart disease was the leading underlying cause of death. Among young firefighters (≤ 45 years), 63% of deaths were observed among obese subjects. This observation is in line with our study on firefighters’ diet, which highlighted the need for dietary intervention in order to decrease the extremely high prevalence of traditional cardiovascular risk factors in a cohort of active firefighters. Two independent studies showed that stressful duties (e.g. fire suppression or restraints and physical altercation) are important trigger of SCD (relative risks>30) among firefighters and law enforcement officers. Conclusions. The burden of sudden cardiac death among emergency workers is a major concern. On the one hand, emergency workers showed an unacceptably high prevalence of traditional risk factors, which were the main contributors of the observed incidence of coronary artery disease. On the other hand, law enforcement and firefighting involve extremely strenuous duties with may trigger cardiovascular events among susceptible individuals. The primary prevention of cardiovascular diseases in these populations must be considered a priority. In particular, dietary intervention might be particularly effective in decreasing the burden of SCD among emergency workers. As a secondary prevention strategy, emergency workers should receive sufficient evaluation to exclude underlying heart disease.
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Bassi, Valentina <1992&gt. « LA LEZIONE DI LINGUA PER TUTTI E PER CIASCUNO : proposta di una didattica differenziata sulla base degli interessi personali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9943.

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Résumé :
Sempre più spesso gli studenti faticano a considerare spendibile nella loro vita ciò che apprendono a scuola, al punto da ritenere quest'ultima un mondo a sé. In questo elaborato si vuole affermare la centralità che i concetti di flessibilità, variabilità e differenziazione ricoprono all’interno della lezione di lingua. Si indagano i molteplici fattori che rendono ogni studente unico evidenziando la necessità, per il docente, di conoscere i propri studenti al fine di poter offrire una didattica efficace e significativa. Si procede poi all’analisi della CAD (Classe ad Abilità Differenziata) quale ottima risposta glottodidattica all’esigenza di includere e valorizzare i molteplici ordini di diversità presenti in classe. Alla luce delle salde premesse teoriche, sulla base dell’ormai consolidato modello CAD si vuole proporre un ulteriore intervento in termini di differenziazione: fornire una didattica linguistica tarata in relazione agli interessi e alle passioni personali degli studenti nel tentativo di far avvicinare la loro vita fuori a quella dentro la scuola. L’elaborato si chiude con alcune realizzazioni pratiche atte a dimostrare la necessità di predisporre un insegnamento linguistico attento a chi si ha di fronte, anziché proporre a tutti indistintamente le stesse attività e gli stessi materiali.
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CATTANEO, MARIA CHIARA. « LE AMMINISTRAZIONI INTERNAZIONALI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA E DEL KOSOVO. LA NOZIONE DI SOVRANITA' NEL CASO DI ENTITA' TERRITORIALI CON PERSONALITA' GIURIDICA INTERNAZIONALE PARZIALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/803.

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Résumé :
Dopo aver delineato nel primo capitolo i necessari fondamenti teorici della disciplina relativa all’acquisto della sovranità e dunque della personalità giuridica internazionale anche nel caso di entità territoriali non statuali, è presentata una descrizione delle caratteristiche principali dell’amministrazione internazionale della Bosnia Erzegovina (capitolo 2) e del Kosovo (capitolo 3). Per fornire un quadro il più possibile chiaro, si rende anzitutto necessario indagare l’applicabilità della nozione di Stato a ciascuna delle due entità territoriali prese in esame le quali, sebbene sotto profili istituzionali differenti, sono state parte della Federazione delle Repubbliche socialiste iugoslave. Se per la Bosnia Erzegovina prassi e dottrina si sono dimostrate concordi nel riconoscere lo status di Stato indipendente, nel caso del Kosovo tale sintonia di posizioni non è ad oggi riscontrabile a causa del peculiare e incompiuto percorso di acquisizione della personalità giuridica internazionale.
Legal scholars have increasingly considered the phenomenon of international territorial administrations as a governance device which challenges some of the fundamental patterns of international law. Indeed, international territorial administrations have created normative problems by shaping both concepts of State and sovereignty. In several cases international administrators have exercised full legislative and executive authority in the administered territories, placing them in the role of governmental institutions of a State. This is the case of Bosnia and Herzegovina and Kosovo which have been ruled international administrations vested with the power to adopt acts with direct effect on the legal order of those territories. After briefly examining previous experiments in internationalized territories, this thesis applies this category to Bosnia and Herzegovina and Kosovo and describes how sovereignty was dealt with by international actors.
