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Thèses sur le sujet « Democratic crisi »

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CAVALETTO, TOMMASO. « Democrazie in crisi epistemica : il suffragio universale alla prova ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277367.

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Résumé :
La ricerca analizza la crisi sistemica attraversata dalle democrazie contemporanee leggendone i sintomi alla luce di un profilo specifico, ossia quello del declino epistemico che colpisce l’utenza di tali sistemi normativi. Si è in particolare focalizzata l’attenzione sul divario sempre più marcato tra, da una parte, lo scarso livello di (in)formazione e capacità di ragionamento dei cittadini e, dall’altra, la crescente quantità di competenze necessarie per orientarsi correttamente all’interno della società. Si è quindi cercato di dimostrare come l’esacerbazione di tutti i principali sintomi dell’attuale crisi democratica sia fortemente correlata alle preoccupanti dimensioni ormai raggiunte da questo “differenziale epistemico”, il quale, pur rappresentando una fonte di criticità sempre latente all’interno di società organizzate democraticamente, incontra oggi condizioni di contesto che favoriscono il pieno dispiegamento dei suoi effetti anche sul piano fenomenico. La sintomatologia della crisi democratica viene esaminata ricorrendo all’ausilio di elaborazioni socio-demoscopiche sul rapporto tra cittadini e politica, di dati statistici relativi alle abilità cognitive e al livello delle competenze possedute dagli elettori, e di ricerche sul decision making applicato al contesto elettorale, prestando un’attenzione particolare al panorama italiano. Questo complesso di studi ha consentito di approcciare criticamente quelle teorie che, pur con molteplici sfaccettature, fondano la legittimazione assiologica della democrazia su una presunta capacità dei cittadini di autogovernarsi. L’analisi è stata quindi orientata verso la ricerca di soluzioni istituzionali volte a superare la crisi in modo strutturale. In primo luogo si è esplorata la possibilità di intervenire sul sistema formativo e sulla regolamentazione di quello mediatico, con l’obiettivo di innalzare il livello delle competenze, di incrementare le abilità analitiche, e di migliorare lo stato informativo dei cittadini. Realisticamente, simili interventi si prospettano tuttavia soltanto parzialmente risolutivi rispetto a un fenomeno diffuso, consolidato e persistente come il deficit epistemico che colpisce l’elettorato democratico. Nella seconda parte del lavoro si è quindi rivolto lo sguardo alle teorie elaborate nell’ambito della filosofia politica di orientamento epistocratico, la quale, pur con molte sfumature e diverse declinazioni, propone di ridiscutere la pressoché incondizionata universalità del suffragio caratterizzante le democrazie contemporanee, per sostituirla con forme di selezione dell’elettorato fondate sulla valorizzazione della conoscenza. La scelta di concentrare l’attenzione sulle dottrine epistocratiche discende dal fatto che esse stanno acquistando un ruolo sempre più rilevante nel dibattito scientifico, e configurano uno dei filoni di ricerca attualmente più innovativi (e al contempo più controversi) per l’analisi critica del modello democratico. Si sono quindi esaminate le condizioni giuridiche che un’eventale restrizione del suffragio dovrebbe rispettare per non violare i principî supremi degli ordinamenti democratici, per poi trattare il problema della realizzabilità di queste proposte anche dal punto di vista assiologico. Da ultimo ci si è interrogati se, al di là della legittimità giuridica e della condivisibilità teorica, simili interventi risulterebbero altresì realisticamente concretizzabili nell’attuale contesto socio-politico, ovvero se quest’ultimo imponga di orientare il processo di epistocratizzazione verso soluzioni politicamente meno dirompenti. In particolare, si sono prese in considerazione alcune proposte che, pur mantenendo formalmente inalterato il suffragio universale, potrebbero comunque ridurre per via indiretta l’incidenza dell’ignoranza politica sul processo elettorale.
This work analyzes the crisis faced by contemporary democracies moving from a specific point of view, i.e. the epistemic decline of democratic electorates. In particular, I focused on the gap between low level of information/reasoning ability of the average citizen, and the growing amount of skills he needs to get properly oriented in contemporary society. Therefore, I show that all the main symptoms of the current democratic crisis are strongly correlated with this “epistemic gap”, which has always been a potential problem for democracy, but its effects are nowadays amplified by the social, political and technological context we live in. In order to analyze the features of this epistemic crisis, I used surveys on the relationship between citizens and politics, statistical data on voters’ cognitive skills and studies on voters’ decision-making, focusing in particular on the Italian context. As a result, these studies cast a shadow over many democratic theories that base the axiological legitimacy of democracy on a citizens’ supposed ability to govern themselves. Therefore, I tried to find institutional solutions to overcome the crisis. First of all, I proposed some interventions for improving education and media systems, aimed at increasing competences, analytical skills, and information of citizens. However, a phenomenon as pervasive and entrenched as epistemic deficit cannot be fully solved only by this kind of interventions. Therefore, in the second part of the thesis I considered the theories developed by epistocratic political philosophy, which proposes to rethink universal suffrage and replace it with some kind of knowledge-based electorate selection. I chose to focus on epistocratic doctrines because of the increasingly key role they are acquiring in the contemporary scientific debate: nowadays, they are one of the most innovative (and controversial) line of research in the field of critical analysis of the democratic model. I studied the legal conditions that a suffrage restriction should respect in order not to violate the supreme principles of democratic systems. I then studied the same issue also from an axiological point of view. Lastly, I wondered about the feasibility of these kind of interventions in the current socio-political context. From this point of view, it has emerged it was appropriated to think also of less disruptive solutions in the short-medium term. In particular, I analyzed some reform proposals that could reduce indirectly the incidence of political ignorance on the electoral process, while keeping universal suffrage formally unchanged.
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Mendonça, Daniel de. « Democracia sem democratas : uma análise da crise política no governo João Goulart ( 1961-1964) ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2006. http://hdl.handle.net/10183/5802.

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Résumé :
Esta tese tem por objetivo analisar os discursos dos principais sujeitos políticos envolvidos nos dois momentos de maior instabilidade política do governo João Goulart, a saber: primeiramente, o momento da crise sucessória decorrente da renúncia de Jânio Quadros em agosto de 1961 e o segundo momento, entre 13 e 31 de março de 1964, marcado pela crise dos últimos dias do governo Jango. Para cada um desses momentos, serão analisados os discursos dos diversos grupos políticos que atuaram em tais episódios, a partir das categorias “diagnósticos de desordem” e “soluções de ordem”, à luz da Teoria do Discurso de Ernesto Laclau e Chantal Mouffe.
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DONÀ, FRANCESCA. « Democrazia partecipativa : come correttivo di una democrazia rappresentativa in crisi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459415.

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Résumé :
La presente ricerca si interroga sulla configurazione della democrazia partecipativa come correttivo per le lacune della democrazia rappresentativa; in particolare, essa concerne lo studio dei meccanismi di partecipazione dei cittadini alle scelte politico-amministrative delle istituzioni. Nel capitolo introduttivo il lavoro si è concentrato sullo stato dell’arte delle odierne democrazie contemporanee, recuperando le nozioni di concetti radicali e di costituzionalismo liberale; successivamente si sono analizzati i caratteri somatici dei fenomeni partecipativi, al fine di ricostruire un modello giuridico degli stessi basato su circostanze empiriche; si è svolta, poi, una ricognizione del principio partecipativo nell’ordinamento italiano: si è principiato dal dettato costituzionale; si sono prese in esame, poi, la normativa statale e quella regionale, per giungere alla disamina dei fenomeni consultivi e delle prassi amministrative in essere; nel capitolo conclusivo si è cercato di tirare le fila dell’indagine, con riferimento alla sussistenza e al contenuto del principio di partecipazione del cittadino.
The research questions the configuration of participatory democracy as a corrective for the shortcomings of representative democracy; in particular, it concerns the study of the mechanisms of citizen participation in the political-administrative choices of the institutions. In the introductory chapter, the work focused on the current condition of contemporary democracies, recovering the notions of radical concepts and liberal constitutionalism; subsequently the somatic characteristics of participatory phenomena were analyzed, in order to reconstruct a legal model of the same based on empirical circumstances; then a survey of the participatory principle in the Italian legal system was carried out: it began with the constitutional provision; then the state and regional regulations were examined, to arrive at the analysis of the consultative phenomena and the outstanding administrative practices; in the final chapter we tried to draw the conclusions of the research, with reference to the existence and content of the principle of citizen participation.
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Calegari, Priscilla de Oliveira. « Crise democrática e democracia eletrônica ». Universidade Federal de Juiz de Fora (UFJF), 2017. https://repositorio.ufjf.br/jspui/handle/ufjf/4799.

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Résumé :
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A presente pesquisa debruça-se sobre os mecanismos de democracia no país a fim de responder a indagação acerca do acesso às tecnologias da informação e comunicação como meio de aprimorar a democracia. Adotando como marco teórico a teoria democrática, a investigação pretende compreender qual é o objetivo de um governo democrático e quais os principais problemas enfrentados pelo mesmo. Para alcançar tal finalidade, parte-se da análise das obras de Aristóteles (2001), Locke (2001), Rousseau (2002), Bobbio (2000) e Schumpeter (1961), Bonavides (2008), Böckenförde (2000), Rodotà (2008) e Müller (2003). Dessa forma, a pesquisa deseja esclarecer, através da ótica da teoria democrática, se a tecnologia eletrônica ou digital pode melhorar os dilemas enfrentados pelos mecanismos de democracia direta e representativa. A investigação possuiu natureza bibliográfica e qualitativa, com emprego preponderante da metodologia dedutiva e de fontes indiretas. Partiu-se da hipótese de que, desde que o acesso à internet seja tratado como direito fundamental e seja igualitariamente promovido pelo Estado, a democracia eletrônica seria realmente capaz de aumentar a participação popular nas decisões, bem como a legitimidade dos mecanismos de democracia direta. Tal hipótese foi confirmada ao longo da pesquisa, uma vez que a internet é um meio pouco oneroso para viabilizar a participação de todos os indivíduos nas decisões da comunidade. Mas para que isso seja possível, primeiro é preciso superar a desigualdade no acesso, que não permite aos hipossuficientes a possibilidade de participação nos meios de comunicação cibernéticos. Dessa forma, a presente pesquisa conclui que a democracia eletrônica, enquanto meio para alcançar o direito à informação e o direito ao acesso, deve ser considerada um direito fundamental, ensejando a adoção de políticas públicas para sua concretização. Ressalta-se, contudo, que considerar a utilização da internet um direito fundamental é apenas uma das medidas necessárias para gerar uma verdadeira reformulação da organização sócio-política brasileira.
The present research focuses on the mechanisms of democracy in the country in order to answer the question about access to information and communication technologies as a means to improve democracy. Adopting as a theoretical framework the democratic theory, the research intends to understand what is the objective of a democratic government and what are the main problems faced by it. In order to achieve this, the present research analyzes the works of Aristotle (2001), Rousseau (2002), Bobbio (2000) and Schumpeter (1961), Bonavides (2008), Böckenförde (2000), Rodotà and Müller (2003). Through democratic theory, the research wants to clarify whether electronic or digital technology can improve the dilemmas faced by the mechanisms of direct and representative democracy. The research has a bibliographic and qualitative nature, with preponderant use of the deductive methodology and indirect sources. This dissertation started from the hypothesis that, provided that access to the Internet is treated as a fundamental right and promoted with equality by the State, electronic democracy would really be able to increase popular participation in decisions, as well as the legitimacy of direct democracy mechanisms. This hypothesis was confirmed throughout the research, since the internet is an inexpensive way to enable the participation of all individuals in community decisions. However, in order for this to be possible, access inequality must first be overcome, which does not allow the hypocrites the possibility of participation in the cyber media. Thus, the present research concludes that electronic democracy, as a means to achieve the right to information and the right to access, should be considered a fundamental right, leading to the adoption of public policies for its implementation. It should be noted, however, that considering the use of the Internet as a fundamental right is only one of the measures necessary to generate a real reformulation of the Brazilian socio-political organization.
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Molenaar, Emma Sophie. « Do crisi instigate reforms ». Tesis, Universidad de Chile, 2014. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/137447.

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Résumé :
Tesis para optar al grado de Magíster en Análisis Económico
Autor no envia autorización para el acceso a texto completo de su documento
This thesis investigates the relationship between crises and reforms by looking at whether reforms are more likely during crises, and whether democracies and autocracies implement reforms differently in the presence of a crisis. Empirical evidence on these relationships is still very limited. Using panel data on over 150 countries over the period of 1960-2005, this paper finds evidence that economic reforms are more likely to be adopted in democracies, and that countries converge towards a certain level of reforms. These results are robust to the inclusion of several control variables. Our results also show that the level of reforms in neighbouring countries has a positive influence on reforms. The empirical analysis shows that there is an ambiguous effect of crises. Different types of crises appear to differently affect whether reforms are implemented. This analysis differs from others in the sense that multiple dimensions of reforms are investigated for a large sample.
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Stocco, Aaron B. « Predicting Democratic Peace (DP) Breakdown, a new game-theoretic model of democratic crisis behavior ». Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1999. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk1/tape10/PQDD_0023/MQ50575.pdf.

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Seijas, Villadangos Esther. « Towards a Global Democratic State : crisis and Constitutions ». THĒMIS-Revista de Derecho, 2015. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/107305.

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Résumé :
The economic crisis and the phenomenon of globalization have generated such a   great impact on States that it has also had an effect onConstitutional Law, since the attention has beenturned towards the possibilities of constitutional reforms  and the question about the role the Constitutions should play in this scenery.In this context, the author states that the crisis must be seen as an opportunity to reconfigurate the relations between the State and the citizens. She maintains that because of the crisis, paradoxes have been created and made evident, and in the solution of  those  paradoxes  Constitutional Law and the Constitutions of each State can be of valuable help.
La crisis económica y el fenómeno de la globalización han generado un impacto tan grande en los Estados que ello ha repercutido también enel Derecho Constitucional, pues se ha volcado la atención hacia las posibilidades de reforma constitucional y la pregunta sobre cuál es el rol a desempeñar por las Constituciones en este contexto.Ante esta situación, la autora plantea que la crisis debe ser vista como una oportunidad de reconfigurar las relaciones entre el Estado y los ciudadanos. Sostiene que por la crisis se han generado y hecho evidentes paradojas en cuya solución el Derecho Constitucional y las Constituciones de cada Estado pueden ser una valiosa herramienta.
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Myers, Mindy. « Democratic Communication| Lessons from the Flint Water Crisis ». Thesis, Wayne State University, 2019. http://pqdtopen.proquest.com/#viewpdf?dispub=10977572.

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Résumé :

This dissertation develops an approach to institutional critique that re-works Porter, Sullivan, Blythe, Grabill, and Miles’ foundational configuration. This project argues that John Dewey’s concept of democratic communication articulated in his debate with Walter Lippmann provides a useful heuristic for developing democratic communicative practices that allow citizens and experts to communicate with one another about technical issues such as water quality and safety. Through an analysis of Michigan’s emergency manager law, the relationship between citizens and experts that exposed the crisis, and the Flint Water Advisory Task Force’s Final Report, this dissertation establishes that citizens must participate in technical decision-making and makes pragmatic suggestions to increase citizens’ meaningful participation. This project concludes with theoretical and pedagogical implications of a participatory institutional critique.

