Thèses sur le sujet « Dell'infanzia »
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Andaloro, Maria. « L'iperinsulinismo congenito dell'infanzia e il registro italiano (Rici) ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1373.
Texte intégralSkremmyda, Vassiliki-Alessandra <1992>. « Tradurre in greco "Tragedia dell'infanzia" di A. Savinio. Questioni interpretative ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8247.
Texte intégralGiuseppe, Bolotta. « I bambini delle baraccopoli : politiche culturali dell'infanzia marginale a Bangkok (Tailandia) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10278/3735719.
Texte intégralMilite, Erika <1988>. « L'ontologia dell'infanzia e il valore magico della parola in P.A. Florenskij ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4337.
Texte intégralGaraffo, Teresa. « Teoria della mente e comunicazione. Il bambino come interlocutore esperto nella scuola dell'infanzia ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/200.
Texte intégralChildren sensibly increase their linguistic abilities in the period from three to six years of age. In the same period, at about four years, they acquire the ability to interpret and understand behavior in the light of covert reasons and motivations. Recent research on theory of mind has enlightened the relationship between language acquisition and development of mentalizing abilities. In the present work I analyze the hypothesis that the maturation of these linguistic and cognitive abilities is in turn crucial for the development of other cognitive abilities, with particular regard to the exploitation of recursive cognitive strategies (metacognition) and the recombination of old mental representations in unexpected ways. A main purpose of this research is to analyze educative strategies through which preschool can support children in the acquisition of language and linguistic thought, also thanks to socialization processes with adults and between peers.
Grandi, Virginia <1989>. « "Alle radici della concezione dell'infanzia di Zhang Ailing : un'analisi di due romanzi autobiografici" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9481.
Texte intégralTarroni, Nadia <1978>. « I nidi e le scuole dell'infanzia come servizi relazionali : uno studio sociologico di caso ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/236/1/Tesi_dottorato.Tarroni.pdf.
Texte intégralTarroni, Nadia <1978>. « I nidi e le scuole dell'infanzia come servizi relazionali : uno studio sociologico di caso ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/236/.
Texte intégralFinelli, Manuel <1972>. « Bambini di famiglie con il cancro : interazioni tra agency dell'infanzia e rotture biografiche eterovissute ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9224/1/MFinelli%20Phd%20Tesi.pdf.
Texte intégralWhen cancer affects a relative in the household, the younger members tend to be marginalised within the family relationship system; this implies consequences on individual lives and the family emotional wellbeing. Testing this hypothesis, the research aimed to understand whether and how the involvement of children and adolescents in caring for family members in oncology treatments can represent a resource for the family. Since the design phase, the investigation was implemented in adopting a Grounded Theory approach tapping into the experiences of professionals questioned through semi-structured interviews which lead to focus a parallel literature review ranging from sociology of childhood, sociology of health and sociology of family. The review identified children’s agency (Favretto, Zaltron, Fucci:2017), along with semantics and experienced illnesses (Maturo:2007) as crucial concepts to understand cancer-related biographical disruptions (Bury:2001) through a narrative-based medicine approach (Kleinman:1988) adopted from child-centred point of view (Alanen and Mayall:2001, 2015). Based on these principles and concepts, 16 children and youth were consulted through in-depth interviews; their age ranging from 13 to 26 y.o., they all have had a family member suffering from cancer during their childhood and adolescence. The participants’ narratives were organised in five thematic frames: 1) attributions of meaning to a primary relative’s illness, 2) modalities and effects of shared biographical disruptions, 3) normalization processes implemented towards the oncological illnesses, 4) opportunities of participation in caring practices 5) perceptions of positive and negative effects of being involved as children/adolescents in the care of a family member. In harmonising theories from sociology of health and childhood studies, the paper sustains the worthiness of re-thinking and re-defining the interplay between children’s agency and family’s biographical disruptions. The combination of alternative models from usually separated disciplines offers an epistemological contribution in researching on intergenerational relationships within sociology of health and illness frameworks.