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Tomedi, Andrea. « Relazioni personali, clientele, concessioni di beni e feudi in una regione di confine : il caso dell'episcopatus Tridentinus nel XIII secolo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3424904.

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Résumé :
Lo studio delle relazioni gerarchiche e delle concessioni di beni che strutturavano la società dell’episcopatus Tridentinus nel corso del Duecento si inserisce appieno nella discussione che negli ultimi decenni sta impegnando gli storici del Medioevo, i quali hanno nuovamente rivolto la propria attenzione alla teoria del feudalesimo. Nel primo capitolo della tesi è così presentato lo stato dell’arte e la storia di questo concetto: gli albori nelle riflessioni dei giuristi francesi del XVI secolo, i quali coniarono la parola feodalité proiettando anacronisticamente la realtà del feudo loro contemporanea su quella medievale; la “fortuna” goduta nel Settecento, quando il feudalesimo divenne il simbolo del tanto odiato ancien régime; la formulazione dei modelli di feudalesimo da parte degli storici del Novecento, che fecero dei legami feudo-vassallatici la chiave interpretativa della società medievale; il rinnovamento storiografico originato dalle critiche di Susan Reynolds alla generalizzazione di tale modello, frutto dei giurisperiti del XII secolo che elaborarono lo ius feudale e redassero i Libri feudorum; le tesi della storiografia tedesca che, a partire da queste critiche, si è concentrata sullo studio dei Libri e della loro diffusione nel Regnum Teutonicum. In questo dibattito Hubertus Seibert ha ipotizzato che il Tirolo storico abbia costituito la via principale per una diffusione “a macchia d’olio” dello ius feudale a nord delle Alpi; la regione tridentina è stata così messa sotto i riflettori dalla medievistica, un rinnovato interesse dal quale prende spunto questa ricerca. Il secondo capitolo è di natura metodologica e in esso sono presentati, secondo le pratiche della storia regionale, gli strumenti su cui si basa la mia indagine. Sono anzitutto descritti i documenti, di cui sono illustrati non solo tipologia e natura, ma anche la storia e i trasferimenti cui furono soggetti e che hanno fatto sì che oggi siano conservati in diversi istituti. In secondo luogo, è presentata la regione indagata assumendo una prospettiva storica, che permette di evidenziare l’evoluzione che nel tempo interessò il territorio sottoposto alla giurisdizione dei vescovi di Trento dalla sua costituzione nel 1027 alla fine del Duecento, quando si affermò l’egemonia dei conti di Tirolo. Lo studio del Duecento, secolo centrale per la formazione della Contea tirolese, ha infine portato a dedicare una parte di questo capitolo metodologico anche alle deformazioni nazionalistiche di cui la storiografia sul XIII secolo (e, in generale, sul Medioevo “tridentino”) è stata autrice tra Ottocento e Novecento per mano degli storici del Tirolo di lingua italiana. Prima di analizzare i feudi e le relazioni personali che caratterizzarono la società tridentina del XIII secolo, nel terzo capitolo si è ritenuto doveroso ripercorre la storia della regione, poiché in passato gli studi di questi fenomeni hanno risentito di una analisi delle fonti spesso condotta a prescindere dal contesto in cui furono redatte. Sono così ricostruite le vicende che segnarono la storia dell’episcopato: il governo dei vescovi e i loro tentativi di preservare la propria autorità fino alla “secolarizzazione” del 1236; l’insediamento di potestates di nomina imperiale e, in particolare, del podestà Sodegerio da Tito, che durante i suoi vent’anni di governo cercò di costruire una propria signoria; la difficile restaurazione del potere dei vescovi e i loro tentativi di contrastare l’ascesa dei conti di Tirolo per mano di Mainardo II, che ampliò i propri domini a discapito della Casadei. Ricostruita la storia della regione tridentina nel XIII secolo, nel quarto capitolo si affronta lo studio delle modalità mediante cui i vescovi impiegarono le relazioni personali e le concessioni di beni (in particolare dei castelli) ut instrumenta regni per problematizzare lo studio delle cause della perdita di potere da parte di questi ultimi. Si tratta dunque di esaminare le strategie con cui i presuli del XIII secolo gestirono l’eredità ricevuta dal vescovo Wanga (1207-1218), che era riuscito a restaurare il potere secolare della Casadei. L’analisi degli atti di investitura castrense e delle modalità con