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Cyr, Jennifer Marie. « The political party system and democratic crisis in Bolivia ». FIU Digital Commons, 2005. http://digitalcommons.fiu.edu/etd/2703.

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Résumé :
Using Kenneth Roberts’ (2002) party-society linkages framework, this study examined the reasons for the decline of the political party system in Bolivia after 2000. The political party system that emerged in 1985 was connected to society primarily through clientelist-based linkages. The economic and political model adopted after the transition to democracy severely debilitated the party system’s capacity to forge linkages with society beyond clientelism. Using interviews, survey data, and primary and secondary documents, the study demonstrated that prolonged economic recession and social change revealed the weaknesses of the linkages connecting the political party system with Bolivian society. It concluded that the party system in Bolivia went into decline because it could not adapt to the country’s changing social landscape after 2000. The highly limited nature of clientelist-based linkages in Bolivia suggests that they were ill-suited to withstand economic recession and social crisis.
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Moura, Milce Ferreira de. « A questão democrática no contexto da crise orgânica do partido comunista brasileiro (PCB) : 1979-1987 / ». Marília : [s.n.], 2005. http://hdl.handle.net/11449/88793.

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Résumé :
Orientador: Marcos Tadeu Del Roio
Banca: Marly de Almeida Gomes Vianna
Banca: Paulo Ribeiro Rodrigues da Cunha
Resumo: A questão democrática começou a ganhar dimensão nas discussões do PCB a partir de 1956, impulsionada pelo processo de revisão desencadeado com a crise do stalinismo. Diante das discussões que se abriam em torno da questão das "vias nacionais", a democracia política apareceria como o elemento capaz de subsidiar a construção de uma estratégia ao socialismo mais próxima à realidade brasileira. A valorização da democracia política e a política democrática em gestação, porém só se afirmariam plenamente no interior do PCB a partir do final dos anos setenta, quando a crise nacional tornaria evidente para o partido a conclusão da revolução econômico-burguesa e a interdição do terreno econômico para a efetivação de uma revolução de caráter nacional, caminho preconizado pela estratégia comunista, o que obrigaria o PCB a se voltar para as possibilidades de encaminhamento do processo revolucionário brasileiro através da via política-democrática. A luta democrática ganharia centralidade e passaria a ser o terreno privilegiado tanto para o desenvolvimento da luta da classe operária quanto para a solução dos problemas nacionais, não equacionados pela revolução burguesa. Com base nessas referências o propósito dessa pesquisa é analisar quais as implicações da centralidade da questão democrática na estratégia política do PCB. A hipótese lançada é a de que embora a revalorização da questão democrática fosse urgente e legítima, particularmente diante da perspectiva de democratização nacional aberta com a crise da ditadura, a ênfase nessa questão induziria o PCB à incorporação de uma concepção democrática-liberal, que o afastaria progressivamente da classe e dos valores operários que ele visava representar, sobretudo com a conquista de sua legalidade em 1985. Para a verificação do objetivo buscamos analisar além da bibliografia... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: The democratic issue started to get relevant in the discussions of the PCB beginning from 1956, boasted by the reviewing process triggered by the Stalinism crisis. In face of the discussions which opened up around the "national vias" issue, the democratic policy would appear as an element which could subsidize the construction of a strategy to socialism closer to the Brazilian reality. The valuation of de political democracy and the democratic policy in elaboration, would only reassure totally inside the PCB, starting in the end of the 70's by this time, the national crisis would make clear for the party the conclusion of the economical burgeoise revolution and the interdiction of the economical grounds for the accomplishment of a nationwide revolution, the way proclaimed by the communist strategy. This would force the PCB to go back to the possibilities of guiding the Brazilian revolutionary process via democratic policy. The democratic fight would gain centrality and would become the privileged grounds for the development of the fight of the working class as well as for the solution of national problems, not solved by the burgeoise revolution. Based in these references, the purpose of this research is to analyze what are the implications of the centrality of the democratic issue in the political strategy of the PCB. The hypothesis is that, although the re evaluation of the democratic issue was urgent and legitimate, particularly in face of the perspective of the national democratization opened with the dictatorship crisis, the emphasis on the issue would lead the PCB to the incorporation of a democratic-liberal conception, witch would progressively deviate it from the working class and its values. These values were the goals the party aimed to represent, above all, after it became legal in 1985...(Complete abstract, access undermentioned electronic address)
Mestre
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Argue, Gregory H. « Policy in the face of crisis, social democratic policy in Saskatchewan ». Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 2000. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp03/NQ49479.pdf.

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GOES, SILVANA BATINI CESAR. « BRAZILIAN CRIMINAL POLICY IN THE DEMOCRATIC CONTEXT : VIEWS OF A CRISIS ». PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO, 2011. http://www.maxwell.vrac.puc-rio.br/Busca_etds.php?strSecao=resultado&nrSeq=19351@1.

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Résumé :
A Constituição de 88, elaborada no processo de democratização do Brasil no final da década de 80, estabeleceu matrizes para a formulação de uma política criminal consentânea com o novo quadro democrático. O texto constitucional fornece os eixos desta orientação político-criminal que podem ser resumidos nas seguintes vertentes: as garantias fundamentais de inspiração liberal, a abertura do direito penal para a proteção de bens jurídicos de caráter coletivo e supraindividual e a manutenção do espaço tradicional e histórico de proteção penal. O objetivo deste trabalho é analisar de que forma as leis penais produzidas no quadro democrático se orientaram a partir das diretrizes trazidas pela Constituição. Da mesma forma, pretendemos estudar como a interpretação deste direito posto se deu na jurisprudência, especialmente aquela proveniente do STF. Nossa premissa foi a de que o Poder Legislativo encontrou dificuldades em formular uma política criminal racional para o Brasil, neste período, pois ficou no centro de tensões internas e externas, de onde emergiram direções antagônicas e oscilantes. No quadro de crise de racionalidade do sistema de leis penais, intensificou-se o papel do judiciário e especialmente do STF, pendendo para o ativismo judicial, de maneira que as diretrizes político-criminais brasileiras, hoje, vêm sendo ditadas pelo STF. O quadro teórico que se formou como pano de fundo destas tensões institucionais tendeu para um determinado reducionismo. O garantismo penal engloba hoje, no Brasil, boa parte das vertentes críticas do sistema penal, embora sua grade de categorias e princípios seja insuficiente para a readequação da política criminal em moldes mais racionais. Tomando por base os dois atores eleitos - o Legislativo e o STF, estudamos a produção legislativa em matéria penal e a evolução da jurisprudência do Supremo em torno de alguns temas que representam e desdobram os eixos constitucionalmente traçados. Sobre estas trajetórias, buscamos identificar as conexões com o pensamento teórico subjacente. A constatação de que as lacunas de racionalidade do legislador não podem ser supridas satisfatoriamente pelo judiciário em um quadro democrático e que a superação destas deficiências requer escolhas que vão além da adoção do garantismo penal, fizeram com que fossem delineadas algumas propostas políticocriminais e que passam pela revalorização do papel da lei penal e pela recuperação de seus níveis de racionalidade.
Brazilian Constitution of 1988, written in the middle of the democratization process, in the end of 80s, established some axes for the formulation of a criminal policy according to the new scenario. The text of the Constitution gives the directions of this policy, that can be resumed in the following senses: the fundamental guarantees of liberal inspiration; the opening of criminal law for the protection of collective and supraindividual rights, and the maintenance of the traditional and historical profile of criminal law. The work aims to analyze if the laws that were produced in criminal subject, after de democratization of the country, were oriented by the directions brought by Constitution. Equally, we intend to analyze the judicial interpretation of this law, especially by Brazilian Supreme Court – STF. With that in mind, we assumed that Legislature had difficulties in formulating a rational criminal policy to Brazil, during this period, because it stayed in the center of internal and external forces, from which the choices emerged in an antagonic and swinging way. In a situation of crisis of rationality in the law system, judiciary has increased its role, tending to a judicial activism, in a way that we can conclude that criminal policy has been determinated by STF, instead of Legislature. The theories behind this scenario of institutional tensions were reduced to a narrow space. The penal guarantism summarizes great part of the critical positions in Brazil, although its categories and principles don’t satisfy the needs for a new criminal policy in rational frames. Taking into consideration these two elected actors: Legislature and STF, we studied the legislation in penal subject and the evolution of the STF interpretation about some themes which represent the axes determined by Constitution. Over these substract, we tried to identify the connections with the theories behind. The conclusion around the lacks of rationality of Legislature, and moreover, the assumption that these lacks can’t be supplied entirely by Judiciary, without sacrifices in democratic system, as well as the conclusion that the adoption of guarantist standards don’t give us all the possible directions, lead us to outline some proposals on criminal policy, taking into account the necessity of improving the role of penal law, and to recover the levels of rationality.
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Santos, Anderson Clei. « Mutação constitucional e a crise da democracia representativa ». Universidade Federal de Sergipe, 2015. https://ri.ufs.br/handle/riufs/4362.

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Résumé :
The research aims to investigate the phenomenon of constitutional change, as primarily from the German doctrine and understanding of the Supreme Court on the theme. For this, are analyzed, especially the works of Jellinek, Hsu Dau-Lin and Konrad Hesse, facing the influence of these lawyers for the contemporary legal thinking and understanding of the issue of constitutional change. In this perspective, we see also how the Supreme Court uses and defines constitutional mutation. This analysis how the Court works the question is made from the analysis of the judgment of the Constitutional Complaint No. 4335-5 / A mainly of Votes of Ministers Gilmar Mendes, Eros Grau, Joaquim Barbosa, Sepúlveda Pertence and Teori Zavascki, we could see the importance of this precedent to develop the theme of constitutional mutation in Brazil. In the construction of the dissertation seek the contributions of philosophical hermeneutics of Hans-Georg Gadamer and jusphilosophical theory Dworkin for a justification of constitutional change and his own conceptual restriction. The analysis of the philosophical hermeneutics of Gadamer involves the identification of what it comprises by |tradition, authority and prejudice| among other issues that are the philosopher German´s object of study. In the case of Dworkin, our interest is focused on the understanding of its |constructive interpretation and their understanding of law as integrity| .The two analyzes of thinkers - Gadamer and Dworkin - are obtained by direct consultation of his major works and renowned commentators on his thoughts. At the end, based on Gadamer, are identified cases in which one there was a dialogical interpretation of the constitutional text, and proposed an understanding of constitutional mutation dialogic in order to give greater democratic legitimacy to the constitutional changes. However, it is recognized that this proposal presents some difficulty, since the very decision of the Supreme Court on complaint 4335 / AC reveals a crisis of the representative system and a difficulty for dialogue.
A pesquisa pretende investigar o fenômeno da mutação constitucional, precipuamente, a partir da doutrina alemã e da compreensão do Supremo Tribunal Federal sobre o tema. Para isso, são analisadas, especialmente, as obras de Jellinek, Hsü Dau-Lin e Konrad Hesse, dada a influência desses juristas para o pensamento jurídico contemporâneo e para a compreensão do tema da mutação constitucional. Nessa perspectiva, observa-se, ainda, o modo como o Supremo Tribunal Federal utiliza e conceitua mutação constitucional. Essa análise da forma como a Corte trabalha a questão é realizada a partir da análise do julgamento da Reclamação Constitucional nº 4335-5/A, principalmente, dos Votos dos Ministros Gilmar Mendes, Eros Grau, Joaquim Barbosa, Sepúlveda Pertence e Teori Zavascki, haja vista a importância desse precedente para o desenvolvimento do tema da mutação constitucional no Brasil. Na construção da dissertação buscam-se as contribuições da hermenêutica filosófica de Hans-Georg Gadamer e da teoria jusfilosófica de Dworkin para uma justificação da mutação constitucional e sua própria restrição conceitual. A análise da hermenêutica filosófica de Gadamer passa pela identificação do que o mesmo compreende por tradição, autoridade e os preconceitos dentre outras questões que são objeto de estudo do filósofo alemão. No caso de Dworkin, nosso interesse é voltado para a compreensão de sua interpretação construtiva e de seu entendimento do direito como integridade .As duas análises dos pensadores Gadamer e Dworkin são realizadas através da consulta direta de suas obras principais e de renomados comentadores sobre seus pensamentos. Ao final, ainda, com base em Gadamer, identificam-se casos nos quais ocorreu uma interpretação dialógica do texto constitucional, sendo proposta uma compreensão da mutação constitucional de forma dialógica, a fim de dar maior legitimidade democrática às mutações constitucionais. Contudo, reconhece-se que essa proposta apresenta certa dificuldade, uma vez que a própria decisão do Supremo Tribunal Federal na Reclamação 4335/AC revela uma crise do sistema representativo e uma dificuldade para o diálogo.
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Castro, Maria Elizabeth. « Reforma agraria : crise ou saida para a democracia ». reponame:Repositório Institucional do FGV, 1987. http://hdl.handle.net/10438/8838.

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Résumé :
Submitted by Estagiário SPT BMHS (spt@fgv.br) on 2011-12-09T11:22:15Z No. of bitstreams: 1 000051059.pdf: 5959901 bytes, checksum: 9437060574c145b05d1b543bee8771d6 (MD5)
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Choi, Jungug Œd 1965. « Economic crisis, elite cooperation, and democratic stability : Asia in the late 1990s / ». Full text (PDF) from UMI/Dissertation Abstracts International, 2001. http://wwwlib.umi.com/cr/utexas/fullcit?p3008303.

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Moura, Milce Ferreira de [UNESP]. « A questão democrática no contexto da crise orgânica do partido comunista brasileiro (PCB) : 1979-1987 ». Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2005. http://hdl.handle.net/11449/88793.

