Littérature scientifique sur le sujet « Di Personalità »

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Articles de revues sur le sujet "Di Personalità"

1

Caparrini, Sandro. « La personalità di Lagrange ». Lettera Matematica Pristem 88, no 1-2 (mars 2014) : 14. http://dx.doi.org/10.1007/bf03356637.

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Iacolino, Calogero, Rachele Isgrò, Ester Maria Concetta Lombardo, Giuseppina Ferracane et Brenda Cervellione. « Tratti di personalità e stili di coping in soggetti con diagnosi di fibromialgia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2021) : 82–102. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003012.

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Résumé :
La fibromialgia è una sindrome dal dolore cronico diffuso caratterizzata da numerosi sin-tomi. Ad un campione di 233 soggetti fibromialgici (M = 45.7, DS = 11.7) residenti in Italia e prevalentemente donne (97.4% femmine e 2.6% maschi) è stata somministrata una batteria di test comprendente: un questionario socioanagrafico costruito ad hoc, un test per valutazione dei tratti di personalità (PID-5-BF) e uno per gli stili di coping (COPE). Dai risultati è emerso un profilo di personalità caratterizzato prevalentemente da Affettività Negativa, Distacco e Psicoticismo. I valori medi degli stili di coping non si discostano signifi-cativamente da quelli del campione normativo e, la presenza di specifici tratti di personalità ri-sulta predire determinate strategie di coping. In conclusione, la conoscenza del profilo personologico, delle modalità di fronteggiare la situazione stressante e il tipo di relazione che intercorre fra i due costrutti rappresenta un'utile informazione in termini clinici, affinché anche la figura dello psicologo possa giocare un ruolo essenziale nell'intervento multidisciplinare al paziente affetto da fibromialgia.
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Sztychmiler, Ryszard. « Znaczenie osobowości kandydata do małżeństwa w świetle obowiązującego prawa kanonicznego ». Prawo Kanoniczne 40, no 1-2 (5 juin 1997) : 201–17. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.09.

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Résumé :
Persona e personalita hanno nel diritto romano e nel diritto canonico i significati diversi. La Chiesa riconosce la personalita naturale di ogni uomo dalla sua concezione, ma personalita giuridica assegna dal battesimo. Nel diritto canonico possiamo distinguere la personalita naturale, canonica e richiesta. Mi sembra, che la Chiesa potrebbe assegnare il piu grosso significato della personalita Christiana. Gran valore della formazione della personalita matura nella Chiesa dimostrano le norme sulla educazione Christiana. La Chiesa richiede la maturità dalle persone, che prendono importanti decisioni oppure ufficii; protegge sopratutto ogni persona e la sua personalita. Nello diritto canonico matrimoniale si trovano le normae, che danno molta importanza della personalita del uomo. Esse si trovano non soltanto nel Codice di diritto canonico, ma anche nelle diverse norme dello stesso diritto canonico. E cosi il Legislatore ecclesiastico vuole l’adequata praparazione al matrimonio. Nello stesso tempo si preferisce i matrimonii di due persone cattoliche, invece altre esigenze si pone per i findanzati, dei quali soltanto uno appartiene alla Chiesa cattolica. Il significato della personalita del candidato al matrimonio si rivela tra l’altro nel stabilire gli impedimenti matrimoniali tali come: mancanza dell’età, impotenza sessuale e diversa religione. Nel capitolo sul consenso matrimoniale il Legislatore del Codice mette alcune esigenze, le quali prendono in considerezione la validita del matrimonio dai certi segni della personalita e atteggiamenti dei candidati al matrimonio. In alcuni canoni mette tali esigenze le quali possono essere compiute dalle persone mature nel senso psicologico: cioe sufficiente scienza, sufficiente uso di ragione, giudizio critico e la capadtà da adempire i obbligazioni matrimoniali essenziali. Soltanto gravi disturbi e mancanze fanno il matrimonio invalido. Se ci sono infatti tali casi, si puo nel corso del processo giudiziario andare a dichiarare il matrimonio invalido. Pero le prove dei disturbi della personalità о altri fatti negativi in questo ambito e molto defficile da dimostrare, ma possibile, sopratutto quando i disturbi e le mancanze sono gravi. Riassumendo il mio discorso sul tema dei significato della personalità nel diritto canonico matrimoniale si puo affermare che i gravi о esattamente definiti i disturbi della personalità о negativo orientamento al matrimonio, in generale fanno il matrimonio invalido. II Legislatore eclesiastico prottegge in tali situazioni la liberta della persona, la quale ha incontrato la persona toccata dai tali disturbi e negativo orientamento della volontà. Se i disturbi о mancanze non sono gravi, il Legislatore non entra con la norma di protezione, la quale darebbe per loro la liberta.
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4

Bacciagaluppi, Marco, et Romano Biancoli. « Temi frommiani in un caso di disturbo di personalità narcisistico ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (février 2014) : 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2014-001008.