cui tali strutture erano concesse, nonché il confronto fra queste fonti e quelle del periodo wanghiano, mostrano infatti che la perdita dell’autorità episcopale non fu solamente il risultato degli ambiziosi desideri della nobiltà locale, ma anche il frutto delle scelte operate dai successori del Wanga. Nel quinto capitolo l’indagine si concentra infine sulle forme assunte da questi fenomeni e sul modo in cui essi strutturarono la società dell’episcopatus Tridentinus nel corso del Duecento. Lo studio di questi fenomeni è condotto con sguardo diacronico, poiché le relazioni personali che caratterizzarono l’episcopatus Tridentinus andarono incontro nel corso del Duecento a un’evoluzione che trova le sue radici negli anni a cavallo tra XII e XIII secolo e la sua piena matu-razione nel Trecento. L’analisi di questo processo nel particolare periodo d’indagine e il confronto con gli anni immediatamente precedenti e successi evidenzia come all’inizio del XIII secolo sia le relazioni gerarchiche sia le concessioni di beni siano state caratterizzate da sviluppi peculiari, diversi da quelli postulati dal feudalesimo: entrambi i fenomeni non poterono infatti prescindere da un lato dal ruolo “pubblico” ricoperto dai presuli in quanto incaricati dall’imperatore del governo della regione, dall’altro da un’istituzione che a Trento era fondamentale nella gestione degli uomini al servizio dell’episcopio, ossia la macinata Casadei Sancti Vigilii, che riuniva i ministeriales vescovili; in questo torno di tempo si rilevano sì tracce di relazioni feudo-vassallatiche, ma a un’indagine approfondita emerge come tali presenze siano frutto del fatto che i notai, abituati a pensare la quotidianità secondo il modello dei Libri feudorum, descrissero la realtà tridentina tramite un linguaggio tecnico-giuridico a loro consueto, coprendo così le istituzioni locali con una “veste feudo-vassallatica”. Nel corso del Duecento si evidenziano tuttavia l’introduzione e l’adattamento a livello locale di alcune delle norme e delle categorie tipiche del diritto feudale, adottate dai vescovi per garantire i propri diritti sulle proprietà dell’episcopio concesse e per lega-re maggiormente a sé i propri fideles. Emerge dunque un’evoluzione delle consuetudini locali che diminuì lo scarto tra queste e la prassi feudo-vassallatica tipica delle aree lombarde e della Marca trevigiana. Tale processo ebbe come risultato quello di far “scomparire” la ministerialità, che non appare più negli atti vescovile, e di sostituirla con la vassallità, che diventa l’unica forma di legame tra i vescovi e i loro fideles investiti feudalmente; in altri termini, l’introduzione del diritto feudale determinò la modifica non solo dell’immagine, ma anche della struttura stessa della società dell’episcopatus Tridentinus. Infine, in riferimento alla tesi di Seibert, i dati emersi dalla ricerca portano a respingere l’idea che la regione possa essere stata il veicolo di una diffusione “a macchia d’olio” dello ius feudale, e a concordare piuttosto con chi ritiene che il nuovo diritto poté giungere nei territori tedeschi dell’Impero grazie a un vivo contatto tra i giurisperiti lombardo-veneti da un lato, i sovrani e gli uomini delle diverse “corti” imperiali dall’altro.
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SANTINI, SERENA. « LE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI DEL TERRORISMO IN ITALIA E NEL REGNO UNITO. SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA PREVENZIONE SOSTENIBILE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/618963.

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To what extent the legitimate aspiration of the States to prevent terrorist attacks can go further? This is one of the main issues that modern democracies must face. In this scenario, this PhD thesis proposes a comparative study on preventive counter-terrorism measures targeted on suspected terrorists within a human rights’ approach, in the searching of the “sustainable prevention”. After the study of Italian preventive counter-terrorism law from different perspectives, a small "field research" and the analysis of the UK counter-terrorism system, the Author uses the proportionality principle to suggest some corrective mechanisms for a more sustainable balance between freedom and security.
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PALUMBO, ANDREA. « IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE INFORMATIVA. L’ESPERIENZA TEDESCA IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170831.