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Made available in DSpace on 2014-06-11T19:23:37Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2005-06Bitstream added on 2014-06-13T18:09:58Z : No. of bitstreams: 1 moura_mf_me_mar.pdf: 629202 bytes, checksum: 2ca7706596b94f22ea9a47a4f311d5da (MD5)
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
A questão democrática começou a ganhar dimensão nas discussões do PCB a partir de 1956, impulsionada pelo processo de revisão desencadeado com a crise do stalinismo. Diante das discussões que se abriam em torno da questão das vias nacionais, a democracia política apareceria como o elemento capaz de subsidiar a construção de uma estratégia ao socialismo mais próxima à realidade brasileira. A valorização da democracia política e a política democrática em gestação, porém só se afirmariam plenamente no interior do PCB a partir do final dos anos setenta, quando a crise nacional tornaria evidente para o partido a conclusão da revolução econômico-burguesa e a interdição do terreno econômico para a efetivação de uma revolução de caráter nacional, caminho preconizado pela estratégia comunista, o que obrigaria o PCB a se voltar para as possibilidades de encaminhamento do processo revolucionário brasileiro através da via política-democrática. A luta democrática ganharia centralidade e passaria a ser o terreno privilegiado tanto para o desenvolvimento da luta da classe operária quanto para a solução dos problemas nacionais, não equacionados pela revolução burguesa. Com base nessas referências o propósito dessa pesquisa é analisar quais as implicações da centralidade da questão democrática na estratégia política do PCB. A hipótese lançada é a de que embora a revalorização da questão democrática fosse urgente e legítima, particularmente diante da perspectiva de democratização nacional aberta com a crise da ditadura, a ênfase nessa questão induziria o PCB à incorporação de uma concepção democrática-liberal, que o afastaria progressivamente da classe e dos valores operários que ele visava representar, sobretudo com a conquista de sua legalidade em 1985. Para a verificação do objetivo buscamos analisar além da bibliografia...
The democratic issue started to get relevant in the discussions of the PCB beginning from 1956, boasted by the reviewing process triggered by the Stalinism crisis. In face of the discussions which opened up around the national vias issue, the democratic policy would appear as an element which could subsidize the construction of a strategy to socialism closer to the Brazilian reality. The valuation of de political democracy and the democratic policy in elaboration, would only reassure totally inside the PCB, starting in the end of the 70's by this time, the national crisis would make clear for the party the conclusion of the economical burgeoise revolution and the interdiction of the economical grounds for the accomplishment of a nationwide revolution, the way proclaimed by the communist strategy. This would force the PCB to go back to the possibilities of guiding the Brazilian revolutionary process via democratic policy. The democratic fight would gain centrality and would become the privileged grounds for the development of the fight of the working class as well as for the solution of national problems, not solved by the burgeoise revolution. Based in these references, the purpose of this research is to analyze what are the implications of the centrality of the democratic issue in the political strategy of the PCB. The hypothesis is that, although the re evaluation of the democratic issue was urgent and legitimate, particularly in face of the perspective of the national democratization opened with the dictatorship crisis, the emphasis on the issue would lead the PCB to the incorporation of a democratic-liberal conception, witch would progressively deviate it from the working class and its values. These values were the goals the party aimed to represent, above all, after it became legal in 1985...(Complete abstract, access undermentioned electronic address)
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Francisco, Ferrada Mila. « Non-democratic peace in South America : comparing the Beagle Channel Crisis (1977-1978) and the Cenepa Crisis (1994-1995) ». Thesis, McGill University, 2007. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=112337.

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The following study develops a structured focused comparison of two South American territorial crises: the Beagle Channel Crisis between Argentina and Chile (1977--1978) and the Cenepa Crisis between Ecuador and Peru (1994--1995). From a conventional perspective, the Beagle Channel Crisis should have escalated to war because it was a fully militarized inter-state crisis carried out by a military dyad. In contrast, the Cenepa Crisis should not have ended in war because it was a democratic dyad and the dissatisfied state was the weaker power. Yet the opposite happened in both cases: in the Beagle Channel Crisis the escalation process was contained, whereas in the Cenepa Crisis the situation escalated into an intensive war.
Based on a comparison of these two dyads, this study argues that deterrence strategy alone is not sufficient to prevent war. Only an interaction of deterrence strategy and third party involvement can contain an escalatory process, constituting a tool for strengthening deterrence.
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Menezes, Neto Elias Jacob de. « Surveillance, democracia e direitos humanos : os limites do estado na era do Big Data ». Universidade do Vale do Rio dos Sinos, 2016. http://www.repositorio.jesuita.org.br/handle/UNISINOS/5530.

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Submitted by Silvana Teresinha Dornelles Studzinski (sstudzinski) on 2016-08-04T18:20:31Z No. of bitstreams: 1 Elias Jacob de Menezes Neto_.pdf: 2096242 bytes, checksum: f9ff0ea22f6bd8896098e791182efd27 (MD5)
Made available in DSpace on 2016-08-04T18:20:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Elias Jacob de Menezes Neto_.pdf: 2096242 bytes, checksum: f9ff0ea22f6bd8896098e791182efd27 (MD5) Previous issue date: 2016-06-28
Nenhuma
Esta tese resulta da necessidade de situar a proteção dos direitos humanos e da democracia diante dos fenômenos da surveillance e dos fluxos globais de dados, especialmente, levando-se em conta que a desterritorialidade e a fluidez desses fenômenos desafiam os mecanismos de controle jurídico, centrados, exclusivamente no Estado-nação. Demonstra como a soberania estatal passa a ser afetada pelas transformações oriundas da globalização, da modernidade líquida e da sociedade em rede. Delimita a categoria da surveillance, analisada como uma característica inerente à modernidade líquida com o objetivo de demarcar, de forma acertada, o papel do Estado e da democracia diante dos fluxos globais de dados. Para tanto, explica como a palavra surveillance não pode ser, diretamente, traduzida para o português sem que haja prejuízo semântico. Aborda, ainda, os limites dos modelos do panóptico e do Big Brother para elucidar a coleta de dados em massa na era do big data. Para tanto, analisa a expansão da surveillance no século XXI, bem como os efeitos do big data e dos algoritmos preditivos na construção do tempo e do espaço. Fundados na guerra ao terror, esses instrumentos buscam capturar o passado e analisar o presente com a finalidade de prever eventos futuros antes mesmo que aconteçam. Tais mecanismos permitem a desterritorialização das fronteiras e a sua transformação em espaço de controle de fluxos de pessoas consideradas indesejáveis. Por isso, demonstra que o Estado é palco fragilizado para a proteção dos direitos humanos violados pela surveillance, o que permite considerar as matrizes teóricas sistêmicas – inclusive a ideia de constitucionalismo híbrido – como adequadas para proteger direitos violados por corporações transnacionais ligadas à tecnologia da informação. Conclui que a proteção dos direitos humanos afetados pela surveillance não pode depender, exclusivamente, dos meios de regulação jurídica associados ao Estado, dada a sua impossibilidade de lidar com problemas que escapam à esfera da política e ao container territorial, o que torna imprescindível a participação da iniciativa privada.
This thesis stems from the need to properly understand protection of fundamental rights and democracy under the effects of surveillance and global data flows, especially considering that these phenomena are deterritorialized and fluid and, hence, they challenge traditional legal control mechanisms based on the nation-state. For this, it shows how state sovereignty is now affected by the transformations of the nation-state caused by globalization, liquid modernity and the network society. It also explains that surveillance is intrinsic to liquid modernity, which is needed to properly understand the protection of fundamental rights and democracy against global data flows. Thus, it analyses how the word surveillance cannot be directly translated into Portuguese without losing its meaning. In addition, it explains why ideas such as panoptic and Big Brother aren’t enough to understand surveillance in the age of big data. That why it deals with the expansion of surveillance in the twentieth first century and estabilishes how big data and predictive analytics change the meaning of time and space. Based in the war on terror, these techniques try to capture the past and analyse the present in order to predict future events even before they happen. Also, they allow the deterritorialization of nation-state borders, converting them in places to control undesired people flows. For this reason, it shows how the nation-state is weakened on its role of human rights guardian, especially those violated by surveillance, which is why system’s theory and hybrid constitutionalism were considered capable to properly understand human rights violations by information technology transnational organizations. The conclusion points to the idea that human rights cannot be protected against surveillance by traditional legal control mechanisms as they are centered around the idea of the nation-state, which makes it impossible to handle issues that surpass its political system and territorial container, thus requiring private actor to take part in this discussion.
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Stephenson, Randall. « A crisis of democratic accountability : public libel law and the checking function of the press ». Thesis, University of Oxford, 2016. https://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:3653f06f-48c5-4263-bd16-944c8cb92a84.

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Résumé :
This thesis undertakes a comparative analysis of public libel law in the United States, Australia, Britain, New Zealand, and Canada. It is comprised of nine chapters structured around four interrelated themes. Part A introduces the problem of public libel law. After outlining its main sources and principles in our five comparators, Chapter One concludes by highlighting a more troubling concern than presently acknowledged in constitutional law scholarship. That is, the recent liberalisation of public libel doctrine appears to have happened without any 'selection theory' to justify its doctrinal variability. Chapter Two then surveys two methodological barriers to principled public libel regulation before reviewing Alexander Meiklejohn's 'self-governance' rationale and Vincent Blasi's 'checking value' of the press, the two democratic models anchoring our present enquiry. Part B provides a comprehensive comparative law analysis of public libel doctrine. Chapters Three, Four, and Five reveal that its foremost deficiency is a pervasive disregard of accountability concerns and the checking function of the press. Part C responds with a new approach for addressing the theoretical and comparative law errors revealed in Parts A and B, and for reintroducing the checking function into public libel jurisprudence. Chapter Six identifies the root of public libel law's undertheorising in the complex relationships between democracy, representation, and accountability. Chapter Seven then proposes an innovative analytical framework for improving the design and customisation of public libel doctrine based on recent advances in public accountability theory. Part D tests our revised analytical framework by applying it to the United Kingdom and its newly-updated public libel doctrine. After reviewing Britain's accountability profile in Chapter Eight, Chapter Nine then provides our project's law reform recommendations. I conclude by emphasising the relevance of the present-day 'crisis of journalism' and the broader significance of contextual challenges to prospective public libel law reforms.
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Vilaseca, Boixareu Isabel. « Democracia ambiental : una alternativa a la crisis civilizatoria del capitalismo tardío ». Doctoral thesis, Universitat Rovira i Virgili, 2016. http://hdl.handle.net/10803/454737.

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Résumé :
Aquesta tesi doctoral s'escriu en un context de crisi civilitzatòria marcat pels límits planetaris als quals s'enfronta el sistema capitalista mundial, amenaçant la supervivència de l'espècie humana. Oberta des dels anys setanta, la comprensió i gestió d'aquesta crisi s’està resolent a partir de la tensió entre dues forces socials antagòniques: les noves esquerres que proposen abordar la crisi des de les seves arrels, impugnant les bases de la Modernitat; i les noves dretes que proposen perfeccionar la realització dels principis econòmics moderns, a través de la cerca de models productius més eficients i de tecnologies capaces d'ampliar permanentment les fronteres del creixement. Les institucions internacionals i estatals han experimentat en aquest període transformacions substantives a partir de la recepció de les demandes contradictòries d'ambdues tendències de força asimètrica. Així, en un món econòmicament hipermodern, nocions com la de desenvolupament sostenible o democràcia liberal participativa esdevenen matrius conceptuals i institucionals domesticades i innòcues. Furgant en les arrels de la crisi civilitzatòria la present tesi sotmet a crítica aquestes matrius discursives reformistes, inadequades per assegurar una transició democràtica cap a un model de reproducció social ajustat a les capacitats de la naturalesa. A partir d'aquí, la tesi formula una aproximació alternativa a la crisi civilitzatòria a partir de la noció de democràcia ambiental, plantejada en el marc d'un procés avui liderat per la societat civil, que aspira a desconstruir les arrels econòmiques de la Modernitat i construir simultàniament noves formes de ser i estar al món, entorn la idea de justícia ambiental i decreixement. Expandint-se en espais al marge del sistema institucional, aquest procés no defugeix completament les institucions. Per això el treball proposa un paradigma constitucional crític i innovador al servei de l'estratègia ciutadana de la democràcia ambiental.
Esta tesis doctoral se escribe en un contexto de crisis civilizatoria marcado por los límites planetarios a los que se enfrenta el sistema capitalista mundial, amenazando la supervivencia de la especie humana. Abierta desde los años setenta, la comprensión y gestión de esta crisis se resuelve a partir de la tensión entre dos fuerzas sociales antagónicas: las nuevas izquierdas que proponen abordar la crisis desde sus raíces, impugnando las bases de la Modernidad; y las nuevas derechas que proponen perfeccionar la realización de los principios económicos modernos, a través de la búsqueda de modelos productivos más eficientes y de tecnologías capaces de ampliar permanentemente las fronteras del crecimiento. Las instituciones internacionales y estatales han experimentado en este periodo histórico transformaciones sustantivas a partir de la recepción de las demandas contradictorias de ambas tendencias de fuerza asimétrica. Así, en un mundo económicamente hipermoderno, nociones como la de desarrollo sostenible o democracia liberal participativa devienen matrices conceptuales e institucionales domesticadas e inocuas. Escarbando en las raíces de la crisis civilizatoria la presente tesis somete a crítica estas matrices discursivas reformistas, inadecuadas para asegurar una transición democrática hacia un modelo de reproducción social ajustado a las capacidades de la naturaleza. A partir de ahí, la tesis formula una aproximación alternativa a la crisis civilizatoria a partir de la noción de democracia ambiental, planteada en el marco de un proceso hoy liderado por la sociedad civil, que aspira a desconstruir las raíces económicas de la Modernidad y construir simultáneamente nuevas formas de ser y estar en el mundo, en torno a la idea de justicia ambiental y decrecimiento. Expandiéndose en espacios al margen del sistema institucional, este proceso no rehúye completamente las instituciones. Por ello el trabajo propone un paradigma constitucional crítico e innovador al servicio de la estrategia ciudadana de la democracia ambiental.
This doctoral thesis is written in a context of crisis of civilization conditioned by planetary limits confronting capitalist system and threatening humans’ survival. Since the seventies, the explanation and the management of this crisis has been undertaken through the tension between two antagonistic social forces: the new left-wing which tries to address the crisis from its roots, challenging the foundations of modernity; and the new right-wing aimed at improving the attainment of modern fundamental economic principles through the search for more efficient production models and technologies capable of permanently expanding the frontiers of growth. International and state institutions have experienced in this period substantial transformations by receiving contradictory demands from both trends, which are asymmetric in strength. Therefore, in a world that remains ultramodern in its economic core, notions such as sustainable development or liberal participatory democracy become domesticated and harmless matrices. Digging into the roots of the crisis of civilization, the present thesis carries out a critical analysis of these reformist discourses, which appear inadequate to ensure a democratic transition towards a model of social reproduction which adjusts to the nature’s capacity. Based on this, the thesis suggests an alternative approach to the crisis of civilization grounded in the environmental democracy notion, which is raised within an emancipatory process currently led by civil society and aimed at deconstructing the economic roots of modernity and simultaneously building new forms of social being and living, around the idea of environmental justice and degrowth. Expanding mainly outside of the institutional system, this process does not completely avoid the public institutions. Therefore, the dissertation proposes a critical and innovative constitutional paradigm providing citizens with useful tools to restrain the most virulent progresses of late capitalism and to pave the way for its emancipatory strategy.
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Henriques, Anna Beatriz Leite. « Democracia e União Europeia : a resposta à crise da zona do Euro e o déficit democrático (2008 a 2014) ». Universidade Estadual da Paraíba, 2016. http://tede.bc.uepb.edu.br/tede/jspui/handle/tede/2629.