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Carassi, G., et M. P. Rosini. « II Rorschach per Due Co-Stretti nell'Uno : Tentativi di Ricostruzione di Unicità nei Gemelli ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 43, no 1-2 (1994) : 149–61. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003202.

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Résumé :
AbstractIl Test di Rorschach applicato ai gemelli mostra il grande sforzo dell'individuo gemello verso lo scopo massimo della sua personalità: quello della propria unicità continuamente sconfessata o messa in discussione dall'esistenza del suo gemello.
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Nigro, Nicoletta, et Michael Fanizza. « Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Résumé :
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Castellet, y. Ballarà Francesco. « Il disturbo di personalità secondo una prospettiva psicodinamica ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juillet 2014) : 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-002002.

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Carcione, Antonino, et Antonio Semerari. « I cicli interpersonali problematici nei disturbi di personalità ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 45 (janvier 2020) : 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8988.

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Résumé :
In quest'articolo si discutono i cicli interpersonali problematici che insorgono tra terapeuta e paziente nel trattamento dei disturbi di personalità. I cicli interpersonali vengono affrontati da tre livelli teorici. In primo luogo presentiamo i costrutti che ci permettono di cogliere e descrivere il fenomeno e chiamiamo questo livello teorico: teoria dei fatti. Nel secondo livello teorico, che definiamo teoria della cura, discutiamo delle implicazioni che ha sul processo terapeutico il fenomeno dei cicli interpersonali. Verranno infine discusse le modalità con cui è possibile rendere effettive le potenzialità terapeutiche che l'accadere dei cicli interpersonali comporta. Questo terzo livello riguarda la teoria della tecnica.
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Cafagna, Dario, Roberta Cherubini et Barbara Chirico. « Il lato oscuro del revenge porn ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2021) : 92–107. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002006.

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In questo articolo viene presentato un lavoro di ricerca focalizzato sui fattori che favoriscono la diffusione non consensuale d'immagini intime: questo fenomeno è conosciuto con il nome di revenge porn. Le ricerche hanno messo in evidenza il ruolo giocato in questo contesto dalla Dark Triad, tuttavia, vista la compatibilità dei tratti psicopatici, machiavellici e narcisistici con gli atteggiamenti di deumanizzazione nelle relazioni romantiche abbiamo ritenuto che tali tratti giochino un ruolo importante nella propensione al revenge porn. Obiettivo: abbiamo ipotizzato che la deumanizzazione nelle relazioni romantiche possa essere correlata con i tratti della Dark Triad e con la propensione al revenge porn, e che la deumanizzazione possa essere un fattore di mediazione tra i tratti di personalità della Triade Oscura e la propensione al revenge porn. Metodo: è stato reclutato un campione sessualmente attivo di 213 soggetti, dai 18 ai 66 anni di età (M = 33.08, SD = 9.87). Risultati: I risultati evidenziano una correlazione tra il fattore deumanizzazione con i tratti di personalità della Dark Triad e con la scala del revenge porn proclivity. Il revenge porn proclivity mostra correlazioni con tutte le variabili precedenti tranne che con il tratto di personalità narcisistico. La deumanizzazione si conferma come mediatore tra i tratti della Dark Triad e la propensione al revenge porn.
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Di Nuovo, Santo, Maria Rita Pulvirenti et Ivan Zingales. « Tra fecondazione assistita e adozione : variabili di personalità e dinamiche di coppia ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (novembre 2014) : 89–94. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-004010.

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Thèses sur le sujet "Di Personalità"

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Luca, Antonina. « I disturbi di personalità nella malattia di Parkinson. Studio caso-controllo ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/222.