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Résumé :
La sentenza sul Censimento del 1983 della Corte Costituzionale tedesca (la cosiddetta Volkszählungsurteil), ad oltre trent’anni dalla sua pubblicazione, rappresenta ancor oggi un punto di riferimento in materia di protezione dei dati personali. Nonostante le novità tecnologiche e normative che si sono susseguite dalla sua pubblicazione, le teorie ivi contenute risultano sempre attuali e innovative. Con questa pronuncia, infatti, si afferma l’esistenza, in capo a tutti i cittadini tedeschi, di un “diritto all’autodeterminazione informativa”, che garantisce a ciascuno la possibilità di stabilire a chi rivelare i propri dati, quando ed entro quali limiti. Si tratta di un diritto fondamentale, ma non assoluto, e la sua lesione compromette non solo i diritti dei singoli, ma la società democratica stessa, che si compone di individui liberi di autodeterminarsi. Tale diritto si configura, quindi, come un diritto alla cogestione dei dati personali, in cui più soggetti (il Legislatore, le Pubbliche Amministrazioni, l’Autorità Indipendente e l’interessato stesso) compartecipano all’attività di elaborazione delle informazioni. Nella sentenza, pertanto, si rifiuta qualsiasi teoria che preveda, in capo ad un singolo individuo, una signoria sui suoi dati personali o un diritto al loro esclusivo controllo. La società moderna si basa sulla collaborazione tra gli individui e sulla comunicazione: i singoli, pertanto, devono necessariamente accettare limitazioni al proprio diritto all’autodeterminazione informativa, purché basate su provvedimenti normativi rispettosi dei principi costituzionali e diretti alla realizzazione di interessi generali superiori. I Giudici tedeschi, con questa sentenza, arrivano addirittura a delineare i caratteri della disciplina sulla protezione dei dati personali, che deve prevenire qualsiasi lesione della dignità dei singoli e del loro diritto alla personalità.
After more than thirty years, the Census Act Judgement (1983) of the German Constitutional Court (the so called Volkszählungsurteil) represents still today a reference point in data protection law. In spite of technological and legal novelties developed after its publication, the theories therein result still actual and modern. The judgement establishes a right of informational self-determination that guarantees the right of the person to determine for himself who, when and to what extent his data can be processed. It’s a fundamental, but not absolute, right and its prejudice compromises not only the right of the individuals, but the democratic society itself, made of self-determinated people. It is described as a right to the joint administration of personal data, where several subjects (such as legislator, the public administrations, the independent authority or the data subject itself) jointly managed the information. In this judgement, however, the German Constitutional Court denies the existence of a property right on data or a right to their exclusive control. Modern society is based on the cooperation among the individuals and on the communication: individuals should accept limitation to their own right of informational self-determination, as long as based on legal provision in accordance with the constitutional principles aimed at superior general interests. The German Constitutional Court, with that judgement, outlines even the nature of data protection law, which should prevent any offense to the human dignity and personality rights.
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Bernabè, Stefania. « Data Breach : definizione, analisi, soluzioni e casistiche riguardanti le violazioni di dati personali ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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L'elaborato presentato ha l'obiettivo di esporre e definire le violazioni di dati personali (conosciute anche con il termine Data Breach) e la loro gestione sia dal punto di vista normativo, che dal punto di vista informatico, esplicitando soluzioni utili per prevenire tali irregolarità. Inoltre è stato illustrato il Regolamento Europeo in materia di Protezione dei Dati Personali (GDPR), relativo alle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali, proseguendo poi con l'esposizione di indicazioni tratte dalle Linee guida sulla notifica delle violazioni di dati personali ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 riguardanti le misure e le pratiche da adottare nel caso in cui ci si renda conto di aver subito una violazione, in modo da poter notificare nel più breve tempo possibile l'accaduto per poter attuare misure contenitive adeguate. In chiusura dell'elaborato sono stati riportati due differenti casi di violazioni di dati, nelle modalità più chiare possibili, utilizzando materiale reperito in rete o concesso da tecnici esperti nel settore. Da quest'ultima parte emerge quanto possa essere semplice incombere in un data breach, anche se si dispone di tecniche di protezione di ultima generazione. Nel corso dell'elaborato è stato documentato quando sia importante essere pronti a notificare l'accaduto, per poter applicare prontamente misure tecniche ed organizzative conformi a limitare il danno subito e provvedere ad un pronto intervento di aggiornamento e manutenzione dei sistemi danneggiati.
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MONZANI, DARIO. « Il ruolo dell'ottimismo disposizionale nel perseguimento di obiettivi personali : implicazioni per il benessere ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28424.