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Submitted by Elesbão Santiago Neto (neto10uepb@cche.uepb.edu.br) on 2016-10-25T17:00:50Z No. of bitstreams: 1 PDF - Anna Beatriz Leite Henriques.pdf: 2031474 bytes, checksum: 86ae7c77f5882000eb6b8dd3e35e2542 (MD5)
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CAPES
The main goal of this dissertation is to demonstrate how the decision making process of the European Union during the eurozone crisis has deepened its democratic deficit between 2008 and 2014. The historical and institutional evolution of the EU together w ith the gradual transfer of competences from the domestic sphere to the supranacional one have raised academic and popular suspicion (HIX e FØLLESDAL, 2006; AZMAN, 2001; JOLLY, 2013) about how democratic and legitimate were the decisions taken by the EU. In the context of the global financial turmoil initiated in 2008 with the Lehman Brothers ‟ s declaration of bankruptcy , it did not take long until the European Union started to feel the effects of this major financial crisis, which shed light into an even d eeper problem: the crisis of the eurodemocracy. In this sense, this dissertation aims to analyze how the EU‘s decision making to refrain the crisis has deepened its democratic d e ficit between 2008 and 2014. The hypothesis is that the EU, during the eurozon e crisis, concentrated its decision making process in the hands of indirectly elected political actors and of the wealthiest member states. In order confirm that, it will briefly present the institucional setup and the decision ma k ing process of the EU, as well as the academic debate regarding the existence of such demoratic d e ficit. The second section will cover the global financial crisis and how it affected Europe, leading to the emergence of the so called european sovereign debt crisis. The third sectio n will present the new architecture of the EU emerged to contain the crisis, especially the new fiscal transfers mechanisms, the new institutional framework and the European Central Bank‘s new role. The fourth and final section will aggregate the previousl y presented data and analyze them in the light of Føllesdal and Hix‘s (2006) systematization of the democratic deficit. Th is dissertation will delineate the causal pathway that led the EU to use technocratic resources to adopt crisis contention policies an d to concentrate its decision making processes in unelected Executive and suprana tional actors. It will also demonstrate how the EU lost its legitimacy and democratic accountability, both in relation to the (lack of) popular participation, the (poor) polit ical outcomes and also in relation to the very political process who lead to the adoption of all these measures.
O objetivo precípuo dessa dissertação é demonstrar de que forma a tomada de decisão da União E uropeia durante a crise da Zona do Euro aprofundou o seu déficit democrático entre os anos de 2008 e 2014. A evolução histórica e institucional da UE , concomitante à gradual transferência de competências da esfera interna para a supranacional, levantou questionamentos da academia (HIX e FØLLESDAL, 2006; AZMAN, 2001; JOLLY, 2013) e dos cidadãos a respeito do quão democráticas e legítimas seriam a s políticas discutidas e/ou adotadas pela UE. No contexto do revés financeiro mundial iniciado em 2008 com a quebra do Banco Lehman Brothers , nos EUA, a Europa não demorou a sentir os efeitos da crise que, além de afetar as grandes e conomias europeias, evidenciou que a maior crise talvez não fosse a do euro, mas sim a da eurodemocracia . Dessa forma, a presente proposta tem como objetivo analisar de que forma a tomada de decisão para conter a crise aprofundou o défic it democrático da UE entre os anos de 2008 e 2014. A hipótese é a de que, durante a crise, a UE concentrou a tomada de decisão nas mãos de atores políticos indiretamente eleitos e dos Estados membros com maior poderio financeiro. Em um primeiro momento , s e rá apresentada brevemente a estrutura institucional e o processo decisório da UE, bem como o debate acadêmico acerca da existência ou não de déficit democrático. O segundo capítulo versará sobre a crise financeira mundial e como ela verberou na Europa, ger ando a chamada crise do endividamento soberano europeu . O terceiro capítulo abordará a nova arquitetura emergida na UE para conter a crise, em especial os mecanismos para transferências fiscais, a nova arquit etura institucional e o novo papel do Banco Cent ral. Por fim, o quarto capítulo agregará os dados expostos nas seções anteriores e analisará a reação europeia à crise à luz da sistematizaçãoo do déficit democrático feita por Føllesdal e Hix (2006). Ser á demonstrado o caminho causal que levou a UE a usar recursos tecnocráticos para adotar medidas impopulares de contenção à crise e a concentrar sua tomada de decisão em atores Executivos e instituições supranacionais indiretamente eleitas. Em decorrência disso , houve perda de legitimidade e accountability d emocrático da UE, tanto em relação à participação popular, quanto aos resultados políticos e ao processo político que deu origem a essas políticas.
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Chrysovergis, Stavros. « Rethink Crisis : Rehousing Democracy in Athens ». Thesis, KTH, Arkitektur, 2016. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-168429.

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Almost 40.000 Greeks became homeless the past 8 years due to the economic crisis. But there is still hope! This project reflects on how architecture can lead to a more humane society using democratic methods and a city’s urban strengths. It explores how volunteers, the State and the Private Sector can collaborate through competitions and win-win agreements in order to gradually transform an abandoned commercial center and landmark, MINION, into a qualitative pilot housing project with socialization space for hundreds of homeless people. This could finally lead to the revitalization of the decaying Athenian environment through a number of stages. The project has a dual purpose and the idea is very simple. On one hand the project needs to include stores and other commercial spaces that reflect the old Athenian character in order to attract the interest of the higher financial layers of Greece and invest their capital. On the other hand the State will use this capital in order to provide qualitative housing to people in need. MINION is actually turns from a ‘commercial machine’ that used to be, into a ‘social machine’. All these actions will be completed with the collaboration of the tenants of the building.
Nästan 40 000 greker har blivit hemlösa de senaste 8 åren på grund av den ekonomiska krisen. Men det finns fortfarande hopp! Detta projekt reflekterar över hur arkitektur kan leda till ett mänskligare samhälle med hjälp av demokratiska metoder och en stads urbana styrkor. Det utforskar hur volontärer, staten och den privata sektorn kan samarbeta genom tävlingar och win-win avtal genom att gradvis omvandla ett övergivet kommersiellt centrum och landmärke, MINION, till ett kvalitativt pilotbostadsprojekt med socialiseringsplats för hundratals hemlösa. Detta skulle slutligen leda till en vitalisering av den förfallande atenska miljön genom ett antal steg. Projektet har ett dubbelt syfte och tanken är mycket enkel. Å ena sidan måste projektet omfatta butiker och andra kommersiella utrymmen som återspeglar den gamla atenska karaktären för att locka de högre ekonomiska lagren i Grekland att investera sitt kapital. Å andra sidan kommer staten att använda detta kapital för att ge kvalitativa bostäder till människor i nöd. MINION förändras från en ’kommersiell maskin’ till en ’social maskin’. Alla dessa åtgärder kommer att utföras i samarbete med alla bostadsprojektets invånare.
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Plata, Parga Gabriel. « La derecha vasca y la crisis de la democracia española, 1931-1936 / ». [Bilbao] : Diputación foral de Bizkaia, 1991. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb371601648.

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Remígio, Rodrigo Ferraz de Castro. « Emenda constitucional nº 45 : da crise à legitimidade democrática do judiciário ». Universidade de Fortaleza, 2010. http://dspace.unifor.br/handle/tede/83692.

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Made available in DSpace on 2019-03-29T23:24:23Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2010-01-25
Reform of the Judiciary organized by Constitutional Amendment No. 45 he had his speech justifying correction related to the crisis plaguing this Power, related to length and its autocratic structure, jarring the Democratic State. To achieve the effectiveness of the adjudication speech reformist official justified the democratization of the judiciary. Another speech hidden by the press relates to international pressure from the World Bank, as shown in Technical Paper number No. 319/1996. In this report, this international institution exposes the need for reform was based on the search for stability of judgments required by the market. This document includes proposals that came to fruition, such as the National Council of Justice of Binding Decisions and the impact of the features extraordinary. This research is justified in so far as to claim this democratizing the grounds of the approval of Constitutional Amendment Project No. 96/1992 is reopened, especially in the dissatisfaction of the judges of first instance jurisdiction. Methodologically this work is aligned to the qualitative research. Its construction process aims to analyze the extent to which the Judicial Reform meets the expectation of democracy effectiveness. To this aim, will be used literature and jurisprudence on the subject. The CA number 45 is analyzed by comparison with the previous legal order, in addition to judicial construction on the issues. Finally, given that the purpose of the Judicial Reform was to make the judicial function more effectively and give the judiciary a more democratic structure, this study investigates whether there was or not, this correspondence and that the democratic legitimacy of the judiciary in particular the Supreme Court, after the many powers of this Court. The National Council of Justice, the Binding Decisions and technique of passing an extraordinary general accordance with the conclusion, changes are illegitimate, and also invalid. Democratizing speech found no correlation with CA number 45. Thus, although the legitimacy of origin of the judiciary is beyond dispute, there was no progress in achieving Democracy. The example of the dissatisfaction of the judges of first instance, another crisis is looming once again touted around the need for democratization of the judiciary. Keywords: Judicial Reform. Democracy. Crisis in the Judiciary. Legitimacy.
A Reforma do Poder Judiciário promovida pela EC nº 45 teve seu discurso justificador relacionado à correção da crise que assolava este Poder, concernente à morosidade e à sua estrutura autocrática, destoante do Estado Democrático de Direito. Para se alcançar a efetividade da prestação jurisdicional, o discurso reformista oficial justificava-se na democratização do Judiciário. Outro discurso, encoberto pela imprensa, diz respeito às pressões internacionais do Banco Mundial, como se observa do Documento Técnico nº 319/1996. Neste relatório, referido organismo internacional expõe que a necessidade de reforma baseava-se na busca pela estabilidade das decisões judiciais, exigidas pelo mercado. Este documento contemplava propostas que vieram a se concretizar, a exemplo do Conselho Nacional de Justiça, das Súmulas Vinculantes e da repercussão geral dos Recursos Extraordinários. Esta pesquisa justifica-se na medida em que a pretensão democratizante presente na fundamentação da aprovação da PEC nº 96/1992 é reaberta, sobretudo na insatisfação dos juízes de primeiro grau de jurisdição. Quanto à metodologia, este trabalho alinha-se à pesquisa de natureza qualitativa. Seu processo de construção objetiva analisar em que medida a Reforma do Judiciário corresponde às expectativas de efetivação da Democracia. Para tanto, é utilizada pesquisa bibliográfica e jurisprudencial sobre o tema. A EC nº 45 é analisada em confronto com a ordem jurídica anterior, além da construção jurisprudencial sobre os temas. Ao final, tendo em vista que a finalidade da Reforma do Judiciário foi tornar a função jurisdicional mais efetiva e dotar o Poder Judiciário de uma estrutura mais democrática, o presente estudo investiga se houve, ou não, essa correspondência e qual a legitimidade democrática do Judiciário, em especial a do STF, após os inúmeros poderes conferidos a esta Corte. O Conselho Nacional de Justiça, as Súmulas Vinculantes e a técnica da repercussão geral do Recurso Extraordinário, de acordo com a conclusão, são alterações ilegítimas e, também, inválidas. O discurso democratizante não encontrou correspondência com a EC nº 45. Assim, embora a legitimidade de origem do Judiciário seja incontestável, não houve avanços na concretização da Democracia. A exemplo da insatisfação dos juízes de primeiro grau, outra crise se avizinha, novamente alardeada em torno da necessidade de democratização do Poder Judiciário. Palavras-chave: Reforma do Judiciário. Democracia. Crise do Judiciário. Legitimidade.
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Pinheiro, Pedro Portocarrero. « Para entender o fenômeno Carter : governo, partido e movimentos sociais num contexto de crise ». reponame:Repositório Institucional da UFF, 2013. https://appdesenv.uff.br/riuff/handle/1/253.

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Submitted by Maria Dulce (mdulce@ndc.uff.br) on 2014-02-19T20:52:00Z No. of bitstreams: 1 Pinheiro, Pedro-Disser-2013.pdf: 1494000 bytes, checksum: 4ace873d951330464bcf5d136a1d6a74 (MD5)
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Este trabalho procura dar conta da ascensão de Jimmy Carter dentro do Partido Democrata, no caminho percorrido por ele até chegar à presidência dos EUA. Não se trata, contudo, de uma biografia; o trabalho procura inserir a trajetória pessoal de Carter no contexto maior das transformações políticas, sociais e econômicas pelas quais passavam os EUA na década de 70. Para tanto, concebemos uma tríade de atores sociais, composta por militantes profissionais do partido, integrantes de movimentos sociais e funcionários tecnocratas da área econômica. Nosso objetivo é observar pontos de interação e atritos entre esses agentes, dentro e fora do governo, de modo a compreender a formação de uma cultura política específica do Partido Democrata, cuja origem está no seu processo de nacionalização e unificação. Procuramos ainda relacionar a crise de governabilidade enfrentada por Carter durante seu mandato com as estratégias legislativas do governo, as condicionantes econômicas e políticas do período, e a percepção do governo e da liderança pessoal de Carter por parte da opinião pública.
This study is an attempt to understand the rise pf Jimmy Carter inside the Democratic Party, on his way to the presidency of the United States. It isn’t a biography, however, this work tries to frame Carter’s personal path inside the larger context of the political, social and economic changes of United States during the 70’s. For this purpose, we conceived a triad of social actors, composed by professional politicians of the party, members of social movements and technocrats of the economic area. Our goal is to observe points of interaction and conflicts among these agents, inside and outside the government, in order to understand the building of a political culture that is specific of the Democratic Party, whose origin is related to its process of nationalization and unification. We try also to relate the crisis of governability faced by Carter during his term with the legislative strategies of the administration, the economic and political constraints of the period, and the perception of the government and of Carter’s personal leadership by the public opinion.
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McDougall, Alan. « From Tag X to the Prague Spring : crisis points in the history of the Free German Youth (FDJ), 1952-1968 ». Thesis, University of Oxford, 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.365533.

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Mesquita, Nuno Coimbra. « Mídia e democracia no Brasil : Jornal Nacional, crise política e confiança nas instituições ». Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8131/tde-15092008-101013/.

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Résumé :
A inter-relação entre os meios de comunicação e atitudes de apoio à democracia é objeto de estudo neste trabalho. Estudos internacionais apontam resultados contraditórios a respeito da influência positiva ou negativa da mídia em referência à qualidade da democracia, enquanto para o Brasil o tema ainda não foi abordado de maneira satisfatória. O trabalho apresenta uma análise de conteúdo do telenoticiário Jornal Nacional, da Rede Globo de Televisão, durante o segundo semestre de 2005, período em que se desenrolou crise política no País, conhecida como mensalão. Os resultados encontrados foram a predominância de uma abordagem negativa sobre o campo da política em relação a agenda do jornal televisivo, apesar de não no referente à maneira pela qual interpretou os assuntos. Utilizando dados do survey \"A Desconfiança dos Cidadãos das Instituições Democráticas\", chegou-se à conclusão de que, a despeito desse conteúdo, quem mais assiste o telejornal possui, em geral, associações mais positivas em relação a diversos indicadores de apoio público ao regime.
This thesis studies the relationship between the media and attitudes of democratic support. In international literature, there are contradictory results about the positive or negative impact of media for the quality of democracy, while for Brazil, the subject hasn\'t been treated adequately. This research presents a content analysis of the newscast Jornal Nacional of the Rede Globo network, during the second semester of 2005, period of the political crisis known as mensalão. The results were that a negative approach towards aspects of politics prevailed in its agenda, although not in the way it framed the issues. Using data from the survey \"Citizens\' Distrust in Democratic Institutions\", the study concluded that, despite the content presented, those who most watch the newscast, in general, are more prone to attitudes supportive of democratic institutions.
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Santos, Luis Tolosa. « Futebol empresa e a democracia corinthiana : uma administração que deu dribling na crise ». [s.n.], 1990. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/278889.

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Orientador: Manoel Tosta Berlinck
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-13T22:46:15Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Santos_LuisTolosa_M.pdf: 2939641 bytes, checksum: 72bb93e7105987b23fbe63e1c484ab6f (MD5) Previous issue date: 1990
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed
Mestrado
Mestre em Ciências Sociais
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Alves, Douglas Santos. « Neoliberalismo, democracia e crise na America Latina : a genese do Argentinazo (1976-2001) ». [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281618.