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Résumé :
Obiettivi: In accordo al modello biopsicosociale di Cloninger, la personalita' del parkinsoniano si caratterizza per un'alta Harm Avoidance (HA) e per una bassa Novelty Seeking (NS). A tutt'oggi non esistono dati di letteratura relativi alla presenza di Disturbi di Personalita' (Personality Disorders, PeDs), definiti in accordo ai criteri del DSM-IV TR nei soggetti affetti da Malattia di Parkinson (MP). Metodi: sono stati arruolati 100 soggetti affetti da MP (57 uomini e 43 donne; eta' media 59.0±10.2 anni) e 100 controlli sani (52 uomini e 48 donne; eta' media 58.1±11.4 anni). I tratti temperamentali sono stati investigati attraverso il Temperament e Character Inventory (TCI) mentre la presenza di PeDs stata valutata attraverso la Structured Clinical Interview for Personality Disorders- DSM- IV Axis II (SCID II). Risultati: dei 100 soggetti con MP, 80 (80%) soddisfacevano i criteri del DSM-IV per almeno un PeD mentre, tra i controlli sani, solo 24 soggetti erano affetti da almeno un PeD (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Tra i casi,il PeD piu' frequente era il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalita' che si presentava nel 40% dei soggetti, seguito dal Disturbo Depressivo di Personalita' (13.7%). Dei 100 pazienti arruolati nello studio, 72 hanno completato il TCI. Le sottoscale del TCI hanno mostrato livelli elevati di HA (74.5±25.0), bassa NS (24±19.7) e RD (35.1±25.1). A differenza di quanto avviene per l'HA, la presenza di PeDs non sembra esser correlata con la durata di malattia con la terapia dopaminergica. Conclusioni: in accordo con i nostri dati i PeDs potrebbero esser presenti sin dagli stadi iniziali della malattia se non addirittura precederne l'esordio clinico rappresentando quindi un sintomo non-motorio precoce.
Objectives: According to Cloninger's biopsychosocial model, parkinsonian personality is characterised by a high Harm Avoidance (HA) and a low Novelty Seeking (NS). Nowadays, data on Personality disorders (PeDs) according to DSM-IV TR criteria are not available in literature. Methods: 100 PD patients (57 M and 43 F; mean age 59.0± 10.2 years) and a group of sex and age frequency matched healthy controls (52 M and 48 F; mean age 58.1±11.4 year) were enrolled in the study. Presence of PeDs defined according to the Axis II of the DSM-IV TR was investigated using the Structured Clinical Interview for Personality Disorders-II (SCID-II). Temperament traits were investigated by the Temperament e Character Inventory (TCI). Results: out of the 100 PD patients, 80 (80%) fulfilled the DSM-IV TR criteria for at least one PeDs versus 24 (24%) of the control group (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Among PD patients, the Obsessive Compulsive PeD (OC-PeD) was the most common (40%), followed by the Depressive PeD. Out of the 100 enrolled patients, 72 completed the TCI. A high HA (74.5± 25.0), a low NS (24± 19.7) and RD (35.1± 25.1) have been recorded. Contrary to what happens to HA, the presence of PeDs was not correlated neither with disease duration nor with dopaminergic therapy. Conclusion: according to our data, PeDs could be considered among the non-motor symptoms characterizing the early stage of PD.
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RODIGARI, TULLIA. « La personalità culturale e storica di Goliarda Sapienza ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42174.

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Résumé :
This research concerns a Sicilian writer, who is not well-known and is little valued, Goliarda Sapienza (1924-1996). My thesis will try to give voice to a writer from the margins of Italian literature and, if possible, try to explain her main literary themes and include her work in the cultural milieu, showing at the same time the originality and creativity. The Art of Joy is her most important and “scandalous” work. What strikes you, above all, is the close rapport that she exhibit between art and life. Through the construction of a grand family saga, that embraces the first fifty years of the twentieth century, Goliarda was able not only to portray herself, but also to deal with the awkward topics of the period such as sexual liberation, physical love, politics and feminism. The Art of Joy could possibly be called The Art of Life; but it is without doubt that “the life” in which Goliarda Sapienza believes is not a pure and natural abstract, because it is always interwoven with history. This history is always conceived with a Marxist accent, even if it is in great part a heretical Marxism (it is spoken of as a Marxism with Nietzschcean echoes).
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Castellucci, Michela. « "Poliglotti come camaleonti. Se parlano un'altra lingua cambiano personalità." Proposta di traduzione di un articolo di giornale e riflessione sul rapporto tra lingue e personalità distinte ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10777/.