Pagliarusco, Matteo. « Produzioni multimediali e cinematografiche per i bambini della scuola dell'infanzia “Realizziamo insieme un cartone animato!” ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Trouver le texte intégralCESARINI, VALENTINA. « Prevenzione precoce dell'obesità infantile : validazione trans-culturale dell'intervento europeo ToyBox nel setting della scuola dell'infanzia ». Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2021. http://hdl.handle.net/11697/169131.
Texte intégralTiozzo, Federica <1990>. « Insegnare le lingue straniere nella Scuola dell'infanzia. Indagine nel territorio di Chioggia e Proposta progettuale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7806.
Texte intégralSTEFANELLO, LAURA. « Dire è fare. Una ricerca sulle interazioni verbali tra insegnanti e bambini nella Scuola dell'Infanzia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50224.
Texte intégralCARDARELLI, Annarita. « L'approccio della cooperazione allo sviluppo non governativa italiana ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Valutazioni e prospettive ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66260.
Texte intégralI bambini sono esseri umani che - proprio per la giovane età e la conseguente vulnerabilità - hanno bisogno di una specifica protezione. E’ nella fase dell’infanzia che si pongono le basi per la realizzazione della vita da adulto: garantire un’infanzia felice e libera da preoccupazioni e problemi significa assicurare al bambino la possibilità di diventare un adulto felice, realizzato e responsabile. Quindi qualsiasi situazione economica o sociale che possa mettere in pericolo la corretta crescita e lo sviluppo del minore costituisce una violazione dei suoi diritti. La cooperazione allo sviluppo si pone come obiettivo principale quello di contribuire all’innalzamento del livello di protezione dei diritti dei bambini su scala mondiale. Nonostante in materia di diritti dell’infanzia si disponga, ormai, a livello internazionale, di una normativa esauriente e universalmente condivisa, milioni di bambine e bambini e di adolescenti nel mondo continuano a subire soprusi di ogni tipo: basta leggere le cronache quotidiane, i rapporti delle Ong, della Commissione ONU per i diritti umani o del Comitato per i diritti del fanciullo delle Nazioni Unite. La cooperazione alo sviluppo si orienta verso la risoluzione di questi problemi affrontando le problematiche più gravi che colpiscono i minori in situazioni di vulnerabilità e rischio in tante parti del mondo. In questo lavoro si è esaminata la cooperazione allo sviluppo italiana e l’approccio ai diritti dell’infanzia; dapprima, si è analizzata la cooperazione governativa attuata dal Ministero degli Esteri; successivamente la cooperazione non governativa e decentrata posta in essere dalle ong e dagli enti locali; è stata realizzata quindi una ricerca di campo su alcune tra le maggiori ong italiane che si occupano di infanzia e di adolescenza ed è stato analizzato un progetto di cooperazione realizzato da una ong italiana in Marocco, Algeria, Francia, Spagna e Italia sulla tutela dei minori migranti. Nel lavoro si cerca di rispondere a un quesito fondamentale: in tempi di crisi, finanziaria, economica e, a volte, anche di valori, può la cooperazione allo sviluppo non governativa, e in particolare quella decentrata, salvare la cooperazione italiana e ridarle quello slancio di cui ha bisogno per riacquistare efficacia e fiducia da parte degli Italiani, e ridare all’Italia un posto importante nello scacchiere internazionale che si occupa di sviluppo?
Yuan, Qin <1985>. « La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia : buone pratiche in Cina e in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/1/yuan_qin_tesi.pdf.
Texte intégralObjective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
Yuan, Qin <1985>. « La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia : buone pratiche in Cina e in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/.
Texte intégralObjective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
Rampioni, Patrizia <1971>. « Il coordinatore pedagogico nella scuola dell'infanzia statale : modelli e prospettive di sviluppo. Presentazione di due casi studio ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9120/5/Tesi%20Coordinamento%20pedagogico%20nella%20scuola%20dell%27infanzia%20statale%20-%20Rampioni%202019.pdf.