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Résumé :
Orientador: Alvaro Gabriel Bianchi Mendes
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-12T15:34:28Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Alves_DouglasSantos_M.pdf: 1014452 bytes, checksum: 812fb73ba5d745609160b8901812c987 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: Na década de 1980, muitos países latinoamericanos,experimentaram a transição de regimes autoritários para democráticos. Essas mudanças aconteceram nos marcos do aprofundamento das relações de dependência em relação às economias centrais, bem como no contexto de graves abalos econômicos e políticos, como a crise da dívida externa dos países da região. As transformações ocorridas em tal situação engendraram contradições que marcaram o desenvolvimento ulterior das relações sociais e políticas. No âmbito institucional, trouxeram a conquista de novos espaços políticos para a regulação dos conflitos sociais; mas também se somaram às mudanças econômicas caracterizadas pela implementação das políticas neoliberais, tendo como consequência o agravamento do desemprego, da pobreza, além de diversas outras mazelas sociais. Constataram-se, ainda, grandes mudanças nos segmentos ativos e organizados da sociedade. O movimento sindical parecendo atravessar uma profunda crise, enquanto atores antes secundários passando a ganhar importância social e política. Assim, o desenvolvimento desse processo tem gerado frequentes mobilizações e protestos populares, acarretando no crescente desgaste do próprio regime institucional e da relação das classes subalternas com o mesmo. Desse modo, seria possível falar de uma deslegitimação da "esfera" política a partir do comprometimento das bases materiais necessárias para a construção do consenso dentro da sociedade. Estaríamos, portanto, diante de situações de crise, que culminariam com a derrubada de presidentes Equador (2000), Argentina (2001) e Bolívia (2003). O objetivo desta pesquisa é, a partir da análise do caso argentino, pensar a articulação existente entre crise econômica e crise política, buscando as conexões existentes entre as recentes convulsões sociais e as contradições que se formaram ainda no começo da década de 1980, de modo a identificar, a partir de seu alcance e profundidade, se esses processos configuram uma crise de hegemonia.
Abstract: In the 1980s, many Latin American countries, experienced the transition from authoritarian to democratic regimes. These changes occurred within the framework of deepening the relations of dependence on central economies and in the context of several economic and political shocks, as the crisis of external debt of countries in the region. The changes in this situation engendered contradictions that marked the further development of the political and social relations. Within institutions, brought the conquest of new political spaces for the regulation of social conflicts, but also added to economic changes characterized by the implementation of neoliberal policies, resulting in the aggravation of unemployment, poverty, and various other social ills. Found should also be major changes in active and organized segments of society. The trade union movement appears through a deep crisis, as secondary players now is passing to gain social and political importance. Thus, the development of this process has generated frequent mobilizations and popular protests, resulting in increased wear of the institutional arrangements and the relationship of the subordinate classes to it. Thus, it would be possible to speak of a loss of legitimacy process of the "ground" from the political commitment of the necessary material basis for building consensus within society. We therefore faced with a crisis, which culminated in the overthrow of presidents Ecuador (2000), Argentina (2001) and Bolivia (2003). The objective of this research is from the analysis of the Argentine case, to think the articulation between economic crisis and political crisis, seeking the connections between the recent social upheavals and contradictions that are also formed at the beginning of the 1980s, so to identify, from the scope and depth, if these processes constitute a crisis of hegemony.
Mestrado
Mestre em Ciência Política
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Blühdorn, Ingolfur. « The dialectic of democracy : modernization, emancipation and the great regression ». Routledge, 2019. http://epub.wu.ac.at/7107/1/13510347.2019.pdf.

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Résumé :
In some of the most established and supposedly immutable liberal democracies, diverse social groups are losing con fi dence not only in established democratic institutions, but in the idea of liberal representative democracy itself. Meanwhile, an illiberal and anti-egalitarian transformation of democracy evolves at an apparently unstoppable pace. This democratic fatigue syndrome , the present article suggests, is qualitatively di ff erent from the crises of Democracy which have been debated for some considerable time. Focusing on mature democracies underpinned by the ideational tradition of European Enlightenment, the article theorizes this Syndrome and the striking transformation of democracy in terms of a dialectic process in which the very norm that once gave birth to the democratic project - the modernist idea of the autonomous subject - metamorphoses into its gravedigger, or at least into the driver of its radical reformulation. The article further develops aspects of my existing work on second-order emancipation and simulative democracy . Taking a theoretical rather than empirical approach, it aims to provide a conceptual framework for more empirically oriented analyses of changing forms of political articulation and participation.
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Camurça, Wagneriana Lima Temóteo. « O princípio da fraternidade revisitado : dimensões socioeconômica, política e psicanalítica diante da crise do estado democrático de direito ». Universidade de Fortaleza, 2012. http://dspace.unifor.br/handle/tede/89192.

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Made available in DSpace on 2019-03-29T23:34:35Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2012-06-25
The paper revisits the principle of fraternity, presenting its dimensions socioeconomic, political and psychoanalytic before the crisis context of the democratic rule of law. It appears that the lack of this element as the equilibrium point for freedom and equality generates the feeling that democracy is not possible. Moreover, the very concept of people is changed to the idea of a multitude of individuals. To understand the dimensions of the fraternity, the work is divided into three chapters: the first highlights the principle of fraternity, through observations around a contradictory concept: fraternity as hatred, moving the debate about the crisis of democracy in its entirety. Breaks, then through quantitative research, the analysis of social, economic and political fraternity, highlighting the large social differences have hampered human development, precisely because there is a lack of sense and reference in the next cooperation among individuals. Finally, in psychoanalytic perspective, considers the principle of fraternity as otherness. It establishes an interdisciplinary bridge between law and psychoanalysis, through the reading of the myth of Narcissus. This is extracted from the theory of Lacan mirror stage to explain the phenomenon of narcissistic symptoms that now prevails in human relations, in other words, widespread human indifference, forgetfulness of brotherhood. Keywords: Democracy. Fraternity. Dimensions. Forgetfulness. Psychoanalysis.
A dissertação revisita o princípio da fraternidade, apresentando-se as suas dimensões socioeconômicas, políticas e psicanalíticas diante do contexto de crise do Estado Democrático de Direito. Constata-se que a falta deste elemento como ponto de equilíbrio para a liberdade e a igualdade gera a sensação de que a democracia não é possível. Ademais, o próprio conceito de povo é modificado para a ideia de multidão de indivíduos. Para o entendimento das dimensões da fraternidade, divide-se o trabalho em três capítulos: o primeiro destaca o princípio da fraternidade, através de observações em torno de um conceito contraditório: fraternidade como ódio, passando-se pelo debate acerca da crise da democracia em seus elementos. Parte-se, em seguida, através de pesquisa quantitativa, à análise das dimensões sociais, econômicas e políticas da fraternidade, destacando-se que as grandes diferenças sociais têm impedido o desenvolvimento humano, exatamente porque se verifica a falta de referência no próximo e o sentimento de cooperação entre os sujeitos. Por fim, sob ótica psicanalítica, conceitua-se o princípio da fraternidade como alteridade. Estabelece-se ponte interdisciplinar entre Direito e Psicanálise, através da releitura do Mito de Narciso. Deste, é extraída a teoria do estádio dos espelhos de Lacan para se explicar o fenômeno do sintoma narcísico que hoje predomina nas relações humanas, em outras palavras, indiferença humana generalizada, esquecimento da fraternidade. Palavras-chave: Democracia. Fraternidade. Dimensões. Esquecimento. Psicanálise.
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TEANI, PAOLO. « Abitare nella crisi. Movimenti per il diritto alla città a Milano e Barcellona ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199175.

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Résumé :
Il ri-emergere, negli ultimi anni, di numerose pratiche urbane che, attraverso la rivendicazione del diritto alla città, costruiscono esperienze conflittuali con l’obiettivo di ridefinirne le politiche urbane e il modello di abitare, mostrano lo scontro tra un modello di gestione della città rispondente a logiche neoliberali, percepito sempre più distante dai bisogni degli abitanti, e uno schema che, rimescolando gli elementi, pone al centro la volontà dei cittadini, valorizzandone il protagonismo, non solo in termini di richieste, ma anche di attivismo. I movimenti qui studiati sono quindi particolarmente interessanti per comprendere come, in un momento storico in cui la partecipazione alla politica istituzionale è a minimi storici, avvenga la costruzione di spazi di interazione tra individui che ricordano la sfera pubblica di habermasiana memoria e permettano di ridisegnare un modo nuovo di fare politica e di essere cittadini. La nuova fase di urbanizzazione, inoltre, sta producendo straordinarie trasformazioni negli stili di vita. La qualità della vita urbana, e la città stessa, sono diventate una merce riservata a coloro che hanno i soldi, in un mondo in cui il consumismo, il turismo, l’industria della cultura e della conoscenza, nonché il continuo ricorso all’economia dello spettacolo, sono diventati i principali aspetti dell’economia politica urbana e la crescente polarizzazione nella distribuzione della ricchezza e del potere sono indelebilmente impressi nelle forme spaziali delle città, costruite sempre più da luoghi fortificati, da comunità chiuse e da spazi pubblici privatizzati tenuti sotto continua sorveglianza. Il diritto alla città, ribadito dai movimenti qui studiati, è dunque molto più che un diritto di accesso, individuale o di gruppo, alle risorse che la città incarna: è il diritto di cambiare e reinventare la città in modo più conforme alle esigenze dei cittadini. Indagare questi movimenti, cercando di coglierne i caratteri principali, le modalità di azione e gli obiettivi è quindi particolarmente importante proprio per il ruolo che questi giocano all’interno dell’arena politica in cui si definisce la città. Partendo da queste riflessioni, in questo lavoro si analizzano due esperienze, il Comitato Abitanti di San Siro a Milano e Can Batlló a Barcellona, che attraverso le loro pratiche rivendicano proprio il diritto alla città. La domanda che ci siamo posti è se questi abbiano operato un cambiamento di prospettiva e si siano trasformati da re-attivi, cioè nati come risposta a singoli eventi di cambiamento e in opposizione ad alcune politiche, a pro-attivi, cioè capaci di proporre modalità differenti di abitare e governare la città: siamo convinti, infatti, che solo attraverso questo passaggio un movimento sociale possa incarnare il ruolo di agente di storicità e operare una ricomposizione di classe, intesa alla Touraine, in cui l’individuo, pur mantenendo la propria identità, si riconosca in un’identità collettiva più ampia e capace di incidere sui modelli culturali dominanti.
The recent emergence of many urban practices that, by claiming the right to the city, build conflictual experiences with the aim of redefining urban policies and the pattern of living, show the clash between a management model of a city that responds to neoliberal logic, perceived increasingly distant from the needs of the inhabitants, and a scheme that, by scrambling elements, places the will of the people at the center, enhancing its protagonism not only in terms of demands but also activism. The movements studied here are therefore particularly interesting to understand how, at a historical moment in which participation in institutional politics is at the lowest of historical times, there is the construction of spaces of interaction between individuals who remember the public sphere of Habermasian memory and allow to redesign a a new way of doing politics and being a citizen. The new urbanization phase is also producing extraordinary transformations in lifestyles. The quality of urban life, and the city itself, have become a commodity reserved to those who have the money in a world where consumerism, tourism, the culture and knowledge industry and the continued use of the economy of the show have become the main aspects of the urban political economy and the growing polarization in the distribution of wealth and power are indelibly impressed in the spatial forms of cities, increasingly built by fortified sites, closed communities and privatized public spaces held under continuous surveillance. The right to the city, reaffirmed by the movements here studied, is therefore much more than a right of access, individual or group, to the resources that the city incarnates: it is the right to change and reinvent the city more in accordance with the needs of citizens . Investigating these movements, trying to capture the main characters, modes of action and goals is therefore particularly important for the role they play within the political arena in which the city is defined. Starting from these reflections, this work analyzes two experiences, the Housing Committee of San Siro in Milan and Can Batlló in Barcelona, who through their practices claim the right to the city. The question we have is whether they have changed perspective and have turned from re-active, that is, they are born as a response to individual change events and in opposition to some proactive policies, that is, able to propose modality In fact, we are convinced that only through this passage a social movement can embody the role of an agent of historicity and operate a class re-composition, understood by Touraine, in which the individual, while maintaining his own identity, is recognized in a wider collective identity and capable of affecting dominant cultural models.
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Yang, GuoDong Verfasser], et Armin [Akademischer Betreuer] [Hatje. « The Institutional Accountability in the European Union and its crisis : The Loss of Democratic Control and Institutional Balance during the Euro Crisis / Guodong Yang ; Betreuer : Armin Hatje ». Hamburg : Staats- und Universitätsbibliothek Hamburg, 2017. http://d-nb.info/1148650636/34.

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Elongo, Lukulunga Vicky. « Pratiques journalistiques en situation de crise : vers une éthique atypique dans la presse au Congo-Zaïre ». Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 2010. http://hdl.handle.net/2013/ULB-DIPOT:oai:dipot.ulb.ac.be:2013/210169.

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La tâche de cette thèse consiste à cerner la crise du journalisme dans un contexte propre aux pays confrontés à des crises profondes, particulièrement celui de l’espace médiatique congolais. La période de transition politique – qui s’est déroulée entre 1990 et 2006 – a été privilégiée, en raison de son ouverture au pluralisme médiatique et du foisonnement des médias dans un État marqué jadis par un quasi-monopole étatique sur le secteur.

Partant de l’argument selon lequel le journalisme congolais s’exerce dans un environnement de crise – celle-ci étant comprise comme un lieu d’inversion des valeurs et, par conséquent, favorable à la transgression des normes –, notre thèse se structure autour de trois hypothèses. Premièrement, serait-il moralement, mieux éthiquement acceptable, pour les journalistes, de transgresser les règles de leur profession, étant donné qu’ils évoluent dans un environnement de crise ?Dans l’affirmative, au nom de quels principes et de quelle éthique ces pratiques transgressives seraient-elles justifiées ?Deuxièmement, ces pratiques, pour autant qu’elles sont susceptibles d’être légitimées au nom d’une certaine éthique, seraient-elles préjudiciables à la qualité de l’information ?