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Dispositional optimism, defined as a positive expectancies for the future (Scheier & Carver, 1985; Scheier, Carver, & Bridges, 1994), predict engagement and effort across multiple contexts and life circumstances. Moreover, optimistic expectations that events will turn out for the better are incentives to initiate and persevere when people face with challenges in pursuing relevant personal goals. Dispositional optimism is also determinant when people have to cope with adversities and relevant difficulties (Affleck, Tennen, & Apter, 2002; Carver et al., 1994; Curbow, Somerfield, Baker, & Wingard, 1993; Fitzgerald, tennen, Affleck, & Pransky, 1993; Litt, Tennen, Affleck, & Klocks, 1992; Scheier et al, 1989). Nevertheless, only a few studies analyzed explicitly the influence of dispositional optimism on the whole process from establishing to concrete pursuing of personal goals (Jackson, Weiss, Lundquist, & Soderlind, 1992; Segerstrom & Solberg Nes, 2006). At the same time, several empirical evidences have shown that personal goals play an important role in determining people’s subjective well-being. Individual personal goals may be distinguished in terms of several characteristics; among them, goal expectancy, as a perceived probability of goal achievement, and value attributed to goal are important predictors of active effort and rate of progress in the goals pursuit. Moreover, it has been demonstrated that perceived progresses, goal value and conflict among goals influence individual life satisfaction and experiences of positive and negative affects (Brunstein, 1993; Emmons, 1986; Segerstrom & Solber Nes, 2006). Aims of the current contribution are to analyze the role of dispositional optimism in pursuing important personal goals and, at the same time, to investigate the consequent influences on individual subjective well-being. Results of a first study which involved 283 young adults showed important relationships among optimistic expectancies, short- and mid-term personal goal pursuit and subjective well-being. Specifically, dispositional optimism predicted effort, goal conflict, and expectancies about goal achievement. Moreover, pursuing important personal goals of short- and mid-term promote experiences of subjective well-being. In particular, positive affects are influenced by dispositional optimism, perceived progresses, and value attributed to goal. Finally, results highlighted not significant differences in well-being due to the pursuing of different typologies of goals. A second longitudinal study substantially replicated these results. This study involved 143 young adults. Similarly to the first study, optimistic expectancies played an important role in goal pursuing and personal goals exerted positive significant influences on subjective well-being. Furthermore, results showed that the beneficial effects of high perceived progresses are stable and lasting over time: the amount of progresses in the goals pursuing influenced life satisfaction and positive affects one month apart. Finally, also in this study we found no differences in subjective well-being due to the pursuing of different typologies of goals. In conclusion, these studies highlighted the relevant influence of dispositional optimism on several aspects of goals pursuing. Moreover, we found positive effects of positive goal pursuing on subjective well-being.
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Bergantino, Roberto. « Lockey : Sistema locker per coworking per la protezione ed il trasporto di beni personali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25639/.

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Il percorso che mi ha portato alla realizzazione finale del mio progetto, parte da una lunga ed approfondita ricerca sulla storia dell’ufficio, di come si è evoluto nei secoli insieme al suo design ed alle ragioni sociali e storiche di tali cambiamenti. Il primo capitolo si chiuderà con la concezione che abbiamo oggi della dimensione ufficio, di come internet e le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il modo di lavorare e di relazionarsi delle persone. Visto il particolare e delicato periodo storico in cui ci troviamo, ho dedicato il secondo capitolo ad uno studio su come la recente pandemia da SARS-CoV-2 ha cambiato profondamente la società in cui viviamo. Dai primi casi fino alla diffusione su scala mondiale, il Covid-19 ha imposto nuove regole e restrizioni che si sono riflesse sulla quotidianità di tutte le nostre azioni, stravolgendo la routine, il modo di relazionarsi tra le persone e l’organizzazione degli spazi comuni e personali. Allo stesso modo, anche negli uffici ci sono stati cambiamenti che hanno accelerato l’adozione di nuove modalità di lavoro, come lo smart working ed i servizi di hoteling, servizi già offerti dagli uffici in coworking già prima della pandemia, facendoli evolvere enormemente in questi ultimi anni. Infine, nel terzo e ultimo capitolo mi concentro sulla progettazione del sistema locker Lockey, dallo studio dei bisogni dell’utente tramite sondaggi ed interviste, alla progettazione vera e propria della forma e delle tecnologie al suo interno, fino ad arrivare ad un concept di servizio ed all’analisi dei costi di realizzazione.