Texte intégralThe study focalise on the pedagogical coordination in the governamental pre-schools after the new law 107/2015 which reform the ecec system turning it from a split system in an integrated system 0-6. In particular the research intend to explore new possible organisational and functional models of pedagogical coordination at the light of the new law. The empiric research has used the case study methods analysing experiences of coordination in cities of Bologna and Vignola; a group research of coordinators and 2 in depth semi-structured interview to second level coordinator were conducted; also 3 school principal were interviewd. The collected data have been analysed using the spiral-like methodology of grounded theory.
Mion, Silvia. « La comprensione matematica come costruzione di racconti. Un design experiment per apprendere la sottrazione alla scuola dell'infanzia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3421796.
Texte intégralLa ricerca di dottorato indaga come i bambini elaborino strategie risolutive di fronte a situazioni numericamente problematiche, coinvolgenti il concetto di sottrazione, attraverso l’attivazione di modalità di apprendimento innovative secondo il modello del Design Experiment (Cobb & Yackel, 1996). Il quadro teorico integra prospettiva costruttivista e socio-culturale e definisce il concetto di sottrazione, dapprima come differenza e resto e poi all’interno di modelli di situazioni sottrattive (Nesher, Greeno & Riley, 1982; Hayloch & Cockburn, 2008) che sottendono diversi approcci al calcolo e alla strutturazione del processo risolutivo dell’operazione. La proposta didattica parte da un’attenta analisi ed osservazione del contesto delle pratiche didattiche delle insegnanti e vede la ricercatrice coinvolta in prima persona come insegnante-esperta. Il breve intervento didattico coinvolge due gruppi di bambini di 5 anni. In ogni incontro è possibile individuare tre momenti. In una prima fase l’insegnante-ricercatore fa emergere una situazione problematica attraverso un racconto (Zazkis & Liljedahl. 2005) e con l’implementazione di materiali ausiliari (Skoumpourdi, 2012). Ricercatore e bambini sono poi coinvolti in una discussione matematica (Bartolini Bussi & Boni, 1995) volta a trovare la soluzione numerica a quanto rilevato. Da ultimo ogni bambino è invitato a fornire la propria concettualizzazione tramite la rappresentazione grafica (Van Oers, 1997; Burton, 2002) e la successiva descrizione a parole del disegno all’esperto. L’analisi evidenzia come l’articolarsi della discussione matematica si sviluppi come un vero e proprio processo di comprensione matematica, in cui le ipotesi avanzate dai bambini, sia in termini di valori numerici che di strategie di calcolo, non si susseguono in maniera lineare, ma siano piuttosto inquadrabili all’interno di una teoria di apprendimento ricorsiva multiplanare (Pierie & Kieren, 1989) caratterizzata da frequenti momenti di ritorno a quanto già emerso in un’ottica di integrazione dei vari aspetti parzialmente compresi. La ricerca si basa su una metodologia prevalentemente qualitativa, che si avvale di videoriprese e si presenta come un’indagine esplorativa che si apre ad una contestualizzazione allargata dei fattori che intervengono sull'apprendimento e quindi ad un’interpretazione di tipo metodologico-didattico, che sostenga le insegnanti nella progettazione di contesti di insegnamento innovativi e che agiscono nella zona di sviluppo prossimo (Vygotskij, 1962), per lo sviluppo delle competenze numeriche fin dalle prime fasi della scolarizzazione.
Dussin, Giada <1986>. « Il ruolo dell'Unicef nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a favore dell'infanzia. L'esperienza Unicef-Regione Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2640.
Texte intégralDalmonte, Federica <1981>. « Come città dell'infanzia. Architettura, educazione e immagine in due colonie per i figli degli Italiani all'estero a Cattolica e Tirrenia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2811/1/dalmonte_federica_tesi.pdf.