Pour répondre à ces interrogations, notre démarche vise, d’abord, à circonscrire la crise congolaise ;puis à identifier, grâce à une approche empirique, les pratiques journalistiques ;enfin, à mesurer les retombées de ces pratiques sur l’information livrée au public.
Doctorat en Information et communication
info:eu-repo/semantics/nonPublished

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Souza, José Milton Pinheiro de. « O PCB e a ruptura da tradição : dos impasses das formulações do exílio ao exílio da política no Brasil (1971-1991) ». Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2014. http://tede2.pucsp.br/handle/handle/2467.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2016-04-25T20:21:12Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Jose Milton Pinheiro de Souza.pdf: 1215040 bytes, checksum: 5a86c1192a84ae37ed14d7196e84d0bf (MD5) Previous issue date: 2014-04-15
The main objective of this thesis in to unraveling the pathways that led to the great political and organizational crisis of PCB in the late 1980s. To this end, we sought investigate, with the focus on the period 1971-1991, as the PCB, in the search for space of formal democracy, broke with its historic tradition of struggle and submitted the working class in its wide range of theoretical and political interpretation. Our raised hypothesis is that policy formulations developed by leading core stagnant (CC), which was mostly exiled on account of bourgeoismilitary dictatorship, led the PCB to the exile of political during Brazilian long democratic transition. This party, political operator built for defends the political and social program of the proletariat, succumbed to the legality of the bourgeois order by virtue of their formulations and subaltern political practice developed by his direction during the studied period. Its analytical framework was inherited from of March Declaration (1958) and helped to defeat the party during the political process of transition from the bourgeois-military dictatorship to the formal (bourgeois) democracy
O objetivo central desta tese é contribuir para desvendar os caminhos que levaram à crise política e orgânica do PCB no final dos anos 1980. Para tanto, buscou-se investigar, tendo como balizas temporais o período de 1971 a 1991, como o PCB, na procura da democracia formal, rompeu com a sua tradição histórica de luta e subalternizou a classe operária no seu amplo conjunto de interpretação teórico-político. Nossa hipótese é que as formulações políticas desenvolvidas pelo núcleo dirigente estagnado (CC), que se encontrava majoritariamente exilado em virtude da ditadura burgo-militar, levaram ao exílio da política na conjuntura brasileira na longa transição democrática. Este partido, operador político que se formou para defender o programa políticosocial do proletariado, sucumbiu à legalidade da ordem burguesa em virtude das suas formulações e da prática política subalterna desenvolvida pela sua direção no período estudado. O seu arcabouço analítico foi herdeiro da Declaração de março de 1958 e contribuiu para derrotar o partido durante o processo de transição política da ditadura burgo-militar para a democracia formal (burguesa)
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Ribeiro, David Ricardo Sousa. « Da crise política ao golpe de estado : conflitos entre o poder executivo e o poder legislativo durante o governo João Goulart ». Universidade de São Paulo, 2013. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8138/tde-19122013-144916/.

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O objeto central desta dissertação é a transição da crise política estabelecida durante o governo João Goulart para o Golpe Político Militar de 1964. Trabalhando especificamente com a dimensão política do Golpe de Estado, analisamos o conflito conjuntural sistêmico existente entre o Poder Executivo e o Poder Legislativo como sendo sua principal causa político-institucional. Partimos então da seguinte questão: como em um intervalo de menos de três anos o Poder Legislativo foi capaz de abandonar sua postura anti-golpista, sendo determinante para a efetivação do regime militar? Nesse contexto, formulamos a hipótese de que, além de potencializar os conflitos ideológicos da sociedade, as decisões políticas tomadas no Congresso Nacional em meio aos debates sobre as reformas foram cruciais para o desgaste e isolamento político de João Goulart. De tal modo, avaliamos como a incompatibilidade entre o caráter reformista do Poder Executivo e a predominância de uma postura conservadora no Congresso Nacional foi determinante para o término do período democrático da República de 46. Utilizamos os Diários do Congresso Nacional, os discursos presidenciais e as atas de algumas Convenções Partidárias, para analisar os principais conflitos políticos ocorridos entre 1963 e 1964, sendo eles: o restabelecimento do presidencialismo, o Plano Trienal, as negociações em torno de diferentes projetos de Reforma Agrária, a Vigília Cívica, e os conflitos ocorridos durante o mês de março de 1964. Deste modo, buscamos contrapor as teses que tendem a explicar o Golpe de 1964 a partir da justificativa de que ele foi resultado da radicalização dos autores, ou até mesmo, da falta de um compromisso com o regime democrático. Assim, no decorrer da pesquisa buscamos apresentar o protagonismo exercido pelo Poder Legislativo no processo de formulação, execução e legitimação do Golpe de Estado.
The main object of this dissertation is the transition of the political crisis established during the government of João Goulart, to the Political Military Coup of 1964. Considering specifically the political dimension of the coup, we analysed the existing conflict between the executive and the legislative power based on a systemic conjuncture, and as the main political-institutional cause. Therefore, we assume the following question: How was the legislative power capable, in less than three years, of abandoning its anti-coup position, being decisive on the validation of the military regime? In this context, we came up with the hypothesis that, besides potentiating ideological conflicts of society, the political decisions taken in congress during debates about reforms were crucial for the political wearing out and isolation of João Goulart. In that way, we evaluated how the incapability between the reformist character of the executive power and the predominance of a conservative posture on congress was decisive to the end of the democratic times of the Republic of 46. We used the National Congress diaries, presidential speeches and the minutes of a few party conventions to analyse the main political conflicts occurred between 1963 and 1964, being them: the reestablishment of the presidential system, the Triennial Plan, negotiations surrounding different agrarian reform projects, civic vigil, and the conflicts occurred during the March of 1964. Among the objectives of this research, we intended to oppose the thesis, which tend to explain the Military Coup with the justification that it was the result of a radicalization of its authors, or even a lack of 8 compromise with the democratic regime. Therefore, along the research, we intended to present the role of the legislative power in the formulation, execution and legitimation process of the coup.
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Costa, Andressa Liegi Vieira. « Crise de representação, cultura política e participação no Brasil:das jornadas de Junho ao IMPEACHMENT de Dilma Rousseff (2013-2016) ». Master's thesis, Instituto Superior de Ciências Sociais e Políticas, 2019. http://hdl.handle.net/10400.5/19112.

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Dissertação de Mestrado em Ciência Política
Desde a terceira onda de democratização, a falta de avanços sólidos nas democracias tem gerado insatisfação, desconfiança e desafeto em relação às suas estruturas, devido à incapacidade da democracia em garantir igualdade social e política. A representação democrática é uma forma de mediar conflitos frente à pluralidade de atores, e pressupõe comunicação entre a sociedade civil e política. Contudo, acaba por excluir certos grupos devido à fragmentação do bem público em interesses distintos, o que distancia a população das elites. O fenômeno da crise de representação envolve a desvalorização das instituições tradicionais, e a perda da centralidade dos partidos políticos como estruturas de mediação, processo decorrente da lacuna entre expectativa e realidade das democracias. Em junho de 2013, o Brasil presenciou a emergência de protestos em massa por todo o país, que levaram às ruas insatisfações generalizadas em relação ao sistema político. Com a Copa do Mundo de 2014, houve uma ampliação das vozes críticas no país, seguida de eleições gerais marcadas pela polarização. Em 2015 e 2016, com o aprofundamento da crise política e econômica, novas multidões foram às ruas, dividindo apoiadores de governo e opositores que pediam o impeachment da presidenta Dilma Rousseff. Visto isso, o objetivo desta dissertação é compreender o impacto da crise de representação nas mudanças na cultura política e participação dos brasileiros, entre 2013 e 2016. Para isso, foram utilizados dados do Latin American Public Opinion Project (LAPOP) de 2012, 2014 e 2016/7. Os resultados indicam que as características específicas da crise de representação brasileira, desenvolvidas no período, levaram a um maior engajamento e mobilização dos cidadãos, entretanto este não foi baseado em uma cultura política cívica ou em valores democráticos.
Since the third wave of democratization, the lack of solid progress in democracies led to dissatisfaction, distrust and disaffection towards its structures, due to its inability of guaranteeing social and political equality. The democratic representation is a way of mediating conflicts before the fragmentation of public good in diverse interests, drifting the population apart from the elites. The phenomenon of crisis of representation entails the belittlement of traditional institutions, and the loss of the central role of political parties as mediation structures, resulting from the gap between expectations and reality of democracies. By June of 2013, Brazil faced the rise of mass protests all over the country, taking to the streets the general dissatisfaction towards the political system. Within the World Cup of 2014, there was a raise of critical voices in the country, followed by general elections marked by polarization. In 2015 and 2016, with deepening political and economic crises, new crowds went to the streets, dividing supporters of the government and oppositions demanding the impeachment of President Dilma Rousseff. Given that, this dissertation aims to understand the impact of the crisis of representation in the patterns of political culture and participation of Brazilians between 2013 and 2016. For that, it was employed data from the Latin American Public Opinion Project (LAPOP) from 2012, 2014 and 2016/7. Results point that specific features from the Brazilian crisis of representation developed during this period led to greater engagement and mobilization of citizens, however it was not grounded on a civic political culture or democratic values.
N/A
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Freire, Eduardo Maganha. « Bolívia : crise de coesão territorial no coração da América do Sul ». Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8136/tde-13022009-123304/.

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O estudo leva em consideração acontecimentos históricos da conformação territorial da Bolívia, sua estruturação, dinâmica, bem como a atual situação de sua coesão interna, implicando no aprofundamento dos estudos relativos à intergovernabilidade, territorialidade, nacionalismo e identidade. Também abarca a questão relativa aos grupos dentro do arranjo democrático liberal, e da ativação política de clivagens de cunhos étnico, regional e econômico, tratando a questão separatista da porção Oriental boliviana.
The study considers the historical events of Bolivia\'s territorial arrangement, structure, dynamics and the current situation of its internal cohesion, resulting in the analysis of major studies on intergovernability, territoriality, nationalism and identity. This research also takes into account the demands made by groups inside the liberal democratic arrangement, and the activation of political, ethnic, regional and economic divisions, addressing the issue of Bolivias Eastern portion breakaway.
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Okitapoy, On'okoko Michel. « Assessing psychopathy among male prisoners in the Democratic Republic of Congo : a cross-cultural analysis in a post-crisis setting ». Thesis, McGill University, 2012. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=106526.

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The personality construct of psychopathy is of interest because it may identify a distinct group of criminals with longer criminal careers, greater association with violence, and higher rate of relapse than other types of criminals. This study addressed the measurement of psychopathy across cultures using the French version of the Psychopathy Checklist Revised (PCL-R). Most research on the PCL-R has been conducted in North America and Europe, very little in Sub-Saharan Africa, and none at all in the Democratic Republic of Congo, a country torn by war and violence since its independence in 1960. The aim of this study was to test the cross-cultural validity of the PCL-R instrument by examining its psychometric properties among 336 male prisoners in the Democratic Republic of Congo. The findings were that the psychometric properties of the scale among PCL-R among male Congolese were generally moderate, suggesting that the PCL-R has adequate internal consistency and reliability in the DRC. However, specific items had low item-total correlations and potential reasons for this in terms of the cultural meaning of symptoms and behaviours are discussed. Further work is needed to refine and validate the PCL-R in the Democratic Republic of Congo and to determine its proper cutoff score.
Le concept de personnalité psychopathique est d'un grand intérêt puisqu'il permet d'identifier un groupe distinct des criminels avec une plus longue carrière criminelle, un taux élevé d'association avec la violence associés avec des récidives plus fréquentes que les autres catégories des criminels. Cette étude porte sur la mesure de la psychopathie à travers les cultures en utilisant la version française de l'échelle de psychopathie révisée de Hare (PCL-R). La plupart des recherches sur le PCL-R ont été menées en Amérique du Nord et en Europe, très peu en Afrique Sub-Saharienne et aucune en République Démocratique du Congo, un pays déchiré par la guerre et la violence depuis son indépendance en 1960. Le but de cette étude est de tester la validité interculturelle du PCL-R, en examinant ses propriétés psychométriques chez 336 prisonniers congolais de sexe masculin. Les résultats de cette étude indiquent que toutes les propriétés psychométriques recueillies en utilisant le PCL-R parmi les congolais sont basses d'une manière générale. Cela pourrait être dû à l'influence des facteurs culturels. Cependant, bien que ces valeurs soient basses, elles se situent dans les limites acceptables par rapport aux données rapportées dans les études normatives effectuées en Amérique du Nord et en Europe, ce qui suggère que le PCL-R a une bonne consistance interne et une bonne fiabilité. L'analyse factorielle s'est avérée non significative, probablement à cause des différences dans le fonctionnement du système judiciaire entre l'Amérique du Nord et la République Démocratique du Congo. Cela démontre qu'il y a un grand besoin de compléter cette étude par une validation transculturelle de PCL-R au Congo et de déterminer son point de coupure et le taux de prévalence de la psychopathie dans la population générale, en milieu carcéral et dans les deux sexes.
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Rocha, Barbara Rodrigues da. « Estado democrático de direito no Brasil : a crise da representatividade e a democracia participativa como mecanismo para o seu efetivo exercício ». Universidade de Fortaleza, 2014. http://dspace.unifor.br/handle/tede/92940.

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Made available in DSpace on 2019-03-29T23:55:27Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2014-08-25
The history of democracy in Brazil has always been quite tortuous. Throughout its historic journey was marked by contradictions in his understanding, even in its two main references for the construction of an autonomous state desire, which were the American Revolution and the French. Two examples of national movement.s creators of democracy, which slipped to a secondary position the classes that came to power by revolutionary means. Brazil also has a peculiar labored democratic and also settling with themselves and extremely harmful to any form of democratic legitimacy by the people institutes. No wonder that their representatives over the centuries are formed by enigmatic figures and distorted their true purposes in through public issues in relation to their constituents. This relational process between these two entities (rulers and ruled), central to democracy, and its dissociation constant of interests arises the problem of representativeness crisis that is distorting the functions of those responsible for making it for the sake of the collective. The response to this reality is called participatory or deliberative democracy, which would promote the public space and would give democratic legitimacy of the holders of sovereign power, which is doubtless the people, thus curbing the practice of acts contrary to the State democratic Law and complementing the activities of the representative power as envisaged Brazilian constitutional dictates. Therefore, we seek here to demonstrate the importance of participatory democracy in the expansion of direct participation in Brazil and the need to overcome their main obstacles to their effective and complementary role for Brazilian democracy. Keywords: Crisis of representation. Participatory Democracy. Democratic State. Democracy.
A história da democracia no Brasil sempre foi bastante tortuosa. Em todo o seu percurso histórico, foi marcada por contradições em seu entendimento, até mesmo nas suas duas principais referências para a construção de uma vontade estatal autônoma, a Revolução Americana e a Francesa. Elas são dois exemplos de movimentos nacionais idealizadores da democracia, mas que a resvalaram a uma posição secundária pelas classes que alcançaram o poder. O Brasil também possui uma sedimentação democrática dificultosa e também peculiar, com institutos próprios e extremamente nocivos a qualquer forma de legitimidade democrática pelo povo. Não é à toa que seus representantes, ao longo dos séculos, sejam formados por figuras enigmáticas e distorcidas de suas verdadeiras finalidades no intermédio das questões públicas em relação aos seus representados. Desse processo relacional entre esses dois entes (governantes e governados) centrais para a democracia e de sua constante dissociação dos interesses, surge o problema da crise da representatividade que é a distorção das funções inerentes aos responsáveis por realizá-la em prol da coletividade. A resposta a essa realidade é a chamada democracia participativa ou deliberativa, que promoveria o espaço público e devolveria a legitimidade democrática dos detentores do poder soberano, que é indiscutivelmente, o povo, diante das questões políticas, coibindo assim as práticas de atos contrários ao Estado Democrático de Direito bem como complementando a atuação do poder representativo, conforme preveem os ditames constitucionais brasileiros. Portanto, se busca aqui demonstrar a importância da democracia participativa na expansão da participação direta no Brasil e a necessidade de superação de seus principais obstáculos para a sua atuação efetiva e complementar para democracia brasileira. Palavras-chave: Crise da representatividade. Democracia Participativa. Estado Democrático de Direito. Democracia.
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Varalda, Sabina de Oliveira. « A crise da representação e a problemática do financiamento de campanha / ». Franca, 2017. http://hdl.handle.net/11449/180284.