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Résumé :
La presente tesi è volta a prospettare una proposta di traduzione dell’articolo di giornale «Poliglotti come camaleonti: Se parlano un’altra lingua cambiano personalità» pubblicato nel 2013 dal quotidiano nazionale La Repubblica, a seguito della diffusione di studi che dimostrano la fondatezza scientifica della compresenza di più identità socio-linguistico-culturali nei poliglotti, ritenute essere all’origine dell’insorgenza di tratti caratteriali anche contrastanti tra loro. Accanto alla traduzione, l’elaborato intende soffermarsi su aspetti cognitivi introdotti nell’articolo, con un approfondimento e una riflessione personale sugli studi sul cambiamento di personalità nei soggetti plurilingue. Nel dettaglio, la tesi si articola di 4 capitoli. In quello introduttivo (capitolo 1), mi propongo di instradare il lettore verso il campo della traduzione in ambito giornalistico, un settore poco analizzato ma degno di particolare attenzione per la sua unicità. Il capitolo 2 è interamente dedicato alla proposta di traduzione dell’articolo di La Repubblica di cui sopra, inserito in appendice. Segue un’analisi con commento alla traduzione (capitolo 3) all’interno della quale illustro la concatenazione di procedimenti tramite cui sono giunta alla realizzazione della traduzione, con conseguenti motivazioni concepite per giustificare determinate scelte traduttive. Il commento costituisce l'aggancio tra traduzione e riflessione sul contenuto tradotto. La tesi si conclude con il capitolo 4, dove appunto la questione di riferimento è “È possibile cambiare personalità nel passaggio da una lingua all’altra?”. A sostegno della mia riflessione ho consultato diverse fonti accademiche tra riviste, singoli articoli universitari e libri di testo.
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CORRIAS, DEBORAH. « "Ars medica" : dimensioni di personalità e percezione della professione medica in studenti di medicina ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/44800.

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Résumé :
A partire dal secolo scorso si assiste a un cambiamento cruciale del modello di riferimento medico, si passa da un modello definito biologico o disease centred a uno definito biopsicosociale o patient centred (Balint, 1957; Jaspers, 1953; Engel, 1977). Ciò che differenzia i due modelli è l’importanza attribuita alla relazione con il paziente, che diventa pertanto anche oggetto di formazione nelle facoltà mediche (Virzì, 2007). Alcune ricerche americane (Haidet, Dains, Paterniti, Hechtel, Chang, Tseng e Rogers, 2002; Hojat, Mangione, Nasca, Rattner; Erdmann, Gonnella e Magee; 2004) però sottolineano che a un avanzamento nel percorso universitario, corrisponde una diminuzione dell’importanza attribuita agli aspetti relazionali del rapporto con il paziente e dei livelli di empatia, che insieme alla motivazione costituiscono alcuni degli elementi che costituiscono dell’intelligenza emotiva (Goleman, 2005), impalcatura di qualsiasi relazione. Spesso questo cambiamento viene associato all’esperienza di tirocinio nei reparti ospedalieri (Neumann, Friedrich, Tauschel, Fischer, Wirtz, Woopen, Haramati e Scheffer, 2011) . Questo studio ha lo scopo di verificare se l’esperienza di tirocinio ha un’influenza sull’atteggiamento verso i pazienti anche negli studenti italiani di medicina, sui loro livelli di empatia e sulla motivazione a fare medicina. Il protocollo di ricerca è costituito da due questionari self report, il Jefferson Scale Physician Empathy (Hojat et al., 2001) e il Patient Pratictioner Orientation Scale (Krupat, 2000) e da una domanda aperta sul perché hanno scelto di fare medicina. La ricerca è suddivisa in due studi. Il primo studio è svolto su 326 studenti frequentanti il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca: 190 studenti hanno compilato il questionario durante il secondo anno, quindi senza esperienza di tirocinio in reparto, mentre 136 studenti hanno aderito alla ricerca durante il quinto anno di corso, quindi avendo esperienza di reparto. Il secondo studio prevede un disegno longitudinale: 40 soggetti hanno compilato il questionario al secondo anno e successivamente al quarto anno. Per il primo studio è stata svolta un’analisi multipla lineare, per il secondo è stata applicata l’analisi del T-test. L’esperienza di tirocinio non sembra influire sulle dimensioni prese in esame in questo studio. Le femmine sono maggiormente empatiche e attribuiscono maggiore importanza agli aspetti relazionali nella comunicazione con i pazienti rispetto ai colleghi maschi. A differenza di quanto evidenziato dagli studi americani, l’esperienza di tirocinio non sembra influenzare le dimensioni analizzate. Questo fenomeno potrebbe essere messo in relazione con un atteggiamento funzionale dei tutori a cui questi studenti si riferiscono durante il tirocinio e anche con il fatto che hanno la possibilità di riflettere su questi aspetti già durante il secondo anno di corso.
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De, Longhi Alice <1995&gt. « Il culto della personalità di Klement Gottwald nella cultura comunista cecoslovacca ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18277.