Texte intégralLa tesi di dottorato di ricerca ha come oggetto lo studio della relazione tra l'immaginario proposto ai bambini dal regime fascista attraverso le colonie di vacanza e la soluzione architettonica offerta da due casi esemplari: la colonia marina "XXVIII ottobre per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Cattolica nel 1933-34 su progetto dell'ingegnere Clemente Busiri Vici, e la colonia marina femminile "per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Tirrenia nel 1934 su progetto degli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi. Le colonie selezionate costituiscono i due soli edifici commissionati direttamente dalla Direzione Generale degli Italiani all'Estero del Ministro degli Esteri per l'accoglienza di bambini che vivevano lontano dall'Italia e che avrebbero visitato il paese forse solo una volta nella loro vita. Questo importante aspetto trova traccia nella stessa configurazione degli edifici. La metodologia di analisi, fondata sul confronto tra la conoscenza delle due opere architettoniche con le relazioni che esse intrattengono con il contesto culturale dell'Italia degli anni Trenta, si riflette nella struttura del lavoro. La ricerca affronta dapprima le strategie territoriali e localizzative che presiedono la diffusione di questi edifici, il progetto sociale, educativo e assistenziale che sta alla base della politica del regime fascista sulla vacanza dell'infanzia, e sul ruolo della cultura figurativa che accompagna la diffusione di questi edifici negli anni del fascismo. Successivamente viene esaminato il ruolo svolto dalla Direzione Generale dei Fasci Italiani all'Estero e viene esaminata la specifica vicenda progettuale e costruttiva delle due colonie di Cattolica e di Tirrenia, con particolare riferimento alla loro composizione ed agli specifici dispositivi spaziali sempre inseriti in una dimensione ad un tempo educativa e celebrativa. Infine la ricerca indaga le questioni insediative e tipologiche, e la relazione delle figure architettoniche della due colonie marine con i rituali e le pratiche sociali. Emerge come un tema di fondo l'esigenza di comunicare ai giovani ospiti "figli degli italiani emigrati all'estero" un'immagine nitida dell'Italia e del suo paesaggio; si tratta di un'esigenza di comunicazione che informa la progettazione delle due colonie di vacanza. A Cattolica come a Tirrenia le colonie si costituiscono come uno scenario attentamente articolato che contiene tutti gli elementi architettonici delle città italiane. La colonia viene quindi proposta coma una sorta di microcosmo autonomo che si mostri come una "evocazione" dei luoghi e degli spazi delle città italiane.
Dalmonte, Federica <1981>. « Come città dell'infanzia. Architettura, educazione e immagine in due colonie per i figli degli Italiani all'estero a Cattolica e Tirrenia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2811/.
Texte intégralLa tesi di dottorato di ricerca ha come oggetto lo studio della relazione tra l'immaginario proposto ai bambini dal regime fascista attraverso le colonie di vacanza e la soluzione architettonica offerta da due casi esemplari: la colonia marina "XXVIII ottobre per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Cattolica nel 1933-34 su progetto dell'ingegnere Clemente Busiri Vici, e la colonia marina femminile "per i Figli degli Italiani all'Estero" realizzata a Tirrenia nel 1934 su progetto degli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi. Le colonie selezionate costituiscono i due soli edifici commissionati direttamente dalla Direzione Generale degli Italiani all'Estero del Ministro degli Esteri per l'accoglienza di bambini che vivevano lontano dall'Italia e che avrebbero visitato il paese forse solo una volta nella loro vita. Questo importante aspetto trova traccia nella stessa configurazione degli edifici. La metodologia di analisi, fondata sul confronto tra la conoscenza delle due opere architettoniche con le relazioni che esse intrattengono con il contesto culturale dell'Italia degli anni Trenta, si riflette nella struttura del lavoro. La ricerca affronta dapprima le strategie territoriali e localizzative che presiedono la diffusione di questi edifici, il progetto sociale, educativo e assistenziale che sta alla base della politica del regime fascista sulla vacanza dell'infanzia, e sul ruolo della cultura figurativa che accompagna la diffusione di questi edifici