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Orientador: Regina Cláudia Laisner
Banca: Luciana Lopes Canavez
Banca: Andrea Cristina de Jesus NDREA CRISTINA DE JESUS OLIVEIRA GOZETTO
Resumo: A democracia contemporânea tem na representação um elemento fundamental para sua concretização e também uma das suas principais formas de efetivação da cidadania. A democracia representativa é garantida pelo Estado por meio de processos eleitorais pautados pela igualdade política de seus cidadãos, no voto direto e secreto, na soberania popular e através da periodicidade das eleições. Contudo, o sistema eleitoral tem algumas peculiaridades que podem gerar distorções no sistema democrático representativo, entre elas se encontra o financiamento de campanhas eleitorais por pessoas jurídicas. Ele propicia o surgimento de deturpações na igualdade política, pois enseja impasses e questionamentos quanto à legitimidade dessas doações e os eventuais interesses implicados. A proposta desta dissertação foi realizar uma discussão da decisão do Superior Tribunal Federal (STF) no Acórdão da ADI 4650, verificando os argumentos contra e a favor do fim do financiamento empresarial, comparando-os com a pesquisa teórica sobre a democracia representativa e as dificuldades enfrentadas pela democracia brasileira. De forma a verificar se o sistema de financiamento de campanhas adotado influencia de fato na qualidade da democracia e quais os caminhos a serem tomados para o fortalecimento democrático do país. A análise foi feita à luz dos fundamentos constitucionais trazidos pelo artigo 1º da Constituição, que prevê entre outros fundamentos, a soberania, a cidadania e o pluralismo político. Além do de... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: Contemporary democracy has in the representation a fundamental element for its concretization and also one of its main forms of effective citizenship. Representative democracy is guaranteed by the state through electoral processes based on the political equality of its citizens, in the direct and secret vote, in popular sovereignty and through the periodicity of the elections. However, the electoral system has some peculiarities that can generate distortions in the representative democratic system, among them is the financing of electoral campaigns by corporations. It leads to the emergence of misrepresentations in political equality, since it leads to impasses and questions about the legitimacy of these donations and the eventual interests involved. The purpose of this dissertation was to discuss the decision of the Superior Federal Court (STF) in ADI 4650, verifying the arguments against and in favor of the end of business financing, comparing them with the theoretical research on representative democracy and the difficulties faced by Brazilian democracy. In order to verify if the system of campaign financing adopted influences in fact the quality of democracy and what are the paths to be taken for the democratic strengthening of the country. The analysis was made in light of the constitutional foundations brought by Article 1 of the Constitution, which provides, among other grounds, for sovereignty, citizenship and political pluralism. In addition to the debate on represen... (Complete abstract click electronic access below)
Mestre
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Sanchez, Melean Jesus. « THE ROLE OF THE OAS IN THE POLITICAL CRISIS OF VENEZUELA (APRIL 11, 2002- MAY 31, 2003) ». Ohio : Ohio University, 2005. http://www.ohiolink.edu/etd/view.cgi?ohiou1133806832.

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Teixeira, Igor Moura Rodrigues. « A ideia de crise de representatividade e a democracia participativa como estrutura de (re)legitimação do exercício do poder político ». reponame:Repositório Institucional da UFC, 2016. http://www.repositorio.ufc.br/handle/riufc/23337.

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TEIXEIRA, Igor Moura Rodrigues. A ideia de crise de representatividade e a democracia participativa como estrutura de (re)legitimação do exercício do poder político. 2016. 141 f. Dissertação (Mestrado em Direito) - Faculdade de Direito, Universidade Federal do Ceará, Programa de Pós-Graduação em Direito, Fortaleza, 2016.
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We can no more make sense of what we mean by participatory democracy without reference to the eminent capitalist(-liberal) one. At the same time, the force of that duality is propelled by the great crisis of contemporary institutions and practices that stand in relation to the issue of representativeness in the light of modernity. The kind of liberal democracy we get in mind is, in a broad sense, the one emerged in parallel with the new capitalist economic order, intensified during the eighteenth century, and culminated in the nineteenth century. In a nutshell, it does mean that one has a legal system in order to safeguard the interests of private capital and individuals, supported essentially by a non-working-class government. Regarding this scheme which is not a done deal, it´s important to better understand the critique addressed to liberal democracy by means of political empowerment as well as the foundations of the state. By the way, one must figure out that the participatory democracy will really take place when overcoming the liberal one only following these steps: an increase of the consciousness about the political education behind the capitalism-liberalism orthodoxy, as consequence we can think of (or be open to) new alternatives which could be more sensible and democratically legitimate.
O presente trabalho objetiva realizar um exame sobre a estrutura da democracia participativa na superação dos modelos de democracia eminentemente liberal, bem como sobre o processo de reconfiguração das instituições políticas contemporâneas sob uma perspectiva de suposta crise de representatividade. Identifica-se por democracia liberal o formato de regime democrático desenvolvido em paralelo a ascensão do sistema liberal-capitalista, a partir da modernidade, principalmente nos séculos XVIII e XIX. Aponta-se, por conseguinte, para a forma como os teóricos liberais moldaram os princípios democráticos clássicos, para a configuração de um Estado que protegesse, precipuamente, a propriedade privada e os interesses individuais, bem como um sistema político atrelado ao governo dos notáveis e de uma minoria classista de poder. A crítica ao modelo liberal de democracia, todavia, é reflexo da delineação de um arcabouço teórico de legitimação do exercício do poder político e, consequentemente, do Estado, através da participação política. O conceito de democracia participativa, por sua vez, só será devidamente implementado, como estrutura de superação da democracia liberal, se cumpridas algumas etapas. As etapas apontadas no trabalho correspondem ao processo de politização da sociedade para além das orientações do liberalismo e do capitalismo, representando, portanto, em apertada síntese, uma análise sobre novas perspectivas e formas de sociabilidade humana e de exercício do poder político de maneira aberta, transparente e plural.
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Galante, Elisa Helena Lesqueves. « Intervenção estadual no município : legitimidade democrática e crise de representação política ». Faculdade de Direito de Vitoria, 2017. http://191.252.194.60:8080/handle/fdv/20.

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Submitted by Ana Paula Galdino (repositorio@fdv.br) on 2018-08-14T22:24:36Z No. of bitstreams: 1 elisa-helena-lesqueves-galante.pdf: 1993091 bytes, checksum: 6443a998a0edbd4a9271ee47f645d4e7 (MD5)
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Este estudo aborda a temática da intervenção federal a partir do modelo federativo instaurado pela Constituição de 1988. O tema tem relevo na medida em que o Estado brasileiro, ao incluir o Município como ente da Federação, exigiu do legislador constituinte a introdução de duas novas características ao estudo do federalismo, a tridimensionalidade da federação e a intervenção estadual, tornando-se um modelo único. Deste modo, a “intervenção no ente federado” – expressão que se adota dada à natureza singular do vigente modelo brasileiro – é ato político excepcional que confere a possibilidade de relativizar, por tempo determinado, a autonomia dos Estados, do Distrito Federal, dos Territórios e dos Municípios. A carência de estudo crítico sobre a “intervenção estadual” e o uso indiscriminado por alguns Estados da federação, confere o objetivo à pesquisa, que se volta ao problema da necessidade de assegurar o Município como ente da República Federativa do Brasil e, para tanto, busca definir os critérios que devem ser adotados quando, diante de fatores, situações e circunstâncias que identifique um pressuposto material que justifique a relativização da autonomia municipal. Para tanto, a pesquisa é de ordem teórica e recorre à pesquisa bibliográfica e à pesquisa documental. Quanto àquela, além dos pressupostos históricos acerca da intervenção no mundo e no Brasil, pauta-se no aporte teórico de Luigi Ferrajoli e de sua teoria da “democracia constitucional”, que propõe uma nova vertente do constitucionalismo, sob uma concepção juspositivista, denominada de “garantismo constitucional”, para, então, traçar os critérios de caráter substancial que vinculem e limitem o exercício do poder do Estado intervir no Município. Já, quanto à pesquisa documental, centra-se na análise jurisprudencial e na análise de Constituições Estaduais. Em se tratando de análise jurisprudencial, analisam-se os casos de “intervenção federal”, originalmente apreciados pelo Supremo Tribunal Federal, como também os julgamentos decorrentes do controle jurisdicional das intervenções estaduais. Na jurisdição ordinária, são pesquisados os julgamentos originários dos Tribunais de Justiça de “intervenções estaduais” contra os Municípios. Já quanto à análise das Constituições estaduais, busca-se verificar como cada um aborda a questão da intervenção, analisando se os pressupostos estabelecidos nas Cartas Estaduais são condizentes com o que está previsto na Constituição Federal. O desenvolvimento deste estudo centra-se no raciocínio dedutivo, tendo em vista a complexa tarefa de desvelar a adaptação da novidade constitucional introduzida pela Constituição de 1988 do Município como ente integrante do pacto federativo e do dever de proteger sua autonomia e, por derivação, assegurar a realização de políticas públicas fundamentais para a vida do cidadão brasileiro. Com efeito, tem-se que atualmente se vivencia um silencioso estado de intervenção no ente federado, a julgar que a autonomia dos Municípios não está sendo assegurada, ao contrário, está sendo violada.
This study approaches the theme of federal intervention from the federative model created by the Constitution of 1988. This theme is relevant because the Brazilian State, by including the Municipalities as entities of the Federation, demanded the constitutional legislator the introduction of two new characteristics to the study of Federalism, the tridimensionality of the Federation and the State intervention, making it a unique model. In this sense, the “intervention in the entity of the federation” – expression that is adopted given the singularity of the current Brazilian model – is an exceptional political act that confers the possibility of relativizing, for an indetermined period of time, the autonomy of the States, the Federal District, the Territories and the Municipalities. The lack of study about the “State intervention” and the unmoderated use by some states of the Federation confers the objective to this research, which is focused on the problem of assuring the Municipalities as entities of the Federal Republic of Brazil and, as such, aims to define the criteria that should be adopted when, in light of some factors, situations and circunstances that identify a material requisite that justifies the relativization of the Municipality´s autonomy emerge. As such, the research is a theoretical one and makes use of bibliographical and documental research. In relation to the bibliographical research, in addition to the historical facts on the intervention around the world and in Brazil, is based on the theoretical contribution of Luigi Ferrajoli and his theory of “constitutional democracy”, that proposes a new axis of constitutionalism, under a juspositivist conception, named “constitutional garantism”, in order to trace the substantial criteria that oblige and limit the use of the power of the State to intervene in the Municipality. In relation to the documental research, it is centered on the analysis of precedents and the State constitutions. In regards to the analysis of precedents, the cases of federal intervention were studied, the ones that were originally judged by the Federal Supreme Court, as well as the cases judged as juridical control of State interventions. In the ordinary precedents, we researched the cases judged primarily by the State Tribunals on State interventions on the Municipalities. In relation to the State constitutions, it was verified how each one of them treats the intervention, analyzing if the requisites brought by these State constitutions are consistent with what is in the Federal Constitution. The development of this study is centered on the deductive approach, keeping in mind the complex task of unveiling the adaptation of the new constitutional concept of Municipalities, turned into entities of the Federative pact and the obligation to protect its autonomy and, by derivation, secure the realization of public policies that are fundamental to the life of the Brazilian citizen. As a result, we currently live in a silent state of intervention in the federal entity, since the autonomy of the Municipalities is not being secured. On the contrary, it is being violated.
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Roque, José Manuel de Carvalho. « Resistência e crise do estado social – contributo para uma teoria crítica ». Doctoral thesis, Instituto Superior de Ciências Sociais e Políticas, 2017. http://hdl.handle.net/10400.5/15262.

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Tese de Doutoramento em Ciências Sociais
Em vários países da Europa ocidental vem sendo perseguido, desde há décadas, um modelo de organização política e económica baseado na democracia representativa e no império da lei, apoiado ainda numa componente social que vai ao encontro de direitos sociais, económicos e culturais dos cidadãos, juridicamente garantidos em catálogos de crescente amplitude e conteúdo, a imporem aos Estados um cada vez maior esforço orçamental, criando também uma consciência colectiva de bens adquiridos e eximidos ao poder de disposição do Estado. Todavia, desde o princípio deste século, alguns Estados defrontam-se com graves problemas financeiros, decorrentes do abrandamento da economia, do aumento das despesas e da crescente dificuldade de financiamento da dívida, associada a crises dos sectores imobiliário e bancário. Alguns Estados obtiveram empréstimos de emergência, contraídos junto de um consórcio de três entidades (troika), concedidos contra a aplicação de medidas de orientação neoliberal, implicando redução da presença do Estado na economia, aligeiramento da protecção jurídica das relações laborais e forte compressão das despesas sociais públicas. As medidas impostas neste quadro terão atingido direitos dos cidadãos, que opuseram resistência, de forma genericamente não violenta. Estuda-se a fundamentação da resistência em Estado de Direito democrático social, no quadro da crise do Estado social.
For decades, several west European countries have pursued a model of political and economic organization based upon representative democracy, rule of law and a social component that meets citizens’ social, economic and cultural rights, lawfully guaranteed and of increasing reach and content, thereby requiring a growing public budgetary effort, as well as creating a collective perception of lawfully protected goods, beyond the power of disposition of the state. Yet, since the beginning of this century, some states are faced with grievous financial problems, arising from economic slowdown, increased expenditures and growing difficulty to procure public debt financing, linked to crises of their sovereign debts and of the housing and banking sectors. Some states obtained emergency loans from a consortium of three instances (troika), granted against forcible application of neoliberal-oriented politics, implying privatization of public services, relaxation of labour protection and strong compression of social expenditures. The political measures taken may have negatively impacted the rights of citizens, who opposed generically non-violent resistance. The work addresses the fundaments of resistance in the modern west European democratic state, in the framework of the crisis of the social state.
N/A
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Andrade, C?ssio Carvalho Correia de. « A crise de legitimidade na democracia representativa e o desatendimento aos direitos fundamentais : um enfoque participativo-educacional ». Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2015. http://repositorio.ufrn.br/handle/123456789/20047.