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Prestipino, Daniela <1970&gt. « Nuovi scenari di rischio e misure user-centric per la protezione dei dati personali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8248/1/Prestipino_Daniela_Tesi.pdf.

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Questa tesi di Dottorato discute la centralità degli utenti nei processi di gestione della privacy e della protezione dei dati personali, propone e sostiene un modello applicativo basato su politiche users-centric di tipo Sticky Privacy Policies per un efficace e dinamico controllo contestuale del trattamento e della divulgazione dei dati personali, in contesti informazionali rispetto ai quali il mantenimento dei requisiti di qualità tanto dell’informativa quanto del consenso o dell'autorizzazione al trattamento risultano critici per il differenziarsi – rispetto alle condizioni iniziali, dei possibili utilizzi, delle molteplici finalità e dei possibili soggetti interessati. La ricerca tiene conto sia delle prescrizioni regolatorie giuridiche allo stato vigenti sia di quelle tecniche, quindi degli standard applicativi de facto in materia di privacy framework; propone rinnovate forme di rischio in contesti distinti da elevata inferenza informativa e da una pluralità di soggetti interessati (Multiple Subjects Personal Data), esemplificandone e provandone alcune implicazioni per le informazioni personali condivise nella lista contatti dell’App WhatsApp Messenger e rispetto alle quali formula azioni di controllo basate sull’utilizzo di Sticky Privacy Policies; propone una modellazione della privacy per l’espressione di politiche d'uso user-centric associate alla struttura dati. La tesi è organizzata su cinque capitoli. I primi tre capitoli descrivono rispettivamente lo scenario normativo e il passaggio in atto tra la Direttiva 24 Ottobre 1995 e il Regolamento Europeo 679/2016 del 24 Aprile 2016; lo stato dell'arte in tema di dato personale e privacy; le contromisure strumentali alla protezione delle informazioni stesse in relazione alle criticità occorrenti. Il quarto e il quinto capitolo contengono una nuova concettualizzazione della privacy e delle nuove vulnerabilità a supporto della quale illustra una semplice Proof of Concept nel contesto d'uso dell’App WhatsApp Messenger.
This PhD thesis assesses the centrality of users in the privacy and personal data process management. It proposes and defends an application model based on user-centric policies based on Sticky Privacy Policies for an effective and dynamic control and distribution of personal data under circumstances where the maintenance of quality elements concerning the consent or the authorization for the data treatment are crucial changing – in comparison to the initial conditions, the possible applications, the multiple purposes and the multiple subjects involved. The research takes into account both legal and technical requirements in place, therefore including the application standards de facto related to the privacy requirements; it proposes new types of risks in situations with an high degree of informative inference and Multiple Subjects Personal Data, demonstrating and proving some of the implications for the personal information shared in the contact list of the App WhatsApp Messenger and for which it proposes control actions based on the Sticky Privacy Policies; it also proposes a modelling of privacy to express user-centric privacy policies. The thesis is structured on five chapters. The first three chapters describe the regulatory environment and the changes from the Directive 24 October 1995 and the European Rule 679/2016 dated 24 April 2016; the current situation in terms of personal data and privacy, the remedy actions for the protection of the personal data information. The fourth and the fifth chapters include new privacy and weaknesses concepts in relation to which the document shows a simple Proof of Concept in the contest of WhatsApp Messenger App.
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Ellingsen, Victor J. « Academic self-concept under typical and maximal environmental press ». Thesis, Georgia Institute of Technology, 2013. http://hdl.handle.net/1853/47690.

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Résumé :
Academic self-concept (ASC) refers to one's beliefs about himself or herself in academic situations. ASC has been found to be moderately correlated with academic performance when ASC and academic outcome measures are in the same domain and at the same level of specificity. It was hypothesized that differentiating between ASC under typical versus maximal environmental press may increase its predictive validity by providing further specificity to items and thus greater reliability to ASC scales. In this study, a battery of assessments was administered to Georgia Tech undergraduates in order to examine the factor structure of new measures of typical and maximal ASC, as well as their predictive and construct validities. A two-factor model fit the data better than a one-factor model, but did not meet criteria for good fit. Most hypotheses about the relationship between typical and maximal ASC and other constructs were not supported, though gender differences were found which may indicate an interesting line of future research.
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