negli anni del fascismo. Successivamente viene esaminato il ruolo svolto dalla Direzione Generale dei Fasci Italiani all'Estero e viene esaminata la specifica vicenda progettuale e costruttiva delle due colonie di Cattolica e di Tirrenia, con particolare riferimento alla loro composizione ed agli specifici dispositivi spaziali sempre inseriti in una dimensione ad un tempo educativa e celebrativa. Infine la ricerca indaga le questioni insediative e tipologiche, e la relazione delle figure architettoniche della due colonie marine con i rituali e le pratiche sociali. Emerge come un tema di fondo l'esigenza di comunicare ai giovani ospiti "figli degli italiani emigrati all'estero" un'immagine nitida dell'Italia e del suo paesaggio; si tratta di un'esigenza di comunicazione che informa la progettazione delle due colonie di vacanza. A Cattolica come a Tirrenia le colonie si costituiscono come uno scenario attentamente articolato che contiene tutti gli elementi architettonici delle città italiane. La colonia viene quindi proposta coma una sorta di microcosmo autonomo che si mostri come una "evocazione" dei luoghi e degli spazi delle città italiane.
Ghidoni, Margherita <1988>. « Bing Xin e Ye Shengtao : due sguardi adulti sul mondo dell'infanzia. Proposta di traduzione e commento traduttologico di alcune opere ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4411.
Texte intégralGallicchio, Adriana <1970>. « Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/1/gallicchio_adriana_tesi.pdf.
Texte intégralThis work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
Gallicchio, Adriana <1970>. « Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/.
Texte intégralThis work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
Badran, Adeeb Said Ibrahim <1969>. « Migliorare le aspettative delle scuole dell'infanzia in Palestina attraverso lo sviluppo professionale del curricolo degli educatori e il coinvolgimento dei genitori ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10262.
Texte intégralCeccarini, Chiara. « "Il pipistrello dai mille colori" di Zélia Gattai : traduzione e commento delle scelte traduttive del racconto brasiliano di sensibilizzazione dell'infanzia verso il rispetto della natura ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9110/.
Texte intégralIZZO, EMANUELA. « SEQUENZE CONVERSAZIONALI TRA INSEGNANTI E BAMBINI IN UN CONTESTO MULTILINGUE DI SCUOLA DELL’INFANZIA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170823.
Texte intégralDifferent studies suggested that conversations between preschool teachers and small groups of children improve language development and cognitive growth. The current study investigated the interventions of preschool teachers to manage conversations with a small group of children in a multilingual context. Moreover, it also investigated the relationship between teachers' interventions and children's co-construction of reasoning, within sequences. Finally, it focused on bilingual children participations during the co-constructional sequences. Ten teachers were video recorded while conducting conversations with Italian and bilingual children aged 3 to 5 years old. All conversations were transcribed using Pontecorvo Fasulo’s (1999) criteria. In order to understand better some dynamics, other collecting data instruments were used: questionnaire, field notes, and interviews. A first quantitative analysis was conducted on teacher’s interventions in conversations, children's co-construction of reasoning within sequences, and Italian and bilingual children's participation during these sequences. Afterwards, starting from quantitative results, a qualitative analysis on conversations was computed . The quantitative analysis indicated a relationship between teacher’s interventions and the emergence of children-teacher co-constructional sequences . Furthermore, bilingual children were found to participate within these sequences less frequently than Italian children. Qualitative analyses suggested that teachers promoted children’s participation by showing an authentic interest in their speech. This was related with a conscious choice of what and how to ask questions, and with teachers' responsiveness by doings things like mirror talk and revoicing. At last, it emerged the importance of supporting children's discourse by connecting their interventions and using their contributions to guide conversations.