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Este trabalho tem por objetivo trazer ? reflex?o a crise de legitimidade da democracia representativa brasileira, da qual decorre o desatendimento a direitos fundamentais, tecendo considera??es sobre fatos jur?dicos e sociais ? luz do ordenamento constitucional em vigor e buscando solu??es em procedimentos mais democr?ticos e em uma forma mais humana, cr?tica, democr?tica e solid?ria de ensino. N?o ? de hoje o entendimento de que os poderes p?blicos n?o atendem ?s necessidades b?sicas dos cidad?os brasileiros - ?nica maneira de torn?-los aut?nomos e suficientemente capacitados para a condu??o de suas vidas em um mercado de trabalho competitivo e globalizado; tal situa??o somente se agravou, como revelam os movimentos sociais ocorridos em meados de 2013, quando o povo foi ?s ruas, apresentando uma flagrante insatisfa??o com os servi?os p?blicos, de uma maneira geral, al?m de alguns grupos terem apresentado pautas espec?ficas nos referidos eventos. Para se buscar solu??es ou, pelo menos, sugest?es para a reflex?o do problema encontrado, fez-se necess?ria uma abordagem atual sobre os poderes p?blicos, buscando revelar como a ordem constitucional autoriza o funcionamento dos mesmos e como, de fato, eles atuam. Nesse intento, foi debatida a legitimidade do poder, englobando a an?lise de sua origem, a quem pertence e as situa??es de d?ficit de legitimidade, com a conclus?o de que ele somente se justifica quanto mais recebe influ?ncia democr?tica, com uma maior participa??o do povo em suas delibera??es e decis?es, com sua pluralidade e complexidade. Fez-se necess?ria a comprova??o, atrav?s de pesquisas realizadas por institui??es oficiais, do baixo n?vel de desenvolvimento social do pa?s e do desatendimento a direitos fundamentais m?nimos, assim como a exposi??o de diversos atos e omiss?es que evidenciam que todos os poderes p?blicos n?o representam, legitimamente, os interesses do povo. A compet?ncia do Supremo Tribunal Federal, para fixar a pol?tica remunerat?ria de car?ter mais abrangente no servi?o p?blico, recebeu o destaque merecido, apresentando-se como um meio eficaz para promover a redu??o da desigualdade remunerat?ria e estrutural no servi?o p?blico e contribuindo para um melhor atendimento dos direitos fundamentais. Foram feitas, tamb?m, considera??es sobre o decreto 8243/2014, que instituiu a Pol?tica Nacional de Participa??o Social (PNPS) e o Sistema Nacional de Participa??o Social (SNPS) e deu outras provid?ncias, com a sugest?o de sua expans?o para os poderes legislativo e judici?rio, como forma de legitimar a democracia brasileira, considerando o seu est?gio atual. Apresenta-se, em conclus?o, a ideia manifestada pelas correntes pedag?gicas mais influentes e modernas pela cria??o de uma cultura participativa, solid?ria, n?o hierarquizada e cr?tica, desde o est?gio infantil, voltada para a resolu??o das quest?es dirigidas ao bem-comum, que considere a complexidade e o pluralismo existentes na sociedade. Com isso, objetiva-se a constante atualiza??o do conhecimento, que ? din?mico e exige essa atua??o, incutindo a ideia, nas gera??es vindouras, de que ? necess?ria a cria??o de uma democracia mais participativa e solid?ria, que promova a redu??o das desigualdades sociais, como forma de legitim?-la e de promover o bem-estar social, com a consecu??o de uma pol?tica voltada para o atendimento dos direitos fundamentais m?nimos, que confiram dignidade ? popula??o.
This study aims to bring reflection on the legitimacy crisis of the Brazilian representative democracy, which results in non-attendance of fundamental rights, regarding legal and social facts in light of the existing constitutional order and seeking solutions in more democratic procedures and in a more humane, critical, democratic and collaborative education. It has been an issue for some time the understanding that the authorities do not meet the basic needs of Brazilian citizens - the only way to make them autonomous and sufficiently able to conduct their lives in a competitive and globalized labor market. Such situation only worsened - as illustrated by the social movements in mid-2013 - when people took to the streets, showing a noticeable dissatisfaction with public services in general, and some other groups presenting specific complaints in those events. To find solutions or at least suggestions for the reflection of the problem found, a current approach to public authorities was necessary attempting to reveal how the constitutional order authorizes their operation and how - in fact - they act. In this endeavour, the legitimacy of power was discussed, involving the analysis of its origin, to whom it belongs and the legitimacy of deficit situations, concluding that it is only justified as it gets more democratic influence, with greater participation of people in its deliberations and decisions, with its plurality and complexity. Research carried out by official institutions was necessary to have evidence of the low level of social development of the country and the nonattendance of minimum basic rights, as well as exposure to various acts and omissions which show that all public authorities do not legitimately represent the people's interests. The competence of the Supreme Court to establish the broader scope of the remuneration policy in the public service received proper attention, presenting itself as an effective means to promote the reduction of the remuneration and structural inequality in public service and contributing to better care of fundamental rights. Also, considerations were made about the Decree 8243/2014, which established the National Policy for Social Participation (NPSP) and the National System of Social Participation (NSSP) and took other measures with the suggestion of its expansion into the legislative and judiciary powers as a way to legitimize the Brazilian democracy, considering its current stage. In conclusion, it is presented the idea expressed by the most influential and modern pedagogical trends for the creation of a participatory, solidary, non-hierarchical and critical culture since the childhood stage. This idea focuses on the resolution of questions addressed to the common good, which considers the complexity and the existing pluralism in society with a view to constant knowledge update. Knowledge update is in turn dynamic and requires such action, instilling - for the future generations - the idea that the creation of a more participatory and collaborative democracy is needed to reduce social inequality as a way to legitimize and promote social welfare, with the implementation of a policy devoted to meet the minimum fundamental rights to ensure dignity to the population.
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Costa, Neila Karla Fernandes da. « Controle democr?tico no capitalismo contempor?neo : limites e contradi??es ». Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2012. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/17913.

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Made available in DSpace on 2014-12-17T15:46:25Z (GMT). No. of bitstreams: 1 NeilaKFC_DISSERT.pdf: 1127472 bytes, checksum: 45700f0891858913250d80ad1a492743 (MD5) Previous issue date: 2012-06-30
Coordena??o de Aperfei?oamento de Pessoal de N?vel Superior
This study examines the determinations of the structural crisis of capital in the democratic control effected on the councils of rights and policies. Therefore the research aimed to apprehend and analyze the conjunctural and structural determinations and cyclical changes that incide on democratic control established by the Federal Constitution of 1988. The specific objectives turned to: (1) identify and analyze the theoretical and political fundamentals of democratic control in the production of social service in ENPESS 2010, in the productions of CFESS and the journal social services and society, (2) apprehend and analyze the possibilities, limits, contradictions and social direction of democratic control in contemporaneity and (3) identify and analyze the major political forces that constitute support and opposition to the exercise of democratic control. To approximate to the intended objectives the way theoretical and methodological covered was based in a perspective of totality that allows the apprehension of the object of study in their contradictory dimensions of universality, particularity and singularity. The results enabled to develop critical analysis of theoretical production of the Brazilian social service on the subject, having as snip studies of the journals social service and society; works of ENPESS 2010 and CFESS positioning. It was found, so in analysis undertaken, the spaces of democratic control suffer inflections of capital that shape their practices and social direction. In theoretical productions chosen, identified the prevalence of democratic control studied under an endogenous perspective to participatory canals, with incipient connections to the structural/conjunctural determinations of a historical period of crisis and seeks to restore the hegemony of capital. The positioning of the CFESS tends to recognition of democratic control in its contradictory dynamics recognizing the limits imposed by the sociability of the capital at the present time
O presente estudo analisa as determina??es da crise estrutural do capital no controle democr?tico efetivado nos conselhos de direitos e pol?ticas. Assim, a pesquisa teve como objetivo geral apreender e analisar as determina??es estruturais e conjunturais que incidem em mudan?as no controle democr?tico institu?do pela Constitui??o Federal de 1988. Os objetivos espec?ficos voltaram-se para: (1) identificar e analisar os fundamentos te?rico-pol?ticos do controle democr?tico nas produ??es do servi?o social no ENPESS 2010, nas produ??es do CFESS e na revista servi?o social e sociedade; (2) apreender e analisar as possibilidades, os limites, as contradi??es e a dire??o social do controle democr?tico na contemporaneidade e (3) Identificar e analisar as principais for?as pol?ticas que se constituem apoio e oposi??o ao exerc?cio do controle democr?tico. Para aproxima??o aos objetivos pretendidos o caminho te?rico-metodol?gico percorrido fundamentou-se numa perspectiva de totalidade que possibilita a apreens?o do objeto de estudo em suas dimens?es contradit?rias de universalidade, particularidade e singularidade. Os resultados possibilitaram desenvolver an?lise cr?tica das produ??es te?ricas do servi?o social brasileiro sobre a tem?tica, tendo como recorte os estudos das revistas servi?o social e sociedade; trabalhos do ENPESS 2010 e o posicionamento do CFESS. Constatou-se, assim, na an?lise empreendida, que os espa?os de controle democr?tico sofrem inflex?es do capital, que moldam suas pr?ticas e dire??o social. Nas produ??es te?ricas escolhidas, identificou-se a preval?ncia do controle democr?tico estudado sob uma perspectiva end?gena aos canais participativos, com conex?es incipientes ?s determina??es estruturais/conjunturais de um per?odo hist?rico de crise e busca de restaura??o da hegemonia pelo capital. O posicionamento do CFESS tende ao reconhecimento do controle democr?tico em sua din?mica contradit?ria reconhecendo os limites impostos pela sociabilidade do capital no tempo presente
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Faria, Débora Jacintho de. « Crise de 1929 : convergências e divergências entre o Partido Democrata e o Partido Republicano nos Estados Unidos ». reponame:Repositório Institucional da UnB, 2016. http://repositorio.unb.br/handle/10482/21796.

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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Instituto de Humanas, Programa de Pós-Graduação em História, 2016.
Submitted by Albânia Cézar de Melo (albania@bce.unb.br) on 2016-10-18T14:47:08Z No. of bitstreams: 1 2016_DéboraJacinthodeFaria.pdf: 1662206 bytes, checksum: 246443bd9d57bc27fe66eaf081e47041 (MD5)
Approved for entry into archive by Raquel Viana(raquelviana@bce.unb.br) on 2016-11-21T15:37:50Z (GMT) No. of bitstreams: 1 2016_DéboraJacinthodeFaria.pdf: 1662206 bytes, checksum: 246443bd9d57bc27fe66eaf081e47041 (MD5)
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O objetivo desse trabalho de pesquisa é investigar as convergências e divergências entre o Partido Democrata e o Partido Republicano nos períodos anterior e posterior à Crise de 1929, com recorte temporal de 1912 a 1936. Para tal estudo, serão analisadas as Plataformas Partidárias, de forma a compreender os principais aspectos de seus programas no tocante à política econômica. De modo a uma melhor elucidação do assunto, será feita uma revisão conceitual acerca de ‘partido político’ e ‘crise’. Ademais, partindo da teoria de longa duração Braudel (1969), faz-se necessário estudar alguns momentos relevantes anteriores ao recorte temporal indicado: a formação do Partido Republicano (década de 1850) e a crise de 1873. Considerando a importância das estruturas para a construção da narrativa, tais períodos se mostram relevantes ao entendimento das agremiações e seu comportamento nos eventos que serão estudados. Por fim, as análises serão pensadas a partir dos ciclos da política norte-americana, conceito apresentado por Schlesinger Jr. (1992). ________________________________________________________________________________________________ ABSTRACT
The objective of this research is to investigate the similarities and differences between the Democratic Party and the Republican Party in the periods before and after the crisis of 1929, which the time frame is 1912 to 1936. For this study, the party platforms will be analyzed in order to understand the main aspects of their programs with regard to economic policy. In order to elucidate the matter, a conceptual review will be made about 'political party' and 'crisis'. Moreover, based on the long-term theory Braudel (1969), it is necessary to study some relevant moments before the time frame indicated: the formation of the Republican Party (1850) and the crisis 1873. Considering the importance of the structures for construction of the narrative, such periods are shown relevant to the understanding of the parties and their behavior in the events that will be studied. Finally, the analysis will be designed from the cycles of American politics, concept presented by Schlesinger Jr. (1992).
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Salovaara, Sami. « The EU as a “force for good” : 15 years of ENP and a few years of “crisis” ; Where is the stable and democratic neighbourhood ? » Thesis, Malmö universitet, Fakulteten för kultur och samhälle (KS), 2019. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mau:diva-22170.

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Résumé :
This thesis is an attempt to analyse whether the EU can be conceived as a “force for good” in the world, where through its actions in its surroundings, EU is very eager to take a role as a “Normative Power”, and to be conceived as a model for integration and democracy.This thesis is looking at this narrative from two different perspectives. Firstly, through an analysis of the successfulness of the ENP, through looking at the official EU documents and the progression in key areas in between them, and contrasting them to critique by Human Rights NGOs. Secondly, interconnected with the ENP, this thesis will look at the EU’s response to the recent refugee crisis on its southern border, and its current developments, where the EU’s sea rescue operation “Operation Sophia” has been diminished, and the refugees rescued are taken back to Libya by the Libyan Coast Guard, contrary to UNHCR’s position on returns to Libya. This issue will be looked at through the perspective of the refugees’ democratic rights, and invokes questions regarding the legitimacy of closing one’s borders, and whether the “demos” can be legitimately bounded or does the Democratic Theory insist for the demos to be unbounded.This thesis concludes to find itself agreeing with the previous debates regarding the ENP, where the paradoxes of EU foreign policy have been researched 10-years back, little has changed. These two “cases” researched also contribute to the fact that the inconsistency of EU’s action is eroding its claims both to “Normative Power” and to be a “Force for Good”.
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D'Ascenzo, Fabiana. « La territorialità urbana a Kinshasa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427363.

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Résumé :
The research aims at a geographical reading of Kinshasa, present capital of the Democratic Republic of Congo. Its main endeavours are to unveil the basic elements which structure the urban territory and throw light on the relations of those living in the city with those elements, bending them to their needs thus giving them new meanings. The form and evolution of the city are analysed and focused in progressive staged, thus placing Kinshasa within broader space and time frames which both follow and interact with each other. Thus it was necessary to broaden the scope of the research to both national and interafrican context, considering both historical and present times to understand the relations of the capital city, whether existing or missing, with that context. The object of this research consists in discovering the special conditions carried by the social reality here considered and recognizing the different territorialities stratified and interacting in the urban structure. By circumscribing analytically and describing empirically such territorialities the research has identified a "plural territoriality" which characterizes the present urban environment as an implosive result of single territorialities operating in the capital city.
La ricerca propone una lettura geografica della città di Kinshasa, l'odierna capitale della Repubblica Democratica del Congo. Essa cerca di far emergere gli elementi fondamentali che strutturano il territorio urbano e di mettere in evidenza le relazioni che gli abitanti della città intrattengono con tali elementi, piegandoli alle proprie esigenze, aggirandoli, impregnandoli di significati ulteriori. La conformazione e l’evoluzione della città sono analizzate per tappe e focalizzazioni progressive, inserendo Kinshasa all’interno di quadri spaziali più ampi e di cornici temporali che si susseguono ma che pure si intersecano. Si è reso perciò necessario allargare lo sguardo al contesto nazionale e a quello interafricano, sia sul piano storico sia sotto il profilo dell’attualità, tenendo presenti le relazioni della capitale, esistenti o mancate, con tali contesti. L’obiettivo della ricerca consiste nell’individuare le logiche spaziali di cui la realtà sociale presa in considerazione si è fatta portatrice e nel riconoscere le differenti territorialità che si stratificano e interagiscono sul tessuto urbano. Circoscrivendo analiticamente e descrivendo empiricamente queste territorialità, il lavoro di ricerca ha identificato una territorialità plurale che caratterizza l’ambiente urbano odierno come esito implosivo delle singole territorialità operanti nella capitale.
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