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Résumé :
La tesi magistrale presenta il culto della personalità dell’ex presidente cecoslovacco Klement Gottwald nella cultura comunista. L’obiettivo principale del lavoro è presentare gli aspetti principali del culto cecoslovacco, esclusivamente da un punto di vista storico e culturale, con particolare attenzione alla cultura audiovisiva (manifesti, fotografie, film e serie tv). Essenziali saranno i confronti con altri culti della personalità, in particolare con quello creato da Iosif Stalin, al quale Gottwald si ispira. Prima di analizzare nel dettaglio il caso cecoslovacco, verrà presentata un’analisi del culto della personalità come fenomeno generale, con particolare attenzione agli aspetti più interessanti o problematici del culto. Il lavoro presenterà poi un’analisi generale del culto di Gottwald, dando spazio soprattutto agli aspetti che lo differenziano dagli altri esempi citati, come la questione religiosa, la base storica del culto e la morte e funerale del leader. Sarà presente anche una panoramica sulla presenza di Gottwald nella cultura comunista nazionale dopo la sua morte, che avviene nel 1953, per sottolineare in che termini continua ad essere rappresentato dalla propaganda comunista. Lo scopo principale di questa ricerca è indagare se il culto di Gottwald cambia dopo la sua morte e a quella di Stalin e dopo eventi rilevanti di portata nazionale e internazionale, quali il “discorso segreto” di Kruscev (1956) e la Primavera di Praga (1968).
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GATTI, MONICA. « Preferenze pittoriche e personalità. Il ruolo della familiarità artistica come fattore di mediazione ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/155.

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Résumé :
Ciascuno di noi, posto davanti a un'opera d'arte è in grado di esprimere una preferenza, anche se non l'ha mai vista prima. Child (1965) sosteneva come in questo processo di valutazione fosse determinante il ruolo giocato dalla personalità, tuttavia l'autore aggiungeva anche che la conoscenza o l'esperienza in campo artistico potrebbero ridurre se non annullare questo effetto. Furham e Walker (2001) hanno invece sottolineato come la personalità potrebbe essere maggiormente legata allo sviluppo della familiarità artistica invece che determinare direttamente le preferenze pittoriche. Il presente lavoro si pone dunque l'obiettivo di studiare la familiarità artistica in veste di mediatore tra le variabili di personalità e le preferenze pittoriche. I risultati mettono in luce come questa mediazione avviene per la ricerca di brivido e avventura, il bisogno di chiusura cognitiva e la sensibilità estetica (fattori di bellezza classica e rapimento estatico). Sempre attraverso questi modelli di mediazione, le preferenze pittoriche sono state analizzate considerando le principali caratteristiche dello stimolo: lo stile pittorico, il soggetto rappresentato e il livello di complessità. in particolare lo stile e il soggetto hanno messo in luce interessanti differenze. Si auspicano futuri studi che tengano conto degli effetti di interazione sia tra le variabili di personalità, sia tra le caratteristiche delle opere pittoriche.
Everyone could say if he likes or not a work of art, even if he never saw it before. Child (1965) stressed the importance of the personality traits for this process of evaluation, however he also suggested that personality variables become less important as knowledge of art increases. Furham e Walker (2001) proposed that personality variables predict exposure to art (galleries visited, art purchased, art studied) which in part predicts familiarity which is the most direct predictor of art preferences. The aim of this study is testing the role of artistic familiarity as mediator between personality traits (predictors) and pictorial preferences (outcome). Results show mediation for thrill and adventure seeking, need for cognitive closure and aesthetic sensitivity. Pictorial preferences are also studied in mediation models considering the characteristics of the works of art: style, represented subject and simplicity/complexity. In particular, the style and the represented subject show significant differences. Future research is needed, particularly on the study of the interaction between both personality variables and pictorial characteristics.
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POGGI, ANITA. « Trust in Borderline Personality Disorder ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330121.