Ziliotto, S. « Analisi geo-didattica sui temi dell'Educazione allo Sviluppo Sostenibile nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria in Veneto e in Baviera. Confronto tra Padova e Würzburg ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421707.
Texte intégralEducare allo sviluppo sostenibile significa adottare un approccio di tipo sistemico nel quale processi ambientali, sociali ed economici sono strettamente collegati fra loro. Significa, quindi, educare alla complessità dei fenomeni e delle relazioni e sviluppare le competenze chiave per prendere parte in modo attivo, consapevole, responsabile e critico alla creazione del presente, quindi del futuro. L'oggetto di ricerca di questo lavoro è l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) in ottica geografica attraverso un confronto internazionale tra la città italiana di Padova, in Veneto, e la città tedesca di Würzburg, in Baviera. In particolare, l'attenzione si focalizza su attività e progetti realizzati sia nell'ambito formale, ossia all'interno di scuole dell'infanzia/Kindergarten e di scuole primarie/Grundschule, sia nell'ambito non formale, vale a dire all'interno di associazioni, istituzioni ed enti del territorio. In tal modo è preso in esame l'intero spettro di proposte sull'ESS offerte dalle scuole ed alle scuole nelle due città scelte come casi di studio. Il punto di partenza del processo di ricerca è la somministrazione di un questionario sulle credenze di insegnanti ed educatori rispetto all'educazione geografica che, tra i vari esiti, ha messo in luce come il collegamento tra ESS ed educazione geografica sia percepito come molto debole. Ciò ha trovato conferma nel proseguimento dell'indagine che si è concentrata sulle proposte realizzate in merito a tredici temi di ESS, scelti tra quelli individuati nella letteratura e nei documenti internazionali. Infatti, i progetti monitorati sono stati affrontati senza intessere alcun legame con l'educazione geografica. Tuttavia, gli esiti emersi evidenziano l'esistenza di "buone pratiche" di ESS realizzate sia nell'ambito formale sia in quello non formale di entrambi i casi di studio ed indirizzate ad affrontare maggiormente i temi connessi all'Educazione alla Sostenibilità che quelli connessi all'Educazione allo Sviluppo. Emerge, inoltre, che dei temi affrontati vengono presi in considerazione primariamente gli aspetti ambientali, a seguire quelli sociali ed infine quelli economici. Gli intervistati risultano essere piuttosto confusi e scarsamente consapevoli rispetto al significato di sviluppo sostenibile e di ESS. In particolare, mentre gli operatori dell'ambito non formale risultano essere informati rispetto ai principi base dello sviluppo sostenibile ma preferiscono utilizzare l'espressione "educazione ambientale" poiché sostengono di essere compresi meglio dalla comunità, la maggior parte degli insegnanti e degli educatori, invece, non vede differenza tra ESS ed educazione ambientale. Anche all'interno dei documenti ministeriali per la scuola si è rilevata una grande confusione su cosa sia l'ESS, infatti alle volte viene fatta coincidere con l'educazione ambientale, altre volte ne è una parte, altre volte ancora rappresenta un orientamento per l'educazione ambientale. In nessun caso essa viene presentata come una prospettiva diversa dall'educazione ambientale. Nel complesso, gli intervistati sono risultati essere maggiormente concentrati sulla "pratica" che sulla "teoria", infatti realizzano progetti e attività interessanti ma non sono del tutto a conoscenza del paradigma che sta alla base dell'ESS, che risulta avere molti punti di convergenza con quello della geografia. In tal senso la ricerca valorizza le potenzialità della sinergia tra ESS ed educazione geografica poiché se da un lato la geografia potrebbe fornire riflessioni teoriche chiare e signicative, dall'altro l'ESS potrebbe offrire l'opportunita all'educazione geografica di rinnovarsi e di superare il suo isolamento rispetto alla società.
Baccin, Vania <1983>. « Cambiamenti culturali e modifiche delle politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. L'esperienza delle "Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e cura del minore-biennio 2009/2010" in Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4260.