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Il presente contributo propone un modello euristico per lo studio della fiducia interpersonale. Sulla base di precedenti concettualizzazioni sul tema della fiducia consideriamo la fiducia interpersonale un processo interattivo, circolare e che prevede più fasi. Di conseguenza, sottolineiamo l'importanza di considerare le espressioni comportamentali di fiducia come l'esito di un processo dinamico in continua evoluzione piuttosto che come una disposizione personale statica. Nella presente tesi, miriamo ad approfondire i processi che sottostanno una minore predisposizione a fidarsi del prossimo da parte dei soggetti con tratti di personalità borderline (il così detto, untrustworthiness bias). Lungo l'intero elaborato di tesi esemplifichiamo un utilizzo del modello proposto per esplorare l'untrustworthiness bias in soggetti con tratti di personalità borderline. Nel primo Capitolo, forniamo una presentazione dettagliata del modello già menzionato in precedenza e una revisione sistematica della letteratura precedente in merito a difficoltà a fidarsi del prossimo in soggetti con Disturbo Borderline di Personalità. Nei capitolo successivi presentiamo cinque studi empirici che approfondiscono alcune fasi specifiche suggerite nel modello. Nei capitoli 2, 3 e 4 esploriamo l'influenza di alcune differenze individuali sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti di personalità borderline. Più di preciso, un questi capitoli ci occupiamo di esplorare rispettivamente la sensibilità all'esclusione sociale, all'ingiustizia e la sospettosità. In questi capitoli dimostriamo empiricamente come diverse disposizioni individuali possono influenzare diversamente la disposizione individuale a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti borderline di personalità. Nel Capitolo 5, invece, esploriamo l'effetto che diversi indizi di fiducia (indizi diretti e indiretti) possono avere sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti borderline di personalità. I nostri risultati sottolineano come l'associazione tra tratti borderline e untrustworthiness bias non è stabile, bensì variabile. Infine, nel Capitolo 6, ci focalizziamo sull'influenza della situazione di Covid-19 sulle disposizioni individuali a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti di personalità borderline. Sorprendentemente, troviamo disposizioni alla fiducia interpersonale simili tra individui che hanno partecipato allo studio durante il periodo di lock-down nonostante livelli variabili di tratti borderline di personalità. Nelle conclusioni presentiamo i nostri risultati principali e le implicazioni dell'usare, sia in ambito clinico sia empirico, il modello suggerito per studiare il fenomeno della fiducia interpersonale.
The present work proposes a novel heuristic model for studying Interpersonal Trust. Building upon previous conceptualizations of trust, we recommend considering trust as an iterative, circular, and multi-step process. Hence, we stress the importance of considering trust expressions as a dynamic process in continuous evolution rather than a static personality disposition. In the present work, our main aim is to shed light on the processes underlying the lower propensity of individuals with Borderline Personality Disorder features to trust others (i.e., untrustworthiness bias). Throughout the thesis, we exemplify the use of the proposed model for exploring the well-established untrustworthiness bias of individuals with Borderline Personality Disorder (BPD) features. Chapter 1 provides a detailed illustration of the model mentioned above and a systematic review of the previous literature on trust impairments among individuals with BPD. In the following chapters, we present five empirical studies that elucidate the peculiar functioning of individuals with BPD features in some of the stages suggested by the model. In Chapters 2, 3, and 4, we investigate the influence of some individual differences on BPD’s untrustworthiness bias. We respectively focus on the exploration of Rejection Sensitivity, Justice Sensitivity, and Suspiciousness. In these chapters, we empirically prove that different trust-related personal dispositions have a typical influence on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. In Chapter 5, we explore the effects of diverse (i.e., direct or indirect) cues on the untrustworthiness bias of individuals with BPD features. Our findings remarkably suggest that the association between BPD features and untrustworthiness bias is not stable rather variable. Finally, in Chapter 6, we focus on the influence of Covid-19 circumstances on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. Surprisingly, we found similar interpersonal trust dispositions among individuals with different BPD features’ levels in a large community sample recruited during confinement. In conclusion, we discuss our findings and the implications of using the suggested model to study Interpersonal Trust both from an empirical and clinical perspective.
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BRUSADELLI, EMANUELA. « Disturbo da Binge-Eating : dalla diagnosi nosografico-descrittiva al funzionamento di personalità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/74225.

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Résumé :
Il Disturbo da Binge-Eating rientra fra i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione nell’ultima edizione del Manuale Statistico e Diagnostico per i Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013), riconosciuto come una diagnosi indipendente con un’importante utilità clinica, dotata di caratteristiche specifiche e di un considerevole valore prognostico. Negli ultimi decenni si è assistito a un crescente interesse scientifico nei confronti di tale disturbo. Le ricerche pubblicate si sono concentrate su specifiche aree di indagine quali lo studio delle caratteristiche dell’abbuffata e l’esplorazione dei diversi metodi di rilevazione del comportamento binge-eating; la valutazione di una comorbilità psichiatrica con quadri clinici, come ansia, depressione, disturbo da uso di sostanze, ADHD, e disturbi di personalità; l’indagine su possibili fattori di rischio, tra cui la presenza di life events stressanti, fattori genetici, pattern disfunzionali di attaccamento; l’impatto del disturbo sulla vita dei soggetti che ne sono affetti, in termini di bassa qualità della vita, legata alla presenza di complicanze mediche e a una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di queste; la presenza di un ridotto benessere psicologico, legato a difficoltà in ambito psicosociale, problemi connessi con la propria immagine corporea e bassa autostima; infine studi relativi alla valutazione dell’efficacia di trattamenti medico-chirurgici, farmacologici, e psicologici (Kraff, Bulik, Marcus, Striegel, Wilfley, Wonderlich, Hudson, 2013). Ridotti, invece, sono ad oggi gli studi volti a valutare il funzionamento di personalità dei soggetti binge-eaters. In questo ambito, le ricerche riguardano, in particolare, la concezione del comportamento alimentare disfunzionale come risposta a stimoli di natura emotiva, nell’ottica del cosiddetto “emotional eating”, ma con uno scarso approfondimento delle dinamiche sottostanti (Masheb, Grilo, 2006) Scopo del presente lavoro è esplorare quest’area di indagine della letteratura, al fine di comprendere i meccanismi psicologici sottesi al comportamento binge-eating e ipotizzare, così, possibili correlati eziopatogenetici. Tale obiettivo è stato perseguito, in primo luogo, attraverso il ricorso a uno strumento self-report di valutazione della personalità, il Millon Clinical Multiaxial Inventory-III (Millon, 1997), che ha messo in luce un profilo specifico del funzionamento di personalità dei pazienti binge-eaters. Tale studio è stato replicato su un campione di soggetti binge-eaters con un’altra provenienza geografica nazionale, al fine di sostenere la generalizzabilità dei risultati emersi. Successivamente, si è approfondito lo studio del funzionamento mentale attraverso l’utilizzo di uno strumento performance-based quale il test di Rorschach, secondo il Sistema Comprensivo di Exner (2003), per approfondire le difficoltà emotive connesse al comportamento alimentare dell’abbuffata e i sentimenti connessi a sè. I dati provenienti dai due strumenti sono stati integrati fra loro al fine di ottenere un quadro diagnostico quanto più esaustivo del funzionamento di personalità dei soggetti affetti da Disturbo da binge-eating, mettendo in luce la presenza di vissuti emotivi disturbanti non tollerati che contribuiscono a incrementare una visione frammentata di Sé. Tali aspetti sembrano influenzare la capacità dei pazienti di interpretare in maniera adeguata il mondo esterno (e interno). In conclusione, verranno discusse le implicazioni cliniche dei risultati emersi, i limiti delle ricerche condotte e le direzioni future degli studi sul Binge-eating Disorder.
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GIANCOLA, MARCO. « Fattori cognitivi, di personalità ed emotivi coinvolti nella creatività : dall'infanzia all'età adulta ». Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192068.

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Résumé :
Creativity is one of the four primary skills in the 21st century, along with critical thinking, communication, and collaboration. It represents a crucial factor for achieving social and economic growth and solving daily life problems. The current dissertation relies on seven studies and aims to deepen the roots of creativity, considering both creative potential (e.g., divergent and convergent thinking) and creative production at different developmental stages. The findings of the seven studies support the idea of creativity as a confluence of the multiplicative interaction amongst individual resources, including cognitive processes and personality traits. In particular, whereas cognition is crucial during the generation of creative thoughts, explaining how creativity is materialised, personality is responsible for the extent to which cognitive processes are used.
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Rota, Enrico <1990&gt. « Il profilo degli investitori socialmente responsabili : il ruolo dei tratti di personalità ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20610.