Texte intégralRighetto, Elena. « "Sarò anche malata, ma qui dentro ho un cuore!" Bambini in Pediatria : un'etnografia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424377.
Texte intégralLa presente ricerca si colloca all’interno della cornice teorica della nuova sociologia dell’infanzia: adotta quindi una prospettiva analitica che parte dal presupposto che i bambini siano attori capaci di agire coerentemente all’interno dei propri mondi sociali. Attraverso un’etnografia durata 8 mesi all’interno dei reparti della Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova, condotta in stile dialogico – che si propone, quindi, di considerare l’Altro come soggetto in interazione, anche nel processo che porta alla conoscenza scientifica, e non un oggetto sul quale fare esperienza, da cui raccogliere informazioni – ho indagato la relazione che i bambini ricoverati sviluppano con gli adulti, all’interno del gruppo dei pari e con il contesto ospedaliero, in riferimento alla malattia e ai processi di cura. La ricerca approfondisce numerosi temi: i significati simbolici che gli attori attribuiscono agli spazi e ai luoghi in cui prendono vita le interazioni; la comunicazione medico-paziente in ambito pediatrico, con particolare attenzione alle situazioni in cui la comunicazione assume caratteristiche che discordano con le richieste e i desideri dei bambini, che agiscono mettendo in gioco differenti tattiche per la raccolta delle informazioni che riguardano loro stessi; il rapporto con i corpi, spesso intesi dagli adulti come oggetti della pratica medica, che diventano invece strumento attraverso cui i bambini praticano la propria autonomia e il riconoscimento di loro stessi; il tema della competenza e dell’agency, sviluppato a partire dall’idea che i bambini siano sempre portatori di saperi situazionali e relazionali specifici per i mondi sociali in cui agiscono, e che lo facciano secondo differenti stili di intervento sul mondo, dei quali a volte gli adulti faticano ad accorgersi; il gioco in ambito ospedaliero, come particolare cornice all’azione e matrice di senso e significati. Le principali conclusioni mostrano come i bambini siano sempre soggetti, e siano sempre capaci di agire coerentemente all’interno dei propri mondi sociali, anche in un contesto che appare rigidamente vincolante come quello ospedaliero; come i bambini pratichino costantemente autonomia e autoriconoscimento, attraverso molteplici tattiche, anche quando le pratiche mediche sembrano limitare i loro spazi di azione, e indipendentemente dal modo in cui gli adulti si relazionano con loro. La ricerca mostra, inoltre, come una scarsa attenzione da parte degli adulti verso la soggettività dei bambini, verso i significati simbolici che entrano in gioco nelle interazioni, possa diventare un forte limite per l’efficacia delle relazioni terapeutiche stesse, per la riuscita di processi di cura che tengano conto delle specificità dei bambini, intesi come persone e non come oggetti della pratica medica.
DE, VITA ANASTASIA. « Frammenti di complessità dell'esistenza. Questioni di significato nell'infanzia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23679.
Texte intégralDe, Luca Marcella, et Giuseppe Spadafora. « Multiculturalità ed integrazione dei bambini stranieri nella scuola dell'infanzia ». Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/176.
Texte intégralCOTRONA, FRANCESCO. « Modelli di genere e sessualizzazione dell'infanzia nel mondo 2.0 ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/948886.
Texte intégralFuoco, Maria Grazia, Gaetano Roberto De, Cesare Pitto et Giuseppe Spadafora. « Comparazioni territoriali nella scuola primaria e dell'infanzia in alcune aree del Mezzogiorno e riscontri operativi in realtà del Mediterraneo ». Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/959.
Texte intégralCiccia, Emilia, Giuseppe Spadafora et Antonella Valenti. « Scrittura e rappresentazione del pensiero. Risultati di un'indagine preliminare in alunni della scuola dell'infanzia e proposta di un curriculo trasversale ». Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/139.
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