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Résumé :
Negli ultimi decenni, e in special modo negli anni più recenti, il tema della finanza sostenibile ha assunto una crescente rilevanza, destando l'interesse di un numero sempre maggiore di studiosi, governi, organizzazioni internazionali, operatori economici e, non da ultimo, del più vasto pubblico dei risparmiatori, desiderosi di contribuire alla risoluzione delle sfide poste in essere da fenomeni quali ad esempio i cambiamenti climatici, le diseguaglianze economiche e sociali e la tutela dei diritti umani. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di delineare il profilo degli investitori socialmente responsabili tramite l’esame dell’influenza esercitata dai tratti di personalità (Big Five e propensione al rischio) e dalle caratteristiche socio-demografiche relativamente alla determinazione delle preferenze di investimento. I dati sono stati acquisiti mediante la somministrazione di un questionario. Nella prima parte sono stati tracciati i lineamenti generali del fenomeno dell’investimento socialmente responsabile, ripercorrendone le origini e i principali sviluppi sino ai giorni nostri. Nella seconda parte si è proseguito con l'esame della letteratura inerente al profilo degli investitori socialmente responsabili, procedendo con la presentazione delle caratteristiche del campione intervistato e, infine, con la descrizione delle analisi effettuate e dei risultati ottenuti.
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Livres sur le sujet "Di Personalità"

1

DMINC, dir. DMINC : Personalità multipla : l'arte di Delfina Mincarelli. [Milan] : Rizzoli, 2020.

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Ghiandelli, Giuliana. Segni zodiacali cabalistici e strutture di personalità. Quarto Inferiore (BO) : OM edizioni, 2013.

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3

Morelli, Raffaele. Ciascuno è perfetto : L'arte di star bene con se stessi. Milano : Mondadori, 2005.

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4

LEGO, dir. Piantala di essere te stesso ! : Liberarsi dai propri limiti ed essere felici. Milano : Urra, 2011.

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5

Giussani, Luigi. Il rischio educativo come creazione di personalità e di storia : Un tentativo di verfica. Forlì : Nuova Compagnia Editrice, 1996.

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6

770-840, Einhard approximately, et Einhard approximately 770-840, dir. Vita Karoli : "personalità e imprese di un re grandissimo e di meritatissima fama". Firenze : Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2014.

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Cirignano, Giulio. La personalità di Paolo : Un approccio psicologico alle lettere paoline. Bologna : EDB, 1996.

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8

Stefano, Verdino, dir. Amico dell'invisibile : La personalità e la poesia di Eugenio Montale. Novara : Interlinea, 2006.

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9

Il potere di adesso : Una guida all'illuminazione spirituale : la scoperta "qui e ora" del proprio vero essere, un viaggio spirituale alla ricerca dell'essenza della vita e del benessere dentro di noi. Milano : Armenia, 2004.

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10

Baccini, Giulia. I sette savi del bosco di bambù : Personalità eccentriche nella Cina medievale. Venezia : Marsilio, 2016.

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Chapitres de livres sur le sujet "Di Personalità"

1

Caracciolo, Stefano. « Disturbi di personalità ». Dans Vero come la finzione, 119–58. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1682-8_8.

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2

Reid, W. H., et S. A. Thorne. « Disturbi di personalità ». Dans Valutazione e gestione della violenza, 143–63. Milano : Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_9.

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3

Penney, D., P. Woodward, Dixianne Penney et Patricia Woodward. « Prospettive familiari sul disturbo di personalità borderline ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 105–16. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_7.

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4

Oldham, John M., et Donna S. Bender. « Le psicoterapie per il disturbo di personalità borderline ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 19–37. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_2.

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5

Soloff, Paul H. « La terapia farmacologica nel disturbo di personalità borderline ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 59–74. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_4.

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6

Zanarini, Mary C. « II decorso longitudinale del disturbo di personalità borderline ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 75–91. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_5.

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7

Cresci, Francesca. « Itinerario nella Francia tra XII e XIII secolo. Il trovatore Dalfi d’Alvernhe e la sua corte, tra relazioni politiche e produzione poetica ». Dans Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 3–24. Firenze : Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.03.

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Résumé :
Il presente articolo si propone di studiare i legami di rapporto diretto e indiretto che Dalfi d’Alvernhe (XII-XIII secolo), signore e trovatore provenzale, intrattenne con le personalità della sua epoca allo scopo di costruire una mappa delle relazioni che si formarono intorno all’importante centro letterario costituito dalla sua corte.
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Anonimi. « Vivere con il disturbo di personalità borderline. Due descrizioni di prima mano ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 95–103. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_6.

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9

Stanley, Barbara, et Beth S. Brodsky. « Comportamenti suicidari eautolesivi nel disturbo di personalità borderline. Un modello di auto-regolazione ». Dans Disturbo di personalitá borderline, 39–58. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_3.

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10

di Giacomo, E., E. Paggi, A. Alamia, E. Giampieri et M. Clerici. « Disturbo borderline di personalità e autolesività in adolescenza ». Dans Il suicidio oggi, 185–91. Milano : Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2715-2_21.

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